Legislatura 16ª - 11ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 39 del 26/11/2008
Azioni disponibili
Replicando agli intervenuti, la relatrice SPADONI URBANI (PdL), ribadite le considerazioni gia avanzate nella fase di illustrazione dei provvedimenti, evidenzia che, diversamente da quanto affermato dall'opposizione, le tematiche del lavoro rappresentano un elemento centrale della manovra economica e che l'esigenza di riforme strutturali, lungi dallo sfuggire alla maggioranza di Governo, non può tuttavia fare astrazione dalla considerazione delle risorse disponibili. La crisi economico-finanziaria in atto era d'altronde imprevedibile allorché il Governo ha adottato il decreto legge n. 112, che pure ha tracciato alcune indicazioni forti, solo in ragione delle quali è oggi possibile mantenere gli impegni a livello europeo. Nessuno, e non certamente il Governo in questasede, può chiedere l'uscita dai parametri di Maastricht; d'altronde è evidente che alcun investitore straniero verrebbe in Italia sapendo che il Paese non è in grado di mantenere i propri impegni. Al contrario, la strategia seguita dall’Esecutivo appare improntata alla massima responsabilità; la manovra di bilancio in esame si muove in una direzione già tracciata con il precedente decreto n. 112 e che verrà rafforzata dagli ulteriori provvedimenti allo studio. Gli interventi adottati dal Governo potranno apparire a taluno paternalistici, ma certamente rappresentano iniziative importanti, finalizzate a sostenere la ripresa dei consumi. Altri interventi sono destinati alle imprese, atteso che il settore non può certo reggere all'infinito attraverso lo strumento degli ammortizzatori sociali. Una ripresa dei consumi è quindi indispensabile, nell’auspicio che l’attuale forte crisi economica venga superata nei tempi più rapidi.
Prende quindi la parola il sottosegretario VIESPOLI, il quale richiama preliminarmente la capacità di distinguere tra confronto politico ed interessi del Paese manifestata da McCain all'indomani della sconfitta elettorale, sottolineando che l'adozione di atteggiamenti analoghi renderebbe un miglior servizio alla politica ed all'Italia e determinerebbe condizioni più consone all'interesse nazionale. Osserva quindi che l'approccio seguito dal Governo nell'aprire il tavolo di confronto con le parti è stato sempre teso a garantire una forte coesione sociale ed istituzionale; l'attuale fase, di straordinaria difficoltà, richiede infatti misure consequenziali. L'azione dell'Esecutivo, attraverso una manovra economica di respiro triennale, è stata particolarmente opportuna, anche come segnale di capacità di assunzione di responsabilità e di complessiva tenuta dei conti pubblici, tenendo conto del pesante fardello rappresentato dal disavanzo ereditato dalle precedenti gestioni. Per determinare condizioni di maggior recupero a favore di salari e stipendi si è preferita la detassazione dei premi di produttività, anche per disegnare un nuovo modello contrattuale ed avvicinare i salari alla media dei Paesi europei. Si tratta di una scelta ora ribadita, tenendo conto anche delle indicazioni delle parti sociali, e su questi aspetti il confronto è ancora aperto. Su questi profili il Governo ha operato con interventi, sia di carattere diretto che indiretto, forse contestabili, ma in ogni caso coerenti rispetto al programma elettorale, a partire dalla – doverosa - abolizione dell'ICI sulla prima casa. Di fronte alla crisi economico-finanziaria che si è determinata, le misure proposte si sono mosse in direzione di uno sblocco degli investimenti e della ricerca di iniziative destinate alle fasce più deboli, come la social card, nonché dell’individuazione di interventi destinati a favorire le famiglie, specie numerose, e le pensioni più basse. Quanto alle imprese, premesso il forte impatto che è destinata ad avere la riduzione dei tempi di pagamento da parte della pubblica Amministrazione, è necessario un confronto in sede europea, al fine di stabilire se le risorse a quel livello erogate possano essere finalizzate al reddito e all’ampliamento delle tutele; ciò che consentirà di affrontare anche il tema degli ammortizzatori sociali in deroga. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, il Sottosegretario ribadisce che la lettura delle disposizioni relative agli ammortizzatori sociali va coordinata con quelle del disegno di legge n. 1167. In questo senso, allo stanziamento di 600 milioni di euro vanno evidentemente aggiunti i fondi derivanti dalle misure disposte in tale ultimo provvedimento, tutte mirate ad ampliare la platea dei soggetti di riferimento. Ovviamente all’Esecutivo non sfugge l'esigenza di una riforma complessiva del sistema degli ammortizzatori sociali, la cui necessità origina forse addirittura dai tempi del Governo D'Alema. E' tuttavia evidente che le disposizioni relative al ricorso in deroga alla Cassa Integrazione rappresentano un segnale che potrà essere riproposto in termini più definiti in sede di revisione organica del settore, e su ciò non mancheranno le future occasioni di confronto, al quale il Governo dichiara fin d'ora la propria piena disponibilità.