Mercoledì 28 Gennaio 2004 - 523ª Seduta pubblica (Antimeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 09:33)

Il Senato ha approvato il ddl n. 2674, di conversione del decreto-legge n. 352 del 2003 con cui il Governo, all'indomani del rinvio alle Camere del ddl Gasparri da parte del Presidente della Repubblica, ha predisposto un meccanismo di proroga delle modalità di definitiva cessazione del regime transitorio che ha consentito fino al 31 dicembre 2003 il mantenimento dell'attuale assetto nell'assegnazione delle frequenze televisive, malgrado il superamento dei limiti previsti dalla legge a tutela della concorrenza e del pluralismo nel settore dell'informazione. La legge Gasparri prevede che i limiti anticoncentrazione vengano calcolati computando non solo le frequenze televisive in tecnica analogica, ma anche quelle, molto più numerose, messe a disposizione dalla tecnologia digitale. A tale fine, il decreto attribuisce all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni il compito di verificare l'effettiva diffusione delle reti digitali terrestri, la reale offerta di programmi diversi da quelli delle reti analogiche e la presenza sul mercato di decoder a prezzi accessibili, nonché di prendere le necessarie misure a fine accertamento, consentendo nel frattempo a Retequattro di continuare a trasmettere via cavo e a Rai Tre di raccogliere risorse pubblicitarie. Mentre la maggioranza ha sostenuto il provvedimento, valutandone la coerenza con le indicazioni del Presidente della Repubblica e della Corte costituzionale, l'opposizione ha votato contro giudicando insufficienti le garanzie circa l'effettivo arricchimento dell'offerta informativa. Il ddl passa ora alla Camera dei deputati.

Successivamente è stato approvato con modificazioni in prima lettura il ddl n. 2677, di conversione del decreto-legge n. 355, recante la proroga di termini previsti da numerose disposizioni di legge. L'opposizione ha criticato il decreto tanto per la sua eterogeneità, quanto per i contenuti: in particolare, il sen Morando (DS) ha sottolineato come le risorse necessarie per finanziare la spesa conseguente al rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri avrebbero potuto essere reperite con soluzioni alternative (ad esempio, reintroducendo l'imposta sulle successioni) rispetto all'aumento dell'aliquota sulla benzina, che annulla gli effetti positivi derivanti dal rafforzamento dell'euro sul dollaro per quanto riguarda il costo del greggio, peraltro aumentando la pressione fiscale su un prodotto che ha forte incidenza sull'andamento dell'inflazione. Contrarietà è stata inoltre espressa dall'opposizione, ma anche dal sen Specchia (AN) e da altri esponenti della maggioranza sull'articolo 10, che estende i termini per l'adesione obbligatoria al Consorzio per il riciclaggio dei rifiuti di beni in polietilene.

(La seduta è terminata alle ore 12:47 )



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