Atto n. 4-03758

Pubblicato il 7 luglio 2020, nella seduta n. 236

FAZZOLARI - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell'istruzione. -

Premesso che:

lo storico edificio sito nel cuore della città di Barcellona, precisamente al numero 8 del pasaje Méndez Vigo, è la "casa degli italiani", dal 1911 sede delle scuole statali italiane di Barcellona;

la stessa casa degli italiani di Barcellona è stata storicamente e per lungo tempo sottoposta, statutariamente, all'amministrazione del console generale italiano a Barcellona, che in qualità di componente del cosiddetto consiglio centrale, organo statutario preposto alla governance della struttura che, almeno dal 1924, come risulta da documentazione storica pervenuta all'interrogante, ha esercitato tale funzione amministrativa in cooperazione con altre due sezioni strettamente integrate tra loro;

negli scorsi mesi alcuni organi di stampa, tanto in Spagna quanto in Italia, hanno portato all'attenzione dell'opinione pubblica la vicenda inerente alla casa degli italiani di Barcellona, con particolare riguardo alla sua temporanea chiusura, disposta dal consolato italiano a Barcellona sino a nuovo avviso;

in particolare, secondo quanto riportato dai media, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale avrebbe chiesto al consolato di effettuare alcuni controlli prima di procedere al rinnovo del contratto di affitto, per un ammontare pari a 200.000 euro annui, verificando la sussistenza della necessaria documentazione, con particolare riferimento ai permessi d'uso;

in seguito a tale richiesta, in data 4 gennaio 2020, con circolare n. 135, il dirigente scolastico dell'istituto italiano statale comprensivo di Barcellona, comunicava che "la Console d'Italia a Barcellona, venuta a conoscenza dell'assenza della licenza d'uso e del piano di attività del plesso di Mendez Vigo, autorizzazioni obbligatorie per legge, che garantiscono l'esistenza dei requisiti di sicurezza necessari per la conduzione dell'attività scolastica, ha disposto, con il decreto 1/2020 del 03.01.2020, la chiusura temporanea del plesso che ospita il Liceo";

la circostanza della sospensione delle attività, oltre a destare preoccupazione per gli aspetti inerenti alla sicurezza della struttura ed ai rischi cui sono stati esposti gli studenti e l'utenza, nel lasso temporale antecedente alla rilevazione della carenza dei permessi necessari, costituisce l'occasione per avviare alcune opportune e necessarie riflessioni in ordine alla gestione della casa degli italiani nel corso degli anni, con particolare riguardo alla titolarità dell'immobile di Mendez Vigo, la cui locazione è posta a carico dello Stato italiano, che ospita l'istituto italiano statale comprensivo di Barcellona;

stando alle informazioni storiche, riportate sullo stesso sito web ufficiale della casa degli italiani, "la Società Beneficienza e Mutuo Soccorso ha fondato nel 1882 le Scuole Italiane di Barcellona, che qualche decennio dopo sono cedute allo Stato italiano, diventando così pubbliche";

si legge ancora sul sito istituzionale, che "nel 1911, in occasione del Cinquantesimo anniversario dalla Proclamazione del Regno d'Italia, sotto la presidenza di Antonio Calcagno, una nuova associazione riunisce le entità presenti fino allora: la Casa degli Italiani di Barcellona": informazioni, queste ultime, che corrispondono ai dati riportati sulle visure catastali;

in particolare, da recente visura su registro catastale (registradores de Espana), è stato possibile verificare come la titolarità dell'edificio ospitante, situato al pasaje de Mendez Vigo, risulti dal 1911 in capo alla "Società italiana di beneficienza e scuola di Barcellona", e tra le osservazioni al medesimo documento si legge che la citata entità si denomina "casa degli italiani" o "casa de los italianos";

sempre sul sito istituzionale, si legge che "l'edificio che era di proprietà di una famiglia di nobili catalani, viene acquistato nei primissimi anni del '900", e che "la sede delle Scuole è ancora oggi in edifici di proprietà della Casa degli Italiani di Barcellona", vale a dire l'entità istituita nel 1911 che ha riunito le entità presenti sino ad allora;

tuttavia, l'associazione "Casa degli italiani", come risulta da visura effettuata il 24 giugno 2020, risulta iscritta al corrispondente registro solo dal 18 gennaio 1967;

non è del tutto chiaro, pertanto, come la titolarità l'edificio ospitante, storicamente di proprietà della casa degli italiani e acquistato nel 1911, possa essere stata trasferita in capo ad un'associazione, costituita molti decenni dopo, che oggi richiede allo Stato italiano il pagamento di un canone di locazione;

l'interrogante rileva altresì come in generale risulti una carenza di trasparenza e pubblicità da parte della struttura: la documentazione amministrativa e contabile (statuto dell'associazione e relativi bilanci consuntivi e preventivi, relazioni sulla gestione) non è infatti facilmente accessibile, e ciò, evidentemente, in contrasto con la natura di ente preposto ad una funzione di interesse nazionale e per di più destinataria di significative sovvenzioni che lo Stato italiano elargisce annualmente per le spese di locazione dell'immobile;

alla luce della difficoltà di reperimento della relativa documentazione,

si chiede di sapere:

se, in quali termini e con quali modalità, i Ministri in indirizzo, ciascuno per le proprie competenze, abbiano verificato la legittimità della titolarità dell'immobile di Mendez Vigo di Barcellona da parte dell'associazione "Casa degli Italiani" costituitasi nel 1967, appurando che la proprietà non sia comunque riconducibile ad una associazione o organizzazione che persegue finalità pubbliche connesse alle attività istituzionali proprie del consolato italiano e pertanto formalmente amministrate, presiedute o dirette dal console italiano;

se conseguentemente considerino legittima la richiesta di pagamento del canone di locazione richiesto annualmente allo Stato italiano e se escludano qualsiasi ipotesi di danno erariale;

quali siano le ragioni per le quali, comunque, si consideri necessario continuare a sostenere annualmente il costo del canone di affitto di locali che, oltre tutto, non risultano a norma e non sono pertanto idonei a garantire la sicurezza e l'incolumità degli studenti e del personale nella loro fruizione, anziché valutare l'opportunità di procedere all'acquisto di altro edificio da adibire alle medesime funzioni attualmente svolte.