Legislatura 16ª - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 43 del 17/12/2008
Azioni disponibili
DIFESA (4ª)
MERCOLEDÌ 17 DICEMBRE 2008
43ª Seduta
Presidenza del Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Cossiga.
La seduta inizia alle ore 14,35.
SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI
Il presidente CANTONI comunica che, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento del Senato, sono state chieste l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione radiofonica e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.
Poiché non vi sono osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori, limitatamente alla procedura informativa all’ordine del giorno.
PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazione
Il sottosegretario COSSIGA risponde all’interrogazione 3-00320, presentata dalle senatrici Negri e Amati, concernente le regole di ingaggio e i caveat previsti per il contingente italiano operante in Afghanistan.
Al riguardo, puntualizza in primo luogo che i contenuti e le indicazioni operative della missione in Afghanistan non hanno subito alcuna modificazione rispetto al quadro già noto al Parlamento.
Posto che le missioni militari all’estero sono parte qualificante della fitta rete di relazioni internazionali in cui è inserita l’Italia, svolgendosi sotto l’egida di organizzazioni internazionali, di coalizioni ad hoc, e in alcuni casi sulla base di accordi bilaterali, rileva come il Governo intenda onorare al meglio gli impegni internazionali sottoscritti. A tale riguardo specifica che dagli impegni di natura politica deriva la pianificazione tecnica, cui è preposto lo Stato Maggiore della Difesa, congiuntamente con gli Stati Maggiori di Forza armata, sulla base del contesto politico di riferimento, delle caratteristiche geografiche e socio-culturali dell’area di intervento e del livello prevedibile di minaccia, il quale può naturalmente cambiare nel tempo, così da rendere necessario un adeguamento, quantitativo e qualitativo, dei mezzi.
Riguardo alle missione in Afghanistan, osserva che, in relazione all’accresciuto livello di rischio e alla luce del maggior impegno operativo della NATO in tutto il territorio afgano, il Governo ritiene opportuno concentrare capacità e risorse operative, finalizzandole a fronteggiare i rischi e le minacce provenienti dall’insorgenza e facilitare, nel contempo, il conseguimento del processo di "afganizzazione" delle istituzioni locali.
Fornisce quindi ragguagli sulla differenza sostanziale che esiste fra regole d’ingaggio e caveat, rilevando che, in generale, le regole d’ingaggio sono norme comportamentali, definite a diverso livello politico e vincolate ai principi dell’ordinamento internazionale, definite altresì in conformità alla vigente legislazione penale, ordinaria e militare, con particolare riferimento ai criteri di necessità e proporzionalità dell’azione. Le regole di ingaggio sono, pertanto, uno strumento procedurale ad uso delle forze operanti sul campo per uniformarne il comportamento di fronte alla necessità di reagire a situazioni che non consentono una consultazione con i livelli superiori. Esse devono disciplinare l’autodifesa e precisare il livello di uso della forza utile a raggiungere lo scopo della missione.
Precisa poi che la codificazione dei comportamenti, elaborata sotto l’egida di organizzazioni internazionali, deve essere altamente riservata, in quanto una conoscenza dettagliata può costituire elemento di pericoloso vantaggio dell’avversario. In sostanza le regole adottate consentono comportamenti sicuri e chiari per l’autodifesa, lasciando ai comandanti la possibilità di utilizzare la forza in modo adeguato alle circostanze. In particolare, l’uso della forza viene applicato di fronte ad una minaccia chiaramente identificata come ostile, ovvero tesa ad impedire ai militari di espletare i propri compiti e di limitarne la libertà di movimento, con una reazione proporzionale all’attacco. È consentito di intervenire attivamente anche nel caso venga messa in pericolo l’incolumità della popolazione civile. Fa quindi presente come qualsivoglia modifica alle regole di ingaggio, a meno che queste non riguardino una missione solo nazionale, debba essere concordata nelle appropriate sedi internazionali.
Si sofferma successivamente sui caveat, i quali costituiscono eccezioni che le singole forze nazionali inseriscono nel quadro delle regole generali adottate per la missione. Nel caso dell’Afghanistan, l’Italia non ha alcuna limitazione all’utilizzo del proprio contingente nelle regioni occidentale, settentrionale e nella capitale, dove il dispiegamento è già autorizzato. Nelle regioni orientale e meridionale, invece, il contingente italiano può essere dislocato solo per operazioni di eccezionale necessità e urgenza, tese alla salvaguardia della vita umana, senza bisogno di alcuna autorizzazione politica, per scelta del comandante della missione. È anche prevista la possibilità che, in queste ultime regioni, il comando ISAF, per specifiche e limitate operazioni, da svolgersi in tempi ben definiti, chieda che vengano dispiegate unità del contingente nazionale. Tale opzione postula l’espressione del consenso delle autorità politiche italiane in un tempo prefissato. Il termine così riservato era di 72 ore, ma, in conseguenza alle richieste degli alleati, il "tempo di risposta" è stato ridotto a sei ore. Ciò non deve, tuttavia, destare preoccupazioni in ordine ad un eventuale nuovo utilizzo del contingente, restando fermo che l’eventuale uso della forza da parte dei militari italiani avviene unicamente in funzione delle circostanze e in misura proporzionale alla situazione, nel rispetto del diritto internazionale, delle norme e degli usi sui conflitti armati, nonché delle leggi e dei regolamenti nazionali, in coerenza con quelli delle forze cooperanti.
Prosegue notando come nella richiamata ottica di rafforzamento della sicurezza si pone l’invio nel teatro afgano di quattro aerei Tornado e del relativo supporto tecnico e di personale. Tale misura, infatti, trae origine dalla necessità di dotarsi di una più adeguata capacità di protezione del contingente e tiene conto delle richieste di collaborazione di Germania e Regno Unito, volte a fornire un adeguato numero di assetti da ricognizione. In merito a tali assetti, sottolinea che: gli aerei verranno messi a disposizione della NATO, in relazione esclusivamente a compiti di intelligence, ricognizione e sorveglianza, e si aggiungeranno agli assetti già presenti per migliorare la sicurezza dei militari italiani e degli altri contingenti; la catena di comando per i velivoli Tornado sarà la medesima di quella in uso per gli assetti aerei già partecipanti alla missione ISAF; l’autorità NATO non avrà facoltà di attribuire ai velivoli compiti diversi da quelli per cui essi sono stati assegnati, in quanto la potestà di cambiare la missione agli assetti nazionali risiede esclusivamente e permanentemente nelle autorità italiane, e specificamente nel Capo di Stato Maggiore della Difesa, in analogia a quanto previsto per gli altri membri della NATO.
Prosegue richiamando le diverse competenze corrispondenti ai livelli di autorità del "comando operativo" e del "controllo operativo". A tale proposito osserva che, per quanto attiene alle operazioni in Afghanistan, il comando operativo delle forze nazionali è esercitato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Comandante in capo delle forze della Difesa, deputato a organizzare le forze in tipologie e volume, assegnare loro la missione ed impiegarle o delegare il loro impiego, per il raggiungimento degli obiettivi. La delega per l’impiego, entro i limiti fissati dall’autorità che detiene il comando operativo (delega del controllo operativo), è riferita all’impiego delle forze esclusivamente per il soddisfacimento della missione assegnata e per quei compiti approvati dal Governo, a cui risalgono le decisioni per eventuali deroghe o impieghi diversi. Il controllo operativo degli assetti nazionali schierati è delegato al comandante ISAF, al quale vengono assegnate di volta in volta, in relazione all’evolversi della situazione, le unità individuate nel quadro degli accordi presi, in tempi da stabilire per svolgere missioni ben definite, mentre al Capo di Stato Maggiore della Difesa, che mantiene il comando operativo delle forze, resta la piena autorità sulle stesse, segnatamente in termini di loro assegnazione alle operazioni. Inoltre, il comandante del contingente italiano assicura l’unitarietà di comando su tutte le forze italiane e ha lo specifico compito di verificare che le forze nazionali siano impiegate nel rispetto del regime di deleghe in atto.
Nel richiamare l’impegno collegialmente preso, al recante vertice di Bucarest, dai Governi dei paesi dell’Alleanza atlantica, per compiere un maggiore sforzo in sostegno alla missione ISAF, conferma l’intendimento dell’Italia di continuare a svolgere nello scenario afgano un ruolo di primo piano, in uno spirito di coesione, continuità e condivisione con gli alleati, nel pieno rispetto della pertinente risoluzione dell’ONU.
Ricorda infine come l’Italia debba il suo prestigio internazionale anche all’impegno dei suoi militari, che con sacrificio, dedizione e determinazione contribuiscono al mantenimento della pace e della stabilità, come è testimoniato del fatto che da Nazioni Unite, Unione europea e NATO, e dall’intera comunità internazionale, è scaturito un convinto e unanime apprezzamento sulla qualità del contributo italiano all’azione multilaterale in sostegno al Governo afgano nel controllo del proprio territorio e per il ristabilimento della sicurezza.
La senatrice NEGRI (PD) si dichiara soddisfatta della risposta del sottosegretario Cossiga, che ha assicurato alla Commissione, dopo le recenti audizioni del ministro La Russa e del generale Camporini, ulteriori, importanti elementi d’informazione. In tal modo si viene opportunamente a completare il quadro di riferimento a disposizione dei commissari per valutare l’attuale configurazione del contributo italiano alla missione ISAF.
In proposito, sottolinea l’importanza che, all’indomani delle dichiarazioni rese dal ministro La Russa in esito al suo recente colloquio a Roma con il generale Petraeus in ordine a nuovi impegni assunti dall’Italia nel quadro della missione ISAF, e nel contesto del logoramento delle condizioni in Afghanistan, sia giunto dal sottosegretario Cossiga un chiarimento circa la reale portata dell’impegno assunto dall’Italia in quel teatro. Ciò consente di dissipare i dubbi determinatisi anche in relazione a talune precedenti dichiarazioni. Con riferimento poi alle prospettive di evoluzione delle missioni ISAF e Enduring Freedom, rileva come, dalle dichiarazioni del Capo di Stato Maggiore della Difesa dello scorso 16 dicembre, oggi ribadite dal sottosegretario Cossiga, sia emerso come i mandati delle due missioni siano destinati a restare distinti, fatta salva la necessità di realizzare meccanismi di maggiore coordinamento fra le stesse.
IN SEDE REFERENTE
(Doc. XXII, n. 7) CASSON ed altri. - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta che indaghi sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato nelle missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, anche sulla base dei dati epidemiologici disponibili, riferiti alle popolazioni civili nei teatri di conflitto e nelle zone adiacenti le basi militari sul territorio nazionale in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni
(Doc. XXII, n. 10) BALBONI ed altri. - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato nelle missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, nonché le popolazioni civili, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di vaccini
(Seguito dell’esame congiunto e rinvio. Adozione di un testo unificato)
Riprende l’esame congiunto dei documenti in titolo, sospeso nella seduta del 29 ottobre scorso.
Il presidente CANTONI ricorda che nella seduta dello scorso 29 ottobre è stata preannunziata da parte del relatore la presentazione di un testo unificato sulla base dei due documenti all’ordine del giorno.
Ricorda inoltre che lo scorso 9 dicembre è stato assegnato alla Commissione il Documento XXII, n. 12, d’iniziativa del senatore Costa, recante "Proposta d’inchiesta parlamentare del Senato sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato nelle missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, nonché le popolazioni civili nei teatri di conflitto e nelle zone adiacenti le basi militari sul territorio nazionale in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e ad eventuali interazioni".
Pur avendo tale Documento oggetto analogo a quello degli altri due, essendo pervenuto alla Commissione dopo la chiusura della discussione generale, non è stato possibile dar luogo al suo inserimento all’ordine del giorno.
Dà quindi la parola al relatore.
Il relatore AMATO (PdL) illustra la proposta di testo unificato da lui predisposta sulla base dei due Documenti in titolo e alla luce delle indicazioni emerse dalla discussione generale, il cui testo è pubblicato in allegato al presente resoconto.
In proposito, si sofferma in primo luogo sull’articolo 1, per la cui formulazione è stato in particolare preso in considerazione, in aggiunta ai capi d’indagine comuni ai due Documenti in esame, il riferimento contenuto nel Doc. XXII, n. 10, all’articolo 1, comma 1, lettere b) e c), alle problematiche relative alla somministrazione dei vaccini. Lo stesso articolo reca inoltre, alle lettere d) ed e), ulteriori capi d’indagine, relativi, rispettivamente, ai danni e rischi derivanti dalla presenza in ambito militare dell’amianto e del gas radon e alla questione dei risarcimenti; ciò, alla luce delle considerazioni da lui svolte nella relazione introduttiva dello scorso 22 ottobre e delle indicazioni emerse in proposito dal successivo dibattito. Ai fini poi dell’articolo 2 del testo unificato, è sembrata preferibile la formulazione dell’articolo 2 del Doc. XXII, n. 10 per ciò che attiene al numero dei componenti dell’istituenda Commissione. Gli articoli 3, 4, 5 e 6, in materia, rispettivamente, di poteri della Commissione, di dotazioni di personale e risorse strumentali, di potestà regolamentare della stessa e di regime di pubblicità dei lavori, corrispondono sostanzialmente agli articoli 3, 4, 5 e 6 del Doc. XXII, n. 7 e del Doc. XXII, n. 10, salvo che per il richiamo, contenuto nel primo di tali Documenti, all’articolo 4, comma 2, al carattere prioritario dell’opera che potrà essere prestata all’istituenda Commissione d’inchiesta da enti pubblici, che ha ritenuto di non inserire, trattandosi di precisazione pleonastica. Si dichiara comunque disponibile a riconsiderare tale scelta in sede di esame degli emendamenti.
Quanto alla durata del mandato della Commissione, si è ritenuto, ai fini della redazione dell’articolo 7 del testo unificato, preferibile il termine biennale di cui all’articolo 7 del Doc. XXII, n. 7 rispetto alla scelta di far coincidere il mandato con la durata della Legislatura adottata per contro dall’articolo 8 del Doc. XXII, n. 10. Ciò, sia al fine di un contenimento della spesa del Senato che di stimolo alla assiduità del lavoro della futura Commissione d’inchiesta.
Infine, all’articolo 8 del testo unificato è stata inserita la quantificazione dell’autorizzazione di spesa per il funzionamento della Commissione - assente invece nell’articolo 8 del Doc. XXII, n. 7 e nell’articolo 7 del Doc. XXII, n. 10 - nella misura di 100.000 euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010, pari quindi all’appostazione di spesa prevista per l’omologa Commissione che ha operato nella scorsa Legislatura ai sensi della deliberazione del Senato dell’11 ottobre 2006.
In conclusione, sottolinea l’opportunità di portare a conclusione il proficuo lavoro avviato dalle Commissioni d’inchiesta sull’uranio impoverito che hanno operato nelle due ultime Legislature, allargando la considerazione anche a possibili fattori eziologici diversi dall’uranio depleto. In tale prospettiva, auspica un’ampia convergenza in sede di votazione del Documento istitutivo della Commissione.
Il senatore PEGORER (PD) dà atto preliminarmente al relatore della qualità del lavoro svolto, dichiarando altresì di condividere il richiamo da lui formulato all’opportunità di un’ampia convergenza in sede di votazione finale.
Prospetta poi l’opportunità di inserire, all’articolo 4, comma 2, lettera b) del testo unificato, un secondo periodo recante la precisazione che, ove la Commissione si avvalga dell’apporto di enti pubblici, questi prestano la propria opera in via prioritaria, e ciò al fine di assicurare le condizioni per una più proficua collaborazione con tali enti.
Ritiene poi opportuno che l’autorizzazione di spesa contemplata dall’articolo 8 del testo unificato sia ridotta per ciascuno degli anni di riferimento della metà, tenuto conto della generale situazione del Paese sul piano finanziario, e anche alla luce del fatto che la Commissione, in caso di necessità, avrebbe la facoltà di chiedere, alla stregua dello stesso articolo, un incremento del 30 per cento dell’assegnazione originaria. Propone inoltre di inserire all’articolo 1 del testo unificato un ulteriore capo d’indagine avente ad oggetto la verifica degli schemi di vaccinazione attualmente adottati per il personale militare e delle relative schede di registrazione.
Con riferimento alle proposte di modifica da lui testé avanzate, preannunzia che presenterà specifici emendamenti.
Il presidente CANTONI rileva come sull’ipotesi prospettata dal senatore Pegorer di un dimezzamento rispetto all’autorizzazione di spesa annuale precedentemente adottata per l’omologa Commissione che ha operato nella XV Legislatura la Commissione debba riflettere con molta attenzione.
Il senatore TORRI (LNP) si associa al richiamo espresso dal senatore Pegorer circa l’opportunità dell’inserimento di un capo d’indagine relativo alla verifica dell’adeguatezza degli schemi vaccinali in uso e dei relativi sistemi di registrazione.
Il senatore RAMPONI (PdL) rileva che la proposta formulata dal senatore Pegorer con riguardo al monitoraggio sulle prassi vaccinali in uso riprenda una specifica indicazione contenuta nella Relazione adottata dalla Commissione d’inchiesta che ha operato nella scorsa Legislatura a conclusione dei suoi lavori (XV Legislatura - Doc. XXII-bis, n. 2). In proposito, preannunzia che presenterà un emendamento volto ad inserire quale ulteriore capo d’indagine la verifica dello stato di attuazione delle indicazioni formulate dalle Commissioni d’inchiesta che hanno operato nel settore in considerazione nelle ultime due Legislature.
Il presidente CANTONI propone di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti al testo unificato predisposto dal relatore in venerdì 16 gennaio 2009.
La Commissione conviene con tali proposte.
Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.
SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
Il senatore SERRA (PD) manifesta disagio per la condizione di difficoltà nella quale frequentemente si viene a trovare a causa della concomitanza fra le sedute della 4a Commissione e quelle della Commissione Antimafia, prospettando l’opportunità di un miglior coordinamento fra gli orari di convocazione delle varie Commissioni.
Il presidente CANTONI, nel prendere atto delle considerazioni del senatore Serra, osserva come l’esigenza da lui rappresentata appaia ben difficile da perseguire, tenuto conto del vincolo, comune a tutte le Commissioni, a non riunirsi in concomitanza con le sedute dell’Assemblea. In tali condizioni, i senatori che intendono partecipare ai lavori delle Commissioni con la necessaria assiduità devono necessariamente scegliere fra impegni concorrenti secondo criteri di priorità.
Il senatore RAMPONI (PdL) osserva che una agevole soluzione del problema prospettato dal senatore Serra sarebbe quella di evitare che un singolo senatore si trovi ad essere componente di più di una Commissione.
La seduta termina alle ore 15,35.
TESTO UNIFICATO PROPOSTO DAL RELATORE PER I DOCUMENTI
XXII, N. 7 E XXII, N. 10
La Commissione
Articolo 1
1. È istituita, a norma dell'articolo 82 della Costituzione, una Commissione parlamentare d'inchiesta, di seguito denominata «Commissione», con il compito di indagare:
sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato nelle missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, anche sulla base dei dati epidemiologici disponibili, riferiti alle popolazioni civili nei teatri di conflitto e nelle zone adiacenti le basi militari sul territorio nazionale in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni;
sulle componenti dei vaccini somministrati al personale militare, indipendentemente dal successivo impiego;
sulle modalità della somministrazione dei vaccini allo stesso personale, nonché sul monitoraggio delle condizioni immunitarie dei soggetti osservati;
sui rischi associati alla presenza di gas radon e di materiali contenenti amianto negli ambienti ove il personale militare è chiamato a prestare servizio;
sull'adeguatezza degli istituti di indennizzo, sia di natura previdenziale che di sostegno al reddito, attualmente previsti dall'ordinamento a favore dei soggetti colpiti da patologie correlate alle situazioni di possibile rischio indicate alle lettere a), b), c) e d).
Articolo 2
1. La Commissione è composta da ventuno senatori, nominati dal Presidente del Senato della Repubblica in proporzione al numero dei componenti i Gruppi parlamentari.
2. Il Presidente del Senato provvede altresì alla nomina, fra i componenti, del Presidente della Commissione.
3. Con gli stessi criteri e la stessa procedura di cui ai commi l e 2 si provvede alle eventuali sostituzioni in caso di dimissioni dalla Commissione o di cessazione del mandato parlamentare.
4. La Commissione elegge, nella prima seduta, due Vice Presidenti e due Segretari.
Articolo 3
1. La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e gli stessi limiti dell'autorità giudiziaria.
2. La Commissione può acquisire copia di atti e documenti relativi a procedimenti o inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organismi inquirenti.
Articolo 4
1. Per l'espletamento delle sue funzioni, la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi idonei disposti dal Presidente del Senato.
2. La Commissione può altresì avvalersi di collaborazioni specializzate, ricorrendo ad esperti ed enti sia privati sia pubblici.
Articolo 5
1. L'attività ed il funzionamento della Commissione sono disciplinati da un regolamento interno approvato dalla Commissione stessa prima dell'inizio dei lavori. Ciascun componente può proporre la modifica delle norme regolamentari.
Articolo 6
1. La Commissione delibera di volta in volta quali sedute o parti di esse possono essere considerate pubbliche e se e quali documenti possono essere pubblicati nel corso dei lavori, anche in relazione ad esigenze attinenti ad altri procedimenti o inchieste in corso.
2. Al di fuori delle ipotesi di cui al comma 1, i membri della Commissione, i funzionari addetti al suo ufficio di segreteria ed ogni altra persona che collabori con la Commissione stessa o che compia o che concorra a compiere atti di inchiesta o ne abbia comunque conoscenza sono obbligati al segreto per tutto ciò che riguarda gli atti medesimi ed i documenti acquisiti.
Articolo 7
1. La Commissione conclude i propri lavori entro due anni dal suo insediamento e presenta al Presidente del Senato una relazione sulle risultanze delle indagini svolte nella quale possono essere indicate proposte di modifica ai trattati internazionali vigenti in materia ed alla legislazione in vigore, anche con riferimento alla individuazione di misure di prevenzione e assistenza adottabili e all'adeguatezza degli istituti di indennizzo, sia di natura previdenziale che di sostegno al reddito.
Articolo 8
1. Le spese per il funzionamento della Commissione sono poste a carico del bilancio interno del Senato della Repubblica. Esse sono stabilite nel limite massimo di 100.000 euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010. Il Presidente del Senato della Repubblica può autorizzare annualmente un aumento delle spese di cui al precedente periodo, comunque in misura non superiore al 30 per cento, a seguito di richiesta formulata dal Presidente della Commissione per motivate esigenze connesse allo svolgimento dell'inchiesta.