Pubblicato il 20 maggio 2020, nella seduta n. 219
DE BONIS , MARTELLI , CIAMPOLILLO - Al Ministro dello sviluppo economico. -
Premesso che:
allo scoppiare dell'emergenza coronavirus in Italia numerosi medici virologi, epidemiologi e scienziati hanno presenziato con assiduità le televisioni. Tra tutti il professor Roberto Burioni e la dottoressa Ilaria Capua, ex deputata alla Camera, sono stati i due esperti che più spesso sono apparsi, e appaiono ancora, negli studi televisivi. Il professor Burioni, infatti, è praticamente ospite fisso di Fabio Fazio a "Che tempo che fa", su RAI2, mentre sono frequenti gli interventi della dottoressa Capua soprattutto su La7, ma anche nella televisione pubblica;
molti italiani si sono chiesti se e quanto guadagnino questi esperti per la loro partecipazione in qualità di ospiti;
per quanto riguarda il professor Burioni, inoltre, la sua presenza fissa sulle reti RAI ha persino provocato le proteste di Codacons, l'associazione che tutela i diritti dei consumatori, che ha infatti presentato un esposto alla Corte dei conti per verificare i compensi del virologo;
a tal proposito, anche il settimanale "Panorama" ha dedicato un servizio a entrambi, contattando gli agenti dei due medici e, fingendosi una società privata interessata ad un loro intervento, ha chiesto quale fosse l'ammontare per la loro consulenza. Secondo quanto riportato sulla pagina on line di Codacons del 14 maggio, per il professor Burioni "Panorama" ha scelto di rivolgersi a "Elastica", una società di comunicazione di Bologna che cura per il virologo proprio questi aspetti. L'agente ha risposto che le richieste del professore variano da caso a caso: "Mi dica il budget, è limitato? Il professore farà le sue valutazioni. Potrebbe decidere di partecipare gratuitamente oppure di chiedere qualcosa in più perché è talmente impegnato che il compenso economico può essere una ragione per fare le cose", ha continuato l'addetto di "Elastica". Oltre al compenso generico basato sul tipo di intervento richiesto al professor Burioni, c'è da aggiungere che per quanto riguarda la sua presenza a "Che tempo che fa" il virologo prende anche un gettone di presenza, erogato da "Officina", la società di produzione del programma di RAI2, di cui Fazio è socio insieme alla società "Magnolia";
ma proprio sul compenso pagato dalla RAI al professore, il Codacons ha deciso di vederci più chiaro. Secondo Francesco di Lieto, vicepresidente del coordinamento per la tutela dei diritti dei consumatori, la presenza del professor Burioni su RAI2 va contro il diritto del cittadino ad un'informazione plurale e trasparente, non solo per l'assidua assenza di un contraddittorio, ma anche per un possibile conflitto d'interessi. Il professor Burioni, infatti, ha creato la "Pomona Ricerca Srl", che nella sua attività di ricerca ha frequenti rapporti di lavoro con multinazionali di farmaci e vaccini. Per questo, secondo Codacons, la presenza fissa su RAI2 garantirebbe una vera e propria pubblicità a vantaggio dei brevetti depositati dallo stesso professore tramite il lavoro della "Pomona";
per quanto riguarda il guadagno della dottoressa Ilaria Capua, il tentativo di "Panorama" di indagare sul suo compenso, invece, ha fornito anche delle cifre precise: "Per un contributo di 10 minuti su Skype (ha dichiarato l'agente della nota virologa, che dirige l'One health center of excellence presso l'università della Florida), o dallo studio televisivo dell'Università siamo attorno ai 2 mila euro più IVA". L'agente ha inoltre spiegato che il compenso della dottoressa non va a minutaggio "ma se si chiede una presenza di 10 minuti non può essere di un'ora, altrimenti la fee [il cachet] sale";
considerato che:
a parere degli interroganti medici virologi, epidemiologi, scienziati ed esperti vari possono certamente andare in televisione ad informare e dare consigli agli italiani in merito ad una così grave epidemia, ma dovrebbero farlo con "spirito missionario";
lo stesso professor Giuseppe De Donno, direttore della struttura complessa di pneumologia e unità di terapia intensiva respiratoria dell'ospedale "Carlo Poma" di Mantova, nel corso dell'audizione che si è tenuta presso la 12a Commissione permanente (Igiene e sanità) in Senato, il 14 maggio, sul tema "Strategie anti e post COVID-19", ha riferito anzitutto che non è andato in televisione perché impegnato a lavorare e le poche volte che è stato contattato gli veniva offerta una fascia oraria tra le ore 23 e le 24 e solo la trasmissione "Petrolio" ha fatto un buon servizio sul tema della sieroterapia. Inoltre, come appena detto, numerosi esperti sono stati continuamente in televisione dietro pagamento di un compenso e "uno scienziato che viene pagato non è uno scienziato credibile, la scienza deve essere gratuita", queste le parole del professor De Donno;
inoltre, visto che si sono verificate discordanze di opinioni tra gli esperti (pagati), che hanno creato solo maggiore confusione e alimentato paura ed inquietudine, sarebbe stato e sarebbe più opportuno tacere laddove la scienza non ha acquisito ancora dati certi sul virus, né sulle cure per guarire dal COVID-19,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo voglia chiedere chiarimenti all'azienda RAI in merito ai compensi (pagati, tra l'altro, da tutti i contribuenti italiani) che vengono pattuiti con medici, scienziati ed esperti vari per la partecipazione a programmi di intrattenimento o d'informazione e se non condivida l'opinione degli interroganti che sia un aspetto vergognoso, perché l'informazione scientifica deve essere gratuita;
se non ritenga che la partecipazione del professor Burioni su RAI2 sia in contrasto con il diritto dei cittadini ad un'informazione plurale e trasparente, non solo per l'assidua assenza di un contraddittorio, ma anche per un possibile conflitto d'interessi, visto che Burioni si è garantito una vera e propria pubblicità a vantaggio dei suoi brevetti depositati.