Venerdì 13 Luglio 2007 - 193ª Seduta pubblica (Pomeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 16:09)

Il Senato ha approvato in un testo emendato il ddl n. 1447, di modifica dell'ordinamento giudiziario con riferimento ai decreti legislativi nn. 160, sull'accesso in magistratura e sulla progressione economica e l'attribuzione delle funzioni dei magistrati, 26, sulla scuola della magistratura, e 25, sul Consiglio direttivo della Cassazione e sui consigli giudiziari, emanati quest'anno in attuazione della legge delega n. 150 del 2005 e sospesi dalla legge n. 269 del 2006. L'iter conclusivo del provvedimento ha avuto un'accelerazione a causa dell'abbandono dell'Aula per protesta da parte dell'opposizione.

Questa decisione è stata motivata dalle modalità che hanno condotto al voto contrario sull'emendamento all'articolo 4 del senatore Manzione (Ulivo) mirante a introdurre nei consigli giudiziari i presidenti dell'ordine degli avvocati aventi sede nei capoluoghi dei distretti. Sullo stesso argomento è stato respinto un ordine del giorno del senatore Calderoli (Lega).

In precedenza il senatore Manzione aveva ricordato che la proposta faceva parte del testo predisposto dal Comitato ristretto della Commissione giustizia ed era stata ampiamente condivisa anche dalla maggioranza, che aveva successivamente mutato avviso: la sua ripresentazione in Aula rispondeva solo al libero convincimento personale e non intendeva mettere in discussione la fedeltà alla coalizione di governo. Il senatore Salvi ha motivato il parere contrario della maggioranza ricordando che il testo già prevede la trasmissione obbligatoria al CSM delle segnalazioni dell'ordine degli avvocati su fatti specifici incidenti sulla professionalità dei magistrati. L'opposizione ha lodato l'iniziativa del senatore Manzione e condiviso la proposta di garantire la presenza dell'avvocatura negli organi che partecipano alle funzioni di indirizzo nella gestione degli uffici giudiziari e al processo di valutazione della professionalità dei magistrati, sottolineando come ancora una volta l'intervento dei senatori a vita, chiamati a sostenere la maggioranza su un voto rischioso, sia risultato decisivo per la tenuta della coalizione di governo. Dopo questo voto, i Gruppi AN, FI, UDC, LNP e DCA-PRI-MPA hanno evidenziato con forza l'ennesima dimostrazione dell'assenza di una maggioranza politica al Senato e hanno quindi abbandonato l'Aula per protesta, ricordando che il Capo dello Stato, in occasione della recente crisi di Governo, ha indicato quale presupposto per la prosecuzione della vita dell'Esecutivo il sostegno certo della maggioranza dei senatori eletti.

Pertanto alla votazione dei restanti emendamenti (solo quelli non dichiarati decaduti stante l'assenza in Aula dei presentatori) ed articoli hanno preso parte solo i senatori della maggioranza.

Sono intervenuti per dichiarazione di voto finale o hanno allegato ai resoconti della seduta il relativo intervento i senatori Barbato (Pop-Udeur), Bulgarelli (Verdi-Com), Formisano (IdV), Maria Luisa Boccia (RC), Massimo Brutti (Ulivo), Salvi (SDSE) e Peterlini (Aut).

A conclusione della seduta, il senatore Selva (AN) ha chiesto che la votazione sulle dimissioni da lui presentate, posta all'ordine del giorno di martedì prossimo, sia palese. Il Presidente ha ricordato che l'articolo dell'articolo 113 del Regolamento impone per queste votazioni lo scrutinio segreto.

(La seduta è terminata alle ore 18:34 )



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