Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02811
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Atto n. 4-02811
Pubblicato il 9 ottobre 2014, nella seduta n. 328
GUERRA , LO GIUDICE , AMATI , CASSON , FERRARA Elena , FORNARO , GIACOBBE , IDEM , MASTRANGELI , ORELLANA , PAGLIARI , PALERMO , VALENTINI , ZANONI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che a quanto risulta agli interroganti:
in Africa l'omosessualità viene punita con la pena di morte in Mauritania, Sudan, Somalia, Benin; con pene che vanno dai 14 anni di reclusione al carcere a vita in Uganda, Tanzania, Zambia, Sierra Leone; con pene fino ai 14 anni in Marocco, Tunisia, Algeria, Senegal, Gambia, Guinea Bissau, Guinea, Liberia, Ghana, Togo, Nigeria, Cameroon, Repubblica Centroafricana, Sud Sudan, Etiopia, Eritrea, Kenya, Burundi, Angola, Malawi, Mozambico, Zimbabwe, Botswana; Namibia, Lesotho, Swaziland applicano delle pene detentive legate all'orientamento sessuale delle persone la cui durata non sembra essere precisata nei loro ordinamenti; Ciad, Libia ed Egitto hanno delle legislazioni che non contengono disposizioni direttamente criminalizzanti l'orientamento sessuale o di genere, ma facilmente interpretabili come tali;
il 20 dicembre 2013 il Parlamento ugandese ha approvato un provvedimento che criminalizza l'omosessualità; la disposizione introduce per i recidivi il carcere a vita e configura come reato la discussione in pubblico delle tematiche relative all'omosessualità, anche tra i gruppi di attivisti per i diritti civili; è inoltre prevista la detenzione per chi non denuncia le persone omosessuali alle autorità; dal testo è stata esclusa in extremis la pena di morte, che invece figurava nelle intenzioni del legislatore quando il progetto di legge fu presentato in Parlamento nel 2010;
il 24 febbraio 2014, il presidente dell'Uganda, Yoweri Museveni, dopo le resistenze iniziali, ha firmato la controversa legge che prevede l'ergastolo per gli omosessuali; l'annuncio è stato dato dalla sua portavoce, Sarah Kagingo, che lo ha definito "un passo storico";
la comunità LGBT ugandese vive da decenni in condizioni di clandestinità, subendo atti di discriminazione, violenza e aggressione gravissimi: numerosi sono i casi di omicidio, stupro o violenza fisica nei confronti degli attivisti LGBT ugandesi, come l'assassinio, nel gennaio 2011, del leader del movimento LGBT David Kato Kisule;
la Corte costituzionale ugandese nel luglio 2014 ha dichiarato illegittima la norma contro l'omosessualità a causa di un vizio procedurale nella fase di approvazione parlamentare;
la sentenza è giunta dopo le forti reazioni di sdegno della comunità internazionale;
considerato che:
l'agenzia Associated Press ha diffuso nei giorni scorsi la notizia dell'approvazione da parte dell'Assemblea nazionale del Gambia, dove l'omosessualità è già passibile di pene che arrivano ai 14 anni di reclusione, di una legge contro l'omosessualità che ricalca quella ugandese e che prevede come aggravanti punibili con l'ergastolo la recidività, l'esser sieropositivi, l'aver avuto rapporti con minorenni, disabili o persone che abbiano fatto uso di droghe proibite; la legge deve ancora essere promulgata dal Presidente del Gambia Yahya Jammeh;
è in attesa di essere promulgata in Ciad una disposizione che introduce esplicitamente nel nuovo codice penale pene dai 5 ai 20 anni di reclusione per i "colpevoli di omosessualità",
si chiede di sapere:
se il Governo intenda manifestare ai Governi del Gambia e del Ciad la sua ferma protesta per la criminalizzazione dell'omosessualità e le persecuzioni subite dalle rispettive comunità LGBT, sia in sede di relazioni bilaterali che attraverso i fori e le organizzazioni internazionali e regionali;
se non ritenga necessario rivedere gli aiuti allo sviluppo nei confronti del Ciad e del Gambia, vincolandoli al rispetto dei diritti umani fondamentali;
se intenda portare la questione all'attenzione dell'Unione europea ed in particolare al Consiglio degli affari esteri dell'Unione europea;
se intenda vincolare gli aiuti allo sviluppo e alla cooperazione internazionale al rispetto dei diritti umani ed in particolare dei diritti e alla tutela della sicurezza delle minoranze più facilmente esposte a discriminazioni e violenza;
se intenda, nell'ambito delle iniziative politico-diplomatiche, commerciali e di aiuto allo sviluppo rivolte al continente africano, porre il tema dei diritti umani delle persone LGBT, sia nelle relazioni bilaterali che in quelle multilaterali attraverso i fori e le organizzazioni internazionali, regionali e sub-regionali dell'area.