Martedì 17 Aprile 2018 - 5ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 18:02)

Presidente del Consiglio dimissionario Paolo Gentiloni, nel rendere un'informativa sulla situazione in Siria, ha ribaditoche la comunità internazionale non può ammettere l'uso di armi chimiche e che non vi è motivo per dubitare che il regime di Assad vi abbia fatto ricorso ancora una volta, a Douma, la notte del 7 aprile; sebbene l'attacco chimico appaia irragionevole, è un fatto che la Russia abbia posto un veto all'ispezione e il dittatore, già responsabile di crimini inauditi, abbia bloccato gli investigatori Opac-Onu. Il Presidente Gentiloni ha definito la risposta decisa da USA, Francia e Regno Unito, "motivata, mirata, circoscritta", coordinata con gli altri attori dell'area e ha ricordato che nel raid aereo del 14 aprile non ci sono state vittime civili né danni significativi, mentre sono state eliminate tre istallazioni di potenziale fabbricazione delle armi. L'Italia non ha partecipato all'operazione militare e ha condizionato il supporto logistico al fatto che dalla base di Aviano non fosse direttamente colpito il territorio siriano; sul piano diplomatico ha manifestato contrarietà all'escalation, ribadendo che è impossibile risolvere militarmente il conflitto siriano. La posizione italiana, secondo cui è inevitabile negoziare con Assad e non è possibile ricostruzione senza transizione, è coerente e giustificata dai fatti. Per evitare nuove stragi bisogna sfidare la Russia, che non ha interesse a sostenere Assad fino in fondo, a contribuire alla soluzione negoziale con USA, Iran, Europa e mondo arabo, seguendo il percorso tracciato dalla risoluzione 2245 dell'ONU. Il Presidente del Consiglio ha sollecitato la convergenza unanime del Parlamento sui capisaldi della politica estera: l'Italia non è un Paese neutrale, bensì un alleato coerente degli USA e nessuna stagione sovranista può rimettere in discussione una scelta di campo basata sui valori occidentali, anche se ciò non impedisce l'autonomia, la definizione di una posizione europea, il perseguimento degli interessi nazionali. Basti pensare alla difesa dell'intesa sul nucleare con l'Iran e alla politica italiana del doppio binario con la Russia, che si riassume nella fermezza di fronte a violazioni del diritto internazionale, senza riproporre i cliché della guerra fredda, e nel mantenimento costante del dialogo.

Dopo l'informativa, hanno preso la parola i senatori: Emma Bonino (Misto), Casini (Aut), Loredana De Petris (Misto-LeU), Bertacco (FdI), Mirabelli (PD), Romeo (Lega), Malan (FI), Toninelli (M5S).

La sen. Bonino (Misto) ha proposto un'iniziativa alla Conferenza di Bruxelles per tutelare preventivamente la popolazione di Idlib. Il sen. Casini (Aut) ha osservato che un Governo credibile deve riaffermare la scelta atlantista ed europeista in politica estera; ha ricordato inoltre che l'Italia ha sempre tenuto aperto il dialogo con la Russia, anche negli anni dell'Urss, anche se non è possibile revocare unilateralmente le sanzioni. La sen. De Petris (Misto-LeU) ha ricordato che gli interventi militari sono dettati da interessi energetici e le prime vittime sono proprio i diritti umani; la guerra in Siria ha avuto come conseguenza la formazione dello stato islamico, il terrorismo, i flussi migratori e il raid aereo va condannato perché pericoloso e realizzato al di fuori della legalità internazionale. L'Italia dovrebbe esercitare una maggiore autonomia e la UE mettere in campo un nuovo protagonismo per dare impulso al negoziato. Il sen. Bertacco (FdI) ha affermato che il Gruppo Fratelli d'Italia è contrario agli interventi militari unilaterali per ragioni umanitarie e non approva l'attacco aereo in Siria, che si colloca al di fuori dell'Onu e della Nato. Ha ricordato che l'Alleanza atlantica ha scopi di difesa e di sicurezza collettive e che, in Siria, non è stata attesa la valutazione delle prove sull'impiego di armi chimiche. Il sen. Romeo (Lega) ha condannato l'uso di armi chimiche, di cui però si devono portare prove. Il Gruppo non hai mai messo in discussione la Nato, ha invece sollevato dubbi sulla condotta della UE, che è forte con i deboli e debole con i forti, sollecita negli interventi interni e silente in politica estera. L'Italia deve assumere un ruolo diplomatico attivo per evitare una crescita delle tensioni tra USA e Russia e per promuovere il dialogo sulla Siria. Il sen. Mirabelli (PD) ha sottolineato tre punti: solidarietà con gli alleati che hanno reagito all'attacco chimico con un intervento sanzionatorio; contrarietà a ogni ulteriore escalation; impegno nel processo di pacificazione. Il sen. Malan (FI) ha ricordato che la Siria è sempre stata nell'orbita della Russia e che il regime di Assad garantiva la libertà religiosa. L'Italia, per posizione geografica, ha il diritto e il dovere di essere protagonista nel Mediterraneo; il Paese ha sempre rispettato gli obblighi dell'Alleanza ma l'opzione militare va considerata come extrema ratio. Le prove sull'uso delle armi chimiche non sono chiare e il responso dell'Opec non è ancora arrivato. L'Isis controlla ancora parti del territorio siriano, anche se l'intervento russo ha inferto colpi decisivi alle milizie terroriste e ha tutelato le comunità cristiane, mentre le primavere arabe e la guerra in Libia hanno destabilizzato il Mediterraneo. Il sen Toninelli (M5S) ha evidenziato l'urgente bisogno di un Governo nella pienezza dei poteri; ha ricordato che nella guerra per procura in Siria si fronteggiano due blocchi e ha auspicato che l'Italia svolga un ruolo di mediazione tra gli USA, principale alleato, e la Russia, interlocutore importante per la stabilizzazione delle aree di crisi. Richiamando l'articolo 11 della Costituzione, che condanna la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, ha sollecitato infine l'apertura di canali umanitari e l'assunzione di un ruolo maggiore delle Nazioni Unite e di un'Europa realmente unita.

(La seduta è terminata alle ore 19:33 )



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