Legislatura 19ª - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 121 del 16/01/2024
Azioni disponibili
IN SEDE REFERENTE
(969) Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2022-2023, approvato dalla Camera dei deputati
(Doc. LXXXVI, n. 1) Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2023
(Doc. LXXXVII, n. 1) Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2022
(Seguito dell'esame del ddl n. 969, congiunzione con l'esame congiunto dei Doc. LXXXVI, n. 1 e Doc. LXXXVII, n.1 e rinvio)
Prosegue l'esame, sospeso nella seduta dell'11 gennaio.
Il PRESIDENTE propone di congiungere l'esame del disegno di legge, con quello relativo alla Relazione consuntiva 2022 e alla Relazione programmatica 2023, relative alla partecipazione dell'Italia all'Unione europea.
La Commissione conviene.
La senatrice MURELLI (LSP-PSd'Az), relatrice per le due Relazioni del Governo, introduce l'esame della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa al 2022, prevista dall'articolo 13, comma 2, della legge n. 234 del 2012 e presentata il 20 dicembre 2023. La Relazione consuntiva costituisce il principale strumento per l'esercizio della funzione di controllo ex post del Parlamento sulla condotta del Governo nelle sedi decisionali dell'Unione europea, durante l'anno a cui si riferisce.
Il testo del documento presenta una struttura complessivamente coerente con le previsioni legislative della legge n. 234 del 2012. Essa è articolata in quattro parti.
La prima parte è dedicata agli sviluppi del processo di integrazione europea e alle questioni istituzionali e si divide, a sua volta, in due capitoli: il primo concerne le questioni istituzionali, con particolare riferimento al dibattito sul Futuro dell'Unione europea, all'Anno europeo dei giovani 2022, allo Stato di diritto e alla Better regulation, mentre il secondo riguarda il coordinamento delle politiche macroeconomiche e tratta i temi della riduzione delle divergenze economiche all'interno dell'Unione e del rafforzamento del ruolo dell'Europa nell'economia globale, nonché il tema della riforma delle regole del Patto di Stabilità e crescita, e delle politiche fiscali, oltre al completamento dell'Unione bancaria.
La seconda parte, quella più consistente del documento, riguarda le politiche orizzontali e settoriali, concentrandosi in particolare sulle "politiche strategiche", identificate nelle seguenti: 1) Green Deal europeo e transizione verde, compreso il pacchetto Fit for 55, l'energia, i cambiamenti climatici, l'ambiente, l'agricoltura, la mobilità sostenibile, il turismo; 2) un'Europa pronta per l'era digitale, che comprende i temi della privacy, dell'intelligenza artificiale, della digitalizzazione in tutti i settori e la cybersicurezza; 3) un'economia a servizio delle persone, con riguardo ai temi della tutela delle indicazioni geografiche, della proprietà intellettuale, dei consumatori, dei lavoratori e politiche di inclusione; e 4) "Promozione del nostro stile di vita europeo", con riguardo al nuovo Patto europeo migrazione e asilo, la dimensione esterna della migrazione, il piano d'azione per la crisi ucraina, la formazione e lo Stato di diritto.
La terza parte concerne la dimensione esterna dell'Unione europea e descrive l'operato del Governo in relazione al processo di integrazione dei Balcani occidentali e dell'allargamento a Est delle reti transeuropee dei trasporti, alla collaborazione con il Paesi del Mediterraneo, e al rafforzamento dell'Unione europea della difesa (la "Bussola strategica"), che ha visto la firma, il 10 gennaio 2023, della Dichiarazione congiunta NATO-UE, in cui sono trattate anche le nuove sfide, quali la crescente competizione geostrategica, la protezione delle infrastrutture critiche, lo spazio, il cambiamento climatico, le Emerging and Disruptive Technologies (EDT), le manipolazioni informative, e l'interferenza degli attori stranieri.
La quarta parte tratta delle attività di coordinamento nazionale delle politiche europee, con particolare riguardo alla conclusione dei lavori della Conferenza sul futuro dell'Europa, all'attività antifrode con particolare riguardo all'attuazione del PNRR, al coordinamento nella fase ascendente, alla normativa sugli aiuti di Stato.
Si dà inoltre conto della riduzione delle procedure di infrazione nel corso del 2022, che sono scese da 102 alle 82 procedure pendenti al 31 dicembre 2022 (57 per violazione del diritto europeo e 25 per mancata attuazione di direttive). Di queste 82 procedure, 6 sono giunte a sentenza ex articolo 260 del TFUE, ovvero alla condanna per mancata esecuzione di una precedente sentenza della Corte di giustizia, circostanza che comporta il versamento di sanzioni pecuniarie. Tuttavia, altre 6 procedure sono già allo stadio del parere motivato ex articolo 260 e rischiano pertanto un esito similare. Infine, si dà conto della politica di coesione, con particolare riguardo al pieno utilizzo delle risorse 2014-2020 e al completamento della programmazione 2021-2027, comprese le risorse aggiuntive React-EU.
La Relazione è completata da cinque appendici, di cui le prime tre concernono l'elenco dei Consigli dell'Unione e dei Consigli europei, i flussi finanziari dall'UE all'Italia nel 2022 (pari a 55,9 miliardi di euro, di cui 42 per il PNRR e il restante a valere sulla PAC e sulla politica di coesione), e il recepimento delle direttive nell'anno di riferimento.
La quarta appendice riporta le risoluzioni adottate dal Senato e dalla Camera, indicando per ciascuna risoluzione le azioni adottate dal Governo per darvi seguito e le connesse prospettive negoziali in sede europea. La quinta appendice reca l'elenco degli acronimi.
La relatrice Murelli introduce quindi l'esame della Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per il 2023, presentata al Parlamento il 19 giugno 2023, in base a quanto prescritto dall'articolo 13, comma 1, della legge n. 234 del 2012. Essa rappresenta la visione generale del Governo sulle prospettive future dell'Unione europea e indica le intenzioni politiche dell'Esecutivo relativamente ai singoli dossier europei, sulla base del Programma di lavoro della Commissione europea per il 2023 (COM(2022) 548) e della Dichiarazione comune delle tre Istituzioni europee, del 23 dicembre 2022, sulle priorità legislative dell'UE per il 2023 e il 2024.
Il testo della Relazione è strutturato in quattro parti, in cui le singole tematiche sono sviluppate nella forma di schede, ognuna delle quali riporta: una sintetica descrizione dell'obiettivo individuato; la definizione delle azioni che il Governo intende porre in essere per perseguirlo; e i risultati attesi dall'azione che si intende intraprendere.
La Parte prima "Sviluppo del processo di integrazione europea" è dedicata alle politiche e alle iniziative volte al rafforzamento del processo di integrazione europea sotto il profilo sia economico che istituzionale. In particolare, il Governo ha inteso adoperarsi in sede europea per dare seguito alle proposte emerse dalla Conferenza sul futuro dell'Europea, ivi incluso l'utilizzo delle clausole passerella per l'introduzione del voto a maggioranza qualificata in selezionati ambiti d'azione, nonché per orientare la revisione del Patto di stabilità anche a supporto della ripresa, oltre che a contribuire al miglioramento delle politiche finanziarie e fiscali, anche a sostegno delle famiglie.
La Parte seconda, relativa a "Le politiche strategiche", è la parte più corposa. Essa sviluppa quattro dei sei obiettivi strategici del programma di lavoro della Commissione per il 2023 e della citata Dichiarazione comune, ovvero: il Green Deal europeo; un'Europa pronta per l'era digitale; promuovere lo stile di vita europeo; dare nuovo slancio alla democrazia europea. Gli altri due obiettivi, per un'economia al servizio delle persone e per un'Europa più forte nel mondo, sono trattati rispettivamente nella Parte prima e nella Parte terza della Relazione.
Nell'ambito del Green Deal si muovono le numerose iniziative connesse al pacchetto Fit for 55 della transizione verde, volte ad allineare la legislazione corrente all'ambizioso obiettivo di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Con riferimento alla transizione digitale, le molteplici azioni consistono anche nel cosiddetto chips package, nelle azioni connesse all'intelligenza artificiale, nel Media freedom Act, nel Data Act e nella politica per la cybersicurezza.
Nell'ambito della promozione dello stile di vita europeo, figurano il negoziato sul nuovo Patto europeo migrazione e asilo, il contrasto al lavoro sommerso e le norme comuni sulla confisca dei beni derivanti da attività criminose.
Chiude la parte seconda l'insieme delle azioni volte a imprimere un nuovo slancio alla democrazia europea, con iniziative per la lotta al terrorismo in ambito digitale, la protezione della sfera democratica dell'UE dalle influenze straniere occulte, la lotta contro la tratta degli esseri umani, nonché iniziative "anti-SLAPP" per la protezione delle persone da procedimenti giudiziari manifestamente infondati.
La Parte terza, relativa a "L'Italia e la dimensione esterna dell'UE", riguarda la partecipazione dell'Italia alle iniziative connesse all'obiettivo strategico europeo per "un'Europa più forte nel mondo", con particolare riferimento alla collaborazione dell'Europa con i Paesi del Vicinato, nell'ambito della strategia globale sull'Africa, della prospettiva europea per i Balcani occidentali e della Nuova agenda per il Mediterraneo. Ulteriore argomento di rilievo è quello della gestione del fenomeno migratorio, al fine di una più efficace cooperazione, attraverso il rafforzamento del dialogo interno all'Unione e mediante partnership strutturate tra l'UE e i Paesi di origine e transito dei flussi. A chiusura della terza Parte è stato inserito un riferimento alle azioni poste in essere a fronte della guerra di aggressione scatenata dalla Federazione russa nei confronti dell'Ucraina, che riguardano non solo le forme di assistenza militare, ma anche la solidarietà educativa e culturale.
Chiude la relazione la Parte quarta, relativa a "Coordinamento nazionale delle politiche europee. Comunicazione e formazione sull'attività dell'Unione europea", che descrive l'impegno del Governo nell'ambito della fase ascendente sulle nuove proposte legislative europee e della fase discendente sull'applicazione della normativa europea e la riduzione del numero delle procedure di infrazione. A tale ultimo riguardo, si fa riferimento alla predisposizione della legge europea e se necessario, per i casi più urgenti, all'adozione di altri veicoli legislativi, come previsto dall'articolo 37 della legge n. 234 del 2012, laddove i tempi della legge europea non risultino compatibili con la necessità di scongiurare conseguente pregiudizievoli. Inoltre, il Governo intende mantenere il dialogo con le Direzioni generali della Commissione europea nell'ambito dello strumento delle "riunioni pacchetto", per la trattazione congiunta dei casi afferenti ad uno stesso settore.
Priorità è data anche alle modifiche al quadro normativo sugli aiuti di Stato, con particolare riguardo agli aiuti per le transizioni verde e digitale, nonché alla definizione di una procedura per lo svolgimento del test di proporzionalità sulle proposte di legge e sugli emendamenti di iniziativa parlamentare con impatto sulle professioni regolamentate.
Infine, il Governo si è impegnato ad assicurare che la politica di coesione agisca in maniera complementare e sinergica rispetto al PNRR, per massimizzare l'impatto dei due strumenti di intervento nel ridurre i divari territoriali e rilanciare la tenuta economica e sociale del Paese, sia per quanto riguarda la programmazione 2021-2027, sia con riferimento ai programmi 2014-2020 in via di conclusione.
Il senatore LOREFICE (M5S), in riferimento alla Relazione programmatica, rimarca che si tratta di un documento che delinea le intenzioni del Governo relativamente all'anno già concluso e auspica che quest'anno siano rispettate le tempistiche previste dalla legge n. 234 del 2012.
Si sofferma quindi sulla Parte quarta, ove viene evocato l'articolo 37 della legge n. 234 del 2012, auspicando che il ricorso alla decretazione d'urgenza, al posto dell'ordinario disegno di legge europea, non diventi una prassi e non sia ripetuto anche quest'anno, per non svilire il compito del Parlamento nell'esercizio delle proprie prerogative. Chiede al riguardo delucidazioni al Rappresentante del Governo.
Il PRESIDENTE rassicura in merito alla pienezza dei poteri del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni e prerogative previste dal Regolamento e dalla legge.
Il senatore LOMBARDO (Misto-Az-RE) ricorda che la legge n. 234 del 2012 prevede come strumento ordinario la legge europea e di delegazione europea. Il ricorso al decreto-legge, se in ipotesi poteva essere riferito lo scorso anno al poco tempo trascorso dall'insediamento del nuovo Governo, appare oggi scarsamente giustificabile.
Si sofferma poi sulle parti delle Relazioni relative alle procedure di infrazione, per prefigurare uno stretto collegamento con le due leggi previste dalla legge n. 234 del 2012 per garantire l'adempimento degli obblighi europei. Ritiene necessario adoperarsi per l'ulteriore riduzione delle infrazioni, a partire da quelle più gravi, relative all'articolo 260 del TFUE, che comportano ingenti sanzioni pecuniarie che gravano sui contribuenti.
La senatrice MURELLI (LSP-PSd'Az) ringrazia per i contributi e si dichiara pienamente concorde con il criterio di massima di affrontare in primis le procedure di infrazione che comportano sanzioni pecuniarie. Per quanto riguarda il ricorso all'articolo 37 della legge n. 234 del 2012, non ritiene che il Governo abbia espresso l'intenzione di riutilizzarlo, in mancanza di esigenze pressanti.
Il senatore MATERA (FdI) concorda con il criterio suggerito dal senatore Lombardo, fatta salva la possibilità di utilizzare tutti gli strumenti previsti dalla legge n. 234 del 2012.
Il Rappresentante del GOVERNO assicura di rappresentare quanto emerso in seduta al ministro Fitto e che, in ogni caso, è sempre garantito il pieno rispetto delle prerogative del Parlamento. La scelta di utilizzare un decreto-legge lo scorso anno era stata dettata dalla volontà di dare un segnale, anche in Europa, di una azione sollecita e decisa nell'affrontare le problematiche inerenti alle procedure di infrazione.
Il seguito dell'esame congiunto è, quindi, rinviato.