Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02808

Atto n. 4-02808

Pubblicato il 29 gennaio 2020, nella seduta n. 185
Risposta pubblicata

FAZZOLARI - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della salute, dell'interno e dell'istruzione. -

Premesso che:

la grave crisi politica, economica e sociale della Repubblica bolivariana del Venezuela, connessa alla permanenza in carica del regime dittatoriale di Nicolas Maduro, continua a deteriorare la condizione e lo status umanitario e sociale del popolo venezuelano, non soltanto all'interno dei confini nazionali, ma anche a livello extraterritoriale, con un impatto diretto e immediato sulle dinamiche dei flussi migratori;

tale situazione incide in misura considerevole e crescente sul fenomeno della "migrazione di ritorno", vale a dire il rientro nei Paesi d'origine di quelle comunità che in passato, specie in seguito alla seconda guerra mondiale, dall'Europa migrarono verso le cosiddette Americhe;

con riguardo alle connessioni con il nostro Paese, la comunità italiana in Venezuela è di fatto una componente molto consistente della popolazione: circa un milione di persone avrebbe almeno un antenato italiano, corrispondente al 3 per cento della popolazione totale; una porzione di popolazione significativa, che attualmente si ritrova dunque in un contesto di degenerazione politica e deterioramento delle condizioni umanitarie, alimentando una dinamica che sempre più assume i connotati di una vera e propria "fuga dal Venezuela";

resta ferma la convinzione che la più efficace risposta che possa essere data a questa ingiusta e perdurante crisi (alimentata dalla prevaricazione delle forze governative e dall'abuso di potere da parte delle istituzioni del Paese, anche mediante il documentato ricorso alla forza e a forme di repressione violenta da parte del Governo) sia anzitutto una chiara presa di posizione e assunzione di responsabilità da parte del nostro Paese all'interno della comunità internazionale, mediante l'attivazione di tutti quegli strumenti e modalità di intervento legittimamente previsti dall'ordinamento internazionale per la tutela della democrazia e dei diritti fondamentali dell'uomo, laddove questi siano messi a repentaglio;

per altro verso non ci si può esimere, al contempo, dalla gestione di questa crisi all'interno del nostro Paese, per tutelare quei cittadini italo-venezuelani che ritornano in Italia per le ragioni esposte e che si scontrano sistematicamente con un sistema burocratico di grande complessità e comunque, con una carente programmazione delle modalità di gestione del fenomeno, oltre che con l'assenza di una strategia per la loro integrazione e sicurezza sociale;

un aspetto di tale situazione portato all'attenzione dell'interrogante, e sul quale appare opportuna un'approfondita riflessione, riguarda la materia dei programmi di sostegno agli studenti laureati e ai professionisti specializzati provenienti da Paesi in guerra o in forte sofferenza sociale: un comparto in cui gli italo-venezuelani incontrano, a parità di condizioni rispetto ai loro connazionali con sola cittadinanza venezuelana, una disparità di trattamento in ordine al riconoscimento del loro status e conseguente accesso ai programmi di integrazione universitaria e professionale;

nello specifico esempio di una coppia di coniugi, di cui uno cittadino venezuelano e l'altro italo-venezuelano, mentre il primo di loro avrebbe la possibilità di vedersi riconosciuto lo status di "rifugiato", ed accedere, in presenza dei requisiti, ai progetti universitari e professionali che consentono di ottenere il sostegno tra l'altro dell'UNHCR, l'altro, essendo riconosciuto come "profugo", resterebbe conseguentemente escluso dai programmi di integrazione;

una situazione paradossale, per la quale il possesso della cittadinanza italiana oltre a quella venezuelana, anziché rappresentare in Italia un elemento di maggiore facilitazione nelle forme di integrazione sociale del cittadino nel suo Paese di origine, diverrebbe invece elemento penalizzante, in quanto preclusivo della possibilità di accedere a quelle forme di sostegno giustamente assicurate ai connazionali venezuelani, privi della cittadinanza italiana, che si trovano nella medesima condizione esistenziale di forte difficoltà;

appare necessario valutare l'adozione di provvedimenti normativi, puntali e mirati, che nel rispetto e in coerenza con le norme del diritto internazionale consentano di perseguire la finalità di una maggiore facilitazione delle possibili forme di integrazione del popolo italo-venezuelano che, in fuga dal Venezuela, fa ritorno in Italia;

inoltre, in materia di riconoscimento dei titoli di studio, si rileva come tale integrazione potrebbe trovare significative applicazioni nel settore delle professioni medico-sanitarie, che peraltro, nel nostro Paese, è in sofferenza proprio per carenza di personale specializzato in carico al Sistema sanitario nazionale, favorendo ed agevolando, previa valutazione e somministrazione di adeguati test di valutazione dell'idoneità basati oltre che sul titolo di studio anche sulla comprovata esperienza nel settore, l'esercizio nel nostro Paese delle professioni sanitarie da parte del personale italo-venezuelano;

in ragione e nel rispetto delle storiche origini comuni, delle affinità antropologiche e culturali e dello spirito di fratellanza e dei sentimenti di solidarietà che accomunano la vastissima comunità degli italiani nel mondo, è necessario procedere senza indugio nel definire una vera e propria strategia di integrazione e gestione di questo flusso migratorio, che interessa una comunità che non deve e non può essere lasciata indietro,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo, ciascuno conformemente alle proprie competenze ed eventualmente anche in modo congiunto, non ritengano necessario adottare provvedimenti normativi adeguati finalizzati a favorire parità di trattamento tra tutti i migranti che, in fuga dal Venezuela, approdano in Italia, estendendo le protezioni previste per i cittadini extracomunitari anche agli italo-venezuelani, cui risulta attualmente precluso l'accesso ai programmi di integrazione universitaria e professionale;

se non valutino l'opportunità di procedere senza indugio ad adottare provvedimenti normativi volti ad abilitare gli italo-venezuelani in Italia all'esercizio delle professioni medico-sanitarie, favorendo una maggiore integrazione di questo flusso migratorio e fornendo al contempo una prima risposta alle carenze strutturali di personale medico-sanitario all'interno delle strutture del Servizio sanitario nazionale.