Legislatura 16ª - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 21 del 22/10/2008

Introduce l'esame congiunto il senatore AMATO (PdL), sottolineando preliminarmente come i Documenti in esame non siano orientati a dar luogo ad una mera riproposizione delle indagini sul ruolo dell'uranio impoverito nell'insorgenza dei casi di morte e gravi malattie registrati fra il personale impegnato nelle missioni militari all'estero, indagini che sono state al centro dell'interesse delle cosiddette Commissioni parlamentari sull'uranio impoverito nelle scorse due Legislature. Le proposte in esame intendono piuttosto allargare l'ambito della futura nuova inchiesta parlamentare ad un più ampio novero di fattori di rischio per la salute. Ciò, proprio sulla scorta delle indicazioni emerse dal lavoro svolto dalle suddette Commissioni parlamentari, e segnatamente da quella che ha operato nella scorsa Legislatura, che pervenne alla conclusione - suffragata dall'intera comunità scientifica - che non si può stabilire un nesso di causalità diretta fra la presenza di uranio impoverito e l'insorgenza delle gravi patologie oggetto dell'inchiesta.

Si tratta quindi di orientare l'attenzione - venuta meno la possibilità di ascrivere le patologie osservate all'uranio impoverito in quanto tale - su un più ampio novero di possibili fattori di rischio, considerati anche nelle loro interazioni. Ciò, al fine di promuovere l'affermazione di condizioni di maggiore sicurezza per il personale delle Forze armate, e per la stessa popolazione civile residente nelle aree del territorio nazionale adiacenti alle basi militari, ed anche di concorrere alla definizione delle responsabilità inerenti ai casi di morte e di gravi malattie verificatisi a carico del predetto personale, anche ai fini risarcitori e previdenziali.

Passa quindi ad illustrare le due proposte in titolo, soffermandosi dapprima sul Doc. XXII, n. 7, che consta di 8 articoli, il primo dei quali definisce i compiti della Commissione, compendiabili nell'effettuazione di indagini sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato nelle missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, anche sulla base dei dati epidemiologici disponibili, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici, con particolare riferimento alle problematiche dell'uranio impoverito e delle nanoparticelle. L'articolo 2 indica la consistenza numerica della Commissione - di tipo monocamerale - in 21 membri, che saranno nominati dal Presidente del Senato, il quale provvederà anche alla nomina del Presidente della Commissione, scelto fra i componenti predetti, mentre l'articolo 3 assegna alla Commissione, per l'effettuazione delle indagini e degli esami, gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria. Alla stregua dell'articolo 4, la Commissione può avvalersi di collaborazioni specializzate, mentre l'articolo 5 prevede che l'attività e il funzionamento della Commissione siano disciplinati da un Regolamento interno approvato dalla stessa. L'articolo 6 definisce poi il regime di pubblicità degli atti dell'inchiesta, mentre il successivo fissa in due anni dalla data del suo insediamento la durata del mandato della Commissione, e prevede che al termine dei suoi lavori questa presenti al Presidente del Senato una relazione sulle risultanze delle indagini svolte.

L'articolo 8, infine, pone le spese per il funzionamento della Commissione a carico del bilancio interno del Senato.

Passa quindi ad illustrare il Doc. XXII, n. 10, che consta anch'esso di 8 articoli, il primo dei quali definisce i compiti della Commissione, in termini sostanzialmente coincidenti con quelli contemplati all'articolo 1 del Documento precedentemente illustrato, aggiungendovi però anche quelli di indagare in ordine alle componenti dei vaccini somministrati al personale militare e in ordine alle modalità di somministrazione dei vaccini stessi. I restanti articoli sono sostanzialmente identici agli articoli da 2 a 7 del Doc. XXII, n. 7, con la sola eccezione dell'articolo 2, che fissa in 20, anziché in 21, il numero dei componenti, e dell'articolo 8, che fa coincidere la durata del mandato della Commissione con la Legislatura (in luogo dei due anni previsti dall'altra proposta, all'articolo 7).

Alla stregua degli elementi che precedono, ritiene senz'altro condivisibile l'istituzione della Commissione d'inchiesta prefigurata dai due Documenti in titolo, prospettando l'opportunità di apportare al testo degli stessi alcune modifiche. In primo luogo, appare opportuno che l'attività d'inchiesta si soffermi, in particolare, su disturbi, patologie e danni correlabili alle pratiche di vaccinazione e all'azione dei vaccini in determinati contesti, visti i crescenti riscontri dell'esistenza di un problema rilevante a tale riguardo. Il capo d'indagine dovrebbe inoltre a suo avviso comprendere anche, in modo esplicito, i danni e i rischi derivanti dalla presenza in ambito militare dell'amianto e del gas radon. In proposito, giova ricordare che tali problematiche non sono state affatto sottovalutate dal Ministero della Difesa (che tra l'altro fa parte di un gruppo di lavoro insediato presso l'INAIL per valutare le modalità più appropriate per estendere al personale militare le normative in materia già applicate agli altri lavoratori), ma è bene siano ora oggetto di specifica attenzione da parte del Parlamento.

Un terzo profilo sul quale ritiene opportuna un'integrazione delle proposte in esame è quello che attiene alla questione dei risarcimenti. In proposito, oggi si tende a riconoscere la causa di servizio anche indipendentemente dall'accertamento del cosiddetto nesso causale, secondo criteri che appaiono però eccessivamente discrezionali. Occorre perciò che la futura Commissione d'inchiesta sia chiamata a formulare proposte dirette a migliorare il corrente sistema risarcitorio sotto il profilo della trasparenza e della semplificazione delle procedure, valutando altresì la possibilità di riconoscere alle persone che hanno sviluppato gravi patologie in relazione ai fattori di rischio oggetto dell'inchiesta il trattamento riservato ai caduti nell'adempimento del dovere e alle vittime del terrorismo.

Infine, appare opportuno che la futura Commissione d'inchiesta valuti l'opportunità di avvalersi anche della collaborazione del Comitato per la prevenzione e il controllo delle malattie (CPCM) costituito nel gennaio 2008 presso il Ministero della Difesa al fine di indagare sui casi di malattia che hanno colpito i militari in missione all'estero o sul territorio nazionale. Tale Comitato è composto da esperti forniti di un ampio ventaglio di competenze scientifiche, segnalati dal CNR, dalle Università e dalla Sanità militare, e potrebbe quindi assicurare un qualificato supporto al lavoro dell'istituenda Commissione.

In conclusione, prospetta la possibilità di procedere alla stesura di un testo unificato.