Legislatura 19ª - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 199 del 10/10/2024

4ª Commissione permanente

(POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA)

GIOVEDÌ 10 OTTOBRE 2024

199ª Seduta

Presidenza del Presidente

TERZI DI SANT'AGATA

La seduta inizia alle ore 9,35.

SULLA CONFERENZA INTERPARLAMENTARE SU STABILITÀ, COORDINAMENTO ECONOMICO E GOVERNANCE NELL'UNIONE EUROPEA (SECG), BUDAPEST, 3-4 OTTOBRE 2024

Il senatore SPAGNOLLI (Aut (SVP-PATT, Cb)) dà conto della missione che si è svolta il 3 e 4 ottobre 2024 a Budapest in Ungheria, che detiene la Presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea, per partecipare alla Conferenza interparlamentare sulla stabilità, il coordinamento economico e la governance nell'Unione, cosiddetta SECG, insieme con la senatrice Lavinia Mennuni e il senatore Bartolomeo Amidei.

La Conferenza si è strutturata in tre sessioni, di cui la prima sul tema dei risvolti competitivi inerenti alla diffusione delle auto elettriche nell'Unione europea e il relativo processo decisionale.

In tale ambito è intervenuto il senatore Amidei, che ha evidenziato il rischio di forzare, con vincoli normativi, una transizione che guardi a una sola tecnologia e che venga affrontata senzamisure di accompagnamento, necessarieper un settore complesso e così strategico per l'economia italiana ed europea. La transizione alla mobilità elettrica, intesa come scelta produttiva esclusiva nel medio periodo, comporta poi un rischio tecnologico e competitivo, poiché l'industria europea dovrà confrontarsi con giganti della produzione e del mercato globale, come la Cina e gli Stati Uniti. Il Senatore ha inoltre richiamato la proposta del Ministro delle imprese e del made in Italy, presentata ai colleghi europei, per una nuova politica industriale europea, in linea con le indicazioni del Rapporto Draghi, e ha, infine, citato le parole, richiamate anche dal presidente Giulio Terzi in altra sede, dell'ex Segretario generale della NATO Stoltenberg secondo cui "la libertà è più importante del libero scambio".

La seconda sessione era dedicata al nuovo quadro sulla governance economica del Patto di stabilità e crescita. Sul tema è intervenuta la senatrice Mennuni, ricordando l'impegno italiano per un approccio costruttivo, utile a coniugare l'obiettivo della necessaria solidità dei bilanci nazionali con l'indispensabile sostegno alla crescita e agli investimenti. Nonostante posizioni di partenza ed esigenze molto distanti tra gli Stati, il nuovo Patto presenta regole meno rigide e più realistiche rispetto al passato, con meccanismi graduali di riduzione del debito e di rientro dagli elevati livelli di deficit del periodo Covid, e con la promozione di un'ottica orientata alla crescita e alla resilienza, piuttosto che alla sola preservazione della solidità delle finanze pubbliche.

La Senatrice ha, tuttavia, sottolineato il rammarico per la mancata automatica esclusione, dall'equilibrio di deficit e debito da rispettare, delle spese in investimenti strategici, coerenti con le priorità stabilite in sede europea, e la previsione di margini di flessibilità volti a conferire la piena titolarità dei Governi e dei Parlamenti nazionali nei percorsi di aggiustamento. Infine, ha lanciato la proposta di scomputare dal tetto della spesa netta anche gli investimenti nelle politiche volte alla crescita demografica, che è alla base di un buon funzionamento dell'economia.

Infine, nella terza sessione, relativa all'impatto del Bilancio dell'Unione europea per la politica di coesione sul Quadro finanziario pluriennale, il senatore Spagnolli espone di aver ricordato come la politica di coesione sia ancora oggi il principale strumento di investimento dell'Unione, per promuovere un'integrazione solidale e armoniosa, e ridurre il divario tra i diversi livelli di sviluppo delle sue varie regioni, anche quelle montane, alle quali ha ricordato di appartenere, essendo eletto nella provincia autonoma di Bolzano, dell'Alto Adige/Südtirol.

Il Senatore ha quindi sottolineato la necessità di rafforzare l'integrazione europea e gli stanziamenti del bilancio dell'Unione dedicati alla politica di coesione, nel prossimo Quadro finanziario pluriennale. Necessità che sarà auspicabilmente portata avanti anche dal rappresentante dell'Italia Raffaele Fitto, neo Vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega per la Coesione e le Riforme, persona assolutamente idonea a ricoprire questo importante incarico europeo. Al riguardo, ha ricordato che, anche nel recente Rapporto Letta sul futuro del mercato unico, viene evidenziata questa esigenza, richiamando il fatto che quasi un terzo della popolazione europea vive oggi in zone arretrate, che negli ultimi due decenni hanno vissuto un'ulteriore recessione.

In aggiunta, il Senatore ha rappresentato la necessità, altrettanto essenziale, di affrontare le sfide che il futuro dell'Europa ci impone, quali quelle legate per esempio ai cambiamenti climatici, all'inclusione sociale o alla transizione digitale, che richiedono risorse aggiuntive rispetto a quelle del Bilancio ordinario, da reperire mediante l'emissione di titoli di debito comune europeo, come già fatto in modo assolutamente innovativo ed efficace con il Next Generation EU, o con i "social bonds" del programma Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency (SURE).

Questa è la via maestra, individuata anche nel Rapporto di Mario Draghi sul futuro della competitività europea: l'emissione di eurobonds o "targeted bonds", circoscritti e finalizzati al raggiungimento di specifici e determinati obiettivi politici strategici europei. Nel Rapporto, infatti, si evidenzia il ritardo che l'Europa sta accumulando da anni nei confronti degli Stati Uniti, e ora anche della Cina, nel finanziamento degli investimenti produttivi, soprattutto quelli nella transizione ecologica e nella ricostruzione del tessuto industriale. A fronte di tale ritardo, secondo il Rapporto, occorrerebbe mobilitare risorse quantificate in circa il 5 per cento del PIL europeo, ovvero circa 800 miliardi di euro, di cui almeno la metà dovrebbero venire da investimenti pubblici, in quanto poi in grado di esercitare un effetto di trascinamento sugli investimenti privati.

Il Senatore ha infine concluso ricordando che il Consiglio europeo di giugno 2024 ha invitato la Commissione europea a mantenere e rafforzare una politica di coesione moderna, efficiente ed efficace, da delineare nelle riflessioni che la Commissione medesima dovrà elaborare entro la primavera del 2025 e nella proposta sul nuovo Quadro finanziario pluriennale che dovrà poi presentare entro il 1° luglio 2025.

Il PRESIDENTE ringrazia il senatore Spagnolli e chiede se anche altre delegazioni presenti avessero richiamato il principio, presente anche nel Rapporto Draghi, del ricorso all'indebitamento comune con l'emissione di eurobonds per obiettivi o settori strategici.

Il senatore SPAGNOLLI (Aut (SVP-PATT, Cb)) riferisce che il Rapporto Draghi è stato ampiamente citato durante le tre sessioni della Conferenza, ma il tema del debito comune non è stato oggetto di specifica attenzione nel consesso della III sessione, salvo l'intervento italiano. Solo la Spagna, durante la II sessione, ha richiamato il fabbisogno di 800 miliardi di euro, identificato dal Rapporto Draghi, rammaricandosi della generale assenza di interesse su come reperirli.

Molte delegazioni hanno invece insistito, nella III sessione, sulla necessità di rendere più forte e al contempo più flessibile la politica di coesione, perché sia più efficace nel rafforzare la competitività dei settori economici, anche a fronte del dumping cinese, e perché sia più adattabile alle esigenze specifiche delle regioni anche internamente ai territori statali. In particolare, la Finlandia ha chiesto l'attivazione di fondi europei per rafforzare la sicurezza dei confini europei a Est, mentre l'Ungheria ha espresso la sua contrarietà per la sanzione del blocco dei fondi strutturali, che va contro gli interessi della politica di coesione dell'Unione.

Il senatore LOREFICE (M5S) propone un approfondimento, anche con un affare assegnato, sul tema della politica di coesione, che rientra a pieno titolo nelle competenze di questa Commissione, al fine di chiarire i contorni e le problematiche dell'approccio vigente in Italia.

Ricorda infatti che, a fronte di una adeguata disponibilità di risorse, le regioni del Sud mostrano difficoltà nel loro impiego per la realizzazione dei progetti, e che sarebbe importante comprenderne i motivi, se legati a problematiche di governance regionale o alla farraginosità procedurale europea.

Ritiene ormai improrogabile affrontare una volta per tutte la problematica, per mettere le regioni del Sud nelle condizioni di poter fruire appieno della politica di coesione e colmare il divario con quelle del Nord.

Il PRESIDENTE ringrazia il senatore Spagnolli per le precisazioni e accoglie la proposta del senatore Lorefice, condividendo la necessità di superare le difficoltà nella spesa dei finanziamenti europei e nazionali nella politica di coesione.

Il senatore SENSI (PD-IDP) ringrazia il senatore Spagnolli per la condivisione dei lavori della Conferenza di Budapest e in particolare per il tema della coesione, nel contesto della Presidenza ungherese che ha visto nella giornata di ieri uno scontro molto chiaro nel Parlamento europeo tra il premier Orban e la presidente Von der Leyen. Uno scontro che mette in chiaro gli schieramenti di appartenenza, tra democratici e populisti-sovranisti, e che si riflette anche in Italia.

Si sofferma, quindi, sul futuro del Ministero degli affari europei, finora retto da Raffaele Fitto, rispetto al quale si parla di spacchettamento delle deleghe, per esprimere la sua preoccupazione qualora questo finisca in una gestione ad interim o inquadrato nel Ministero degli affari esteri.

Riguardo al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), esprime preoccupazione per i soli 53,5 miliardi di euro che sono ad oggi stati spesi, sul totale di 194,4 miliardi, e per il restante importo che dovrà essere speso entro il 2026. Se, infatti, si proseguisse con il ritmo attuale, vi sarebbe bisogno di estendere il periodo di riferimento per altri 10 anni, fino al 2036.

Si riserva di riprendere questi temi nel periodo successivo all'insediamento di Raffaele Fitto alla Commissione europea, quando dovrà essere sciolto il nodo del grado di priorità che il Governo vorrà dare agli affari europei, alla coesione e al PNRR.

Il PRESIDENTE prende atto delle preoccupazioni espresse e ricorda che anche nei governi politici precedenti, dell'attuale opposizione, gli affari europei erano stati affidati talvolta a un sottosegretario.

La Commissione prende atto.

ESAME DI PROGETTI DI ATTI LEGISLATIVI DELL'UNIONE EUROPEA

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il meccanismo di cooperazione per i prestiti all'Ucraina e fornisce assistenza macrofinanziaria eccezionale all'Ucraina (COM(2024) 426 definitivo)

(Esame, ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, e rinvio)

Il presidente TERZI DI SANT'AGATA (FdI), relatore, introduce l'esame della proposta di regolamento in titolo, che istituisce il meccanismo di cooperazione per i prestiti all'Ucraina e fornisce assistenza macrofinanziaria eccezionale all'Ucraina, al fine di integrare il supporto già fornito all'Ucraina, a seguito dell'aggressione militare russa. Ricorda, infatti che l'Unione europea, i suoi Stati membri e le Istituzioni finanziarie europee, hanno finora erogato oltre 118 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti. Questi fondi hanno sostenuto lo sforzo bellico, mantenuto i servizi essenziali, avviato la ricostruzione e fornito assistenza umanitaria. Parte di questo supporto include 6,1 miliardi di euro in assistenza militare, destinati a crescere nel 2024.

Nel 2024 è stato introdotto lo "strumento per l'Ucraina" da 50 miliardi di euro del bilancio dell'Unione, per fornire supporto continuo fino al 2027, condizionato all'attuazione di riforme necessarie per il processo di adesione all'Unione. Questo strumento finanzierà l'amministrazione, i servizi pubblici e la ricostruzione del Paese. Solo nel 2024, si prevedono 16 miliardi di euro per sostenere la ripresa.

La proposta include un'assistenza macrofinanziaria (AMF) eccezionale per rispondere alle crescenti esigenze finanziarie dell'Ucraina. Questo sostegno servirà a ripristinare infrastrutture critiche e avviare una ricostruzione post-bellica sostenibile, legata all'integrazione europea. I fondi saranno concessi con condizioni stabilite in un protocollo d'intesa tra la Commissione europea e l'Ucraina.

Inoltre, si prevede che l'Ucraina cooperi con l'Unione nella modernizzazione dell'industria della difesa. Per garantire un solido sostegno finanziario, il prestito AMF dovrebbe essere garantito dal margine di bilancio dell'Unione, offrendo una solida copertura finanziaria e rassicurazione agli investitori. Pertanto, la decisione sul versamento del nuovo prestito AMF dovrebbe essere adottata entro la fine di quest'anno.

Il sostegno all'Ucraina attraverso il meccanismo di cooperazione per i prestiti sarà in linea con le sanzioni imposte alla Russia e con le conclusioni del Consiglio europeo del 27 giugno 2024. Queste invitano la Commissione e il Consiglio, insieme ai partner del G7, a fornire all'Ucraina finanziamenti aggiuntivi entro l'anno, sotto forma di prestiti coperti da future entrate straordinarie, per sostenere le sue esigenze militari, di bilancio e di ricostruzione.

Lo status di Paese candidato, riconosciuto all'Ucraina il 23 giugno 2022, e l'avvio dei negoziati di adesione nel dicembre 2023 rafforzano il suo percorso verso l'integrazione europea. Tutti gli interventi europei, compreso il meccanismo di cooperazione per i prestiti e l'operazione di assistenza macrofinanziaria (AMF), contribuiranno, sia alla resilienza e ripresa del Paese, sia alla fase iniziale del suo processo di preadesione.

La base giuridica è individuata nell'articolo 212 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), già utilizzata per precedenti prestiti AMF.

In merito alla scelta dell'atto giuridico, il regolamento appare lo strumento appropriato in quanto stabilisce norme direttamente applicabili in tutti gli Stati membri.

Il principio di sussidiarietà per la Commissione europea è rispettato poiché una risposta coordinata a livello dell'Unione è necessaria per fornire all'Ucraina un sostegno adeguato, che non potrebbe essere realizzato sufficientemente dai singoli Stati membri. Ciò è dovuto ai limiti di bilancio nazionali e alla necessità di un forte coordinamento dei donatori per ottimizzare l'efficacia dell'assistenza, a fronte della ridotta capacità amministrativa delle autorità ucraine nelle attuali circostanze di guerra.

Anche il principio di proporzionalità per la Commissione europea è rispettato in quanto l'assistenza finanziaria proposta è adeguata alle necessità dell'Ucraina, tenendo conto dell'incertezza causata dal conflitto. I finanziamenti, provenienti dall'AMF e da prestiti bilaterali, saranno garantiti da future entrate straordinarie e sono in linea con l'iniziativa del G7 per condividere gli oneri internazionali, senza eccedere quanto necessario per coprire i bisogni di bilancio dell'Ucraina.

Il termine delle 8 settimane, previste dal Protocollo n. 2 allegato ai Trattati, per l'esame della sussidiarietà, scadrà il 26 novembre 2024.

La proposta è attualmente oggetto di esame da parte di due Camere dei Parlamenti nazionali, che non hanno finora sollevato criticità.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 10,05.