Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 348 del 01/10/2025
Azioni disponibili
Discussione dalla sede redigente dei disegni di legge:
(1483) Deputato PELLA. - Disposizioni per la prevenzione e la cura dell'obesità (Approvato dalla Camera dei deputati)
(1074) ZULLO ed altri. - Disposizioni per il riconoscimento dell'obesità come malattia cronica e strategie di prevenzione, contrasto e presa in carico del paziente
(1510) SBROLLINI. - Disposizioni in materia di prevenzione e cura dell'obesità
(Relazione orale) (ore 10,08)
Approvazione del disegno di legge n. 1483
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dalla sede redigente dei disegni di legge nn. 1483, già approvato dalla Camera dei deputati, 1074 e 1510.
Ilrelatore, senatore Satta, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore.
SATTA, relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, permettetemi dapprima di rivolgere un ringraziamento al presidente Zaffini, al sottosegretario Gemmato, a tutti i componenti della 10a Commissione e agli Uffici per il lavoro svolto; un ringraziamento va anche all'onorevole Pella, primo firmatario della proposta di legge alla Camera dei deputati.
Il disegno di legge Atto Senato n. 1483, approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati, oggi in discussione, reca disposizioni per la prevenzione e la cura dell'obesità. Si tratta di un provvedimento atteso dalla comunità medico-scientifica e delle associazioni di pazienti e cittadini, poiché con esso si introducono disposizioni in materia di prevenzione e di cura dell'obesità, al fine di garantire la tutela della salute e il miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti affetti da tale condizione clinica.
Il provvedimento affronta un tema di grande attualità, ponendosi l'obiettivo di adottare una politica di prevenzione e di contrasto all'obesità per rispondere alle esigenze dei cittadini che soffrono di questa patologia o che sono a rischio di contrarla.
L'obesità è una malattia cronica e recidivante, la cui genesi è il risultato di molteplici fattori, come uno stile di vita sedentario, un'alimentazione scorretta, condizioni sociali, aspetti psicologici e fattori genetici o endocrini, e attualmente rappresenta un rilevante problema di salute pubblica, nonché una fonte di ingenti costi per il Servizio sanitario nazionale, anche a causa delle potenziali gravi complicanze, come il diabete, le malattie cardiovascolari, le neoplasie.
In Italia, in base ai dati dell'Istat indicati dal Ministero della salute, l'11,8 per cento della popolazione adulta soffre di obesità; una percentuale in aumento del 38 per cento rispetto al 2003, per un totale di quasi 6 milioni di cittadini. Molto preoccupanti, poi, sono i dati epidemiologici sull'obesità in età pediatrica. Infatti, il nostro Paese si colloca al quarto posto nell'Unione europea per prevalenza di sovrappeso e obesità infantile. Se poi si considera la sola obesità, è addirittura al secondo posto.
Pertanto, è necessario adottare politiche di prevenzione adeguate, insieme a programmi di gestione della malattia.
Ciò premesso, passo ad illustrare l'articolato, evidenziando anzitutto che la Commissione ha confermato il testo degli articoli già approvato dall'altro ramo del Parlamento.
L'articolo 1 definisce l'obesità come una malattia progressiva e recidivante, in quanto correlata ad altre patologie di interesse sociale.
L'articolo 2 pone un richiamo relativo all'erogazione, ai soggetti affetti da obesità, delle prestazioni comprese nei livelli essenziali di assistenza.
I commi 1 e 2 dell'articolo 3 prevedono il finanziamento di un Programma nazionale per la prevenzione e la cura dell'obesità e disciplinano la relativa destinazione. Lo stanziamento è pari a 700.000 euro per l'anno 2025, a 800.000 euro per l'anno 2026 e a 1,2 milioni annui a decorrere dall'anno 2027. Il riparto delle risorse tra le Regioni è demandato a un decreto ministeriale, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano. Le iniziative oggetto di finanziamento sono individuate dalle lettere da a) a i) del comma 2. In particolare, tali iniziative concernono: la prevenzione dello stato di sovrappeso e dell'obesità, in particolare infantile, e delle relative complicanze, nonché il miglioramento della cura delle persone con obesità; il sostegno e la promozione dell'allattamento al seno, quale fattore necessario per la prevenzione dell'obesità infantile; la responsabilizzazione dei genitori in merito all'alimentazione dei figli; l'agevolazione dell'inserimento delle persone con obesità nelle attività scolastiche, lavorative e sportivo-ricreative; la promozione delle attività sportive e della conoscenza delle principali regole alimentari nella scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado; la promozione, nel rispetto dell'autonomia delle suddette istituzioni scolastiche, di iniziative didattiche extracurriculari per lo svolgimento di attività sportive e per la maturazione della consapevolezza dell'importanza di un corretto stile di vita; la diffusione, mediante campagne di informazione, di regole semplici ed efficaci per un corretto stile di vita; l'educazione della corretta profilassi dell'obesità e dello stato di sovrappeso; la promozione di una più ampia conoscenza dei centri per i disturbi alimentari e per l'assistenza alle persone con obesità. Il successivo comma 3 introduce uno stanziamento permanente pari a 400.000 euro annui a decorrere dall'anno 2025 per la promozione della formazione e dell'aggiornamento in materia di obesità e di sovrappeso degli studenti universitari, dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e del personale del Servizio sanitario nazionale che intervengono nei processi di prevenzione, diagnosi e cura dell'obesità. Si demanda ad un decreto ministeriale la definizione delle misure attuative del suddetto stanziamento.
L'articolo 4 dispone l'istituzione, presso il Ministero della salute, dell'Osservatorio per lo studio dell'obesità, demandando ad un decreto ministeriale la definizione della composizione del nuovo organo. Il decreto ministeriale deve prevedere la partecipazione di rappresentanti del Ministero della salute, del Ministero dell'istruzione e del merito, nonché delle società scientifiche maggiormente rappresentative delle discipline della nutrizione e dell'alimentazione. L'Osservatorio contribuisce alla redazione del programma nazionale di cui al precedente articolo 3, verifica l'attuazione degli obiettivi e delle azioni previste nel programma stesso da parte delle Regioni e delle Province autonome e svolge compiti di monitoraggio, studio e diffusione di stili di vita corretti. Il Ministero della salute presenta annualmente alle Camere una relazione aggiornata sui dati epidemiologici e diagnostico-terapeutici acquisiti e sulle nuove conoscenze scientifiche in materia di obesità.
L'articolo 5 introduce uno stanziamento permanente pari a 100.000 euro annui a decorrere dall'anno 2025 per l'individuazione, la promozione e il coordinamento di azioni di informazione, di sensibilizzazione e di educazione rivolte alla popolazione ed è inteso a sviluppare la conoscenza di un corretto stile di alimentazione e di nutrizione, nonché a favorire la pratica dell'attività fisica e la lotta contro la sedentarietà.
Il comma 1 dell'articolo 6 provvede alla copertura finanziaria dei summenzionati stanziamenti. Al fine della copertura si utilizza l'intera dotazione del fondo istituito per il finanziamento di futuri interventi normativi in materia di prevenzione e cura dell'obesità. Il successivo comma 2 reca le clausole di invarianza degli oneri di finanza pubblica.
In conclusione, colleghi, ritengo importante evidenziare che, con l'approvazione di questo disegno di legge, l'Italia sarà il primo Paese al mondo a riconoscere l'obesità come una vera patologia, ponendosi quindi all'avanguardia nel contrasto allo stigma che da sempre ha accompagnato questa condizione. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
BARACHINI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo testo, promosso dall'onorevole Pella e che giunge oggi all'esame definitivo dell'Aula, riconoscere l'obesità come una malattia e offre una serie di strumenti, che vanno dalla prevenzione alla cura, alla sensibilizzazione sociale, tutti pensati con un approccio integrato per la lotta e il contrasto all'obesità.
L'obesità non è un comportamento, un atteggiamento sbagliato del soggetto nei confronti del cibo e dell'alimentazione, ma è una vera e propria malattia, progressiva e potenzialmente recidiva. L'Italia, con questo provvedimento, è fra i primi Paesi al mondo a dotarsi di norme idonee, a dare risposte concrete a un'emergenza internazionale che ormai da anni interessa significativamente anche il nostro Paese. Intendo, dunque, a nome del Governo, ringraziare le forze parlamentari, il ministro Schillaci e il collega sottosegretario Gemmato, che con il loro impegno hanno contribuito a raggiungere questo importante obiettivo.
PRESIDENTE. Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.
Passiamo alla votazione degli articoli del disegno di legge n. 1483, nel testo approvato dalla Camera dei deputati.
Metto ai voti l'articolo 1.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 2.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 3.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 4.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 5.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 6.
È approvato.
Passiamo alla votazione finale.
FURLAN (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FURLAN (IV-C-RE). Signor Presidente, oggi ci troviamo a discutere un tema che troppo spesso è stato confinato ai margini del dibattito politico, ma che riguarda la vita di milioni di persone: l'obesità. Parlare di obesità significa parlare di salute, certamente, ma anche affrontare questioni che toccano la dignità, la qualità della vita, le opportunità sociali ed economiche delle persone.
È un tema che riguarda la prevenzione, la cura, la sanità pubblica, ma anche l'educazione, la scuola, il lavoro, l'organizzazione delle città, le politiche sociali e che ci interroga, interroga tutto il Paese, rispetto ai nostri modelli di vita, di consumo di cultura.
Con questo provvedimento oggi si compie un passo, che noi riconosciamo come significativo. Si afferma finalmente, anche sul piano normativo, che l'obesità è una malattia cronica complessa, recidivante e che come tale deve essere affrontata. Non è un destino individuale, non è una colpa, non è una questione di volontà personale, ma una condizione che richiede risposte collettive organizzate, fondate su scienza, prevenzione, cure e accompagnamento.
Significa riconoscere ciò che i dati da tempo ci dicono: ormai nel nostro Paese, ma un po' in tutti i Paesi del mondo occidentale, questo tema riguarda, ad esempio, quasi un bambino su dieci tra gli 8 e i 9 anni.
Sono numeri impressionanti che ci parlano di un fenomeno in crescita, trasversale alle generazioni nei territori, ma che colpisce con più forza i minori, gli adolescenti, le famiglie economicamente fragili, le aree socialmente svantaggiate. Dietro ogni cifra ci sono storie personali fatte di sofferenza, di esclusione, di diagnosi tardive, di percorsi di cura difficili, spesso troppo costosi, spesso non accessibili. Ci sono lo stigma sociale e le discriminazioni che si insinuano nel mondo del lavoro, nella scuola, nelle relazioni. Ci sono costi sanitari e sociali altissimi che il nostro Servizio sanitario nazionale deve affrontare, spesso senza strumenti adeguati.
Per questo, signora Presidente, colleghi e colleghe, salutiamo con favore il fatto che finalmente il Parlamento discuta e approvi un provvedimento che affronta di petto questa patologia. È giusto riconoscere i meriti del testo, l'istituzione di un osservatorio nazionale, la destinazione di risorse a progetti di prevenzione, la valorizzazione del ruolo della scuola, della famiglia, degli operatori sanitari e delle comunità locali. È un segnale politico importante, un riconoscimento che l'obesità è una sfida di salute pubblica che deve diventare priorità del Servizio sanitario nazionale.
Tuttavia, signora Presidente, proprio perché prendiamo sul serio questo tema, non possiamo fermarci a un giudizio di facciata. Dobbiamo dirlo con chiarezza: questa è una legge a metà, è un primo passo, ma non è la svolta di cui ci sarebbe bisogno. In primo luogo perché, per riconoscere la priorità, bisogna inserire la prevenzione e la cura dentro i livelli essenziali di assistenza, e in Commissione questa proposta è stata rigettata. Inoltre, perché lo sappiamo bene: senza risorse adeguate ogni buona intenzione rimane lettera morta. Qui sta il nodo: i fondi stanziati sono del tutto insufficienti rispetto all'entità e alla complessità del fenomeno. Le risorse non bastano a costruire una rete capillare di prevenzione, non bastano a garantire percorsi strutturali di presa in carico, non bastano a formare adeguatamente operatori e insegnanti, non bastano a sostenere famiglie e comunità. Questo non è un dettaglio, ma è il punto che definisce la differenza tra una legge che cambia le cose e una legge che resta sulla carta. Una legge senza risorse adeguate rischia di trasformarsi in un'operazione di immagine, in uno slogan, e purtroppo proprio questa è la cifra attuale del Governo: leggi che hanno un titolo accattivante, che sembrano rispondere a grandi emergenze, ma che non sono mai accompagnate da investimenti veri, duraturi, strutturali. (Applausi).
In questo caso, il paradosso è ancora più evidente. Da un lato, si riconosce che l'obesità è una malattia grave e si istituisce l'osservatorio; dall'altro, si affronta con cifre irrisorie. Si dice alle famiglie che non sono sole, ma poi di fatto si lasciano da sole (Applausi), senza servizi, senza percorsi di cura accessibili, senza supporto economico.
E intanto cosa accade nel Paese reale? Accade che migliaia di famiglie non riescono più ad arrivare alla fine del mese, che la crisi e del potere d'acquisto le costringe a tagliare proprio su ciò che riguarda la salute (visite specialistiche, percorsi nutrizionali, attività sportive per i bambini, persino cure farmacologiche). La povertà alimentare cresce, la qualità della dieta peggiora e i primi a pagarne il prezzo sono spesso i più piccoli: questa è la realtà che dovremmo affrontare con coraggio. Non bastano le buone intenzioni, serve una strategia complessiva.
Una strategia che metta al centro la prevenzione e la cura, che affronti il problema della società in cui viviamo: città prive di spazi verdi e sicuri per il movimento, una cultura alimentare impoverita, un marketing aggressivo di alimenti e bevande ipercaloriche che colpisce soprattutto i giovani.
Qui, ancora una volta, torna il tema delle risorse: non basta dire "facciamo prevenzione", bisogna avere i fondi per garantire mense scolastiche sane (Applausi), attività sportive e anche formazione degli insegnanti e degli operatori. Non basta dire "potenziamo la medicina territoriale", bisogna assumere personale, stabilizzare i professionisti, dotare i presidi di strumenti adeguati. Non basta indire un osservatorio nazionale, bisogna finanziare la ricerca, raccogliere e analizzare i dati, trasformarli in azione.
Ecco, signora Presidente, perché, nonostante la condivisione di questa priorità, non possiamo votare a favore di un provvedimento che non avrà gambe, non avrà risorse e non potrà realizzare l'obiettivo importante che già dal titolo ci diamo. Pertanto, il nostro sarà un voto di astensione. (Applausi).