Legislatura 16ª - Commissioni 3° e 4° riunite - Resoconto sommario n. 2 del 01/10/2008
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Il relatore RAMPONI (PdL) rileva come la richiesta, precedentemente richiamata nel corso della discussione, di promuovere un'inchiesta internazionale sulle responsabilità del conflitto russo-georgiano appaia orientata ad attribuire tale responsabilità alla Russia, a dispetto dei rilevanti elementi che dovrebbero per contro portare ad imputarla alla leadership georgiana.
Il sottosegretario SCOTTI interviene per svolgere talune considerazioni in ordine al disegno di legge n. 1038.
Nel riaffermare la chiarezza e coerenza della linea seguita dal Governo nel contesto della crisi russo-georgiana, fa presente come sin dalla sottoscrizione dell’accordo in sei punti del 12 agosto 2008 sotto lo stimolo della presidenza francese dell’Unione europea vi fosse, da parte di tutti gli attori, la piena consapevolezza di come vi fossero taluni punti di difficile attuazione.
In particolare si sofferma sul punto cinque dell’accordo, concernente la necessità dell’arretramento delle forze armate russe alle posizioni antecedenti all’inizio del conflitto, in attesa dell’intervento di una forza di pace internazionale. Detta parte dell’accordo fonda la decisione dell’Unione europea di inviare una missione di osservatori civili e militari. Fa notare come l’Italia abbia svolto un impegnativo lavoro diplomatico, insieme a Francia e Germania, finalizzato alla sottoscrizione dell’accordo e come il Paese debba coerentemente essere presente nell’ambito delle missioni europea, Onu e Osce. Evidenzia peraltro come l’intervento stabilito dall’Osce presenti profili di particolare delicatezza facendo parte di tale organizzazione anche Russia e Georgia.
Passa quindi al punto sei dell’accordo, concernente l’avvio di trattative diplomatiche per l’individuazione di una soluzione condivisa sulla stabilizzazione dell’area caucasica. A tale proposito, ricorda che il prossimo 22 ottobre si svolgerà la Conferenza internazionale dei donatori mentre il 15 ottobre a Ginevra si apriranno i lavori della Conferenza internazionale per l’attauzione del punto sei dell’accordo. In un momento successivo si svolgerà la Conferenza internazionale di pace sul Caucaso prevista per i primi di novembre, prima però dello scoppio del conflitto.
Sottolinea come il conflitto russo-georgiano risulti di difficile soluzione poiché implica una ridefinizione dei rapporti tra Russia, Unione europea e Stati Uniti; e ciò al di là delle ragioni anche di tipo etnico, che lo hanno generato.
Ritiene che la posizione del Governo italiano debba essere improntata alla massima responsabilità e al mantenimento dei canali diplomatici con la Russia: infatti, la Russia non solo dispone del potere di veto in sede Onu, ma riveste un ruolo chiave sullo scenario internazionale.
Evidenzia peraltro, con riferimento alla problematica dell’individuazione delle responsabilità dell’avvio delle ostilità belliche in Abkazia e Ossezia del Sud, come sia stato innanzitutto necessario giungere ad una cessazione degli scontri, rinviando l’accertamento preciso dei fatti e delle responsabilità ad un momento successivo.
Conclude ribadendo l’impegno del Governo italiano per la ricerca di soluzioni condivise nelle sedi deputate allo svolgimento delle Conferenze di pace.