Legislatura 16ª - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 16 del 29/07/2008
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Il senatore CARRARA (PdL), dopo aver sottolineato come il concorso del comparto della Difesa all'impegno generale di contenimento della spesa pubblica non debba compromettere il mantenimento di adeguati standard operativi in comparti chiave come la difesa e la sicurezza del Paese, anche in funzione della partecipazione alle missioni internazionali, preannunzia il proprio voto favorevole sulla proposta di parere illustrata dal Presidente relatore.
Replica agli intervenuti il sottosegretario CROSETTO, il quale sottolinea preliminarmente come, per valutare le conseguenze per il comparto della Difesa del provvedimento in esame, occorra affrancarsi da atteggiamenti unilaterali. Va infatti dato atto delle buone ragioni insite nella scelta del ministro Tremonti di dar luogo ad un severo intervento di riduzione della spesa, e al contempo della fondatezza delle preoccupazioni espresse dalle Forze armate, e sintetizzate dal Capo di Stato Maggiore della Difesa in occasione del suo intervento davanti alla 4a Commissione del Senato lo scorso 23 luglio, circa gli effetti dei tagli sull'operatività dello strumento militare.
Così, è difficile negare che il comparto della Difesa debba essere chiamato a concorrere all'impegno generale di contenimento della spesa, ma è anche vero che i tagli determinano reali difficoltà operative. Per altro verso, se è indubbio che il comparto sia stato interessato negli anni scorsi da importanti interventi di razionalizzazione, che hanno comportato anche non lievi sacrifici, è innegabile come in esso vi siano tuttora rilevantissime aree di inefficienza e di spreco: basti pensare alla presenza di un forte surplus di sottufficiali rispetto al fabbisogno insito nel corrente modello di difesa, al modo di funzionare - largamente svincolato da canoni di economicità - dell'Agenzia Industrie Difesa, alla necessità di far fronte agli oneri di manutenzione di un patrimonio immobiliare sovradimensionato rispetto all'attuale configurazione delle Forze armate, all'acquisizione di sistemi d'arma senza una previa valutazione degli oneri, a volte rivelatisi esorbitanti, dei relativi costi d'esercizio. Di conseguenza, non è corretto sostenere che non vi sia margine per interventi di ulteriore razionalizzazione, ma è pur vero che tali interventi - specie ove si traducano in tagli sulle spese d'esercizio - determinano rilevanti difficoltà per le Forze armate.
In tale contesto, la soluzione da privilegiare dovrebbe a suo avviso essere quella di determinare, per un adeguato orizzonte temporale, il volume delle risorse disponibili per il comparto, rimettendo all'autonoma determinazione di chi ha la responsabilità politica dello stesso la scelta delle misure atte a realizzare i desiderati effetti di contenimento della spesa. In proposito, segnala che il provvedimento ha introdotto, all'articolo 60, comma 3, un meccanismo di rimodulazione di spesa fra i programmi di ciascun Ministero che appare suscettibile di contribuire ad una gestione più flessibile dei necessari interventi di razionalizzazione e riqualificazione.
Quanto alle previsioni di cui all'articolo 14-bis, sottolinea innanzitutto l'importanza del venir meno della previsione di cui al comma 13-ter dell'articolo 27 del decreto-legge n. 269 del 2003 che avrebbe comportato, ove fosse rimasta invariata, la consegna da parte dell'Amministrazione della Difesa all'Agenzia del demanio, entro il 31 dicembre 2008, di immobili non più utilizzati per un ammontare di 2 miliardi di euro. In luogo di tale previsione, la Difesa viene ora messa in condizione di avvalersi di tali cespiti immobiliari, attraverso vendite o permute, per razionalizzare e ammodernare il proprio patrimonio immobiliare.
Ai fini di recuperare direttamente risorse aggiuntive per la funzione difesa potrà invece essere attivata la diversa procedura di cui al comma 4 dell'articolo 14-bis, che prevede l'integrale riassegnazione dei proventi derivanti dalle alienazioni dei materiali e mezzi fuori uso della Difesa al fondo di parte corrente istituito nello stato di previsione del Ministero.
Rispetto alla riduzione delle autorizzazioni di spesa derivanti dall'articolo 60, comma 1, più preoccupante, prosegue il Sottosegretario, appare, in termini di ripercussioni operative per il comparto della Difesa, la previsione dei tagli relativi al processo di professionalizzazione delle Forze armate, di cui all'articolo 65, comma 1. Occorre in proposito tenere presente che il rischio è quello di rovinare il futuro di giovani che si sono fidati dello Stato, prestando servizio nelle Forze armate per periodi anche di 6-7 anni. È comunque verosimile che a questa, e ad altre aree di criticità, possa porsi rimedio nel prossimo futuro avvalendosi del maggior gettito, rispetto alle previsioni, che potrà ragionevolmente registrarsi nei prossimi mesi.
Richiama poi l'attenzione sugli effetti di contenimento della spesa conseguibili attraverso il più intenso ricorso ad apparati tecnologici di sorveglianza atti a integrare o sostituire la componente umana, ad esempio ai fini dello svolgimento dei compiti dell'Arma dei Carabinieri.
In conclusione, il Sottosegretario rileva come il nodo dell'inadeguatezza delle risorse per la funzione Difesa sia difficilmente risolvibile in difetto di una percezione condivisa, fra le forze politiche e nell'opinione pubblica, della centralità del ruolo delle Forze armate per gli interessi del Paese. Al fine di promuovere una riflessione in proposito, nei prossimi mesi un contesto certamente propizio potrà essere quello dell'esame parlamentare del provvedimento di rifinanziamento delle missioni militari all'estero, specie ove l'Amministrazione della difesa ritenesse - al contrario di quanto avvenuto quest'anno - di non poter assumere gli oneri inerenti alla partecipazione alle missioni internazionali nella parte eccedente le autorizzazioni di spesa preventivamente acquisite.