Legislatura 16ª - 11ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 267 del 06/12/2011

 

LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE    (11ª) 

 

MARTEDÌ 6 DICEMBRE 2011

267ª Seduta 

 

Presidenza del Presidente

GIULIANO 

 

            Intervengono il ministro del lavoro e delle politiche sociali Fornero e il vice ministro allo stesso Dicastero Martone.             

 

 

            La seduta inizia alle ore 15,20.

 

           

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI  

 

     Il presidente GIULIANO comunica che, ai sensi dell'articolo 33, comma 4, del Regolamento, sono state chieste l'attivazione dell'impianto audiovisivo anche sul canale satellitare e sulla web-TV, nonché la trasmissione radiofonica, e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.

 

            Poiché non vi sono osservazioni, tali forme di pubblicità sono dunque adottate per il prosieguo dei lavori.

 

         Il presidente GIULIANO avverte che la pubblicità della seduta sarà inoltre assicurata attraverso la resocontazione stenografica.

 

            La Commissione prende atto.

           

 

PROCEDURE INFORMATIVE 

Comunicazioni del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sugli indirizzi generali della politica del suo Dicastero   

 

     Nel porgere un cordiale benvenuto al ministro Fornero e al vice ministro Martone e nel ringraziare calorosamente il Ministro per la tempestività con la quale interviene ad illustrare le linee politiche del Dicastero, il PRESIDENTE rievoca brevemente i provvedimenti all'ordine del giorno della Commissione e le tematiche sulle quali sono in corso indagini conoscitive. Cede quindi la parola al Ministro per la sua esposizione.

 

            Il ministro FORNERO, espresso l'auspicio che l'odierna seduta rappresenti solo la prima occasione d'incontro con la Commissione lavoro, evidenzia che nella competenza del suo Dicastero ricadono questioni di grande rilievo e delicatezza. La ragione per la quale in questa prima fase si è concentrata essenzialmente sul capitolo previdenziale rappresenta esclusivamente un riflesso delle vicende economico-finanziarie, che sono d'altro canto all'origine della nascita stessa del governo Monti e che hanno imposto di agire innanzitutto sulla spesa, posponendo ogni intervento relativo alla regolazione del mercato del lavoro. Il tema del mercato del lavoro e quello degli ammortizzatori sociali sono tuttavia necessariamente complementari alla materia pensionistica. In assenza di un miglior funzionamento del mercato del lavoro, la riforma del sistema previdenziale adottata dal governo Monti è destinata a funzionare unicamente sul piano finanziario, ma si incorrerà in un problema di adeguatezza delle prestazioni e di impoverimento relativo dell'intero sistema Italia. L'impegno di tutti è dunque finalizzato al funzionamento equilibrato del mercato del lavoro, al fine di renderlo sempre più inclusivo. Naturalmente andranno complessivamente ridisegnati anche i meccanismi degli ammortizzatori sociali, in modo che nessuno resti escluso.

            La riforma previdenziale contenuta nel provvedimento di urgenza cosiddetto "Salva Italia " presenta caratteristiche di equità, anzitutto tra le generazioni, e, all'interno delle generazioni, di sostenibilità nel lungo termine e razionalizza l'intero sistema previdenziale. Negli ultimi anni la normativa pensionistica ha subito varie modifiche, sempre sotto la spinta dell'emergenza, sovente tuttavia reciprocamente incoerenti. L'esposizione odierna si concentrerà sulle caratteristiche della riforma, prescindendo dunque dal tema della deindicizzazione. La condizione che ha portato all'adozione del decreto-legge è rappresentata dall'emergenza, interna ed esterna; di qui la scelta dolorosa di ridurre l'indicizzazione delle pensioni, limitandola solo alle pensioni di importo due volte superiore al minimo. Ciò non rappresenta tuttavia il frutto della riforma, bensì il risultato del vincolo alla base del provvedimento d'urgenza.

            La riforma ha connotati di grande severità e realizza cambiamenti rilevanti. Nell'immediato, dal primo gennaio 2012 si passerà al metodo contributivo pro rata di calcolo delle pensioni. Si introduce inoltre una caratteristica che sarà fondamentale nel mercato del lavoro, vale a dire la flessibilità nel pensionamento. Il sistema è finanziariamente in equilibrio ed è compatibile con la solidarietà nei confronti dei soggetti svantaggiati, senza tuttavia creare privilegi; privilegi che sono invece impliciti nel sistema di calcolo delle pensioni con il metodo retributivo, che finisce con il dare di più a chi ha di più. Non potendosi tuttavia passare dall'oggi al domani ad un sistema completamente contributivo, si propone da subito e per tutti un sistema misto. Era intenzione del Governo dare un segnale chiaro in favore dell'aumento dell'età media di pensionamento, atteso che oggi taluni lavoratori escono dal mercato a soli 56, 57 o 58 anni. Con il metodo contributivo a regime le pensioni di anzianità spariranno. L'innalzamento dell'età con la convergenza verso il sistema contributivo riguarderà soprattutto le lavoratrici del settore privato, per le quali l'età di accesso alla pensione è oggi più bassa rispetto alle lavoratrici pubbliche e agli uomini. A fini di trasparenza, le cosiddette "finestre" verranno inglobate nei requisiti. L'età minima di pensionamento per le donne sarà dunque di 62 anni, con una fascia di flessibilità dai 62 ai 70 anni. Entro il 2018 le lavoratrici private convergeranno sull'età degli uomini e delle lavoratrici pubbliche (65-66 anni). Alle pensioni di anzianità oggi si accede con il meccanismo delle quote ed un'anzianità contributiva di 40 anni, cui va aggiunta la cosiddetta "finestra". Il decreto legge fa scomparire le quote: la pensione di anzianità si consegue dunque unicamente con l'anzianità contributiva.  In caso di età inferiore all'età minima della donna (62 anni) si avrà una penale di due punti percentuali per ogni anno di anticipo. L'impatto della manovra è dunque chiaramente abbastanza severo. Con il metodo contributivo, la flessibilità in uscita si attesterà tra i 63 ed i 70 anni, indicizzati per l'anno. Nel provvedimento si riscontrano inoltre misure di equità all'interno del sistema pensionistico pubblico. I fondi speciali sono chiamati alla solidarietà. Si è previsto un aumento dei contributi - peraltro in misura tollerabile - per i lavoratori autonomi. E' stato chiesto alle casse previdenziali di adottare misure di equilibrio finanziario, in mancanza delle quali si passa al metodo contributivo. Il principio di base è che la pensione di ciascuno dipende dal suo stesso lavoro: un maggior numero di anni di lavoro implica maggiori contribuzioni e, al momento della pensione, un'aspettativa di vita inferiore. Sono queste le ragioni per le quali si premia inoltre la permanenza nel lavoro.

 

         Il presidente GIULIANO ringrazia il Ministro per l'ampia esposizione e le chiede se non ritenga di aggiungere qualche considerazione con riferimento al mercato del lavoro.

 

Il ministro FORNERO, riprendendo brevemente la parola, sottolinea la stretta connessione esistente tra mercato del lavoro e crescita, ribadendo di essere stata costretta, unicamente per motivi di necessità, a concentrarsi interamente sulla materia pensionistica. In un momento successivo, allorché si potrà affrontare anche la questione del mercato del lavoro, ritiene che la direzione da percorrere sarà quella della flexsecurity, con garanzia di protezione dei lavoratori ad un trattamento adeguato. Si dichiara fin d'ora disponibile ad un successivo confronto anche su queste questioni.

 

Sulle comunicazioni del Governo si apre il dibattito.

 

Il senatore ICHINO (PD) conviene sulla direzione in cui muove la riforma esposta dal ministro Fornero, considerandola necessaria a fronteggiare la situazione attuale. Nel sottolineare che l'intervento del Governo si colloca in una situazione in cui il mercato del lavoro è privo di strumenti di outplacement ed in cui è diffusa la cultura dell'incollocabilità di alcune categorie di lavoratori in relazione alla loro fascia di età, ed in attesa di una riforma del mercato stesso che superi un'impostazione tutta italiana, chiede al Ministro quali disposizioni transitorie siano finalizzate a risolvere alcune situazioni di criticità, in particolar modo quelle relative ai lavoratori in mobilità il cui trattamento scada in un momento in cui la riforma non viene ancora applicata, ma essi abbiano già maturato i requisiti in base alla normativa precedente, ai lavoratori che hanno stipulato con l'INPS un contratto di riscatto di contributi sulla base della vecchia disciplina, nonché ai lavoratori del settore bancario, che fruiscono del Fondo di solidarietà.

 

Il senatore MAZZATORTA (LNP) esprime il dissenso della Lega Nord nei confronti di una riforma che considera iniqua, lamentando che la crisi sia diventata un mezzo di legittimazione di scelte economiche e politiche brutali. Nel citare un'intervista radiofonica del Ministro, nella quale aveva dichiarato che  la riforma si riferisce al futuro e non al passato, afferma che il decreto smentisce tale affermazione e sottolinea che con esso si colpiscono le pensioni di anzianità, concentrate prevalentemente nel Nord Italia, lasciando intatte quelle di invalidità, collocabili per il 65 per cento al Sud.

 

Il senatore TREU (PD) esprime personale apprezzamento rispetto all'ordine di priorità dell'intervento governativo: una priorità temporale che riguarda  la riforma del sistema previdenziale e una priorità politica assegnata al tema del lavoro.  Ricorda che la Commissione nei propri lavori ha dedicato specifica attenzione alla questione degli ammortizzatori sociali ed accoglie favorevolmente l'accento dato agli interventi a sostegno dell'occupazione - che rappresentano, a suo parere, la vera politica del lavoro - soprattutto delle donne e dei giovani.  Chiede quindi delucidazioni in merito all'incentivazione dell'occupazione attraverso l'IRAP. Ritenendo coerente l'impostazione della riforma con il sistema europeo e plaudendo alla decisione di non operare una nuova riforma, ma di partire dalla messa a regime del sistema contributivo, domanda come si possano eliminare velocemente una serie di distorsioni e privilegi esistenti nel sistema italiano, con specifico riferimento alle casse previdenziali ed alla classe politica. Nel sottolineare  la necessità di un superamento rapido delle pensioni di anzianità,  registra nell'intervento operato dal Governo due punti di sofferenza nelle misure che riguardano le pensioni più basse e nell'eccessiva celerità dell'entrata a regime di una riforma epocale, che potrebbe comportare problemi per alcune categorie di lavoratori, ed innanzitutto per quelli precoci. Si sofferma infine sul problema della sostenibilità, con particolare riferimento alla previdenza complementare.

 

Il senatore SCARABOSIO (PdL) condivide l'impianto della riforma, auspicando, però, una riflessione sui trattamenti di reversibilità e sui cosiddetti baby pensionati, nonché sulla situazione patrimoniale delle Casse previdenziali.

 

Il senatore CASTRO (PdL) nell'enunciare la piena e leale collaborazione della sua parte e nell'evidenziare la severità ed il rigore dell'intervento governativo, ne considera necessaria l'integrazione con interventi relativi all'outplacement, alla previdenza complementare e alla riforma degli ammortizzatori sociali. Esprime poi  perplessità in merito al concetto di reddito minimo garantito. Chiede infine quale sia la posizione del Governo in relazione ai disegni di legge sul diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali (atti Senato 1473 e 1409), attualmente all'esame delle Commissioni riunite 1a e 11a. Quanto al concetto di flessibilità, sottolinea la necessità di un bilanciamento  tra insider ed outsider nel mercato del lavoro.

 

Il senatore VIESPOLI (CN-Io Sud-FS), nel sottolineare l'ineludibilità delle questioni afferenti al mercato del lavoro, in tutte le sue declinazioni, sottolinea l'iniquità dell'intervento governativo in relazione alla mancata indicizzazione delle pensioni e ai lavoratori in mobilità da accompagnare alla pensione. Nel domandare delucidazioni in merito all'impatto dell'intervento previdenziale su questa categoria di lavoratori,  si interroga sul perché non si sia ritenuto di continuare nel riallineamento contributivo delle diverse tipologie lavorative, determinandosi così una ulteriore penalizzazione del lavoro atipico. Ricorda, inoltre, che il 31 dicembre scadono le Casse integrazioni in deroga, sollecitando al riguardo una presa di posizione del Ministro.

 

In considerazione dell'imminente inizio dei lavori dell'Assemblea, il PRESIDENTE rinvia il seguito dell'audizione e toglie la seduta.

 

 

La seduta termina alle ore 16,30.