Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01222
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Atto n. 3-01222
Pubblicato il 6 novembre 2019, nella seduta n. 163
ARRIGONI , BRIZIARELLI , PAZZAGLINI , BRUZZONE , BORGONZONI , CAMPARI , SAPONARA , PISANI Pietro - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -
Premesso che:
l'industria che lavora la plastica rappresenta uno dei motori trainanti dell'economia del nostro Paese;
secondo quanto riportato dal centro studi "Ucima" (associazione nazionale di Confindustria), per l'anno 2017, l'industria dei costruttori di macchine automatiche per il confezionamento e l'imballaggio di prodotti conta 228 imprese in Emilia-Romagna, 178 in Lombardia, 75 in Veneto, 72 in Piemonte e 28 in Toscana;
su un totale di 7 miliardi di euro di fatturato annui in questo settore, solo l'Emilia-Romagna segna dunque oltre 4,4 miliardi di euro, ovvero il 61,9 per cento del totale, e un numero di addetti pari a 16.968 persone, quasi tre volte in più rispetto alla Lombardia (6.167) e ben oltre il Veneto (3.064 occupati), il Piemonte (2.816) e la Toscana (1.184);
oggi diverse aziende perseguono vie innovative, nuove tecnologie in grado di contenere, limitare e ridurre a zero l'impatto ambientale e creare ricchezza economica dal rifiuto potenzialmente dannoso; nell'economia circolare, infatti, che è alla base del riciclo dei materiali, ogni rifiuto diventa risorsa e fonte di ricchezza;
questo dimostra che si può fare industria tutelando, allo stesso tempo, l'ambiente;
molti Paesi europei sono in questo timonieri dell'economia circolare nel campo della plastica: ad esempio, in Germania, da anni si sono adottate vie virtuose, attraverso lo sviluppo e la regolamentazione della partecipazione pubblico-privata, al fine di incentivare economicamente i comportamenti virtuosi dei cittadini nella raccolta dei materiali destinati al riciclo;
il nostro Paese, da un lato, dimostra sempre un'altissima soggezione verso modelli nord-europei imposti dalle strutture tecnocratiche di Bruxelles spesso non adatti alla nostra cultura sociale e giuridica, dall'altro lato, è incapace di recepire le buone pratiche nei fatti dimostratesi efficienti e come tali riproponibili anche nel nostro ordinamento. In Italia si adotta sempre la strada più semplice, sanzionando il mondo produttivo e non incentivando i comportamenti virtuosi che i cittadini potrebbero assumere con politiche più lungimiranti;
in Germania, ad esempio, il riciclo valorizza piuttosto il vuoto a rendere attraverso la raccolta fatta direttamente dai consumatori, che riconsegnano direttamente ai punti vendita della grande distribuzione i contenitori ricevendo in cambio buoni acquisto spendibili all'interno delle stesse strutture,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intervenire per avviare, in tempi rapidi, uno studio di fattibilità di politiche di contrasto all'inquinamento ambientale attraverso l'incentivazione dei comportamenti virtuosi dei cittadini anche attraverso stipule di convenzioni di partenariato pubblico-privato, volte a mettere in campo un vero sistema, che non vada a sanzionare la nostra industria, ma al tempo stesso sia capace di sviluppare una reale economia circolare.