Legislatura 16ª - 11ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 17 del 30/07/2008

 

LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE    (11ª) 

 

MERCOLEDÌ 30 LUGLIO 2008

17ª Seduta (antimeridiana) 

 

Presidenza del Presidente

GIULIANO 

      

 

 

            La seduta inizia alle ore 9,45.

 

 

IN SEDE CONSULTIVA 

 

(949) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, approvato dalla Camera dei deputati

(Parere alla 5a Commissione. Seguito dell'esame e rinvio)  

 

Prosegue l'esame, sospeso nella seduta di ieri.

 

Il presidente GIULIANO ricorda che nella precedente seduta il relatore Pichetto Fratin ha illustrato il provvedimento e si è aperta la discussione generale.

 

Ha la parola la senatrice BIONDELLI (PD), la quale ritiene aberrante la disposizione contenuta nell'articolo 20 del decreto-legge in conversione. Fa quindi rilevare che il dettato dell'articolo 21 trasforma la fattispecie del contratto a termine in una situazione potenzialmente infinita, alla quale il datore di lavoro potrà ricorrere per più e più volte. La disposizione, a suo giudizio, oltre ad avere effetti fortemente negativi, presenta rilevanti profili di incostituzionalità. Svolge quindi altre considerazioni riguardanti le modifiche dell'orario di lavoro ed i riflessi della nuova normativa con particolare riferimento ai lavoratori del compartimento sanità. La tematica, anche dati i delicati compiti cui il personale sanitario è chiamato, dà luogo a grande preoccupazione, anche atteso che le disposizioni del decreto-legge vanno ad incidere sugli articoli 4 e 7 del decreto-legislativo n. 66 del 2003. Ulteriori preoccupazioni si appuntano sull'articolo 79, che a suo giudizio impoverisce in modo drastico il settore, con tagli indiscriminati dei posti letto e un pericoloso blocco del turn over. La norma, la cui adozione avrebbe dovuto essere preceduta da una interlocuzione con le regioni, spingerà infatti a suo avviso l’intero comparto sanità in una direzione nefasta. Quanto alla disposizione sul part-time, contenuta all'articolo 73,  ne evidenzia gli aspetti fortemente penalizzanti nei confronti del lavoro femminile. Infine, con riferimento specifico alla disposizione di cui all'articolo 46, mette in risalto che sarebbe stato opportuno e necessario un preventivo confronto con le organizzazioni sindacali.

 

La senatrice BLAZINA (PD), premesso che le disposizioni del provvedimento afferenti alla competenza della Commissione sono cospicue e che su alcune, come ad esempio quelle relative alla semplificazione delle pratiche gestionali di lavoro, il giudizio potrebbe non essere drasticamente contrario, ritiene che il vero nodo sia rappresentato dal disegno alla base della manovra economica, che modifica innanzitutto il Protocollo sul welfare del 23 luglio 2007 e la legge n. 247 che lo ha attuato, interferendo pesantemente sulla disciplina del mercato del lavoro. La circostanza che questa finalità venga conseguita a mezzo di un provvedimento di urgenza rende evidente la sottrazione a qualsiasi confronto su temi di vitale importanza per lo sviluppo del Paese. E' a suo avviso proprio il tentativo di mettere fine alla concertazione che rappresenta il vero nodo politico del provvedimento, per la cui approvazione è presumibile che anche al Senato il Governo faccia ricorso al voto di fiducia

Nel merito, nota che con il decreto-legge n. 112 l'Esecutivo non prende invece impegni rispetto al delicatissimo tema del potere d'acquisto dei salari e delle pensioni; le più penalizzate risultano anzi le fasce più deboli, donne, precari, immigrati; e ciò nonostante il ripensamento del Governo a proposito della disposizione sulle pensioni sociali, che pur rappresenta un innegabile passo in avanti. Ciò evidenzia a suo giudizio le contraddizioni di una maggioranza che, mentre nell'Aula del Senato, in occasione del dibattito sul caso Englaro, ha inteso dare lezioni sul tema della dignità della vita e della persona, non si fa alcun carico di garantire quella dignità ai giovani precari e alle donne, a favore dei quali non prevede politiche attive. Il suo Gruppo ha perciò presentato presso la Commissione di merito proposte di modifica alle disposizioni contenute nel decreto-legge n. 112 e per queste ragioni, nel convincimento che gli elementi in esso presenti vadano in direzione opposta alle necessità e ai bisogni del Paese, ella si conferma nettamente contraria alla conversione del provvedimento d'urgenza.

 

La senatrice GHEDINI (PD) ritiene il decreto-legge n. 112 paradigmatico della linea politica e programmatica scelta dal Governo. Lo è certamente nel metodo, vale a dire nel modo in cui il decreto-legge incide sull'ordine procedimentale e sulla consuetudine delle leggi di programmazione economico-finanziaria. Non a caso il suo Gruppo aveva presentato in Commissione Bilancio un emendamento finalizzato a modificare l'articolo 1 del decreto-legge, giudicato tuttavia politicamente irricevibile dalla maggioranza, pur se nella sostanza apprezzato dal relatore. Ciò causerà a suo avviso gravi difficoltà allorché, in sede di esame del disegno di legge finanziaria, si manifesterà la necessità di mettere mano a misure di sostegno della crescita e dei redditi, atteso che il decreto-legge, in coerenza e continuità con il DPEF, prosegue secondo una linea di "sostanziale neutralità" in materia di crescita e sviluppo. 

Assoluta coerenza si riscontra a suo avviso  da parte del Governo anche nel reiterare l'approccio secondo il quale è sufficiente deregolare per far scaturire dal mercato e dalla società energie positive che consentano la crescita e lo sviluppo, approccio che rivela tuttavia carenze gravi e forti contraddizioni. Pur condividendo l'idea che il lavoro debba essere innovato nelle forme e nelle regole, non ritiene che ciò possa tuttavia avvenire se non attribuendo ad esso valore, nel convincimento che rappresenti fondamento civile e aspirazione identitaria. Si sofferma quindi sulle specifiche carenze del provvedimento, che ritiene manchi di qualsiasi politica di riduzione fiscale sui redditi da lavoro, assenza che, coniugata alla fissazione del tasso di inflazione programmato all'1,7 per cento, finirà per deprimere ulteriormente i redditi da lavoro e conseguentemente i consumi interni, cioè il mercato. Rispetto a questo tema, la defiscalizzazione degli straordinari le appare una misura di impatto quantitativamente modesto e segnatamente discriminatorio.  Ulteriori carenze ella riscontra con riferimento a politiche che consentano di mobilizzare risorse nella direzione della flessibilità produttiva: non sussistono infatti elementi di politica attiva del lavoro utili a promuovere l'incontro fra domanda ed offerta e la qualificazione della medesima; la stessa misura sull'apprendistato rischia al più di segmentare, anziché flessibilizzare, il mercato. Il vuoto più evidente riguarda il lavoro femminile, atteso che, mentre non vi è traccia di politiche attive in tal senso, si riscontrano invece misure di forte penalizzazione, quali la revisione della disciplina dell'orario di lavoro e il rinvio agli accordi fra le parti, nonché la norma sulle cosiddette "dimissioni in bianco".  Non sussistono inoltre misure significative di contrasto nei confronti del lavoro "nero" ovvero destinate a favorire l'emersione del cosiddetto lavoro "grigio", rispetto a cui le disposizioni relative al contratto occasionale accessorio risultano parziali, mentre sarebbe stato al contrario prezioso valutare le esperienze di alcune Regioni sull'utilizzo dei voucher nell'ambito dei servizi. Anche nel settore della pubblica amministrazione, di larghissima occupazione femminile, si interviene a suo giudizio ideologicamente pressoché soltanto con misure depressive o sanzionatorie, in assenza di un disegno organico realmente finalizzato alla trasparenza ed alla valorizzazione del merito.

 

Il senatore ROILO (PD) esprime un giudizio fortemente negativo nei confronti del disegno di legge, di cui sottolinea l'anomalia nel metodo e nel merito e l'insufficienza e l'inadeguatezza a dare soluzione ai problemi del Paese, tanto da rendere certamente necessaria l’adozione di ulteriori interventi legislativi già nei prossimi mesi. Nel richiamarsi alle considerazioni già svolte in sede di esame del DPEF, sottolinea che il decreto-legge in conversione è innanzitutto destinato ad avere un effetto depressivo sull'economia del Paese, in quanto dispone un taglio degli investimenti che interviene su una situazione già in pesante affanno. In proposito egli evidenzia che già si riscontrano forti segnali di disagio da parte delle imprese, testimoniati da un massiccio ricorso in questi giorni alla Cassa Integrazione Guadagni. Nei prossimi mesi sarà ancora più evidente un primo effetto sociale negativo, rappresentato da pesanti colpi all'occupazione; un secondo effetto sarà originato dalla riduzione del potere d'acquisto dei salari. La complessa questione sociale rischierà di produrre ulteriori conseguenze negative sul versante dell'economia, ingenerando una contrazione dei consumi che farà precipitare il Paese in una fase di stagnazione economica e di recessione.

 

Il presidente GIULIANO fa presente che l'inizio dei lavori dell'Assemblea rende necessaria una sospensione dei lavori della Commissione. Nell'assicurare al senatore Roilo che potrà riprendere il proprio intervento nella prossima seduta, attesa la necessità di garantire l'espressione in tempo utile del parere da parte della Commissione e in considerazione dell'andamento complessivo dei lavori dell'Assemblea, egli propone di anticipare alle ore 14,30 l'odierna seduta pomeridiana, già prevista alle ore 15,30.

 

Conviene unanime la Commissione.

 

Il presidente GIULIANO, dopo aver precisato che comunque il voto sullo schema di parere avrà luogo non prima delle ore 15, dispone il rinvio dell'esame del provvedimento e toglie la seduta.

 

 

            La seduta termina alle ore 10,45.