Legislatura 16ª - 11ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 39 del 26/11/2008

La senatrice  CARLINO (IdV) esprime un giudizio fortemente critico sui documenti di bilancio, che dimostrano ancora una volta il minimo conto nel quale il Governo tiene le questioni relative al mercato del lavoro. Si sofferma in particolare sui commi da 36 a 38 dell'articolo 2 del disegno di legge finanziaria, dei quali sottolinea l'inserimento durante la discussione in Assemblea alla Camera dei Deputati. In proposito si chiede come mai il Governo non abbia ancora provveduto ad avviare una seria riforma degli ammortizzatori sociali e per quali ragioni anche nel decreto-legge n. 112 non sia stata prevista alcuna misura destinata a sostenere il precariato. Fa quindi osservare che nelle disposizioni in questione si prevede un aumento a favore del Fondo per l'occupazione, mentre nel disegno di legge n. 1167, collegato alla finanziaria, si fa luogo alla soppressione tout court di tutte le norme sulla stabilizzazione dei precari contenute nella legge finanziaria 2007, l'ultima varata dal Governo Prodi. Pur prendendo atto con soddisfazione che l’Esecutivo in carica, secondo quanto risulta dalla stampa, intenderebbe estendere l'indennità di disoccupazione anche ai contratti co.co.pro, ella reputa l'intervento ancora molto vago nei contenuti e di incerto vettore legislativo, di dubbia copertura e di non chiaro  impatto  reale sul precariato. Si riporta quindi ai dati ISTAT sulle forze lavoro recentemente pubblicati, mentre infuriava la tempesta sui mercati finanziari, evidenziando l'esigenza di approfondire le ragioni del forte aumento percentuale (1 punto) della disoccupazione in Italia nell'ultimo anno. Dopo aver ricordato che da mesi si discute degli esuberi Alitalia, dimenticando tuttavia l'esistenza di un milione e settecentomila lavoratori disoccupati in altri settori, sottolinea infine che con il Governo Prodi era stato avviato un discorso di serio recupero della gravissima situazione nella quale oggi versa il Paese, ma che quelle misure adottate a favore delle fasce più deboli sono state sistematicamente azzerate dall'Esecutivo in carica. Ciò dà ragione del suo giudizio negativo sul complesso della manovra.