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Senato della Repubblica
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BENINTENDI Livio

  
  


    .:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:12/13/1814
Luogo di nascita:MANTOVA
Data del decesso:03/07/1896
Luogo di decesso:TORINO
Padre:Carlo
Madre:SANTIS Lucia, contessa
Nobile al momento della nomina:Si
Nobile ereditarioSi
Titoli nobiliariConte
Coniuge:TAVOLA Teresa
Luogo di residenza:TORINO
Indirizzo:Via Belvedere, 2
Professione:Possidente
Cariche amministrative:Consigliere comunale di Torino (1861-1894)
Consigliere provinciale di Torino (1868-1883)
Cariche e titoli:

    .:: Nomina a senatore ::.

Nomina:11/16/1862
Categoria:21 Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria
Relatore:Giovanni Martinengo di Villagana
Convalida:19/11/1862
Giuramento:19/11/1862

    .:: Onorificenze ::.

Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia

    .:: Camera dei deputati ::.

Legislatura
Collegio
Data elezione
Gruppo
Annotazioni
V
Torriglia
8-12- 1853
Centro-sinistra
VI
Torriglia
15-11-1857*
Centro-sinistra
Ballottaggio il 18 novembre 1857. Annullamento dell'elezione il 4 giugno 1858. Rieletto l'11 luglio 1858


    .:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti Parlamentari - Commemorazione
    Domenico Farini, Presidente

    Signori Senatori!
    Il conte Livio Benintendi, del quale vi annuncio la morte, avvenuta stamani all'ora quinta in Torino, fu un ragguardevole cittadino, un antico patriota.
    Nato a Mantova il 13 dicembre 1814, si cimentò nelle congiure che miravano all'acquisto dell'indipendenza, all'unione della Penisola in un solo libero Stato. La Giovine Italia, la Legione italiana ne ebbero il nome: fu la sua casa centro e convegno delle segrete fratellanze.
    Nella singolare riscossa onde il marzo 1848 mandò sossopra Governi reputati fortissimi, e per la quale i numerosi battaglioni deposero le armi davanti alla folla anche inerme, Mantova pur essa tumultuò. E la congregazione municipale, a sedare gli animi, chiamò intorno a sé in un ad altri maggiorenti il nostro, per costituire un Comitato provvisorio, che se avesse osato, per lo sgomento del presidio, avrebbe forse occupato il potente baluardo.
    Rifugiato a Torino, il Benintendi ammaestrato dalla dura esperienza, intese quali fossero i mezzi da usare, quale via condurrebbe al riscatto: appartenne al novero dei fuorusciti cospicui, che vi rappresentarono il cuore ed il proposito irremovibile delle provincie tornate in soggezione straniera, ed ebbero fede inconcussa nella dinastia di Savoia. Costituito in alta condizione di fortuna, la sua casa ospitale si aprì ad uomini di diverse provincie, li accostò; giovò a dissipare la nebbia dei pregiudizi, le antipatie preconcette; congiunse gli animi, temperò le opinioni. Esuli e cittadini, accomunando in un medesimo affetto, egli misurò i soccorsi alla nativa bontà, alla larghezza del patrimonio avito.
    Per la quinta e sesta legislatura rappresentante del collegio di Torriglia nel Parlamento subalpino, favorì a tutt'uomo l'indirizzo liberale del fatidico decennio per cui la nazione risorse. Entrato in quest'Assemblea il 16 novembre 1862, ne seguì con diligenza le discussioni finché la residenza vicina, la buona età, e la salute valida glielo permisero.
    In Torino, diventata dappoi il 1848 e rimasta sempre sua dimora dilettissima, si adoperò finchè visse con ogni zelo nelle maggiori aziende pubbliche; alle quali conferì molto credito che attorno al suo nome avevano raccolto la lunga esperienza e la vita intemerata. Là, nei consigli del comune e della provincia, nell'amministrare il grande istituto dell'Opera pia di San Paolo; là nel dedicarsi tutto al pubblico bene, l'uomo specchiato serbò ognora rara unità e coerenza di intenti che lo resero venerato sino alla fine del lungo corso di sua vita mortale.
    In memoria della quale, e per renderle in nome vostro onore, pronunciate queste parole, a me, che nella mia giovinezza sovratutto ne fui peculiarmente edificato, sia conceduto di porre termine porgendo all'estinto un duplice tributo di amicizia e di dolore
    (Benissimo, approvazioni).
    COSTA, ministro di grazia e giustizia. Domando la parola.
    PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
    COSTA, ministro di grazia e giustizia. Il Governo si associa alle nobilissime parole di affetto, dette dal nostro presidente, in memoria del senatore Benintendi, inimitabile esempio di un uomo che volle e potè consacrare tutta la sua vita, tutta la sua attività al benessere della patria (Bene).

    Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 21 marzo 1900.

Note:Secondo altra fonte risulta nato il 17 dicembre 1814.
Secondo altra fonte risulta nato nel 1820.
Partecipò ai moti del 1848.


Attività 0193_Benintendi_IndiciAP.pdf