Atto n. 4-03621

Pubblicato il 9 giugno 2020, nella seduta n. 226
Risposta pubblicata

BRUZZONE - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

con nota prot. n. 39696 del 28 maggio 2020, trasmessa all'ISPRA, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio del mare, ha invitato le Regioni a fermare il prelievo venatorio delle specie moriglione e pavoncella, in disaccordo con ISPRA ente tecnico-scientifico dello stesso Ministero, che ne ammette la caccia in tutte le regioni italiane nella prossima stagione, con limiti di prelievo;

lo stesso Ministero aveva inviato con nota prot. 24896 del 7 aprile 2020, una nota alle regioni riguardante proprio i calendari venatori, in cui raccomandava il rispetto dei Key Concepts e faceva esplicito riferimento alla necessità di adottare limiti di prelievo per le specie giudicate in cattivo stato di conservazione, senza accennare in alcun modo a divieti totali di caccia;

nonostante siano trascorsi sei anni dalla procedura Eu pilot 6955/14, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non ha ancora adottato un piano di azione per il moriglione e la pavoncella, né ha preso provvedimenti di adozione del Piano d'azione multispecie, che individua nel controllo dei predatori e delle pratiche agricole distruttive le azioni principali da intraprendere per la conservazione della pavoncella e di altri sette limicoli;

il prelievo venatorio delle due specie in Italia consiste in meno dell'uno per cento delle popolazioni complessive, come da fonti di letteratura disponibili;

la pavoncella è giudicata in aumento in Italia, sia in inverno, sia in stagione riproduttiva e il moriglione dimostra incremento negli anni recenti in aree importanti di svernamento;

l'accordo AEWA a cui si fa riferimento non è esposto correttamente, poiché le specie pavoncella e moriglione sono classificate diversamente e non nella stessa categoria, inoltre la Commissione europea ha chiesto l'eccezione, essendovi un conflitto con la direttiva "Uccelli", legittimandone quindi la caccia in tutta l'Unione europea;

gli interventi di ripristino e conservazione degli habitat in favore di queste specie sono compiuti in Italia principalmente dai cacciatori. Il divieto di caccia, a giudizio dell'interrogante, rischia di produrre l'effetto di annullare l'interesse dei cacciatori alla prosecuzione dei suddetti interventi, che sono a costo zero per l'ente pubblico;

la stessa direttiva Uccelli prevede all'articolo 2, contrariamente alle indicazioni del Ministro in indirizzo, che il livello delle popolazioni sia mantenuto in base alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali, tenendo conto delle esigenze economiche e ricreative. La caccia è richiamata, per ben due volte, tra le esigenze culturali e quelle ricreative. Ciò significa che i divieti di caccia non sono necessariamente la soluzione da perseguire,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia in possesso di dati scientifici aggiornati, anche in riferimento all'incidenza del prelievo, e se non intenda consultare le Regioni italiane prima di diramare lettere che creano difficoltà amministrative e non sono fondate su analisi oggettive dei fatti;

se, alla luce di quanto esposto in premessa, voglia riconsiderare la posizione assunta nella nota prot. n. 39696 del 28 maggio 2020, rendendo noti gli orientamenti che si intendono adottare in merito all'adozione dei piani di azione nazionali per il moriglione e la pavoncella.