Legislatura 17 Risposta ad interrogazione scritta n° 4-03385


Risposta all'interrogazione n. 4-03385
Fascicolo n.78

Risposta. - Il Ministero, fin dalle prime battute della crisi nigeriana, quando gli atti di violenza miravano a creare un solco tra le diverse confessioni religiose, si è adoperato per tenere alta l’attenzione della comunità internazionale attorno al fenomeno di Boko Haram. La gravità e l’efferatezza delle azioni di questo gruppo terrorista hanno ormai creato una situazione di instabilità che ha superato i confini della Nigeria e mantiene l’attenzione della comunità internazionale a livelli molto alti. Si ricordino gli incontri di Parigi, Londra, Washington e Abuja in cui la comunità internazionale ha cercato di favorire il coordinamento fra la Nigeria e i Paesi ad essa vicini (Niger, Camerun, Ciad e Benin) per un contrastare efficacemente l’organizzazione terroristica. Nella riunione di Abuja, tenuta nel settembre 2014, si è deciso, da parte dei Paesi confinanti con la Nigeria, di dar vita a tal fine alla Regional intelligence fusion unit (RIFU) e la Multinational joint task force.

Anche l’Unione africana e le singole organizzazioni regionali sono impegnate affinché si possa dare una risposta adeguata ed attiva al fenomeno terroristico. Il prossimo summit dei capi di Stato e di Governo della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (CEEAC), in programma per il 16 marzo, sarà rivolto a Boko Haram ed alle possibili risposte di contrasto. Da parte italiana ci si è espressi affinché l’Unione europea sostenga adeguatamente tali iniziative.

La comunità internazionale è da tempo impegnata a bloccare i finanziamenti a Boko Haram, nel 2014 l’Italia ha co-sponsorizzato l’iniziativa nigeriana di inserire Boko Haram nelle liste delle organizzazioni terroristiche legate ad Al-Qaeda (Comitato 1267) con particolari conseguenze per il congelamento dei conti correnti e la tracciabilità dei trasferimenti internazionali.

La cooperazione italiana segue con attenzione l’evolversi della crisi umanitaria provata dalle violenze di Boko Haram, che colpisce gravemente la popolazione di alcune aree nord-orientali della Nigeria ed ha innescato anche un afflusso di rifugiati in Niger, Ciad e Camerun, già peraltro caratterizzati da situazioni socio-economiche non favorevoli.

Per quanto concerne gli aspetti strettamente umanitari, l'Italia partecipa attivamente alle discussioni in corso nell’ambito del Gruppo aiuti umanitari dell’Unione europea (COHAFA). In occasione dell’ultima riunione del Gruppo a fine gennaio, è stato concordato un messaggio alle autorità di Abuja volto a sensibilizzarle sulla necessità di mobilitare adeguate risorse nazionali per far fronte alle esigenze umanitarie della popolazione coinvolta. Nel corso della riunione, la Commissione europea ha annunciato di aver stanziato 5 milioni di euro per aiuti umanitari nell’anno in corso. La situazione in Nigeria è stata peraltro oggetto dell’ordine del giorno anche della prossima riunione COHAFA del 26 e 27 febbraio. In tale occasione sono stati raccolti ulteriori utili elementi di valutazione circa l’evolversi della situazione in loco e le esigenze prioritarie dal punto di vista umanitario in Nigeria e nei Paesi vicini. Ciò avendo peraltro a mente che il Governo federale nigeriano non ha finora rivolto alcun appello alla comunità dei donatori, ritenendo che quello di Boko Haram sia essenzialmente un problema di sicurezza interno. Da parte della cooperazione italiana vi è comunque la disponibilità a prendere in considerazione l’ipotesi di un intervento di emergenza a sostegno delle popolazioni nigeriane colpite all’interno del Paese o a favore dei rifugiati nigeriani sfollati nei Paesi limitrofi, da effettuarsi sul canale bilaterale ovvero su quello multilaterale.

Il Vice ministro per gli affari esteri e cooperazione internazionale
PISTELLI

(19 marzo 2015)