Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00744
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Atto n. 1-00744
Pubblicato il 14 marzo 2017, nella seduta n. 783
FORMIGONI , PIGNEDOLI , BERTUZZI , DALLA TOR , PANIZZA , ALBANO , CANTINI , FASIOLO , RUTA , SAGGESE , GATTI , AIELLO , COLUCCI , CONTE , DI GIACOMO , MANCUSO , SCOMA , RUSSO , CARDINALI , COCIANCICH , FISSORE , SPOSETTI , ZANONI , BROGLIA , MARTINI , SANTINI
Il Senato,
premesso che:
nel 2017, si avvierà il negoziato sulla riforma del bilancio europeo, fortemente condizionato dalla "Brexit", si celebrerà il 60° anniversario dei Trattati di Roma, si terrà il G7 dell'agricoltura nel mese di ottobre: ciò porterà ad una riflessione di lungo periodo sulle finalità della politica agricola comune (PAC) in un contesto geopolitico internazionale profondamente cambiato e imporrà di tracciare le linee fondamentali di una nuova visione della riforma agricola oltre il 2020;
la dimensione delle sfide che si prospettano, a livello internazionale, di carattere economico, climatico ed ambientale richiedono, per poter incidere in modo sostanziale, uno sforzo di discontinuità nell'impostazione e nella gestione delle risorse PAC;
la politica agricola comune ha visto, nel corso degli anni, diverse evoluzioni, dalla riforma "Mac Sharry" alla riforma "Fischler", passando da "Agenda 2000" fino alla riforma in corso 2014-2020. Si sono susseguite modifiche che progressivamente hanno trasformato un sistema diretto di protezione delle produzioni in un insieme più complesso di misure sociali, territoriali e ambientali, ovverosia un sistema più flessibile, in cui ogni Stato membro ha avuto più spazi di gestione di problematiche specifiche;
nonostante le progressive riforme con indubbi risultati positivi, permangono problemi sulla complessità di applicazione del sistema di aiuti, lo squilibrio ancora presente tra premialità secondo un criterio storico legato alle quantità e alle rendite a scapito dell'imprenditorialità innovativa, problemi di riequilibrio territoriale tra centri e territori marginali e degradati, criticità sul ricambio generazionale, insufficiente valorizzazione dei fattori competitivi delle produzioni legati alla sostenibilità ambientale e alla salute, sistemi inadeguati rispetto alla volatilità dei prezzi e alle crisi di mercato;
nel settembre 2016, la Commissione europea ha avanzato la proposta di regolamento, cosiddetto omnibus, all'interno del quale è previsto un processo di revisione intermedio della PAC in cui, in seno all'obiettivo di semplificazione e alleggerimento di oneri amministrativi, le misure più rilevanti riguardano lo sviluppo rurale, i pagamenti diretti e l'organizzazione comune dei mercati (OCM) dei prodotti agricoli;
considerato che:
la Commissione europea ha avviato, sul futuro della PAC, un'ampia consultazione rivolta a cittadini, imprenditori e istituzioni, che potranno esprimersi sul futuro della politica agricola comune, il cui esito concorrerà a redigere un bilancio, entro la fine del 2017, sul funzionamento dell'attuale riforma e sulle opzioni politiche future;
risulta fondamentale che la politica agricola comune rimanga una priorità strategica nell'ambito delle politiche dell'Unione europea al fine di perseguire, tra l'altro, la sicurezza e la sovranità alimentare, rafforzando al contempo la resilienza e la sostenibilità dell'agricoltura europea;
appare necessario che, anche nel periodo 2020-2026, venga destinato un budget nel bilancio europeo adeguato alla politica agricola, proprio per l'accresciuta valenza e il suo impatto sull'ambiente e la salute. Sussiste l'esigenza di dare sempre meno una connotazione settoriale della politica agricola, andando verso una politica agricola e alimentare comune. Occorre, quindi, un budget congruo mirato a una precisa strategia, basata sull'innalzamento degli standard qualitativi di produzione, sulla responsabilizzazione di tutti i soggetti della catena alimentare, sul rafforzamento del ruolo dei produttori nella filiera, sulla crescita di consumatori consapevoli e, dunque, della possibilità di sostenere e indirizzare i "consumi di qualità";
l'incertezza e la difficile governabilità delle dinamiche globali, le emergenze climatiche sempre più ravvicinate, la volatilità dei prezzi, la difficoltà di fronteggiare patologie e rischi sanitari sempre più frequenti impongono ai sistemi produttivi agricoli di sviluppare una straordinaria capacità di innovazione per rispondere alle nuove esigenze sia produttive, sia qualitative per un consumo consapevole, sia ambientali. Occorre istituire un sistema resiliente che sappia superare il passaggio tra un sistema chiuso e stabile ad un sistema aperto e instabile, che oltre ad intervenire in caso di crisi o emergenze, sia idoneo a studiare strategie di prevenzione per abbassare i livelli di vulnerabilità. La diversificazione produttiva e l'organizzazione in rete di aziende per far fronte a rischi ambientali o di mercato diventano azioni determinanti per aumentare la forza e la resistenza del singolo ciclo produttivo;
si rende indispensabile arrivare a un superamento del criterio di pagamento per ettaro per inserire criteri di remunerazione di servizi pubblici e di premialità della qualità produttiva e del valore aggiunto, per passare da un premio alle rendite ad un premio all'imprenditorialità e alla crescita qualitativa: sfida che l'Italia sta conducendo da tempo, a fronte di una situazione penalizzante di un sistema omologato e fortemente connesso al sistema storico;
la verifica sull'efficacia delle misure di miglioramento ambientale applicate nell'attuale riforma diventa indispensabile, a partire da una valutazione sulla componente greening dei pagamenti diretti, dove la complicazione dello strumento e la complessità di applicazione non sembrerebbe, ad oggi, compensare l'impatto realmente benefico, previsto nelle finalità, nei confronti dell'ambiente;
il regolamento "omnibus", pur non costituendo una completa revisione, introduce alcune modifiche che riguardano la semplificazione nei pagamenti diretti, in relazione alla definizione di agricoltore attivo, i giovani agricoltori, il sostegno accoppiato facoltativo e il regime di pagamento unico per superficie;
ritenuto che sia positivo l'obiettivo del regolamento di creare strumenti finanziari complementari alle misure tradizionali già previste dai piani di sviluppo rurale e che favoriscano accesso al capitale per gli agricoltori, così come si ritengono positive le minori rigidità rispetto ai giovani. Modifiche positive che vanno dalla più estesa definizione di giovane agricoltore alla semplificazione rispetto all'accesso ai prestiti e ad altri strumenti finanziari, alla possibilità di insediamento anche congiunto ad altri agricoltori per favorire la crescita dimensionale d'azienda;
preso atto dell'esigenza di assicurare all'Italia un pieno impulso all'utilizzo integrale di tutte le opportunità di sostegno al settore agricolo offerte dalla politica agricola comune, le quali non si traducano esclusivamente nei finanziamenti tradizionalmente assicurati, ma possano fungere da fattore di impulso alle produzioni di eccellenza che costituiscono il fattore trainante dell'economia agroalimentare nazionale,
impegna il Governo:
1) nell'ambito del complessivo processo di riforma della politica agricola comune, a negoziare e a garantire idonee risorse finanziarie, sia europee che nazionali, per consentire alla PAC di rientrare tra le politiche prioritarie dell'Unione europea per la centralità sempre maggiore che hanno assunto la questione alimentare e la questione ambientale e sociale;
2) a sostenere una politica che rappresenti un salto di qualità nella piena integrazione tra politiche di ricerca, innovazione e formazione permanente, puntando sulla competitività e sul rispetto ambientale. Fattori fondamentali su cui basare l'impostazione della nuova PAC, passando da un'ottica di premio alle rendite a quella di un premio alla capacità imprenditoriale innovativa, con una conseguente revisione dei due "pilastri", nell'ottica di contemperare obiettivi e finalità, ma eliminando possibili duplicazioni o sovrapposizioni di interventi e misure;
3) ad assicurare che le prerogative in materia di politica agricola comune affidate ai singoli Stati membri possano essere esercitate in modo tale da fornire un nuovo impulso alle imprese agroalimentari nazionali, tutelando e sostenendo le produzioni di eccellenza del made in Italy, ricercando anche nuovi sbocchi per le esportazioni intra ed extracomunitarie;
4) a fare in modo che, in occasione della revisione del cosiddetto regolamento omnibus, sia prevista un'effettiva semplificazione degli strumenti a favore del comparto agricolo, in modo che gli imprenditori agricoli possano trarre immediato vantaggio da tale opera di semplificazione;
5) a intervenire con apposite misure, affinché le sfide legate alla sostenibilità ambientale possano rappresentare delle opportunità economiche per gli stessi imprenditori agricoli;
6) a favorire l'accesso alle misure di sostegno alle imprese condotte da giovani e da imprenditrici agricole, in particolare quelle innovative e che investono maggiormente in ricerca e sviluppo e nuove tecnologie;
7) a sostenere, nel più ampio obiettivo generale dell'occupazione, criteri di valorizzazione per un'imprenditorialità basata sul lavoro di qualità, su fattori competitivi di carattere etico, su premialità e incentivi ai soggetti che adottano in modo strutturato percorsi di integrazione "scuola-impresa";
8) ad assicurare che le prerogative in materia di politica agricola comune affidate ai singoli Stati membri possano essere indirizzate e investite in modo virtuoso su specificità e caratteristiche nazionali, evitando la frammentarietà dettata da compensazioni dei singoli interessi regionali;
9) ad inserire a pieno titolo nelle politiche agricole future le misure di sostegno e implementazione di tecnologie di precisione, che possano rendere più competitivo il settore agricolo, rispondendo contemporaneamente ad una domanda crescente di alimenti, ma con minor impatto ambientale, con minor uso standardizzato di fitofarmaci e chimica e maggiore ricorso a pratiche basate sulla variabilità, sulla gestione differenziata dei fattori di rischio e delle caratteristiche agricole;
10) a consentire che la politica comune europea giunga a riguardare tutte le fasi della filiera agroalimentare, dalla produzione alla distribuzione, intervenendo anche sull'organizzazione comune di mercato, favorendo le aggregazioni tra imprese, rivedendo ruolo e finalità delle organizzazioni di produttori e, comunque, garantendo l'accesso alle misure di sostegno a tutti gli attori coinvolti, anche quelli di minori dimensioni;
11) a rivedere gli strumenti di gestione del rischio già nel regolamento omnibus , differenziando i fondi settoriali e riducendo la soglia di accesso, adottando specifiche iniziative volte a implementare il ricorso agli stessi, in modo tale da supportare gli imprenditori agricoli parallelamente a nuovi strumenti di prevenzione delle situazioni di crisi;
12) a consentire per il settore forestale il finanziamento, con i programmi di sviluppo rurale, degli investimenti in moderne o innovative tecnologie, che conferiscano caratteristiche tecniche di resistenza omogenea alla materia prima legno, al fine di permettere una gamma di utilizzazione più ampia, per fornire prodotti semilavorati da considerare come prima lavorazione del legno;
13) a favorire nella nuova programmazione misure di sostegno, anche mediante indennità compensative, alla coltivazione delle superfici forestali, intese a tenere conto dei maggiori oneri per la gestione ambientale delle foreste alpine rispetto alle superfici forestali delle pianure europee;
14) a sollecitare idonee misure di sostegno delle zone svantaggiate, mediante specifici strumenti, anche finanziari, per compensare le difficoltà strutturali e competitive che caratterizzano tali zone, anche alla luce dell'attuale assetto della ripartizione dei premi del primo pilastro della PAC, che non privilegia dette aree.