Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 1-00147
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Atto n. 1-00147
Pubblicato il 22 maggio 2025, nella seduta n. 307
SENSI, MALPEZZI, LOMBARDO, SCALFAROTTO, SPAGNOLLI, ROJC, ALFIERI, CASINI, FRANCESCHELLI, IRTO, MANCA, D'ELIA, GIACOBBE, ZAMPA, LOSACCO, BASSO, RANDO, MARTELLA, ROSSOMANDO, TAJANI, MISIANI, ZAMBITO, NICITA, VERINI, VERDUCCI
Il Senato,
premesso che:
il Parlamento europeo in diverse risoluzioni e, da ultimo, nella risoluzione sull'ulteriore deterioramento della situazione politica in Georgia (2025/2522(RSP), votata il 28 novembre 2024, si è espresso sull'aggravamento della crisi democratica in Georgia in seguito alle elezioni parlamentari e alla mobilitazione permanente del popolo contro il Governo filorusso attualmente in carica;
lo status di Paese candidato all'adesione alla UE è stato concesso alla Georgia dal Consiglio europeo in occasione del vertice del 14 e 15 dicembre 2023;
l'articolo 78 della Costituzione georgiana richiede l'attuazione di tutte le misure possibili per garantire la piena integrazione della Georgia nella UE e nella NATO;
la relazione finale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) è assai critica sulle elezioni parlamentari tenutesi in Georgia il 26 ottobre 2024;
il regresso democratico in Georgia ha conosciuto una drastica accelerazione dopo le elezioni parlamentari del 26 ottobre 2024, profondamente viziate e caratterizzate da gravi irregolarità, e senza il dovuto rispetto degli standard democratici internazionali e gli impegni assunti dalla Georgia nell'ambito dell'OSCE. Le elezioni hanno violato le norme e gli standard democratici e quelli stabiliti per elezioni libere ed eque, non rispecchiano la volontà del popolo e privano, pertanto, il Parlamento così eletto e, di conseguenza, il "presidente" di qualsiasi legittimità democratica;
occorre evidenziare, infatti, come fin dall'inizio della sua attività, l'attuale Parlamento georgiano abbia operato come organo espressione del solo partito “Sogno georgiano”, fatto incompatibile con l'essenza della democrazia parlamentare pluralistica;
l'articolo 2 dell'accordo di associazione UE-Georgia verte sui principi generali dell'accordo, che comprendono i principi democratici, i diritti umani e le libertà fondamentali;
la ex Presidente della Georgia, Salome Zourabichvili, ha condannato pubblicamente la manipolazione delle elezioni parlamentari dichiarando che non le avrebbe riconosciute, e ha chiesto un'indagine internazionale e richiesto che si tengano nuove elezioni, libere, democratiche e non gravate da pressioni. L'attuale regime georgiano, guidato dal partito Sogno georgiano e dal suo fondatore, Bidzina Ivanishvili, ha orchestrato un'usurpazione incostituzionale del potere smantellando sistematicamente le istituzioni democratiche, minando l'indipendenza della magistratura ed erodendo le libertà fondamentali e lo Stato di diritto, aggravando la crisi politica e costituzionale in Georgia;
la Georgia detiene ufficialmente lo status di Paese candidato all'adesione alla UE dal dicembre 2023. Il 28 novembre 2024, il primo Ministro, Irakli Kobakhidze, ha annunciato che la Georgia avrebbe ritardato l'avvio dei negoziati di adesione e avrebbe respinto l'assistenza finanziaria della UE fino alla fine del 2028, ignorando l'impegno costituzionale del Paese a favore dell'integrazione europea e compromettendo di fatto le aspirazioni sovrane euro-atlantiche della Georgia;
il 28 novembre 2024 sono iniziate in tutto il Paese proteste antigovernative di massa pacifiche per chiedere nuove elezioni libere ed eque, la fine della violenza politica e della repressione e il ritorno del Paese al suo percorso europeo: proteste che hanno luogo ininterrottamente da centinaia di giorni;
il 14 dicembre 2024 il Parlamento de facto ha tenuto un’”elezione presidenziale" con un unico candidato del partito Sogno georgiano, l'ex calciatore Mikheil Kavelashvili, eletto con 224 voti su 225;
le autorità autoproclamate della Georgia hanno trascinato il Paese in una vera e propria crisi costituzionale e politica, nonché in una crisi dei diritti umani e della democrazia, crisi caratterizzata dalla brutale repressione di manifestanti pacifici, oppositori politici e rappresentanti dei media, con giudici, procuratori e agenti di polizia che hanno attivamente fabbricato accuse amministrative e penali di matrice politica nei confronti di manifestanti, giornalisti ed esponenti dell'opposizione arrestati durante manifestazioni antigovernative pacifiche;
alla data del dicembre 2024, più di 460 persone erano state arrestate o punite dall'inizio delle proteste e tale numero aumenta di giorno in giorno;
la polizia antisommossa, deliberatamente priva di codici identificativi, ha disperso con la forza i manifestanti con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua; numerosi giornalisti hanno riferito di essere stati presi di mira e picchiati, e di aver subito la distruzione delle loro attrezzature e il furto dei loro beni personali; decine di manifestanti sono stati brutalmente aggrediti e diverse centinaia di persone sono state arrestate;
inoltre, il difensore civico georgiano ha rivelato che l'80 per cento delle persone detenute ha riferito di aver subito violenze e trattamenti disumani da parte dei funzionari delle autorità di contrasto e, nonostante la condanna internazionale, il Governo georgiano illegittimo ha conferito medaglie ai funzionari coinvolti nella repressione;
gli organi di informazione indipendenti, tra cui “TV formula”, “TV Mtavari” e “TV Pirveli”, si trovano sottoposti a importanti vincoli operativi e finanziari a causa dell'ingerenza del regime, mentre decine di rappresentanti dei media sono soggetti a varie forme di forti pressioni fisiche e psicologiche. Numerosi attacchi violenti ai danni di giornalisti sono stati documentati, tra cui le gravi percosse subite da Aleksandre Keshelashvili, Maka Chikhladze e Giorgi Shetsiruli, e le vessazioni nei confronti del giornalista detenuto Saba Kevkhishvili. Il 12 gennaio 2025, inoltre, le autorità georgiane hanno arrestato la giornalista Mzia Amaghlobeli, che da allora si trova in custodia cautelare ed è in sciopero della fame per solidarietà con tutti i prigionieri politici in Georgia e rischia da 4 a 7 anni di reclusione;
nella notte del 14 gennaio 2025 Giorgi Gakharia, leader dell'opposizione appartenente al partito “Per la Georgia” ed ex primo ministro, e Zviad Koridze, giornalista e attivista di “Transparency international”, sono stati fisicamente aggrediti da funzionari del Sogno georgiano in incidenti distinti nella stessa sede a Batumi;
il 2 febbraio 2025 Nika Melia, leader del partito europeista “Akhali”, e Gigi Ugulava, ex sindaco di Tbilisi, sono stati arrestati durante le proteste antigovernative e sottoposti a violenze fisiche durante la detenzione e il 12 gennaio 2025 Elene Khoshtaria, leader del movimento politico “Droa”, è stata arrestata a Batumi,
le autorità georgiane de facto hanno fatto ricorso a una forza sproporzionata e a una violenza eccessiva nei confronti di manifestanti pacifici e si sono avvalse di arresti di massa arbitrari per contrastare il dissenso; le organizzazioni indipendenti per i diritti umani hanno denunciato maltrattamenti sistematici ai danni dei detenuti, compresa la tortura e ad oggi non è stato assicurato alla giustizia nessuno dei funzionari delle forze dell'ordine coinvolti nella brutale repressione, negli arresti arbitrari e nei maltrattamenti;
le autorità autoproclamate hanno introdotto una nuova normativa draconiana, entrata in vigore il 30 dicembre 2024, e hanno modificato il codice penale, il codice sui reati amministrativi e la legge sulle assemblee e le manifestazioni, imponendo ulteriori restrizioni arbitrarie al diritto alla libertà di espressione e al diritto di riunione pacifica, introducendo, tra l'altro, ingenti ammende per l'affissione di slogan e manifesti di protesta, e conferendo alla polizia il potere di trattenere "preventivamente" per 48 ore le persone sospettate di aver intenzione di violare le norme che disciplinano le riunioni pubbliche;
a quanto detto si aggiunga che il 3 febbraio 2025 il partito Sogno georgiano ha presentato un ulteriore progetto di normativa volto a rafforzare i controlli, inasprendo le sanzioni per una serie di reati con l'intenzione di colpire direttamente i manifestanti, gli oppositori e i dissidenti politici con pene più severe per "insulti ai funzionari", la criminalizzazione dei blocchi stradali e un aumento della durata della detenzione amministrativa da 15 a 60 giorni;
il 27 gennaio 2025 il Consiglio ha deciso di sospendere alcune parti dell'accordo di facilitazione del rilascio dei visti tra UE e Georgia per diplomatici e funzionari georgiani, ma non ha imposto sanzioni individuali in risposta alla continua repressione, mentre il Governo ungherese e quello slovacco hanno costantemente bloccato l'applicazione di sanzioni efficaci a livello UE, impedendo ai restanti 25 Stati membri di introdurre di fatto sanzioni nei confronti delle autorità autoproclamate della Georgia;
diversi Stati membri, tra cui Lituania, Estonia, Lettonia e Cechia, hanno imposto sanzioni bilaterali contro taluni politici, giudici e altri funzionari georgiani responsabili della brutale repressione nei confronti dei manifestanti, di violazioni dei diritti umani e di abusi dello Stato di diritto. Nel dicembre 2024 gli Stati Uniti hanno sanzionato Bidzina Ivanishvili, oltre al Ministro dell'interno, Vakhtang Gomelauri, e al vicecapo del Dipartimento per gli incarichi speciali, Mirza Kezevadze, per il loro coinvolgimento nella repressione brutale messa in atto contro rappresentanti dei media, esponenti dell'opposizione e manifestanti. Il Regno Unito e l'Ucraina hanno imposto sanzioni analoghe nei confronti di funzionari georgiani di alto livello;
Bidzina Ivanishvili, grazie a leggi adottate precipitosamente e adattate alla sua situazione personale, sta trasferendo in Georgia i beni detenuti all'estero in previsione di ulteriori sanzioni;
il 29 gennaio 2025 Sogno georgiano ha annunciato che avrebbe ritirato la sua delegazione all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa dopo che quest'ultimo ha chiesto lo svolgimento di nuove elezioni parlamentari realmente democratiche, la liberazione dei prigionieri politici e l'accertamento delle responsabilità degli autori di violenze. Gli esperti delle Nazioni Unite hanno condannato il ricorso sistematico alla repressione e alle violazioni dei diritti umani in Georgia, mentre l'OSCE ha definito la repressione una grave violazione del diritto alla libertà di riunione;
il partito al governo, Sogno georgiano, ha convocato il nuovo Parlamento in violazione della Costituzione del Paese, provocando il boicottaggio del Parlamento da parte dell'opposizione. Il 5 febbraio 2025 il "Parlamento" autoproclamato ha approvato la cessazione anticipata del mandato di 49 dei 61 membri del Parlamento esponenti della “Coalizione per il cambiamento”, del partito “Georgia forte” e del “Movimento nazionale unito”, al fine di privarli della loro immunità e agevolarne l'arresto e il perseguimento, inoltre, lo stesso "Parlamento" ha istituito una commissione incaricata di punire l'ex partito di governo, il Movimento nazionale unito;
sempre più funzionari pubblici vengono licenziati per essersi dichiarati contrari all'interruzione del processo di adesione della Georgia alla UE; Sogno georgiano ha modificato le leggi sulla pubblica amministrazione, semplificando le procedure di licenziamento dei dipendenti pubblici, molti dei quali sono stati licenziati per aver partecipato alle proteste, nel chiaro tentativo di mettere a tacere le voci critiche;
appare di tutta evidenza come la Georgia, una volta in prima linea nell'integrazione euro-atlantica, sta vivendo un processo accelerato di regresso democratico, che potrebbe portare il Paese ad intraprendere un percorso di sviluppo politico analogo a quello bielorusso, passando dall'attuale Stato autoritario a un regime dittatoriale;
desta, infine, particolare preoccupazione l'accresciuta influenza russa nel Paese e le azioni del partito al governo Sogno georgiano intese a perseguire una politica di ravvicinamento e collaborazione con la Russia: a tal riguardo basti pensare alla crescente retorica ostile e anti-occidentale dei rappresentanti del partito Sogno georgiano nei confronti dei partner strategici occidentali della Georgia, tra cui la UE, i suoi deputati e funzionari, come pure il sostegno di Sogno georgiano alla disinformazione e alla manipolazione russe,
impegna il Governo:
1) a condannare le “autorità” di Sogno georgiano e ad esortarle a porre immediatamente fine alla repressione violenta nei confronti di manifestanti pacifici, oppositori politici e rappresentanti dei media, anche alla luce del fatto che le autorità georgiane autoproclamate stanno attualmente violando le libertà e i diritti umani fondamentali e gli obblighi internazionali basilari del Paese, compromettendo in tal modo decenni di riforme democratiche guidate dalla classe politica e dalla società civile del Paese;
2) a non riconoscere le autorità autoproclamate del partito Sogno georgiano insediatesi a seguito delle elezioni irregolari del 26 ottobre 2024, che non sono state libere né eque e si sono svolte in violazione delle norme e degli standard democratici;
3) a non riconoscere la legittimità del Parlamento monopartitico guidato da Sogno georgiano né quella del Presidente nominato dal partito stesso, invitando, pertanto, la comunità internazionale ad aderire al boicottaggio delle autorità georgiane autoproclamate;
4) a non intraprendere, anche nell’ambito delle relazioni diplomatiche, azioni di cooperazione politico-istituzionale su temi di interesse regionale e globale, che implichino qualunque forma di riconoscimento delle autoproclamate istituzioni georgiane;
5) a chiedere con forza che nei prossimi mesi si tengano nuove elezioni in Georgia in un contesto elettorale migliorato, sotto la supervisione di un'amministrazione elettorale indipendente e imparziale e una scrupolosa osservazione internazionale, al fine di garantire un processo realmente equo, libero e trasparente, incoraggiando gli altri partner europei gli altri Stati membri a chiedere con fermezza nuove elezioni e a subordinare esplicitamente qualsiasi impegno futuro alla fissazione di una nuova data per le elezioni parlamentari e all'istituzione di un meccanismo per garantire che siano libere ed eque;
6) a imporre, in maniera bilaterale, sanzioni personali immediate e mirate nei confronti di Bidzina Ivanishvili, della sua famiglia e delle sue società, alla luce del contributo fornito al deterioramento del processo politico in Georgia, applicando le medesime sanzioni bilaterali imposte da Estonia, Lettonia, Lituania e Cechia, nonché quelle già imposte dagli Stati Uniti e dal Regno Unito;
7) a imporre sanzioni personali immediate e mirate nei confronti del Ministro degli esteri Maka Botchorishvili e dei suoi sottosegretari Lasha Darsalia, Vladimer Konstantinidi, Aleksandre Khvtisiashvili, Khatuna Totladze, nonché agli ambasciatori georgiani nei Paesi dell’Unione europea;
8) a imporre sanzioni personali ai funzionari e ai leader politici georgiani responsabili del regresso democratico, delle frodi elettorali, delle violazioni dei diritti umani e delle persecuzioni nei confronti di oppositori politici e attivisti, tra cui Irakli Kobakhidze, Shalva Papuashvili, Vakhtang Gomelauri, Kakha Kaladze, sindaco di Tbilisi e segretario generale del partito al governo Sogno georgiano, e Irakli Garibashvili, presidente di Sogno georgiano, estendendo tali sanzioni ai giudici, compresi quelli della Corte costituzionale della Georgia, che emettono sentenze di matrice politica, e ai rappresentanti delle autorità di contrasto, nonché ai facilitatori finanziari che, tacitamente o apertamente, sostengono il regime, come pure ai proprietari di organi di informazione allineati al regime, come “TV Imedi”, “Pos TV” e “Rustavi 2 TV”, alla luce del ruolo che questi svolgono nel diffondere la disinformazione e del tentativo di manipolare il dibattito pubblico al fine di sostenere il controllo autoritario del partito attualmente al governo;
9) a imporre sanzioni alla rete di facilitatori di Bidzina Ivanishvili, ai membri dell'élite, agli operatori finanziari corrotti, ai propagandisti e a coloro che agevolano l'apparato repressivo dello Stato, tra cui Ekaterine Khvedelidze, Uta Ivanishvili, Tsotne Ivanishvili, Bera Ivanishvili, Gvantsa Ivanishvili, Alexander Ivanishvili, Shmagi Kobakhidze, Ucha Mamatsashvili, Natia Turnava, Ivane Chkhartishvili, Sulkhan Papashvili, Giorgi Kapanadze, Tornike Rizhvadze, Ilia Tsulaia, Kakha Bekauri, Lasha Natsvlishvili, Vasil Maglaperidze, Grigol Liluashvili, Mikheil Chinchaladze, Levan Murusidze, Irakli Rukhadze, Tinatin Berdzenishvili, Tamaz Gaiashvili, Anton Obolashvili e Gocha Enukidze;
10) ad adoperarsi affinché in sede UE siano adottate le medesime sanzioni;
11) a chiedere il rilascio immediato e senza condizioni di tutti i prigionieri politici e delle persone arrestate durante le proteste antigovernative;
12) a chiedere un'indagine indipendente, trasparente e imparziale sulle brutalità commesse dalla polizia e sull'uso eccessivo della forza contro manifestanti pacifici e a chiedere che i responsabili di violazioni dei diritti umani, compresi i funzionari delle autorità di contrasto e del Governo che ordinano atti di repressione, siano chiamati a rispondere pienamente dinanzi alla legge;
13) a condannare in tutte le sedi l'apertura di un'indagine da parte della procura, l'8 febbraio 2025, nei confronti di organizzazioni non governative accusate di sabotaggio aggravato, tentato sabotaggio e assistenza a organizzazioni straniere e sotto il controllo estero in attività ostili volte a minare gli interessi dello Stato georgiano, per le quali potrebbero essere condannate a pene di diversi anni;
14) a condannare la cessazione del mandato di 49 deputati dell'opposizione da parte del partito Sogno georgiano quale segno di un ulteriore regresso democratico, poiché si e ritiene che questa sia l'ultima mossa del partito nel contesto del suo attacco al pluralismo politico del Paese;
15) a condannare la decisione di Irakli Kobakhidze di sospendere i negoziati di adesione e di respingere i finanziamenti della UE fino alla fine del 2028;
16) a chiedere una revisione immediata ed esaustiva della politica della UE nei confronti della Georgia in ragione del regresso democratico, invitando la Commissione a rivedere l'accordo di associazione UE-Georgia alla luce della violazione da parte delle autoproclamate autorità georgiane dei principi generali di cui all'articolo 2, in particolare il rispetto dei principi democratici, dello Stato di diritto e delle libertà fondamentali;
17) a sospendere qualunque sostegno finanziario ai progetti di investimento nel settore della connettività;
18) a sollecitare la Commissione europea a riassegnare tempestivamente i 120 milioni di euro congelati, inizialmente destinati a sostenere le autorità georgiane, al fine di rafforzare il sostegno della UE alla società civile georgiana, in particolare al settore non governativo e ai media indipendenti, che sono sempre più soggetti a indebite pressioni da parte del partito politico al governo e delle autorità;
19) a richiedere con forza il rilascio immediato dell'ex presidente Mikheil Saakashvili per motivi umanitari, in particolare affinché possa ricevere le necessarie cure mediche all'estero.