Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 246 del 27/11/2024
Azioni disponibili
RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,06).
Si dia lettura del processo verbale.
STEFANI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.
Colleghi, il presidente della 5a Commissione, senatore Calandrini, ha richiesto, a nome della Commissione, la sospensione dei lavori dell'Assemblea fino alle ore 11,30.
La Presidenza accorda tale sospensione.
(La seduta, sospesa alle ore 10,08, è ripresa alle ore 11,42).
Colleghi, vi chiedo scusa per l'attesa di qualche minuto, il cui scopo è stato quello di allinearsi rispetto all'evoluzione dei lavori delle Commissioni. L'allineamento tra i lavori di Aula e Commissioni non è ancora stato perfettamente raggiunto, ma intanto io ho alcune richieste di intervento sull'ordine dei lavori da parte di alcuni Capigruppo: sicuramente il presidente Boccia, il presidente Patuanelli, il senatore Claudio Borghi, su delega del presidente Romeo e il presidente Enrico Borghi. Io ho preso nota di questi quattro nomi. Vi chiedo di far pervenire alla Presidenza eventuali altre richieste di intervento.
BOCCIA (PD-IDP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BOCCIA (PD-IDP). Signor Presidente, che quello tra i partiti di maggioranza fosse un patto di potere, è stato chiaro alle opposizioni sin dal primo giorno di legislatura. Oggi, però, in Commissione bilancio vi è stata la certificazione di come quel patto c'è sempre stato, ma che è fragile e debole. Oggi il patto è saltato, perché il voto sull'emendamento della Lega a prima firma del senatore Bergesio, che prevedeva, con il grave parere favorevole del Governo, di spostare oltre 400 milioni dalla fiscalità generale alla copertura di un taglio del canone RAI, dà il senso dell'improvvisazione con cui questo Governo va avanti, ma anche della convinzione, per il Governo, che 400 milioni siano più utili per coprire un patto di potere, anziché per finanziare le liste d'attesa, che vanno ridotte e che continuano ad essere un problema per il Paese. (Applausi).
Questa vicenda si è risolta con un voto che ha visto il Governo essere battuto, per la compattezza delle opposizioni e per il sostegno del gruppo di Forza Italia alla volontà delle opposizioni di bloccare l'emendamento della Lega.
Signor Presidente, io sono intervenuto sull'ordine dei lavori perché, a nome del Gruppo Partito Democratico, noi chiediamo il ritiro di questo provvedimento.
In questo decreto-legge chiediamo che si intervenga su un altro strumento di finanziamento del sistema sanitario, perché il Governo non lo finanzia in maniera adeguata; facciamo riferimento alla necessità, già evidenziata in Conferenza delle Regioni praticamente da quasi tutte le Regioni, di intervenire sui meccanismi di controllo della spesa farmaceutica (ci riferiamo al payback) e chiediamo davvero di aprire un dibattito serio, a margine del confronto sul fisco, su come le leve fiscali debbano finanziare alcuni servizi indispensabili, a partire dalla sanità pubblica.
Signora Presidente, chiudo il mio intervento chiedendo, in alternativa, di anticipare anche i tempi della Conferenza dei Capigruppo e di fermarci qui, perché avremmo dovuto votare gli emendamenti di un altro provvedimento. Penso che abbia molto senso che i Presidenti dei Gruppi si confrontino urgentemente per decidere l'andamento dei lavori. (Applausi).
PRESIDENTE. Presidente Boccia, intanto completiamo il giro degli interventi per poi raccogliere tutte le istanze e le osservazioni.
PATUANELLI (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PATUANELLI (M5S). Signor Presidente, condivido l'analisi che il presidente Boccia ha appena fatto. Sono membro della Commissione bilancio, quindi ho potuto apprezzare tutti i lavori di queste giornate inutili: abbiamo iniziato a votare questa mattina il provvedimento ma gli emendamenti erano stati depositati due settimane fa e i pareri del Governo ancora oggi sono lacunosi, tanto che dopo settimane di discussione ci sono degli emendamenti ancora accantonati rispetto ai quali il Governo si rimette alla Commissione e il relatore non sa che parere esprimere perché non ha il parere del Governo. Siamo quindi in una situazione paradossale in Commissione bilancio: siamo bloccati dalla maggioranza per colpa della sua litigiosità, di cui mi interessa il giusto, perché è del tutto evidente che questa maggioranza, come sempre il centrodestra fa, sta insieme per poter esercitare dei piccoli spazi di potere, ma non ha una visione comune del Paese.
Questo mi preoccupa perché, per colpa di questa litigiosità, vi sono degli elementi di risposta ai problemi dei cittadini, anche quelli molto più banali rispetto a quelli citati dal presidente Boccia, che potrebbero avere risposta anche in questo provvedimento, ma che, per la tensione che c'è tra i Gruppi di maggioranza, non si riescono a fare. Penso ad esempio alla risoluzione del problema delle quote latte: un emendamento di buon senso, riformulato da parte del senatore Bergesio, esce dal dibattito perché non c'è confronto tra i Gruppi di maggioranza. Penso a due emendamenti molto sensati del senatore Lotito, che vengono stralciati perché non c'è possibilità di dialogo tra le forze di maggioranza. Credo che se c'è un problema in questa maggioranza, esso debba essere chiarito all'interno delle forze che la compongono, ma questo non può essere un elemento che va a detrimento della capacità del Parlamento di dare risposte ai cittadini. (Applausi). Questa è la parte più grave di quello che sta accadendo. Se c'è una crisi di maggioranza - lo ripeto - me ne importa il giusto; a me interessa che questa crisi non imponga un percorso falsato in Commissione, dove si possono fare delle cose per dare tutele a chi non ne ha. (Applausi).
Signor Presidente, la mia richiesta è di anticipare il prima possibile la Conferenza dei Capigruppo e di non iniziare con le votazioni sul decreto-legge sul numero chiuso a medicina. Prima di ricominciare i lavori in Commissione bilancio e le votazioni in Aula, chiedo di riunire la Conferenza dei Capigruppo.
BORGHI Claudio (LSP-PSd'Az). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BORGHI Claudio (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, un'Assemblea parlamentare funziona con i voti. Al di là delle considerazioni un po' speciose o strane che ho sentito in questi due interventi sull'ordine dei lavori, vorrei ricordare l'aspetto pratico di certe votazioni. Nella votazione che si è appena tenuta in Commissione bilancio in realtà l'aspetto pratico è molto semplice, vale a dire che chi in questo momento ha parlato di fiscalità generale e di cose di questo tipo ha semplicemente detto di no a uno sconto di 20 euro per 20 milioni di italiani e 20 milioni di famiglie. Tutto qui, si è deciso di far pagare di più, quindi di aumentare le tasse per 20 milioni di cittadini.
Basta che si sappia, senza dover andare a trovare chissà che motivazioni, perché vede, senatore Boccia, non è che c'è una tasca che si prende questi soldi della fiscalità generale e se li intasca. Questi soldi della fiscalità generale - per il tramite del Presidente invito il senatore Boccia a prendere nota di ciò che evidentemente non ricorda dai suoi studi - sarebbero finiti direttamente nelle tasche dei cittadini e invece vengono prelevati. Basta che si sappia. Chi fino a adesso ha parlato di sconti, di sgravi ai cittadini e di cose di questo tipo ha semplicemente votato per far pagare 20 euro in più a 20 milioni di cittadini. Tutto qui.
Per il resto, chi ha deciso di sostenere questa scelta delle opposizioni evidentemente avrà avuto le sue motivazioni. Dovrà poi spiegarlo, come tutti, come anch'io spiego sempre ogni mio voto ai cittadini. Non c'è nessun problema e non capisco che tipo di dramma ci sia se ogni tanto in Parlamento - vivaddio - si mettono in chiaro le posizioni di chi vuole fare chi e che cosa, perché questo è ciò che secondo me dovremmo fare un po' più spesso, senza drammatizzare e senza altre scene di questo tipo. Ci sono dei voti e ogni voto ha un suo significato. La Lega è sempre stata contro il canone RAI, è sempre stata per avere meno tasse per i cittadini e sempre lo sarà. Noi continuiamo a difendere questa impostazione. (Applausi).
BORGHI Enrico (IV-C-RE). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BORGHI Enrico (IV-C-RE). Signora Presidente, la vicenda che si è appena consumata all'interno della Commissione bilancio ha un inevitabile impatto di carattere politico e di natura procedurale sui nostri lavori. Siamo dell'opinione che non si possa mettere tra parentesi questa vicenda e che occorra immediatamente procedere alla convocazione della Conferenza dei Capigruppo, senza indugio e senza aprire la discussione e le votazioni sul provvedimento all'ordine del giorno, perché la questione va ben oltre l'elemento in sé, che è già un elemento impegnativo dal punto di vista dell'impatto popolare e dell'equilibrio politico.
Sull'equilibrio politico la lettura è molto semplice: la Presidente del Consiglio ha ritenuto di dover assecondare la posizione di un suo alleato, la Lega, contro la posizione di un altro suo alleato, Forza Italia. (Applausi). È evidente che stanno iniziando una serie di segnali di fumo, di ballon d'essai, di messaggi incrociati all'interno della maggioranza, in vista probabilmente di una resa dei conti che non si circoscrive esclusivamente a quello che è accaduto questa mattina.
Signora Presidente, onorevoli colleghi, non possiamo chiudere gli occhi quantomeno su tre fenomeni macroscopici di rottura all'interno della maggioranza, che impongono una riflessione di carattere generale. Senza entrare nel merito di vicende che sono decisamente poco commendevoli e che abbiamo letto oggi sui giornali, quelle di uno scontro interno al partito della Premier sulle nomine, noi stiamo assistendo in queste ore ad uno scontro profondo tra la Lega e Forza Italia sul tema dell'assetto bancario, del futuro delle banche italiane e di operazioni di mercato che sono state annunciate. (Applausi). E tremiamo all'idea - se posso permettermi - che il vice premier Salvini si applichi sulle banche con la stessa dovizia con la quale si applica sui trasporti del nostro Paese. (Applausi). Ma su questa vicenda, che è una vicenda delicatissima, la maggioranza è spaccata.
La maggioranza è spaccata anche su un'altra questione, che si annuncia, che si riverbera, che preoccupa. Si annuncia l'emanazione da parte del Governo di un decreto-legge, l'ennesimo, che interviene in materia di giustizia e in materia penale sulla questione della cybersecurity e si dice che sia intenzione del Governo aumentare i poteri della procura nazionale antimafia in tale campo e in quello dei crimini informatici e cibernetici. Vi è sulla questione una spaccatura all'interno della maggioranza; Forza Italia, da una parte, e il resto della maggioranza, dall'altra. Oggi, mentre noi siamo qui, si sta compiendo la spaccatura politica più clamorosa agli occhi di tutta Europa. La Lega esprimerà infatti un voto contrario alla commissione di Ursula von der Leyen, al commissario Fitto e all'Italia.
Mi pare evidente che la vicenda della RAI è solo un'anticipazione e una fuoriuscita di un tema strutturale molto più profondo, che impone dal punto di vista politico una riflessione e, dal punto di vista procedurale, un'immediata ricalendarizzazione dei nostri lavori. (Applausi).
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signor Presidente, i miei colleghi Capigruppo dell'opposizione secondo me hanno fatto bene a stigmatizzare quello che sta accadendo in Commissione bilancio, peraltro quest'ultima ostaggio da diversi giorni di una sorta di ostruzionismo di maggioranza, chiamiamolo così. Ha fatto bene - e mi associo a questa considerazione - il presidente Boccia a chiedere il ritiro del provvedimento.
Capisco che da parte dei colleghi di maggioranza ci sia un tentativo di minimizzare quello che sta accadendo. Mi pare però che questo tentativo di minimizzazione non faccia i conti con la realtà. Peraltro da molte settimane, da molti mesi a questa parte, denunciamo questa modalità di lavoro delle forze del centrodestra. Come abbiamo detto molte volte, non andate avanti dando l'idea di un programma in qualche modo coeso, ma mettendo insieme le priorità delle varie forze politiche di maggioranza. Ciò si è visto in maniera plastica e clamorosa sui principali provvedimenti. Poi però, essendoci ancora in Italia, anche se forse non vi piace troppo, l'equilibrio dei poteri, molto saggiamente e fortunatamente, la Corte costituzionale ha clamorosamente bocciato alcuni punti salienti di una delle principali riforme che avete portato avanti, cioè la scellerata autonomia differenziata e, guarda caso, da quando è successo, si è inevitabilmente dovuta bloccare l'autonomia differenziata e sono arrivati stop su vari provvedimenti.
Si sta sgretolando il patto attorno al quale avevate costruito la tenuta della maggioranza, quel famoso scambio politico che noi forze di opposizione denunciamo da molti mesi a questa parte. Penso che la paralisi che sta avvenendo in questi giorni e in queste ore nei rami del Parlamento, abbia anche molto a che fare con il fatto che fin quando non si capisce come procederanno i principali provvedimenti della maggioranza parlamentare - l'autonomia differenziata, da una parte, e il premierato, dall'altra - ci sarà la guerriglia alla quale assistiamo tutti i giorni. Sono tutte cose comprensibili dal punto di vista politico, peccato però che questa guerriglia e questa paralisi incidano direttamente sul Paese.
Anche in questo caso, non fate propaganda a basso costo. Parliamo seriamente anche della vicenda del canone della RAI. Davvero qualcuno può sostenere ragionevolmente che l'operazione di propaganda portata avanti in maniera così smaccata e così clamorosa non incida comunque sulla fiscalità generale? Questi famosi 20 euro, a cui fa riferimento il senatore Borghi, al quale mi rivolgo Presidente, per suo tramite, si recuperano naturalmente dalla fiscalità generale, in un Paese in cui, come sappiamo, le tasse le pagano soltanto in pochi (Applausi) e le pagano sempre e solo i lavoratori dipendenti, perché una parte consistente del Paese continua purtroppo ad evadere.
Anche qui, vogliamo fare davvero una riflessione sulla RAI, senza propaganda? Vogliamo farla davvero una riflessione sulla RAI intesa come servizio pubblico, come bene comune? Ma davvero pensate che un tema grande come quello della RAI come servizio pubblico e come bene comune si possa affrontare semplicemente con un'operazione così smaccatamente propagandistica? Se ne vogliamo parlare seriamente, facciamolo, ma davvero evitiamo la propaganda a basso costo, quella degli 1,67 euro al mese, presentati per l'appunto come una grande riforma ma poi recuperati in un altro modo, dalla fiscalità generale. Dalle parti mie, questo si chiama gioco delle tre carte e fin quando lo si fa in qualche strada del nostro Paese, ancora ancora, fa anche sorridere, ma francamente quando lo si fa in Parlamento davvero sconcerta. (Applausi).
Saluto alla delegazione di un'associazione di volontariato
PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i rappresentanti dell'associazione Valco15 di Pontenure, in provincia di Piacenza, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).
Sull'ordine dei lavori
GASPARRI (FI-BP-PPE). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GASPARRI (FI-BP-PPE). Signor Presidente, sono stati evocati innumerevoli argomenti, dal voto sulla nuova Commissione europea al provvedimento ancora non adottato sulla giustizia e sui poteri della magistratura e delle realtà investigative, al decreto sulla RAI, quindi potremmo parlare per ore sull'universo mondo e portare altri argomenti a piacere. Comprendo gli interventi dell'opposizione, probabilmente a ruoli invertiti avrei fatto gli stessi interventi, quindi non mi meraviglio assolutamente, ognuno deve fare la sua parte. Vorrei però rilevare che la maggioranza è assolutamente operativa e coesa su tutti i provvedimenti. Lo vedremo tra qualche minuto quando sarà varato un provvedimento ampiamente atteso dal Paese quale quello che riguarda l'accesso alla facoltà di medicina e ringrazio fin d'ora il ministro Bernini che vedo disciplinatamente al suo posto per questa misura che riguarda le famiglie, gli studenti e le persone e non gli argomenti da Palazzo in cui vi immergete; rilevo, inoltre, che il decreto fiscale sta andando avanti; mi risulta che poco fa si sia arrivati all'esame dell'articolo 8, quindi il mio Gruppo non è affatto favorevole a sospendere l'esame del decreto come proposto dal senatore Boccia; l'esame del provvedimento è andato avanti e poco fa è stato prorogato il concordato fiscale, che porterà soldi allo Stato e vantaggi alle imprese e alle famiglie. Votatele queste misure, invece di fare lo show intorno ad altri argomenti.
Quindi, noi andiamo serenamente avanti sui temi della giustizia, delle riforme, del fisco, dell'economia, della legge di bilancio e anche dell'Unione europea, dove l'Italia avrà un Vice Presidente esecutivo che i vostri Governi non hanno ottenuto perché non avevano peso in Europa (Applausi). Questa è la realtà: è stata ottenuta la Vice Presidenza con la coesione di tutti, in qualsiasi Gruppo europeo siano collocati (mi risulta che anche voi siate collocati in Gruppi europei diversi), con l'impegno della Presidente del Consiglio, del vice presidente Tajani, del Partito popolare europeo, dei conservatori e di tutti quelli che hanno visto, con la designazione di un Vice Presidente esecutivo, un successo italiano che altri non hanno avuto. Se poi volete parlare dei poteri della super procura antimafia, ne parliamo quando volete, anche in Aula. Noi aspettiamo ancora che persone come Cafiero De Raho decidano se stare in Commissione antimafia, visto che li convoca la procura della Repubblica di Perugia. (Applausi). È stato convocato dalla procura della Repubblica di Perugia, quindi fanno tutto loro.
Per quanto riguarda il canone, se vi interessa, la posizione del Gruppo Forza Italia non è nuova. Comprendo la posizione dei colleghi, che rispetto e con i quali ho discusso, ma si sta discutendo se portare da 90 a 70 euro il canone della RAI, che si traduce in 50 centesimi a italiano al mese e in 1,6 euro a famiglia: una riduzione di tasse, ma non enorme. Il canone è una tassa di scopo. Ebbene, per sostenere la RAI e il servizio pubblico - cosa che anche voi auspicate, a meno che non vogliate affossare la RAI, ma noi vogliamo sostenere il servizio pubblico - lo Stato, come è successo l'anno scorso, deve dare 430 milioni di soldi pubblici alla RAI.
Noi riteniamo che sia una partita di giro. Da un lato il singolo cittadino ha un piccolo vantaggio, poi il canone si paga con la bolletta elettrica, non si va più nemmeno a fare la coda alla posta come un tempo, quindi non ci si accorge di una riduzione lieve del prelievo in bolletta, ma lo Stato deve rifondere con soldi che prende da quello che i cittadini versano nella fiscalità generale. Tutto qui. Abbiamo un punto di vista che esprimiamo da tempo, sul quale abbiamo mantenuto una posizione; non siamo d'accordo, non è su questo che si fonda il patto di Governo. Il patto di Governo si fonda anche sul taglio delle tasse che noi faremo con il cuneo fiscale, che è finalizzato ad aumentare il reddito reale. Votate a favore di queste misure! Voi, invece, votate contro il reddito delle famiglie e fate gli scioperi con i vostri sindacati quando l'occupazione cresce e la disoccupazione cala.
La maggioranza c'è, voi avete sperperato soldi con il reddito di cittadinanza e con i bonus non finanziati; la maggioranza c'è e ha la propria libertà di pensiero; pertanto, dite pure quello che volete, noi andremo avanti (Commenti).
PRESIDENTE. Presidente Gasparri, magari usi la cortesia di rivolgersi anche alla Presidenza ogni tanto, magari non sempre. (Commenti).
GASPARRI (FI-BP-PPE). Signor Presidente, dica al senatore Nicita che noi abbiamo votato per la nostra posizione, è lui che ha votato con noi. Se loro votassero sempre come Forza Italia, si troverebbero meglio e sosterrebbero il Governo Meloni insieme a Forza Italia.
Noi siamo contrari a sospendere la discussione del decreto-legge fiscale; la Conferenza dei Capigruppo lo calendarizzerà, si voterà - penso - la questione di fiducia e sarà un buon provvedimento perché, insieme alla manovra, prevede il taglio del cuneo fiscale, più occupazione e altri interventi. Voi votate per le tasse, mentre noi le tasse le tagliamo. Buon lavoro. (Applausi).
PRESIDENTE. Sono intervenuti rappresentanti di tutti i Gruppi; vedo dai cenni del presidente Malan che non intende intervenire.
Colleghi, sono quasi le ore 12,10; avevamo già previsto che alle ore 12,30 avremmo sospeso i nostri lavori per la Conferenza dei Capigruppo. Questa decisione era stata presa prima che stamattina fosse avanzata la richiesta di una sospensione per consentire alla 5a Commissione di proseguire i propri lavori; lavori che mi sembra siano ancora in corso. Pertanto, direi che è comunque necessario e indispensabile acquisire ulteriori elementi con la Conferenza dei Capigruppo e stabilire come proseguire i nostri lavori.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà all'esito della Conferenza dei Capigruppo, che ci darà anche una roadmap più precisa per poter lavorare tutti meglio.
(La seduta, sospesa alle ore 12,08, è ripresa alle ore 13,26).
Presidenza del vice presidente CASTELLONE
Sospendo nuovamente la seduta fino alle ore 15.
(La seduta, sospesa alle ore 13,26, è ripresa alle ore 15,04).
Presidenza del vice presidente CENTINAIO
Disegni di legge, trasmissione dalla Camera dei deputati
PRESIDENTE. Comunico che è stato trasmesso dalla Camera dei deputati il seguente disegno di legge:
«Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145, recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali» (1310).
Sui lavori del Senato
PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha approvato modifiche al calendario vigente e il nuovo calendario dei lavori fino al 9 gennaio.
Nella seduta di oggi proseguirà, fino alla sua conclusione, l'esame del disegno di legge di delega al Governo per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di medicina e chirurgia.
Domani, a partire dalle ore 9, avrà luogo la votazione a scrutinio segreto mediante schede per l'elezione di un senatore Segretario. Dopo la chiama le urne rimarranno aperte fino alle ore 12.
Alle ore 11 saranno esaminati rendiconto 2023 e bilancio interno 2024 del Senato.
Seguirà la discussione del decreto-legge in materia di misure economiche e fiscali. Secondo quanto anticipato dal Governo, si è stabilito che, dopo la posizione della questione di fiducia, si procederà direttamente alle dichiarazioni di voto, alle quali seguirà la chiama.
Il sindacato ispettivo e il question time già previsti per domani non avranno luogo.
Nella settimana dal 3 al 5 dicembre saranno discussi i decreti-legge su lavoratori stranieri e flussi migratori e in materia di tutela ambientale. Secondo quanto anticipato dal Governo, si è stabilito che, dopo la posizione della questione di fiducia, si passerà per ciascuno dei provvedimenti direttamente alle dichiarazioni di voto, alle quali seguirà la chiama.
Giovedì 5 dicembre, alle ore 15, avrà luogo il question time.
Nella settimana dal 10 al 12 dicembre saranno discussi i seguenti argomenti: legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023; disegno di legge su libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare; disegno di legge, collegato alla manovra di finanza pubblica, in materia di lavoro; istituzione di una Commissione monocamerale di inchiesta sul sistema bancario e finanziario.
Giovedì 12 dicembre, alle ore 15, avrà luogo il question time.
Nella settimana del 16 dicembre, che prevede sedute senza orario di chiusura fino a sabato 21, se necessario, saranno discussi il decreto-legge in materia di lavoro, università e PNRR e il disegno di legge di bilancio per l'esercizio finanziario 2025. L'articolazione della sessione di bilancio sarà stabilita in relazione ai tempi di trasmissione dalla Camera dei deputati. A tale riguardo, sono previste sedute senza orario di chiusura anche nella settimana dal 23 al 28 dicembre.
Mercoledì 18 dicembre, alle ore 10, si terrà la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre 2024. Il testo delle comunicazioni stesse, dopo l'illustrazione presso la Camera dei deputati, sarà consegnato in Senato dalla presidente Meloni martedì 17, orientativamente intorno alle ore 11.
Dopo le festività di fine anno, l'Assemblea tornerà a riunirsi mercoledì 8 gennaio, alle ore 11, con la discussione di ratifiche di accordi internazionali, dei disegni di legge, dalla sede redigente, concernenti l'istituzione delle Giornate degli internati italiani nei campi di concentramento e della cittadinanza digitale, nonché, ove concluso dalle Commissioni, con la discussione del disegno di legge in materia di morte medicalmente assistita.
Giovedì 9 gennaio avranno luogo il sindacato ispettivo e, alle ore 15, il question time.
Il calendario potrà essere integrato con deliberazioni concernenti proposte della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari di attivazione di conflitti di attribuzione.
Programma dei lavori dell'Assemblea
PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, riunitasi oggi, con la presenza dei Vice Presidenti del Senato e con l'intervento del rappresentante del Governo, ha adottato - ai sensi dell'articolo 53 del Regolamento - il seguente programma dei lavori del Senato per i mesi di novembre e dicembre 2024:
- Disegni di legge nn. 915, 916, 942, 980 e 1002 - Delega al Governo per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria (voto finale con la presenza del numero legale)
- Doc. VIII, n. 3 - Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2023
- Doc. VIII, n. 4 - Progetto di bilancio interno del Senato per l'anno finanziario 2024
- Disegno di legge n. … - Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023 (ove approvato dalla Camera dei deputati)
- Disegno di legge n. 1273 - Disposizioni per l'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonché di proroga della delega di cui all'articolo 9, comma 15, della legge 28 aprile 2022, n. 46
- Disegno di legge n. 1264 - Disposizioni in materia di lavoro (approvato dalla Camera dei deputati) (collegato alla manovra di finanza pubblica) (voto finale con la presenza del numero legale)
- Doc. XXII, n. 14 e connesso - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo, con particolare riguardo alla tutela dei risparmiatori
- Disegno di legge n. 1239 - Istituzione della Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la seconda Guerra mondiale (approvato dalla Camera dei deputati) (dalla sede redigente)
- Disegno di legge n. 1123 - Istituzione della Giornata nazionale della cittadinanza digitale (dalla sede redigente)
- Disegno di legge n. 104 - Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita (ove concluso dalle Commissioni)
- Disegno di legge n. 125 - Disciplina dell'attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi (dalla sede redigente) (ai sensi dell'articolo 53, comma 3, del Regolamento)
- Disegno di legge n. 943 - Introduzione dell'educazione sentimentale, sessuale e affettiva nelle scuole (dalla sede redigente) (ai sensi dell'articolo 53, comma 3, del Regolamento)
- Disegno di legge n. 6 - Modifiche al codice penale in materia di contrasto dell'istigazione all'odio e alla discriminazione di genere (dalla sede redigente) (ai sensi dell'articolo 53, comma 3, del Regolamento)
- Elezione di organi collegiali
- Disegni di legge di conversione di decreti-legge
- Ratifiche di accordi internazionali
- Documenti di bilancio
- Mozioni
- Interpellanze e interrogazioni
- Documenti definiti dalla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari
Calendario dei lavori dell'Assemblea
PRESIDENTE. Nel corso della stessa riunione, la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari ha altresì adottato - ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento - modifiche al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori dell'Assemblea fino al 9 gennaio:
Mercoledì | 27 | novembre | h. 10 | - Seguito disegni di legge nn. 915, 916, 942, 980 e 1002 - Delega al Governo per la revisione delle modalità di accesso ai corsi in medicina e chirurgia (voto finale con la presenza del numero legale)
- Votazione per l'elezione di un Senatore Segretario (votazione a scrutinio segreto mediante schede)* (giovedì 28, ore 9)
- Doc. VIII, nn. 3 e 4 - Rendiconto 2023 e Bilancio interno 2024 del Senato (giovedì 28, ore 11)
- Disegno di legge n. 1274 - Decreto-legge n. 155, Misure economiche e fiscali (scade il 18 dicembre) |
Giovedì | 28 | " | h. 9 | |
Venerdì | 29 | " | h. 9 (se necessaria) |
* Dopo la chiama le urne rimarranno aperte fino alle ore 12.
Il Parlamento in seduta comune è convocato giovedì 28 novembre, alle ore 9, per l'elezione di quattro giudici della Corte costituzionale. Voteranno per primi gli onorevoli deputati.
Martedì | 3 | dicembre | h. 16,30 | - Eventuale seguito argomenti non conclusi
- Disegno di legge n. 1310 - Decreto-legge n. 145, Lavoratori stranieri e flussi migratori (approvato dalla Camera dei deputati) (scade il 10 dicembre)
- Disegno di legge n. 1272 - Decreto-legge n. 153, Tutela ambientale (scade il 16 dicembre)
- Interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (giovedì 5, ore 15) |
Mercoledì | 4 | " | h. 10 | |
Giovedì | 5 | " | h. 10 |
I termini di presentazione degli emendamenti ai disegni di legge nn. 1310 (Decreto-legge n. 145, Lavoratori stranieri e flussi migratori) e 1272 (Decreto-legge n. 153, Tutela ambientale) saranno stabiliti in relazione ai lavori delle Commissioni.
Martedì | 10 | dicembre | h. 16,30 | - Eventuale seguito argomenti non conclusi
- Disegno di legge n. … - Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023 (ove approvato dalla Camera dei deputati)
- Disegno di legge n. 1273 - Libertà sindacale personale Forze armate e Forze di polizia a ordinamento militare, nonché proroga di delega legislativa
- Disegno di legge n. 1264 - Disposizioni in materia di lavoro (approvato dalla Camera dei deputati) (collegato alla manovra di finanza pubblica) (voto finale con la presenza del numero legale)
- Doc. XXII, n. 14 e connesso - Istituzione di una Commissione monocamerale di inchiesta sul sistema bancario e finanziario
- Interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (giovedì 12, ore 15) |
Mercoledì | 11 | " | h. 10 | |
Giovedì | 12 | " | h. 10 |
I termini di presentazione degli emendamenti ai disegni di legge nn. … (Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023) e 1264 (Disposizioni in materia di lavoro) saranno stabiliti in relazione ai lavori delle Commissioni.
Gli emendamenti al disegno di legge n. 1273 (Libertà sindacale personale Forze armate e Forze di polizia a ordinamento militare) dovranno essere presentati entro le ore 10 di giovedì 5 dicembre.
Lunedì | 16 | dicembre | h. 16,30 | - Eventuale seguito argomenti non conclusi
- Disegno di legge n. … - Decreto-legge n. 160, Lavoro, università e PNRR (ove approvato dalla Camera dei deputati) (scade il 27 dicembre)
- Consegna del testo delle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre 2024* (martedì 17, ore 11)
- Discussione sulle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre 2024 (mercoledì 18, ore 10)
- Comunicazioni del Presidente, ai sensi dell'articolo 126, comma 4, del Regolamento, sul contenuto del disegno di legge di Bilancio* (ove il disegno di legge di Bilancio sia trasmesso in tempo utile dalla Camera dei deputati)
- Disegno di legge n. … - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027 (ove approvato dalla Camera dei deputati) (voto finale con la presenza del numero legale) |
Martedì | 17 | " | h. 10 | |
Mercoledì | 18 | " | h. 10 | |
Giovedì | 19 | " | h. 10 | |
Venerdì | 20 | " | h. 10 | |
Sabato | 21 | " | h. 10 (se necessaria) |
Il termine di presentazione degli emendamenti al disegno di legge n. … (Decreto-legge n. 160, Lavoro, università e PNRR) sarà stabilito in relazione ai lavori della Commissione.
Gli orari delle sedute della settimana dovranno tener conto degli orari della cerimonia degli auguri di fine anno al Capo dello Stato (17 dicembre, ore 18) e della cerimonia degli auguri alla stampa parlamentare.
* L'articolazione della sessione di bilancio sarà stabilita in relazione ai tempi di trasmissione del disegno di legge dalla Camera dei deputati.
Lunedì | 23 | dicembre | h. 10 | - Eventuale seguito disegno di legge … - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027 (ove approvato dalla Camera dei deputati) (voto finale con la presenza del numero legale) |
Martedì | 24 | " | h. 10 | |
Venerdì | 27 | " | h. 10 | |
Sabato | 28 | " | h. 10 (se necessaria) |
Mercoledì | 8 | gennaio | h. 11 | - Eventuale seguito argomenti non conclusi
- Ratifiche di accordi internazionali
- Disegno di legge n. 1239 - Istituzione della Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi (approvato dalla Camera dei deputati) (dalla sede redigente)
- Disegno di legge n. 1123 - Istituzione della Giornata nazionale della cittadinanza digitale (dalla sede redigente)
- Disegno di legge n. 104 - Disposizioni in materia di morte medicalmente assistita (ove concluso dalle Commissioni)
- Sindacato ispettivo (giovedì 9)
- Interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (giovedì 9, ore 15) |
Giovedì | 9 | " | h. 10 |
Il termine di presentazione degli emendamenti al disegno di legge n. 104 (Disposizioni in materia di morte medicalmente assistita) sarà stabilito in relazione ai lavori delle Commissioni.
Il calendario potrà essere integrato con deliberazioni concernenti proposte della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari di attivazione di conflitti di attribuzione.
Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1274
(Decreto-legge n. 155, Misure economiche e fiscali)
(Gruppi 4 ore, escluse dichiarazioni di voto)
FdI |
| 50' |
PD-IDP |
| 35' |
L-SP-PSd'AZ |
| 30' |
M5S |
| 29' |
FI-BP-PPE |
| 25' |
Misto |
| 19' |
IV-C-RE |
| 18' |
Aut (SVP-PATT, Cb) |
| 17' |
Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE |
| 17' |
Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1310
(Decreto-legge n. 145, Lavoratori stranieri e flussi migratori)
(Gruppi 3 ore, escluse dichiarazioni di voto)
FdI |
| 38' |
PD-IDP |
| 26' |
L-SP-PSd'AZ |
| 23' |
M5S |
| 21' |
FI-BP-PPE |
| 19' |
Misto |
| 14' |
IV-C-RE |
| 14' |
Aut (SVP-PATT, Cb) |
| 13' |
Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE |
| 13' |
Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1272
(Decreto-legge n. 153, Tutela ambientale)
(Gruppi 4 ore, escluse dichiarazioni di voto)
FdI |
| 50' |
PD-IDP |
| 35' |
L-SP-PSd'AZ |
| 30' |
M5S |
| 29' |
FI-BP-PPE |
| 25' |
Misto |
| 19' |
IV-C-RE |
| 18' |
Aut (SVP-PATT, Cb) |
| 17' |
Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE |
| 17' |
Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1264
(Disposizioni in materia di lavoro)
(Gruppi 3 ore, escluse dichiarazioni di voto)
FdI |
| 38' |
PD-IDP |
| 26' |
L-SP-PSd'AZ |
| 23' |
M5S |
| 21' |
FI-BP-PPE |
| 19' |
Misto |
| 14' |
IV-C-RE |
| 14' |
Aut (SVP-PATT, Cb) |
| 13' |
Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE |
| 13' |
Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. …
(Decreto-legge n. 160, Lavoro, università e PNRR)
(Gruppi 3 ore, escluse dichiarazioni di voto)
FdI |
| 38' |
PD-IDP |
| 26' |
L-SP-PSd'AZ |
| 23' |
M5S |
| 21' |
FI-BP-PPE |
| 19' |
Misto |
| 14' |
IV-C-RE |
| 14' |
Aut (SVP-PATT, Cb) |
| 13' |
Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE |
| 13' |
Ripartizione dei tempi per la discussione
sulle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri
in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre 2024
(3 ore e 30 minuti, incluse dichiarazioni di voto)
Governo |
| 30' |
Gruppi 3 ore, di cui: |
|
|
FdI |
| 38' |
PD-IDP |
| 26' |
L-SP-PSd'AZ |
| 23' |
M5S |
| 21' |
FI-BP-PPE |
| 19' |
Misto |
| 14' |
IV-C-RE |
| 14' |
Aut (SVP-PATT, Cb) |
| 13' |
Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE |
| 13' |
Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. …
(Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025
e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027)
(13 ore, escluse dichiarazioni di voto)
Relatori di maggioranza |
| 40' |
Relatori di minoranza |
| 40' |
Governo |
| 40' |
Votazioni | 3 h. |
|
Gruppi 8 ore, di cui: |
|
|
FdI | 1 h. | 40' |
PD-IDP | 1 h. | 10' |
L-SP-PSd'AZ | 1 h. | 1' |
M5S |
| 57' |
FI-BP-PPE |
| 50' |
Misto |
| 37' |
IV-C-RE |
| 36' |
Aut (SVP-PATT, Cb) |
| 35' |
Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE |
| 34' |
Seguito della discussione dei disegni di legge:
(915) BUCALO ed altri. - Modifiche alla legge 2 agosto 1999, n. 264, in materia di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia
(916) ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA. - Modifiche alla legge 2 agosto 1999, n. 264, in materia di abolizione del numero chiuso o programmato per l'accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e delle professioni sanitarie
(942) MARTI ed altri. - Modifica alla legge 2 agosto 1999, n. 264, in materia di accesso alla facoltà di medicina e chirurgia e delega al Governo per l'organizzazione delle attività formative universitarie della facoltà medesima
(980) FAZZONE ed altri. - Disposizioni in materia di abolizione del numero chiuso o programmato per l'accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e delle professioni sanitarie
(1002) ZAMBITO ed altri. - Delega al Governo in materia di accesso ai corsi universitari di area sanitaria
(Votazione finale qualificata ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento) (Relazione orale) (ore 15,08)
Approvazione, con modificazioni, in un testo unificato, con il seguente titolo: Delega al Governo per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione dei disegni di legge nn. 915, 916, 942, 980 e 1002.
Ricordo che nella seduta di ieri il relatore ha svolto la relazione orale e hanno avuto luogo la discussione generale e le repliche del relatore e del rappresentante del Governo.
Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.
Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato proposto dalla Commissione.
Procediamo all'esame dell'articolo 1, sul quale è stato presentato un emendamento, che si intende illustrato e su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
ZAFFINI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento 1.100.
BERNINI, ministro dell'università e della ricerca. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.100.
CASTELLONE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, vorrei chiarire il perché del nostro voto contrario all'emendamento 1.100, che fa riferimento a un punto che abbiamo voluto inserire noi in questo disegno di legge delega, al fine di prevedere che ci sia una programmazione del fabbisogno di medici in base al fabbisogno di salute della popolazione. Per queste ragioni siamo contrari all'abrogazione di questa parte della delega.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.100, presentato dalla senatrice Sbrollini.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 1.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'articolo 2, sul quale sono stati presentati emendamenti e un ordine del giorno, che invito i presentatori ad illustrare.
CRISANTI (PD-IDP). Signor Presidente, vorrei spiegare la ratio dell'emendamento 2.1 che, tra l'altro, è stato anche supportato dalle parole di ieri della signora Ministro, la quale ci ha detto di aver già iniziato la consultazione con dei gruppi di lavoro, e ciò chiaramente manifesta la complessità del compito che lei e i suoi collaboratori avete davanti.
Il provvedimento in esame impatta non solo sulla facoltà di medicina, ma anche sulle facoltà di veterinaria, di odontoiatria e su moltissime altre facoltà biomediche, con il ridisegnamento degli ordini degli studi di moltissime facoltà. Noi vorremmo che ciò sia fatto bene piuttosto che in fretta e, quindi, l'emendamento 2.1 ha lo scopo di offrire un aiuto, di dare più tempo per arrivare a un'attuazione della norma che sia efficace e non debba costringere le università e gli studenti a una grande sofferenza organizzativa.
CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, in questo articolo in realtà c'è il cuore di questo disegno di legge delega e, quindi, alcuni degli emendamenti presentati sono per noi fondamentali.
Il primo è l'emendamento 2.9: per spiegarlo anche ai colleghi che non sono di questo ambito, il disegno di legge al nostro esame farà sì che ci sia un semestre comune a diversi corsi di studi; poi sarà il Ministero a decidere quali sono i corsi di studi che verranno inseriti nel semestre comune. C'è un punto però da considerare: mentre oggi a medicina entrano 20.000 studenti, con la modifica si dovranno seguire in questo primo semestre circa 90.000 studenti; questi sono quelli che ogni anno provano ad accedere alla facoltà di medicina. È chiaro che al momento - per come è il nostro sistema universitario - non ci sono né i docenti, né le aule, né sono state stanziate le risorse per fare questo. Allora, noi vediamo all'orizzonte un grande rischio e, cioè un'apertura alle lauree telematiche, cioè ai corsi di studio telematici che potranno venire in soccorso se non si riesce a rafforzare tutta l'infrastruttura che dovrà prevedere di seguire gli studenti che si iscriveranno al primo semestre.
Per tale ragione avevamo depositato l'emendamento 2.9, che chiedeva proprio questo: va bene inserire e mettere in rete diversi corsi di studio, però escludiamo tutte le lauree telematiche. In Commissione il parere del Governo è stato contrario, con una motivazione che non può giustificare la contrarietà. La motivazione è che oggi le lauree in medicina non sono accreditate per le lauree telematiche. Non ci sono università telematiche con l'accreditamento per medicina. Il punto, però, è che, facendo un semestre comune a diversi corsi di studio, rientreranno tutte quelle università telematiche che invece hanno l'accreditamento, per esempio, per biologia, per farmacia, per biotecnologia. Non sappiamo quali saranno i corsi affini, ma c'è il rischio che corsi telematici accreditati per altre discipline scientifiche possano entrare. Allora, aver bocciato questa proposta significa tradire - a nostro avviso - un'intenzione.
Passo all'emendamento 2.101, che tratta un'altra criticità di questo disegno di legge. Come verrà fatta la nuova graduatoria per l'accesso a medicina? Verrà fatta in base al superamento degli esami del primo semestre. Per noi è fondamentale che non siano i singoli docenti a dare un voto per il superamento, ma siano dei test nazionali; altrimenti succederà che ci sarà troppa discrezionalità non solo tra università e università, ma anche tra docente e docente. Noi avevamo quindi chiesto di inserire che gli esami del primo semestre venissero fatti secondo standard nazionali e in forma scritta: per noi questo è un punto importante. Devo riconoscere che è stato inserito nel testo che si seguiranno degli standard nazionali, come noi chiedevamo; non è stato specificato che la modalità di svolgimento sarà in forma scritta. Per noi questo è importante, perché altrimenti davvero si rischia che sia il singolo docente a decidere chi debba avere un voto alto per entrare a medicina e chi no.
Passo a un altro emendamento che affronta un altro punto critico del disegno di legge delega, che è quello delle risorse. L'emendamento 2.112 chiede che vengano stanziate risorse anche per garantire più borse di studio e più alloggi universitari. Anche in questo caso riconosco l'impegno di ieri della Ministra che ha specificato in Aula che verranno stanziate risorse per riuscire a riconoscere il diritto allo studio a un numero maggiore di studenti. A nostro avviso, però, andava inserito già nella legge delega.
Infine, l'emendamento 2.121 riguarda la programmazione del pre e postlaurea. Noi abbiamo inserito - e di questo ringrazio il Ministro, il Governo tutto, il relatore e il presidente Marti - all'interno del provvedimento la previsione per cui gli ingressi e le uscite da medicina saranno in qualche modo programmate in parallelo. Tuttavia, a nostro avviso, andrebbe specificato un sostegno maggiore per gli ambiti di specializzazione carenti, ma spero che ciò verrà fatto con un successivo provvedimento. (Applausi).
ZAMBITO (PD-IDP). Signor Presidente, vorrei illustrare molto rapidamente tre emendamenti che mi sembrano tra i più interessanti e su cui richiamare l'attenzione di chi ci ascolta, e soprattutto del Ministro.
L'emendamento 2.116 prende in considerazione un problema che abbiamo sempre sottoposto al Governo, fin da quando ci siamo messi a lavorare su questi provvedimenti. Il punto è che possiamo anche occuparci della riforma dell'accesso a medicina, ma questa dovrebbe andare di pari passo con la riforma delle scuole di specializzazione, per garantire un'uniforme distribuzione dei posti di formazione specialistica su tutto il territorio nazionale, anche in relazione alle singole aree di specializzazione.
La Ministra sa bene - lo dico a chi ci ascolta - che in questo momento abbiamo in Italia un problema enorme, perché molti posti di alcune tipologie di scuole di specializzazione risultano vacanti. Noi abbiamo quindi bisogno di quei medici e della loro formazione, soprattutto in alcune aree in cui mancano maggiormente.
Credo che l'emendamento, che prevede l'aggiunta di un comma e che sottintende l'impegno ad occuparsene, avrebbe potuto tutto sommato ricevere il parere favorevole del Governo e non abbiamo capito il motivo per cui è stato invece espresso parere contrario.
Degno di menzione è altresì l'emendamento 2.122, che prevede che gli insegnamenti qualificanti del primo anno (e non del primo semestre, come previsto nel testo del provvedimento) siano a prevalente carattere teorico - chiaramente non possiamo far accedere 90.000 persone nei laboratori o a insegnamenti diversi da quelli teorici - ed escludendo che avvengano in modalità telematica.
Come ho già detto ieri a lei Ministra, - tramite il Presidente - quello che ci preoccupa di più in questo momento è che senza risorse, adeguati spazi e l'assunzione di nuovo personale, è impossibile accogliere 90.000 studenti nelle nostre università. La distribuzione fra vari corsi di studio è una soluzione adeguata. Può darsi che il Governo abbia in mente questa prospettiva e, quindi, ci chiediamo perché non avete voluto accogliere questo emendamento, escludendo categoricamente che questi insegnamenti possano essere tenuti in modalità telematica.
Se questo emendamento venisse approvato, sarebbe una garanzia per tutti quegli studenti che nel 2021 sono stati costretti dal Covid a stare in casa, davanti a un monitor, anziché andare a scuola.
Come ho detto ieri, pensare anche lontanamente che una possibile soluzione per quegli studenti sia di seguire il primo semestre davanti a un monitor a casa sarebbe un disastro. Questo emendamento esclude questa possibile eventualità. Se è davvero nella volontà del Governo evitare che gli studenti non stiano davanti a un monitor, ma stiamo nelle aule, io non capisco perché non sia stato accolto questo emendamento.
Il fatto di rifiutarlo tradisce la volontà del Governo di avere una tale eventualità, la quale poteva essere scongiurata semplicemente approvando questo emendamento, che poteva essere riformulato sul semestre, anziché sul primo anno, come avevamo proposto noi.
L'altro emendamento che vorrei sottolineare è il 2.123, che non fa altro che impegnare il Governo a stanziare le risorse. Quando noi abbiamo parlato di risorse, tutti i colleghi della maggioranza hanno detto che a un disegno di legge delega non vanno assegnate le risorse. Io sono alla prima legislatura e mi sono fidata. Però, un conto è prevedere oggi le risorse, scrivere da dove si prendono e quali sono i capitoli; un conto è fare quello che abbiamo proposto noi, con un emendamento che impegna semplicemente il Ministero a mettere le risorse.
Questa cosa fa il paio con quello che lei, Ministro, ha detto ieri. Lei ha assicurato che, nel prosieguo del ragionamento sulla organizzazione, saranno messe le adeguate risorse. Signor Ministro, se lei assicura questo, perché la sua maggioranza non approva questo emendamento che impegna il Governo a mettere le adeguate risorse? Forse solo perché l'ha proposto la minoranza? Ma io lo regalo alla maggioranza! Lo firmino loro questo emendamento e lo approvino! (Applausi).
PRESIDENTE. I restanti emendamenti e l'ordine del giorno si intendono illustrati.
Invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sull'ordine del giorno in esame.
ZAFFINI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 2.
BERNINI, ministro dell'università e della ricerca. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 2.1.
CASTELLONE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, intervengo per spiegare perché votiamo contro questo emendamento.
Noi pensiamo che dare più tempo per la legge delega sia un danno per gli studenti, che resterebbero, in questo caso, per due anni in attesa della riforma. Noi, invece, riteniamo che un anno debba essere più che sufficiente per dare certezza di quale sia il nuovo percorso di accesso. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 2.1, presentato dal senatore Crisanti e da altri senatori, fino alle parole «con le seguenti:».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 2.2.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.4, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 2.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signor Presidente, io ho chiesto di fare la dichiarazione di voto sull'emendamento 2.3, perché è l'unico che la mia forza politica ha presentato.
Io credo che sia un emendamento importante, nel senso che, su di esso, si capirà effettivamente qual è l'orientamento di quest'Assemblea.
L'emendamento 2.3 - penso che la signora Ministra lo sappia bene - abolisce il numero chiuso e lo abolisce davvero, quindi senza la questione dei sei mesi e la selezione posticipata; qui c'è esattamente l'abolizione del numero chiuso, attraverso la soppressione di una serie di lettere dell'articolo. E c'è esattamente quella che è la battaglia storica dei movimenti studenteschi, dei collettivi, delle associazioni, cioè di tutti quelli che all'interno delle università in tutti questi anni - perché la battaglia contro il numero chiuso a medicina attraversa gli atenei italiani da molti anni a questa parte - ritengono - e secondo noi lo ritengono giustamente - che il numero chiuso è un drammatico strumento selettivo, peraltro profondamente classista, e chiedono di poter immaginare l'ingresso alla facoltà di medicina in un'altra maniera rispetto a come è accaduto in tutti questi decenni.
Nell'emendamento naturalmente vengono previste delle coperture e soprattutto viene previsto un investimento strutturale, perché - e questo è il vero punto debole del vostro provvedimento, che non abolisce evidentemente il numero chiuso - questo non si può fare se non si incrementano i finanziamenti. Abolire il numero chiuso pensando che i finanziamenti restino gli stessi è impossibile. E infatti, questo vostro provvedimento, che - come sappiamo - è ad invarianza di bilancio, il numero chiuso non lo abolisce. Noi invece lo vogliamo fare: è una battaglia storica della mia forza politica e una battaglia che Alleanza Verdi e Sinistra sposa in pieno, quella per l'appunto dei gruppi studenteschi, dei movimenti e delle associazioni che da anni hanno dato vita a comitati che in tutta Italia lottano su questo.
È un emendamento che perlomeno penso che consentirà di fare chiarezza. Non pretendo che tutti lo votino, perché so bene che sul numero chiuso ci sono pareri discordanti, ma pretendo e chiedo che ogni forza politica si prenda la responsabilità delle proprie azioni. Si può certamente essere a favore del numero chiuso - ed io non sono a favore del numero chiuso - ma l'unica cosa che non si può fare è dire che si è contro il numero chiuso e poi invece nella pratica continuare ad essere d'accordo.
Anche questa riforma viene raccontata dalla stampa come l'abolizione del numero chiuso. Leggo gli articoli dei giornali: «Orizzontescuola» titola a nove colonne: medicina: addio a numero chiuso; un altro giornale: medicina, stop al numero chiuso. Ecco, non stiamo parlando di questo: stiamo parlando di altro.
Spero davvero che sull'emendamento 2.3 ogni forza politica voti in piena coscienza. Chi vota questo emendamento può dire effettivamente di essere contro il numero chiuso, perché esso lo supera e lo abolisce. Chi non lo vota perlomeno ci risparmi la retorica. (Applausi).
CASTELLONE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, noi condividiamo una parte di questo emendamento, ma non tutto l'impianto. Mentre, da un lato, appoggiamo la richiesta di reperire più risorse, dall'altro dire però che si abolisce tout court il numero chiuso e confondere il numero chiuso con il numero programmato è un grave errore. Abbiamo una direttiva europea che chiede a tutti gli Stati europei di programmare il numero di professionisti e di medici che operano in sanità in accordo al fabbisogno di salute della popolazione. Quindi l'Italia, come tutti gli altri Paesi europei, deve garantire una programmazione dei medici che ci saranno in futuro.
Quello che abolisce questo provvedimento non è il numero chiuso, bensì l'attuale test di ammissione a medicina, mentre garantisce e continua a garantire una programmazione. A nostro avviso, chi conosce il sistema di formazione medica in Italia riconosce che c'è una qualità altissima, che noi non siamo disposti a barattare dicendo che si può accedere alle facoltà di medicina senza alcuna programmazione e mettendo a rischio la qualità della formazione.
Questo è il motivo per cui noi ci asteniamo sul testo in esame. (Applausi).
Saluto a rappresentanze di studenti
PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto comprensivo «John Dewey» di San Martino in Pensilis, in provincia di Campobasso, che stanno assistendo ai nostri lavori. Benvenuti. (Applausi).
Salutiamo anche i docenti e gli studenti dell'Istituto di istruzione superiore «Buontalenti-Cappellini-Orlando» di Livorno, che stanno assistendo ai nostri lavori. Benvenuti. (Applausi).
Ripresa della discussione del disegno di legge
n. 915-916-942-980-1002 (ore 15,35)
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.3, presentato dal senatore De Cristofaro e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.5, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.100, presentato dal senatore Crisanti.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.9.
CASTELLONE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, questo emendamento per noi è importante e quindi rivolgo un appello alla maggioranza.
Se tutti siamo d'accordo sul fatto che la facoltà di medicina non deve essere appannaggio delle università telematiche e che il corso di studi in medicina e chirurgia non deve essere appannaggio delle università telematiche, con questo emendamento noi chiediamo di specificare nel provvedimento che anche nel semestre comune, in cui verranno inseriti altri corsi di studio, che non sono solo quello di medicina, ma sarà biotecnologia, sarà farmacia - deciderà poi il Ministero quali sono gli altri corsi di studio - non si inseriscano le università telematiche. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.9, presentato dalla senatrice Castellone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.101.
D'ELIA (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
D'ELIA (PD-IDP). Signor Presidente, vorrei motivare perché voteremo contro questo emendamento.
Stiamo parlando di crediti formativi universitari e quindi, ipotizzando che vengano dati in modo standardizzato, unitario e in forma scritta - parliamo di crediti formativi, cioè di esami - stiamo anzitutto ledendo la libertà di insegnamento e poi stiamo riducendo la didattica a una forma di test. Non ci convince questo modo di dequalificare la formazione del semestre. (Applausi).
CASTELLONE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, intervengo per chiarire perché è invece importante che questi test siano scritti.
Come abbiamo già detto e come hanno manifestato tanti studenti universitari, se lasciamo al singolo docente la discrezionalità di dare un voto per questi esami, da cui poi dipenderà l'ingresso alla facoltà di medicina, non solo rischiamo di creare una disparità da università a università e da docente a docente, ma poi - a nostro avviso - andiamo a rendere davvero complicata la creazione di una graduatoria nazionale.
A nostro avviso invece, così come oggi c'è un test nazionale, allo stesso modo ci dovranno essere più test nazionali per le varie discipline inserite nel semestre comune. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.101, presentato dalla senatrice Castellone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.19, presentato dalla senatrice Castellone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.102.
CRISANTI (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRISANTI (PD-IDP). Signor Presidente, desidero intervenire sull'emendamento 2.102 anche perché ha delle similitudini con l'emendamento 2.104. Ieri in Assemblea ho fatto presente che il comma 2, lettera d), prevede che l'accesso a medicina sia regolato dal conseguimento dei crediti. Torno a ribadire che i crediti sono diversi dai voti. La misura fa poi cenno a una fantomatica graduatoria. Credo che gli studenti, le famiglie e noi abbiamo diritto a sapere come si fa questa graduatoria; si fa con gli esami o con cosa? Con i voti degli esami? Con il numero delle crocette esatte? Ditecelo. È un'ambiguità che in questo momento è intollerabile. Senatore Zaffini, faccia valere le sue parole e accetti questo emendamento affinché la graduatoria si faccia con i voti, dimostrando così all'Assemblea che lei è di parola. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.102, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.103, presentato dal senatore Crisanti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.104, presentato dal senatore Crisanti.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.105, presentato dalla senatrice Sbrollini.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.106, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.107.
CRISANTI (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRISANTI (PD-IDP). Signor Presidente, durante il dibattito in Assemblea ho sentito dire molte volte che parte di questa riforma viene fatta per dare la possibilità di accedere alla facoltà di medicina ai figli delle famiglie più povere e bisognose, a coloro cioè che hanno un ISEE più basso.
L'emendamento 2.107 intende semplicemente ritagliare un gruppo di posti riservati a persone con ISEE basso; non è una proposta da bolscevichi, ma una proposta che, per esempio, nel Regno Unito ha avuto un successo spettacolare con i Governi Major e Blair, permettendo agli studenti più poveri e delle aree più deprivate del Paese di avere accesso a università come Cambridge, Oxford e Imperial College, con un effetto democratizzante sull'istruzione.
Avete detto che uno degli obiettivi principali del provvedimento è dare la possibilità a chi è in difficoltà, alle famiglie bisognose, i cui figli in questo momento non possono accedere alla facoltà di medicina? Votate allora questo emendamento. Votatelo, se avete il coraggio.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.107, presentato dal senatore Crisanti.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.108, presentato dal senatore Crisanti.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.109, presentato dal senatore Crisanti.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.110, presentato dalla senatrice Sbrollini.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.111, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.112, presentato dalla senatrice Castellone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.113, presentato dalla senatrice Castellone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.114, presentato dalla senatrice Sbrollini, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.115, presentato dal senatore Crisanti, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.116, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.117, presentato dalla senatrice Castellone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.118, presentato dal senatore Crisanti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 2.119, presentato dal senatore Crisanti e da altri senatori, fino alle parole «dalle università».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 2.120.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.121, presentato dalla senatrice Castellone e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.122, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.123, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.124, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.125.
CASTELLONE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, intervengo per chiarire le ragioni per le quali voteremo contro questo emendamento. In questa proposta si chiede di prevedere che solo i professori universitari possano fare da tutor agli studenti del primo semestre. Noi riteniamo, invece, che in questa riforma importante che si sta facendo dell'accesso alle facoltà di medicina vadano inseriti anche i medici di medicina generale e tutti quei professionisti che operano sul territorio, anche perché, ampliando la platea a 90.000 studenti, è chiaro che non potranno fare da tutor solo i professori universitari, quindi bisogna utilizzare tutto il personale sanitario e medico a disposizione, anche quello sul territorio.
CRISANTI (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRISANTI (PD-IDP). Signor Presidente, la ragione di questo emendamento è il fatto che, di fronte a una pressione come quella che si realizzerà con l'aumento degli studenti, avremo bisogno di persone che conoscono la materia. A me, che ho insegnato medicina fino a poco tempo fa e che ho conoscenze di genetica, se mi chiedessero di insegnare la biochimica non sarei in grado di farlo e noi lo stiamo chiedendo a dei medici di medicina generale, a dei medici ospedalieri che l'ultima volta che hanno aperto un libro di biochimica o di fisica risale praticamente a quarant'anni fa: qui stiamo raschiando il fondo del barile. Questo emendamento dimostra esattamente la situazione in cui ci troveremo. Vi state attaccando all'ultimo chiodo per poter fare questa cosa. Permettere ai medici di medicina generale, ai clinici degli ospedali di insegnare medicina ai nostri ragazzi del primo anno è irresponsabile.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.125, presentato dal senatore Crisanti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.126, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 2.127, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.
MALPEZZI (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MALPEZZI (PD-IDP). Signor Presidente, l'emendamento 2.127 interviene ancora sulla lettera n) del comma 2 dell'articolo 2 del disegno di legge delega. Quando l'ho letto, sono rimasta particolarmente colpita perché questa lettera n) stabilisce una cosa molto strana per chi si occupa di scuola, perché parla di promuovere, nel rispetto dell'autonomia scolastica, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche in collaborazione con gli ordini delle professioni sanitarie, per gli ultimi tre anni di scuola secondaria di secondo grado, percorsi di orientamento e di sviluppo delle vocazioni per i corsi di laurea che tratta questo provvedimento. Si potrebbe pensare che va bene, che non c'è da lamentarsi, che si sta cercando di orientare, ma mi rivolgo al relatore Zaffini. Il PNRR, nelle tante riforme che sono state fatte, ha portato un'importante riforma dell'orientamento, che il vostro ministro Valditara vanta e sbandiera ad ogni angolo; si dice che grazie a questa riforma del PNRR ci sarà la possibilità di orientare tutti i ragazzi, a partire dal triennio della scuola secondaria di secondo grado. Ora, voi dite che l'orientamento deve essere specifico per queste discipline e per questi indirizzi, dimenticandovi tutto il resto dell'orientamento, perché se aveste voluto potenziare necessariamente questo orientamento, avreste dovuto stanziare delle risorse. Se non ci mettete dei soldi, quelle risorse già a disposizione per l'orientamento generale di tutti i ragazzi, saranno finalizzate solo a questo tipo di percorsi e quindi ci viene il dubbio che l'orientamento non sarà fatto in maniera equa per tutti. (Applausi).
Con l'emendamento 2.127, noi abbiamo dunque provato - e ringrazio per il loro lavoro i colleghi e la collega Zambito, prima firmataria - se non altro a mettere un paletto dicendo: facciamo in modo che l'orientamento più specifico per questi indirizzi avvenga nell'ultimo anno e facciamo vedere a questi ragazzi come si lavora veramente lì dentro e prevedendo la possibilità di un tirocinio.
Voi, invece, avete provato ad affrontare questo tema in maniera disordinata, perché quello che vi interessa è solo la bandierina ideologica da andare a rivendervi. Tuttavia, come vi è stato spiegato bene anche ieri in discussione generale, in questo caso non solo non intervenite su un vero numero, su quello che serve ai percorsi di medicina, ve lo venderete come abolizione del numero chiuso (che non c'è) e, dall'altra parte, peggiorate anche la possibilità di un sistema di numero programmato. Voglio infatti vedervi, dopo i primi sei mesi, come regolamenterete la possibilità di accesso dei ragazzi che magari sono a pari con tutti i percorsi che voi state loro chiedendo. Ci sarà un bel caos, di cui voi sarete responsabili. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.127, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.128, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.129, presentato dal senatore Crisanti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.130.
CASTELLONE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, l'emendamento 2.130 chiede di fare una cosa. Se ricordate, il presente disegno di legge era partito in modo completamente diverso, cioè prevedeva due canali di accesso alla facoltà di medicina: uno era quello dei crediti formativi ottenuti in un semestre comune e un altro era aver frequentato dei licei a curvatura biomedica.
Nella versione originale di questo disegno di legge c'era quasi un ingresso diretto o comunque un ingresso riservato a tutti quegli studenti che avevano frequentato i licei a curvatura biomedica. Questo chiaramente l'abbiamo modificato - e ancora una volta ringrazio il relatore in Commissione - perché avrebbe significato ridurre la platea e privilegiare tutti quegli studenti che vivono, per esempio, nelle grandi città in cui sono più diffusi i licei a curvatura biomedica, mentre chi vive in periferia sarebbe stato svantaggiato. Adesso, però, poiché ancora viene considerato fonte di crediti formativi l'aver frequentato dei corsi di orientamento biomedico durante il liceo, noi chiediamo che questi crediti formativi non siano di quota superiore a un sesto rispetto al totale dei crediti, proprio perché riteniamo che, se si sbilancia troppo il credito a favore del liceo a curvatura biomedica, allora si rischia di escludere una platea importante di ragazzi. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.130, presentato dalla senatrice Castellone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.131, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.132, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.133.
*VERDUCCI (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VERDUCCI (PD-IDP). Signor Presidente, l'emendamento 2.133 insiste su un tema fondamentale su cui molto ieri abbiamo discusso durante il dibattito generale. È stato anche uno dei temi centrali - lo sa la Sottosegretaria che ha seguito i nostri lavori - della nostra discussione in Commissione.
Noi pensiamo che questa sia una falsa riforma: sia in realtà un tentativo di aggirare un'istanza giusta con il rischio di un pesante ritorno indietro rispetto all'obbiettivo del superamento reale del numero chiuso, per i tanti passi falsi che stanno dentro questo provvedimento. Abbiamo denunciato la mancanza di risorse, come veniva detto: superare realmente il numero chiuso è possibile solo con investimenti a sostegno dell'offerta del Sistema sanitario nazionale; è possibile solo mettendo in condizione tutti gli studenti e le studentesse, e in particolare quelli che provengono da famiglie più deboli, di avere un percorso sostenibile. Questo provvedimento allontana tutto questo, perché il percorso che qui viene proposto è estremamente accidentato, ingannevole e difficile, soprattutto per le studentesse e gli studenti economicamente e socialmente più svantaggiati.
Poi c'è il terzo punto che è oggetto di questo emendamento, importante quanto gli altri: è il punto della qualità formativa. Risorse non ci sono, sostenibilità non c'è, qualità non c'è. Voi vi siete rifiutati in maniera ostinata di approvare, come vi abbiamo chiesto ripetutamente, i nostri emendamenti per dire in maniera chiara che le università private telematiche non avrebbero avuto accesso ai corsi di formazione. Avete bocciato tutti i nostri emendamenti e addirittura bocciate adesso questo nostro emendamento che cita i requisiti previsti per l'accreditamento a livello europeo e internazionale. Colleghi, non si può giocare sul tema della qualità nel nostro sistema universitario! Non si può raggirare l'opinione pubblica sul tema assolutamente imprescindibile della qualità dentro il sistema universitario che riguarda non solo materie scientifiche, ma addirittura medicina e chirurgia.
Questo contraddice e va contro l'istanza di salute e cura, che deve essere universalistica e di qualità, e che voi qui violate e mettete a rischio.
Per tutti questi motivi, diciamo no a questo disegno di legge. Il fatto che oggi abbiate rimarcato il vostro voto contrario anche su questo emendamento, insieme a quelli che riguardano le risorse e le condizioni studentesche, anche sul tema della qualità, dice quanto questo vostro provvedimento, che sbandierate come un passaggio decisivo, in realtà sia un contraccolpo molto pericoloso. Se vogliamo superare il numero chiuso, discutiamone in maniera seria, non dicendo no su questioni dirimenti e decisive, come quelle contenute in questo emendamento. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.133, presentato dal senatore Verducci e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.134, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.135, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'ordine del giorno G2.23.
ZAFFINI, relatore. Signor Presidente, il parere è favorevole a condizione che venga accolta la seguente proposta di riformulazione: «impegna il Governo a garantire un accesso programmato, progressivo e sostenibile al secondo semestre dei corsi di laurea magistrale di cui al comma 1, in coerenza con il fabbisogno del personale medico-sanitario del Servizio Sanitario Nazionale (SSN)».
SIRACUSANO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Senatrice Zambito, accoglie la proposta di riformulazione?
ZAMBITO (PD-IDP). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G2.23 (testo 2) non verrà posto ai voti.
PATTON (Aut (SVP-PATT, Cb)). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PATTON (Aut (SVP-PATT, Cb)). Signor Presidente, a nome mio e dell'intero Gruppo Per le Autonomie, chiedo di aggiungere la firma all'ordine del giorno G2.23 (testo 2).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 2.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 3.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione finale.
GUIDI (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDI (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP). Signor Presidente, colleghe e colleghi, membri del Governo, Ministro stimatissimo, credo, da vecchio - ahimè - politico e psichiatra da circa mezzo secolo e oltre, che oggi e ieri si siano superati i limiti della decenza, ma non voglio offendere, e della realtà. (Brusio).
PRESIDENTE. Mi scusi senatore.
Chiedo ai senatori che intendono uscire dall'Aula di farlo in silenzio, per consentirci di ascoltare l'intervento del senatore Guidi.
GUIDI (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP). Tutti, dai banchi dell'opposizione, hanno detto di essere contro il numero chiuso e mai hanno osato apportare modifiche. Se un Governo, se un Ministro lungimirante, se una maggioranza osano intaccare questa realtà verticale, di élite estremamente chiusa (non a caso l'ossimoro parla di chiusura), si irritano, gridano al pericolo e addirittura evocano fantasmi di chissà quale realtà negativa.
Ma siamo tutti folli? Penso proprio di sì. In certi momenti la politica, quando è incapace di recepire una realtà positiva, impazzisce. Noi psichiatri lungimiranti abbiamo combattuto per ottenere, unici forse al mondo, la legge n. 180 del 1978, che abolisce i manicomi, per fortuna. Però in quest'Aula un po' di questa nostalgia compare. (Brusio).
PRESIDENTE. Colleghi, posso chiedervi, per la seconda volta, di lasciarmi gentilmente ascoltare il senatore Guidi? Se dovete chiacchierare, vi invito ad andare fuori. Vi ringrazio per la seconda volta. La terza volta, vi mando fuori io.
GUIDI (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP). Signor Presidente, la ringrazio. E se posso permettermi, come lettura sistemica, queste parole mie, dette con un po' di difficoltà fisica, forse daranno fastidio a qualcuno. Vi è una specie di disconferma della realtà che porto avanti. Come direi al caro presidente Zaffini, dico pensieri che non condivido, ma in questo caso li condivido con coerenza con le mie parole.
È assolutamente incredibile gridare allo scandalo se si dice, contemporaneamente che bisogna abolire il numero chiuso e, nel contempo, nulla avete fatto per abolirlo, anzi, ne avete timore. La verità è una. Se la verità diventa variabile, c'è qualcosa non va ed è pericolosa, a livello politico e anche mentale. (Applausi).
Se posso permettermi, signor Presidente e signor Ministro amatissimo, io ricordo quando, in maniera quasi scandalosa, nel 1964 decisi di iscrivermi al corso di medicina. Lo facevo per passione, per vocazione, ma anche per rabbia, perché il mio amato padre, il mio bisnonno, che aveva una clinica ginecologica, avevano sbagliato su di me.
Chissà se per distrazione o paura, accettarono le doglie lunghissime di mia madre Leonilde e io nacqui morto, almeno apparentemente. Nacqui asfittico e venni rianimato, anche se, subito dopo la guerra, essere rianimato era un po' complesso. Negli anni venni a sapere degli errori dei miei parenti e, scusate la nota biografica, ciò ha esasperato la mia rabbia: gliela farò vedere io a questi medici!
Quasi per controtendenza, quasi a voler dire, come se fossi bravo prima ancora di cominciare, vi dimostrerò che eviterò gli errori che mi hanno cambiato, anche positivamente. Io ho vissuto la disabilità, infatti, con una doppia lettura: insofferenza ma anche chance per capire oltre, per comprendere oltre. Chissà se ce l'ho fatta: lo vedremo. Il tempo è poco, ma ce la metterò tutta ancora.
Il numero chiuso non c'è. Il numero chiuso era dato dal mio rendimento all'università. Scelsi «La Sapienza» prima e la «Cattolica» per la specializzazione in neuropsichiatria. Ero condannato a voti alti, altrimenti avrebbero detto: questo con disabilità - mi pare che ero il secondo in Italia - che ha avuto il vizio di vivere e vuol fare questa carriera così complessa, se non è almeno bravo vuol dire che sarà scadente sia a livello psicofisico che cognitivo. Negli anni tentai di dimostrare che forse, come i miei parenti quando assistettero al parto di mia madre Leonilde, avevano sbagliato. Sono giunto, senza nessun narcisismo, a presiedere anche l'istituto italiano di salute pubblica più antico, ossia l'Istituto italiano di medicina sociale, e devo dire che non mi sono vendicato mai con nessuno, se non con proposte indecentemente logiche.
Signor Presidente, signor Ministro, colleghi e colleghe, il numero chiuso non ci può e non ci deve essere, ma la colpa è di chi l'ha mantenuto per troppo tempo. Non ci sono scuse. (Applausi). Non si può dire che è una vergogna, che fa schifo, che non è reale e che è classista, perché viene da dire con molta tranquillità: ma voi che avete fatto? Esistono i sogni, le aspirazioni, la realtà, che non hanno potuto vivere migliaia di persone, potenzialmente studentesse e studenti di una facoltà di medicina chiusa, come poteva esserlo per me; per fortuna in anni antichi non era chiusa, se non forse dal pregiudizio e da qualche difficoltà in più.
Signor Presidente, signor Ministro, colleghi e colleghe, credo che oggi, a parte la necessità di chiarezza, forse c'è poca rabbia; non la rabbia violenta che crea le guerre, dalla famiglia al quartiere, al paese contro paese, ma la rabbia di voler cambiare le cose, come dicevo oggi nel mio ufficio, con grande dolcezza.
Concludo, ringraziandovi dello spazio conquistato da lei e da me. Non possiamo dire: se lo facevamo noi - e non l'avete fatto - era cosa buona e giusta; se lo fa la maggioranza con coraggio, con forza, con complessità, pare che tutto sia sbagliato. Colleghe e colleghi, sinceramente non voglio fare il grillo parlante, anche se sono un esperto di Pinocchio. Il grillo parlante fa una brutta fine ed io non voglio farla, perché ci tengo alla vita; anche qui tra voi ho vissuto tra i momenti più belli, anche se complessi, della mia lunga, troppo lunga - ma facciamo gli scongiuri - vita. Cerchiamo di non avere una delle malattie più gravi e incurabili della politica, ossia il doppiopesismo. (Applausi).
SBROLLINI (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SBROLLINI (IV-C-RE). Signor Presidente, onorevole Sottosegretaria, colleghe e colleghi, prima di tutto voglio ringraziare il relatore e presidente della 10a Commissione Zaffini, il presidente Marti e tutte le colleghe e i colleghi delle due Commissioni competenti 7a e 10a, con cui si è cercato di elaborare un testo partendo dai cinque disegni di legge presentati e cercando, anche attraverso le proposte emendative di ogni Gruppo parlamentare, di migliorare il testo base che abbiamo portato all'attenzione dell'Assemblea.
Dico subito che il Gruppo Italia Viva purtroppo - e sottolineo purtroppo - voterà contro questo provvedimento e spiegherò i motivi che ci hanno indotto a questo voto contrario. Vorrei dire in premessa alla Sottosegretaria, che ringrazio sempre per la disponibilità che ha dimostrato nel corso del lavoro delle Commissioni riunite e durante le audizioni, che noi siamo e rimaniamo favorevoli all'abolizione dell'attuale test di ingresso per la facoltà di medicina, perché esso, così come è stato strutturato, umilia gli studenti e umilia soprattutto i talenti. Questo è un punto che voglio mettere subito agli atti in questa dichiarazione di voto del Gruppo Italia Viva. Su questo punto siamo assolutamente d'accordo con voi, anche perché, secondo le statistiche, solo il 20 per cento dei candidati riesce a superare questo discutibile test, con grande delusione delle famiglie e degli studenti, che hanno investito risorse molto importanti e hanno perso mesi e mesi di studio e non solo di tempo, da questo punto di vista.
Ma, proprio per queste ragioni, noi non abbiamo compreso perché allora non si è cercato di fare un provvedimento strutturale, con risorse economiche adeguate, che in questo testo purtroppo non ci sono. Voi continuate a fare provvedimenti senza mai aggiungere un euro in più. (Applausi). Questo - mi dispiace dirlo - è l'ennesimo manifesto di propaganda, che va bene per i titoli dei giornali del giorno dopo («Abbiamo abolito il numero chiuso»), sapendo che il numero chiuso - l'avete detto anche voi - non lo si va ad abolire, ma soprattutto non si va ad incidere sui veri cambiamenti che abbiamo la necessità di adottare per colmare le odierne macroscopiche diseguaglianze sociali (che ci sono già adesso, proprio per le ingenti risorse che le famiglie devono spendere). Andiamo addirittura a peggiorare le diseguaglianze che già oggi sono in atto: per la serie, se hai poche risorse, sicuramente avrai meno possibilità di continuare a frequentare la facoltà di medicina, deprimendo ancor di più la possibilità di far emergere i talenti, i migliori che noi abbiamo e che dovremmo continuare a selezionare, aumentando e potenziando la qualità formativa, non abbassandola. Questo è uno dei motivi che ci spinge e che ci ha spinto ad andare verso il voto contrario.
Avremmo voluto, in questo caso, parlare di programmazione, come è stato detto in tutti gli interventi, anche nella discussione generale di ieri, e di potenziamento delle aule universitarie e dei laboratori. Se si conosce la realtà delle università, sappiamo già dai numeri che abbiamo oggi - ed è stato spiegato anche ieri - che le facoltà, così come sono strutturate, non sono in grado di ricevere un numero maggiore di studenti, senza le risorse economiche per potenziare le aule, i laboratori e i luoghi dove si dovrebbe esercitare questo impegno importante.
E come fare poi per rendere le specializzazioni più attrattive?
Allora torniamo al solito discorso - direte voi - che però se vogliamo fare una riforma di sistema, è alla base del ragionamento, cioè il fatto che i medici vanno pagati di più. (Applausi). Vanno assunti nuovi medici, certamente, ma dobbiamo recuperare un rapporto di fiducia tra medico e paziente che oggi si è perso e fare in modo che anche le altre specializzazioni abbiano la stessa empatia e appetibilità di quelle che oggi sono in voga; penso ad anestesia, penso ai medici che sono in prima linea e a quello che fanno nel pronto soccorso e, ancora, ai patologi. Abbiamo bisogno di investire in tutte le specializzazioni e sappiamo quanto lo Stato investe nella formazione di un medico: 150.000 euro per il corso di laurea e 170.000 euro per la specializzazione. Ciò vuol dire che ogni anno, in totale, si spende, o meglio si investe, circa un miliardo e mezzo. Abbiamo la necessità di aumentare la qualità formativa e quindi la qualità dei nostri studenti che si andranno a laureare e specializzare.
Dobbiamo evitare, invece - questo è un altro tema che voglio introdurre - l'assenza di programmazione. Senza di essa, rischiamo in futuro di avere medici disoccupati. Se non c'è programmazione, infatti non saremo in grado di capire quali numeri serviranno realmente al sistema sanitario nazionale. È il motivo per cui se, da una parte, parliamo di carenza del personale medico, con tutte le cose che ho detto prima, dobbiamo poi capire, dall'altra, come programmare i numeri per i prossimi anni, sapendo che tanti medici andranno in pensione.
Qual è allora l'altro punto che abbiamo preso come motivo definitivo per esprimere il nostro voto contrario? Oggi non scrivete in maniera chiara che la qualità formativa e didattica andrà a diminuire (perché oggi non è scritto che si apre alle università private telematiche) ma si dà una delega in bianco al Governo, cioè dopo che le Commissioni parlamentari hanno lavorato e dopo aver presentato cinque disegni di legge, si decide che dopo il primo semestre, lasciamo il caos. Non diciamo agli studenti che si iscriveranno il prossimo anno cosa succederà. Diamo infatti una delega in bianco al Governo che, senza mettere una risorsa in più, dovrà decidere quale sarà il destino di questi ragazzi dopo che si sono iscritti. Sul punto vorrei chiedere al Governo e alla ministra Bernini, che stimo moltissimo e lei lo sa, perché non abbiamo pensato di fare una riforma strutturale, approfittando di questo momento, prendendo anche più tempo, ma cercando di fare le cose per bene?
Oltre alla mancanza di risorse, non c'è inoltre un vero potenziamento per esempio dei percorsi pubblici di orientamento per gli universitari. Andiamo nella direzione di lasciare, se non peggiorare, la situazione attuale. Dico con grande rammarico che mi spiace oggi esprimere un voto contrario per le ragioni che ho cercato di spiegare in questi minuti; se guardiamo a quello che è accaduto oggi con il decreto fiscale e a quello che sta venendo fuori dalla manovra finanziaria, c'è una scelta ben precisa, c'è una direzione di questo Governo, indipendentemente da alcuni decreti-legge e provvedimenti, su cui, quando sono positivi, noi abbiamo espresso anche un voto favorevole. C'è infatti, ancora una volta, l'idea di tagliare sui pilastri della riforma del welfare in questo Paese: sanità, istruzione e cultura.
Ecco perché - vi è stato detto anche durante le audizioni - noi saremo sempre al vostro fianco quando varerete provvedimenti che vanno nella direzione di migliorare la qualità della vita e soprattutto la qualità del futuro dei nostri giovani. Purtroppo, non escludendo in maniera definitiva la possibilità di aprire anche alle università telematiche, pensiamo che ci sarà ancora una volta un terreno di scontro ideologico, in cui forse solo alcuni si avvantaggeranno di questa situazione, a discapito di altri, mortificando ancora di più il futuro di questi studenti. Guardando, infatti, alle università telematiche in particolare, come possiamo pensare che uno studente in medicina possa fare pratica, ad esempio, nei laboratori? Ricordate il gioco del piccolo chirurgo con i pulsantini? Ecco, mi sembra di vedere la stessa cosa. I ragazzi devono fare pratica, gli studenti devono andare nei laboratori, devono fare e toccare con mano quello che sta succedendo e avere docenti altamente qualificati.
Per tutte queste ragioni, purtroppo, devo esprimere il nostro voto contrario a questo provvedimento. (Applausi).
Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto comprensivo «John Dewey» di San Martino in Pensilis, in provincia di Campobasso, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).
Ripresa della discussione del disegno di legge
n. 915-916-942-980-1002 (ore 16,26)
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signor Presidente, ancora una volta devo dire, come è stato giustamente sottolineato da diversi colleghi nella discussione generale di ieri, che siamo di fronte ad un provvedimento che, almeno secondo noi, in questo caso non è soltanto propagandistico ma è un vero e proprio provvedimento ingannevole da parte di questo Governo. Sì, perché nonostante sia stata fatta in queste settimane una vera e propria campagna mediatica in merito alla cosiddetta abolizione del numero chiuso per il corso di laurea in medicina e in chirurgia, quello che questa Assemblea si appresta ad approvare è invece un provvedimento che il numero chiuso lo mantiene. A mio avviso dobbiamo dirlo nella maniera più chiara possibile, anche per non favorire delle illusioni che penso sarebbero molto sbagliate tra gli studenti e tra le famiglie. La cosa che si fa è spostare la cosiddetta tagliola a sei mesi dopo, con tre materie - fisica medica, biologia cellulare genetica e i princìpi di anatomia umana - comuni tra i corsi di medicina, biotecnologie mediche e scienze motorie e sportive a cui si accede liberamente, ma solo coloro che avranno superato i tre esami previsti potranno poi continuare il percorso ed eventualmente - ma questo lo vedremo nei prossimi mesi - partecipare ad un ulteriore test nazionale per proseguire nel corso di laurea in medicina. Tutti gli altri, quelli che non riusciranno a passare questi tre esami e un eventuale nuovo test, potranno soltanto continuare gli studi in biotecnologie mediche o in scienze motorie o iscriversi ad un altro corso di laurea.
In altri termini - altrimenti, veramente chi ci ascolta fa fatica a comprendere fino in fondo - quello che succede è che si sposta di sei mesi la selezione per coloro che invece vorrebbero effettivamente frequentare la facoltà di medicina, determinando un meccanismo che, a nostro avviso, peserà in termini di impegno e di costi economici, addirittura più di quanto accada oggi. Del resto, si è avuta pochi minuti fa la prova del nove di quello che sto dicendo: la mia forza politica, Alleanza Verdi e Sinistra, che da sempre si batte contro il numero chiuso, ha presentato un solo emendamento a questo provvedimento, emendamento - quello sì - che per superare effettivamente il numero chiuso prevede naturalmente coperture e investimenti, diversamente da quanto previsto dal vostro disegno di legge, che è a invarianza finanziaria. Il fatto però che questo emendamento sia stato respinto fa chiarezza, purtroppo, sulla realtà che, come si vede, è diversa dalla propaganda. Qui non si sta né superando il numero chiuso, né superando il test di ingresso, che viene soltanto spostato più avanti. Peraltro, il sistema delle barriere d'accesso, delle alte tasse e del numero chiuso ha ridotto la qualità della formazione e il numero delle persone laureate.
L'università attuale non è più uno strumento per migliorare la condizione sociale delle persone, anzi, purtroppo è profondamente segnata da una dimensione classista; lo stesso accesso ai gradi superiori della formazione, come sappiamo, è un percorso ad ostacoli: dottorati senza borse, contratti a salari zero, corsi di formazione postlaurea spesso inutili, dipendenza mortificante dall'ordinario, un totale scollegamento con il mondo del lavoro.
All'inizio del ciclo delle riforme, tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta, si pensava che il problema fosse far entrare i privati nella gestione diretta dell'università: era falso già allora, ma oggi questo errore è drammaticamente evidente. Ogni giorno assistiamo a un processo di dequalificazione, di scarsa valorizzazione delle capacità di chi entra nel sistema della formazione. Purtroppo siamo l'unico Paese nel mondo industrializzato che non considera il finanziamento alla formazione pubblica per quello che è, cioè uno strumento anticiclico, esattamente inteso come un modo per contrastare la crisi, per frenare gli effetti nefasti della precarizzazione, per esempio, del mondo del lavoro.
Ebbene, noi crediamo da sempre che il numero chiuso sia uno strumento sbagliato, ingiusto, inaccettabile; crediamo altresì che le università non riescano a fornire i servizi che dovrebbero, perché non sanno garantire il diritto allo studio previsto dalla Costituzione. Questo succede perché le risorse dello Stato sono troppo poche. L'attuale modello a numero chiuso è profondamente penalizzante, soprattutto per quegli studenti che provengono da contesti familiari e sociali più disagiati, da territori più marginalizzati. La necessità di sostenere dei costosissimi corsi preparatori ai test d'ingresso crea una barriera davvero socioeconomica nei confronti delle persone più deboli.
Come ben si vede, il problema non è, quindi, soltanto nel numero chiuso o nei test, ma nella mancanza di investimenti strutturali nel sistema universitario pubblico e naturalmente anche, in questo caso, nella sanità pubblica. Senza risorse aggiuntive per migliorare le infrastrutture, per ampliare i corsi, per aumentare il personale, l'abolizione del numero chiuso risulta una promessa vuota, che non affronta le vere necessità del settore e, come purtroppo accade da troppi anni a questa parte, invece di investire maggiormente nell'istruzione, nell'educazione, lo Stato risolve tagliando il numero degli aventi diritto.
Qualche mese fa, all'inaugurazione di un anno accademico, la stessa ministra Bernini ha detto che con il PNRR gli atenei sono in una condizione prospera. È vero, però è altrettanto vero che purtroppo si registra un taglio del fondo del funzionamento ordinario di 513 milioni di euro, quindi non di poco conto, peraltro sottolineato anche dalla Conferenza dei rettori delle università italiane. Questo accade contestualmente al mancato intervento sull'adeguamento degli stipendi, che vale all'incirca 250 milioni. Insomma, parliamo di una questione molto problematica e naturalmente questo significa dover fare a meno delle assunzioni di docenti, di ricercatori e di personale, quindi di fatto ridurre la possibilità di accesso al diritto allo studio pubblico.
Di contro - e su questo davvero esprimiamo un grande dissenso - semplificate le norme per le università telematiche, squalificando a nostro avviso il titolo di studio. Come sappiamo, si tratta di atenei che si stanno espandendo e che spesso permettono di fare esami semplificati; insomma, ci troveremmo, nel caso specifico di cui stiamo parlando, quello del presunto superamento del test d'ingresso, di fronte a un sistema che produrrebbe l'espulsione di oltre 40.000 studenti ogni anno, naturalmente con un sovraffollamento nel primo semestre, che non so bene come si pensa di risolvere senza soldi e senza investimento; forse con i corsi da remoto, perché non vedo un altro tipo di soluzione. Davvero non si capisce come tutto questo possa essere sostenibile senza un incremento del fondo di finanziamento ordinario. Noi abbiamo voluto presentare quel solo emendamento esattamente per dimostrare come davvero in questo caso siamo dinanzi a una operazione molto poco concreta, molto propagandistica, che non metterà le università nella reale condizione di accogliere studenti e studentesse senza abbassare la qualità.
Per tutte queste ragioni che ho detto, come Alleanza Verdi e Sinistra siamo contrari al provvedimento in esame.
Vi chiediamo, invece, ma non da oggi, da sempre, di garantire la salvaguardia del sistema pubblico che state purtroppo contribuendo a smantellare. Il numero chiuso, dal nostro punto di vista, lo dico ancora una volta, rappresenta davvero una barriera sociale e culturale che pensiamo vada superata, ma che si supera soltanto attraverso provvedimenti che prevedano risorse. Non servono misure spot, non serve illudere gli studenti, non serve illudere le famiglie, serve investire nell'università pubblica e nella sanità pubblica. Servono più medici, com'è stato giustamente detto ieri più volte, anche perché - come sappiamo - le strutture di pronto soccorso esplodono, il personale sanitario deve fronteggiare ogni giorno un'emergenza continua ed è spesso sottoposto ad orari di lavoro e turni massacranti. Servono insomma reali e concrete risposte in un Paese nel quale ormai - lo sappiamo bene e davvero questo dato deve interrogarci profondamente - quasi 5 milioni di persone hanno smesso di curarsi.
Allora - ho finito davvero - servono risorse, servono provvedimenti strutturali; altro che gli astratti riferimenti al merito, altro che sviluppare ancora di più - come avverrà inevitabilmente - una competizione tra gli studenti che all'interno del sistema universitario - io credo - non dovrebbe esistere. Per tutte queste ragioni, come Alleanza Verdi e Sinistra voteremo contro questo provvedimento. (Applausi).
GASPARRI (FI-BP-PPE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GASPARRI (FI-BP-PPE). Signor Presidente, ci tenevo a svolgere questo intervento perché quello di oggi è un traguardo molto importante, perché noi volevamo che si arrivasse a questa tappa che ha visto molto impegnata il ministro Bernini e tutto il Governo proprio per l'abolizione di questo meccanismo un po' infernale dei quiz.
Vedete, l'uomo politico che vive a contatto con la realtà ascolta cittadini, persone che rappresentano istanze. In tutti questi anni ho toccato con mano la disperazione di genitori che hanno spedito questi ragazzi un giorno a Roma, un giorno a Napoli, un giorno a Pavia, poi siamo arrivati alla ex Jugoslavia che ha creato nuovi Stati, con facoltà universitarie. Poi abbiamo università italiane, anche romane, che hanno delle diramazioni in Albania. Quindi ho seguito l'evoluzione del tema ascoltando la gente, perché un politico che vive la vita quotidiana parla col generale, parla con il fioraio, parla col contadino e parla con la famiglia alle prese con un'aspirazione.
Dopo di che noi abbiamo un problema, uguale e contrario: la mancanza di medici. Per cui dobbiamo prendere medici e infermieri dall'estero. Poi capisco che c'è anche un problema di pagamenti, di trattamenti economici e quindi la galassia della medicina è molto problematica. Vede, ministro Bernini e Sottosegretario, anche quest'anno che abbiamo stanziato - voi come Governo - la cifra record di circa 136,5 miliardi (cito a memoria, miliardo più, miliardo meno), c'è chi si lamenta, dimenticandosi a sinistra dei tagli che hanno realizzato.
Ho ascoltato ad esempio, ministro Benini, quello che hanno lamentato giorni fa alcuni rettori. La CRUI si lamenta un po' sempre, diciamocelo, tanto siamo tra di noi; la CRUI è un po' lamentosa (e io ho incrociato varie volte questo organismo). Però poi vedo che il fondo del finanziamento ordinario - chiedo che anche questo resti agli atti, lei ne ha parlato anche ieri - è più alto rispetto all'anno precedente: tocca 9,2 miliardi nel 2023, 9,04 nel 2024 e 9,21 nel 2025. Poi ci sono i finanziamenti per i laboratori, in base alla legge n. 338; il Ministero dell'università, con i propri fondi, finanzia al 70 per cento le università e questo Governo ha stanziato ulteriori 500 milioni, (e un mese fa altri 200 milioni) per finanziare nuove infrastrutture. Vi siete occupati degli studentati (io faccio parte di una generazione che li chiamava «la casa dello studente», ma ho scoperto che si chiamano studentati, che non mi piace molto, però chiamiamoli così): quindi l'accoglienza, la residenza degli studenti, i fuorisede.
Quindi, anche l'accesso a medicina credo che lo abbiate realizzato con una fase di ascolto, con valutazioni condivise e anche con la mediazione delle forze politiche. Non so sul voto finale, ma mi auguro che tutti si uniscano a questo traguardo e chi non si unisce fa male. Oggi hanno detto quelli dell'opposizione che il Governo e la maggioranza sono divisi. Nell'arco di trentasei ore noi variamo al Senato un provvedimento fondamentale per l'accesso alle facoltà di medicina, che interessa le famiglie, la sanità, gli studenti e la medicina del futuro. Quando in questi giorni mi chiedevano che pensavo del canone della Rai, dicevo ai giornalisti che mi stavo occupando dell'accesso alle facoltà di medicina, perché è un tema socialmente più importante per chi ci vuole entrare e per chi vuole essere curato.
Invece tutti devono parlare di argomenti che, lo capisco, sono politicamente più divertenti, ma per cento di noi: i cinquanta giornalisti che ci fanno la domanda e i cinquanta tra noi che hanno la fortuna di essere chiamati a rispondere.
Noi oggi approviamo questo testo come maggioranza unita. Mi sembra che alla Camera abbiano concluso o stiano concludendo il decreto sui flussi. Una vicenda complicata, con l'immigrazione, l'Albania, i Paesi pericolosi e quelli sicuri, e il Governo l'ha affrontata. Domani voteremo la fiducia sul decreto fiscale, perché si voterà la fiducia.
Oggi, a un certo punto, ci sono stati dei problemi. Io rispetto le posizioni di tutti i colleghi. Ne ho parlato questa mattina. Io capisco la dialettica (ne ho viste tante), ma, per esempio, la proroga del concordato fiscale porterà soldi che imprenditori, artigiani, famiglie potranno spendere per avere tranquillità fiscale. Subiranno minori aggressioni dagli uffici fiscali e lo Stato incasserà di più. Quindi, in trentasei ore, ci sono stati ben tre provvedimenti approvati dalla maggioranza: decreto fiscale, sicurezza e flussi migratori, università. Questo è un dato di fatto. Poi, ogni tanto discutiamo. Ci mancherebbe altro: non viviamo nel mondo del pensiero unico.
Quindi, signor Ministro, io ritengo che anche il suo lavoro, con la nuova disciplina che sostituirà le modalità di questo test unico nazionale, introdurrà un modello originale, con un programma di studi comune che consentirà poi ad uno studente meritevole di essere indirizzato verso un percorso formativo. Non vogliamo abolire i quiz perché vogliamo che tutti facciano i medici. Tutti noi vogliamo essere curati da professionisti competenti quando avranno concluso il corso di studi, ma vogliamo che sia il corso di studi a verificare le qualità, gli orientamenti, le attitudini e a dire ad uno studente: se non ce la fai, se non sei adatto, fai altro. Questo perché un medico ha in mano la vita di tutti quanti noi.
Quindi, questo modello che stiamo introducendo consentirà di avere delle verifiche in corso d'opera e non ci sarà uno sterile test, per cui uno potrebbe essere fortunato, indovina le risposte e poi non è in grado di fare il medico; oppure uno è un genio incompreso, che ha sbagliato le risposte perché le domande vertevano su argomenti che non aveva studiato. È una casualità; è come fare una schedina di quelle precompilate, con le quali magari si faceva anche 13.
Quindi, occorrerà anche ampliare il numero chiuso: è un problema parallelo. Ci è stata rivolta una critica: l'accesso e i quiz non sono la soluzione al numero chiuso. State lavorando anche su questo, valutando l'autonomia dell'università, valutando tutte le competenze, la CRUI e i rettori, che rispettiamo. Io non voglio essere iconoclasta. Noi vogliamo però che i rettori possano essere più generosi anche con l'azione del Governo. Saranno i crediti formativi a regolare l'accesso e la posizione raggiunta in una graduatoria nazionale.
Vi sarà un orientamento dalla scuola secondaria, che è fondamentale. Signor Ministro, le rivolgo una preghiera: attivi il rapporto tra scuola ed università. Io ho constatato, sempre parlando con gente comune, che alcune università in Italia ti avviano già al lavoro, con colloqui negli ultimi sei mesi, mentre altre università non lo fanno. Bisogna creare questo link. Ci dicono che parliamo con le imprese private: e con chi ne parliamo? Ci sono le imprese pubbliche, ma anche quelle private che hanno bisogno di ingegneri, di medici, di architetti e di giuristi. L'attività in corso in molti atenei deve essere moltiplicata.
Io questa la chiamo riforma Bernini. A Roma c'è stato un altro celebrato, Bernini che ha cambiato il volto di questa città, ma che risale a secoli andati. Ora abbiamo una Bernini moderna. E poi io so quanto lei ci tenesse, Ministro, perché ci conosciamo da tempo, a svolgere un ruolo di Governo nel mondo dell'università, perché è nella sua tradizione familiare. Io poi credo a queste cose, perché avere degli studi alle spalle, avere avuto dei buoni insegnamenti, non è indispensabile: ciascuno può, nella scala sociale, partire dal punto più lontano ed arrivare al punto migliore. Ma per lei, che ha una tradizione a cui è molto legata e a cui tiene, credo che realizzare questa riforma, che è solo una parte delle tante altre cose che sta facendo, sia una particolare soddisfazione.
Mi avvio alla conclusione, orgoglioso, come Gruppo Forza Italia, questo consentitemelo, di approvare questo provvedimento. Era una delle misure di cui anche col presidente Berlusconi si discuteva. A volte ci si interrogava dicendo: come mai mancano i medici? Ci sono questi quiz assurdi. Non si può creare un meccanismo che verifichi le capacità e le attitudini? Non mi trattengo sui dettagli che pure abbiamo illustrato. Ringrazio la senatrice Ternullo, il senatore Occhiuto e tutti coloro che hanno seguito questo iter.
Stiamo realizzando un intervento importante. A volte la politica discute di cose effimere o secondarie. Oggi stiamo approvando un provvedimento utile per la nostra medicina, per la nostra sanità. Allarghi il campo, convinca le facoltà ad allargare il numero, perché abbiamo una necessità.
Ci sono regioni, come la Calabria, che hanno dovuto ricorrere a professionisti dall'estero, altrimenti si sarebbero chiusi gli ospedali e le corsie. Abbiamo tanti giovani capaci e volenterosi. Quindi, non si affidi più questa selezione a una specie di terno al lotto. I quiz lasciamoli agli spettacoli serali della televisione, dove uno va, risponde, prende un sacco di soldi; ma quelli sono più da Mike Bongiorno, che io conobbi e che rispetto. Qui parliamo della cultura, del sapere, dell'università e della medicina.
Grazie, signor Ministro, per avere portato a compimento questa riforma (Applausi), di cui il nostro Gruppo è orgoglioso e che voterà con grande gioia. (Applausi).
CASTELLONE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, signor Ministro, signor Sottosegretario, colleghi, fare il medico non è un lavoro come gli altri: fare il medico è una missione che risponde a una vocazione, quella di aiutare gli altri e di mettersi al servizio degli altri. Allora, se c'è un test che deve valutare chi può fare il medico e chi no, dovrebbe tener conto di questo, ossia della predisposizione a svolgere quella missione. L'attuale test è invece quello che tanti colleghi hanno definito - e io condivido - ingiusto, iniquo, in realtà inaccessibile soprattutto a quei ragazzi che provengono da famiglie economicamente più svantaggiate. L'essere diventato così iniquo e così ingiusto in realtà è accaduto anche un po' nel tempo. Sono una dei medici che è entrata a medicina con il numero chiuso, e credo fosse uno dei primi anni in cui fu introdotto il numero chiuso. Eppure all'epoca, senza aver fatto alcun corso privato, anche perché provenivo da una famiglia economicamente umile, mi preparai da sola utilizzando i libri di testo e riuscii ad entrare. Nel tempo, però, la preparazione a quel test è diventata un vero e proprio mercimonio: abbiamo visto il pullulare di test e di corsi privati che approfittavano della debolezza, della fragilità, anche della disperazione delle famiglie, soprattutto di famiglie in difficoltà, per fare profitto. E questo è vergognoso.
Signor Ministro, come lei, conosco tante storie di ragazzi che avrebbero voluto fare il medico e non l'hanno fatto, perché hanno dovuto rinunciare a quel sogno. Penso a Rosa, che sarebbe stata un brillante medico e che voleva andare a lavorare nei teatri di guerra e nei Paesi poveri, ma oggi fa un dottorato in Argentina non per fare il medico, ma per fare altro, perché a quel sogno ha rinunciato per pochissimi millesimi di punto. Penso a Ciro, che ha fatto il test di ammissione a medicina qualche mese dopo aver perso il padre per un tumore, e forse provare a fare il medico era anche in qualche modo un voler onorare la memoria del padre. Un po' come è stato per me scegliere di fare medicina dopo la morte di mio nonno: anche io all'epoca volevo trovare la cura contro il cancro.
Signor Ministro, quando si rinuncia a un sogno, quando si rinuncia a svolgere una missione per cui ci si sente portati, penso che in realtà nel cuore resti sempre quel sogno che non viene mai dimenticato. E poi c'è un altro fattore di cui nessuno ha parlato finora. In realtà, qualsiasi cosa alternativa si scelga di fare, l'ingresso a un'altra facoltà o un altro lavoro, è come se partisse già su un fallimento. Noi abbiamo condannato per anni dei giovani a rinunciare al sogno e ad accontentarsi di qualcosa che magari non era la loro aspirazione principale. Per non parlare poi di chi ha avuto invece la possibilità economica di fare ricorso al TAR e poi è entrato a medicina, o di chi - come lei ricordava, signor Ministro - ha avuto la possibilità economica di frequentare l'università all'estero, il cosiddetto esilio universitario. Davvero in questi anni purtroppo l'accesso a medicina è stato non meritocratico, non ha valorizzato le aspirazioni e le vocazioni personali.
C'è un altro punto. Noi in quest'Aula, soprattutto, dobbiamo parlare sempre di più di come garantire a tutti i cittadini i diritti sanciti nella nostra Costituzione, e diritti ce ne sono almeno due in questa legge. C'è il diritto allo studio, sancito dall'articolo 34 della Costituzione, che dice che tutti i ragazzi meritevoli, anche se appartenenti a famiglie economicamente disagiate e anche se privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Poi c'è l'articolo 3, che dice che lo Stato deve eliminare qualsiasi ostacolo che impedisca la piena realizzazione della persona umana. Realizzare il proprio sogno, mettere a frutto il proprio talento, realizzare la propria vocazione significa proprio questo: permettere alla propria persona di svilupparsi. (Applausi).
Per tutti questi motivi, Ministro, noi abbiamo scelto di lavorare su questo testo insieme alla maggioranza e alle altre forze di opposizione, senza depositare un nostro disegno di legge, perché convinti che questo fosse un tema a cui doveva lavorare tutto il Parlamento, in maniera trasversale, proprio per garantire quei diritti sanciti dalla nostra Costituzione. Devo dire che in questo testo unificato rivedo tante delle nostre proposte e rivedo tanto di noi, e l'ho ricordato prima, mentre discutevamo gli emendamenti. Eravamo partiti con due canali separati: da un lato, la provenienza dal liceo biomedico e, dall'altro, il semestre comune. Poi invece il canale biomedico è stato separato e incluso come crediti formativi aggiunti.
Rivedo per esempio l'aver mantenuto la programmazione pre e postlaurea, che per noi era un punto fondamentale, inserito nel testo grazie all'apporto del MoVimento 5 Stelle. Ringrazio lei, Ministro, la Sottosegretaria, il relatore Zaffini, il presidente Marti e tutti i colleghi della Commissione, di maggioranza e di opposizione, perché credo che abbiamo fatto veramente un buon lavoro.
Perché è importante questa programmazione? Ho sentito raccontare ed elencare numeri che non corrispondono sempre alla realtà. Quello che è mancato, da un decennio a questa parte, è stata proprio una corretta programmazione dei medici in base al fabbisogno di salute della popolazione. Sa perché? Addirittura fino al 2018, quando noi siamo arrivati al Governo, non c'erano posti di specializzazione a sufficienza per tutti i medici neolaureati. Cioè fino al 2018 avevamo 6.000 posti di specializzazione, a fronte di 10.000 laureati; quindi, si era creato un imbuto formativo per cui i medici si laureavano, ma non tutti potevano specializzarsi. E un medico senza specializzazione non può lavorare in ospedale.
Fortunatamente, grazie ai nostri Governi, quell'imbuto formativo è stato colmato, perché oggi i posti di specializzazione sono oltre 13.000 e, quindi, anche la programmazione è migliorata. Le previsioni dicono che oggi abbiamo più o meno 100.000 medici ospedalieri; nei prossimi cinque anni 30.000 di questi andranno in pensione, però ce ne sono 60.000 già in formazione. Quindi, per il 2027 quel saldo negativo verrà colmato. Per questo, però, è fondamentale programmare quali sono gli specialisti che ci serviranno. È chiaro che, non facendo figli, non ci servono tanti ginecologi, ma ci servono invece tanti medici di cure primarie per rafforzare il territorio; ci servono geriatri, internisti, medici di pronto soccorso, di cui c'è una grave carenza. Ministro, ancora una volta le chiedo di ripensare a quel provvedimento che ha abolito quella tecnostruttura, che invece era utile e serviva a mettere in comunicazione l'Osservatorio scuole di specializzazione con l'Agenas, proprio per la programmazione.
Un altro punto importante che rivedo nel disegno di legge e che noi abbiamo voluto inserire è la graduatoria unica nazionale e il fatto che i test previsti alla fine di questo primo semestre debbano essere standard, uniformi su tutto il territorio nazionale, per evitare che ci siano disparità nel Paese e anche disparità da docente a docente. Avevamo chiesto di fare attenzione anche a un'altra cosa, che è stata approvata in Commissione come ordine del giorno e che spero poi entri nella delega: tenere conto del fatto che anche l'anno successivo uno studente magari possa voler ripetere l'accesso alla facoltà di medicina. Nella legge che lei scriverà, Ministro, bisogna inserire un meccanismo aggiuntivo che permetta di provare a entrare a medicina anche l'anno successivo.
Presidente, le chiedo solo un minuto in più, per favore, per completare il mio intervento.
Purtroppo però, Ministro, nonostante abbia visto quanto io sia convinta che abbiamo fatto fino alla fine un buon lavoro, restano delle criticità. E questo è il motivo per cui alla fine noi ci asterremo sul provvedimento.
Le criticità sono soprattutto due: la prima, le risorse. Lei ha detto, anche nella replica di ieri, che è evidente che serviranno delle risorse; per aggiungere solo 13.000 posti, quest'anno sono serviti 23 milioni di euro. Noi ci aspettiamo che, pur non avendo inserito nella delega la previsione di impegno di spesa, quando essa verrà sviluppata, verranno stanziati dei fondi. Non vedendo però investimenti sostanziosi nella legge di bilancio, è chiaro che pensiamo che quest'anno purtroppo non si riuscirà ad applicare questa delega.
La seconda criticità rappresenta il punto più problematico, le lauree telematiche. Ripeto quanto detto nella discussione; pur non essendo le università telematiche accreditate per i corsi di medicina, dovendo fare un semestre comune a più corsi di studio, che poi il Ministero deciderà quali sono (farmacia, biotecnologia, biologia), ci sono delle università telematiche che hanno questi accreditamenti. A nostro avviso, quindi, serve mettere un paletto proprio per evitare che, avendo fatto uscire dalla porta quelle università, poi esse rientrino dalla finestra. L'astensione è anche motivata dal fatto che c'è un altro passaggio alla Camera in cui speriamo che questi correttivi vengano inseriti.
In conclusione, Presidente, dopo aver lavorato alla modifica dell'accesso a medicina, che noi condividiamo e a cui abbiamo lavorato con tanto impegno, noi dobbiamo continuare a lavorare anche alla formazione post laurea. Sono felice che proprio in queste settimane in 7a Commissione si stiano discutendo altri due provvedimenti importantissimi che sempre lei, Ministro, ha voluto inserire all'ordine del giorno: uno relativo alla formazione specialistica dei medici e l'altro sul pre-ruolo dei ricercatori. Anche su questi provvedimenti ci vedrà impegnati sempre in maniera costruttiva, come siamo abituati a fare.
Serve però un impegno importante per valorizzare sempre di più i medici in Italia. Oggi un medico ospedaliero viene pagato 80.000 euro a fronte dei 150.000 di un medico tedesco. È chiaro che, se non paghiamo meglio questi medici, se non mettiamo un argine ai gettonisti, cioè a quei medici che, pur non essendo dipendenti del Servizio sanitario nazionale, lo aiutano facendo turni molto più leggeri e guadagnando tre volte tanto, noi continueremo a perdere personale e non ce lo possiamo permettere.
Tutto questo, Ministro, solo per dirle che, ogni volta che lei farà una battaglia a difesa dell'università e del diritto allo studio, ci troverà sempre al suo fianco. Le voglio però anche dire che in questo momento la direzione che stanno seguendo il Governo e il Ministero è totalmente contraria. È degli ultimi giorni, per esempio, un avviso che è arrivato a diverse fondazioni ed enti di ricerca, da parte del Ministero dell'università e della ricerca, che comunica che, poiché durante i lavori parlamentari in cui è in discussione la legge di bilancio è previsto un taglio ai Ministeri e anche al Ministero dell'università e della ricerca, il finanziamento disponibile per la realizzazione delle iniziative finanziate, a valere sull'avviso piano nazionale complementare a titolarità ministeriale, risulta ridimensionato nei seguenti termini. Il ridimensionamento previsto in legge di bilancio, se confermato, determinerà la necessità di una rimodulazione di questi che sono progetti di ricerca già finanziati e, poi, si dice anche che la scrivente amministrazione ha presentato proposte emendative volte al recupero parziale dei menzionati abbattimenti.
Vede, Ministro, lei non deve presentare emendamenti. Noi, come opposizione, dobbiamo presentare emendamenti. Lei, come Ministro e voi, come maggioranza, dovete mettere al centro dell'agenda politica gli investimenti e sull'università, sul diritto allo studio, sulla ricerca e lo sviluppo. È infatti questo il settore che ha il più alto fattore di rendimento. Anche nei momenti di difficoltà in questi settori, Ministro, non bisogna mai smettere di investire. Se lei fa questa battaglia, le prometto che noi saremo al suo fianco. (Applausi).
MARTI (LSP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARTI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, colleghi, Ministro, oggi assistiamo alla prima tappa di una rivoluzione che gli studenti italiani aspettano da appena venticinque anni. Quella che arriva all'esame dell'Assemblea oggi, dopo una gestazione lunga e meticolosa della Commissione che mi onoro di presiedere, è una riforma ambiziosa che intende potenziare il Servizio sanitario nazionale in termini sia di numero di medici chirurghi, sia di qualità della loro formazione. Abbiamo ascoltato davvero tutte le parti in causa: i rettori, i rappresentanti, dalla Presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane ai numerosissimi componenti della stessa CRUI, con cui la Commissione ha messo su un vero e proprio tavolo di confronto facendo tesoro del contributo - anche critico - offerto. Abbiamo parlato con i medici, con gli specializzandi, con le tante società private che fino ad oggi hanno lucrato sulla preparazione ai fantomatici test e abbiamo anche ascoltato gli studenti, che ci hanno chiesto di trovare un sistema capace di dare valore al loro studio e al loro sacrificio. Abbiamo lavorato in un comitato ristretto partecipatissimo, in cui tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione si sono messe in gioco per superare ognuno la propria idea e permettere l'approdo a un risultato il più possibile condiviso e ottimale per il Paese.
Mi permetto di ringraziare il ministro Annamaria Bernini, tutti i suoi uffici e Massimo Rubechi per il costante appoggio e ausilio che ha dato all'intera Commissione e ai suoi uffici, che chiaramente ringrazio. Ringrazio il senatore Francesco Zaffini, che non solo è il relatore, ma è anche il Presidente della 10a Commissione (sanità) e che in modo un po' irrituale ho voluto che svolgesse questo ruolo su un provvedimento assegnato come competenza alla 7a Commissione, ma che non poteva non avere la sanità come fulcro di interesse e di dibattito, per la creazione di un testo. Oltre che essere onorato di stare con il presidente Zaffini, che ha svolto un ottimo lavoro, mi compiaccio del fatto che lo si sia svolto tutti insieme, scegliendo la soluzione migliore, che è quella di tenere unito il mondo dell'università, con il Ministro presente, la Presidenza della Commissione affari sociali e sanità e chiaramente coinvolgendo - come è giusto che sia - anche il Ministero della pubblica istruzione e del merito. Ringrazio, rigorosamente in ordine alfabetico, le senatrici Aloisio, Bucalo, Castellone e D'Elia e i senatori Crisanti, Occhiuto e Paganella, che hanno lavorato insieme a noi al comitato ristretto e il mio ringraziamento va quindi a tutti voi per il lavoro svolto.
La stella polare che abbiamo avuto in questo lavoro è stata la nostra Costituzione. Quando il Governo eserciterà la delega che gli stiamo conferendo, finalmente si darà attuazione al diritto alla salute - da un lato - a quello all'istruzione - dall'altro lato - sempre nel pieno rispetto dell'autonomia dell'università. In ragione della complessità della materia, la formazione dei medici, ovvero il futuro globale del nostro Paese, abbiamo scelto di optare per la legge delega. Già come primo firmatario, avevo previsto un disegno di legge; ora il Ministro dell'università e della ricerca, in accordo con il Ministero della salute, dell'istruzione e del merito e quello delle finanze con la conferenza Stato-Regioni, ha dodici mesi per emanare i decreti legislativi che diano attuazione ai principi che abbiamo enucleato.
L'iscrizione al primo semestre dei corsi di laurea finalmente sarà libera: non esisterà più il test di accesso. Il semestre diventa dunque un filtro, un periodo di sei mesi e non più di un paio di ore come nel sistema attuale che da venticinque anni svilisce i giovani e genera un'enorme mole di contenzioso, in cui i ragazzi avranno così modo di dimostrare le loro vere capacità e le competenze acquisite con la frequenza dei corsi e con lo studio individuale. Le materie di esame del primo semestre e il numero dei crediti formativi universitari (CFU) previsti per ciascuna di esse saranno uguali sul territorio nazionale sia per medicina, sia per l'odontoiatria, sia per la veterinaria, sia per i corsi di studio di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria.
Si tratta, quindi, di riordinare complessivamente l'offerta formativa di tutta quest'area universitaria, a partire dall'allineamento dei corsi del primo semestre. Al momento dell'iscrizione al primo semestre, ciascuno studente si iscrive gratuitamente anche ad un secondo corso di studi della medesima area, che costituisce così la sua seconda scelta. Gli esami di profitto di queste materie saranno svolti secondo degli standard uniformi e su questo voglio essere ancora più chiaro: non ci sarà alcuno spazio per scorciatoie e favoritismi, come abbiamo più volte sottolineato e come il Ministro ha garantito.
Sostenere l'esame in una università piuttosto che in un'altra non potrà in alcun modo dare un vantaggio o, viceversa, uno svantaggio. Si garantirà assoluta parità di condizione tra tutti gli studenti. Gli studenti che abbiano superato tutti gli esami del primo semestre entreranno in una graduatoria di merito, che potrà garantire l'accesso al secondo semestre di medicina, odontoiatria e veterinaria. Coloro che non si saranno collocati in posizione utile per accedere a medicina, odontoiatria e veterinaria potranno proseguire il secondo semestre nel corso di studi di seconda scelta, anche in sovrannumero. Questo non è banale: la specifica «anche in sovrannumero» è stata introdotta con un emendamento a nostra prima firma, dal momento che la maggior parte dei corsi di studio di area biomedica - come sappiamo tutti - prevede il cosiddetto numero chiuso di ateneo, cioè offre un numero limitato di posti. Si riconosce e si tutela così il valore di ciascuno studente. Chi, invece, non avrà completato gli esami del primo semestre potrà proseguire gli studi nel corso di seconda scelta, se ad accesso libero, oppure iscriversi tardivamente a qualsiasi altro corso di studi. Nessuno, quindi, perderà tempo o si vedrà schiacciato da un sistema ingiusto. In ogni caso, l'anno successivo chi lo desidera potrà iscriversi nuovamente al primo semestre libero e avere una nuova chance per proseguire gli studi in questi corsi.
Lasciatemi dire qual è la grande portata del disegno di legge in esame: si prevede il potenziamento della programmazione annuale del numero di accessi alle facoltà di medicina, odontoiatria e veterinaria. Parliamo non di una maggiorazione di qualche manciata di posti, ma di misure strutturali e di modifica dei criteri di calcolo, ovvero di un effettivo superamento del meccanismo in uso, che ha mostrato tutti i suoi limiti, anche e soprattutto durante l'emergenza sanitaria. Il Governo dovrà anche potenziare la capacità ricettiva degli atenei, sempre continuando a garantire elevati standard di qualità dell'insegnamento. A tal proposito, un emendamento della Lega introduce la previsione di criteri di sostenibilità delle iscrizioni al primo semestre, rispetto alla capacità di accoglienza in ciascun ateneo. A mero titolo di esempio si potrà prevedere l'erogazione dei corsi puramente teorici a distanza, con modalità sincrone e asincrone, e si potranno prevedere criteri di bilanciamento tra gli atenei limitrofi.
Per raggiungere questo obiettivo si prevede inoltre - come noi abbiamo voluto fortemente - che le attività teoriche e pratiche dell'intero corso di studi in medicina e di tutoraggio degli studenti possano svolgersi anche in strutture sanitarie accreditate e negli istituti di ricovero e cura e carattere scientifico. Elemento importante è anche la previsione dei percorsi di orientamento e di sviluppo delle vocazioni da svolgersi nell'ambito dei percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (PCTO); quindi, durante gli ultimi tre anni di scuola superiore saranno pienamente accessibili su tutto il territorio nazionale. È così che si crea un primo filtro e si permette agli studenti di scegliere consapevolmente il percorso di studi più adatto.
Sono davvero orgoglioso, colleghi, signora Ministro, che il disegno di legge in esame sia atto a mettere fine ai test di accesso a medicina: una battaglia che, come molti di noi, la Lega ha sempre portato avanti con determinazione da più legislature e che ora vede finalmente la luce, con l'auspicio che l'iter di questo provvedimento possa concludersi presto e nel migliore dei modi, per permetterci di archiviare quanto prima il fallimentare sistema attuale.
Dichiaro pertanto il voto favorevole del Gruppo Lega Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione. (Applausi).
D'ELIA (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
D'ELIA (PD-IDP). Signor Presidente, colleghe e colleghi, penso che a questa discussione servirebbero uno scatto di serietà e un'operazione verità anche nella polemica tra di noi, perché a questo punto sembrerebbe non chiaro l'oggetto che ci divide. In questo caso nessuno sta discutendo sul se superare il test di accesso che, per modalità odiose e inique, è inviso a tutti. Qui si discute su un tema complesso, perché tocca un nodo strategico del Paese: il nesso tra qualità della formazione e qualità del diritto alla salute delle persone, che è molto rilevante.
Tutti abbiamo partecipato alla discussione - lo ricordava adesso il presidente Marti, ma lo ha ricordato anche il relatore del disegno di legge - e al lavoro del comitato ristretto, con l'intento di superare l'accesso a medicina com'è oggi, con l'idea di dare ai giovani, alle ragazze e ai ragazzi che vogliono intraprendere questo percorso la possibilità di verificare la propria attitudine. È vero, infatti, che si tratta di un lavoro delicato e di un percorso di studi lungo. Per quei ragazzi che sognano di diventare medici il semestre che qui stiamo disegnando è solo la prima prova di un percorso lungo, perché non si è medici senza specializzazione. Quindi, anche solo affrontare l'accesso in modo isolato dal resto è fuorviante, perché il nodo è tenere insieme apertura ed eccellenza della formazione, che è cardine della qualità della cura delle cittadine e dei cittadini. Si ha la sensazione invece che qui abbiamo solo rimandato la soglia, senza aggredire davvero l'iniquità e neanche affrontare i temi reali di difficoltà. E lo dico avendo partecipato al percorso ed avendo sollevato alcune questioni di merito su quello che andavamo facendo.
L'abbiamo detto: è iniquo il modo in cui oggi si accede. Cito Alessia Conte, tra i vari studenti che sono intervenuti in audizione, perché è la presidente del Consiglio nazionale degli studenti universitari, un organismo che voi non volete tra gli enti che devono esprimere un parere su come si va a ridefinire, visto che avete bocciato il nostro emendamento. Ebbene, Alessia Conte ci ha fornito i dati su chi riesce ad accedere a medicina e poi ci ha anche voluto mandare tutto il rapporto Istat a dimostrare a tutti i membri della Commissione che al corso di medicina e chirurgia in questo Paese ancora oggi accedono studentesse e studenti con i redditi più elevati rispetto agli altri corsi. C'è una selezione che è fortemente ancora di classe.
Quindi, ci sono due questioni: un'iniquità che nasce da una barriera in sé del sistema universitario, che per essere aperto a tutti dovrebbe garantire una didattica di qualità per quelli che vorrebbero fare questo percorso costoso e raggiungere un obiettivo enorme; vi è poi un'iniquità che nasce dalla modalità in cui selezioniamo per ottenere un numero programmato che ci consenta di garantire quelle due qualità di cui parlavo. Ed è su questo che sono arrivati i rilievi critici: due piani, però, che in questa discussione si sono confusi più volte. Alcuni applaudono alla fine del numero chiuso che non c'è, illudono famiglie, ragazze e ragazzi con quella libertà di accesso che riguarda il semestre libero. Vorremmo evitare che sia una semplice dilazione, una bandierina da sventolare. Non si può cambiare accesso senza un percorso di adeguamento delle strutture di assunzione di personale, di potenziamento dell'orientamento in uscita dalle scuole: l'orientamento, non un anticipo di formazione universitaria (Applausi), come in questo testo si dice. Anche qui, comunque, è tutto a invarianza finanziaria e più in generale è un investimento volto alla sostenibilità dell'apertura.
Di cosa invece stiamo discutendo? Questo dobbiamo chiarirlo, perché già l'articolo 1 non corrisponde a verità. Le finalità dell'ampliamento, del potenziamento del Servizio sanitario nazionale in termini di numero di medici, chirurghi, odontoiatri e veterinari non sono in questo testo. Qui c'è una delega per una revisione delle modalità di accesso. E quali sono i problemi da affrontare per allargare e potenziare davvero? Li possiamo prendere da due versanti: quello del Sistema sanitario nazionale e parliamo dei problemi storici, della carenza di borse e di specialità rispetto al numero di laureati, un imbuto che in questi anni abbiamo affrontato, come veniva ricordato prima. La tendenza è stata invertita, ma mancano comunque medici di medicina generale e di medicina di urgenza. Poi c'è la questione dell'attrattività del Servizio sanitario nazionale: negli ultimi dieci anni 10.000 medici e 8.000 infermieri hanno lasciato per andare all'estero, dove sono pagati meglio, perché sono riconosciuti e il motivo è tutto economico.
La media di un medico specialista in Italia è di 105.000 euro, mentre per i tedeschi e gli olandesi è di 190.000 e per gli spagnoli 108.000. Quindi, dove dobbiamo andare a guardare per capire se veramente finanziamo? Negli investimenti in università, ricerca e in quelli sul servizio sanitario nazionale. Ma gli investimenti non ci sono. In questa legge di bilancio non ci sono. Troviamo tagli nella dotazione del fondo nazionale in rapporto al PIL, che sarà al livello più basso. L'aumento di 1,3 miliardi è inadeguato a pareggiare l'inflazione e non c'è nulla per l'assunzione di medici e infermieri.
Non si vede prospettiva da questo punto di vista, anche se è evidente che noi oggi ragioniamo di quello che sarà tra dieci anni. Ma allora vediamolo dal lato dei tagli sulla ricerca e l'università o degli investimenti sulla ricerca e università. Io non ho alcun pregiudizio, però vorrei parlare del casus belli di cui ieri abbiamo discusso, perché nasce dal parere espresso dalla CRUI sullo schema di riparto del fondo di finanziamento ordinario.
Non è un comunicato sindacale o di un collettivo studentesco, con tutto il rispetto per i sindacati, i collettivi e le associazioni degli studenti, che esistono per arricchire la democrazia di questo Paese. Il parere della CRUI, risalente a luglio 2024, stigmatizza una notevole contrazione, rispetto al 2023, del fondo ordinario, perché ha un taglio contabile di 173 milioni di euro. Non risulta il finanziamento aggiuntivo di 340 della quota annuale del piano straordinario 2022, messo a carico del fondo ordinario, che prevedeva le risorse aggiuntive per aumentare le facoltà assunzionali degli atenei. La quota 2024 doveva essere quella più significativa.
Con questo siamo a 513 milioni di tagli effettivi. Poi c'è la mancata copertura dei maggiori oneri derivanti dall'adeguamento degli stipendi del personale, obbligo a carico degli atenei stabilito dal MEF; oltre 230 milioni di euro di tagli per l'adeguamento di stipendi. La somma fa circa 750 milioni di euro di tagli certificati, stimati oltre 800. Non sono numeri a caso: sono mancati finanziamenti che il senatore Verducci, non si è inventato.
Potremmo continuare, perché nel decreto n. 71 del 2024, avete tagliato altri 100 milioni alla copertura degli aumenti stipendiali del personale. Adesso, nella legge di bilancio c'è il blocco del turnover al 75 per cento rispetto alle cessazioni di ruolo e quel 25 per cento di risparmio non andrà agli atenei e agli enti di ricerca, ma dovrà essere dato al MEF. Quindi, anche qui una stretta terribile. Così come ci sono i tagli sulle tabelle: alla ricerca, meno 366 milioni; alle università, meno 284; alle AFAM meno 50,4.
Sono 122 le società scientifiche che hanno aderito all'appello di cui prima parlava la senatrice. C'è un tema serio di sostenibilità della ricerca e del futuro del sistema universitario, perché i piccoli atenei rischiano di fallire. E non possiamo discutere di questo, se non parliamo anche del contesto in cui noi mettiamo quella iscrizione libera al primo semestre.
Questo è il cuore, che rischia di essere un enorme bluff. Questo semestre, infatti, come si organizza? Come risponde alla necessità di verificare la vocazione di queste ragazze e questi ragazzi? Io, che ho partecipato al comitato ristretto, non ho ancora capito come volete costruire questa graduatoria nazionale. E mi rifiuto di pensare che noi diamo dei crediti formativi universitari da remoto su test nazionali. (Applausi).
Stiamo moltiplicando i test, solo che lo faremo, sulle materie di competenza. Stiamo cioè decidendo che un pezzo del percorso universitario sarà probabilmente fatto con i test a crocette e magari appaltato alle università telematiche. Su questo punto, infatti, non ci avete dato risposte ed è troppo facile scaricare sulle università telematiche e sull'insegnamento da remoto l'assenza di welfare e l'assenza di condizioni di qualità, per gli studenti e le studentesse, al fine di studiare nelle università.
Per questo noi esprimiamo serie perplessità su questa legge delega, sulla vastità della delega, sul modo in cui si pensa di fare la graduatoria e su cui si rischia di moltiplicare la competizione e lo stress, in sei mesi che non saranno sei veri mesi di verifica per i ragazzi e le ragazze. Per questo motivo, dichiaro il voto contrario del Partito Democratico. (Applausi).
BUCALO (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BUCALO (FdI). Signor Presidente, signor Ministro, questa sera sono orgogliosa di intervenire in dichiarazione di voto a nome del Gruppo Fratelli d'Italia. Oggi stiamo infatti scrivendo una pagina importante per il futuro dei nostri giovani, garantendo a tutti la pari opportunità di diventare professionisti in ambito medico. Desidero innanzitutto ringraziare il ministro Bernini, che ha seguito e supportato costantemente i lavori nella 7a e 10a Commissioni riunite, il nostro relatore, il senatore e presidente Zaffini, e il presidente della 7a Commissione, senatore Marti, per il grande lavoro che è stato fatto con equilibrio e con efficacia per portare oggi in Aula questo disegno di legge. È stato un lavoro complesso, a partire dal raccordo di cinque disegni di legge, uno dei quali, il n. 915, di Fratelli d'Italia, a mia prima firma.
Il testo è una legge delega al Governo per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria. La riforma era attesa da anni, visto che l'attuale sistema basato sui test di ingresso a risposta multipla, come l'abbiamo conosciuto fino ad oggi, si è rivelato un sistema rigido, determinato da troppi fattori causali. Spesso il contenuto di alcune domande ha destato molte perplessità. L'attuale sistema ha mostrato sempre più la sua incapacità a selezionare con equità e merito gli studenti più bravi e motivati. (Applausi). Stiamo parlando del cosiddetto test lotteria. Il nuovo meccanismo parte invece da un assunto fondamentale: un sistema che permetta a tutti i ragazzi di avere il diritto di confrontarsi alla pari, di partire dagli stessi blocchi di partenza, al di là della scuola di provenienza, e di essere finalmente giudicati sul reale merito e sulle loro motivazioni. (Applausi).
Inoltre, vale la pena dire a chiare lettere che abbiamo finalmente avuto il coraggio di eliminare il fiorire dei corsi privati che preparavano al test lotteria e che hanno notevolmente inciso sulle finanze di tutte quelle famiglie, che sono state costrette a pagare costi altissimi e che spesso hanno anche determinato un ingiusto divario per chi invece non poteva permetterselo. È prevista l'iscrizione libera a un semestre filtro: sei mesi di formazione in cui gli studenti si preparano su materie caratterizzanti e su cui verranno valutati secondo standard uniformi che saranno oggetto della delega. Il proseguimento al secondo semestre sarà regolato dal conseguimento di tutti i CFU stabiliti per gli esami di profitto del primo semestre e che saranno svolti in modo uniforme in tutti gli atenei. Smettetela quindi di dire che c'è il rischio serio di valutazioni non omogenee. (Applausi).
La posizione utile in una graduatoria di merito nazionale, formata in base ai risultati raggiunti, seleziona poi l'ingresso al secondo semestre in base al numero dei posti programmati, il che garantirà la proporzione tra domanda e offerta.
Sui criteri di sostenibilità per l'iscrizione al primo semestre, basta con questi allarmismi lanciati anche da alcuni atenei secondo cui le strutture universitarie non riusciranno a garantire la capacità di accoglienza. Tutto ciò è assurdo e anacronistico. Siamo in una società sempre più digitalizzata, ci confrontiamo con l'intelligenza artificiale e voi venite a dirmi questo. Per alcune delle materie del primo semestre si potranno ampiamente utilizzare le tecnologie a distanza, visto che le abbiamo già utilizzate con successo nel periodo della pandemia e che sono state proposte anche dalla CRUI durante la sua audizione.
È stato previsto che gli studenti che non raggiungessero il posto nella graduatoria di merito utile a proseguire medicina potranno spendere i crediti formativi ottenuti in corsi di laurea diversi, anche in soprannumero, visto che al momento dell'iscrizione al primo semestre si iscrivono gratuitamente ad un secondo corso di studi e quindi non perdono l'anno. Questa è la chiara e netta differenza con il modello francese, che in maniera del tutto falsa in questi giorni è stato accostato a questo disegno di legge. Presidente, questo è e sarà il modello italiano del Governo Meloni, del ministro Bernini e del Parlamento italiano. (Applausi).
Inoltre è importante precisare che i ragazzi potranno seguire il loro primo semestre in qualsiasi ateneo, perché i programmi saranno i medesimi, e che quelli selezionati in base alla loro posizione nella graduatoria unica nazionale decideranno dove continuare a studiare, esattamente come avviene oggi, esprimendo preferenze. Anche qui ci sarà quindi un risparmio per le famiglie e non un aggravio, come qualcuno dell'opposizione ha ipotizzato.
Signor Presidente, piuttosto tanti interventi, spesso senza nessuna attinenza all'oggetto del disegno di legge (scuole di specializzazione, trattamento economico dei medici, organizzazione del servizio sanitario, qualità dell'assistenza medica), con proclami catastrofici, in modo particolare da parte dei colleghi del PD, mi portano a pensare che o non hanno letto il testo o hanno letto - forse in modo più conveniente per loro - qualche lettera che proveniva da qualche sindacato, peraltro male informato. (Applausi). La verità è che siete stati al Governo cinque anni e non avete fatto nulla. (Commenti).
PRESIDENTE. Senatrice, ci si rivolge alla Presidenza.
BUCALO (FdI). Noi abbiamo avuto il coraggio di fare una riforma attesa da anni e per questo desidero ringraziare ancora una volta il ministro Bernini, per la grande attenzione che sta dimostrando su questo tema, visto che è stato già costituito un tavolo di lavoro sulla riforma che suggerirà la scelta delle discipline qualificanti comuni che devono essere oggetto di insegnamento nel primo semestre e il metodo da adottare per valutare il superamento dei relativi esami.
Su questi punti Fratelli d'Italia ritiene che l'anatomia, per esempio, debba essere una materia caratterizzante fondamentale, anche per facilitare il percorso di auto-orientamento dei ragazzi, e che il sistema migliore per la selezione al termine del semestre sia una valutazione nazionale uguale per tutti, che assegni un voto per ogni disciplina e quindi determini una graduatoria equa, garantendo assoluta parità di condizioni. Ribadisco che abbiamo assoluta fiducia nel Ministro e nel suo operato.
Concludo, Presidente. Fratelli d'Italia è convinta che con l'attuale riforma proposta si investa realmente sul futuro dei nostri giovani, garantendo in modo efficace l'opportunità di perseguire, ad armi pari per tutti, il sogno di diventare medici. Non solo: si investe sul futuro della nostra Nazione, favorendo l'accesso alla facoltà di medicina dei più meritevoli, pur mantenendo nel lungo corso di laurea una formazione di qualità e un'offerta formativa d'eccellenza. Per questi motivi sono fiera di dichiarare il voto favorevole di Fratelli d'Italia. (Applausi. Congratulazioni).
Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti del Liceo classico «Michele Amari» di Giarre, in provincia di Catania, che stanno assistendo ai nostri lavori. Benvenuti in Senato. (Applausi).
Ripresa della discussione del disegno di legge
n. 915-916-942-980-1002 (ore 17,29)
PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del testo unificato dei disegni di legge nn. 915, 916, 942, 980 e 1002, nel suo complesso, con il seguente titolo: «Delega al Governo per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria».
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi).
Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
BERGESIO (LSP-PSd'Az). Domando di parlare. (Brusio).
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Chiedo ai colleghi che devono uscire dall'Aula di farlo in rigoroso silenzio. (Brusio).
Vedo che i colleghi però non sentono.
BERGESIO (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, oggi voglio portare a conoscenza dell'Assemblea un gravissimo fatto che sta accadendo in provincia di Cuneo, più precisamente a Santa Vittoria d'Alba, dove la multinazionale britannica Diageo, colosso mondiale nel settore delle bevande alcoliche, ieri ha annunciato la chiusura entro giugno 2026, dello storico stabilimento ex Cinzano. Una decisione comunicata purtroppo a bruciapelo, con una lettera ai 349 lavoratori, gettando in ginocchio loro, le loro famiglie e colpendo al cuore tutta la Provincia Granda.
La lettera è arrivata pochi giorni dopo l'informativa in cui le parti sindacali, mostravano preoccupazione sulla situazione in cui versa il sito produttivo di Santa vittoria d'Alba. La ex Cinzano, dal nome della frazione in cui sorge la fabbrica, è un'azienda storica, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, uno dei tanti preziosissimi simboli dell'Italia che lavora e crea prodotti di grandissima qualità.
La prospettata chiusura è una ferita per tutto il made in Italy. In quello stabilimento si è scritto un pezzo importante della storia dell'"Italia da bere"; da lì il marchio Cinzano conquistò il mondo della moda e dello sport. La Diageo gruppo è quotata alla borsa di Londra, è presente in 180 Paesi al mondo, con oltre 200 prodotti. L'unico sito produttivo in Sud Europa si trova proprio in Italia, a Santa vittoria d'Alba. L'azienda nell'esercizio chiuso il 30 giugno 2024 ha comunicato un fatturato di vendite nette pari a 20,3 miliardi e un utile operativo che ha raggiunto i 6 miliardi di euro. Insomma, noi non stiamo parlando di una multinazionale in crisi, anzi; questa realtà e il suo valore produttivo vanno tutelati e con essi le centinaia di posti di lavoro che continua a offrire sul territorio.
La procedura di consultazione con i sindacati è già stata avviata ed oggi le segreterie provinciali di Fai CISL, Flai CGIL, UILA, UIL e UGL, hanno indetto uno sciopero di otto ore per ogni turno di lavoro. L'azienda, dal canto suo, ha fatto sapere di essere disponibile per esplorare soluzioni alternative per il futuro. Anche le istituzioni hanno il dovere di intervenire per fermare tutto questo e dare risposte al territorio.
Oggi dunque chiedo, tramite lei, Presidente, l'attenzione del Governo su questa delicatissima vicenda in quanto non si può permettere a un'azienda di questo calibro di chiudere uno stabilimento in Italia, lasciando per strada 349 persone con le loro famiglie. Chiedo anche quali interventi sarebbe possibile attuare a livello di Ministero delle imprese e del made in Italy e di Ministero del lavoro per difendere la fabbrica, i lavoratori e con essi una parte importante del made in Italy.
Oggi ho presentato un'interrogazione qui in Senato, nella quale oltre ad una particolare attenzione a questo drammatico evento, chiedo anche l'istituzione immediata di un tavolo di concertazione presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, con tutti i soggetti coinvolti al fine di analizzare da subito la problematica e trovare la soluzione più favorevole per la continuità dell'attività dell'impianto produttivo e il mantenimento dell'occupazione. (Applausi).
SCALFAROTTO (IV-C-RE). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SCALFAROTTO (IV-C-RE). Signor Presidente, prendo la parola in Aula perché avrei bisogno, tramite gli uffici e tramite lei, di chiedere chiarimenti al Governo sulla risposta a un'interrogazione che ho ricevuto dal ministro Nordio, che è una risposta che proprio non si regge in piedi, incongruente e contraddittoria. Va bene che il Parlamento interroghi il Governo, ma il Governo poi deve dare delle risposte che reggano. Cerco di spiegare la situazione.
L'interrogazione si riferiva a un nostro ex collega, Stefano Esposito, che è stato intercettato mentre era membro del Parlamento, precisamente era senatore, più di 500 volte ed è stato poi rinviato a giudizio, su richiesta della procura di Torino, sulla base di 130 di queste intercettazioni che erano state recepite tutte senza l'autorizzazione della Camera di appartenenza. Viene sollevato conflitto di attribuzioni davanti alla Corte costituzionale e quest'ultima, nel dicembre del 2023, censura pesantemente la procura di Torino per aver utilizzato illegittimamente delle intercettazioni del senatore Esposito. Ora, queste intercettazioni, a seguito della sentenza della Corte costituzionale, dovevano essere distrutte perché erano state - ripeto - illegittimamente percepite. Accade, però, che improvvisamente queste intercettazioni vengono fuori in un fascicolo di causa che non riguarda neanche il collega Esposito, dove lui non è neanche imputato, quindi delle intercettazioni che dovevano essere distrutte riaffiorano in un fascicolo di causa e vengono di nuovo rese pubbliche senza che Esposito c'entrasse nulla.
A questo punto, chiedo al ministro Nordio di farmi capire cosa sta succedendo e se intende mandare degli ispettori alla procura di Torino. Nordio mi risponde non di aver mandato gli ispettori, ma di aver chiesto alla procura di Torino di dirgli che cosa era successo e quindi mi dice che cosa è successo, ma le spiegazioni proprio non si reggono. Cosa dice la procura di Torino? Dice che in realtà ha mandato le intercettazioni alla procura di Roma, perché la procura di Roma aveva preso in mano il procedimento in quanto la Cassazione l'aveva mandato lì e quindi poi, quando la procura di Roma ha rimandato indietro questi atti alla procura di Torino, per questioni legate ad altri imputati, le intercettazioni sarebbero spuntate nel fascicolo.
Questa spiegazione non regge, in primo luogo perché gli atti tornati indietro non riguardano Stefano Esposito, perché Stefano Esposito non è imputato in quel procedimento, quindi la cosa non ha senso; in secondo luogo, perché Torino, a suo tempo, mandò a Roma le trascrizioni, ma non le fonie, cioè non i nastri registrati: quei nastri registrati non si sono mai mossi da Torino. Quello che vorrei capire, allora, è se li hanno distrutti o non li hanno distrutti. La procura di Torino, nella risposta che manda a Nordio, aggiunge poi di non preoccuparci perché tanto questi atti non sarebbero nel fascicolo e comunque non sono rilevanti. Ora, che non siano rilevanti è fuori discussione, perché Esposito - ripeto - non è imputato in quel procedimento. Invece posso affermare - ed è qui che quindi trovo un elemento di falsità materiale nella risposta che il ministro Nordio mi dà e il Ministro non può mentire al Parlamento, perché mi dice che queste intercettazioni non ci sono - che ci sono 60 di queste intercettazioni nel faldone numero 13 del procedimento. Le cose non funzionano perché se un parlamentare fa una domanda, il Ministro deve rispondere la verità; se il Ministro si è fidato della procura di Torino e mi ha fatto rispondere cose che non stanno né in cielo né in terra, allora sarà bene che il Ministro mandi finalmente degli ispettori alla procura di Torino, perché se quando loro rispondono poi mi dicono queste cose che non stanno in piedi, forse varrebbe la pena che il Ministero della giustizia mandasse qualcuno dei suoi a Torino a vedere che cosa succede, perché se una procura che intercetta per 500 volte un parlamentare senza chiedere l'autorizzazione alla Camera di appartenenza e poi non distrugge gli atti che la Corte costituzionale le ha detto di distruggere, questo quanto meno suscita qualche perplessità e qualche interrogativo a cui bisognerebbe dare risposta attraverso l'ispezione.
Per suo tramite, signor Presidente, chiedo pertanto agli uffici di inviare la trascrizione di questo mio intervento di fine seduta al Ministero della giustizia perché proceda di conseguenza. (Applausi).
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di giovedì 28 novembre 2024
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, giovedì 28 novembre, alle ore 9, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 17,40).