Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02672

Atto n. 3-02672

Pubblicato il 7 luglio 2021, nella seduta n. 343

CORRADO , ANGRISANI , GRANATO , LANNUTTI - Al Ministro della cultura. -

Premesso che:

in Molise, per i fruitori del Parco archeologico che racchiude i resti del monastero benedettino di San Vincenzo al Volturno, fondato all'inizio dell'VIII secolo nella piana di Rocchetta e ricadente, oggi, nei comuni di Castel San Vincenzo, Rocchetta e Cerro al Volturno (Isernia), la cripta dell'Abate Epifanio (824-842), sottostante ad una chiesa che è parte del complesso di San Vincenzo Minore, con i suoi straordinari affreschi, rappresenta senza dubbio il gioiello del sito;

la proprietà della cripta, sconsacrata, è dell'Abbazia di Montecassino dal 1942, in seguito alla donazione effettuata in suo favore dal duca Catemario di Quadri, la cui famiglia aveva rilevato i possedimenti monastici (acquisiti dai cassinesi nel Seicento) dopo la soppressione dell'asse ecclesiastico in età napoleonica;

opera su incarico di Montecassino anche la persona che, offrendosi come guida, provvede ad aprire e chiudere la cripta, esclusivamente su prenotazione, ricavandone dieci euro a visitatore (si veda la sezione "Visita San Vincenzo - Abbazia di San Vincenzo" su "abbaziasanvincenzo"). L'accesso all'area archeologica, in capo alla Direzione regionale musei del Molise, organo periferico del Ministero della cultura, costa 5 euro (2 con riduzione) ma è condizionato, oggi, dalla penuria di personale di custodia, tant'è che dal 17 maggio 2021 le visite sono possibili solo di domenica e nei giorni festivi (si veda "Complesso monumentale di San Vincenzo al Volturno - Direzione regionale musei Molise" su "beniculturali"); le aperture straordinarie in luglio e agosto, su richiesta di gruppi, interessano (ma non sempre) un secondo giorno a settimana, sempre diverso, con orario ancora più ridotto (si veda "Direzione regionale Musei Molise" su "Facebook");

considerato che:

la suddetta gravissima limitazione rischia di far passare sotto silenzio un'altra criticità che riporta indietro l'orologio della storia di alcuni anni: grazie ad un accordo del 2018 fra il Ministero e l'Abbazia, che assicurava a Montecassino una percentuale del 30 per cento sui biglietti pagati dagli utenti per accedere all'area, fino a prima dell'emergenza sanitaria da SARS-CoV-2, a determinate condizioni di compatibilità con il microclima del luogo e fino ad un massimo di 20 ingressi al giorno, i dipendenti del Ministero consentivano a loro volta l'accesso dei visitatori nell'angusto vano ipogeo, senza che ciò comportasse per costoro un'ulteriore spesa;

risulta agli interroganti, però, che pochi giorni fa il personale di custodia statale si sia visto sottrarre, per consegnarla al vicino convento di suore, la copia delle chiavi della cripta che gli era stata affidata, necessaria anche per effettuare visite a fini di tutela, perché il rappresentante locale dell'Abbazia (un laico) avrebbe messo in discussione l'accordo ricordato, ritenendolo, per ragioni non esplicitate pubblicamente, non più consono;

si ripropone, dunque, la situazione che già 15 anni fa offrì lo spunto per una interpellanza, a prima firma dell'on. Titti De Simone, che contestava la possibilità, per l'abate, di decidere in via esclusiva se e chi far entrare nella cripta di Epifanio, oltre a chiedere chiarezza in merito alla gestione dei cospicui finanziamenti pubblici erogati e a lungo gestiti (quelli regionali) dal soggetto privato Abbazia di Montecassino: è l'Atto Camera 5/00280 del 9 ottobre 2006, svolto in VII Commissione permanente il 30 novembre con l'esposizione, da parte del Governo, di molti buoni propositi per il futuro, a cominciare dalla volontà di identificare, per gli interventi a venire, un soggetto attuatore terzo rispetto ai numerosi enti locali, uffici e istituti ministeriali, ma anche atenei (italiani e stranieri) coinvolti, nel tempo, nelle attività di scavo archeologico, di studio e di conservazione. Il compito è poi toccato alla prefata Direzione regionale musei del Molise;

nel merito della criticità appena riemersa, nel testo di risposta all'interpellanza si legge: "Dato l'impegno di fondi pubblici andrà definita e sottoscritta anche la convenzione prevista dalla normativa vigente per garantire la visita e l'accesso del pubblico ai beni, specificando orari e modalità" (si veda Camera - XV Legislatura - Resoconto della VII Commissione permanente (Cultura, scienza e istruzione) del 30 novembre 2006). Non è chiaro se quanto accade oggi sia legato all'intervenuta scadenza della convenzione, biennale ma rinnovabile, o sia un'iniziativa unilaterale dell'Abbazia o del suo rappresentante;

manutenzioni e restauri sono in effetti a carico del Ministero fin dagli anni '30 del secolo scorso, ma in particolare dal 1993 in poi, e oltre 100.000 euro di fondi pubblici saranno spesi a breve dalla Soprintendenza per la conservazione della cripta senza ottemperare a quanto previsto dal decreto legislativo n. 42 del 2004 agli articoli 32 e seguenti. L'accordo di programma stipulato a suo tempo con la Regione Molise ha infatti riservato alla Soprintendenza gli interventi all'interno dell'area archeologica in senso stretto, mentre sono toccate all'Ente locale le sistemazioni esterne volte al potenziamento infrastrutturale;

valutato che:

il Ministero garantisce che quanto resta del celebre monastero molisano sia gestito da professionisti competenti e ricada sotto l'egida di una struttura che ne allinea gli standard di tutela a quelli vigenti su tutto il territorio nazionale, sottraendolo inoltre ad interessi speculativi e di parte; la normativa in vigore, ma anche la situazione del Molise, con i suoi piccoli e piccolissimi comuni a rischio di spopolamento, non permette, infatti, che la responsabilità di una realtà così complessa sia posta direttamente sulle spalle delle comunità locali, anche se queste sono chiamate a parteciparvi;

la tendenza frazionista e distruttiva continua tuttavia a manifestarsi, nella regione, e recentemente, ledendo l'indispensabile sinergia tra enti locali e Ministero, ha messo seriamente a rischio la possibilità che San Vincenzo al Volturno partecipi al processo di candidatura dei principali siti benedettini italiani nelle liste del patrimonio UNESCO; nello stesso momento in cui la Regione Molise partecipava ad un tavolo tecnico per armonizzare la propria azione con quella del Ministero, infatti, emanava due delibere per incaricare l'architetto Franco Valente, dopo averlo nominato (2016-17) "Conservatore onorario del complesso monumentale di San Vincenzo al Volturno", di verificare i titoli di legittimità con cui il dicastero si occupa del sito; in dibattiti pubblici recenti, intanto, uno storico direttore degli scavi ha perorato la sottrazione del Parco al Ministero, per creare un'entità privata di gestione,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo possa spiegare perché il personale statale sia stato di nuovo estromesso dalla gestione degli ingressi alla cripta di Epifanio e non colga, nel suddetto episodio e in certi comportamenti ambigui della Regione Molise, indizi di un disegno di ampio respiro teso ad esautorarlo o ridurne sensibilmente il ruolo nella gestione del complesso monumentale di San Vincenzo al Volturno, dove la cripta suddetta costituisce una enclave privata ben difficilmente giustificabile;

perché abbia consentito l'illogica e intempestiva nascita di un parco con autonomia speciale dalle "ceneri" dell'area archeologica di Sepino (Campobasso), fin qui gestita dalla Soprintendenza, con l'aggravio di spesa che ciò comporta, mentre nella stessa regione uno dei più straordinari siti archeologici medievali d'Italia, San Vincenzo al Volturno, appunto, è così penalizzato dall'assenza di personale da aprire al pubblico solo un giorno a settimana e per sole sei ore.