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Senato della Repubblica
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MARIOTTI Filippo

  







   Indice dell'Attività Parlamentare   

   Fascicolo personale   


.:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:09/06/1833
Luogo di nascita:APIRO (Macerata)
Data del decesso:25/06/1911
Luogo di decesso:ROMA
Padre:Raffaele
Madre:BELTRAMELLI Anna
Nobile al momento della nomina:No
Nobile ereditarioNo
Fratelli:Zenobia
Luogo di residenza:ROMA
Indirizzo:Via Giulia, 1
Titoli di studio:Laurea in giurisprudenza
Presso:Università di Camerino
Professione:Critico letterario
Altre professioni:Magistrato
Carriera:Consigliere di Stato (5 aprile 1896)
Presidente di sezione onorario del Consiglio di Stato (29 agosto 1908)
Cariche e titoli: Segretario generale del Ministero della pubblica istruzione (14 aprile 1887-29 febbraio 1888)
Membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione (1° marzo 1910-25 giugno 1911)
Membro del Consiglio dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Commissario straordinario per l'Istituto superiore di studi commerciali, coloniali e attuariali
Membro della Società promotrice degli studi filosofici e letterari in Italia (1869)
Socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei di Roma (21 febbraio 1876)
Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei di Roma (16 dicembre 1883)
Socio corrispondente dell'Accademia pontaniana di Napoli (3 giugno 1888)
Membro corrispondente della Società reale di Napoli (29 dicembre 1908)
Socio ordinario della Deputazione di storia patria per le province delle Marche (18 dicembre 1892)
Presidente della Deputazione di storia patria per le province delle Marche (18 dicembre 1892)
Membro del Comitato nazionale per la storia del Risorgimento

.:: Nomina a senatore ::.

Nomina:10/10/1892
Categoria:03
18
I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio
I membri della Regia accademia delle scienze
dopo sette anni di nomina
Relatore:Salvatore Majorana Calatabiano
Convalida:29/11/1892
Giuramento:23/11/1892
Annotazioni:Giuramento prestato prima della convalida, in seduta reale d’inaugurazione di sessione parlamentare
.:: Onorificenze ::.

Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia
Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 19 aprile 1874
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 19 gennaio 1882
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 29 dicembre 1904
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 4 settembre 1908
Cavaliere dell'Ordine civile di Savoia 14 luglio 1889
Commendatore dell'Ordine della Legion d'onore (Francia)
Decorato dell'Ordine del Salvatore (Grecia)

.:: Camera dei deputati ::.

Legislatura
Collegio
Data elezione
Gruppo
Annotazioni
X
Camerino
10-3-1867
Destra
XI
Camerino
20-11-1870*
Destra
Ballottaggio il 27 novembre 1870
XII
Camerino
8-11-1874**
Destra
Ballottaggio il 15 novembre 1874
XIII
Fabriano
14-1-1877***
Destra
Ballottaggio il 21 gennaio 1877
XIV
Fabriano
16-5-1880
Destra
XV
Ancona
29-10-1882
Destra
XVI
Ancona
23-5-1886****
Destra
Cessazione per nomina a Segretario generale del Ministero della Pubblica istruzione. Rieletto l'8 maggio 1887
XVII
Ancona
23-11-1890
Destra
Cariche:Segretario (24 gennaio 1879-2 maggio 1880) (27 maggio 1880-25 settembre 1882) (24 novembre 1882-27 aprile 1886) (12 giugno 1886-14 aprile 1887)


.:: Senato del Regno ::.

Cariche:Segretario (18 novembre 1898-30 giugno 1899, 16 novembre 1899-17 maggio 1900, 18 giugno 1900-18 ottobre 1904, 3 dicembre 1904-8 febbraio 1909, 26 marzo 1909-25 giugno 1911)
Commissioni:Membro della Commissione per la Biblioteca (1° maggio 1901-25 giugno 1911)
Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge "Assegnazione di una rendita vitalizia a Giosuè Carducci" (19 dicembre 1904)
Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge "Erezione in Roma di un monumento a Giosuè Carducci" (5 marzo 1907)

.:: Governo ::.

Altri Stati:Segretario generale del Governo provvisorio della provincia di Camerino (1860)
Governo:Sottosegretario di Stato al Ministero della pubblica istruzione (1° marzo 1888-9 marzo 1889), (9 marzo 1889- 6 febbraio 1891)

.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti Parlamentari - Commemorazione
      Giuseppe Manfredi, Presidente

      Onorevoli colleghi! Siamo gravemente afflitti da una perdita del Senato amarissima alla Presidenza. Il senatore, segretario Filippo Mariotti spirò la scorsa notte. Sedeva a questo banco da circa dodici anni. Lo piangerà in particolar modo la Biblioteca, cui dedicava con straordinario amore le cure indefesse.
      Nato in Apiro di Macerata nel 1833, studiò eloquenza in Roma nel collegio Romano; diritto nell'Università di Camerino; perfezionossi nell'Istituto degli studi superiori di Firenze, praticando nello studio del celebre avvocato Andreucci. Non professò nel foro; fu letterato amante della classica antichità, fervente leopardiano, ornato di gusto artistico; politico seguace del positivismo inglese, versato nelle moderne costituzioni dello Stato e nelle dottrine economiche.
      Cospiratore al moto nazionale, nel 1860 fu del Governo provvisorio di Camerino; poi nell'italiano Parlamento deputato per otto consecutive legislature, di Camerino, Fabriano, Ancona; e segretario per parecchie Sessioni all'Ufficio di Presidenza della Camera. Dall'aprile 1887 al febbraio 1891 sottosegretario di Stato alla Istruzione, fu coadiutore caro ai ministri Coppino e Boselli. Introdotto al Consiglio di Stato, fu nominato senatore il 10 ottobre 1892. Ovunque fu eminente, assiduo, zelante.
      Varie e pregiate sono le sue pubblicazioni. Amico intimo di Maurizio Bufalini, pubblicò i Ricordi della sua vita e delle sue opere: raccolse i più importanti discorsi del Cavour e del Bismarck; presentò memorie lodatissime all'Accademia dei Lincei, alla quale era iscritto, come ad altre accademia ed istituti scientifici e letterari; tradusse ed illustrò le Orazioni di Demostene.
      Il Consiglio di stato, quando fu collocato a riposo pel limite dell'età, gli rese onore in adunanza generale; nella quale il presidente gli annunciò, che da Sua Maestà il Re era stato insignito del gran cordone mauriziano, a compenso dei servizi resi alla pubblica Amministrazione. Ed al Consiglio dell'Ordine mauriziano ed alla Giunta poi appartenne. Era del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Fu reputato degno della croce di cavaliere dell'Ordine civile di Savoia.
      Il Senato gli renderà gli onori estremi, circondandone lagrimosamente la salma, e dando allo spirito dell'amato collega l'ultimo addio. (Approvazioni).
      Avverto il Senato che il trasporto della salma è fissato per martedì 27 giugno alle 8.30.
      La Presidenza interverrà al trasporto, ed io invito i signori senatori a voler dar prova del loro affettuoso ricordo al collega estinto, intervenendo nel maggior numero possibile.
      TOMMASINI. domando di parlare.
      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
      TOMMASINI. Dopo la eloquente e commossa parola del nostro Presidente io mi attento ancora di parlare come collega ed amico dell’estinto, che noi tutti abbiamo presente, vivo, incancellabile nella memoria.
      L’ebbi già collega all’Accademia dei Lince; ne ammirai sempre la dirittura dell’animo, l’amore sconfinato per l’Italia, per le sue nuove istituzioni, la gentilezza dell’animo, la cultura squisita che gli fecero idealeggiare le forme elette dell’arte.
      Per lunghi anni membro della Camera elettiva sentì che gli esempi dei grandi oratori dell’Ellade non sarebbero stati sprone superfluo all’eloquenza civile d’Italia, e si rese diffusore delle orazioni di Demostene.
      Con intento di ammiratore seguì le vicende del risorgere della patria, e venerò memoria di Cavour: colla stessa attenzione seguì le vicende che compierono l’unità germanica costituita sotto l’impulso saldo, forte, potentissimo di Bismarck; e appaiò i due grandi uomini di Stato, pur sentendone la loro intrinseca differenza, dovuta alla diversa condizione storica e geniale dei due uomini e dei due paesi.
      Fu dominato dall'estetica efficacia del Leopardi e rese il più gran servizio alla memoria del grande scrittore, preparandone la illustrazione migliore e più piena, mettendone cioè davanti al pubblico quegli appunti che egli aveva raccolti non destinandoli alla pubblicità, come fondamento delle scritture mirabili che tutta l'Italia considera e ammira come modello di stile.
      La estimazioni del Leopardi, per quella pubblicazione dal Mariotti specialmente promossa, crebbe grandemente perché da pochi supponevasi nel posta recanatese tanta preparazione e tanto studio nella scelta degli elementi di cui intesseva poi i suoi mirabili scritti. Demostene, Dante, Leopardi, Machiavelli, Galileo furono gli spiriti magni con cui si piacque di conversare, traendo specialmente da essi i propositi che trattava, animato dallo stesso sentimento del bello, vivificato dall'amore che egli naturalmente metteva in ogni cosa atta ad illustrare, le sublimi altezze dell'arte, che degnamente vagheggiava.
      Noi tutti sappiamo con quanta competenza, con quanta lealtà, con quanta fede egli ha prestata l'opera sua ai consessi legislativi cui appartenne, e alla patria; noi tutti vedevamo ogni giorno con quanto amore egli soprintendeva alla segreteria e alla biblioteca del Senato, come prima aveva fatto in offici consimili alla Camera elettiva. Alle biblioteche sopratutto egli consacrò costanti, utilissime cure, bramoso che queste non paressero istituzioni destinate a far incetta di libri sottratti all'uso; ma vedeva piuttosto in esse la fonte, l'indizio, l'ausilio continuo della cultura nazionale. Non c'era giorno ch’egli non passasse più ore nella nostra biblioteca, studiando il modo di renderla meglio servibile. Non c’era cura che egli lasciasse perché le biblioteche si inducessero a dare il maggior frutto possibile, compilando cataloghi, distinguendo i cataloghi stessi in tali forme e maniere, che ognuno potesse, con la maggiore prontezza, avere cognizione dei tesori ivi raccolti.
      Ora egli è scomparso, subitamente, alla vita quando il pensiero di noi tutti lo desiderava ancora per lunghi anni compagno e collaboratore.
      E se a questa rapida, tristissima scomparsa noi dobbiamo inchinarci come ai decreti della Provvidenza, non possiamo però trattenerci dal mandare un saluto affettuoso alla sua cara memoria, augurando che l'opera sua sia universalmente ricordata, come non sarà di certo dimenticata da tutti coloro che ne sentirono il vantaggio, che ne pregiarono l'animo alto, la dolcezza dei suoi modi, l'amore col quale seppe comprendere e lenire i dolori che gli cadevano sott’occhio.
      Mi associo pertanto alla proposta che la sua memoria venga degnamente onorata dal concorso dei Senato ai suoi funerali e prego che al sindaco di Apiro, credo suo luogo di nascita, sia fatta nota la compartecipazione del Senato al lutto che, senza dubbio, provano i suoi conterranei come coloro che ebbero con lui maggiore occasione di apprezzarne la bontà dell'animo ed i grandi servizi da lui resi senza ostentazione alla patria. (Approvazioni vivissime).
      DINI. Chiedo di parlare.
      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
      DINI. Permetta il Senato che anche io mandi una parola di rimpianto alla memoria dell'amato collega, che io ebbi la ventura di avere compagno di lavoro ed amico così alla Camera e al Senato per ben trenta anni.
      Così (come tutti voi, o almeno come la maggior parte di voi) ebbi agio di conoscere, le nobili qualità del suo animo e del suo cuore, e bene a ragione ora ne rimpiango la perdita.
      Ultimamente l'ebbi collega nel Consiglio superiore della pubblica istruzione, come rappresentante del Senato, chiamato da voi all'alto onore di rappresentarvi in quel consesso circa due anni or sono. Egli ne fu felice, e come altrove, anche nel Consiglio superiore, egli ne fu felice, e come altrove, anche nel Consiglio superiore, egli portò tutto intero l’animo suo tutta la sua intelligenza, la sua operosa attività. Egli cercò sempre di attendere con cura ai lavori del Consiglio e non son più di quattro o cinque giorni che egli riferì sopra alcune cose là vicino a me, portandovi tutta la cura che egli soleva dedicare alle cose del Consiglio.
      Sento quindi in me la commozione più grande e mando alla memoria di lui un mesto e reverente saluto.
      FINOCCHIARO-APRILE. ministro di grazia, giustizia e dei culti. Domando di parlare.
      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
      FINOCCHIARO-APRILE. ministro di grazia, giustizia e dei culti. In nome del Governo, mi associo alla commemorazione di Filippo Mariotti, fatta con così degne e commoventi parole dal Presidente del Senato e dagli onorevoli Tommasini e Dini. che hanno opportunamente segnalato l'opera sua di cittadino e di patriota, i suoi numerosi lavori, lo zelo che egli pose in tutti gli uffici ai quali fu chiamato, il sentimento del dovere che lo ispirò in tutta la sua vita.
      Alle sue pubblicazioni, e fra esse alla volgarizzazione delle opere di Demostene, alla raccolta dei manoscritti leopardiani, ai lavori su Dante e sulla libertà dell'insegnamento, rimane legato il suo nome, contributo notevole del suo nobile ingegno e dei suoi studi per la cultura nazionale.
      Come uomo politico ed amministratore, egli dedicò tutto se stesso ai pubblici interessi con fede costante nelle più alte idealità.
      Alla Camera dei deputati, al Senato al Consiglio di Stato l'opera sua coscienziosa e illuminata non sarà dimenticata. Collaboratore di Michele Coppino e Paolo Boselli come sottosegretario di Stato nel Ministero della pubblica istruzione, egli cooperò alla preparazione di importanti riforme.
      La sua rettitudine, la sua operosità, la sua modestia, gli meritarono la stima e l'affetto anche degli avversari.
      Mando quindi anch'io alla memoria di Filippo Mariotti un saluto riverente. Il paese, che sa rendere giustizia ai suoi figli benemeriti, lo ricorderà col più vivo rimpianto. (Approvazioni).
      BLASERNA. Domando di parlare.
      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
      BLASERNA. Come ha detto già l’onorevole nostro Presidente, Filippo Mariotti apparteneva anche all’Accademia dei lincei.
      Io conobbi il Mariotti come uno degli amici del compianto Quintino Sella ed egli era uno di quelli che il Sella interrogava più volentieri sopra le più importanti questioni: fu per opera di Quintino Sella che fu portato all’Accademia del lincei ed erano quindi molti anni che egli ci apparteneva.
      Ora l’Accademia ha chiuso i suoi lavori e non potrei commemorarlo, come lo merita, dal banco presidenziale; ma tengo a mandargli da questo posto un estremo saluto a nome della mia antica amicizia ed a nome dell’Accademia stessa.
      Egli, si può dirlo senza esagerazione, ha riempito bene la sua vita. Lascia una ricca eredità di lavori che illustreranno sempre il suo nome. Pace alla sua salma. (Bene).
      GESSI. Domando di parlare.
      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
      GESSI. Amico da lunghi anni di Filippo Mariotti, permetta il Senato che anche io ne lamenti e deplori la perdita, perdita repentina, quasi subitanea, perché son pochi giorni che noi abbiamo veduto l’amato collega accudire al suo ufficio con la stessa solerzia nell’altro ramo del Parlamento a Montecitorio. Egli compiva sempre le mansioni che gli erano deferite con intelligenza ed alacrità.
      Il suo spirito aleggerà per molti anni ancora nelle Aule parlamentari, e la sua memoria desideratissima rimarrà per molto tempo ancora nell’animo di tutti coloro che l’ebbero collega carissimo. (Approvazioni).

      Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 25 giugno 1911.


Attività 1380_Mariotti_Filippo_IndiciAP.pdf