Legislatura 16ª - Commissioni 3° e 4° riunite - Resoconto sommario n. 2 del 01/10/2008
Azioni disponibili
COMMISSIONI 3ª e 4ª RIUNITE
3ª (Affari esteri, emigrazione)
4ª (Difesa)
MERCOLEDÌ 1 OTTOBRE 2008
2ª Seduta (pomeridiana)
Presidenza del Presidente della 3ª Commissione
Intervengono il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Scotti e il sottosegretario di Stato per la difesa Cossiga.
La seduta inizia alle ore 15,34.
IN SEDE REFERENTE
(1038) Conversione in legge del decreto-legge 22 settembre 2008, n. 147, recante disposizioni urgenti per assicurare la partecipazione italiana alla missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia
(1061) Conversione in legge del decreto-legge 29 settembre 2008, n. 150, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali per l'anno 2008
(Esame del disegno di legge n. 1061, congiunzione con il seguito dell’esame del disegno di legge n. 1038 e rinvio. Seguito dell’esame del disegno di legge n. 1038, congiunzione con l’esame del disegno di legge n. 1061 e rinvio)
Riprende l’esame sospeso nella seduta antimeridiana odierna.
Interviene il senatore RAMPONI (PdL), relatore per la 4a Commissione, il quale introducendo l'esame del disegno di legge n. 1061, rileva in primo luogo come il decreto-legge che esso tende a convertire, il n. 150 del 29 settembre 2008, composto di 3 articoli, miri ad assicurare la proroga, dal 1° ottobre al 31 dicembre 2008, della partecipazione del personale delle Forze armate e di polizia alle missioni internazionali UNIFIL, Althea, EUFOR/Tchad/RCA, Minustah e alla missione della Guardia di finanza in Libia, missioni per le quali tutte il decreto-legge n. 8 del 2008 aveva previsto la scadenza al 30 settembre 2008. Lo stesso provvedimento in conversione autorizza inoltre la partecipazione alla missione dell’OSCE in Georgia e le ulteriori spese sopravvenute nell’ambito delle missioni in Afghanistan, Mediterraneo e Kosovo e delle attività in Iraq già finanziate per il 2008 dal medesimo decreto-legge.
In particolare, l’articolo 1 del decreto-legge n. 150 in conversione, al comma 1autorizza dal 1° ottobre al 31 dicembre 2008 la spesa di 112.542.774 euro per la proroga della partecipazione del contingente militare italiano alla missione UNIFIL condotta dall’ONU in Libano, da ultimo rifinanziata ai sensi dell’articolo 3, comma 1 del decreto-legge n. 8 del 2008. La missione in questione era infatti autorizzata fino al 30 settembre 2008 in coerenza con il mandato dell’ ONU disposto dalla risoluzione 1773 (2007), e viene ora prorogata essendo nel frattempo intervenuta la proroga di tale mandato ai sensi della risoluzione 1832 (2008).
L’Italia contribuisce in particolare alla componente navale di UNIFIL, per il controllo delle acque prospicienti il territorio libanese, richiesto dal Department of Peacekeeping Operations delle Nazioni Unite. Tale contributo viene realizzato mediante l’impiego di unità navali nell’ambito del gruppo navale EUROMARFOR, costituito da Francia, Spagna, Portogallo e Italia per l’impiego in operazioni PESD dell’Unione europea.
Lo stesso comma stabilisce che al personale impiegato nella missione si applicano le stesse disposizioni in materia di trattamento economico contenute nel decreto-legge n. 8 del 2008 di cui all’articolo 4, commi 1, lettera a), e 2.
Il comma 2 autorizza dal 1° ottobre al 31 dicembre 2008 la spesa di 9.668.523 euro per la proroga della partecipazione del personale militare italiano alla missione PESD condotta dall’UE in Bosnia-Erzegovina denominata Althea ed alla missione IPU (Integrated Police Unit) che opera nell’ambito della stessa, da ultimo rifinanziata ai sensi dell’articolo 3, comma 5 del decreto-legge n. 8 del 2008. Anche in questo caso, la missione era autorizzata fino al 30 settembre 2008.
Lo stesso comma stabilisce che al personale impiegato nella missione si applicano le stesse disposizioni in materia di trattamento economico contenute nel decreto-legge n. 8 del 2008 di cui all’articolo 4, commi 1, lettera a), e 2, già richiamate.
Il comma 3 autorizza dal 1° ottobre al 31 dicembre 2008 la spesa di 8.310.451 euro per la proroga della partecipazione del personale militare italiano alla missione PESD condotta dall’UE in Ciad e nella Repubblica Centrafricana denominata EUFOR TCHAD/RCA da ultimo rifinanziata ai sensi dell’articolo 3, comma 9 del decreto-legge n. 8 del 2008. Anche in questo caso la scadenza era fissata al 30 settembre 2008.
Lo stesso comma stabilisce che al personale impiegato nella missione si applicano le stesse disposizioni in materia di trattamento economico contenute nel decreto-legge n. 8 del 2008 di cui all’articolo 4, commi 1, lettera a), e 2, già richiamate, nonché quelle di cui al comma 1, lettera d) dello stesso articolo, che stabilisce che il personale in questionepercepisca l’indennità di missione nella misura intera, eventualmente incrementata del 30 per cento, se non usufruisce, a qualsiasi titolo, di vitto ed alloggio gratuiti; la diaria è calcolata con riferimento a quella prevista per il Congo.
Il comma 4 autorizza dal 1° settembre al 31 dicembre 2008 la spesa di 99.999 euro per la proroga della partecipazione del personale militare italiano alla missione di osservatori militari condotta dall’OSCE in Georgia, in relazione alla decisione n. 861 del 19 agosto 2008 con cui il Consiglio permanente dell’OSCE ha disposto per almeno sei mesi l’aumento fino a 100 unità degli osservatori militari di cui 20 da mobilitare immediatamente nelle aree contigue all’Ossezia del Sud. L’Italia contribuisce con l’invio di 5 osservatori.
Lo stesso comma stabilisce che al personale impiegato nella missione si applicano le stesse disposizioni in materia di trattamento economico contenute nel decreto-legge n. 8 del 2008 di cui all’articolo 4, commi 1, lettera a) e 2, già richiamate.
Il comma 5autorizza per l’anno 2008 l’ulteriore spesa di 417.102 euro per la partecipazione del personale militare italiano alle attività di consulenza, formazione, addestramento del personale delle Forze armate e di polizia irachene da ultimo rifinanziata dall’articolo 2, comma 10 del decreto-legge n. 8 del 2008 a tutto il 2008 per una spesa di 8.157.821 euro. Si tratta delle attività svolte nell’ambito della missione NATO training Mission – Iraq.
Il rifinanziamento è inteso ad assicurare la partecipazione di 16 Carabinieri per le attività di addestramento della Iraqi National Police.
Il comma 6 autorizza per l’anno 2008 l’ulteriore spesa di 12.373.484 euro per la partecipazione del personale militare italiano alle missioni in Afghanistan denominate ISAF, a conduzione NATO, e della missione di polizia condotta dall’UE denominata EUPOL Afghanistan, da ultimo rifinanziata dall’articolo 3, comma 2 del decreto-legge n. 8 del 2008 a tutto l'anno in corso.
Il rifinanziamento è inteso ad assicurare la partecipazione di 40 Carabinieri in attività di addestramento in favore della polizia afghana e a rafforzare la componente aerea di ISAF mediante lo schieramento di 4 Tornado con relativo supporto logistico e di personale.
Il comma 7 autorizza per l’anno 2008 la spesa di 1.384.878 euro per la partecipazione italiana alle missioni internazionali nei Balcani: Multinational Specialized Unit (MSU), in Kosovo; Joint Enterprise, nell’area balcanica; Albania 2, in Albania; Criminal Intelligence Unit (CIU), in Kosovo; Union Police Team (EUPT), in Kosovo; missione PESD dell’Unione europea in Kosovo.
Anche la partecipazione a tali missioni era stata da ultimo rifinanziata dal decreto-legge n. 8 del 2008 (articolo 3, comma 4). Il rifinanziamento attuale è connesso in particolare all’assunzione del comando da parte dell’Italia della missione NATO in Kosovo, con relativo supporto logistico-operativo e l’invio di 2 elicotteri aggiuntivi AB 205 e di quattro mezzi militari terrestri.
Il comma 8 autorizza dal 1° ottobre al 31 dicembre 2008 la spesa di 1.516.046 euro per la proroga della partecipazione del Corpo della Guardia di finanza alla missione in Libia in esecuzione dell’accordo di cooperazione tra il Governo italiano e il Governo libico siglato, in data 29 dicembre 2007, per fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani.
L’accordo intergovernativo prevede, in particolare, lo svolgimento di attività di pattugliamento marittimo per l’effettuazione di operazioni di controllo, ricerca e salvataggio delle imbarcazioni dedite al trasporto di immigrati clandestini, mediante l’impiego di sei unità navali della Guardia di finanza, che imbarcheranno equipaggi misti, composti da personale libico e personale di tale Corpo, per scopi di addestramento, formazione nonché assistenza tecnica all’impiego ed alla manutenzione dei mezzi. Nell’ambito della missione il personale della Guardia di finanza è inserito nel comando operativo interforze ed assume compiti di direzione e coordinamento delle attività navali.
Anche la partecipazione del Corpo della Guardia di finanza alla missione in Libia era infatti autorizzata fino al 30 settembre 2008 dall’articolo 3, comma 20 del decreto-legge n. 8 del 2008.
Lo stesso comma stabilisce che al personale impiegato nella missione in questione si applicano le stesse disposizioni in materia di trattamento economico contenute nel decreto-legge n. 8 del 2008 di cui all’articolo 4, commi 1, lettera a), e 2.
Il comma 9 autorizza dal 1° ottobre al 31 dicembre 2008 la spesa di 1.516.046 euro per la proroga della Mission in Haiti (MINUSTAH), di cui alla risoluzione 1780 (2007), adottata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU il 15 ottobre 2007 delle Nazioni Unite in Haiti, da ultimo rifinanziata ai sensi dell’articolo 3, comma 24 del decreto-legge n. 8 del 2008. La missione ha il compito di assistere il Governo haitiano nelle attività di riforma della polizia.
Lo stesso comma stabilisce che al personale impiegato nella missione in questione si applicano le stesse disposizioni in materia di trattamento economico contenute nel decreto-legge n. 8 del 2008 di cui all’articolo 4, commi 1, lettera a), e 2.
Il comma 10 autorizza per l’anno 2008 la spesa di 1.300.000 euro per interventi di sicurezza e di tutela del personale italiano operante in Iraq presso l’Unità di sostegno alla ricostruzione a Nassiriya. Si tratta di assicurare un servizio di sicurezza e di scorta al contingente di esperti italiani riuniti in PRT all’interno della base USA di Tallil. Giacché gli accordi con i responsabili della base non prevedevano tale aspetto, si è reso necessario provvedere alla stipula di un contratto che si avvia a scadenza al 31 dicembre 2008 e che ora si intende rinnovare prima della scadenza affinché il servizio di sicurezza si svolga senza soluzione di continuità.
Il comma 11 dell'articolo 1 prevede che alle missioni di cui ai precedenti commi si applichino una serie di disposizioni del decreto-legge n. 8 del 2008, e precisamente l'articolo 4, commi 4-8 (in materia di corresponsione di indennità, valutazione del servizio prestato nel quadro delle missioni internazionali ai fini di avanzamento, facoltà di proroga del periodo di ferma dei volontari in ferma prefissata) e comma 10 (rinvio a specifiche disposizioni, di carattere molto eterogeneo, del decreto-legge n. 451 del 2001), e gli articoli 5 (in materia di giurisdizione e condizioni di procedibilità per i reati commessi dallo straniero nei territori nei quali si svolgono le missioni) e 6, relativo al regime di contabilità.
Il comma 12 dell'articolo 1 del decreto-legge n. 150 in conversione estende la previsione dell'attribuzione della promozione al grado superiore con decorrenza dal giorno precedente la cessazione dal servizio, anche agli effetti economici, ai militari della Guardia di finanza deceduti o divenuti permanentemente inidonei al servizio per ferite, lesioni o malattie riportate in servizio durante l'impiego in attività operative o addestrative. Tale beneficio è riconosciuto subordinatamente al parere favorevole della competente commissione d'avanzamento, che tiene conto delle circostanze nelle quali si è determinato l'evento.
L'articolo 2 del decreto-legge in conversione reca disposizioni circa la copertura finanziaria per far fronte agli oneri previsti dal provvedimento, mentre l'articolo 3 reca le disposizioni relative all'entrata in vigore e l'ordine di esecuzione.
Alla stregua di quanto precede, ritiene che le Commissioni riunite possano orientarsi ad esprimere un mandato favorevole alla conversione in legge del decreto-legge n. 150 del 2008.
Interviene il senatore BETTAMIO (PdL), relatore per la 3a Commissione, che ad integrazione delle considerazioni svolte dal relatore Ramponi evidenzia innanzitutto che il decreto-legge in esame di proroga dell’autorizzazione alla partecipazione italiana alle missioni internazionali per l’anno 2008 si inquadra in uno scenario di presenza italiana in missioni di pace, congiuntamente agli altri Paesi europei ovvero nell’ambito di iniziative sorte in seno alle Nazioni Unite.
Relativamente alla missione delle Nazioni Unite in Libano, sottolinea il sostegno del Governo italiano al processo di riconciliazione in atto nella regione. Per quanto concerne i rapporti tra Italia e Libia, richiama l’impegno del Governo che ha consentito la conclusione del negoziato per giungere ad un accordo di amicizia e di collaborazione, che consente di porre fine ai numerosi contenziosi ancora in sospeso tra i due Paesi anche in un’ottica di tutela degli investimenti italiani. Riguardo all’intervento in Afghanistan, reputa opportuno proseguire nell’impegno di stabilizzazione nella regione anche tramite il coordinamento tra contingenti nazionali nei vari compiti, tra cui la formazione delle forze di sicurezza afgane. In Iraq, prosegue l’esigenza di contribuire alla stabilizzazione dell’area e l’Italia svolge un ruolo essenziale nella missione NATO di formazione e addestramento della polizia locale. Sempre nella medesima area, occorre far fronte all’esigenza di garantire la sicurezza del personale italiano operante presso l’Unità di sostegno alla ricostruzione a Nassirya. L’intervento in Bosnia Erzegovina si inquadra in ambito europeo e mira al sostegno al mantenimento delle condizioni di sicurezza nell’area, mentre l’intervento nei Balcani è essenzialmente legato all’assunzione da parte dell’Italia del comando della missione NATO in Kosovo.
Riguardo all’intervento nel Chad e nella Repubblica centrafricana, richiama l’esigenza di proseguire la presenza italiana in un contesto di grave crisi umanitaria nella zona del Darfur e nelle regioni limitrofe. Con riferimento alla partecipazione alla missione ONU ad Haiti, condivide la prosecuzione del contributo italiano alla formazione e addestramento delle forze di sicurezza locali.
Quanto ai contenuti tecnici del provvedimento, sottolinea che le autorizzazioni di spesa ivi previste afferiscono, in particolare, alle missioni che erano state autorizzate sino al 30 settembre 2008, dal decreto-legge n. 8 del 2008. Inoltre, relativamente all’anno 2008 il decreto-legge dispone la partecipazione di personale militare italiano alla missione di osservatori OSCE in Georgia, nonché l’autorizzazione di spese sopravvenute nell’ambito delle missioni in Afghanistan, Balcani, Kosovo e in Iraq.
Quanto alla partecipazione dei militari italiani ala missione OSCE in Georgia, fa presente che tale necessità si ricollega all’aumento della partecipazione deliberato dal Consiglio di quella organizzazione per la collocazione di osservatori militari in Ossezia del Sud. I due interventi – in sede europea e in ambito OSCE – sono facce della stessa medaglia e segnalano l’attenzione della comunità internazionale rispetto allo scenario caucasico.
Propone pertanto il conferimento del mandato a riferire favorevolmente in Assemblea.
Il presidente DINI rileva come l’impegno italiano nelle missioni internazionali, risultante dai decreti in esame, si articoli su più fronti e comporti un notevole sforzo finanziario.
Il senatore SCANU (PD) prospetta l'opportunità di mantenere aperta la discussione generale fino alla settimana prossima, così da garantire ai componenti delle Commissioni riunite la possibilità di approfondire adeguatamente gli aspetti più rilevanti sottesi ai due provvedimenti d'urgenza all'ordine del giorno.
Il senatore PEDICA (IdV) condivide l’esigenza segnalata dal senatore Scanu in ordine alla necessità di disporre di tempi adeguati per l’analisi del provvedimento sulle missioni internazionali.
Con riferimento al disegno di legge n. 1061 ritiene infatti necessario un approfondimento su taluni profili sui quali chiede al Governo di fornire elementi di chiarimento. In particolare, segnala come il rifinanziamento della missione in Iraq di cui all’articolo 1, comma 5, del decreto-legge n. 150 non costituisca una mera proroga della durata dell’intervento. Inoltre, evidenzia come il disposto del comma 6 dell’articolo 1 del decreto, sulla partecipazione del personale militare alle missioni in Afghanistan, non specifichi l’entità del personale impiegato nel rafforzamento della componente aerea. Infine, fa notare come il comma 7 dell’articolo 1 del decreto, nell’autorizzare l’ulteriore spesa per la partecipazione alla missione nei Balcani, non consenta di desumere la quantità di ulteriore personale di cui si prevede l’invio.
In conclusione, ribadisce l’esigenza di un prolungamento dei tempi a disposizione per la discussione generale.
Il presidente DINI fa presente che il decreto-legge n. 150 è stato pubblicato e assegnato alle Commissioni in data di ieri e che i disegni di legge nn. 1038 e 1061 sono già stati calendarizzati per l’esame da parte dell’Assemblea a partire dalla seduta di martedì 14 ottobre.
Ciò premesso, nel condividere le istanze rappresentate dai senatori in ordine ai tempi di discussione dei provvedimenti, e alla luce dei loro contenuti, propone che la discussione generale si svolga congiuntamente e prosegua la prossima settimana.
Il senatore CANTONI (PdL), presidente della 4a Commissione, concorda con la proposta testè formulata dal presidente Dini in ordine al termine per la discussione generale.
Convengono le Commissioni riunite.
La senatrice NEGRI (PD) rileva come le scelte dal Governo per far fronte alla crisi russo-georgiana siano state nel complesso improntate ad equilibrio ed appropriate. Ricorda poi come, alla stregua dell'articolo 17 dell'azione comune del Consiglio dell'Unione europea del 15 settembre 2008 che l'ha istituita, la missione EUMM Georgia è soggetta dopo un semestre dal suo avvio operativo ad una valutazione da parte del Comitato politico e di sicurezza (COPS), sulla base di una relazione redatta dal Capo missione e dal Segretario generale del Consiglio. In tale occasione, il Parlamento sarà chiamato a valutare le prospettive di evoluzione di una situazione estremamente complessa, che ripropone in territorio europeo un nuovo grave focolaio di crisi, dopo la tragica pagina dei conflitti nei Balcani. È augurabile che tale passaggio sia affrontato dalle forze politiche della maggioranza e dell'opposizione al di fuori delle logiche di schieramento.
Il senatore DEL VECCHIO (PD) sottolinea in primo luogo l'importanza del varo di una missione ad opera dell'Unione europea in una cornice coerente con le scelte della PESC, quale è la EUMM Georgia. Rileva poi come la vicenda del conflitto russo-georgiano sia stata affrontata dall'Italia con apprezzabile realismo ed equilibrio, sebbene - come ricordato stamattina dal senatore De Gregorio - tale orientamento non sia stato affatto apprezzato da tutti in ambito NATO. L'Unione europea ha saputo esercitare un ruolo importante nel riportare la crisi sotto controllo, anche se essa deve interrogarsi sulle ragioni per le quali non si è saputo prevenire quelle iniziative avventate della Georgia che hanno innescato il conflitto.
Per quanto riguarda le prospettive future, un ritorno allo status quo ante appare purtroppo difficile da ipotizzare, anche in considerazione del precedente del riconoscimento del Kosovo. Si tratta in ogni caso di una controversia molto complessa, che va affrontata con cautela ed equilibrio, ed è a questi criteri che occorre dare atto all'Unione europea di essersi ispirata.
Il presidente DINI fa presente come sia in sede Onu, sia nell’ambito dell’Unione europea, si convenga sull’opportunità di avviare procedure di indagine in ordine alle responsabilità della genesi del conflitto russo-georgiano.
Il senatore SIRCANA (PD) sottolinea in primo luogo l'opportunità di evitare, nel valutare la crisi russo-georgiana, facili schemi interpretativi che tendono ad addossare tutte le responsabilità di quanto accaduto alla Russia. Occorre inoltre ricordare che alle origini del conflitto, con gli aspetti etnici concorrano importanti fattori di ordine economico, oltrechè geo-strategico. In proposito, l'Italia deve a suo avviso porre in essere un'incisiva azione volta a riaffermare le ragioni del dialogo e della cooperazione, evitando di rassegnarsi a che la Georgia divenga, insieme all'Ucraina, ostaggio di una nuova confrontation fra gli Stati Uniti e la Federazione russa.
Il relatore RAMPONI (PdL) rileva come la richiesta, precedentemente richiamata nel corso della discussione, di promuovere un'inchiesta internazionale sulle responsabilità del conflitto russo-georgiano appaia orientata ad attribuire tale responsabilità alla Russia, a dispetto dei rilevanti elementi che dovrebbero per contro portare ad imputarla alla leadership georgiana.
Il sottosegretario SCOTTI interviene per svolgere talune considerazioni in ordine al disegno di legge n. 1038.
Nel riaffermare la chiarezza e coerenza della linea seguita dal Governo nel contesto della crisi russo-georgiana, fa presente come sin dalla sottoscrizione dell’accordo in sei punti del 12 agosto 2008 sotto lo stimolo della presidenza francese dell’Unione europea vi fosse, da parte di tutti gli attori, la piena consapevolezza di come vi fossero taluni punti di difficile attuazione.
In particolare si sofferma sul punto cinque dell’accordo, concernente la necessità dell’arretramento delle forze armate russe alle posizioni antecedenti all’inizio del conflitto, in attesa dell’intervento di una forza di pace internazionale. Detta parte dell’accordo fonda la decisione dell’Unione europea di inviare una missione di osservatori civili e militari. Fa notare come l’Italia abbia svolto un impegnativo lavoro diplomatico, insieme a Francia e Germania, finalizzato alla sottoscrizione dell’accordo e come il Paese debba coerentemente essere presente nell’ambito delle missioni europea, Onu e Osce. Evidenzia peraltro come l’intervento stabilito dall’Osce presenti profili di particolare delicatezza facendo parte di tale organizzazione anche Russia e Georgia.
Passa quindi al punto sei dell’accordo, concernente l’avvio di trattative diplomatiche per l’individuazione di una soluzione condivisa sulla stabilizzazione dell’area caucasica. A tale proposito, ricorda che il prossimo 22 ottobre si svolgerà la Conferenza internazionale dei donatori mentre il 15 ottobre a Ginevra si apriranno i lavori della Conferenza internazionale per l’attauzione del punto sei dell’accordo. In un momento successivo si svolgerà la Conferenza internazionale di pace sul Caucaso prevista per i primi di novembre, prima però dello scoppio del conflitto.
Sottolinea come il conflitto russo-georgiano risulti di difficile soluzione poiché implica una ridefinizione dei rapporti tra Russia, Unione europea e Stati Uniti; e ciò al di là delle ragioni anche di tipo etnico, che lo hanno generato.
Ritiene che la posizione del Governo italiano debba essere improntata alla massima responsabilità e al mantenimento dei canali diplomatici con la Russia: infatti, la Russia non solo dispone del potere di veto in sede Onu, ma riveste un ruolo chiave sullo scenario internazionale.
Evidenzia peraltro, con riferimento alla problematica dell’individuazione delle responsabilità dell’avvio delle ostilità belliche in Abkazia e Ossezia del Sud, come sia stato innanzitutto necessario giungere ad una cessazione degli scontri, rinviando l’accertamento preciso dei fatti e delle responsabilità ad un momento successivo.
Conclude ribadendo l’impegno del Governo italiano per la ricerca di soluzioni condivise nelle sedi deputate allo svolgimento delle Conferenze di pace.
Il senatore PEDICA (IdV) auspica che il Rappresentante del Governo fornisca, nel prosieguo dei lavori, puntuali risposte alle questioni poste in relazione al disegno di legge n. 1061.
Il presidente DINI propone quindi di fissare per le ore 16,30 di martedì 7 ottobre il termine per la presentazione di eventuali emendamenti ai disegni di legge in titolo.
Le Commissioni riunite convengono.
Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.
SCONVOCAZIONE DELLE SEDUTE ANTIMERIDIANA E POMERIDIANA DI DOMANI Il presidente DINI avverte che le sedute delle Commissioni riunite già convocate per domani alle ore 8,30 e 14,30 sono sconvocate.
Le Commissioni riunite prendono atto.
La seduta termina alle ore 16,25.