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Senato della Repubblica
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LANZILLI Tommaso Antonio Maria

  
  


    .:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:05/25/1801
Luogo di nascita:AVELLINO
Data del decesso:23/02/1878
Luogo di decesso:AVELLINO
Padre:Luigi
Madre:DE LUCA Rachela
Nobile al momento della nomina:No
Nobile ereditarioNo
Coniuge:MONTUORI Adelaide
Professione:Magistrato
Carriera giovanile / cariche minori:
Carriera:Consigliere della suprema Corte di giustizia di Napoli (17 settembre 1860), poi Corte di cassazione di Napoli (aprile 1862)
Primo presidente della Corte di cassazione di Palermo (1° febbraio 1863-1° settembre 1869. Data del collocamento a riposo)
Cariche amministrative:Decurione di Avellino (3 febbraio 1840)
Cariche e titoli: Membro della Società siciliana per la storia patria

    .:: Nomina a senatore ::.

Nomina:03/13/1864
Categoria:08 I primi Presidenti e Presidenti del Magistrato di Cassazione e della Camera dei conti
Relatore:Luigi Cibrario
Convalida:20/05/1864
Giuramento:20/05/1864



    .:: Governo ::.

Altri Stati:Ministro di grazia e giustizia (Regno delle Due Sicilie) (20 luglio-[7 settembre] 1860)

    .:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti Parlamentari - Commemorazione
      Sebastiano Tecchio, Presidente

      Prego i signori senatori a ripigliare il loro posto per udire le meste letture delle quali son debitore all'Assemblea.
      Signori, [...] nell’intervallo di circa un mese, tra la prima e la seconda sessione della presente legislatura, scesero nel sepolcro cinque senatori: [...] la vita e i meriti di ciascheduno di codesti nostri colleghi vengo oggi a commemorarvi per sommi capi, come vuole la consuetudine, come comporta il dolore. [...]
      Anton Maria Lanzilli è nato in Avellino il 25 maggio 1801.
      Non era di nobile famiglia, né agiata: ché anzi i suoi genitori, sprovveduti di ogni bene della fortuna, non aveano di che allevare agli studi i sei fanciulli, onore del talamo. Ma Anton Maria Lanzilli (alla pari che il più anziano fratel suo Gian Francesco), se non poté aver buoni maestri, cercò buoni libri; e in questi ficcò gli occhi e lo spirito, con tanta voglia di addestrarsi e alle lettere e alle scienze sociali e a quelle sopra tutto del giure, che non tardò ad attingere la sua meta; talché, tuttavia giovanissimo, i conterranei lo salutavano come uomo colto, erudito, dottissimo nelle leggi; e la Società economica del Principato ulteriore, nel settembre del 1824, gli spediva il diploma di socio.
      Erano stati sì magri i proventi del padre suo nella professione forense, che ad Anton Maria non bastò l'animo d'impancarsi tra gli avvocati. Si diede all'Ordine giudiziale; e giunse, in poco più che vent'anni, al massimo dei gradi nei magistrati.
      Nel gennaio 1842, Giudice del Tribunale Civile di Calabria Ultra II. Nel dicembre 1843, Giudice criminale, facente funzioni di procuratore generale; e nel febbraio 1845, sostituto procuratore generale a Girgenti. Nel febbraio 1848, sostituto procuratore generale, e nel marzo dell’anno stesso procuratore generale, a Salerno. Nell’ottobre 1857, procuratore generale a Napoli.
      Quando il Garibaldi trionfava nella Sicilia, Francesco II con Decreto del 1° luglio 1860 richiamò in vigore per tutto il Reame la Costituzione del 48. Nel giorno 11 di quel medesimo luglio, Anton Maria Lanzilli fu assunto a procuratore generale della Gran Corte criminale di Napoli, cogli onori di consigliere della Corte suprema di giustizia: e tosto poi, nel giorno 20, ministro di Grazia e Giustizia.
      Della Circolare 25 luglio ch’egli, il nuovo Guardasigilli indirizzò ai magistrati, non tornerebbe per avventura inopportuno, neanche adesso, il tratto che riferisco: “Tutta dalla capacità e dalla rettitudine degli ufficiali pubblici dipende la riuscita del nuovo reggimento; massime nel concetto della porzione maggiore del popolo; la quale non legge Codici, non entra in accademie, non si briga di astrazioni e di principî, e governasi con la impressione di ciò che vede, di ciò che ode, di ciò che tocca”.
      Ma i giorni della dinastia borbonica nel Reame erano omai contati.
      Il mattino del 7 settembre, la magnifica Napoli inalbera la bandiera sulla quale sta scritto di pugno del Garibaldi, tutt’intero il programma dell’epoca: Italia e Vittorio Emanuele.
      I ministri di Re Ferdinando avevano da qualche dì resignati i portafogli. Garibaldi dittatore pone il Dipartimento di grazia e giustizia nelle mani di Giuseppe Pisanelli. Il Lanzilli, ai 17 di quello stesso settembre, è fatto consigliere della Suprema corte di giustizia di Napoli; nell’aprile del 62, consigliere della Corte di cassazione, nuovamente insediata a Napoli; e nel gennaio 63, primo presidente della Corte di cassazione della Sicilia.
      Recandovi la lista delle cariche a lui via via confidate, credo, o signori, di avervi tessuto l’elogio della sua vita ufficiale. Perocchè sia manifesto che niuno (specialmente, se di umile condizione) potesse correre sì rapidamente tra i sacerdoti della Giustizia, e arrivare alla cima del tempio, postochè non avesse meritato la fiducia di tutti, e vuoi per l’acutezza dell’ingegno, e per lo splendore della dottrina, e per la inflessibile santità del carattere.
      Né sarebbe da sospettare che, nell’êra borbonica, e i si fosse guadagnati affetti o favori a prezzo di abiette sottomissioni. Ei non chinava mai ad altro imperio, se non a quello della legge: dai soprusi aborrente: di codarde ubbidienze onninamente incapace. Così vero, che, mentre insaniva la reazione suscitata dal 15 maggio del 48, il Lanzilli, appunto perché alle ire della polizia non teneva bordone, e ai perseguiti da quella sapea guarentire i diritti della difesa, fu repentemente tramutato da procuratore generale di Salerno alle lontane Calabrie, interciusagli qualsiasi cura delle cose penali.
      Il Governo del Re d’Italia si tenne in pregio di ampiamente rimeritare l’ottimo magistrato. Ho già detto, che nel gennaio 63, Antoni Maria Lanzilli è pervenuto alla sommità della gerarchia giudiziale, come primo presidente della Corte di cassazione della Sicilia.
      Dodici mesi appresso, entrò senatore. E alla nostra Assemblea fu relatore di due disegni legge, e a quando a quando espose i suoi concetti su diverse materie; tra altro, sulla riforma della legge notarile; e su quella dell’amministrazione e della contabilità dello Stato; e sul Codice penale militare marittimo.
      Frattanto le aure native lo richiamavano alla cheta Avellino; ond’egli, dato l’addio al supremo grado della Sicula magistratura, chiese, ed ottenne pel Real Decreto del 21 luglio 69, il collocamento a riposo. Beato lui, che negli ozi senili gli vennero allato le dolci reminiscenze dei classici studi, tanto graditi nella sua giovinezza.
      Ei fu propriamente uno specchio di gentilezza d’animo, e di carità.
      Andava per l’anno settantasettesimo quando la morte lo tolse al desiderio dei colleghi, allo ossequio dei compaesani.

      Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 15 Maggio 1878.

Note:Secondo altra fonte risulta nato a Benevento. In realtà il senatore nacque a Benevento (dove i genitori erano di passaggio). I genitori fecero subito iscrivere l'atto di nascita ad Avellino. Questo è anche il motivo per cui su quasi tutte le fonti si trova Avellino.

Attività 1253_Lanzilli_IndiciAP.pdf