Venerdì 13 Luglio 2007 - 192ª Seduta pubblica (Antimeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 09:31)

L'Assemblea ha proseguito la discussione degli emendamenti al ddl n. 1447 di modifica dell'ordinamento giudiziario, nel testo proposto dalla Commissione giustizia.

Con il voto contrario sugli ultimi emendamenti, si è concluso l'esame dell'articolo 2, sulla separazione delle funzioni, sui requisiti ed i criteri per l'attribuzione delle stesse, sulla possibilità e le modalità di passaggio dalle giudicanti alle requirenti e viceversa, sulle valutazioni di professionalità per l'avanzamento in carriera dei magistrati e sulla temporaneità delle funzioni direttive e semidirettive, nel testo comprendente le modifiche apportate in Commissione giustizia ed in Aula. Il voto finale dell'articolo è stato rinviato per consentire la soluzione di un problema di coordinamento del testo evidenziato dal senatore Caruso (AN).

L'opposizione ha preannunciato il voto contrario, sottolineando come l'esame dell'articolo abbia reso evidente a qual punto l'Associazione nazionale magistrati sia riuscita a condizionare i lavori parlamentari sul tema della riforma dell'ordinamento giudiziario: a parte qualche correzione puramente formale, infatti, l'unico emendamento di sostanza approvato è stato quello, dettato dall'ANM ed imposto dal ministro Di Pietro, che individua il meccanismo per aggirare anche la timida separazione di funzioni inizialmente individuata e difendere i privilegi di casta della magistratura. In tale situazione, anche la modesta modifica apportata su proposta del senatore Manzione e con il voto favorevole dell'opposizione ha prodotto gravi polemiche nella maggioranza ed addirittura minacce di crisi di Governo.

Nel corso dell'esame degli emendamenti all'articolo 2, un passaggio dell'intervento del senatore D'Ambrosio (Ulivo) avente per oggetto l'indipendenza e l'autonomia della magistratura ha dato origine ad un aspro scambio di battute tra maggioranza ed opposizione e ad una serie di interventi nel corso dei quali i senatori Schifani e Palma (FI), Buttiglione (UDC), Mantovano (AN) e Cutrufo (DCA-PRI-MPA) hanno sostenuto che, accanto ai giudici che hanno compiuto il proprio dovere per la difesa dello Stato di diritto e della democrazia, giungendo in taluni casi al sacrificio della vita, alcuni settori della magistratura politicizzata, affascinati dalle teorie sull'uso rivoluzionario del diritto, si sono posti l'obiettivo di porre in essere, attraverso l'utilizzo distorto del mandato di cattura e della carcerazione preventiva, un condizionamento della politica di cui è espressione anche l'atteggiamento assunto nei confronti delle ipotesi di riforma dell'organizzazione della giustizia. Hanno espresso solidarietà al senatore D'Ambrosio e ricordato i meriti della magistratura i senatori Zanda (Ulivo), Palermi (Verdi-Com) e Russo Spena (RC).

Dopo la votazione di tutti gli emendamenti tranne uno, è stato accantonato l'articolo 3, di modifica del decreto legislativo n. 25 del 2006, sulla Scuola della magistratura. Accantonato prima del passaggio alla votazione degli emendamenti anche l'articolo 4, sull'istituzione e la composizione del Consiglio direttivo della Cassazione e sui consigli giudiziari, in ordine al quale l'opposizione ha criticato la decisione di escludere la partecipazione diretta degli avvocati negli organi chiamati a valutare l'attività dei magistrati. E' stato invece approvato lo stralcio degli articoli 5 e di numerosi commi dell'articolo 6, proposto dalla Commissione.

(La seduta è terminata alle ore 13:12 )



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