Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 348 del 01/10/2025

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XIX LEGISLATURA ------

348a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

MERCOLEDÌ 1° OTTOBRE 2025

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Presidenza del vice presidente CASTELLONE,

indi del presidente LA RUSSA

e del vice presidente CENTINAIO

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Civici d'Italia-UDC-Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare: Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP; Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE: FI-BP-PPE; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-Il Centro-Renew Europe: IV-C-RE; Lega Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: LSP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: PD-IDP; Per le Autonomie (SVP-PATT, Campobase): Aut (SVP-PATT, Cb); Misto: Misto; Misto-ALLEANZA VERDI E SINISTRA: Misto-AVS; Misto-Azione-Renew Europe: Misto-Az-RE.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente CASTELLONE

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,06).

Si dia lettura del processo verbale.

LOMBARDO, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Discussione dalla sede redigente dei disegni di legge:

(1483) Deputato PELLA. - Disposizioni per la prevenzione e la cura dell'obesità (Approvato dalla Camera dei deputati)

(1074) ZULLO ed altri. - Disposizioni per il riconoscimento dell'obesità come malattia cronica e strategie di prevenzione, contrasto e presa in carico del paziente

(1510) SBROLLINI. - Disposizioni in materia di prevenzione e cura dell'obesità

(Relazione orale) (ore 10,08)

Approvazione del disegno di legge n. 1483

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dalla sede redigente dei disegni di legge nn. 1483, già approvato dalla Camera dei deputati, 1074 e 1510.

Ilrelatore, senatore Satta, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.

Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore.

SATTA, relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, permettetemi dapprima di rivolgere un ringraziamento al presidente Zaffini, al sottosegretario Gemmato, a tutti i componenti della 10a Commissione e agli Uffici per il lavoro svolto; un ringraziamento va anche all'onorevole Pella, primo firmatario della proposta di legge alla Camera dei deputati.

Il disegno di legge Atto Senato n. 1483, approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati, oggi in discussione, reca disposizioni per la prevenzione e la cura dell'obesità. Si tratta di un provvedimento atteso dalla comunità medico-scientifica e delle associazioni di pazienti e cittadini, poiché con esso si introducono disposizioni in materia di prevenzione e di cura dell'obesità, al fine di garantire la tutela della salute e il miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti affetti da tale condizione clinica.

Il provvedimento affronta un tema di grande attualità, ponendosi l'obiettivo di adottare una politica di prevenzione e di contrasto all'obesità per rispondere alle esigenze dei cittadini che soffrono di questa patologia o che sono a rischio di contrarla.

L'obesità è una malattia cronica e recidivante, la cui genesi è il risultato di molteplici fattori, come uno stile di vita sedentario, un'alimentazione scorretta, condizioni sociali, aspetti psicologici e fattori genetici o endocrini, e attualmente rappresenta un rilevante problema di salute pubblica, nonché una fonte di ingenti costi per il Servizio sanitario nazionale, anche a causa delle potenziali gravi complicanze, come il diabete, le malattie cardiovascolari, le neoplasie.

In Italia, in base ai dati dell'Istat indicati dal Ministero della salute, l'11,8 per cento della popolazione adulta soffre di obesità; una percentuale in aumento del 38 per cento rispetto al 2003, per un totale di quasi 6 milioni di cittadini. Molto preoccupanti, poi, sono i dati epidemiologici sull'obesità in età pediatrica. Infatti, il nostro Paese si colloca al quarto posto nell'Unione europea per prevalenza di sovrappeso e obesità infantile. Se poi si considera la sola obesità, è addirittura al secondo posto.

Pertanto, è necessario adottare politiche di prevenzione adeguate, insieme a programmi di gestione della malattia.

Ciò premesso, passo ad illustrare l'articolato, evidenziando anzitutto che la Commissione ha confermato il testo degli articoli già approvato dall'altro ramo del Parlamento.

L'articolo 1 definisce l'obesità come una malattia progressiva e recidivante, in quanto correlata ad altre patologie di interesse sociale.

L'articolo 2 pone un richiamo relativo all'erogazione, ai soggetti affetti da obesità, delle prestazioni comprese nei livelli essenziali di assistenza.

I commi 1 e 2 dell'articolo 3 prevedono il finanziamento di un Programma nazionale per la prevenzione e la cura dell'obesità e disciplinano la relativa destinazione. Lo stanziamento è pari a 700.000 euro per l'anno 2025, a 800.000 euro per l'anno 2026 e a 1,2 milioni annui a decorrere dall'anno 2027. Il riparto delle risorse tra le Regioni è demandato a un decreto ministeriale, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano. Le iniziative oggetto di finanziamento sono individuate dalle lettere da a) a i) del comma 2. In particolare, tali iniziative concernono: la prevenzione dello stato di sovrappeso e dell'obesità, in particolare infantile, e delle relative complicanze, nonché il miglioramento della cura delle persone con obesità; il sostegno e la promozione dell'allattamento al seno, quale fattore necessario per la prevenzione dell'obesità infantile; la responsabilizzazione dei genitori in merito all'alimentazione dei figli; l'agevolazione dell'inserimento delle persone con obesità nelle attività scolastiche, lavorative e sportivo-ricreative; la promozione delle attività sportive e della conoscenza delle principali regole alimentari nella scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado; la promozione, nel rispetto dell'autonomia delle suddette istituzioni scolastiche, di iniziative didattiche extracurriculari per lo svolgimento di attività sportive e per la maturazione della consapevolezza dell'importanza di un corretto stile di vita; la diffusione, mediante campagne di informazione, di regole semplici ed efficaci per un corretto stile di vita; l'educazione della corretta profilassi dell'obesità e dello stato di sovrappeso; la promozione di una più ampia conoscenza dei centri per i disturbi alimentari e per l'assistenza alle persone con obesità. Il successivo comma 3 introduce uno stanziamento permanente pari a 400.000 euro annui a decorrere dall'anno 2025 per la promozione della formazione e dell'aggiornamento in materia di obesità e di sovrappeso degli studenti universitari, dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e del personale del Servizio sanitario nazionale che intervengono nei processi di prevenzione, diagnosi e cura dell'obesità. Si demanda ad un decreto ministeriale la definizione delle misure attuative del suddetto stanziamento.

L'articolo 4 dispone l'istituzione, presso il Ministero della salute, dell'Osservatorio per lo studio dell'obesità, demandando ad un decreto ministeriale la definizione della composizione del nuovo organo. Il decreto ministeriale deve prevedere la partecipazione di rappresentanti del Ministero della salute, del Ministero dell'istruzione e del merito, nonché delle società scientifiche maggiormente rappresentative delle discipline della nutrizione e dell'alimentazione. L'Osservatorio contribuisce alla redazione del programma nazionale di cui al precedente articolo 3, verifica l'attuazione degli obiettivi e delle azioni previste nel programma stesso da parte delle Regioni e delle Province autonome e svolge compiti di monitoraggio, studio e diffusione di stili di vita corretti. Il Ministero della salute presenta annualmente alle Camere una relazione aggiornata sui dati epidemiologici e diagnostico-terapeutici acquisiti e sulle nuove conoscenze scientifiche in materia di obesità.

L'articolo 5 introduce uno stanziamento permanente pari a 100.000 euro annui a decorrere dall'anno 2025 per l'individuazione, la promozione e il coordinamento di azioni di informazione, di sensibilizzazione e di educazione rivolte alla popolazione ed è inteso a sviluppare la conoscenza di un corretto stile di alimentazione e di nutrizione, nonché a favorire la pratica dell'attività fisica e la lotta contro la sedentarietà.

Il comma 1 dell'articolo 6 provvede alla copertura finanziaria dei summenzionati stanziamenti. Al fine della copertura si utilizza l'intera dotazione del fondo istituito per il finanziamento di futuri interventi normativi in materia di prevenzione e cura dell'obesità. Il successivo comma 2 reca le clausole di invarianza degli oneri di finanza pubblica.

In conclusione, colleghi, ritengo importante evidenziare che, con l'approvazione di questo disegno di legge, l'Italia sarà il primo Paese al mondo a riconoscere l'obesità come una vera patologia, ponendosi quindi all'avanguardia nel contrasto allo stigma che da sempre ha accompagnato questa condizione. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

BARACHINI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo testo, promosso dall'onorevole Pella e che giunge oggi all'esame definitivo dell'Aula, riconoscere l'obesità come una malattia e offre una serie di strumenti, che vanno dalla prevenzione alla cura, alla sensibilizzazione sociale, tutti pensati con un approccio integrato per la lotta e il contrasto all'obesità.

L'obesità non è un comportamento, un atteggiamento sbagliato del soggetto nei confronti del cibo e dell'alimentazione, ma è una vera e propria malattia, progressiva e potenzialmente recidiva. L'Italia, con questo provvedimento, è fra i primi Paesi al mondo a dotarsi di norme idonee, a dare risposte concrete a un'emergenza internazionale che ormai da anni interessa significativamente anche il nostro Paese. Intendo, dunque, a nome del Governo, ringraziare le forze parlamentari, il ministro Schillaci e il collega sottosegretario Gemmato, che con il loro impegno hanno contribuito a raggiungere questo importante obiettivo.

PRESIDENTE. Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.

Passiamo alla votazione degli articoli del disegno di legge n. 1483, nel testo approvato dalla Camera dei deputati.

Metto ai voti l'articolo 1.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 2.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 3.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 4.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 5.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 6.

È approvato.

Passiamo alla votazione finale.

FURLAN (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FURLAN (IV-C-RE). Signor Presidente, oggi ci troviamo a discutere un tema che troppo spesso è stato confinato ai margini del dibattito politico, ma che riguarda la vita di milioni di persone: l'obesità. Parlare di obesità significa parlare di salute, certamente, ma anche affrontare questioni che toccano la dignità, la qualità della vita, le opportunità sociali ed economiche delle persone.

È un tema che riguarda la prevenzione, la cura, la sanità pubblica, ma anche l'educazione, la scuola, il lavoro, l'organizzazione delle città, le politiche sociali e che ci interroga, interroga tutto il Paese, rispetto ai nostri modelli di vita, di consumo di cultura.

Con questo provvedimento oggi si compie un passo, che noi riconosciamo come significativo. Si afferma finalmente, anche sul piano normativo, che l'obesità è una malattia cronica complessa, recidivante e che come tale deve essere affrontata. Non è un destino individuale, non è una colpa, non è una questione di volontà personale, ma una condizione che richiede risposte collettive organizzate, fondate su scienza, prevenzione, cure e accompagnamento.

Significa riconoscere ciò che i dati da tempo ci dicono: ormai nel nostro Paese, ma un po' in tutti i Paesi del mondo occidentale, questo tema riguarda, ad esempio, quasi un bambino su dieci tra gli 8 e i 9 anni.

Sono numeri impressionanti che ci parlano di un fenomeno in crescita, trasversale alle generazioni nei territori, ma che colpisce con più forza i minori, gli adolescenti, le famiglie economicamente fragili, le aree socialmente svantaggiate. Dietro ogni cifra ci sono storie personali fatte di sofferenza, di esclusione, di diagnosi tardive, di percorsi di cura difficili, spesso troppo costosi, spesso non accessibili. Ci sono lo stigma sociale e le discriminazioni che si insinuano nel mondo del lavoro, nella scuola, nelle relazioni. Ci sono costi sanitari e sociali altissimi che il nostro Servizio sanitario nazionale deve affrontare, spesso senza strumenti adeguati.

Per questo, signora Presidente, colleghi e colleghe, salutiamo con favore il fatto che finalmente il Parlamento discuta e approvi un provvedimento che affronta di petto questa patologia. È giusto riconoscere i meriti del testo, l'istituzione di un osservatorio nazionale, la destinazione di risorse a progetti di prevenzione, la valorizzazione del ruolo della scuola, della famiglia, degli operatori sanitari e delle comunità locali. È un segnale politico importante, un riconoscimento che l'obesità è una sfida di salute pubblica che deve diventare priorità del Servizio sanitario nazionale.

Tuttavia, signora Presidente, proprio perché prendiamo sul serio questo tema, non possiamo fermarci a un giudizio di facciata. Dobbiamo dirlo con chiarezza: questa è una legge a metà, è un primo passo, ma non è la svolta di cui ci sarebbe bisogno. In primo luogo perché, per riconoscere la priorità, bisogna inserire la prevenzione e la cura dentro i livelli essenziali di assistenza, e in Commissione questa proposta è stata rigettata. Inoltre, perché lo sappiamo bene: senza risorse adeguate ogni buona intenzione rimane lettera morta. Qui sta il nodo: i fondi stanziati sono del tutto insufficienti rispetto all'entità e alla complessità del fenomeno. Le risorse non bastano a costruire una rete capillare di prevenzione, non bastano a garantire percorsi strutturali di presa in carico, non bastano a formare adeguatamente operatori e insegnanti, non bastano a sostenere famiglie e comunità. Questo non è un dettaglio, ma è il punto che definisce la differenza tra una legge che cambia le cose e una legge che resta sulla carta. Una legge senza risorse adeguate rischia di trasformarsi in un'operazione di immagine, in uno slogan, e purtroppo proprio questa è la cifra attuale del Governo: leggi che hanno un titolo accattivante, che sembrano rispondere a grandi emergenze, ma che non sono mai accompagnate da investimenti veri, duraturi, strutturali. (Applausi).

In questo caso, il paradosso è ancora più evidente. Da un lato, si riconosce che l'obesità è una malattia grave e si istituisce l'osservatorio; dall'altro, si affronta con cifre irrisorie. Si dice alle famiglie che non sono sole, ma poi di fatto si lasciano da sole (Applausi), senza servizi, senza percorsi di cura accessibili, senza supporto economico.

E intanto cosa accade nel Paese reale? Accade che migliaia di famiglie non riescono più ad arrivare alla fine del mese, che la crisi e del potere d'acquisto le costringe a tagliare proprio su ciò che riguarda la salute (visite specialistiche, percorsi nutrizionali, attività sportive per i bambini, persino cure farmacologiche). La povertà alimentare cresce, la qualità della dieta peggiora e i primi a pagarne il prezzo sono spesso i più piccoli: questa è la realtà che dovremmo affrontare con coraggio. Non bastano le buone intenzioni, serve una strategia complessiva.

Una strategia che metta al centro la prevenzione e la cura, che affronti il problema della società in cui viviamo: città prive di spazi verdi e sicuri per il movimento, una cultura alimentare impoverita, un marketing aggressivo di alimenti e bevande ipercaloriche che colpisce soprattutto i giovani.

Qui, ancora una volta, torna il tema delle risorse: non basta dire "facciamo prevenzione", bisogna avere i fondi per garantire mense scolastiche sane (Applausi), attività sportive e anche formazione degli insegnanti e degli operatori. Non basta dire "potenziamo la medicina territoriale", bisogna assumere personale, stabilizzare i professionisti, dotare i presidi di strumenti adeguati. Non basta indire un osservatorio nazionale, bisogna finanziare la ricerca, raccogliere e analizzare i dati, trasformarli in azione.

Ecco, signora Presidente, perché, nonostante la condivisione di questa priorità, non possiamo votare a favore di un provvedimento che non avrà gambe, non avrà risorse e non potrà realizzare l'obiettivo importante che già dal titolo ci diamo. Pertanto, il nostro sarà un voto di astensione. (Applausi).

Saluto ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto omnicomprensivo «Ancel Keys» di Castelnuovo Cilento, in provincia di Salerno, che partecipano al progetto al progetto «Scuola viva» su Costituzione e cittadinanza e oggi avrebbero dovuto incontrare il nostro compianto senatore Francesco Castiello, che ricordiamo con affetto. Benvenuti in Aula. (Applausi).

Ripresa della discussione dei disegni di legge
nn.
1483, 1074 e 1510 (ore 10,26)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Guidi. Ne ha facoltà.

GUIDI (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP). Signora Presidente, buongiorno colleghe e colleghi, io sono molto rasserenato da questo disegno di legge che riconosce ufficialmente l'obesità. Finora, è sempre stata considerata un vizio, una specie di patologia dell'anima, un sovrappeso che impedisce le normali attività, l'azione motoria e non solo. Per fortuna, adesso, con l'incardinamento di questo testo riconosciamo all'obesità il diritto di essere una patologia multiassiale e multiproporzionale. Infatti non c'è un movente solo per l'obesità, che è multifattoriale e - diciamo pure - multisensoriale. Nella mia professione mi sono imbattuto spesso in patologie che hanno anche l'aspetto obesità, che non deve essere criminalizzato, né patologizzato in maniera generica. L'obesità è una malattia multifattoriale e questa multifattorialità deve essere riconosciuta in pieno anche attraverso l'istituzione, per avere una casistica nazionale, di un osservatorio.

Io credo profondamente che, se da un lato non bisogna colpevolizzare l'obesità come se fosse un vizio, una specie di malattia dell'anima, dall'altro deve essere curata da tutti i punti di vista, ed è complessa perché non c'è un movens e basta.

Sono molte le cause che concorrono a creare questa patologia, che in molti casi diventa grave. Attraverso questo disegno di legge si dà la possibilità di ampliare anche l'aspetto professionale e tecnico, si ampliano le prospettive di analisi, di comprensione della cura e quindi anche di terapia, senza nessuna forma di colpevolizzazione. È una malattia vera. Questo deve essere considerato fondamentale.

Poi, nel disegno di legge al nostro esame, oltre all'osservatorio, sono stanziate delle risorse; come al solito qualcuno dirà che sono scarse. Io dico che il convergere di parecchie professionalità per una corretta cura dell'obesità abbatte anche le difficoltà economiche.

Concludo con molta serenità e anche soddisfazione: questo disegno di legge finalmente apre una finestra su un disturbo che finora era stato negletto, quasi trascurato, come fosse, ripeto, un vizio e non una malattia. Anche da questo punto di vista il provvedimento è prezioso. Vorrei concludere il mio intervento dicendomi, ancora una volta, orgoglioso di rappresentare gli italiani anche obesi (che però raggiungano dimensioni meno preoccupanti e meno patologiche) in questo Senato. (Applausi).

MAGNI (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAGNI (Misto-AVS). Signora Presidente, il provvedimento al nostro esame affronta una questione molto delicata per la nostra società, di forte impatto, in particolare sul terreno della salute, ma anche sul terreno psicologico, per una serie di riflessi che i cittadini e le cittadine hanno e, di conseguenza, anche sui costi per il Servizio sanitario - chiamiamolo così - a livello nazionale, perché tutti gli effetti vanno in questa direzione.

Il fatto che si affronti questo tema a nostro parere è un'occasione persa, perché, come sempre, di fronte a un problema di grande rilevanza sociale, di salute questa maggioranza, sostanzialmente, non riesce a trovare le risorse per affrontarlo. Poi tornerò su questo dato. È evidente quello che è successo nell'iter di questo provvedimento: sostanzialmente mancano le risorse.

Ora, i dati sull'obesità e sul sovrappeso sono davvero inquietanti. Negli ultimi decenni si registra un aumento del 38 per cento, un aumento di 1.600.000 persone; ricordiamo che sono circa 6 milioni, nel nostro Paese, coloro che in qualche modo sono toccati da problemi di tale natura. Quindi è un dato molto rilevante.

Ovviamente si conferma che la tendenza all'obesità è presente anche tra i giovani e i giovanissimi e in particolare tra i giovani adulti. Tutto questo pone una questione che non è solo di salute, che di fronte all'obesità è una conseguenza. Probabilmente bisogna intervenire sull'educazione, sulle condizioni economiche - perché molto spesso sono problematiche legate a difficoltà economiche - e sull'alimentazione.

Visto e considerato che tutti noi siamo d'accordo nel favorire un'alimentazione molto genuina, quella che nel nostro Paese molto spesso dimentichiamo perché copiamo altri stili di vita, altri modi di fare e altre alimentazioni che favoriscono maggiormente l'obesità, dovremmo intervenire su questo. Tutto ciò, però, richiede determinati presupposti. Di fatto, alla Camera dei deputati sono stati cancellati due temi importanti: nel testo iniziale del provvedimento si prevedeva che l'obesità dovesse essere riconosciuta come una malattia cronica e di interesse sociale, con la tempestiva presa in carico della persona obesa con un approccio multidisciplinare, perché non è un problema esclusivamente di salute, ma è una questione, come cercavo di dire prima, che riguarda più fattori. Ebbene, la previsione della presa in carico del soggetto obeso, a seguito del riconoscimento della malattia cronica, è stata cancellata. Se si vuole approvare un provvedimento che cerca di affrontare il problema e fornire delle risposte, non si può addurre come motivazione per non fare qualcosa il fatto che non ci sono le risorse. Noi siamo favorevoli a un provvedimento di questo genere, ma ci costringete ad astenerci dal voto perché, francamente, l'intenzione è buona, ma il problema è la sua applicazione pratica, come diceva prima anche la senatrice Furlan. In sostanza, con i fichi secchi non si fanno cose di grande rilevanza anche perché, se riteniamo che le due categorie più esposte siano i giovani e gli anziani, mi pare che il tema meriti le risorse necessarie. È bene, dunque, che vi sia l'intenzione di intervenire, ma non va bene il fatto di non trovare le risorse. D'altronde, denunciamo continuamente il fatto che il Sistema sanitario è sottofinanziato. Al Sistema sanitario non va la quota capitale che viene investita, ma il rapporto in riferimento al PIL dovrebbe essere del 7,2 per cento e ciò significherebbe alzarlo almeno di un punto, cosa che in questo Paese, dove si investe invece in armamenti, non si vuole fare: per le armi si trovano le risorse, per questi temi di sostanza no.

Per questi motivi, dichiaro che il nostro Gruppo, pur essendo d'accordo sul provvedimento, non lo è sul fatto che poi non si trovino le risorse adeguate, dunque si asterrà dal votare questa proposta di legge che riteniamo monca. (Applausi).

PAROLI (FI-BP-PPE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAROLI (FI-BP-PPE). Signor Presidente, colleghi, svolgerò una breve dichiarazione di voto su un provvedimento che ci pone di fronte a un tema diffuso, importante e sentito, perché oggi non stiamo solamente e semplicemente votando una proposta di legge, ma stiamo dando voce, dignità e speranza a tante persone, purtroppo milioni di persone. Stiamo dicendo che l'obesità è una malattia, non una colpa e non è cosa da poco; non è una mancanza di volontà, non è un fallimento personale, ma una malattia cronica, purtroppo complessa e spesso recidivante, e lo facciamo grazie a un lungo lavoro portato avanti con passione, ascolto e determinazione.

Come ha già detto il sottosegretario Barachini, è un lavoro che porta la prima firma del nostro collega, Roberto Pella, di Forza Italia, che voglio ringraziare sinceramente, anche a nome di tutto il nostro Gruppo, per aver saputo tenere insieme politica, visione e soprattutto umanità; per aver creduto fin dall'inizio in questo percorso (non era facile) e per averlo portato avanti con coerenza, come relatore e come Presidente dell'Intergruppo parlamentare "Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili", ma soprattutto come persona che ha a cuore la salute pubblica del nostro Paese.

Oggi, votando questo provvedimento, stiamo parlando a chi ogni giorno lotta contro i chili, contro lo stigma, contro lo specchio e contro un sistema sanitario che, fino ad oggi, non sempre ha saputo accogliere, curare, accompagnare. L'obesità infatti non è solo un problema estetico, come ancora troppi pensano: è una condizione che colpisce, ahimè, più del 12 per cento degli adulti italiani e quasi il 19 per cento dei nostri ragazzi. È una malattia che può portare con sé diabete, malattie cardiovascolari, tumori e che rappresenta anche - brutto dirlo, ma è così - un peso sempre più grande per il nostro sistema sanitario.

Oggi, per la prima volta, diciamo che vogliamo fare prevenzione vera. È questa la strada. Diciamo che vogliamo curare, accompagnare, sostenere e, con questo testo, diamo vita a un programma nazionale per la prevenzione e la cura dell'obesità, a interventi mirati su sovrappeso infantile e sulle sue complicanze e a un osservatorio nazionale che ci aiuterà a conoscere meglio questa realtà e a migliorare le nostre politiche. Ma soprattutto diamo un messaggio forte a chi non deve sentirsi solo, ma deve sentire che lo Stato riconosce questo tema ed è vicino a chi, purtroppo, subisce queste patologie.

Oggi l'Italia diventa anche il primo Paese al mondo a riconoscere formalmente l'obesità come malattia; è un passo coraggioso, perché riconoscerla come malattia vuol dire anche mettere a disposizione, come dicevo prima, delle risorse, dei programmi. Questo è un segnale di civiltà, un gesto di responsabilità ed è un atto d'amore per il nostro Paese e per chi lo abita.

Per tutte queste ragioni, il Gruppo Forza Italia, con profonda convinzione, voterà a favore. (Applausi).

MAZZELLA (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAZZELLA (M5S). Signora Presidente, onorevoli colleghi, oggi siamo chiamati ad esprimere il nostro voto su un disegno di legge che aspira a porre al centro delle politiche sanitarie la prevenzione e la cura dell'obesità.

In prima battuta è indispensabile partire dai numeri. L'obesità è una delle principali sfide di salute pubblica a livello globale e a livello nazionale. L'Organizzazione mondiale della sanità segnala che l'obesità è uno dei fattori di rischio principali per il diabete, le malattie cardiovascolari, le patologie respiratorie e persino per alcuni tipi di cancro. A livello mondiale, i dati relativi al World obesity day, la Giornata mondiale dell'obesità (che, vi ricordo, è il 4 marzo, così potremo richiamare questo disegno di legge anche in quella data e non solo oggi), mostrano delle cifre inquietanti: 800 milioni di persone vive con obesità e la proiezione per il 2035 è di passare a una popolazione di obesi nel mondo di 2 miliardi. L'impatto economico, però, sarebbe tremendo: sono state calcolate stime di 4,3 trilioni di dollari in spesa.

In Italia l'allarme è altrettanto grave: circa l'11-12 per cento della popolazione adulta è obesa e oltre metà degli adulti è in sovrappeso. Tra i bambini, circa il 19 per cento di quelli di età compresa tra gli otto e i nove anni è in sovrappeso e il 10 per cento è obeso, con indici di diffusione più alti nelle Regioni meridionali. Questi dati non sono mere statistiche, ovviamente; sono indicatori di necessità, indicatori di urgenza, indicatori di responsabilità politica. Mi fa piacere che sia stato richiamato il tema della responsabilità politica. Dati così allarmanti richiedono, però, misure coraggiose, sistemiche, strutturali, non interventi ordinari.

Il disegno di legge che oggi esaminiamo si propone di istituire un programma nazionale e un osservatorio per lo studio dell'obesità e dedica degli stanziamenti. Per carità, è un primo passo, ma - lo dico qui con contezza - è assolutamente insufficiente.

Parliamo di una problematica che, se non adeguatamente finanziata, perde di efficacia; le campagne informative da sole - lo sappiamo - non bastano, né tantomeno una formazione del personale sanitario non adeguatamente remunerato.

Guardando al bilancio previsto, la somma complessiva indicata per l'anno 2025 è pari a 1,2 milioni di euro per l'intero pacchetto di attività, 100.000 euro per l'informazione e 400.000 euro per la formazione. Se confrontiamo queste cifre con la portata della sfida di cui poc'anzi vi ho detto, cioè milioni di cittadini interessati e di bambini a rischio, necessità di percorsi multidisciplinari, cure e presidi diagnostici per una patologia cronica, appare chiaro che si tratta di una coperta troppo corta. L'efficacia di un piano nazionale per l'obesità si misura non con tabelle di spesa in percentuale, ma con la capacità di garantire interventi concreti, tempestivi e integrati. Solo così si raggiungono percorsi di cura realmente continui, multidisciplinari e centrati sul paziente.

Cerchiamo di contestualizzare questo disegno di legge all'interno della cornice dei LEA, cioè dei livelli essenziali di assistenza. L'articolo 1 definisce l'obesità come una malattia progressiva e recidivante. Io invito qui i rappresentanti del Senato, attraverso la Presidenza, a soffermarsi su questa definizione: malattia progressiva e recidivante. Ebbene, vi ricordo che la Fondazione Umberto Veronesi chiedeva che l'obesità fosse riconosciuta come malattia cronica. Anche la Società italiana di endocrinologia chiedeva che fosse riconosciuta come malattia cronica. Federfarma - lo dico a chi magari è più vicino alla federazione - chiedeva che fosse riconosciuta come malattia cronica. L'Organizzazione mondiale della sanità chiedeva, in un documento importante, che tutte le Nazioni riconoscessero l'obesità come malattia cronica. Noi, con un disegno di legge, riconosciamo l'obesità come malattia progressiva e recidivante.

Io ho studiato sul testo di patologia generale Covelli-Frati. Chi ha studiato su questo testo - invito i medici che sono qui presenti a dirmi il contrario - può testimoniare che le malattie sono classificate in acute, croniche e adesso rare. Non esiste una classificazione, una specifica di malattia così come è descritta all'interno di questo disegno di legge. E se noi, con disegno di legge, cambiamo anche i testi scientifici, mi dispiace, ma non siamo sulla strada giusta. (Applausi).

Ve l'ho detto anche un'altra volta, quando c'è stato il provvedimento sugli odontoiatri, quando ho fatto la distinzione tra splancnocranio e neurocranio e abbiamo dato agli odontoiatri la possibilità di agire con tecniche mini-invasive sul neurocranio, sulla parte delle orbite. E nessuno ha voluto ascoltare. Stiamo sconvolgendo i testi di anatomia patologica e di anatomia topografica, per legge. (Applausi).

Ma c'è una cosa ancora più sconvolgente. All'articolo 2 si scrive: «Al fine di assicurare l'equità e l'accesso alle cure, i soggetti affetti da obesità usufruiscono delle prestazioni contenute nei livelli essenziali di assistenza erogati dal Servizio sanitario nazionale». Scusatemi, ma questo è tautologico, pleonastico, come spesso viene scritto a me quando descrivo i miei emendamenti. Cosa significa questo? È invece esattamente il contrario: riconoscerle, se ne aveste avuto il coraggio, come malattia cronica avrebbe significato inserirla nell'allegato 7 o 8 del decreto ministeriale e affidarle un codice e quindi delle prestazioni specifiche per l'obesità.

Oggi questo riconoscimento è solamente uno slogan che non ha alcun significato perché già adesso, a chi si presenta in un distretto sanitario per fare delle visite dall'endocrinologo vengono riconosciute le prestazioni ricomprese all'interno dei LEA. Ma è possibile che scriviamo cose del genere? Io non ci posso credere.

Comunque, il risultato è che la proposta che avete fatto è semplicemente uno slogan, privo di specifiche pratiche di tutela, perché non dà un percorso certo verso l'inserimento nei LEA. Avremmo dovuto inserire così, come malattia cronica, l'obesità nel piano delle cronicità, darle un indicatore specifico, un codice specifico. Non siete in grado di farlo e quindi non lo fate, però questo disegno di legge lo approvate ugualmente. Complimenti!

Questo per me è un vulnus cruciale, che si ripete sistematicamente sulle patologie. Se non si riconosce l'obesità come malattia cronica e non si definisce un percorso di presa in carico multidisciplinare e continuo, si perde la possibilità di offrire a chi soffre una tutela reale. È questo il punto sul quale noi stiamo dibattendo.

Per quanto riguarda l'articolo 2, io lo definisco una truffa semantica. Si chiama così: truffa semantica. (Applausi). Le proposte da noi avanzate durante l'iter parlamentare, sia alla Camera che al Senato, non sono state mai accolte. È chiaro che, di fronte a questo disegno di legge, noi ci troviamo in difficoltà. Avremmo voluto esprimere un parere pienamente favorevole, ma siamo costretti a fare un passo di lato e dichiarare che, sebbene si tratti di un punto di inizio, è comunque un atto meramente simbolico, senza testa, gambe e risorse.

Per questa ragione, dichiaro l'astensione del nostro Gruppo sul presente testo. (Applausi).

MURELLI (LSP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, onorevoli colleghi senatori e senatrici, con l'approvazione del disegno di legge n. 1483 il Parlamento affronta un tema di grande rilevanza sanitaria e sociale: l'obesità. Obesità che non può più essere considerata soltanto una condizione individuale, ma una vera e propria malattia cronica, con effetti diretti sulla qualità della vita delle persone, sull'incidenza di altre patologie e sulla spesa sanitaria complessiva.

Secondo i dati epidemiologici più recenti, l'Italia non è immune da questa emergenza. Noi pensiamo sempre alla nostra bella dieta mediterranea, ma purtroppo i dati non ci danno ragione. Nel 2023, secondo i dati della sorveglianza OKkio alla SALUTE, il 19 per cento dei bambini tra gli 8 e i 9 anni risulta in sovrappeso e il 9,8 per cento in condizione di obesità. Questi dati sono stati confermati a livello nazionale anche dal Ministero della salute. In ambito territoriale, la situazione presenta disparità. Nella Regione Campania, per esempio, si registrano il 24,6 per cento dei bambini in sovrappeso, il 12,6 per cento obesi e il 6 per cento in obesità grave. Questo è solo un esempio.

Più in generale, considerando fasce più ampie, in Italia circa il 12 per cento degli adulti è affetto da obesità e il 46 per cento della popolazione adulta è in eccesso ponderale combinato: sovrappeso più obesità. Inoltre, l'Italia figura tra i Paesi europei con una delle più alte prevalenze di obesità o sovrappeso pediatrici nella fascia tra i 7 e i 9 anni. Secondo il rapporto COSI, ci collochiamo al quarto posto in Europa.

Questi dati sono preoccupanti. In Italia, quasi un bambino su cinque tra gli 8 e i 9 anni ha già un problema di peso. Ma la questione non è confinata all'infanzia. Il fenomeno si accentua con l'età e colpisce milioni di adulti.

Ho voluto riportare questi dati importanti perché l'obesità consiste anche in trascuratezza che genera direttamente complicanze cardiovascolari, metaboliche e oncologiche. Il problema di salute, certo, è una questione che riguarda non solo la persona, ma anche la sostenibilità del nostro sistema sanitario nazionale, l'organizzazione delle cure e la produttività del nostro Paese.

Il testo che oggi andiamo ad approvare affronta il tema in modo serio, parlando di prevenzione, di presa in carico e di conoscenza scientifica. Il provvedimento, infatti, promuove programmi di educazione alimentare, attività fisica e corretti stili di vita.

Sono tutti argomenti di cui parliamo all'interno anche dei nostri Intergruppi parlamentari. Menziono quelli sulla promozione della salute, sulla prevenzione e sulle malattie cardio-cerebrovascolari. Penso che l'educazione sanitaria nelle scuole sia fondamentale. Una parte significativa è dedicata infatti alle scuole e alle comunità locali, con campagne di sensibilizzazione rivolte soprattutto ai giovani. È un aspetto fondamentale, perché agire sulla prevenzione significa ridurre in prospettiva il numero dei nuovi casi e contenere la crescita dei costi per il sistema sanitario.

Sul piano delle cure, il disegno di legge prevede un passaggio di civiltà: le prestazioni sanitarie a favore delle persone affette da obesità attraverso i LEA. Questo significa garantire accesso omogeneo su tutto il territorio nazionale a trattamenti multidisciplinari che includono nutrizionisti, psicologi, medici specialisti e, nei casi più complessi, interventi chirurgici. È un segnale forte di equità, perché nessun cittadino dovrà più sentirsi solo e soprattutto discriminato di fronte a questa patologia.

Sul piano della conoscenza, viene istituito l'Osservatorio nazionale per lo studio dell'obesità con il compito di raccogliere dati, elaborare linee d'indirizzo e monitorare l'efficacia degli interventi che sono stati illustrati prima, della comunicazione e dell'educazione sanitaria. È un presidio che consentirà di avere finalmente una base scientifica aggiornata per orientare le politiche pubbliche, superando disuguaglianze e improvvisazioni.

Il provvedimento prevede anche un programma nazionale pluriennale per la prevenzione e la cura dell'obesità coordinato dal Ministero della salute. Le risorse non sono simboliche: si tratta di un investimento che dà concretezza alle misure, rafforzando la capacità del sistema sanitario di rispondere a un bisogno crescente. L'obesità è una patologia che troppo a lungo è stata accompagnata da pregiudizi culturali e colpevolizzazioni personali. Questo disegno di legge segna invece una svolta culturale: lo Stato riconosce che si tratta di una malattia cronica e complessa, da affrontare con serietà, multidisciplinarietà e sostegno pubblico.

Dal punto di vista politico, è un provvedimento che unisce più sensibilità e che ha visto il contributo di tutte le forze parlamentari in Commissione. Ritengo che sia il modo migliore per legiferare su temi che toccano la vita quotidiana delle famiglie, costruendo delle convergenze, trovando soluzioni condivise, mettendo al centro l'interesse dei cittadini e la sostenibilità del sistema. Come Lega, ribadiamo la nostra attenzione costante ai bisogni reali delle persone, la nostra convinzione che la prevenzione e la presa in carico precoce siano strumenti fondamentali non solo per la salute delle persone, ma anche per la sostenibilità del nostro sistema economico nazionale. Ogni euro speso in prevenzione significa minori costi per ricoveri, farmaci e complicazioni croniche. Quello che dico sempre è che un euro investito in sanità è non una spesa o un costo, ma un investimento.

Il testo valorizza anche il ruolo delle Regioni, che hanno la responsabilità di declinare sul territorio gli interventi previsti, e rafforza la collaborazione con le istituzioni scolastiche e le realtà associative. È un approccio integrato che tiene insieme sanità, educazione, comunità; l'unico approccio davvero efficace per contrastare una patologia che riguarda non solo il singolo, ma l'intera società. Approvare questo disegno di legge significa quindi dare un messaggio forte al Paese. La politica non è indifferente ai bisogni concreti, non si limita alle parole, ma mette in campo strumenti normativi e risorse economiche per affrontare i problemi reali.

Per queste ragioni, a nome del mio Gruppo Lega Salvini Premier, il voto è convintamente favorevole. È un voto che riguarda la salute dei cittadini, la sostenibilità del nostro sistema sanitario e la responsabilità soprattutto verso le generazioni future. (Applausi).

ZAMBITO (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZAMBITO (PD-IDP). Signora Presidente, colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, il disegno che stiamo discutendo oggi in quest'Aula affronta un tema di grandissima e straordinaria rilevanza sia sociale, che sanitaria: la cura e la prevenzione dell'obesità.

Non possiamo infatti ignorare che ci troviamo di fronte a un fenomeno che negli ultimi decenni ha assunto proporzioni allarmanti, tanto da essere considerato dall'Organizzazione mondiale della sanità una delle principali sfide di salute pubblica del nostro tempo. L'obesità non è più un problema circoscritto a pochi, né può essere interpretata soltanto come una questione di abitudini individuali; è a tutti gli effetti una malattia complessa, multifattoriale, cronica e recidiva, con conseguenze significative sullo stato di salute, sulla qualità della vita e persino - fattore da non sottovalutare - sulla sostenibilità dei sistemi sanitari.

E non dobbiamo neanche dimenticare l'impatto psicologico e sociale, lo stigma, l'esclusione e la discriminazione che troppo spesso accompagnano le persone con obesità, aggravandone la condizione e compromettendo i percorsi di cura. Per questo è importante ed estremamente rilevante che questo Parlamento si sia dedicato per la prima volta a un provvedimento organico sul tema.

Peraltro, sono contenuti in questo disegno di legge alcuni elementi positivi che anche noi, come Partito Democratico, vogliamo riconoscere. Mi riferisco soprattutto al riconoscimento della rilevanza della malattia e all'istituzione di un Osservatorio nazionale per lo studio dell'obesità, che avrà il compito di raccogliere dati, monitorare le politiche e formulare proposte. Del resto, questo deve essere considerato un passo avanti, perché senza la conoscenza e gli strumenti di analisi, non vi può essere una programmazione seria.

Tuttavia, colleghe e colleghi, dobbiamo anche avere il coraggio di dire che il provvedimento che oggi siamo chiamati a votare è purtroppo troppo limitato nella sua portata concreta. L'iter parlamentare che ha accompagnato l'esame in Commissione non è stato, a nostro giudizio, soddisfacente. Nonostante il riconoscimento trasversale dell'importanza della materia, non è stato possibile integrare il testo con disposizioni che avrebbero potuto conferirgli maggiore incisività sul fenomeno. È questa la nostra critica.

La nostra critica si concentra su alcuni punti che riteniamo fondamentali per costruire un contesto efficace che parte dai corretti stili di vita e arriva a risorse effettive per la prevenzione e la cura. Sono tre i motivi per i quali non siamo soddisfatti.

Il primo riguarda i livelli essenziali di assistenza: è stato più volte sottolineato come l'obesità debba essere considerata una malattia cronica invalidante, ma questo disegno di legge non la riconosce come malattia cronica e questa non è una semplice formula retorica, ma comporta precise conseguenze sul piano dei diritti delle persone e dell'organizzazione del Servizio sanitario nazionale. Se l'avessimo riconosciuta come patologia cronica, sarebbe stato necessario implementare i percorsi di prevenzione, diagnosi e cura e avremmo dovuto inserirla nei LEA, così da essere accessibili e uniformi in tutto il Paese. Invece, su questo punto il testo non compie alcun passo necessario. Non viene assicurata una reale integrazione dell'obesità nei livelli essenziali di assistenza e questo lascia il provvedimento in una dimensione troppo debole, più dichiarativa che operativa. È mancata la volontà di trasformare un riconoscimento formale in un diritto esigibile e questo, a nostro giudizio, rappresenta la principale occasione perduta del disegno di legge in esame.

Il secondo punto riguarda la prevenzione e l'educazione alimentare nelle scuole. È noto che i primi anni di vita sono decisivi nella formazione delle abitudini alimentari e nello sviluppo di stili di vita salutari. L'Italia, secondo i dati più recenti, continua a registrare tassi preoccupanti di sovrappeso e obesità infantile, con punte particolarmente gravi in alcune aree del Paese, soprattutto al Sud. È un fenomeno che si accompagna a forti diseguaglianze sociali: le famiglie con minori risorse economiche - e sappiamo bene dai dati Istat che sono drammaticamente in aumento - sono più esposte al rischio ed è proprio nei contesti più fragili che la prevenzione dovrebbe essere più incisiva. Ebbene, anche qui il provvedimento avrebbe potuto prevedere interventi più strutturati, l'introduzione di programmi di educazione alimentare curricolari ed extra curricolari, la formazione degli insegnanti, il rafforzamento delle mense scolastiche con criteri nutrizionali più rigorosi, campagne di sensibilizzazione rivolte a bambini e genitori.

Invece, nonostante alcune indicazioni generiche, il testo non dà la dovuta attenzione a questo aspetto fondamentale, lasciando un vuoto che rischia di compromettere la reale efficacia delle misure proposte. Un intervento legislativo serio e moderno non può limitarsi a trattare l'obesità come problema isolato, ma deve inserirla in un quadro più ampio, garantendo percorsi integrati di presa in carico.

Quanto alla terza ragione, un altro elemento che non possiamo trascurare riguarda la frammentazione degli interventi legislativi. È bene ricordare che in Senato è già in discussione un disegno di legge dedicato ai disturbi del comportamento alimentare. Ebbene, di fronte a fenomeni patologici e clinici così interconnessi (obesità, da un lato, e disturbi alimentari, dall'altro), non possiamo permetterci di approvare due mezze leggi, deboli e parziali, che rischiano di sovrapporsi senza coordinarsi. Servirebbe invece una sola legge fatta bene, capace di affrontare in modo unitario soprattutto le problematiche legate alla nutrizione, con risorse certe e programmi concreti sia per la prevenzione, che per la cura. Solo così potremo garantire percorsi di presa in carico realmente efficaci, evitando dispersioni e duplicazioni e offrendo risposte adeguate alle famiglie e ai pazienti.

L'ultima motivazione attiene alle risorse. Non possiamo nasconderci il fatto che qualunque politica sanitaria, per essere credibile, deve poggiare su adeguati finanziamenti. L'istituzione di un osservatorio, la definizione di linee guida, la previsione di campagne di sensibilizzazione: tutto ciò rischia di rimanere sulla carta se non vi sono fondi sufficienti a renderlo operativo. Gli stanziamenti previsti appaiono modesti, sproporzionati rispetto all'ampiezza della sfida. È questo un limite che rischia di rendere inefficaci le stesse misure che pure si vorrebbero attuare. È la solita storia di questa legislatura: presentate provvedimenti che definite epocali e poi non garantite le risorse necessarie a farli funzionare.

Il provvedimento che esce dalla Commissione mantiene, dunque, un'impostazione prevalentemente programmatica e rischia di esaurirsi nella sola istituzione dell'Osservatorio nazionale. È un risultato che consideriamo parziale e insufficiente rispetto alle attese dei cittadini e alle necessità del sistema sanitario. Sia chiaro: non sottovalutiamo l'importanza di avere finalmente una cornice legislativa su un tema così rilevante e non intendiamo neanche negare i profili positivi, che pure esistono nel testo, ma non possiamo tacere il giudizio critico su un iter che non ha consentito di migliorare la proposta e che lascia irrisolti i nodi più importanti.

Il nostro auspicio è che in futuro Parlamento e Governo possano tornare a lavorare su questa materia con maggiore coraggio e concretezza, affrontando davvero le questioni rimaste aperte: garantire l'inserimento dell'obesità nei livelli essenziali di assistenza, investire nella prevenzione e nell'educazione alimentare, destinare risorse adeguate e stabili. Solo così sarà possibile dare risposte reali alle persone che vivono questa condizione e, al tempo stesso, alleggerire l'impatto che l'obesità ha sul nostro sistema sanitario e sulla società nel suo complesso.

Pertanto, in conclusione, signora Presidente, dichiaro il voto di astensione del Gruppo Partito Democratico. Il testo che oggi discutiamo rappresenta un punto di partenza, ma non ancora un punto di arrivo. Come legislatori, abbiamo il dovere di non accontentarci di misure parziali e dobbiamo continuare a lavorare con senso di responsabilità e visione di lungo periodo per costruire politiche che siano all'altezza della sfida, perché la salute dei cittadini e delle cittadine, specialmente dei più fragili, non può essere rinviata, né sacrificata. (Applausi).

RUSSO (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RUSSO (FdI). Signora Presidente, inizio il mio intervento con qualche secondo di autocitazione, perché si è parlato di stigma e io personalmente sono stato vittima di un piccolo episodio di stigma in quest'Aula, a seguito di una battuta ampiamente chiarita dell'allora vice presidente Gasparri, a cui rivolgo un caro saluto in amicizia.

Volevo, però, ricordare questo episodio perché mi permette di affrontare il ragionamento in maniera organica e importante.

Ho ascoltato con molta attenzione gli interventi di alcuni autorevoli esponenti delle opposizioni, i quali hanno dichiarato - e di questo mi dispiaccio, ma è un diritto all'opposizione - di astenersi sul provvedimento, che però, come ha ricordato l'ottimo relatore, senatore Satta, credo sia, se ho ben compreso, la prima legge nel mondo occidentale con la quale viene riconosciuta l'obesità quale patologia, quindi non semplicemente come un sovrappeso, un problema estetico, uno stigma, un problema di "apparenza", ma un problema serio di sanità e di salute, su cui tutti abbiamo convintamente convenuto in quest'Aula.

È chiaro che già questo è un successo epocale di cui essere contenti oggi, nella giornata in cui ciò avviene, perché intanto stiamo dicendo a tante persone che vivono questa condizione che la loro non è una condizione per cui essere colpevolizzati, ma che ci sono uno Stato, un Servizio sanitario nazionale, un sistema che riconoscono che l'obesità è un tema generale di interesse pubblico, che nei casi estremi arriva a toccare il problema dei disturbi alimentari che, come è stato ricordato poc'anzi, sono molti e su cui è importante investire soprattutto per la realizzazione dei centri a essi dedicati.

Inoltre vi è, ahimè, come è stato ricordato anche dal relatore, un'incidenza talmente importante di questa patologia soprattutto a livello infantile, da rendere necessario che cominciamo a convincerci, a partire dalla medicina di base, che non si tratta semplicemente di dare dei buoni consigli su come stare bene e mangiare bene, perché comunque è più bello e si sta un po' meglio. A partire dal Piano e dall'Osservatorio che vengono istituiti con questo provvedimento, abbiamo gli elementi fondamentali per approcciare in maniera organica l'obesità.

È chiaro che affrontare l'obesità è un obiettivo sfidante per il Servizio sanitario nazionale e lo è innanzitutto in termini di qualità della vita e della salute di coloro i quali sono affetti da obesità e hanno problemi importanti che, nei casi estremi, approdano alla chirurgia bariatrica, anche se adesso ci sono anche terapie farmacologiche molto importanti su cui dovremmo aprire un ragionamento. Sicuramente, comunque, sono temi importanti che impattano sulla vita di tante persone e anche sulla spesa sanitaria.

Io sono assolutamente convinto che, grazie a questo disegno di legge, riusciremo ad affrontare l'obesità in maniera organica, grazie al Piano nazionale previsto, all'Osservatorio e alle politiche che si implementeranno sul territorio e anche in sede di aggiornamento dei LEA, come previsto dalla legge, dopo un percorso attraverso la Commissione dedicata, che dovrà verificare via via scientificamente l'andamento della diffusione epidemiologica delle patologie e la necessità di inserimento di cure che devono essere coperte dall'assistenza economica dello Stato attraverso i LEA. È chiaro che possiamo creare un investimento che ha un ritorno fondamentale: più noi combattiamo l'obesità, più riduciamo una serie di patologie ad essa correlate - metaboliche, cardiovascolari, oncologiche - che vengono aggravate e scatenate proprio dalla condizione di obesità, riuscendo così a liberare risorse che possono essere reimpiegate per tante esigenze del Servizio sanitario nazionale.

Questa legislatura si contraddistingue per una narrazione e una verità. Vi è una narrazione pedissequa e ripetitiva delle opposizioni, per cui questa maggioranza è quella che sta disinvestendo sul Servizio sanitario nazionale, che sta spendendo sempre di meno, che privilegia il privato rispetto al pubblico e non dà le risorse adeguate.

Poi ci sono i numeri (quindi la verità), che vedono un incremento continuo e costante negli ultimi tre anni, in maniera importante, della spesa dedicata al Servizio sanitario nazionale. Verità e narrazione. (Applausi).

È chiaro che l'opposizione, per cercare di raggranellare qualche voto, ha il diritto alla sua narrazione; noi abbiamo il diritto a raccontare la verità agli italiani, non solo ai nostri elettori.

Premesso questo, è chiaro che, però, non esiste in alcun sistema la possibilità di incrementare all'infinito l'investimento in spesa sanitaria. Esiste, però, la possibilità di qualificarlo meglio e di trovare i modi, anche e soprattutto con la prevenzione, di ridurre alcune patologie che possono ridursi - e le patologie correlate all'obesità si possono ridurre, ve lo posso anche testimoniare personalmente - per trovare risorse da investire nelle malattie croniche importanti, nelle malattie legate all'anzianità della popolazione e nelle malattie rare, che necessitano di investimenti importanti anche nel Servizio sanitario, soprattutto in termini di ricerca scientifica e di tutela, con farmaci ad esse dedicati e su cui magari l'industria farmaceutica non garantisce i necessari investimenti.

Sono quindi tanti i motivi per cui non solo dichiaro il voto convinto a favore di questo disegno di legge da parte del Gruppo Fratelli d'Italia, ma mi permetto anche di dolermi ed essere un po' dispiaciuto del fatto che non vi sia un voto unanime da parte dell'Assemblea. Infatti, quello che stiamo facendo adesso, al di là delle declinazioni e delle narrazioni, è un fatto realmente epocale: essere obeso non è più una colpa o un problema personale; essere obeso è una malattia, una patologia di cui il Servizio sanitario nazionale, il pubblico, lo Stato, la comunità si fanno carico. E scusate se è poco. (Applausi).

Saluto ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti del Liceo scientifico statale «Galileo Galilei» di Perugia, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).

Ripresa della discussione dei disegni di legge
nn.
1483, 1074 e 1510 (ore 11,16)

SENSI (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

SENSI (PD-IDP). Signora Presidente, intervengo solo per mettere a verbale il mio personale favore, dunque il mio voto favorevole, su questi disegni di legge. Comprendo e condivido profondamente le criticità che abbiamo esposto, con grande acribia e con competenza che io non ho.

Detesto la politica del segnale, della testimonianza come alibi, che vaccina e sterilizza, ma ho vissuto l'obesità, la vivo, la so. So che ci vorrebbe ben altro di una giornata e di un primo passo, però dico: un primo passo per chi, come me, abita un corpo non conforme (diciamo così a sinistra, ma da piccolo ero solo un "ciccia bomba cannoniere", con quello che segue), è un gesto pesante ma necessario e, direi, dovuto. Se un primo passo va nella direzione giusta, che è quella di vederci per ciò che siamo, vogliamo e desideriamo (cioè, alla fine, essere amati come tutti), questo diritto a essere amati - mi scuseranno i miei colleghi - oggi lo rivendico anch'io, per quel poco o niente che vale. (Applausi).

PRESIDENTE. Metto ai voti il disegno di legge n. 1483, nel suo complesso.

È approvato.

Risultano pertanto assorbiti i disegni di legge nn. 1074 e 1510.

Discussione dalla sede redigente dei disegni di legge:

(1562) Deputati SEMENZATO ed altri. - Istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone (body shaming) (Approvato dalla Camera dei deputati)

(650) BIANCOFIORE. - Istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone (body shaming)

(Relazione orale) (ore 11,17)

Approvazione del disegno di legge n. 1562

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dalla sede redigente dei disegni di legge nn. 1562, già approvato dalla Camera dei deputati, e 650.

La relatrice, senatrice Ternullo, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.

Pertanto, ha facoltà di parlare la relatrice.

TERNULLO, relatrice. Signor Presidente, il disegno di legge, approvato già alla Camera dei deputati in prima lettura, prevede l'istituzione di una Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone. (Brusio).

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di ridurre il brusio, perché è complicato intervenire in Aula con questo sottofondo e per chi vuole ascoltare.

Prego, senatrice Ternullo.

TERNULLO, relatrice. Dicevo che il disegno di legge prevede l'istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone e la possibilità di campagne informative e di sensibilizzazione. (Brusio).

PRESIDENTE. Senatrice, aspettiamo che si faccia silenzio e poi interveniamo.

TERNULLO, relatrice. Sì, Presidente, grazie.

Ripeto: questo disegno di legge, che è già stato approvato dalla Camera dei deputati in prima lettura, prevede l'istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone e quindi la possibilità di campagne informative e di sensibilizzazione su questo tema (parliamo del body shaming). La campagna sarà effettuata attraverso i mezzi di comunicazione telematici. Per tale Giornata è stata scelta la data del 16 maggio, mentre il colore simbolo è il fucsia.

Le finalità generali indicate per la Giornata nazionale sono costituite, appunto, dalla sensibilizzazione dei cittadini sulla gravità dei comportamenti offensivi aventi come obiettivo la denigrazione del corpo di una persona, nonché dalla promozione di ogni iniziativa utile a prevenire e contrastare le condotte in oggetto.

L'articolo 2 prevede che, in occasione di questa Giornata, tutte le istituzioni pubbliche, le organizzazioni private e gli enti del terzo settore possano promuovere iniziative tese alla sensibilizzazione e alla prevenzione del body shaming. Queste iniziative sono volte a prevenire e contrastare il fenomeno del body shaming, a favorire l'informazione e la sensibilizzazione su questo problema e a incentivare la promozione dell'accettazione del proprio corpo da parte di ognuno e il rispetto di quello degli altri, nonché la promozione della salute fisica e soprattutto di quella psicologica. Si tratta quindi di promuovere un uso consapevole delle piattaforme sociali telematiche e sviluppare una consapevolezza critica delle immagini ideali, quindi ritoccate, nelle piattaforme e nella pubblicità, promuovendo un uso consapevole sia nel linguaggio, che nelle tecnologie digitali.

L'articolo 3 prevede che le istituzioni scolastiche, nell'ambito della loro autonomia, possano promuovere e organizzare iniziative relative alla comprensione e all'approfondimento del fenomeno delle discriminazioni fisiche e di tutte quelle conseguenze che ne derivano per la salute fisica e psicologica delle persone che vengono colpite da questa non accettazione del proprio corpo.

L'articolo 4 prevede la possibilità di promuovere campagne informative di sensibilizzazione sul tema del body shaming.

L'articolo 5 prevede che la società concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, secondo le disposizioni del contratto di servizio, possa assicurare adeguati spazi connessi alla Giornata nazionale in oggetto, nell'ambito della programmazione televisiva pubblica a livello nazionale e regionale.

Infine, l'articolo 6 regola le clausole di invarianza degli oneri per quanto riguarda la finanza pubblica.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

ROCCELLA, ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. Signor Presidente, vorrei anzitutto ringraziare il Senato (sia l'Assemblea, che la Commissione) per la velocità con cui ha affrontato un problema emergente e per l'unità di intenti che tutti hanno dimostrato intorno a un tema fondamentale.

Avete affrontato prima il tema dell'obesità, sottolineando come sia un problema di salute. Ovviamente anche il body shaming, la derisione del corpo è un problema di salute mentale e psichica e di equilibrio, soprattutto per i più giovani e i più fragili, per chi non ha ancora una perfetta consapevolezza di sé stesso e del proprio corpo e deve accettare sé stesso e il proprio corpo.

Come è stato detto a volte in Commissione, la giornata non è sufficiente ad affrontare il problema e che servirebbe di più. Ma una giornata dedicata è un modo per accendere una luce su un tema che ancora non è nella piena consapevolezza dell'opinione pubblica: per far capire, per esempio, che non si tratta di scherzi, che non si tratta di giochi, che non si tratta di temi da affrontare con leggerezza, ma sono invece ferite che si possono infliggere a persone che, appunto, non hanno ancora una piena consapevolezza di sé. Quindi, il body shaming è un tema che va portato all'attenzione dell'opinione pubblica, proprio attraverso le iniziative che prenderemo per la giornata.

È un primo passo, quindi, ed io voglio soltanto ringraziare il Senato per il modo in cui è stato affrontato e per l'unanimità con la quale, spero, sarà votata la legge. (Applausi).

PRESIDENTE. Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.

Passiamo alla votazione degli articoli del disegno di legge n. 1562, nel testo approvato dalla Camera dei deputati.

Metto ai voti l'articolo 1.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 2.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 3.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 4.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 5.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 6.

È approvato.

Passiamo alla votazione finale.

LOMBARDO (Misto-Az-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LOMBARDO (Misto-Az-RE). Signor Presidente, istituzione della Giornata nazionale delle botteghe storiche, istituzione della Giornata nazionale del silenzio, istituzione della Giornata della memoria per le vittime del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, istituzione della Giornata nazionale di sensibilizzazione sul tumore al seno metastatico e altre disposizioni per la prevenzione e la diagnosi precoce della malattia, istituzione della Giornata nazionale in memoria dei giornalisti uccisi a causa dello svolgimento della loro professione, istituzione della Giornata nazionale dedicata alle persone scomparse, istituzione della Giornata nazionale per il contrasto all'inattività giovanile, istituzione della Giornata nazionale dell'antiracket, istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone (il body shaming che stiamo votando oggi), istituzione della Giornata nazionale delle lingue regionali e locali e dei dialetti italiani, istituzione della Giornata nazionale della ristorazione, istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione del melanoma, istituzione della Giornata nazionale del patrimonio caseario italiano, istituzione della Giornata nazionale degli operatori sociosanitari, istituzione della Giornata nazionale dell'educazione ai sentimenti, istituzione della Giornata nazionale degli abiti storici, istituzione della Giornata nazionale delle aree interne e dei piccoli Comuni montani, istituzione della Giornata nazionale contro il figlicidio, istituzione della Giornata nazionale dell'educazione alimentare, istituzione della Giornata nazionale dei fratelli e delle sorelle delle persone affette da malattie rare, istituzione della Giornata nazionale della prevenzione e della promozione della salute e dei corretti stili di vita in memoria di Umberto Veronesi, istituzione della Giornata nazionale delle pubbliche assistenze, istituzione della Giornata nazionale della cittadinanza digitale, istituzione della Giornata nazionale contro la violenza negli stadi in memoria dell'ispettore capo della Polizia di Stato Filippo Raciti, istituzione della Giornata nazionale della consapevolezza della demenza frontotemporale, istituzione della Giornata nazionale della sartoria tradizionale italiana, istituzione della Giornata nazionale del riciclo della carta, istituzione della Giornata nazionale del ricordo dei martiri di Vergarolla, istituzione della Giornata nazionale della famiglia, istituzione della Giornata in memoria delle vittime degli stupri di guerra dal 1943 al 1944.

E ancora: istituzione della Giornata nazionale della legalità, in memoria delle vittime del dovere, nonché estensione alle vittime del dovere dei benefìci concessi alle vittime del terrorismo, istituzione della Giornata degli italiani nei campi di concentramento tedeschi, istituzione della Giornata nazionale del formatore, istituzione della Giornata nazionale del panettone italiano, disposizioni per la promozione delle manifestazioni in abiti storici, quindi istituzione della Giornata nazionale degli abiti storici, istituzione della Giornata nazionale della ecospiritualità, istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime di disastri ambientali e industriali causati dall'uomo, istituzione della Giornata nazionale delle periferie urbane, istituzione della Giornata nazionale della memoria, del genocidio dei rom e dei sinti, istituzione della Giornata in memoria delle vittime degli incendi boschivi, istituzione della Giornata nazionale in memoria di 446 italiani internati e deportati dal Regno Unito per causa di guerra, periti nel naufragio del piroscafo britannico Star, istituzione della Giornata nazionale della meraviglia, istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime della strage dello stadio Heysel di Bruxelles, istituzione della Giornata della memoria dei cittadini militari italiani e civili deportati e internati nei campi di concentramento, istituzione della Giornata in memoria delle marocchinate, istituzione della Giornata nazionale dell'affidamento familiare, istituzione della Giornata nazionale della cittadinanza digitale, istituzione della Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda guerra mondiale.

Signora Presidente, lo so che il tempo sta scadendo e non posso leggerle tutte perché finirei il tempo a disposizione dell'intervento. Segnalo che stiamo arrivando a cento proposte di legge. Dal 1948 ad oggi, il Parlamento aveva istituito trentadue Giornate nazionali. Solo in questa legislatura, quindi negli ultimi tre anni, ne abbiamo approvate dieci e arriveremo alla fine della legislatura probabilmente a dodici. Colleghi, vi informo che con questo ritmo finiremo presto la disponibilità dei giorni del calendario. Propongo di istituire le mezze giornate, perché così avremo più spazio nel tempo. (Applausi).

Signora Presidente, signora Ministro, con il dovuto rispetto per il tema, che è importante, perché il rispetto del corpo degli altri e il rispetto del linguaggio sono un tema fondamentale, credo e ritengo però che anche il Parlamento meriti rispetto e per questo voglio segnalare che non voglio rompere il clima di unità, ma non intendo partecipare al voto, perché il Parlamento e quest'Aula meritano dignità e rispetto, meritano disciplina e onore. Non riusciamo a discutere di leggi importanti che ci richiede il Paese, come una nuova legge sulla cittadinanza, come la legge sul fine vita, come la protezione della democrazia, però abbiamo il tempo di istituire tutte queste Giornate nazionali. Signora Presidente, non partecipo al voto per protestare e perché non mi rassegno, non voglio rassegnarmi, non posso rassegnarmi all'idea che il Parlamento e quest'Aula vengano trasformati o in luoghi di ratifica delle iniziative legislative del Governo o in un ufficio di cancelleria o di cerimoniale del calendario. Penso che anche che chi lavora in quest'Aula meriti rispetto e dignità (Applausi), per cui non parteciperò al voto. (Applausi).

UNTERBERGER (Aut (SVP-PATT, Cb)). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

UNTERBERGER (Aut (SVP-PATT, Cb)). Signora Presidente, signora Ministra, per fortuna tra un po' il calendario finisce, così magari possiamo finalmente affrontare ognuno di questi temi come merita, e soprattutto come un Parlamento dovrebbe fare. Il body shaming è la punta di un fenomeno molto più profondo. Fin dalle origini della nostra cultura si è radicata una dicotomia: l'uomo associato allo spirito, la donna ridotta al corpo. Questa visione ha lasciato un segno che ancora oggi condiziona lo sguardo sulle donne, giudicate per il loro aspetto fisico e non per le loro qualità. Ricordo ancora l'articolo di commento sul mio primo giorno da consigliera provinciale, vent'anni fa: scrissero che il mio abbigliamento era deludente perché non avrebbe messo in risalto le mie qualità fisiche. Non importava quello che avevo detto, ma il mio corpo e il mio abbigliamento.

Bisogna davvero essere molto forti per non cadere in questo meccanismo di potere, che punta ad alimentare insicurezza e fragilità e cristallizza le strutture patriarcali. In più, i modelli di bellezza si fanno sempre più lontani dalla realtà, generati dall'intelligenza artificiale nelle pubblicità, nei social e ovunque. È un immaginario che spinge verso un ideale impossibile, che trasforma il corpo in un problema. In Italia vent'anni fa 300.000 persone soffrivano di disturbi alimentari, adesso sono 3 milioni. Ad ammalarsi sono persone sempre più giovani, addirittura bambini e bambine di 10 anni.

Il body shaming non è quindi una battuta di spirito, ma lo strumento per colpire chi non soddisfa certi ideali; chi ne è vittima viene sottoposto a critiche feroci e non risparmia nessuno. Ricordo quando Angela Merkel, all'epoca la donna più potente d'Europa, sulla prima pagina di un quotidiano italiano venne definita "culona". Se persino una leader mondiale viene ridotta a una caricatura fisica, capiamo quanto profonda sia questa cultura e quanto difficile spezzarla e oggi questa violenza si amplifica nello spazio digitale. Il body shaming diventa una forma di cyberbullismo. che moltiplica l'umiliazione, una violenza senza confini che non si cancella e che può segnare per sempre la vita degli adolescenti.

Poco fa il rappresentante del Governo in quest'Aula ha detto che finalmente in Italia si fanno cose concrete contro certi fenomeni. Ecco, io penso che non basti introdurre una giornata di sensibilizzazione per risolvere i problemi, ma bisogna innanzitutto combattere la cultura maschilista, dove la donna viene rappresentata ancora come oggetto e non come soggetto. Autorità come AGCOM e IAP dovrebbero essere molto più severe su certe rappresentazioni mediatiche e pubblicitarie delle donne.

Non basta: serve intervenire sui social, perché è lì che i ragazzi trascorrono ore ogni giorno ed è lì che certi modelli e certe violenze si diffondono senza controllo. Le piattaforme devono assumersi la responsabilità di tutelare i minori con regole chiare e strumenti efficaci, non con campagne di facciata. E poi serve partire dalle scuole: l'educazione all'affettività, al rispetto di sé e degli altri, alla diversità dei corpi non può essere un optional. Gli insegnanti devono essere formati, gli studenti accompagnati, perché è nei banchi che si costruisce la consapevolezza e si spezza la catena delle violenze culturali che portano al body shaming.

Poi c'è il discorso del supporto sociosanitario: in Italia i centri specialistici per curare i disturbi alimentari del Servizio sanitario nazionale sono appena 130, con famiglie costrette a spostarsi di centinaia di chilometri per una visita o a rivolgersi al privato, con costi che diventano insostenibili. Serve una rete con ambulatori specializzati dei disturbi alimentari, servizi residenziali e ospedalieri che prevedano il ricovero salvavita e il supporto psicologico, coinvolgendo anche le famiglie. Occorre garantire accesso al sostegno psicologico per adolescenti e giovani. Nel 2024 sono state presentate 400.000 domande per il bonus psicologico, i fondi disponibili ne hanno coperte appena 3.000. C'è una grande domanda di sostegno e di aiuto e non è difficile immaginare che una fetta consistente riguardi persone affette da disturbi alimentari.

Questo è il punto: possiamo istituire la Giornata del 16 maggio, ma se il giorno dopo non imponiamo regole ai media, se non formiamo insegnanti ed educatori, se non apriamo un centro in più, se non stanziamo risorse, resterà tutto fermo a un titolo di calendario. (Applausi).

PAITA (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAITA (IV-C-RE). Signora Presidente, io mi schiero dalla parte di Filippo Sensi, cioè penso che abbia detto una cosa di assoluto buonsenso che l'Assemblea deve ascoltare. È vero, cioè, che l'istituzione di giornate non risolve il problema di un'azione organica su temi così complessi come il body shaming o l'anoressia o la violenza sui social riferita a qualsiasi tipo di altro insulto, anche in riferimento ai giovani. È vero, però, che sono azioni culturali che, tutto sommato, aprono una discussione nel Paese.

Dico la verità, io ho grande rispetto per il collega Lombardo, ma non capito il senso del suo ragionamento, perché quando lui ci elenca tutto il lavoro che è stato fatto sull'istituzione delle giornate e mette insieme le visite ai campi di concentramento con l'istituzione della Giornata nazionale del panettone italiano non fa un buon servizio all'attività dell'Assemblea. Il buon servizio all'attività dell'Assemblea è selezionare quando i grandi temi culturali, che attraversano anche le contraddizioni della nostra società, meritano un'attenzione specifica del ruolo parlamentare e quando, invece, si mettono in atto iniziative che possono essere da sagra di paese, da realtà regionale, ma magari non meritano l'istituzione di una giornata in Aula. (Applausi). Io ci sto a questo gioco alla selezione e ci sto di volta in volta anche a esprimere un voto negativo o di astensione su proposte che non hanno un valore per tutti; non ci sto, però, a fare di tutta l'erba un fascio. L'istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone (body shaming) è un atto importante. Non mi interessa da chi è partita l'idea, eccetera; semmai, la critica che posso fare è che quando partono delle idee buone dell'opposizione non vengono accolte e hanno un iter legislativo infinito, come se dall'opposizione non venissero mai idee buone; quando, invece, partono dalla maggioranza, debbono per forza essere idee buone, anche quando sono la Giornata nazionale del panettone italiano. Peraltro, chi vi parla è una grande amante del panettone, però non credo che quella sia la priorità per il Paese.

Il punto su cui voglio tornare dopo questa discussione di metodo politico e anche di accettazione delle reciproche posizioni in ambito parlamentare è il grande tema culturale. Noi abbiamo società che si sono traslate, per quanto riguarda gli adolescenti e i giovani, dentro un confine strettissimo di isolamento. Tanti dei nostri giovani vivono una condizione di isolamento, perché è una condizione che deriva da un rapporto complicato, che spesso è inevitabile, ma che va governato culturalmente con l'approccio dei social. Questa è una situazione di isolamento che è giusto affrontare con il bonus psicologo, con l'idea di una scuola sempre più aperta, inclusiva e sociale, anche con il corretto rapporto con i social, perché quelli che criticavano prima l'istituzione delle giornate pensano che la cosa giusta da fare sia fare leggi che vietano i social fino a una certa età. Non è questo il punto, io non la penso così: io credo profondamente nel valore dell'educazione, della formazione, della cultura, della famiglia e ho una grande fiducia nei nostri giovani. (Applausi). Questo è un grande tema che riguarda anche le giovani generazioni.

La ministra Roccella è venuta in Aula a parlare con noi dei temi della violenza insieme al ministro Piantedosi; lo abbiamo fatto in una delle rarissime occasioni nella quale non c'è stata nemmeno una polemica. Abbiamo ragionato tutti assieme, che è un po' anche la questione su cui dovremmo continuare a esercitare e a fare un lavoro. Questa questione della violenza verbale che deriva da modelli culturali imposti - ha ragione la collega Unterberger - che deriva da una visione sbagliata sul tema del corpo, delle donne e non solo, ha la necessità di avere un approccio formativo, di elaborazione e di analisi culturale che, dalla scuola alla società, manifesti consapevolezza di un problema che sta crescendo e non solo nelle giovani generazioni.

Poi ha ragione, anche in questo caso, la collega a dire che il problema non si esaurisce qui, cioè se domani mattina, avendo istituito la nuova giornata, noi pensiamo di aver risolto i nostri problemi di coscienza e di azione politica, sbagliamo, perché quella che viviamo è una situazione di emergenza, con famiglie che hanno difficoltà a trovare dei centri che curino il problema dell'anoressia (Applausi). Ci sono ragazzine e ragazzini in uno stato di reale difficoltà. Dovete immaginare una famiglia provata da una vicenda che è difficile da capire dal punto di vista psicologico, perché la difficoltà con il proprio corpo può derivare anche da traumi e vi parlo anche per una esperienza personale, ahimè. Quei momenti devono essere vissuti con la possibilità di avere dei supporti, fra cui anche degli strumenti economici. (Applausi). Lo vogliamo dire con chiarezza? Se non ci sono centri in un raggio regionale sufficiente, una famiglia si trova in difficoltà, è come quando hai una persona malata e non c'è un centro di eccellenza vicino al luogo dove vivi. Questo spaesamento può portare delle famiglie ad andare in tilt. Questo è un tema sanitario, ma è anche un grande tema culturale.

Sono convinta che noi oggi dobbiamo dire sì a questo provvedimento, perché si apre una riflessione, perché è un approccio culturale diverso, perché ci consente di fare, anche tra di noi, un approfondimento sulle azioni e sulle priorità, ma stiamo attenti perché l'idea di ridurre questa nostra discussione a un atto meramente simbolico ci porta fuori strada. È vero che questa maggioranza e questo Governo spesso si limitano a fare cose simboliche che poi non hanno quel radicamento, quell'articolazione, quella complessità che richiede una vicenda come questa che ha risvolti, ripeto, nei media e nei social in senso più stretto, che ha risvolti sanitari, che ha risvolti sociali e che ha risvolti nella scuola, nella formazione e nella famiglia.

Questo vuole essere un approccio ‑ fatemelo dire ‑ laico, ma anche rispettoso di momenti di dolore che le persone possono vivere sia nel momento in cui vengono derise, prese in giro, volgarizzate da una discussione pubblica o personale in senso stretto, sia nell'ambito di modelli sbagliati che hanno la necessità di essere corretti. Non mi piace, su queste vicende, tagliare con l'accetta le questioni e non mi piace neppure avere quell'approccio un po' aristocratico, che spesso però si traduce nella scarsa propensione a capire quali sono le esigenze reali del Paese. Ci sono famiglie in difficoltà i cui problemi non abbiamo certamente risolto oggi con l'istituzione di questa giornata, ma abbiamo aperto una riflessione e questa riflessione cerchiamo di farla seriamente e magari per una volta anche con una logica trasversale e non ideologica. (Applausi).

BIANCOFIORE (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BIANCOFIORE (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP). Signor Presidente, come tutti noi butto giù degli appunti, ma poi ovviamente vado a braccio perché è bello ogni tanto ascoltarci e io ascolto quello che dicono i colleghi che mi precedono e che mi danno sempre degli spunti interessanti e talvolta anche deprimenti. Lo spunto deprimente e totalmente inopportuno è stato quello offerto dal collega Lombardo, che io stimo ma che ho trovato totalmente inopportuno. Per quanto si possa fare il verso a tutte le giornate che vengono istituite, di cui il collega ci ha raccontato e che sappiamo e su cui probabilmente ha ragione, non è davvero il caso di parlare della dignità del Parlamento proprio mentre il Parlamento sta dignitosamente affrontando un tema che è comune a tantissima gente. Abbiamo sentito prima il collega Sensi, abbiamo sentito la collega Unterberger, volete che vi aggiunga del mio? Pensate che a me un giornalista, all'indomani del comizio del presidente Berlusconi a Bolzano, nel 2005, dopo la mia vittoria in quella città, grazie a Forza Italia che all'epoca guidavo, scrisse di me che la ragazza sdentata e con le occhiaie - testualmente - sarebbe scesa a Roma e sarebbe arrivata in Parlamento.

Questo perché non avevo il tempo, come tanti di noi, ovviamente, perché facciamo politica, magari fin da quando portavamo i calzini corti, di andare a rimettere un dente che effettivamente era caduto (e nella foto si vedeva che non avevo questo dente; è peraltro una foto molto famosa, quindi potete recuperarla).

Pertanto oggi, proprio nel massimo della dignità del Parlamento nell'affrontare un tema che, come dicevo, è comune a tanta gente, ai bambini, agli anziani, alle famiglie, era totalmente inopportuno l'intervento del collega Lombardo, perché diamo un segnale totalmente sbagliato. Lo diamo ai media, lo diamo ai colleghi, lo diamo ovviamente alle famiglie, lo diamo a quei tanti bambini, giovani, ragazzi che addirittura si sono suicidati per essere stati vittime di body shaming. (Applausi).

Credo che sia veramente un insulto al dolore di tanta gente, di ragazzi che si sono suicidati e che non meritano questa mancanza di attenzione da parte del Parlamento.

Vorrei anche chiarire una cosa. Noi ormai usiamo questi inglesismi, che anche a me e a tutti noi piace usare, ma spieghiamoli alla gente all'esterno, perché non credo che un anziano lo sappia e magari anche tanti giovani, tanti genitori che potrebbero aiutare i propri figli non sanno cosa significhi body shaming. È la derisione, la presa in giro (mi verrebbero un altro termine, usato molto più comunemente, ma che non è il caso di usare in quest'Aula), la denigrazione costante della fisicità.

Mi ha molto colpito quello che ha detto prima il collega Sensi, che ringrazio per essere intervenuto in dissenso dal Gruppo; mi ha molto colpito perché ha detto che a sinistra parlate di «corpo non conforme»: ho capito bene? È vero, collega? Fa venire la pelle d'oca: corpo non conforme a cosa? A chi? Chi decide che è conforme a qualche cosa? Chi è che ha deciso dall'alto che conforme è un corpo longilineo, che ha potuto magari fare palestra, perché i genitori ce lo potevano portare per mano, che magari ha più disponibilità di un ragazzino che a Napoli, nell'entroterra, nelle nostre periferie, non può neanche permettersi talvolta di andare a scuola? Chi decide che è conforme? Proprio queste sono le cose che dobbiamo combattere. Chi è che può decidere qual è il pensiero dominante? Dobbiamo combattere queste cose in queste Aule. È proprio qua dentro che dobbiamo farlo. Dove dovremmo combatterle? Per le strade? Noi siamo quelli che fanno le leggi, siamo i legislatori, siamo quelli che dovrebbero dare l'esempio. (Applausi).

Oggi irrompe in quest'Aula questo tema, con tutto il suo carico di sofferenza, di dolore, di vergogna, di discriminazione, come dicevo. Un tema che finora troppo spesso è stato sottovalutato. Abbiamo avuto qualche esempio, purtroppo, fino a poco fa. All'apparenza sembrano due semplici parole, body shaming, ma dietro la derisione del corpo si celano gesti che procurano ferite invisibili nell'anima di chi le subisce, gesti che lasciano cicatrici profonde e che segnano per sempre, talvolta, come dicevo prima, anche portando al suicidio, e le cronache ne sono piene. Nessuno purtroppo ne è immune. Nessuno.

Sono tantissimi i casi di body shaming, molti di più di quelli che possiamo pensare. Il body shaming si annida ovunque, sui social, dietro quel giudizio feroce, quel commento crudele sotto una foto, a scuola, purtroppo tra i bambini. Diciamocelo, siamo stati tutti alle elementari: i bambini sono cattivi fra di loro. È triste, ma è così, questo è l'essere umano. È dietro quella risata fuori posto nei corridoi, al lavoro, dietro lo sguardo giudicante, ormai anche tra le mura di casa, come hanno riportato recentemente le cronache di quel padre che ha insultato la figlia perché era semplicemente sovrappeso, non aveva il corpo conforme (questa parola veramente mi fa venire la pelle d'oca). Il body shaming è uno dei veleni che inquina la nostra società, è un subdolo meccanismo che colpisce nell'intimità e non è solo una questione di estetica, ma una forma di violenza psicologica, che colpisce indistintamente donne, uomini, bambini, adolescenti, anziani, ma soprattutto colpisce il diritto più grande che abbiamo tutti noi: la libertà di esistere.

Non si può ignorare questo fenomeno senza prevenirlo. In questa sede cerchiamo di fare prevenzione. Certo, è un seme, è una piccola cosa, non è che con questa Giornata istituita contro il body shaming risolviamo la questione, ma almeno ne parliamo.

Si farà in modo che ogni anno, in ogni momento se ne possa parlare e si possa denunciare. La mancanza di dialogo potrebbe trasformarsi in un messaggio pericoloso: che sia normale, che sia accettabile, che sia colpa di chi lo subisce. Per questo noi oggi avvertiamo tutta l'urgenza di lanciare un messaggio forte, chiaro, incisivo e di gettare appunto un seme di speranza.

In un mondo in cui tutto si giudica sull'apparire, in quei commenti spesso coperti dalla vigliaccheria di un profilo fake dei famosi "webeti", che vengono utilizzati come armi per offendere, in cui i social diventano dei tremendi ring, noi abbiamo ancora la convinzione che si possa tornare a parlare di rispetto, di diversità e di valorizzazione delle diversità, perché la diversità non è un problema, ma una ricchezza, perché non esiste un corpo giusto o un corpo sbagliato, un corpo conforme o meno conforme, esiste solo la vita e il diritto di sentirsi bene con il proprio corpo, qualunque esso sia, e soprattutto voglio aggiungere: qualunque esso sia e qualunque corpo ci abbia donato Dio. Nessuno può avere il diritto di giudicare e di decidere quale sia quello giusto. È per questo che oggi siamo qui a proporre questa soluzione, che non è forse concretissima, ma è comunque un seme, l'istituzione della Giornata nazionale il 16 maggio, perché vogliamo restituire dignità ad ogni corpo, ad ogni storia e ad ogni cicatrice, qualunque essa sia, perché nessuno debba più nascondersi o sentirsi escluso per il proprio aspetto fisico.

E vogliamo farlo partendo da qui, da questa legge a prima firma alla Camera della collega Semenzato, che ci sta ascoltando e che voglio ringraziare, qui a mia firma per quanto riguarda il Senato. Per dire a voce alta che il dolore, il disagio, la vergogna, il senso di inadeguatezza, che troppo spesso e per troppo tempo continuano a provare i destinatari di queste offese, soprattutto donne e adolescenti, non possono essere più ignorati, silenziati o peggio normalizzati, cosa che purtroppo abbiamo tentato di fare poc'anzi in quest'Aula.

Pensate, colleghi, che una recente ricerca ha rilevato che nove adolescenti su dieci, tra i 10 e i 17 anni, hanno subito body shaming almeno una volta e di essi circa il 30 per cento subisce un'esperienza quotidiana di disgustosa body shaming. Abbiamo visto, ciascuno di noi in quest'Aula lo ha subito, alcuni lo hanno raccontato. Sono dati impietosi, riflesso non solo di una degenerazione culturale che vogliamo fermare, ma anche il segno, purtroppo, di una generazione che si guarda allo specchio con vergogna, senza speranza e non con orgoglio. Parliamo di adolescenti, di persone fragili, le cui storie di dolore, ma anche di resistenza, abbiamo il dovere di trasformare in protezione concreta, aiutando anche i genitori, perché non sanno cosa fare, povere persone.

Istituire, perciò, una Giornata nazionale non è un gesto simbolico, è un atto politico e sociale, è un atto di civiltà, significa squarciare quel tetto di cristallo e costruire un Paese in cui nessuno debba più sentirsi sbagliato per come appare o per un giudizio esterno. Significa costruire una società in cui accettare sé stessi e gli altri diventi la norma e non l'eccezione.

Ogni donna, ogni uomo ha una propria bellezza - concludo Presidente - e dobbiamo imparare a riconoscerla, come ricordava papa Francesco parlando proprio degli atti di derisione dell'aspetto fisico. Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del Gruppo Civici d'Italia, Noi Moderati, UDC, Coraggio Italia, MAIE. (Applausi).

MAGNI (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAGNI (Misto-AVS). Signora Presidente, la mia dichiarazione voleva essere brevissima, ma, dopo queste discussioni, voglio spendere qualche parola, non solo in difesa del collega Lombardo. Concordo rispetto all'elenco che lui ha fatto, perché credo che la denuncia del collega Lombardo volesse dimostrare che noi istituiamo delle giornate ma stiamo svuotando di senso alcune tematiche di grande importanza. Non soltanto io sottoscrivo questa denuncia, ma il mio Gruppo da tempo ha detto che non avrebbe più votato a favore dell'istituzione di giornate, nonostante il fatto che noi siamo molto sensibili su questo tema, tant'è che ho presentato degli emendamenti e degli ordini del giorno, proprio per affrontare la questione e cercare di dare un senso più profondo. Laddove si diceva "possono magari promuovere", si propone di dire: "da promuovere", quindi affermando e non auspicando. Non ho bisogno di spiegare molte cose, perché sono agli atti che abbiamo presentato rispetto a questo provvedimento.

Nonostante questo, però, lo voglio dire con grande forza, proprio perché già in passato e con coerenza come Gruppo abbiamo preso la decisione di non votare più a favore dell'istituzione di giornate che rischiano, anche di fronte a un tema molto delicato come questo, di essere una cosa simbolica, che non sposta assolutamente nulla.

Il problema vero, infatti, come abbiamo fatto notare anche nel provvedimento precedente, è quello di mettere personale, di prevedere la multidisciplinarità, di affrontare i temi per quelli che sono, non di istituire una giornata. Questo è quello che viene denunciato ed è per questo, proprio per la sensibilità che abbiamo su questo tema, per evitare di votare contro, non parteciperemo al voto.

TREVISI (FI-BP-PPE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TREVISI (FI-BP-PPE). Signor Presidente, quando parliamo di questioni come il body shaming, spesso parliamo delle vittime di queste violenze, come se il problema fossero le vittime. Anche secondo me questo modo di affrontare il discorso è sbagliato.

Non parliamo mai degli aggressori. Il problema, infatti, non è la vittima, non è colui che è fuori dagli standard classici delle forme e dell'estetica che i social ormai ci indicano. Il problema, secondo me, è che ci siamo abituati, anche questo per colpa di una società che diventa sempre più violenta, a dare giudizi, giudizi semplici e superficiali.

Quindi, il problema non è la vittima. Il problema è una società fatta di aggressori, dove tutti noi ci sentiamo in diritto di giudicare gli altri per una scelta o per un corpo. E lo facciamo quotidianamente. Lo facciamo anche nei talk show politici, lo facciamo ovunque. Stiamo vivendo in una società dove l'odio si alimenta sempre con giudizi superficiali. Quindi, io invito tutti, in un mondo dove ci sono guerre, violenze ed odio, ad abbassare i toni ed a cercare di capire che, dietro una scelta, dietro una persona, dietro una malattia, dietro un corpo diverso, possono esserci problemi familiari, possono esserci motivi più nobili, ci possono essere tante cose. Invece, siamo abituati a giudicare con superficialità.

Il problema non sono le vittime, dunque. Il problema siamo noi, che viviamo in una società in cui ci siamo abituati a giudicare con superficialità, a giudicare con violenza, ad usare un linguaggio d'odio ed un linguaggio sbagliato. Questo è il problema quando affrontiamo questi temi. Queste, come tante altre, sono forme di violenza psicologica e sono ferite invisibili, che spesso non si limitano a un commento cattivo, ma puntano all'autostima, logorano la dignità e, in molti casi, possono portare anche a disturbi alimentari, all'isolamento sociale, alla depressione e, in alcuni casi estremi, anche al suicidio.

Dietro questi giudizi ci sono ragazzi che hanno subìto atti di bullismo e si sono suicidati. Quindi, io credo che tutti noi, a cominciare da me stesso, dobbiamo farci un esame di coscienza. La società sta andando in questa direzione non da oggi, ma da diversi anni.

E qui mi rivolgo a tutte le forze politiche, non solo alle forze di opposizione, ma anche a quelle di maggioranza: dobbiamo avere tutti un atteggiamento responsabile, imparare anche noi ed educare nelle scuole, dando il buon esempio, al rispetto degli altri. Il rispetto agli altri deve essere un valore, cari colleghi. Nessuno si deve mai vergognare del proprio corpo, nessuno dovrebbe sentirsi sbagliato perché diverso dai canoni estetici. Come dice un mio amico medico, considerato che adesso c'è la moda di andare tutti dal medico estetico, moriremo tutti malati, però tutti belli.

Quindi, davanti a queste lame, che diventano veramente complici del dolore delle persone, io penso che dovremmo superare la superficialità e l'odio. Dovremmo educare al rispetto ed all'autostima e lottare contro il bullismo. Spesso, nelle scuole, chi magari è un poco in sovrappeso, chi magari non rispetta determinati canoni, viene deriso, viene bullizzato. Quindi, è fondamentale partire da questo. Il rispetto deve essere sempre collettivo. Non può essere il singolo, ma deve essere tutta la collettività a cambiare.

Il contrasto al body shaming non è solo una battaglia contro la cattiveria, ma anche una sfida per costruire una società più giusta, dove tutti possano sentirsi accettati, tutti possano sentirsi inclusi, tutti possano essere valorizzati per il loro modo di vivere, per le loro competenze, senza sentirsi giudicati per il proprio aspetto fisico.

Colleghi, ogni corpo merita rispetto, ogni persona merita di sentirsi libera delle proprie scelte e ogni cittadino merita di vivere senza la paura di un giudizio superficiale. (Applausi).

MAZZELLA (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAZZELLA (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il tema che stiamo affrontando è il body shaming. È un problema enorme che colpisce tutti coloro, ragazzi e ragazze, uomini e donne, che si sentono presi in giro per le proprie caratteristiche fisiche. Ritengo sia giusto accendere un faro su tale questione e portare l'argomento in quest'Aula per sensibilizzare l'opinione pubblica. Tuttavia, una Giornata dedicata non risolve il fenomeno, e questo lo sappiamo tutti. Serve intervenire sul sistema educativo del Paese, che sta manifestando segnali di crisi, e intervenire sulla formazione degli insegnanti, per intercettare e contrastare il fenomeno fin dalla sua insorgenza. È necessario anche intervenire sulla formazione dei ragazzi e anche nell'uso che i ragazzi fanno dei social network. L'uso scorretto dei social, infatti, alimenta spesso una visione distorta del proprio corpo, spingendo verso un'ossessione di perfezione che non esiste. È un tema che richiede azioni ripetute nel tempo, quotidiane, faticose. Non è una soluzione simbolica come questa, limitata a una singola Giornata, che risolverà il problema: questo ce lo dobbiamo dire in quest'Aula.

Pertanto ritengo fondamentale parlare di tale questione e metterla anche al centro dell'agenda politica di tutti i partiti come problema del Paese, non come Giornata nazionale e basta. Quello che mi dispiace, però, è che ormai il Parlamento sembra preoccuparsi quasi esclusivamente di istituire Giornate dedicate a varie questioni. Abbiamo fatto più Giornate dedicate - non so quante - in questa legislatura che in qualsiasi altra: anche questo ce lo dobbiamo dire. È giusto discutere di questa Giornata e procedere alla sua istituzione, ma non può essere questa l'unica funzione del Parlamento italiano. Non siamo più una Repubblica parlamentare, ma di fatto una Repubblica in cui il Parlamento tende a convertire decreti del Governo, spesso grazie ai parlamentari di maggioranza che accettano questa dinamica. Non è una critica fine a sé stessa, ma un invito a tutti i parlamentari, a tutte le senatrici e i senatori, a cambiare metodo. Serve discutere, approvare leggi strutturali che trasformino veramente il Paese e diano veramente una speranza di cambiamento a tutte le persone.

Detto ciò, rinnovo però il mio sostegno e il sostegno del MoVimento 5 Stelle a questa proposta di legge, perché l'istituzione della Giornata del body shaming ha almeno il merito di portare al centro, anche se solo per un giorno, questa problematica e dare visibilità alle persone che ne sono colpite. È una Giornata che può contribuire sotto questo aspetto a rafforzare la consapevolezza e a stimolare però interventi concreti, e mi auguro che ci siano questi interventi concreti. Dobbiamo per questo investire in formazione scolastica, non tagliare i fondi alla scuola; investire in formazione scolastica, educativa, curriculare. Dobbiamo anche rendere i ragazzi responsabili di fronte ai social media. Dobbiamo formare anche i docenti per cercare di riconoscere i segnali che ci sono di cyberbullismo. Dobbiamo promuovere politiche pubbliche che sostengano l'educazione al corpo e all'autostima fin dalla scuola primaria e secondaria.

In conclusione, voteremo a favore della proposta di legge per l'istituzione della Giornata contro il body shaming perché crediamo che sia giusto riconoscere ufficialmente la gravità di questo fenomeno, e promuovere una riflessione nazionale. Tuttavia, chiediamo al Parlamento e a quest'Aula di accompagnare tale iniziativa con un impegno rinnovato; non limitarci all'impegno simbolico delle Giornate commemorative, ma dotare il Paese di norme e programmi che incidano profondamente sull'uso responsabile delle nuove tecnologie.

Solo così potremo trasformare la sensibilizzazione in un cambiamento reale, tangibile per la vita dei cittadini e delle cittadine.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Signora Presidente, signora Ministro, colleghe senatrici, colleghi senatori, intervengo in dichiarazione di voto in questa importante giornata. Dopo aver approvato la legge sull'obesità, ci accingiamo oggi ad approvare la giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone, cosiddetto body shaming.

È un provvedimento importante, alcuni hanno detto che è la solita Giornata, una delle tante giornate che sono state approvate in questo Parlamento. Invece, mi collego all'intervento della collega Biancofiore, perché voglio sottolineare l'importanza di questa giornata, istituita proprio per dare un segnale importante, un valore costituzionale e un valore valoriale. Sancisce che la Repubblica riconosce il fenomeno del body shaming come un problema sociale, degno di attenzione, sensibilizzazione e contrasto.

In un'epoca segnata da forti pressioni mediatiche, da immagini ed estetiche omologanti, da social network che amplificano ancora di più giudizi e insulti, questo disegno di legge vuole tracciare una linea di separazione tra la libertà di espressione e il deterioramento nel rispetto della dignità individuale. È un segnale che lo Stato non abdica al suo ruolo morale, ma deve intervenire, educare, promuovere una cultura del rispetto reciproco. Dal punto di vista politico, approvare questa legge significa dedicare attenzione alle ferite interiori che le discriminazioni fisiche possono infliggere, riconoscendo che la tutela della persona include anche la protezione contro le aggressioni nell'anima, non soltanto quelle esterne. Il bullismo è collegato con il body shaming e purtroppo lo abbiamo visto: ricordo solo il ragazzo Paolo Mendico di quattordici anni, che purtroppo ha subìto dai suoi compagni delle discriminazioni forti che lo hanno portato al suicidio. Come lui, tanti altri. Riporto le parole di Alberto Pellai, che ha detto che ogni ragazzo ha diritto a sentirsi protetto, ascoltato e accompagnato. Quindi, tramite una giornata di ricordo, una Giornata nazionale contro il body shaming possiamo iniziare a dare un segnale forte.

Nel mio impegno parlamentare ho sempre sostenuto che la politica non sia solo amministrare, ma educare e proteggere. Una società sana è una società che valorizza le diversità, che custodisce la dignità di ogni cittadino, indipendentemente dall'aspetto fisico, e che coltiva il senso di comunità, anziché la rivalità sterile.

Questo provvedimento si inserisce coerentemente negli obiettivi di promozione, inclusione, benessere psicologico, prevenzione del disagio giovanile e contrasto alle discriminazioni. È pertanto un provvedimento che abbraccio con convinzione, in armonia col mandato che mi è stato dato dai cittadini e nella mia visione del ruolo delle istituzioni.

Desidero richiamare due articoli importanti. Il primo è l'articolo 5, che riguarda il ruolo delle istituzioni scolastiche nel promuovere iniziative sul tema nell'ambito della loro autonomia. È un compromesso: si lascia libertà al territorio, alle scuole, al Ministero dell'istruzione, che si deve coordinare con le Regioni, con le associazioni esperte e provvede quindi a fornire delle linee guida e a dare un mandato. Il secondo è l'articolo 5, che incoraggia gli operatori del servizio pubblico, radiofonico, televisivo e multimediale a riservare spazi adeguati nella giornata. Ecco quindi come fare comunicazione e informazione, proprio per sensibilizzare le persone. Il dibattito pubblico è importante, si gioca anche e soprattutto nel mondo digitale e questa previsione assume un ruolo. Va assicurato che non resti una lettera morta, ma che le emittenti coinvolte rispettino con concretezza l'impegno previsto nel contratto di servizio. Facendo parte, appunto, della Commissione vigilanza RAI, cercherò anche di sottolineare e vigilare questa situazione.

In conclusione, colleghe e colleghi, il voto su questo disegno di legge non riguarda solamente il riconoscimento formale di una Giornata nazionale, è un voto che riguarda la dignità delle persone, il rispetto dell'altro, la responsabilità educativa delle istituzioni di cui facciamo parte.

Il Parlamento è l'occasione di testimoniare che non si limita a legiferare su questioni materiali, ma assume anche un ruolo culturale: educare alla civiltà, promuovere il vivere insieme. È con queste motivazioni che dichiaro il voto favorevole del Gruppo Lega-Salvini Premier. (Applausi).

CAMUSSO (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAMUSSO (PD-IDP). Signora Presidente, colleghe e colleghi, signora Ministra, dirò subito che il Gruppo Partito Democratico voterà a favore di questo disegno di legge, come peraltro già fatto anche alla Camera. Parto da questa affermazione per sgomberare il campo da alcune cose che poi dirò, perché ci sono due modi per affrontare questo disegno di legge: uno è quello di istituire una giornata e pensare che con questo si esaurisce il nostro compito, ci siamo lavati la coscienza; oppure ce n'è un altro, che credo sarebbe quello importante: quello di partire dal dire che abbiamo visto le persone che subiscono questa violenza, abbiamo visto qual è la cultura che produce queste forme di violenza e vogliamo provare a fare, come dicono alcuni articoli, due operazioni. La prima, molto difficile, è quella di provare a intervenire sulle fragilità di persone che si sentono differenti, per riuscire a far sì che esse si accettino, che abbiano coscienza di sé, che abbiano forza di sé, che non abbiano paura o in qualche caso si sentano anche ferite dal giudizio che c'è su di loro. Non è solo un problema di rendere più forti le possibili vittime; è anche un problema, invece, di domandarsi perché c'è questa violenza e perché ci sono queste vittime.

Allora non serve fare un ragionamento di pura superficie, ma dobbiamo invece domandarci cosa anima le tante manifestazioni di odio che ci sono verso le diversità e le differenze, come siamo tuttora in una cultura impregnata di patriarcato, di assenza di rispetto, di paura della libertà altrui e che quindi attraverso il controllo dei corpi, attraverso il condizionamento del modo in cui bisogna essere, attraverso gli infiniti stereotipi, esercita alla fine non solo il controllo di quei corpi, ma anche il controllo delle menti. Dobbiamo quindi cominciare a domandarci se siamo in grado di dire che non può essere mai considerata trasgressione l'atteggiamento, la scelta, la volontà di chi non sta nei canoni che sono in qualche modo prescritti e si ribella agli stessi, e quindi innanzitutto condannare la violenza che viene utilizzata, invece, per generare delle catene di comportamento. Tale violenza spesso ignora quali sono poi le conseguenze, perché quelle che nel dibattito sono state chiamate delle ferite, che poi hanno le caratteristiche del disagio psichico, dei disturbi alimentari, fino, ahimè, anche alle evocazioni suicidarie e ai suicidi effettivi, non sono violenze esercitate solo ed esclusivamente nel mondo adolescenziale, sono innanzitutto esercitate dagli adulti. Non possiamo ridurlo al fatto che tutto ciò si manifesti solo dentro il mondo dell'età della formazione e dell'istruzione. Così come non possiamo illuderci che possiamo pensare che tutto ciò avvenga solo in un luogo perbene e non sia invece ampiamente alimentato dai social, dall'anonimato che genera mostri e bestie vere e proprie e che siano persecuzioni che riguardano molte e molti. Riguarda i loro corpi, le loro diversità, il loro orientamento sessuale, i loro colori, tutto ciò che non risponde al cosiddetto canone.

Ritengo pertanto che noi non possiamo fermarci qui. Non possiamo fermarci ad aver individuato la data del 16 maggio e un colore; non possiamo fermarci a pensare che la scuola sia l'unico luogo in cui bisogna agire, perché ogni tanto sembra un po' che quando non sappiamo come affrontare dei problemi, diciamo che se ne deve occupare la scuola, magari ignorando che quella stessa scuola combatte con un mondo che fuori dà esattamente i messaggi opposti. (Applausi). Non possiamo fermarci ad aver definito una data e un colore, perché questo è quello che succede quando i provvedimenti si fanno senza risorse e senza investimenti. Infatti, la sola formazione che sarebbe necessaria per gli insegnanti e per il contesto degli adulti, che si confronta con tutto questo, richiederebbe delle risorse.

Decidere che si prova ad indagare davvero su cosa passa attraverso i social e nell'etere e anche nelle pubblicità e nei linguaggi richiederebbe delle risorse, capacità di indagine e anche capacità di normare quelli che devono essere i comportamenti. Allora, dobbiamo dircelo onestamente se questo primo passo, se questo aver acceso la luce su un fenomeno è l'inizio di una scommessa, oppure è una luce che poi si spegnerà nel dimenticatoio generale.

Bisogna fare ciò che in tanti altri casi avete negato rispetto ad altri provvedimenti. Non si supera la paura di sé, non ci si accetta se mancano la coscienza e la capacità di educare al rispetto e all'affettività. È questo il passaggio necessario, è un passaggio che vi abbiamo sollevato in molte altre occasioni, perché non a caso anche in questo, anche nel body shaming le donne sono spesso l'obiettivo privilegiato e le ragazze sono quelle più facilmente in difficoltà e spesso al centro di tutto ciò ci sono appunto gli orientamenti sessuali delle persone. Abbiamo bisogno, dunque, di fare davvero quel passo in più che tante volte abbiamo chiesto in quest'Aula e che si è sempre rinviato al giro dopo, e cioè educare al rispetto e all'affettività, non costruire ulteriori gabbie in cui bisogna stare dentro dei modelli. Bisogna dare libertà perché le persone accettino sé stesse e perché ciò accada davvero innanzitutto il rispetto deve venire da chi promuove le norme del Paese.

Credo sia giusto aver acceso la luce, dire che questo è un grande tema, che è un tema profondamente complesso perché introduce elementi che seguono successivamente, ma non ce la possiamo cavare dicendo che, siccome abbiamo acceso la luce, il problema verrà risolto. (Applausi).

ZULLO (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZULLO (FdI). Signor Presidente, colleghi, ministro Roccella, non mi aspettavo che stamattina, nella discussione di queste due proposte di legge, ci saremmo ritrovati con un voto non unanime. Mi aspettavo, infatti, l'unanimità del voto sia sul disegno di legge sull'obesità, sia sul provvedimento che stiamo esaminando adesso. Dico questo perché sono due temi che attengono alla sensibilità dell'animo umano e purtroppo non abbiamo dato dimostrazione di unitarietà in termini di sensibilità verso queste due problematiche. Si è parlato della necessità di mezzi, di fare qualcosa in più, di dare qualcosa in più, di risorse che non ci sono e, per carità, io non posso negarlo. È però evidente che stiamo affrontando argomenti che toccano il tema della prevenzione e quando pensiamo che il più sia legato alle risorse e a quello che possiamo fare di più, non riusciamo a capire che il più è rappresentato dalla sensibilizzazione, dall'informazione e dall'educazione. Oggi a mio avviso abbiamo compiuto un'opera veramente straordinaria parlando di un tema che molto spesso non ci riguarda, che è sconosciuto, che non tocca le nostre coscienze e che viene alla nostra attenzione con una proposta di legge che poi è firmata da parlamentari di tanti Gruppi politici, perché qui non c'è parlamentare di maggioranza o parlamentare di minoranza, ma sono tutti i Gruppi politici che hanno sottoscritto, con alcuni loro rappresentanti, questa proposta di legge. Perché diventano importanti la sensibilizzazione, l'informazione e l'educazione su questi temi? Perché viviamo in una società che vive di pulsioni narcisistiche, di declino di valori e di indebolimento di relazioni. In questa società, il corpo è un mezzo di relazione sociale e questa capacità di relazionarsi con gli altri parte dall'accettazione del sé e dall'autostima. In questa accettazione del sé si racchiude un legame indissolubile tra corpo e mente, che sono in una relazione reciproca.

Lo stato di salute della persona sta nel fatto che, quanto più è positiva questa relazione tra corpo e mente, tanto più la persona sarà in salute con se stessa, con gli altri e con le istituzioni; quanto più, invece, questa relazione tra corpo e mente sarà destrutturata da giudizi, da offese sulla conformazione del proprio corpo e del proprio schema corporeo, tanto più questo inciderà, evidentemente, sulla salute della persona. È un incidere che arriva a fenomeni abbastanza deleteri, che sfociano in sentimenti di vergogna, di retroazione sociale, di rabbia verso gli altri e in disturbi del comportamento alimentare e che, ovviamente, rappresentano un problema di sanità pubblica, in un momento in cui parliamo di necessità di potenziamento dei servizi che contrastino la malattia mentale.

Questa è una legge di grande valore. È una legge che tocca le nostre coscienze, che tende ad arricchire la consapevolezza di quanto certi giudizi facciano male e di quanto sia necessario il supporto sociale, che porti ogni essere umano a elaborare modelli corporei che non possono essere definiti o giudicati da altri, ma sono quelli che mente e corpo costruiscono in una relazione positiva.

Ecco perché noi, con la nostra sensibilità, che è una sensibilità dei singoli, ma anche dei Gruppi, una sensibilità che fa il paio con la sensibilità dimostrata in tutto questo percorso dalla ministra Roccella, noi siamo a favore di questa proposta di legge. Annuncio pertanto il voto favorevole del Gruppo Fratelli d'Italia e lo faccio con grande convinzione, perché sono in gioco l'autostima delle persone e il futuro e la salute degli adolescenti. È una storia, questa, che riguarda soprattutto i nostri figli, gli adolescenti, che sono esseri umani fragili rispetto a questa società, che è fatta di stereotipi e che molto spesso tende a una denigrazione dello schema corporeo, pur di arricchire il proprio sentimento di ira e di rabbia. Penso che questa nostra sensibilità sia da elogiare, soprattutto quando esprimiamo il voto favorevole rispetto a questo disegno di legge. (Applausi).

MENIA (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

MENIA (FdI). Signor Presidente, voglio precisare, in questi pochi minuti, che il mio intervento vuole ribadire un diritto: il diritto a non essere costretto all'unanimità. Nei pochi minuti che ho per motivare questo mio intervento in dissenso, voglio quindi affermare anch'io un diritto, cioè quello di non essere costretto per forza all'unanimità. Mi è successo troppe volte in quest'Aula ed è successo a tanti, io penso.

Vedete, qualcuno questa mattina ha voluto rammentare come in questa legislatura siano state istituite già una decina di Giornate e che non ci basteranno più i giorni del calendario. Sarebbe forse banale sottolineare che ognuno ha diritto alla sua Giornata. Un grande pittore surrealista, Dalì, che a me piace tanto, proclamava il giorno del diritto all'autodeterminazione e alla follia, una cosa bellissima, e lo faceva con spirito e con animo.

Non motivo il mio dissenso perché sono contrario all'intento affermato. Da piccolo, anche se sono bello grosso adesso, ero magrolino e piccolino, mi chiamavano "Biafra", "Dachau" - figuratevi un po' - quindi potrei dire che ho subito anch'io tutte queste cose, eppure sono cresciuto, come è successo a tanti di noi.

Ci sono purtroppo aspetti, in questa società, che tendono ad ingrandire e a far esplodere questioni che diventano più grandi di quello che in qualche modo sono. Non lo dico per banalizzare le cose. Stamattina per esempio - e questo per polemica politica - sul "Corriere", a ridere degli stereotipi e a dire "guardate che succede a destra", Gramellini diceva che il presidente Zaia si è arrabbiato con "Domenica in", che dà degli 'mbriaconi ai veneti. Poi ci sono i romani che lavorano poco, i napoletani che non hanno voglia di fare; poi ci sono i grassi, i magri, poi c'è questo e poi c'è l'altro. E disse che proprio lui si trova a diventare improvvisamente tutore delle minoranze, in questa sorta di deriva woke.

E la deriva woke è quella che in qualche modo parte e porta a che cosa? A mio modo di vedere, a disegnare quello che è uno degli aspetti della caduta valoriale dell'Occidente. Non a caso, vedete, la questione di cui stiamo trattando viene dichiarata e viene etichettata in americano, in inglese: il body shaming. Perché? Perché in questa caduta, che è prima di tutto una caduta valoriale, tali questioni dovrebbero essere affidate prima di tutto all'educazione, alla famiglia, al rispetto e non alla creazione di nuove Giornate, che non serviranno ovviamente a niente; serviranno solo, in fin dei conti, per alcuni all'autocommiserazione e per altri a lavarsi la coscienza. È tutto sbagliato, io credo, questo modo di fare.

Questo è un mondo che cambia, in cui i social ti danno, per esempio, un'etichetta o una figura da essere. Questo è profondamente sbagliato. Ma - ripeto - non è così, non è dipingendo questa società, non è denunciando, non è sottolineando che nell'Italia non bastano i bonus psicologo. È come se questa fosse tutta una società malata; questa è una società interiormente malata, questo è vero, ma non siamo tutti malati, non dobbiamo andare tutti dallo psicologo o dallo psichiatra.

E qua concludo, allora. Non ci basta né l'autocommiserazione, né l'autoassoluzione. Di giornate ne ho votate troppe: al diritto alla meraviglia, alla felicità, alla mototerapia. Sono cose che, a questo punto, non ritengo più di votare. E affermo il mio diritto ad essere libero di non essere costretto a una unanimità in cui non credo.

PRESIDENTE. Metto ai voti il disegno di legge n. 1562, nel suo complesso.

È approvato.

Risulta pertanto assorbito il disegno di legge n. 650.

Discussione e approvazione del disegno di legge:

(1660) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 agosto 2025, n. 117, recante misure urgenti in materia di giustizia (Approvato dalla Camera dei deputati)(ore 12,33)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1660, già approvato dalla Camera dei deputati.

Ha facoltà di intervenire il presidente della 2a Commissione permanente, senatrice Bongiorno, per riferire sui lavori della Commissione.

BONGIORNO (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, la Commissione giustizia ha incardinato il provvedimento di cui all'ordine del giorno proprio nella seduta di ieri. È stata svolta la discussione generale, in cui sono intervenuti sia i Gruppi di maggioranza, sia i Gruppi di opposizione. Alla scadenza del termine per la presentazione degli emendamenti, che era fissato per la giornata di ieri, ne sono stati presentati 64, insieme a due ordini del giorno; l'esame è stato avviato nella seduta antimeridiana di oggi. Devo tuttavia fare presente che non vi sono stati i tempi tecnici per concludere l'esame di tutti gli emendamenti presentati e quindi, conseguentemente, non c'erano le condizioni per approvare il mandato al relatore in tempo utile per l'esame dell'Assemblea. Tanto rappresento per il prosieguo.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, in relazione a quanto riferito dalla senatrice Bongiorno, il disegno di legge n. 1660, non essendosi concluso l'esame in Commissione, sarà discusso nel testo trasmesso dalla Camera dei deputati senza relazione, ai sensi dell'articolo 44, comma 3, del Regolamento.

Dichiaro aperta la discussione generale.

È iscritto a parlare il senatore Verini. Ne ha facoltà.

VERINI (PD-IDP). Signor Presidente, prima di dire qualcosa nel merito di questo provvedimento, voglio, anche in Aula, esprimere la protesta, che già il nostro Capogruppo Bazoli ha espresso in Commissione giustizia, per questo modo di procedere.

Né alla Camera né qui in Senato, su provvedimenti come questo, noi avremmo avuto intenzione di praticare ostruzionismo. Avremmo e abbiamo dato, alla Camera, un contributo di emendamenti che sono stati tutti respinti, senza possibilità, quindi, di trasformare un confronto in un dialogo. Alla Camera siete stati, su questo provvedimento, dei muri di gomma, ma, se possibile, qui in Senato vi siete comportati, dal punto di vista istituzionale e politico, ancora peggio.

Come riferiva il Presidente della Commissione giustizia, senatrice Bongiorno, il provvedimento è arrivato al Senato qualche ora fa. Si tratta di un decreto gemello di un altro, quello sulla Terra dei fuochi, che il Governo ha votato e approvato l'8 agosto, trasmettendo, rispettivamente, per la prima lettura al Senato il decreto Terra dei fuochi ed alla Camera questo.

A noi questo provvedimento è arrivato due giorni fa e soltanto ieri è stato dato alla Commissione il tempo - si fa per dire il tempo - di esaminarlo. Ed è stata data - udite, udite - un'ora per poter presentare emendamenti, che sono stati presentati in un numero da minimo sindacale. È per questo che oggi abbiamo protestato in Commissione e che rinnoviamo questa protesta. (Applausi).

Questo non è uno schiaffo soltanto all'opposizione e soprattutto al Parlamento, ma è uno schiaffo anche a voi, cari colleghi della maggioranza. È uno schiaffo anche a voi, perché anche il vostro diritto-dovere di esprimere un parere e di correggere un provvedimento in una Camera diversa dall'altra viene colpito, viene mortificato, viene leso. Non avete neanche discusso e votato tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni, perché oltre una decina sono stati dichiarati inammissibili, addirittura ponendo un veto preventivo alla possibilità di dialogo.

Rispondendo a una dichiarazione fatta in Commissione, secondo la quale erano stati dichiarati inammissibili gli stessi che già alla Camera erano stati dichiarati inammissibili, noi abbiamo replicato che alla Camera, in sede di esame del decreto sulla terra dei fuochi, non c'era quell'emendamento che avete fatto spuntare all'improvviso, nottetempo, per istituire un mega dipartimento. (Applausi).

L'avete presentato qui in Senato e qui in Senato quell'emendamento è stato dichiarato ammissibile. Ve lo dico polemicamente, ma senza un tono particolare: state mortificando il Parlamento e, mortificando il Parlamento, mortificate anche voi stessi.

Nel merito, questo provvedimento rivela alcune gravi lacune, anche in questo terreno della giustizia. Sono tre anni che ormai siete in carica. Vi è stato consegnato un piano per l'applicazione che prevedeva, con questa espressione francamente abusata, la messa a terra del PNRR soprattutto in un campo fondamentale come quello della giustizia.

Avete ereditato un impianto legislativo nel settore della giustizia, con l'allora ministro Cartabia ed il Governo Draghi, che quasi tutto il Parlamento, tranne Fratelli d'Italia, aveva approvato. Riforma del penale, riforma del civile, riforma dell'ordinamento: quell'impianto aveva a disposizione oltre 3 miliardi per il funzionamento della giustizia quotidiana, per l'abbattimento dei tempi, per la durata ragionevole dei processi.

Prevedeva assunzioni, rinnovamento tecnologico e digitale, assunzione di magistrati, assunzione di personale di cancelleria, e per le carceri prevedeva Polizia penitenziaria, figure di mediazione culturale, psicologi. Insomma, era un tentativo di mettere a modernità il sistema giudiziario e il sistema carcerario italiano. Ebbene, a tre anni di distanza siete costretti, con questo frettoloso provvedimento sul quale avete rifiutato tutti gli emendamenti, a rivedere obiettivi e a rimandarli per preoccupazione e paura di perdere i finanziamenti del PNRR.

Noi che cosa abbiamo ritenuto di fare? Abbiamo presentato emendamenti che prevedevano delle cose assolutamente ragionevoli: più assunzioni di magistrati, più assunzioni di personale di Polizia penitenziaria, stabilizzazione dei precari, stabilizzazione dell'Ufficio del processo (uno strumento che ha consentito in molti uffici giudiziari di aiutare i magistrati ad abbattere i tempi). Abbiamo insomma cercato di mettervi a contatto con una cosa che si chiama realtà, la realtà quotidiana della giustizia. Voi non solo avete detto di no, ma, come dicevo, avete dichiarato inammissibili i nostri emendamenti. È evidente il perché: invece di applicare quelle riforme che avevate ereditato dalla precedente legislatura, invece di impiegare quei fondi in maniera tempestiva per dare delle risposte, avete scelto un'altra strada, anzi due strade avete scelto, entrambe gravissime. La prima: invece di applicare le riforme per la durata ragionevole dei processi e per la giustizia quotidiana, avete dichiarato guerra all'indipendenza della magistratura (Applausi) e avete usato tutte le vostre forze per questo obiettivo, con la cosiddetta separazione delle carriere che in realtà è soltanto un attacco alla separazione dei poteri e a princìpi costituzionali e di democrazia liberale. La seconda grave responsabilità è che non avete cercato di risolvere dei problemi che - abbiamo l'onestà intellettuale di ammetterlo - non dipendono tutte dal vostro Governo, visto che c'erano anche prima; voi però li avete aggravati con cinismo, e mi riferisco al fatto che avete chiuso gli occhi e non state facendo niente di serio per la drammatica emergenza carceraria. (Applausi).

Le carceri scoppiano, le carceri sono una bomba; ci sono suicidi e sovraffollamento. Occorrono delle risposte e voi date delle risposte di là da venire, sia in termini di Polizia penitenziaria, sia in termini di nuovi spazi e, soprattutto, sia in termini di lotta al sovraffollamento. Quando il Presidente di questo ramo del Parlamento La Russa è stato a Rebibbia, due volte, in entrambi i casi anche pubblicamente ha detto che bisogna fare qualcosa, che bisogna lottare contro il sovraffollamento. Noi abbiamo apprezzato quelle parole, ma vediamo i fatti: ha affidato alla nostra vice presidente del Senato Anna Rossomando il compito di istruire un possibile atto di legge, e lei ha lavorato - come fanno le persone serie - su un tema delicatissimo, per tutta l'estate, per una soluzione che avrebbe certamente dato un primo contributo alla lotta al sovraffollamento. Purtroppo, la nostra Anna Rossomando, per la vostra tetragona insensibilità, per la vostra tetragona e cinica indisponibilità a discutere, ha dovuto dire al presidente La Russa: io c'ho provato, questa è una proposta, ma la maggioranza, la tua maggioranza, caro Presidente, ha chiuso ogni porta, ha alzato un muro.

Signora Presidente, mi avvio a concludere. Noi avremmo voluto davvero avere il tempo necessario per dialogare e discutere su questi temi; avremmo voluto che gli emendamenti nostri e di altre forze dell'opposizione fossero discussi, approvati alcuni e respinti altri, perché riguardano la carne viva dei cittadini, una giustizia che funziona, un civile che ha tempi ragionevoli, un processo penale che non ha tempi biblici. Ma voi siete garantisti solo a parole.

Non vi interessa la durata dei processi che fa davvero tante vittime. È per questi motivi che siamo veramente non solo colpiti da questo vostro atteggiamento, ma anche dispiaciuti per l'ennesimo schiaffo che date, secondo la mia opinione, al Parlamento e alla politica. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Musolino. Ne ha facoltà.

MUSOLINO (IV-C-RE). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, rappresentante del Governo, la discussione di oggi è il prosieguo di quello che ci siamo detti ieri in Aula con il ministro Foti, relativamente alla fase di attuazione del PNRR ed è la dimostrazione di come la propaganda del Governo e le manifestazioni di esultanza, con le quali questo Governo e questa maggioranza dicono di essere avanti nell'attuazione del PNRR, in linea con i tempi e addirittura oltre la media europea nelle fasi di attuazione del Piano, si scontrino poi con una realtà che racconta tutt'altra storia.

Nel settore della giustizia si evidenzia una profonda incapacità da parte di questo Governo di gestire le risorse del Piano, perché - vedete - che ci sia un arretrato nel settore civile della giustizia è un fatto più che notorio. Da avvocato ricevo da anni ordinanze di differimento e di rinvio d'ufficio delle udienze per il famoso protocollo Strasburgo, per la necessità di definire prima i procedimenti più antichi, iscritti anteriormente, e poi cercare di snellire la trattazione dei procedimenti più recenti. Questa storia va avanti da anni. Come lo so io, lo sanno tutti i colleghi che siedono in quest'Aula e che svolgono la professione di avvocato e lo sanno tutti i miei colleghi in tutta Italia, che mi possono confermare agevolmente che la situazione è così ed è in una crisi ormai permanente. Non è neanche più un'emergenza, dal momento che va avanti da almeno vent'anni.

Però, quando all'Italia vengono date risorse come quelle del PNRR e viene individuato un preciso piano di azione anche con riferimento al settore della giustizia e allo smaltimento ed eliminazione dell'arretrato, allora è doveroso che chi queste risorse le riceve, le sappia usare e lo faccia non per trovare l'espediente che è oggetto del provvedimento, che è svilente e offensivo per la stessa magistratura, bensì per dare mezzi e risorse alla magistratura e all'amministrazione della giustizia per risolvere il problema del contenzioso.

Come sempre, questo Governo individua una facile scorciatoia. Non a caso lo fa con un decreto-legge, perché è sempre necessario portare dei provvedimenti che arrivino in limine litis, diremmo noi in aula di giustizia, o comunque alla quasi scadenza per porre poi, alla fine, una sorta di ricatto psicologico: se non lo approvate, che cosa facciamo? Se non lo approviamo, come si fa a risolvere? Quindi, adesso c'è la doppia scadenza: la linea del 7 ottobre, che è quella per la conversione di questo testo, e quella del 30 giugno 2026, che è quella per il raggiungimento degli obiettivi del PNRR nel settore della giustizia. Così si procede di scadenza in scadenza, di proroga in proroga, con provvedimenti che arrivano sempre all'ultimo momento, impedendo qualsiasi dibattito. La stessa senatrice Bongiorno ha detto che non è stato possibile esaminare gli emendamenti, perché il provvedimento è arrivato in Commissione a ridosso della seduta di Assemblea e va in Aula senza che si sia potuto dare il mandato al relatore. Questa cosa accade troppo di frequente. Accade così spesso che ormai non desta quasi più neanche meraviglia in noi. Come dire, ce lo aspettiamo, anzi già è tanto che non abbiate posto la questione di fiducia, perché forse pensate di farcela. Oggi è soltanto il 1° ottobre. Questa soluzione l'avete ideata durante l'estate, ci sono ancora sei giorni per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Francamente, se pensate che sia questo il modo per risolvere i problemi e di dare una risposta ai cittadini sul tema della giustizia, siete totalmente fuori strada.

Il processo è un momento metafisico, non è ancorato al luogo in cui si svolge.

Ma è un momento importante. Il cittadino che si rivolge alla giustizia, chiedendole di risolvere una controversia in cui sono in ballo i suoi diritti contro quelli della controparte (che ovviamente propone una domanda uguale o contraria o che si limita a resistere dicendo che quella domanda non deve essere accolta), ha diritto a che il procedimento si svolga davanti al giudice naturale precostituito per legge. Questo lo dice la Costituzione: non è un'invenzione mia, non è una pretesa della minoranza, ma è un diritto.

Il giudice naturale precostituito per legge è quello che, auspicabilmente, prende in carico questo giudizio dall'inizio, dalla notifica dell'atto di citazione (visto che siamo in un procedimento civile) e lo porta avanti fino alla sua conclusione, fino alla sentenza. È il giudice davanti al quale si dovrebbero assumere le prove, che dovrebbe sentire i testimoni, comprendere anche che direzione dare e decidere se ammettere o meno una consulenza tecnica d'ufficio quando viene chiesta da una delle parti.

Questa fase istruttoria è già stata oggetto, come sappiamo, di una modifica normativa per effetto della riforma Cartabia che, in sostanza, ha un po' sdoppiato i binari: adesso la fase dell'assunzione delle prove la fa un altro magistrato, ma resta una regia, che è quella del giudice titolare del giudizio.

Voi prendete questi giudizi, che sono tantissimi (c'è un arretrato pari a 200.000 procedimenti pendenti per il periodo 2017-2022), e dite al cittadino: non lo deciderà il giudice di fronte al quale tu hai instaurato questo giudizio e neanche un altro magistrato della stessa Corte; chiameremo un magistrato che verrà dal Massimario della Corte di cassazione o dalle sezioni che si occupano di risolvere le questioni di giurisdizione o addirittura un magistrato fuori ruolo (quindi un magistrato onorario, come le famose sezioni stralcio che chi è più grandicello ricorda bene come operavano) e faremo decidere lui. Non importa che siamo ancora alla fase delle note istruttorie, che siano già stati sentiti i testi davanti a un altro magistrato o che siamo in una fase di stallo perché magari questo giudizio è stato rinviato d'ufficio per uno, due, tre anni. Tale circostanza, peraltro, non costituisce un'eccezione, ma purtroppo molto spesso è una prassi consolidata e non per responsabilità dei magistrati che operano nel tribunale, ma proprio perché non ce la possono fare a gestire questa mole di procedimenti.

Allora, a questo cittadino si dice qualcosa del tipo: questa causa che tu hai intentato nel 2015, che pende da dieci anni e che ancora non si riesce a definire, adesso la diamo in mano, a un altro magistrato che per esempio opera presso il Massimario della Corte di cassazione e gli diciamo che entro il 30 giugno 2026 deve definire - dentro o fuori, non ci interessa il come - 50 procedimenti. Se è bravo e ne fa 50 subito, gliene possiamo dare anche altri 50.

Questo è il modo di amministrare la giustizia? Pensate che questo modo darà a questi cittadini il senso del rispetto della legge, della giustizia? Non pensate anche di offendere il ruolo dei magistrati che si trovano chiamati come dei riservisti (forza, dentro le riserve, avanti, dai che dobbiamo smaltire l'arretrato)? È un'offesa costante ai diritti dei cittadini, a quel diritto alla giustizia che, per prima cosa, prevede non soltanto che il giudice sia naturale e precostituito per legge, ma che il giudizio abbia una durata ragionevole. (Applausi). Quando abbiamo giudizi che pendono da più di dieci anni e per definirli ci affidiamo a questa chiamata di magistrati dal Massimario, da prime funzioni purché abbiano fatto almeno la prima valutazione di capacità, addirittura magistrati fuori ruolo che sono già in quiescenza, stiamo dicendo che a noi non interessa come va a finire il processo. Non ci interessa che l'esito sia conforme a tutto il suo svolgimento, che la risposta della giustizia sia soddisfacente per il cittadino che ha deciso di adire la giustizia. Ci interessa soltanto soddisfare un dato numerico, che è sempre la peggiore risposta che si possa dare ai cittadini. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Rossomando. Ne ha facoltà.

ROSSOMANDO (PD-IDP). Signor Presidente, onorevole rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, ieri abbiamo discusso di PNRR, provando a confrontarci su una visione che non fosse una riduzione degli obiettivi, che non fosse semplicemente quella di porre rimedio a qualche ritardo, di affrontare la questione - pur rilevantissima - della riduzione dei tempi, di influire su un'efficienza priva di indirizzo, ma che fosse una visione di progetto della società che vorremmo per l'Italia e per l'Europa.

Ebbene, avete confermato che su questa visione voi non ci siete, perché questa maggioranza fa fatica a riconoscersi in una visione europea e in particolar modo non vuole confrontarsi sulla visione di una giustizia moderna al servizio dei cittadini, ma soprattutto dei loro diritti, perché di questo si tratta quando parliamo di giustizia. Preferite ritirare fuori da bauli impolverati questioni che sono state sconfitte, oltre che dalla storia ‑ vorrei richiamare, per tutti, il referendum in cui non avete raggiunto neanche il 20 per cento ‑ da un'evoluzione legislativa a cui voi stessi avete partecipato. Su questo non vi volete confrontare perché una visione in realtà non l'avete, perché la giustizia è sempre uno strumento di battaglia politica e mai l'obiettivo da migliorare. È uno strumento da prendere in mano come una clava per fare delle battaglie ideologiche.

Io vorrei intervenire su una questione molto specifica e concreta, che è quella degli addetti all'ufficio del processo, esattamente collegata alle premesse che ho fatto. L'ufficio del processo ha rappresentato, infatti, una straordinaria innovazione nell'idea di una giustizia moderna che affrontasse la questione in termini non soltanto numerici di addetti, ma di diversa organizzazione e di qualità. Questi addetti all'ufficio del processo sono persone con un'alta professionalità che si sono formate sul campo, anche con sforzi organizzativi dei dirigenti degli uffici, e che non hanno semplicemente contribuito a smaltire l'arretrato, ma hanno fornito un apporto anche in termini di organizzazione e di moderne tecnologie, di supporto giuridico non soltanto al giudice in quanto giudice isolato, ma all'intera organizzazione di quell'ufficio, di quella sezione. Questi precari ‑ perché ovviamente la loro era un'assunzione a tempo ‑ sono ancora in attesa di stabilizzazione. Avete fatto alcune promesse, ancora molto vaghe, e alcuni interventi molto limitati: 12.000 oggi sono i precari dell'ufficio del processo che attendono stabilizzazione; su 3.000 di questi c'è stato un intervento con la scorsa legge di stabilità, 3.000 ne avete promessi e tutti gli altri sono in attesa. Ma c'è di più, perché i loro contratti scadranno al 30 giugno e, guarda caso, a giugno c'è un bando di concorso per addetti agli uffici giudiziari per mansioni diverse e meno qualificate di quelle degli attuali addetti all'ufficio del processo. Quelli che non rientrano nei 6.000 che forse verranno stabilizzati (quindi non sono nemmeno la metà) cosa dovrebbero fare? Dovrebbero iscriversi a quest'altro concorso per fare qualcosa di diverso e di ordine esecutivo, di cui pure c'è bisogno nelle cancellerie, ma che non è quello per cui si sono specializzati e hanno maturato competenza?

Soprattutto, in questo modo private l'organizzazione del dipartimento giustizia di uno sviluppo che sta nel presente e nel futuro, al passo coi tempi. Sulla digitalizzazione siamo veramente indietro; i tribunali sono costretti a emanare continuamente circolari su come tappare i buchi e le inefficienze di portali che non funzionano. Non c'è un sistema che valga per tutta l'Italia. Di questo, però, naturalmente non si parla in queste Aule: parlate sempre di posti di lavoro che avreste procurato e abbiamo, in questo settore così strategico, un numero così alto di precari. L'idea di una programmazione che si confronti su una visione della giustizia non c'è, ma soprattutto non vi siete minimamente preoccupati di vedere qual era l'impostazione delle riforme a cui avete quasi tutti partecipato.

Essa presuppone una serie di provvedimenti che voi state puntualmente sconfessando, disarticolando e smontando. Questa è l'attenzione che voi avete per la giustizia e i cittadini, che hanno bisogno di tutele.

In un mondo che cambia, così polverizzato e in cui i senza potere aumentano, la giustizia, il luogo dove fai valere i tuoi diritti, è un settore strategico, oltre che economico. È un settore in cui l'unica cosa che siete riusciti a fare, da quando è iniziata questa legislatura, è aumentare il numero dei reati, inserire continuamente granelli che inceppano il meccanismo e impegnare in una battaglia identitaria, ideologica e furibonda la politica, e non solo, ma anche tutti quelli che lavorano nel comparto.

Naturalmente su questo noi continueremo a batterci e ci sono nostri puntuali emendamenti. Continueremo a batterci per una giustizia migliore, che sia davvero laica nel processo e non ideologica, come quella che ci volete proporre voi oggi, indipendente, autonoma, a presidio reale delle libertà di tutti i cittadini e le cittadine. (Applausi).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Il rappresentante del Governo non intende intervenire.

Poiché siamo in attesa del parere della 5a Commissione permanente, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

Ricordo che alle ore 14 è convocata la Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 13, è ripresa alle ore 16).

Presidenza del presidente LA RUSSA (ore 16)

Sull'incidente occorso a un velivolo dell'Aeronautica militare

PRESIDENTE. (Il Presidente e l'Assemblea si levano in piedi). Colleghi, purtroppo c'è una commemorazione da fare, perché questa mattina un aereo T-260B dell'Aeronautica militare è precipitato nel corso di una missione addestrativa nei pressi del Parco Nazionale del Circeo, nel Comune di Sabaudia. Le cause sono ancora da chiarire e sono in corso gli accertamenti. Rimane il lutto, rimane il dispiacere, rimangono il nostro cordoglio e la nostra vicinanza.

I due piloti deceduti sono il colonnello Simone Mettini, che era il comandante del 70° Stormo di Latina, e l'allievo Lorenzo Nucheli. Naturalmente, il nostro cordoglio e le nostre condoglianze vanno prima di tutto ai familiari delle vittime, ma anche al Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica militare, il generale di squadra aerea Antonio Conserva, e a tutti i vertici della Difesa, ivi compreso il ministro Guido Crosetto.

In ricordo dei due piloti drammaticamente deceduti, vi prego di rispettare un minuto di silenzio. (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio). (Applausi).

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1660 (ore 16,05)

PRESIDENTE. Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.

La Presidenza, conformemente a quanto stabilito nel corso dell'esame in sede referente, dichiara improponibili, ai sensi dell'articolo 97, comma 1, del Regolamento, per estraneità di materia rispetto ai contenuti del decreto-legge, gli emendamenti 1.7 (limitatamente al comma 3-quater), 1.0.1 (limitatamente al comma 2), 6.2, 6.3, 6.4, 6.5, 6.0.1, 8-bis.0.3, 8-bis.0.5, 8-bis.0.6, 8-bis.0.7.

Passiamo all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge, nel testo comprendente le modificazioni apportate dalla Camera dei deputati.

Procediamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti agli articoli del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

Presidenza del vice presidente CENTINAIO (ore 16,07)

SIRACUSANO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere contrario a tutti gli emendamenti.

Esprimo, altresì, parere favorevole sull'ordine del giorno G1.1, con riformulazione che prevede la soppressione delle premesse. Invece, l'ordine del giorno G5.1 è accolto come raccomandazione.

Sui lavori del Senato

PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha stabilito che nella seduta di domani, a partire dalle ore 13 circa, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale renderà comunicazioni sui recenti sviluppi della situazione nella Striscia di Gaza. I tempi sono stati ripartiti tra i Gruppi per complessive tre ore, incluse le dichiarazioni di voto.

Il previsto question time di domani non avrà luogo; resta confermato il sindacato ispettivo ordinario, a partire dalle ore 10.

Fermi restando gli altri argomenti già previsti, il calendario dei lavori della prossima settimana prevede, in luogo della legge annuale sulle piccole e medie imprese, la discussione del disegno di legge, collegato alla manovra di finanza pubblica, sulla semplificazione delle attività economiche.

Giovedì 9 ottobre sarà discusso il Documento programmatico di finanza pubblica; la Presidenza si riserva di valutare il mantenimento o il rinvio delle sedute di sindacato ispettivo e di question time.

Mercoledì 22 ottobre, alle ore 9,30, il Presidente del Consiglio dei ministri renderà comunicazioni sul Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre.

In caso di posizione della questione di fiducia - salve diverse intese fra i Gruppi - si svolgerà, di norma, una distinta discussione generale, prima di passare alle dichiarazioni di voto finali.

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1660 (ore 16,10)

PRESIDENTE. Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, gli emendamenti 1.1 e 1.2 sono improcedibili.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.3.

LOPREIATO (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LOPREIATO (M5S). Signor Presidente, sappiamo benissimo che la natura di questo decreto e l'urgenza sono giustificate dal fatto che si vogliono raggiungere gli obiettivi del PNRR. All'articolo 1 si prospetta la soluzione di applicare i giudici onorari nei tribunali.

Ho più volte evidenziato le criticità di questo provvedimento, perché sappiamo benissimo che presso la magistratura onoraria vi è un sotto-organico sia del comparto amministrativo, sia dei giudici di pace. Applicare nei tribunali i pochi giudici che, lavorando già con un ruolo pesantissimo, sono costretti a fissare udienze al 2028, 2029 e 2030 (perché bisogna appunto raggiungere gli obiettivi e ciò si può ottenere solo con lo snellimento e l'alleggerimento del ruolo presso i tribunali) ha il duplice effetto sia di rallentare la giustizia presso il giudice di pace, sia di far sì che questi giudici siano costretti ad affrontare un contenzioso che prima non hanno mai affrontato, con tutto quello che ne consegue. Ne facciamo quindi anche un discorso di qualità della sentenza. L'effetto futuro sarà che le sentenze che usciranno saranno poi oggetto di impugnativa.

Agiamo pertanto con questo emendamento volto a sopprimere il comma 2 proprio perché riteniamo che questa assolutamente non sia la soluzione e la via da intraprendere. (Applausi).

SCALFAROTTO (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SCALFAROTTO (IV-C-RE). Signor Presidente, vorrei annunciare il nostro voto favorevole a questo emendamento.

Colgo inoltre l'occasione dell'emendamento in esame per una ragione specifica, ritenendolo emblematico del metodo che c'è dietro a questo decreto-legge. L'emendamento 1.3, infatti, evita di spostare i carichi di lavoro dai giudici ordinari, che non ci sono, ai giudici di pace. In sostanza, questo decreto è un grande gioco delle tre carte. Ci troviamo nella situazione di dover rispettare gli impegni di modernizzazione del Paese e di efficientamento della pubblica amministrazione e anche della giustizia che il PNRR ci obbliga a raggiungere. Cosa fa però il Governo? Invece di mettere a frutto le risorse che abbiamo ottenuto e provare a trovare soluzioni strutturali, dice: qui c'è da lavorare, quindi prendiamo i giudici di pace, che hanno tantissimo da fare, e li mettiamo a fare dell'altro, cioè quello che dovrebbero fare i giudici ordinari. È evidente che non può funzionare. Se infatti do ai giudici di pace da fare altre cose rispetto a quelle che hanno già, o sto dicendo che hanno poco da fare, e quindi riempio le loro giornate vuote con delle nuove incombenze, oppure semplicemente sto dicendo loro che dovranno fare il doppio delle cose nello stesso tempo.

Chiunque si occupi anche dell'organizzazione di una famiglia (insomma, non bisogna essere a capo di grandissime organizzazioni) sa che, se raddoppio il carico di lavoro sullo stesso numero di risorse, è evidente che o cambio il processo organizzativo in modo strutturale e introduco elementi facilitatori che mi consentono di fare il doppio delle cose nello stesso tempo, oppure semplicemente sposterò l'arretrato da una parte all'altra.

Come oggi il nostro collega Bazoli faceva notare giustamente in Commissione, viene il sospetto che, dato che il lavoro dei giudici di pace non viene monitorato ai fini del PNRR, il Governo dica: efficientiamo la parte che viene controllata e pazienza per la parte che non viene controllata; pazienza se il lavoro dei giudici di pace è delicatissimo, perché sono la prima istanza rispetto alle esigenze di giustizia dei cittadini.

Benissimo quindi ha fatto la collega Lopreiato a presentare questo emendamento. Noi lo voteremo, però pensavo meritasse due parole, perché questo grande gioco delle tre carte è un po' il fil rouge del provvedimento. Si tratta di questo: prendi delle risorse di qua, mettile di là; sposta questi di qua, mettili di là; prendi questi, fai far loro queste sentenze nel caso abbiano tempo; prendi quelli dell'Ufficio del massimario della Cassazione e mettili a fare un'altra cosa.

È sotto gli occhi di tutti che questo provvedimento non andrà a risolvere nessuno dei molti problemi della nostra giustizia civile. (Applausi).

BAZOLI (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BAZOLI (PD-IDP). Signor Presidente, anch'io impiegherò pochi minuti, intanto per dire che intendo sottoscrivere l'emendamento della collega, perché - come abbiamo fatto notare in Commissione nei tre quarti d'ora nei quali abbiamo esaminato questo decreto-legge - il provvedimento non solo non verrà minimamente e adeguatamente istruito dal Parlamento, perché arrivato in tempi che non consentono di fare un'adeguata verifica ed esame, ma contiene anche misure molto discutibili, una delle quali si trova in questo comma.

Cosa dice questa misura introdotta dal decreto-legge? Per ovviare alla necessità di copertura di organico dei tribunali, in modo che questi riescano a garantire il raggiungimento dell'obiettivo del PNRR di riduzione dell'arretrato e dei tempi di definizione delle controversie, si potranno applicare ai tribunali i giudici di pace.

Colleghi, vorrei che tutti ci rendessimo conto che in questo momento, se c'è un ufficio della giurisdizione italiana che è in drammatica sofferenza, è quello del giudice di pace. Cito dei dati: la scopertura media degli uffici del giudice di pace è del 73 per cento, con punte del 95 per cento a Torino, dell'85 per cento a Bologna e a Milano, dell'82 per cento a Napoli. In questo contesto, nel quale per avere un decreto ingiuntivo ci vogliono mesi (mentre dovrebbe essere una questione di giorni), perché le scoperture sono tali e tante, cosa fa il Governo? Sposta i giudici di pace, li toglie dagli uffici che hanno questa grande scopertura e li manda nei tribunali per consentirgli di raggiungere l'obiettivo del PNRR.

Vi pare una cosa sensata? Chiunque eserciti la professione di avvocato sa benissimo che in questo momento anche solo l'idea di togliere dei giudici di pace a un ufficio che ha questo grado di scoperture è una follia. Viene da pensare, come diceva prima il senatore Scalfarotto e come abbiamo fatto notare stamattina in Commissione, che questo si faccia per un motivo molto semplice: il contenzioso dei giudici di pace è fuori dal perimetro e dall'ambito di applicazione del PNRR. Gli obiettivi di riduzione dell'arretrato e dei tempi di definizione delle controversie riguardano solo i tribunali, quindi si mette la polvere sotto il tappeto, si manda a remengo, a quel Paese la giustizia di prossimità dei giudici di pace e intanto si mette la bandierina sul raggiungimento degli obiettivi PNRR. Non è così che si amministra correttamente la giustizia di questo Paese. (Applausi).

CUCCHI (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CUCCHI (Misto-AVS). Signor Presidente, intervengo solo per dire che condivido tutto quello che è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduta e, se la senatrice Lopreiato è d'accordo, vorrei aggiungere la firma mia e di tutto il mio Gruppo all'emendamento 1.3. Di conseguenza, annuncio il nostro voto favorevole.

SCALFAROTTO (IV-C-RE). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SCALFAROTTO (IV-C-RE). Signor Presidente, vorrei soltanto aggiungere anche la mia firma all'emendamento 1.3, se la senatrice Lopreiato è d'accordo.

PRESIDENTE. Vedo che la senatrice Lopreiato annuisce, quindi la richiesta è da ritenersi accolta.

Metto ai voti l'emendamento 1.3, presentato dalla senatrice Lopreiato e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 1.4, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti.

Non è approvato.

Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, gli emendamenti 1.5 e 1.6 sono improcedibili.

L'emendamento 1.7 è improponibile limitatamente al comma 3-quater e, stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, è improcedibile per la restante parte.

Sull'ordine del giorno G1.1 è stato espresso un parere favorevole ove accolta la riformulazione proposta. Senatrice Cucchi, la accetta?

Facciamola ripetere al Governo.

SIRACUSANO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, la riformulazione prevede semplicemente la soppressione delle premesse.

CUCCHI (Misto-AVS). Signor Presidente, la accetto.

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G1.1 (testo 2) non verrà posto ai voti.

L'emendamento 1.0.1 è improponibile limitatamente al comma 2 e, stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, è improcedibile per la restante parte.

Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, gli emendamenti 1.0.2 e 2.1 sono improcedibili.

Metto ai voti l'emendamento 2.2, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.1, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti. Non è approvato.

Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 3.2.

LOPREIATO (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LOPREIATO (M5S). Signor Presidente, l'articolo 3 è relativo all'applicazione dei magistrati a distanza. Abbiamo assolutamente criticato questo modus operandi dei magistrati a distanza, perché praticamente sarebbero impiegati solo a redigere una sentenza, ma senza aver seguito tutto l'iter della causa, quindi l'espletamento dei mezzi istruttori, l'eventuale confronto con il collega di controparte e anche senza conoscere l'orientamento eventuale del giudice. Chi esercita un po' la professione sa benissimo quanto sia importante capire quale sia l'orientamento anche per impostare la causa. A questo punto, ci troveremo nella situazione aberrante per cui alla fine, a redigere la sentenza, sarà un giudice che magari lavorerà per il foro di Trieste essendo del foro di Napoli e potrebbe avere un orientamento diverso, che potrebbe mandare all'aria tutto il lavoro fatto per un giudizio che si è protratto per anni e anni.

Ho pertanto ritenuto necessario presentare questo emendamento, che invece fa riferimento ad altre risorse, tra le quali quelle addette agli uffici del processo (UPP), piuttosto che ai magistrati in pensione, cioè per evitare che magistrati di fori diversi, che possono addirittura essere lesivi nel redigere la sentenza, siano impiegati in questo modo, oltretutto eliminando la possibilità che, impiegati nel proprio foro di pertinenza, snelliscano il proprio arretrato. Peraltro non si è capita bene la modalità, perché ancora non sono state indicate le macroaree nelle quali dovrebbero intervenire. Non solo quindi un giudice finirebbe per mettere da parte una porzione del proprio contenzioso, ma verrebbe impiegato in un altro foro per redigere sentenze pur essendo a digiuno di tutto l'andamento di una causa. (Applausi).

PRESIDENTE. Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 3.2, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti, fino alle parole: «procedimenti civili».

Non è approvata.

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 3.3.

Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, l'emendamento 3.4 è improcedibile.

Metto ai voti l'emendamento 3.5, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti. Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.6, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.7, presentato dal senatore Bazoli e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.8, presentato dalla senatrice Cucchi e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.9, presentato dalla senatrice Cucchi e da altri senatori.

Non è approvato.

Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, l'emendamento 3.0.1 è improcedibile.

Metto ai voti l'emendamento 3.0.2, presentato dalla senatrice Cucchi e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 4.1, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 5.1, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 5.2, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti.

Non è approvato.

Poiché i presentatori non insistono per la votazione, l'ordine del giorno G5.1, accolto come raccomandazione, non verrà posto ai voti.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.1.

LOPREIATO (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LOPREIATO (M5S). Signor Presidente, l'emendamento 6.1 è volto ad eliminare la proroga che consente ai magistrati ausiliari in Corte d'appello, già prorogati in conformità al decreto-legge n. 69 del 2013, di continuare a esercitare le loro funzioni. È infatti la stessa Corte costituzionale ad avvertire che è necessario considerare del tutto eccezionale e temporaneo l'impiego di giudici onorari per svolgere le funzioni di giudici ordinari. Questa è tuttavia la dimostrazione che misure che nascono come emergenziali finiscono spesso per diventare strutturali. (Applausi).

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 6.1, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti.

Non è approvato.

Gli emendamenti da 6.2 a 6.5 sono improponibili.

Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, gli emendamenti 6.6 e 6.7 sono improcedibili.

Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 6.8, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti, fino alle parole: «per il processo».

Non è approvata.

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 6.9.

Metto ai voti l'emendamento 6.10, presentato dal senatore Bazoli e da altri senatori.

Non è approvato.

L'emendamento 6.0.1 è improponibile.

Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, gli emendamenti da 8.1 a 8.9 sono improcedibili.

Metto ai voti l'emendamento 8.0.1, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti.

Non è approvato.

Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, gli emendamenti 8-bis.0.1, 8-bis.0.2 e 8-bis.0.4 sono improcedibili.

Gli emendamenti 8-bis.0.3, 8-bis.0.5, 8-bis.0.6 e 8-bis.0.7 sono improponibili.

Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 9.1, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti, fino alle parole: «individuato come da».

Non è approvata.

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 9.2.

Metto ai voti l'emendamento 9.3, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 9.4, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 9.5, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 9.6, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 9.7, presentato dalle senatrici Lopreiato e Bilotti.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione finale.

SCALFAROTTO (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SCALFAROTTO (IV-C-RE). Signor Presidente, prima di entrare nel merito di questo decreto-legge, proprio non posso esimermi dal notare che sono le ore 16,30 del 1° ottobre e lei mi ha chiamato a esprimere una dichiarazione di voto su un decreto-legge arrivato sulla mia scrivania precisamente 25 ore e 30 minuti fa. Il decreto-legge recante misure urgenti in materia di giustizia è stato ricevuto dalla Commissione giustizia ieri alle ore 15 e io ora sto facendo la dichiarazione di voto, quindi sto concludendo da parte del mio Gruppo tutto quello che sarebbe l'esame di questo disegno di legge dal così ambizioso titolo «Misure urgenti in materia di giustizia».

Signor Presidente, trovo che questo sia un vero e proprio attentato alla Costituzione. Per darle un'idea, ieri in Commissione abbiamo avuto un'ora per scrivere tutti gli emendamenti a un disegno di legge di conversione con 11 articoli, oggi la discussione in Commissione giustizia è durata 40 minuti, dalle ore 9,15 alle ore 9,55, perché poi si doveva venire in Aula. Se un decreto-legge viene lasciato alla discussione di una delle Camere del Parlamento italiano per un tempo zero, allora non ce li mandate più, non ce n'è bisogno. Tutto questo infatti diventa una mera finzione giuridica. Noi stiamo sostanzialmente tradendo la lettera e lo spirito della Costituzione, prestandoci al contempo a una sorta di enorme imbroglio. Ribadisco infatti che tutto questo non è ammissibile. Il decreto-legge è stato rapidamente esaminato dalla Camera e non è stato esaminato dal Senato. Noi sappiamo che la Corte costituzionale in più di un'occasione ha affermato che ciascuno di noi parlamentari avrebbe il diritto di sollevare un conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale per il fatto di essere stati spogliati delle nostre prerogative. Questo è il caso.

Le dico di più, signor Presidente: è inaccettabile la risposta che oggi ho ottenuto dal vice ministro Sisto, quando ho messo a verbale le stesse riflessioni in Commissione. Il vice ministro Sisto mi ha detto che di decreti-legge fatti rapidamente è piena la storia del Parlamento e non è una cosa nuova perché ciò è accaduto anche in altre legislature.

Signor Presidente, sfido il vice ministro Sisto, ma anche chiunque si occupi di questioni parlamentari, a trovare un decreto-legge che non soltanto è stato spinto in tutta rapidità, ma è stato approvato dal Consiglio dei ministri il giorno 8 agosto… (Brusio).

PRESIDENTE. Scusi, senatore Scalfarotto, mi spiace doverla sempre interrompere; vorrei dire ai colleghi, che, se hanno da ridere, scherzare, parlare, ci sono altre sale, che non sono l'Aula del Senato: grazie. (Applausi).

SCALFAROTTO (IV-C-RE). Non è ammissibile che il Governo si riunisca l'8 agosto, nel pieno della pausa estiva, senza ragione alcuna di necessità ed urgenza. Signor Presidente, se succede un disastro nazionale, come purtroppo è capitato nei mesi di agosto (la memoria corre a vicende luttuosissime che sono accadute durante la pausa estiva), è del tutto giustificato che il Governo si riunisca e assuma decisioni necessarie, straordinarie ed urgenti attraverso un decreto-legge.

Mi dica lei però che urgenza c'era nella Terra dei fuochi e che urgenza c'era, l'8 agosto, per queste misure, che potevano essere prese benissimo il 1° settembre, il che ci avrebbe consentito, signor Presidente, di avere un mese in più, che non è poco, rispetto ai due mesi previsti per la conversione. Almeno avremmo avuto l'occasione e la possibilità di discutere di queste materie, che sono molto importanti e che avrebbero meritato una discussione e un'interlocuzione con il Governo e la possibilità di essere migliorate con delle proposte.

Voglio ringraziare la collega Lopreiato, che ha presentato una serie di emendamenti molto lodevoli; è una dimostrazione di buona volontà. Io le dico la verità, signor Presidente: non ne ho presentati, perché, quando la Presidente della mia Commissione mi dà un'ora per scrivere gli emendamenti a un decreto-legge, io dico alla Presidente che è inutile che fingiamo di rispettare le regole.

Siamo venuti qui senza relatore. Io ho detto oggi alla presidente Bongiorno: "scusi, ma lei pensa che possiamo anche dare il mandato al relatore? Sulla base di cosa?". È ovvio che questo provvedimento arriva in Aula senza relatore: così però secondo me non può andare, soprattutto quando ci occupiamo di questioni di giustizia, in particolare di quella civile, che è un pilastro della convivenza tra le persone.

Vede, signor Presidente, noi ci occupiamo tantissimo di giustizia penale e di diritto penale. Pensi che, in questa legislatura, un provvedimento sulla Terra dei fuochi non è andato in Commissione ambiente, ma è andato in Commissione giustizia. Adesso abbiamo un altro provvedimento che si occupa della tutela del made in Italy e non va in Commissione attività produttive, ma viene in Commissione giustizia. Ci occupiamo di tutto in Commissione giustizia, perché questo Governo l'unica cosa che sa fare, rispetto a qualsiasi cosa accada nel Paese, è fare norme penali, introdurre reati e mandare la gente in galera. Se si deve occupare di mozzarelle, se ne occupa creando reati; se si deve occupare di rifiuti, lo fa attraverso la creazione di nuovi reati e nuove pene. Poi del problema del made in Italy o del problema dei rifiuti non se ne occupa nessuno; si occupa di tutto il Ministero della giustizia, scrivendo nuovi reati e nuove pene. Questo è quello che facciamo in questa legislatura, in cui fondamentalmente non si è deciso nulla, salvo stabilire nuove pene e nuovi reati. (Applausi).

Il Paese langue, ma qui avete una maggioranza enorme, con la quale fate passare di tutto. Abbiamo approvato la mototerapia, si poteva veramente approvare la qualunque, ma noi approviamo solo nuovi reati e nuove pene, tant'è che - lo ripeto - in Commissione giustizia ci occupiamo di mozzarelle e di rifiuti.

Qui avremmo dovuto occuparci di una funzione della giustizia che serve ad assicurare l'ordinata vita tra i cittadini, perché le piccole controversie sui confini, sulle servitù di passaggio e sulle divisioni ereditarie sono le cose che occupano le famiglie italiane e i nostri concittadini; sono cose che hanno a che fare con la sicurezza degli affari e dei contratti. Quello che scriviamo in un contratto, se non viene rispettato e non c'è un giudice che lo fa rispettare, rende incerta tutta l'economia del Paese. Occuparsi di giustizia civile è una cosa serissima.

E invece noi perché ce ne occupiamo? Perché dobbiamo rispettare le previsioni del PNRR, cosa che sarebbe positiva, signor Presidente, perché di fatto dovrebbe migliorare la vita del nostro Paese; quello che facciamo però, ancora una volta, non è provare a trovare soluzioni strutturali ai problemi del Paese. Poiché mi si dice che qui il requisito di necessità e urgenza era dovuto al fatto che ci sono delle vacanze (nel senso di vuoti) negli organici della magistratura, mi sarei aspettato un bel piano di nuove assunzioni e che il Ministero dicesse: ho bisogno di più giudici e quindi ne assumo di nuovi. (Applausi).

Invece cosa si fa in questo disegno di legge? Come dicevo nel mio intervento precedente, si fa il gioco delle tre carte: si prendono magistrati che stanno in un tribunale e si chiede loro di scrivere le sentenze per un altro tribunale. Poi si va in Cassazione e si prendono i giudici dell'Ufficio del massimario: caso strano, proprio il Massimario, che era stato tanto criticato da questa maggioranza, quando osò criticare il decreto sicurezza. Ebbene, si va negli uffici del massimario e gli si dice: non avete abbastanza da fare, mettetevi a fare dell'altro.

Ai giudici di pace, che hanno tantissimo da fare, che hanno competenze importantissime, perché sono coloro che danno le prime risposte alle esigenze di giustizia dei nostri concittadini, si dice, come se non avessero nulla da fare, di andare a occuparsi di ciò che si deve decidere in tribunale.

Signor Presidente, tutto questo è veramente una brutta presa in giro per il Paese. È una presa in giro per il metodo, perché state umiliando la funzione parlamentare, dato che convertire un decreto-legge in trentadue giorni significa farsi sberleffi del Parlamento, ed è una presa in giro sul piano del merito, perché, davanti ai problemi della giustizia, invece di investire, come dovreste fare, vi limitate a fare della "ammuina": chi sta a prora va a poppa, chi sta a poppa va a prora, chi sta in alto va in basso, chi sta in basso va in alto e, alla fine, le cose restano tristemente come sono. (Applausi).

Saluto a rappresentanze di studenti

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto di istruzione superiore «Polo 3» di Fano, in provincia di Pesaro-Urbino, e i docenti e gli studenti del Liceo scientifico «Copernico-Pasoli» di Verona, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1660 (ore 16,40)

PETRENGA (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETRENGA (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP). Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del mio Gruppo parlamentare al disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 117 del 2025, recante misure urgenti in materia di giustizia. Tale provvedimento rappresenta un passo significativo nel percorso di modernizzazione, efficienza e tutela dei diritti all'interno del nostro sistema giudiziario.

In un momento in cui i cittadini chiedono con forza una giustizia più rapida, più accessibile e più certa, questo decreto interviene su fronti concreti, rispondendo con misure puntuali a criticità ormai note da tempo e spesso sottovalutate. Condividiamo e sosteniamo pienamente l'impostazione del Governo, che, attraverso questo articolo, rafforza gli strumenti per la digitalizzazione dei procedimenti, riducendo tempi e costi; interviene sul fronte delle assunzioni e della riorganizzazione del personale giudiziario, superando croniche carenze di organico; introduce importanti correttivi in tema di processo penale e civile, volti a migliorare l'efficienza senza mai sacrificare le garanzie.

Affronta, infine, alcune urgenze legate alla sicurezza degli istituti penitenziari, con misure equilibrate, rispettose dei diritti umani e coerenti con i principi costituzionali. Non sfugge a nessuno l'importanza di una giustizia capace di coniugare rigore e umanità, fermezza e garanzie e questo decreto-legge va esattamente in tale direzione, contribuendo a rinsaldare quel patto di fiducia tra cittadini e istituzioni che è alla base del nostro vivere democratico.

Voglio esprimere un ringraziamento particolare a tutti coloro i quali hanno lavorato in Commissione per migliorarlo e produrre un testo giuridico di primissimo livello; un lavoro che dimostra come, anche nella differenza dei ruoli parlamentari, si possa costruire insieme una giustizia più giusta.

Per queste ragioni, ribadisco il nostro voto favorevole al provvedimento. (Applausi).

CUCCHI (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CUCCHI (Misto-AVS). Signor Presidente, quello che approviamo oggi è un decreto piccolo piccolo di fronte alle carenze enormi, strutturali del sistema giustizia. Vogliamo partire da lì: dalle carenze gravissime, dalle condizioni scandalose delle nostre carceri, fino alla durata insostenibile dei processi, che vanifica ogni speranza di giustizia.

Questo che approviamo è un cerotto, che serve solo a camuffare i gravissimi disservizi della giustizia, certamente non a causa dei magistrati.

Signor Presidente, due giorni fa sono stata nel carcere di Prato. Ho trovato una situazione da incubo. L'acqua scende dal soffitto in ogni reparto, la struttura cade a pezzi, le celle sono piene, un detenuto su tre ha problemi con la tossicodipendenza. Le patologie psichiatriche, poi, ugualmente abbondano.

Pensate che un provvedimento del magistrato di sorveglianza per il trasferimento di un detenuto in una struttura adeguata alle sue patologie psichiatriche (una REMS, una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza), giaceva negli uffici da gennaio e non si trovava un posto in tutta Italia per quel detenuto. Ebbene, dopo la mia denuncia pubblica, quel posto - sarà un caso - il giorno successivo, dopo poche ore, è stato trovato.

Ecco, Presidente, siamo messi così: questi sono i veri problemi legati alla giustizia. Quella che vi ho raccontato è una realtà che comunque accomuna tutte le nostre carceri.

Badate bene, colleghi: per ogni detenuto condannato in un luogo ingiusto, c'è un agente sovraccaricato di responsabilità che non sono le sue. Quando dico che il Governo parla tanto di sicurezza senza sapere cosa dice, intendo dire esattamente questo. Il carcere, infatti, non è solo un contenitore complesso, ma una vera e propria discarica sociale - questo non mi stancherò mai di ripeterlo - in cui ogni persona è ridotta a mero ingranaggio di una macchina che non funziona e non può funzionare.

Questo, colleghi, danneggia tutti: i detenuti, senza diritti; gli agenti, sempre sotto organico e molto spesso chiamati ad assumere ruoli che non gli competono (nel caso che vi ho appena raccontato, si trovano a fare addirittura gli psichiatri); i cittadini, perché un carcere così - lo sappiamo - non fa altro che aumentare la recidiva.

In questo contesto, cosa fa il decreto-legge "cerotto"? Sposta, mescola, amplia qualcosina, proroga, posticipa, trasferisce: ecco quello che fa, nient'altro; si rimescola quindi un po' tutto, fingendo che si stia facendo qualcosa, ma di fatto rimarrà tutto uguale. Io voglio invece che i cittadini, i vostri elettori, questo lo sappiano. Avremmo voluto migliorare la situazione, anche con l'approvazione di alcuni dei nostri emendamenti, immancabilmente respinti, ma ovviamente ciò non è stato possibile. Immancabilmente, andrà a finire sempre in questo modo.

Ormai siamo a decine e decine di decreti-legge - lo accennava il collega, senatore Scalfarotto - che scavalcano il Parlamento senza approvare nemmeno un emendamento dell'opposizione e che non offrono vere soluzioni ai problemi. Lo abbiamo visto: servirebbero fondi, non ci stancheremo mai di ripeterlo; servono fondi che il nostro Governo destina solo dov'è interessato, dove serve qualche spot qua e là, dove bisogna muovere un certo tipo di economia. Chiaramente, lì le risorse si trovano.

Ricordo però che il tema giustizia e anche della giustizia civile è strettamente connesso con la nostra economia, perché processi veloci significano investimenti sicuri anche da parte di investitori e imprese straniere (Applausi), che invece arrivano in Italia e si trovano in una situazione devastante, dove ci sono rinvii non solo di mesi (magari di mesi), ma di anni. Certo, questa non è una situazione nuova, purtroppo, però adesso non potete trovare alcuna giustificazione, perché siete lì da tre anni ormai, e poco o nulla - diciamolo - è stato migliorato. Il decreto-legge in esame è l'ennesima dimostrazione del fatto che questo Governo non crede al tema giustizia, se non quando serve a colpire un ipotetico avversario, quale la magistratura. Questa maggioranza ha un obiettivo ed è quello di cercare di sottoporre una parte della magistratura al potere politico, ma noi ci batteremo fino alla fine perché questo non avvenga, perché ovviamente ciò, secondo gli intendimenti di questo Governo, mette in difficoltà il Governo stesso.

Signor Presidente, chiaramente tutto questo è dentro un pensiero politico che evidentemente nulla ha a che vedere con i veri problemi della giustizia; è inutile che lo nascondiamo. Avremmo bisogno di assunzioni, tante assunzioni di personale amministrativo. Abbiamo cercato di intervenire, anche con ordini del giorno, immancabilmente bocciati, sul tema degli addetti all'Ufficio del processo: nulla. Per non parlare poi del metodo, che è sempre lo stesso: il Governo ha tirato fuori dal cilindro il decreto-legge l'8 di agosto semplicemente per non dare spazio ad alcun dibattito. Infatti in Commissione giustizia, come dicevano i colleghi che mi hanno preceduta, solo questa mattina abbiamo iniziato la votazione degli emendamenti. Signor Presidente, ne abbiamo votati 4 su 64: poi il tempo è scaduto, però d'altra parte siamo abituati, così come voi siete abituati ormai ad evitare in ogni maniera il confronto, anche positivo, con noi, mortificando non solo il nostro lavoro, ma tutto il Parlamento.

È chiaro che, alla luce di tutto ciò, come Alleanza Verdi e Sinistra, non possiamo che votare contro ed è un vero peccato, perché se l'obiettivo era ed è quello di raggiungere gli obiettivi del PNRR, avremmo voluto contribuire a raggiungerli, ma di fatto qui c'è soltanto - lo ripeto - un decreto legge cerotto.

Mi rivolgo al Governo per il suo tramite, signor Presidente: vi aspettiamo alla legge di bilancio.

Nel frattempo, dichiaro il voto contrario del mio Gruppo, Alleanza Verdi e Sinistra, a questo ennesimo provvedimento inutile. (Applausi).

ZANETTIN (FI-BP-PPE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZANETTIN (FI-BP-PPE). Signor Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, onorevole sottosegretario Siracusano, Forza Italia voterà più che convintamente a favore di questo decreto-legge, la cui necessità ed urgenza appare di indiscutibile evidenza. Dobbiamo fare tutto il possibile per raggiungere i traguardi concordati in sede di PNRR nel cosiddetto disposition time della giustizia.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza mirava a ridurre i tempi di durata del processo civile, rispetto ai dati del 2019, del 40 per cento e del 25 per cento del processo penale entro giugno 2026, pena l'obbligo di restituire da parte del nostro Paese quanto finora percepito dall'Unione europea. Questa eventualità dev'essere scongiurata ad ogni costo, sarebbe un'autentica sciagura nazionale e un danno per tutti gli operatori della giustizia e per i cittadini. I dati statistici ci dicono però che siamo ancora lontani dalla meta. Per questo il Governo ha varato misure straordinarie di carattere organizzativo per consentire lo smaltimento dell'arretrato, soprattutto negli uffici giudiziari più gravati.

Le misure che votiamo oggi riguardano 48 tribunali di primo grado e otto corti d'appello, che richiedono urgenti attenzioni e presentano arretrati patologici. La speranza, Presidente, con la logica del bicchiere mezzo pieno, è che queste misure, adottate ormai a pochi mesi dalla scadenza del termine, possano comunque consentire di raggiungere l'obiettivo prefissato, ma non possiamo nasconderci le gravi insidie che stiamo correndo, che sono state segnalate da tutta l'avvocatura e per primo dal giornale «Il dubbio», che dell'avvocatura è l'espressione sul piano editoriale.

Il primo bando di reclutamento di magistrati da applicare a distanza per lo smaltimento dell'arretrato è andato sostanzialmente deserto: a fronte di 500 posizioni da coprire, soltanto 212 magistrati hanno aderito al bando, pur a fronte di una platea di potenziali interessati che il Consiglio superiore della magistratura aveva quantificato in 2.609. Le do anche una notizia dell'ultimo minuto, signor Presidente: dei 212 magistrati che hanno fatto domanda, il CSM ha dato il via libera nelle ultime ore a soli 165. Evidentemente molti dei già pochi aspiranti erano addirittura carenti dei requisiti di ammissibilità. C'è da meditare e sicuramente l'incentivo economico che è stato proposto è insufficiente e dovrà essere rivisto al rialzo.

Qualche perplessità desta infine l'approccio meramente quantitativo del provvedimento. Comprendiamo l'urgenza, comprendiamo la necessità di rispettare un termine inderogabile, ma consegniamo a questo dibattito il timore che una logica puramente numerica e a carattere di cottimo (sono previsti ad oggi 300 euro a sentenza; probabilmente questo importo, alla luce del fatto che il bando non è stato coperto, dovrà essere sensibilmente aumentato) rischi di andare a scapito della qualità delle sentenze.

Vengono applicati i giudici di pace, le cui carenze di organico sul territorio nazionale sono già drammatiche, e a cui tra l'altro nello stesso provvedimento viene aumentata la competenza; vengono applicati i magistrati neoassunti, estendendo a diciotto mesi il loro periodo di tirocinio.

Desta infine perplessità nel sottoscritto - che, al di là della funzione di parlamentare oggi rivestita, rimane soprattutto un avvocato del libero foro - il dato che queste sentenze verranno scritte da magistrati che magari si trovano a centinaia di chilometri da dove il processo è stato celebrato, non hanno mai visto in faccia gli avvocati o le loro parti e fonderanno la loro decisione soltanto su una lettura degli atti operata in via telematica. Viene attuata quindi, di fatto, anche una deroga al principio del giudice naturale precostituito per legge.

Non posso negare infine la preoccupazione che qualche magistrato, già oberato dai carichi di lavoro, per fare in fretta sia tentato di scrivere queste sentenze con ChatGPT.

Nonostante queste perplessità, che non sono solo mie, ma credo dell'intera avvocatura italiana, consideriamo comunque il bicchiere mezzo pieno e cerchiamo di mantenere quello che comunemente viene definito l'ottimismo della volontà. Speriamo che alla fine il traguardo concordato con l'Europa sia raggiunto, che lo spirito di abnegazione e la professionalità dei magistrati applicati garantiscano comunque l'emissione di provvedimenti di adeguato livello giuridico e che le diverse misure organizzative introdotte consentano di migliorare l'efficienza complessiva del pianeta giustizia.

Con questo auspicio nel cuore, Forza Italia voterà a favore della conversione in legge del decreto-legge in esame. (Applausi).

LOPREIATO (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LOPREIATO (M5S). Signor Presidente, devo dire che in verità ho un momento di difficoltà, perché ora ho sentito le parole del relatore, quindi credo che debba venire da questa parte e conformarsi alle nostre critiche a questo decreto-legge, perché sono pienamente conformi. (Applausi).

PRESIDENTE. Senatrice, su questo provvedimento non c'è il relatore.

LOPREIATO (M5S). Ha ragione, signor Presidente: il senatore Zanettin è intervenuto per Forza Italia; mi scusi, è che non abbiamo avuto il tempo.

Vogliamo parlare del metodo? Signor Presidente, parliamo subito del metodo, prima di entrare nel merito del provvedimento, non c'è problema. (Applausi).

Sono tre anni che aspettavo di poter parlare di giustizia civile e infatti, signor Presidente, mi trovo un decreto-legge emanato l'8 agosto, parallelamente a un altro decreto-legge a cui tenevo moltissimo, quello sulla Terra dei fuochi, su cui non abbiamo lavorato. Alla Camera lo hanno potuto esaminare in maniera un po' più approfondita, ma qui al Senato assolutamente nulla. Avrei voluto dire qualcosa di più, ma questa mattina abbiamo parlato di quattro emendamenti, non abbiamo assolutamente parlato dei veri problemi della giustizia, delle vere priorità e delle necessità del comparto giustizia.

Mi è arrivato proprio ora un comunicato del consiglio dell'ordine degli avvocati che evidenzia un problema che riguarda l'impossibilità per gli avvocati di consultare i fascicoli telematici, cioè parliamo proprio dell'ABC per un avvocato; in questo provvedimento, invece, ci troviamo a parlare del gioco delle tre carte per arrivare agli obiettivi del PNRR. Lo trovo assurdo.

Vogliamo veramente parlare in maniera seria e precisa di tutti i vari problemi del comparto giustizia? In Commissione giustizia si parla soltanto delle crociate contro la magistratura. Volete smantellare i presidi della legalità, ma non affrontiamo i veri problemi, cioè le udienze che vengono rinviate, il sotto organico dei magistrati, la mancanza del personale amministrativo. Non parliamo del processo telematico, che sembra ormai un tabù: esiste anche un disegno di legge a mia firma che ormai è finito non si sa in quale meandro, non se ne vuole parlare, anche se non ha colore politico ed è volto soltanto a snellire il processo telematico. Non se ne parla, perché riguarda l'avvocatura, riguarda lo snellimento di procedimenti, ma parliamo di altro, parliamo degli obiettivi del PNRR.

Io non lo so, talvolta resto senza parole quando si affrontano certi argomenti e, come ho detto, sembra che con questo decreto-legge stiamo facendo il gioco delle tre carte. Ogniqualvolta leggevo un articolo, mi chiedevo chi mai lo avesse pensato, perché non ha proprio idea di quello che succede nelle aule di udienza e di quali sono le vere problematiche dei tribunali.

Andiamo a esaminalo articolo per articolo.

Secondo l'articolo1, i giudici di pace onorari possono essere applicati presso i tribunali per sopperire alle carenze di organico dei giudici professionali. Chi, come me, ha alle spalle qualche anno di professione, sa benissimo come sono sorti i giudici onorari e i giudici di pace nel 1995: erano i giudici della giustizia di prossimità, cioè quelli più vicini al cittadino, che dovevano intervenire in materie più "semplici" e quindi snellire il contenzioso con velocissime sentenze. Benissimo, il giudice di pace doveva essere soltanto per un certo arco di tempo a supporto dei tribunali. Oggi, non solo questo non avviene più, ma addirittura attingete ai giudici di pace per colmare l'impossibilità da parte dei tribunali ‑ perché appunto si parla di carenza di magistrati ‑ di far fronte a un contenzioso che va sempre più aumentando. Questo, come ho già detto in sede di illustrazione degli emendamenti, comporta in primis che i giudici di pace, che dovrebbero affrontare un determinato contenzioso, saranno talmente oberati per aiutare i magistrati togati professionisti che a questo punto il loro contenzioso verrà messo da parte e già oggi parliamo di giudizi che vengono rinviati ‑ io sono testimone, chiaramente, del foro di Napoli ‑ al 2028 o al 2029. Ho preso anche i dati di altri giudici di pace, ad esempio quelli di Prato, dove il tribunale ha congelato per un anno le emissioni di decreti ingiuntivi. A Busto Arsizio, il rinvio è al 2031. A Brescia, dopo due anni, ancora non è fissata la prima udienza. A Venezia, dopo sette mesi, niente decreti ingiuntivi. A Roma, prima udienza a due anni. A Catania, prima udienza dopo un anno e mezzo e a Venezia il rinvio è al 2030.

Io la trovo una situazione aberrante. I giudici dovrebbero impegnarsi affinché si possa parlare di cause al giudice di pace più veloci, ma no, fermi tutti, ci sono gli obiettivi del PNRR e bisogna fare in modo che siano impiegati presso i magistrati a fare cause e sentenze su materie che non hanno mai toccato prima.

Io sono un avvocato e sono specializzata in responsabilità professionale, in particolar modo in quella notarile, e so benissimo che, ogniqualvolta mi arrivava dinanzi la posizione di un notaio, significava studiare la giurisprudenza nel frattempo consolidatasi in quella materia e approfondire. Immagino quindi che un magistrato che si trova dinanzi una causa su una nuova materia dovrà partire da zero, quindi studiarsi la posizione e tutta la giurisprudenza. Tutto questo quindi, come ha detto prima il senatore Zanettin, andrà assolutamente a discapito di un'ottima giustizia, di sentenze giuste. Con il primo grado, poi, cosa accadrà? Chiaramente vorrà dire che si andrà in appello, quindi significa soltanto spostare un problema.

Oltretutto ‑ l'ho anticipato anche prima in sede di illustrazione degli emendamenti ‑ non è nemmeno chiaro quali saranno le materie e le macroaree nelle quali saranno impiegati, quindi stiamo camminando nella nebbia più fitta. Avverto tutti coloro i quali stanno per dare mandato a un avvocato, che fermino tutto e valutino se gli conviene recuperare un credito o separarsi o divorziare, perché non sappiamo quali saranno i tempi.

Signor Presidente, secondo l'articolo 2, i giudici vengono trasferiti da una sede della Corte d'appello a un'altra, perché ci sono corti d'appello che fortunatamente hanno un ruolo che cammina in maniera più snella e altre invece che hanno un ruolo più corposo. Ma chi ci mettiamo? Ci mettiamo i magistrati alla prima valutazione, cioè quelli che sono stati in servizio per soli quattro anni. Quando vado innanzi a una Corte d'appello, quindi praticamente a tutti i presidenti delle sezioni ivi riuniti, ci vado perché sono convinta di trovare dinanzi a me un giudice con una certa professionalità e una certa esperienza e invece ora mi ritrovo giudici che sono magistrati da quattro anni.

Tra l'altro, non sono soltanto trasferimenti per tamponare un problema, sono trasferimenti strutturali. C'è poi la perla dell'articolo 3, concernente l'applicazione dei magistrati a distanza. Cosa succede? Io avvocato instauro un giudizio e dico al mio assistito di non preoccuparsi, che so qual è l'orientamento del tribunale di Napoli, questo e quest'altro: imposto così la causa (chi è avvocato in quest'Aula mi capisce bene); imposto così i mezzi istruttori e il loro espletamento, così parlo con il giudice e ne vedo l'orientamento. Sapete meglio di me che tale orientamento si raddrizza, si vede la difficoltà, si parla con il collega di controparte, si cerca una definizione: si fa tutto questo in una causa, ma qui - surprise - se a me non conviene, posso aspettare la sentenza, perché mi gioco l'ultima carta. Il nuovo giudice che non è di Napoli, ma di Bolzano, ed ha un orientamento completamente diverso da quello Napoli, mi fa la sorpresa; semmai io ero convinta, ho impostato la causa così e invece no, questa causa sarà giudicata da un giudice di Bolzano che la pensa in maniera assolutamente diversa e quindi, addio, dopo anni di giudizio, mi trovo pure una sentenza che dovrò impugnare.

In ultimo, noi abbiamo lottato per il cottimo dei magistrati. Sapete benissimo che i giudici di pace prima venivano pagati a cottimo, con tutta la guerra che c'era tra togati e giudici onorari, perché i giudici onorari così sfornavano sentenze e addirittura andavano a guadagnare più dei togati e tutto il resto; ma qua si pagano a cottimo i magistrati togati se raggiungono l'obiettivo di tot sentenze: figuriamoci, pur di raggiungere l'obiettivo, la qualità delle sentenze stesse. Come detto dal senatore Zanettin, giustamente i colleghi sono già oberati e infatti apprendo che su 500 solo 165 si sono resi disponibili a questo strazio (mi permetta di definirlo così, signor Presidente).

Ecco perché - e concludo - abbiamo indicato tutta una serie di misure alternative; attingiamo dai magistrati in pensione, così non leviamo altre risorse, oppure rifacciamoci a quelle che già abbiamo, gli UPP, come ha detto prima la collega; stabilizziamo e troviamo soluzioni che veramente portino a una vera giustizia.

In questo momento non parlo solo come senatrice, ma anche come avvocato e mi faccio portavoce di un sentimento di tutti gli avvocati che hanno avuto un atteggiamento molto critico nei confronti di questo decreto-legge, come detto dal collega Zanettin.

Per tutti questi motivi, anticipo il voto contrario del MoVimento 5 Stelle. (Applausi).

STEFANI (LSP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, con questo provvedimento affrontiamo un annoso problema che riguarda l'organizzazione della giustizia. Se guardiamo le relazioni per l'inaugurazione dell'anno giudiziario del 1955, rileviamo che già allora si parlava di problemi riguardanti la carenza di organico, gli arretrati e la difficoltà di funzionamento delle stesse cancellerie.

Il problema è che a un certo punto la gestione dell'arretrato, la lunghezza dei processi o la carenza degli organici vengono considerati quasi fossero un male strutturale e consolidato. Forse, purtroppo, negli ultimi vent'anni non sono state adottate misure sufficienti e adatte per riuscire a risolvere questo problema. Il sistema della giustizia non riguarda solo gli avvocati, i magistrati e magari i criminali, ma l'appetibilità stessa di tutto un sistema economico.

L'Italia per molto tempo non è stata considerata una piazza desiderata dagli investitori esteri perché, per esempio, il recupero del credito viene considerato troppo lungo rispetto alle esigenze di un'impresa. Vari Governi si sono trovati ad affrontare il problema e magari ad approntare soluzioni che hanno funzionato più o meno. Oggi potremmo dire che probabilmente questi sistemi non hanno funzionato e forse solo quest'ultimo Governo ha saputo intervenire su un problema base del sistema della giustizia: l'utilizzazione delle risorse umane.

Le riforme della giustizia tramite le modifiche del rito e della mera norma non hanno portato a grandi risultati, perché sarebbe necessario approntare personale di cancelleria e dotazioni organiche (e questo è uno dei problemi che riguardano anche il provvedimento che affrontiamo oggi).

Oggi ci troviamo di fronte a obiettivi che oserei definire sfidanti, se non ambiziosi, che vengono dati dal PNRR.

Il PNRR sul tema della giustizia ci impone due direttrici. Una è l'abbattimento delle cause pendenti (l'arretrato), che chiede di abbattere fino al 90 per cento; chiede inoltre una riduzione dei tempi dei processi di almeno il 40 per cento. Oggi ci troviamo in una situazione che impone uno sforzo ulteriore, per poter raggiungere questi obiettivi entro il 30 giugno 2026. Ci sono 200.000 procedimenti ancora da smaltire nei tribunali e altri 35.000 nelle corti d'appello. Abbiamo un problema di tempi e di durata, perché l'abbattimento dei tempi dei processi davanti ai tribunali del solo 12,2 per cento ci fa capire che probabilmente la stessa modifica del rito con la riforma Cartabia non è stata utile a raggiungere quel risultato, avendo portato a uno stravolgimento del sistema giudiziario. (Applausi).

Oggi quindi ci troviamo di fronte a questo piano straordinario, che richiede tempi ristretti, perché la sua attuazione necessita di alcuni provvedimenti e di alcuni passaggi. Solo nel momento in cui riusciremo ad attuarli in tempi brevi (questo è il motivo per il quale il provvedimento è stato correttamente adottato con decreto-legge), potremo ottenere i risultati desiderati e imposti. Quali sono le misure che vengono richieste? Sono misure sostanzialmente su base volontaria, che richiederanno una collaborazione istituzionale non da poco da parte di tutta la magistratura. Oggi, per certi versi, abbiamo bisogno e chiediamo alla magistratura di aiutare l'Italia a raggiungere gli obiettivi del PNRR.

È per questa ragione che sarà ampliata la possibilità per i magistrati addetti all'Ufficio del massimario dal ruolo presso la Corte di cassazione di svolgere le funzioni giurisdizionali, cioè di andare a fare i processi. Questo piano consente ai giudici di pace di andare in supplenza anche in caso di vacanza di organico, quindi di mancanze stesse di organico, è vero, con tutte le criticità che possono esserci di conseguenza. Stiamo parlando comunque di misure destinate ad avere un termine: non sono strutturali, ma emergenziali.

Si prevede inoltre la possibilità di trasferimento dei magistrati presso le corti d'appello, come vi sarà un piano straordinario di applicazione a distanza di magistrati su base volontaria - anche questo molto particolare - che potranno quindi seguire e definire i procedimenti civili da remoto, agevolando così anche le tempistiche. È chiaro che è su base volontaria e che c'è un meccanismo premiale, nel senso che in questo decreto-legge sono previsti una serie di indennità e di benefici, che speriamo siano in grado di incentivare questo tipo di applicazione. Chiaramente a questi magistrati viene richiesto uno sforzo ulteriore di lavoro.

Vi sarà poi anche la possibilità di riorganizzare il lavoro all'interno degli uffici giudiziari, cercando di applicare, per certi versi, meccanismi quasi imprenditoriali nel mondo della giustizia, che non segue chiaramente i meccanismi imprenditoriali. La giustizia non ha l'obiettivo dei numeri, ma qui invece abbiamo obiettivi numerici. La giustizia ha obiettivi ben diversi, come l'accertamento della verità nei processi o la difesa delle parti; la giustizia è un qualcosa di molto più complicato e dev'essere un obiettivo primario per il nostro ordinamento.

Ci sono poi ulteriori misure che apprezziamo in particolare. Viene differita l'entrata in vigore di alcune modifiche, come l'aumento delle competenze del giudice di pace, sulle quali vi erano già delle criticità, perché gli uffici dei giudici di pace soffrono già oggi di un particolare carico. Parimenti, purtroppo, sarà differita l'entrata in vigore del tribunale per i minorenni e le famiglie.

Questo chiaramente perché, se abbiamo tale misura emergenziale, la dobbiamo affrontare non con la mano sinistra che fa una cosa e la mano destra un'altra.

Vi sarà poi un'altra possibilità, che è il differimento dell'entrata in vigore anche delle modifiche relative alle circoscrizioni giudiziarie, in particolare dell'Aquila e di Chieti, o dell'operatività di alcune sezioni distaccate dei tribunali di Ischia, Lipari e Portoferraio. Anche questo serve a valutare un sistema che, prima di essere ulteriormente modificato, dev'essere un sistema di equilibrio.

Quello che viene chiesto dal mondo della giustizia, per certi versi, è anche un po' di equilibrio e stabilità, per poter creare, analizzare e digerire la stessa norma. Questo è quello che si è fatto, ma ritengo che da parte nostra, come Gruppo parlamentare, sia corretto segnalare anche quello che si dovrà fare.

Il primo intervento riguarda l'ufficio del processo, che è un sistema di supporto all'ufficio (di conseguenza, anche allo stesso magistrato, ma è un supporto dell'ufficio): tale supporto ha dato prova, con l'esperienza, di ottimi risultati. Quello che auspichiamo, essendo sicuri che il Governo sarà sensibile e potrà accogliere anche le nostre richieste, è di andare verso una stabilizzazione del personale dell'ufficio del processo.

Noi, come Lega, lavoreremo da questi banchi per chiedere il maggior numero di stabilizzazioni, per far sì che questo meccanismo di supporto possa essere veramente stabilizzato e possa essere di ausilio all'interno dello stesso processo.

Vi saranno comunque altri meccanismi che potranno essere anche ulteriormente valutati. Oggi abbiamo meccanismi giurisdizionali sulla protezione internazionale che implicano un particolare carico di lavoro; vi sono temi sulla giustizia tributaria che pressano anche la Corte di Cassazione. Insomma, abbiamo un obiettivo di raggiungimento degli obiettivi.

Questo raggiungimento degli obiettivi non lo potremo fare meramente sollevando polemiche su questa questione. Se non raggiungeremo gli obiettivi del PNRR, infatti, non sarà un dispetto al Governo, ma un dispetto che si farà all'intera nostra Nazione.

Per questa ragione, il Gruppo della Lega voterà a favore del provvedimento. (Applausi).

BAZOLI (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BAZOLI (PD-IDP). Signor Presidente, come ricordavano i colleghi, con questo decreto-legge si affronta un tema nevralgico, la organizzazione degli uffici giudiziari per il raggiungimento degli obiettivi del PNRR in tema di giustizia.

Come ha già ricordato poc'anzi la collega Stefani, quando ha detto una cosa che noi condividiamo, ricordo che questi obiettivi sono molto importanti e che l'Italia, in vista dell'erogazione dei finanziamenti del PNRR, si è impegnata con l'Europa a raggiungere obiettivi impegnativi di miglioramento dell'efficienza dei nostri uffici giudiziari.

L'Europa ci ha giustamente impegnato sul miglioramento di uno degli aspetti del funzionamento del nostro Paese che è più deficitario nel rapporto con gli altri, cioè la durata dei procedimenti, sia civili sia penali, e l'arretrato, cioè quella sorta di debito pubblico della giustizia che è in carico agli uffici giudiziari.

Gli obiettivi che ci siamo assunti con l'Europa sono di una riduzione del 40 per cento dei tempi di durata dei processi civili e del 90 per cento dell'arretrato in carico agli uffici giudiziari. Questi obiettivi sono da conseguire entro il 2026. Le verifiche che abbiamo potuto fare sono state attraverso il sito del Ministero, perché, nella discussione di questo decreto-legge, nessuno ha portato queste cifre, né il relatore, né il Governo, quindi è un decreto-legge al buio.

Da questo punto di vista, per quanto abbiamo discusso in Commissione ed in Aula oggi, ad oggi risulta che, rispetto al 90 per cento di riduzione di arretrato, siamo al 70 per cento: manca quindi un 20 per cento di riduzione e, rispetto a una riduzione dei tempi dei processi civili del 40 per cento, siamo a una riduzione del 20 per cento e abbiamo ancora di fatto un anno e mezzo per raggiungere questi obiettivi. Di qui un decreto-legge che dovrebbe servire ad agevolare il miglioramento di queste performance.

La prima cosa che viene da sottolineare rispetto alla scelta di fare questo decreto-legge è la seguente: dov'è stato fino a oggi il Governo italiano? (Applausi). Dov'è stato fino a oggi il Ministro della giustizia, se c'è bisogno di ricorrere a un decreto-legge fatto l'8 agosto? Evidentemente non ci si è pensato prima; evidentemente non si è monitorato abbastanza. Questi obiettivi, onorevoli colleghi, ce li siamo assunti diversi anni fa e sarebbe bastato fare un monitoraggio serio delle performance degli uffici per non ridursi, l'8 agosto, a varare un decreto-legge nella speranza di riuscire a raggiungere obiettivi che evidentemente non si sono perseguiti abbastanza.

In questi tre anni cos'abbiamo fatto noi in Commissione giustizia, grazie alle scelte del Governo? Non ci siamo dedicati a questi aspetti che interessano i cittadini e le imprese italiane, cioè l'efficienza dei nostri uffici giudiziari. No, ci siamo dedicati ad altro: a nuovi reati, a introdurre nuove fattispecie, a cercare di mandare quante più persone in galera possibile. Ci siamo dedicati alla grande madre di tutte le riforme, la separazione delle carriere, che non c'entra nulla con il tema dell'efficienza dei nostri uffici giudiziari. (Applausi). A questo ci siamo dedicati.

Abbiamo però dedicato un'ora di discussione in Commissione, più un'ora e mezza oggi di discussione in Aula, a questo che invece è il tema che interessa tutti, cioè come facciamo a raggiungere gli obiettivi di efficienza che non interessano semplicemente l'Europa. Infatti, non è che quegli obiettivi dobbiamo raggiungerli perché abbiamo bisogno dei soldi dell'Europa. Dobbiamo raggiungerli perché ci allineano agli altri Paesi europei quanto all'efficienza della giustizia (Applausi) e servono ai cittadini e al mondo dell'economia. Per questo sono così importanti ed è inaccettabile che il Governo si svegli l'8 agosto 2025 per cercare di fare un provvedimento, accorgendosi improvvisamente che gli obiettivi sono ancora molto lontani. Questo è il segnale e il simbolo del fallimento della politica sulla giustizia di questo Governo e di questo Ministro, che non ha assolutamente avuto a cuore quello che sta a cuore ai cittadini e alle imprese italiane.

Non devo aggiungere molto rispetto alle parole che ha già detto il collega Zanettin, che, parlando nel merito del provvedimento, ha allineato tutta una serie di perplessità sulle scelte di merito del decreto-legge in esame, tanto che mi sarei aspettato che alla fine avrebbe concluso dicendo: "e per questo il nostro partito si asterrà" o magari "voterà contro", mentre ha detto: "no, ma vediamo anche il bicchiere mezzo pieno", senza spiegare la ragione. La verità è che ha ragione il collega Zanettin, perché se poi andiamo a vedere il merito di queste scelte, che dovrebbero servire a raggiungere quegli obiettivi, sono tutte scelte molto, molto discutibili. Prendere i giudici di pace per spostarli nei tribunali, come ho detto in sede di esame di un emendamento, senza la consapevolezza che oggi gli uffici del giudice di pace sono in una condizione drammatica e senza realizzare che l'idea di spostare nei tribunali i pochissimi giudici di pace che oggi assolvono a una funzione significa paralizzare la giustizia di prossimità dei giudici di pace, è una scelta non comprensibile, sia pure circoscritta al periodo che serve al raggiungimento degli obiettivi del PNRR. Oggi, se c'è un ufficio che invece necessita di avere più risorse, non di esserne spogliato, è l'ufficio del giudice di pace.

Mi soffermo sull'applicazione dei giudici da remoto per la soluzione di controversie: scusate, abbiamo incardinato in Commissione provvedimenti con i quali si dice urbi et orbi che è ora di finirla con i procedimenti da remoto, che bisogna tornare ai procedimenti in presenza, all'udienza in presenza e voi cosa fate? Fate un provvedimento che aumenta a dismisura la possibilità di fare processi da remoto. La contraddizione riuscite a coglierla o no?

Ancora, l'idea che i tirocinanti, cioè i magistrati che hanno superato il concorso, debbano andare a fare sei mesi di tirocinio presso le Corti d'appello, perché oggi queste sono in difficoltà, significa rischiare di portare personale che è ancora in formazione a svolgere attività che dovrebbero essere assegnate a giudici già fortemente formati.

Riteniamo quindi che questo decreto-legge sia l'emblema del fallimento della politica del Governo nel campo della giustizia. È l'emblema di questo fallimento e lo è anche - come ha detto stamattina il nostro collega Verini - del modo con il quale il Governo continua a tenere in considerazione questo Parlamento, perché non è accettabile che per l'ennesima volta ci troviamo costretti a discutere di temi così importanti (cioè gli obiettivi del PNRR quanto alla giustizia e all'efficienza dei nostri uffici giudiziari) solamente in un'ora in Commissione e in un'ora e mezza in Aula, quando avremmo voluto esaminarli in maniera più approfondita.

Questo è inaccettabile e intollerabile. (Applausi).

RASTRELLI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RASTRELLI (FdI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'Aula assembleare non è probabilmente la sede più idonea per azzardare giudizi, replicare a provocazioni e lanciare ammonimenti, ma è sicuramente la sede ideale, l'unica, per pretendere invece la coerenza dei comportamenti e il nitore e la pulizia delle argomentazioni, perché dinanzi a questo provvedimento solo chi nutra insanabili riserve mentali o patologiche forme di pregiudizio può pensare di contestarlo o di contrastarlo, dato che esso, nell'ottica della responsabilità che dovrebbe essere afflato comune e patrimonio condiviso, serve ad avvicinarci a dei risultati, quelli dei target del Piano di ripresa e resilienza, che non sono un obiettivo della maggioranza o del Governo, ma per l'Italia. (Applausi).

Stupisce allora che provengano determinate argomentazioni laddove gli obiettivi sono stati già individuati: la riduzione del 90 per cento della massa dei procedimenti civili pendenti e affidati ai tribunali e alle Corti d'appello. Si tratta di un pregiudizio maturato in una fase pregressa, in cui altra era la responsabilità della conduzione del Ministero della giustizia: l'abbattimento del 40 per cento del disposition time, che riguarda la capacità del nostro sistema di amministrazione della giustizia di recuperare gli arretrati.

Sono obiettivi che possono essere raggiunti soltanto nella massima condivisione, ma ad ascoltare alcune dichiarazioni di voto registro che la vostra riserva mentale è il pregiudizio, vive di pregiudizio, si pasce con il pregiudizio, si ingolla di pregiudizio (Applausi), ed è il pregiudizio di questa stramba e suicida guerra di religione per cui qualunque provvedimento venga dal mondo della giustizia o riguardi l'amministrazione della giustizia viene vissuto come un segnale di allarme rispetto ad altre riforme strutturali che abbiamo proposto, della serie "chi tocca i fili muore". Noi quei fili li stiamo toccando per avere la possibilità di restituire all'Italia un procedimento civile e penale, un processo agile e moderno. (Applausi).

Io rivendico che non si può essere contrari nel merito a questo provvedimento, un decreto-legge che va nel senso della funzionalizzazione delle strutture giudiziarie, impegnando anche quelle la cui mission non sia direttamente riferibile ai target del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che prevede: un incremento delle piante organiche delle corti d'appello, soprattutto di quelle in maggiori difficoltà, che alla data di giugno 2025 non hanno rispettato il raggiungimento degli obiettivi; l'applicazione a distanza, con un piano straordinario per il recupero degli arretrati; soprattutto, poteri straordinari ai capi degli uffici, perché possano riorganizzare il lavoro al loro interno e perché lo sforzo condiviso, che è necessario per vincere questa battaglia, è legato anche a una cultura del risultato, dell'impegno, dell'abnegazione e dello sforzo corale per il bene dell'Italia. (Applausi).

Allora, signor Presidente, come ho già affermato con gravità in Commissione, io trasecolo all'idea e al pensiero che il Movimento 5 Stelle si permetta di invocare maggiori stanziamenti persino su questo provvedimento, dopo aver creato il più grande buco di bilancio che la storia del genere umano ricordi. (Applausi).

Non ammetto poi che il Partito Democratico rivendichi la qualità della giurisdizione, perché nel passato ha contestato a Fratelli d'Italia di aver votato in Italia e in Europa più volte contro il Recovery Plan, perché ritenevamo - lo abbiamo denunciato - che fosse una follia organizzare una riforma così gravosa come quella della giustizia, una riforma orizzontale, una riforma di contesto, cioè una riforma trasversale rispetto a tutti i piani di intervento del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ancorando i proventi comunitari esclusivamente al raggiungimento degli obiettivi quantitativi, con la mortificazione delle garanzie difensive, da un lato, e della qualità della giurisdizione, dall'altro.

Di qui l'esigenza di questi interventi correttivi, mirati e chirurgici, che servono proprio a garantire un beneficio che sarà comune. Credo quindi che oggi i colleghi dell'opposizione abbiano un'occasione straordinaria per vincere sia le riserve mentali sia il pregiudizio. Possono vivere l'ebbrezza di votare almeno una volta a favore dell'interesse nazionale e di questo provvedimento, esattamente come farà il Gruppo Fratelli d'Italia. (Applausi).

PRESIDENTE. Metto ai voti il disegno di legge, composto del solo articolo 1.

È approvato.

Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno

LICHERI Sabrina (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LICHERI Sabrina (M5S). Signor Presidente, riporto in Aula la questione della vertenza Sanac. Parliamo di un'azienda che produce materiali refrattari utilizzati nei procedimenti siderurgici, che ha quattro stabilimenti: uno ad Assemini, in Sardegna, uno a Vado Ligure, in Liguria, uno a Massa Carrara, in Toscana, e uno a Gattinara, in Piemonte.

Ora l'azienda è in amministrazione straordinaria da diversi anni per una serie di difficoltà gestionali e finanziarie che ha vissuto e si sono svolti diversi bandi ‑ credo che siamo al settimo ‑ con l'intento, appunto, di salvarla.

Quali sono stati i problemi che hanno fatto sì che si arrivasse addirittura ad un sesto e a un settimo bando? Una serie di incertezze legate all'acquisto unitario o spacchettato dell'azienda, dubbi che hanno fatto sì che le diverse offerte alla fine venissero ritirate.

Questo tema dello spacchettamento ha preoccupato tantissimo le centinaia di lavoratori coinvolti, perché i commissari spesso lo hanno posto sul tavolo, lo hanno valutato come una possibilità e il Governo, un po' di tempo fa, si era impegnato ad allontanare questa ipotesi e quindi a favorire invece la soluzione dell'acquisto unitario. Ebbene, questa paura si sta però riproponendo, perché nell'ultimo bando è prevista appunto la possibilità dello spacchettamento.

Tramite lei, signor Presidente, chiedo al Governo, nella persona del Ministro competente, di insistere in questo impegno preso tempo fa, quindi di utilizzare tutti gli strumenti in suo possesso affinché si arrivi a una soluzione che trovi conforto nelle aspettative dei lavoratori, anche perché in questo modo si darebbe un segnale molto forte, quello dell'ascolto dei lavoratori e dei territori. (Applausi).

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di giovedì 2 ottobre 2025

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, giovedì 2 ottobre, alle ore 10, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 17,36).

Allegato A

DISEGNO DI LEGGE

Disposizioni per la prevenzione e la cura dell'obesità (1483)

ARTICOLI DA 1 A 6 NEL TESTO FORMULATO DALLA COMMISSIONE IN SEDE REDIGENTE, IDENTICO AL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 1.

Approvato

(Princìpi e finalità)

1. La presente legge detta i princìpi fondamentali in materia di prevenzione e di cura dell'obesità, al fine di garantire la tutela della salute e il miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti affetti da obesità.

2. L'obesità, correlata ad altre patologie di interesse sociale, è una malattia progressiva e recidivante.

Art. 2.

Approvato

(Livelli essenziali di assistenza per i soggetti affetti da obesità)

1. Al fine di assicurare l'equità e l'accesso alle cure, i soggetti affetti da obesità usufruiscono delle prestazioni contenute nei livelli essenziali di assistenza erogati dal Servizio sanitario nazionale.

Art. 3.

Approvato

(Interventi per la prevenzione e la cura dell'obesità)

1. Per il finanziamento di un programma nazionale per la prevenzione e la cura dell'obesità è autorizzata la spesa di 700.000 euro per l'anno 2025, di 800.000 euro per l'anno 2026 e di 1,2 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2027.

2. Le risorse di cui al comma 1 sono ripartite tra le regioni con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, ai fini dell'adozione di iniziative volte:

a) alla prevenzione dello stato di sovrappeso e dell'obesità, in particolare infantile, e delle relative complicanze nonché al miglioramento della cura delle persone con obesità;

b) al sostegno e alla promozione dell'allattamento al seno quale nutrimento necessario a prevenire l'obesità infantile, sostenendone la continuità almeno fino al sesto mese di età, come indicato dall'Organizzazione mondiale della sanità, anche nei luoghi di lavoro e negli asili nido;

c) alla responsabilizzazione dei genitori nella scelta di un'alimentazione equilibrata per i propri figli e sull'importanza di limitare il consumo giornaliero di alimenti e di bevande con un elevato apporto energetico e con scarse qualità nutrizionali;

d) ad agevolare l'inserimento delle persone con obesità nelle attività scolastiche, lavorative e sportivo-ricreative;

e) alla promozione delle attività sportive e della conoscenza delle principali regole alimentari nelle scuole primaria e secondaria di primo e di secondo grado, finalizzate a migliorare lo stile di vita degli studenti;

f) alla promozione, nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche di cui alla lettera e), di iniziative didattiche extracurricolari per lo svolgimento di attività sportive e per rendere gli studenti consapevoli dell'importanza di un corretto stile di vita;

g) alla diffusione, mediante campagne di informazione, tramite i mass media e le reti di prossimità, in collaborazione con gli enti locali, le farmacie, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, di regole semplici ed efficaci per un corretto stile di vita;

h) all'educazione sulla corretta profilassi dell'obesità e dello stato di sovrappeso;

i) a promuovere la più ampia conoscenza dei centri per i disturbi alimentari e per l'assistenza alle persone con obesità esistenti, in modo da favorire l'accesso a tali strutture anche in una prospettiva di prevenzione delle malattie connesse all'obesità.

3. Al fine di promuovere la formazione e l'aggiornamento, in materia di obesità e di sovrappeso, degli studenti universitari, dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e del personale del Servizio sanitario nazionale che intervengono nei processi di prevenzione, diagnosi e cura dell'obesità, è autorizzata la spesa di 400.000 euro annui a decorrere dall'anno 2025. Con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'università e della ricerca, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le misure volte a dare attuazione al presente comma, anche al fine di assicurare il rispetto del limite di spesa di cui al primo periodo.

Art. 4.

Approvato

(Istituzione dell'Osservatorio per lo studio dell'obesità)

1. È istituito, presso il Ministero della salute, l'Osservatorio per lo studio dell'obesità (OSO).

2. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro della salute, con proprio decreto, definisce la composizione dell'OSO, prevedendo la partecipazione di rappresentanti del Ministero della salute, del Ministero dell'istruzione e del merito nonché delle società scientifiche maggiormente rappresentative nelle discipline della nutrizione e dell'alimentazione. Ai componenti dell'OSO non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati.

3. L'OSO contribuisce alla redazione del programma nazionale di cui all'articolo 3, verifica l'attuazione degli obiettivi e delle azioni previsti nel programma stesso da parte delle regioni e delle province autonome e svolge compiti di monitoraggio, studio e diffusione di stili di vita corretti. L'Osservatorio opera con strutture, mezzi e personale in dotazione al Ministero della salute, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

4. Il Ministro della salute presenta annualmente alle Camere una relazione aggiornata sui dati epidemiologici e diagnostico-terapeutici acquisiti dall'OSO e sulle nuove conoscenze scientifiche in materia di obesità.

Art. 5.

Approvato

(Informazione)

1. Il Ministero della salute individua, promuove e coordina azioni di informazione, di sensibilizzazione e di educazione rivolte alla popolazione e finalizzate a sviluppare la conoscenza di un corretto stile di alimentazione e di nutrizione nonché a favorire la pratica dell'attività fisica e la lotta contro la sedentarietà, anche mediante le amministrazioni locali, gli istituti scolastici, le farmacie, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e le reti socio-sanitarie di prossimità. Ai fini dell'attuazione del primo periodo è autorizzata la spesa di 100.000 euro annui a decorrere dall'anno 2025.

Art. 6.

Approvato

(Disposizioni finanziarie)

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione degli articoli 3, commi 1 e 3, e 5, comma 1, pari a 1,2 milioni di euro per l'anno 2025, a 1,3 milioni di euro per l'anno 2026 e a 1,7 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2027, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 377, della legge 30 dicembre 2024, n. 207.

2. Salvo quanto previsto dal comma 1, le amministrazioni competenti provvedono all'attuazione della presente legge con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

DISEGNO DI LEGGE DICHIARATO ASSORBITO

Disposizioni per il riconoscimento dell'obesità come malattia cronica e strategie di prevenzione, contrasto e presa in carico del paziente (1074)

ARTICOLI DA 1 A 8

Art. 1.

(Principi e finalità)

1. La presente legge detta i princìpi fondamentali in materia di prevenzione e di cura dell'obesità, al fine di garantire la tutela della salute e il miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti affetti da obesità.

2. L'obesità è riconosciuta come patologia cronica sociale e invalidante, secondo quanto stabilito dalla legge.

Art. 2.

(Inserimento dell'assistenza ai soggetti affetti da obesità nei livelli essenziali di assistenza)

1. Al fine di garantire e assicurare l'equità e l'accesso alle cure, l'assistenza ai soggetti affetti da obesità rientra nei livelli essenziali di assistenza (LEA), che danno diritto all'esenzione della partecipazione alla spesa, ai sensi dell'allegato 8 annesso al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 18 marzo 2017.

2. Agli oneri derivanti dall'attuazione del comma 1 si provvede mediante destinazione delle risorse stanziate per l'aggiornamento dei LEA di cui all'articolo 1, comma 235, della legge 30 dicembre 2023, n. 213.

Art. 3.

(Inserimento dell'obesità nel Piano nazionale della cronicità)

1. Ai fini della prevenzione e della cura della patologia, lo Stato inserisce l'obesità nel Piano nazionale della cronicità, di cui all'accordo tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano del 15 settembre 2016.

2. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano predispongono, nell'ambito dei rispettivi piani sanitari, nel rispetto del Piano nazionale della cronicità, ogni idonea iniziativa diretta a fronteggiare l'obesità.

Art. 4.

(Piano nazionale di contrasto all'obesità)

1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge il Ministero della salute provvede alla pubblicazione del « Piano nazionale di contrasto all'obesità », coerentemente con le Linee di indirizzo per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell'obesità e i princìpi della missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

2. Nella definizione del Piano, il Ministero della salute identifica le azioni specifiche da intraprendere in materia di prevenzione, diagnosi e trattamento dell'obesità adulta e pediatrica, tra cui la definizione delle Linee di indirizzo nazionali sui percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali sull'obesità per l'adulto e a livello pediatrico, e delinea la rete territoriale dei centri per i modelli organizzativi di assistenza per la cura dell'obesità.

3. Il Piano, di durata triennale, determina le politiche nazionali in tema di prevenzione, diagnosi e cura dell'obesità e in particolare definisce:

a) la prevenzione e la diagnosi dell'obesità adulta e infantile, anche attraverso campagne di screening basate sulla stratificazione del rischio;

b) la garanzia del pieno accesso alle cure e ai servizi psicologici e chirurgici e ai trattamenti nutrizionali e farmaceutici;

c) l'istituzione di reti regionali per l'assistenza alla persona con obesità e la loro integrazione con i centri preposti alla chirurgia bariatrica, le farmacie sul territorio, le case e gli ospedali di comunità, secondo un modello Hub and Spoke, anche in coordinamento con l'assistenza domiciliare attraverso i servizi di sanità digitale;

d) la formazione e aggiornamento degli studenti universitari, dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e del personale del Servizio sanitario nazionale che intervengono nei processi di prevenzione, diagnosi e cura dell'obesità, nonché dei farmacisti;

e) la promozione di campagne informative e di sensibilizzazione volte al riconoscimento della patologia, degli stili di vita sani e al contrasto dello stigma e della discriminazione sociale.

Art. 5.

(Istituzione dell'Osservatorio per lo studio dell'obesità)

1. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con proprio decreto, il Ministro della salute, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, istituisce, presso il Ministero medesimo, l'Osservatorio per lo studio dell'obesità, di seguito denominato « Osservatorio ». Con il medesimo decreto è definita la composizione dell'Osservatorio, assicurando la partecipazione di rappresentanti del Ministero dell'istruzione e del merito nonché delle società scientifiche maggiormente rappresentative in materia di nutrizione e di alimentazione.

2. L'Osservatorio contribuisce alla stesura del Piano di cui all'articolo 4, verifica l'attuazione degli obiettivi e delle azioni previsti nel Piano stesso da parte delle regioni e delle province autonome e svolge compiti di monitoraggio, studio e diffusione di stili di vita corretti. L'Osservatorio opera con strutture, mezzi e personale in dotazione al Ministero della salute, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Art. 6.

(Screening della popolazione nelle farmacie)

1. Ai sensi dell'articolo 1, comma 403, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, i servizi per la diagnosi e gli screening della popolazione per l'obesità sono inseriti tra i servizi erogati dalle farmacie, in via sperimentale, al fine di individuare i soggetti patologici attraverso la misurazione dell'indice di massa corporea e di prevenire l'insorgenza della patologia.

2. Ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, l'identificazione e il trattamento dei soggetti obesi sono inseriti tra gli obiettivi definiti dall'accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale.

Art. 7.

(Copertura finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, ad eccezione dell'articolo 2, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.

Art. 8.

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

________________

N.B. Disegno di legge dichiarato assorbito a seguito dell'approvazione del disegno di legge n. 1483.

DISEGNO DI LEGGE DICHIARATO ASSORBITO

Disposizioni in materia di prevenzione e cura dell'obesità (1510)

ARTICOLI DA 1 A 3

Art. 1.

(Incremento della dotazione del fondo per la prevenzione e la cura dell'obesità)

1. Al fine di finanziare interventi in materia di prevenzione e cura dell'obesità, il fondo di cui all'articolo 1, comma 377, della legge 30 dicembre 2024, n. 207, è incrementato di 10 milioni di euro annui.

2. Con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro il 31 marzo di ciascun anno, previa intesa in sede di Conferenza unificata, sentito il Ministro dell'istruzione e del merito, sono definiti i criteri e le modalità di funzionamento del fondo di cui al comma 1, nonché gli ambiti di progetto ammissibili al finanziamento.

Art. 2.

(Campagne informative di prevenzione)

1. Per il perseguimento delle finalità del fondo di cui all'articolo 1, comma 1, a decorrere dall'anno 2025, è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro annui per finanziare campagne informative a livello regionale, finalizzate a promuovere la conoscenza dei rischi derivanti dai disturbi della nutrizione e dai regimi di alimentazione non salubri, a favorire l'informazione sui benefici derivanti dall'attività fisica e a promuovere le iniziative e i percorsi terapeutici e assistenziali organizzati nell'ambito dei piani regionali e provinciali.

2. I criteri di ripartizione delle risorse di cui al comma 1, nonché le modalità di impiego delle medesime, sono definiti con decreto del Ministro della salute, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.

Art. 3.

(Copertura finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, pari a 12 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.

________________

N.B. Disegno di legge dichiarato assorbito a seguito dell'approvazione del disegno di legge n. 1483.

DISEGNO DI LEGGE

Istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone (body shaming) (1562)

ARTICOLI DA 1 A 6 NEL TESTO FORMULATO DALLA COMMISSIONE IN SEDE REDIGENTE, IDENTICO AL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 1.

Approvato

(Istituzione della Giornata nazionale contro il body shaming)

1. La Repubblica riconosce il giorno 16 maggio quale Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone (body shaming), di seguito denominata « Giornata nazionale », al fine di sensibilizzare i cittadini sulla gravità dei comportamenti offensivi che hanno come obiettivo la denigrazione del corpo di una persona e di promuovere ogni iniziativa utile a prevenire e contrastare le condotte volte a denigrare e ridicolizzare una persona per il suo aspetto fisico.

2. La Giornata nazionale non determina gli effetti civili di cui alla legge 27 maggio 1949, n. 260.

3. Il colore simbolo della Giornata nazionale è il fucsia, scelto per rappresentare l'ottimismo dinamico e l'evoluzione personale che porta all'affermazione di se stessi.

Art. 2.

Approvato

(Iniziative per la celebrazione della Giornata nazionale)

1. In occasione della Giornata nazionale le istituzioni pubbliche, le organizzazioni della società civile e le associazioni e gli enti del Terzo settore possono promuovere iniziative finalizzate alla sensibilizzazione e alla prevenzione del body shaming, quali convegni, eventi, dibattiti, incontri, cerimonie, manifestazioni culturali e campagne informative e sociali.

2. Le iniziative di cui al comma 1 sono finalizzate a:

a) prevenire e contrastare il fenomeno del body shaming;

b) favorire l'informazione e la sensibilizzazione sul problema della discriminazione basata sull'aspetto fisico;

c) incentivare la promozione dell'accettazione del proprio corpo e il rispetto di quello degli altri nonché della salute fisica e psicologica;

d) promuovere un uso consapevole delle piattaforme sociali telematiche, sviluppare una consapevolezza critica delle immagini ideali e ritoccate nelle piattaforme medesime e nella pubblicità nonché promuovere un uso consapevole del linguaggio e delle tecnologie digitali, rispettoso della reputazione altrui.

Art. 3.

Approvato

(Celebrazione della Giornata nazionale nelle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione e formazione)

1. Nella Giornata nazionale, le istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione e formazione, nell'ambito della loro autonomia, possono promuovere e organizzare iniziative didattiche, percorsi di studio, momenti comuni di riflessione, eventi, dibattiti, incontri dedicati alla comprensione e all'approfondimento del fenomeno delle discriminazioni fisiche e delle conseguenze che ne derivano sulla salute fisica e psicologica delle persone colpite nonché a promuovere l'accettazione del proprio corpo.

Art. 4.

Approvato

(Campagne informative e di sensibilizzazione)

1. Le istituzioni pubbliche, le organizzazioni della società civile e le associazioni e gli enti del Terzo settore possono promuovere campagne informative e di sensibilizzazione sul tema del body shaming attraverso l'utilizzo dei mezzi di comunicazione telematici.

2. Le campagne di cui al comma 1 sono finalizzate a:

a) sensibilizzare l'opinione pubblica sulla gravità del body shaming, sulle eventuali responsabilità penali derivanti dai comportamenti riconducibili a tale fenomeno e sulla necessità di contrastarlo;

b) fornire informazioni sulle conseguenze del body shaming sulla salute fisica e psicologica delle persone che ne sono vittime;

c) promuovere l'accettazione del proprio corpo e il rispetto di quello degli altri;

d) promuovere un uso consapevole delle piattaforme sociali telematiche, sviluppare una consapevolezza critica delle immagini ideali e ritoccate nelle piattaforme medesime e nella pubblicità nonché promuovere un uso consapevole del linguaggio e delle tecnologie digitali, rispettoso della reputazione altrui.

Art. 5.

Approvato

(Informazione radiofonica, televisiva e multimediale nella Giornata nazionale)

1. La società concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, secondo le disposizioni del contratto di servizio, può assicurare adeguati spazi ai temi connessi alla Giornata nazionale nell'ambito della programmazione televisiva pubblica nazionale e regionale.

Art. 6.

Approvato

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni competenti provvedono ai relativi adempimenti nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

DISEGNO DI LEGGE DICHIARATO ASSORBITO

Istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone (body shaming) (650)

ARTICOLI DA 1 A 7

Art. 1.

(Istituzione della Giornata nazionale contro il body shaming)

1. La Repubblica riconosce il 16 maggio come Giornata nazionale contro il body-shaming, di seguito denominata « Giornata nazionale », al fine di sensibilizzare i cittadini sulla gravità dei comportamenti offensivi che hanno come obiettivo la denigrazione del corpo di una persona nonché promuovere ogni iniziativa utile a prevenire e contrastare condotte volte a denigrare e ridicolizzare una persona per il suo aspetto fisico.

2. La Giornata nazionale non determina gli effetti civili di cui alla legge 27 maggio 1949, n. 260.

Art. 2.

(Iniziative per la celebrazione della Giornata nazionale)

1. In occasione della Giornata nazionale le istituzioni pubbliche, le organizzazioni della società civile e le associazioni promuovono iniziative finalizzate alla sensibilizzazione e alla prevenzione del body shaming quali convegni, eventi, dibattiti, incontri, cerimonie, manifestazioni culturali, campagne informative e sociali.

2. Le iniziative di cui al comma 1 possono essere finalizzate a:

a) prevenire e contrastare il fenomeno del body shaming;

b) favorire l'informazione e la sensibilizzazione sul problema della discriminazione basata sull'aspetto fisico;

c) incentivare la promozione dell'accettazione del proprio corpo e il rispetto di quello degli altri, nonché della salute fisica e psicologica;

d) promuovere un uso consapevole del linguaggio e delle tecnologie digitali, rispettoso della reputazione altrui.

Art. 3.

(Celebrazione della Giornata nazionale negli istituti scolastici di ogni ordine e grado)

1. In occasione della Giornata nazionale, le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, nell'ambito della loro autonomia, promuovono e organizzano iniziative didattiche, percorsi di studio, momenti comuni di riflessione, eventi, dibattiti, incontri dedicati alla comprensione e all'approfondimento del fenomeno delle discriminazioni fisiche e delle conseguenze che ne derivano sulla salute fisica e psicologica delle persone colpite, nonché volti a promuovere l'accettazione del proprio corpo.

Art. 4.

(Campagne informative e di sensibilizzazione)

1. Le istituzioni pubbliche, le organizzazioni della società civile e le associazioni promuovono campagne informative e di sensibilizzazione sul tema del body shaming attraverso l'utilizzo dei mezzi di comunicazione web.

2. Le campagne di cui al comma 1 sono finalizzate a:

a) sensibilizzare l'opinione pubblica sulla gravità del body shaming e sulla necessità di contrastarlo;

b) fornire informazioni relative alle conseguenze del body shaming sulla salute fisica e psicologica delle persone colpite;

c) promuovere l'accettazione del proprio corpo e il rispetto di quello degli altri;

d) promuovere un uso consapevole del linguaggio e delle tecnologie digitali, rispettoso della reputazione altrui.

Art. 5.

(Informazione radiofonica, televisiva e multimediale nella Giornata nazionale)

1. La società concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, secondo le disposizioni del contratto di servizio, assicura adeguati spazi a temi connessi alla Giornata nazionale nell'ambito della programmazione televisiva pubblica nazionale e regionale.

Art. 6.

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Le amministrazioni interessate provvedono all'attuazione della presente legge con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica

Art. 7.

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

________________

N.B. Disegno di legge dichiarato assorbito a seguito dell'approvazione del disegno di legge n. 1562.

DISEGNO DI LEGGE DISCUSSO AI SENSI DELL'ARTICOLO 44, COMMA 3, DEL REGOLAMENTO

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 agosto 2025, n. 117, recante misure urgenti in materia di giustizia (1660)

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 1.

1. Il decreto-legge 8 agosto 2025, n. 117, recante misure urgenti in materia di giustizia, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.

2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

________________

N.B. Approvato il disegno di legge composto del solo articolo 1.

ALLEGATO RECANTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

All'articolo 1:

al comma 1, dopo le parole: « Componente 1 » sono inserite le seguenti: « , Riforma 1.4, », le parole: « dall'articolo 115, comma 3, del » sono sostituite dalle seguenti: « dall'articolo 115, comma 3, dell'ordinamento giudiziario, di cui al » e le parole: « comma 3 del regio decreto » sono sostituite dalle seguenti: « comma 3, dell'ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto »;

al comma 2, al primo periodo, le parole: « dell'articolo 110 del » sono sostituite dalle seguenti: « dell'articolo 110 dell'ordinamento giudiziario, di cui al » e dopo le parole: « Componente 1 » sono inserite le seguenti: « , Riforma 1.4, », e, al secondo periodo, dopo le parole: « il Consiglio superiore della magistratura provvede » sono inserite le seguenti: « nel termine di quindici giorni »;

al comma 3, le parole: « all'articolo 13 » sono sostituite dalle seguenti: « agli articoli 13 e 30-bis, comma 1, »;

dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:

« 3-bis. All'articolo 29, comma 9, del decreto legislativo 13 luglio 2017, n. 116, le parole: "successivo a quello di immissione nel ruolo" sono soppresse ».

All'articolo 2:

al comma 1, primo periodo, dopo le parole: « Componente 1 » sono inserite le seguenti: « , Riforma 1.4, »;

al comma 2, le parole: « dall'entrata in vigore » sono sostituite dalle seguenti: « dalla data di entrata in vigore »;

al comma 3, secondo periodo, le parole: « 30 giungo 2026 » sono sostituite dalle seguenti: « 30 giugno 2026 »;

dopo il comma 4 è inserito il seguente:

« 4-bis. Entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, nei limiti di spesa stabiliti dal comma 6, il Consiglio superiore della magistratura bandisce una nuova procedura di interpello, avente a oggetto i posti rimasti scoperti all'esito della procedura di cui al comma 2 presso le sedi di corte d'appello individuate a norma del comma 1, e delibera il trasferimento dei magistrati che ne fanno richiesta »;

dopo il comma 5 è inserito il seguente:

« 5-bis. Le disposizioni dell'articolo 3, comma 1, della legge 4 maggio 1998, n. 133, si interpretano nel senso che a decorrere dal 9 ottobre 2010 al coniuge dipendente statale di un magistrato ordinario trasferito ad una sede disagiata si applica l'articolo 17 della legge 28 luglio 1999, n. 266 »;

al comma 6, le parole: « al comma 4 » sono sostituite dalle seguenti: « ai commi 4 e 4-bis ».

All'articolo 3:

al comma 1, primo periodo, le parole: « dall'articolo 110 del » sono sostituite dalle seguenti: « dall'articolo 110 dell'ordinamento giudiziario, di cui al » e dopo le parole: « Componente 1 » sono inserite le seguenti: « , Riforma 1.4, »;

al comma 2, il terzo periodo è sostituito dal seguente: « La deliberazione che bandisce la procedura di interpello fissa un termine, non superiore a quindici giorni dalla sua pubblicazione, per la presentazione della domanda di applicazione a distanza »;

al comma 4, le parole: « terzo periodo, » sono soppresse e la parola: « propongono » è sostituita dalla seguente: « presentano »;

al comma 5, primo periodo, la parola: « proposizione » è sostituita dalla seguente: « presentazione »;

al comma 7, primo periodo, le parole: « tiene le udienze » sono sostituite dalle seguenti: « svolge le udienze »;

al comma 8 sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: « e, in caso contrario, chiede al Consiglio superiore della magistratura di disporre la cessazione anticipata dell'applicazione a distanza del magistrato medesimo »;

al comma 9, primo periodo, dopo le parole: « della applicazione » sono inserite le seguenti: « a distanza » e dopo le parole: « maturi per la decisione, » è inserita la seguente: « individuandoli »;

al comma 11, al primo periodo, dopo le parole: « prevista dall'articolo 2 » sono inserite le seguenti: « , commi 1 e 2, » e, al terzo periodo, le parole: « , nonché con altre indennità » sono soppresse.

All'articolo 4:

al comma 1, primo periodo, dopo le parole: « individuati dal Consiglio superiore » sono inserite le seguenti: « della magistratura »;

al comma 2, primo periodo, dopo le parole: « In attuazione del piano » sono inserite le seguenti: « di cui al comma 1 » e le parole: « 7-ter, del regio decreto » sono sostituite dalle seguenti: « 7-ter dell'ordinamento giudiziario, di cui al citato regio decreto »;

al comma 3, primo periodo, dopo le parole: « Nell'elaborazione del piano » sono inserite le seguenti: « di cui al comma 1 » e le parole: « rientranti delle materie » sono sostituite dalle seguenti: « rientranti nelle materie »;

al comma 4, dopo le parole: « Il piano » sono inserite le seguenti: « di cui al comma 1 »;

dopo il comma 4 sono aggiunti i seguenti:

« 4-bis. Al fine di agevolare il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione della durata attesa dei processi civili previsto dalla Missione 1, Componente 1, Riforma 1.4, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per l'anno 2026 conserva efficacia, quanto all'individuazione del carico esigibile, il programma per la gestione dei procedimenti civili e penali pendenti di cui all'articolo 37 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, redatto dal capo dell'ufficio giudiziario per l'anno 2025. Il termine previsto dall'articolo 37, comma 1, del medesimo decreto-legge n. 98 del 2011 è differito al 31 gennaio 2027.

4-ter. I termini previsti dall'articolo 7-bis, comma 2.5, dell'ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, per l'approvazione, da parte del Consiglio superiore della magistratura, dei progetti tabellari degli uffici giudicanti nonché i termini previsti dall'articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 20 febbraio 2006, n. 106, per l'approvazione dei progetti organizzativi per le procure della Repubblica per il quadriennio 2026-2029 sono prorogati di sessanta giorni ».

All'articolo 5:

al comma 1, alinea, le parole: « bandito con il decreto ministeriale 9 ottobre 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 81 del 24 ottobre 2023 » sono sostituite dalle seguenti: « indetto con il decreto del Ministro della giustizia 9 ottobre 2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4ª serie speciale, n. 78 del 13 ottobre 2023, come rettificato ai sensi del decreto del Ministro della giustizia 19 ottobre 2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4ª serie speciale, n. 81 del 24 ottobre 2023, ».

All'articolo 6:

al comma 1, dopo le parole: « le parole » è inserito il seguente segno d'interpunzione: « : »;

il comma 2 è sostituito dal seguente:

« 2. Al decreto legislativo 13 luglio 2017, n. 116, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) l'articolo 28 è abrogato;

b) all'articolo 32:

1) al comma 3, le parole: "31 ottobre 2025" sono sostituite dalle seguenti: "31 ottobre 2026";

2) il comma 4 è abrogato »;

al comma 3, le parole: « n. 69 del 2013, » sono sostituite dalle seguenti: « n. 69 del 2013 »;

al comma 7, lettera a), numero 4), dopo le parole: « di cui al comma 13 » è inserito il seguente segno d'interpunzione: « , »;

al comma 9, dopo le parole: « le parole », ovunque ricorrono, è inserito il seguente segno d'interpunzione: « : », le parole: « presente legge, » sono sostituite dalle seguenti: « presente legge » ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: « Resta ferma, fino alla prima formazione dell'elenco di cui al citato articolo 10, comma 2, della legge n. 55 del 2024, la possibilità di esercitare le professioni di pedagogista, di educatore professionale socio-pedagogico e di educatore nei servizi educativi per l'infanzia anche qualora non sia stata presentata la domanda di iscrizione ai sensi del medesimo articolo 10, comma 2, della legge n. 55 del 2024 ».

All'articolo 7:

al comma 1:

alla lettera a), dopo le parole: « le parole » è inserito il seguente segno d'interpunzione: « : »;

alla lettera b), capoverso, primo periodo, le parole: « quest'ultimo, determina » sono sostituite dalle seguenti: « quest'ultimo determina »;

al comma 2, le parole: « della presente disposizione » sono sostituite dalle seguenti: « del presente decreto ».

Dopo l'articolo 7 è inserito il seguente:

« Art. 7-bis. - (Modifiche al codice del processo amministrativo in materia di giurisdizione esclusiva sui provvedimenti dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale e altre disposizioni per agevolare l'adempimento spontaneo dei provvedimenti medesimi) - 1. Al fine di agevolare il raggiungimento, entro il 30 giugno 2026, degli obiettivi previsti in materia di processo civile dal Piano nazionale di ripresa e resilienza mediante la devoluzione del contenzioso relativo alle controversie riguardanti i provvedimenti di competenza dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, al codice del processo amministrativo, di cui all'allegato 1 al decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 119, comma 1, dopo la lettera b) è inserita la seguente:

"b-bis) i provvedimenti adottati dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale";

b) all'articolo 133, comma 1, lettera l), sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: ", e dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale".

2. Ai fini della deflazione del contenzioso mediante l'adempimento spontaneo delle prescrizioni impartite dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, l'Agenzia medesima, nell'esercizio delle proprie funzioni sanzionatorie, può assegnare al soggetto inadempiente, nei casi di motivata impossibilità, un congruo termine per la realizzazione degli adempimenti, ivi compresi quelli relativi alle misure di sicurezza, previsti dalla normativa di riferimento. Con il regolamento di cui all'articolo 17, comma 4-quater, del decreto-legge 14 giugno 2021, n. 82, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2021, n. 109, sono stabiliti i presupposti e le modalità per l'attuazione del primo periodo del presente comma ».

Dopo l'articolo 8 è inserito il seguente:

« Art. 8-bis. - (Autorizzazione di spesa per le finalità di cui all'articolo 97-ter delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, in materia di accertamento della fattibilità tecnica di particolari modalità di controllo dell'esecuzione di provvedimenti dell'autorità giudiziaria) - 1. Per le finalità di cui all'articolo 97-ter delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, è autorizzata, in favore del Ministero dell'interno, la spesa di 30 milioni di euro per l'anno 2025.

2. Agli oneri derivanti dal comma 1, pari a 30 milioni di euro per l'anno 2025, si provvede mediante corrispondente utilizzo di quota parte delle somme versate all'entrata del bilancio dello Stato ai sensi dell'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 20 giugno 2012, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 131, che, alla data del 16 settembre 2025, non sono state riassegnate ai pertinenti programmi e restano, pertanto, acquisite all'entrata del bilancio dello Stato ».

All'articolo 9:

al comma 1, lettera b):

al numero 3), dopo la parola: « Ferma » è inserita la seguente: « restando »;

al numero 5), capoverso 12-bis, primo periodo, la parola: « , rinnovano » è sostituita dalla seguente: « rinnovano »;

al numero 6):

al capoverso 12-ter, le parole: « l'entrata » sono sostituite dalle seguenti: « la data di entrata » e le parole: « dalla entrata » sono sostituite dalle seguenti: « dalla data di entrata »;

al capoverso 12-quater, primo periodo, le parole: « dalla entrata » sono sostituite dalle seguenti: « dalla data di entrata » e dopo le parole: « agli articoli 840-bis » sono inserite le seguenti: « , secondo comma, ».

All'articolo 10:

al comma 1, le parole: « , della Missione » sono sostituite dalle seguenti: « della missione »;

al comma 2, al primo periodo, le parole: « all'articolo 3 » sono sostituite dalle seguenti: « agli articoli 3 e 8-bis » e, al secondo periodo, la parola: « previste » è sostituita dalla seguente: « disponibili ».

All'allegato 1, Tabella B:

le parole: « Magistrati ordinari » sono sostituite dalle seguenti: « N. Magistrati ordinari »;

dopo le parole: « dal 1° luglio 2026. » sono aggiunti i seguenti segni d'interpunzione: « ". ».

ARTICOLO 1 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Articolo 1.

(Disposizioni in materia di applicazione di magistrati e di giudici onorari di pace)

1. Fino al 30 giugno 2026, il primo presidente della Corte di cassazione, al fine di garantire la celere definizione dei procedimenti pendenti in relazione al rispetto dei tempi previsti dalla Missione 1, Componente 1, Riforma 1.4, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, può applicare i magistrati addetti all'ufficio del massimario e del ruolo alle sezioni della Corte per lo svolgimento delle funzioni giurisdizionali di legittimità in materia civile, oltre il limite previsto dall'articolo 115, comma 3, dell'ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, e fino ad un numero massimo di cinquanta magistrati, anche in deroga ai requisiti di anzianità di servizio e alla valutazione di professionalità richiesti dal citato articolo 115, comma 3, dell'ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto.

2. Fino al 30 giugno 2026, ai fini dell'applicazione dell'articolo 110 dell'ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto n. 12 del 1941, sono sempre ritenute imprescindibili e prevalenti le esigenze di celere definizione dei procedimenti pendenti in relazione al rispetto dei tempi previsti dalla Missione 1, Componente 1, Riforma 1.4, del Piano nazionale di ripresa e resilienza. In questi casi il Consiglio superiore della magistratura provvede nel termine di quindici giorni ai sensi del comma 3-bis del medesimo articolo 110 e non si applica il comma 6.

3. Fino al 30 giugno 2026, in deroga agli articoli 13 e 30-bis, comma 1, del decreto legislativo 13 luglio 2017, n. 116, il giudice onorario di pace può essere destinato in supplenza anche per ragioni relative alle vacanze nell'organico dei giudici professionali.

3-bis. All'articolo 29, comma 9, del decreto legislativo 13 luglio 2017, n. 116, le parole: « successivo a quello di immissione nel ruolo » sono soppresse.

EMENDAMENTI E ORDINE DEL GIORNO

1.1

Cucchi, De Cristofaro, Magni

Improcedibile

Al comma 1, sostituire la parola: "cinquanta" con la parola: "cento".

1.2

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improcedibile

Al comma 1 sostituire la parola: "cinquanta" con la seguente: "ottanta".

1.3

Lopreiato, Bilotti (*)

Respinto

Al comma 2, secondo periodo, sopprimere le parole: «e non si applica il comma 6».

________________

(*) Aggiungono la firma in corso di seduta la senatrice Cucchi e i restanti componenti del Gruppo Misto-AVS e il senatore Scalfarotto.

1.4

Lopreiato, Bilotti

Respinto

Sopprimere il comma 3.

1.5

Rossomando, Bazoli, Mirabelli, Verini

Improcedibile

Dopo il comma 3 inserire il seguente: «3-bis. Al fine di supportare l'azione di abbattimento dell'arretrato civile e delle pendenze civili e penali, la celere definizione dei procedimenti giudiziari, nonché in ausilio delle ulteriori linee di progetto in materia di digitalizzazione e di edilizia giudiziaria, anche al fine di continuare a supportare le linee di progetto ricomprese nel PNRR assicurando la piena operatività delle strutture organizzative denominate »Ufficio per il processo«, costituite ai sensi dell'articolo 16-octies del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, il personale reclutato con il profilo di addetto all'Ufficio per il Processo - da inquadrare tra il personale del Ministero della giustizia tramite concorso pubblico- al termine del contratto di lavoro di cui all'articolo 11, comma 1, del decreto legge 9 giugno 2021, n. 80, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2021, n. 113, può accedere ad un contratto a tempo indeterminato presso l'amministrazione assegnataria previo colloquio selettivo e all'esito della valutazione positiva dell'attività lavorativa svolta, nei limiti dei posti disponibili della vigente dotazione organica nell'ambito del Piano triennale dei fabbisogni dell'amministrazione giudiziaria, in deroga a quanto previsto dall'articolo 20, del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 20, nonché in deroga ai limiti assunzionali previsti dalla normativa vigente in materia di turn over, alle previsioni di cui all'articolo 4, comma 5, del decreto-legge 31 agosto 2013 n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, e di cui all'articolo 30, comma 2-bis, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Agli oneri derivanti dal presente comma, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.»

     Conseguentemente, alla rubrica aggiungere infine le seguenti parole: "nonché per il funzionamento dell'Ufficio per il Processo)

1.6

Rossomando, Bazoli, Mirabelli, Verini

Improcedibile

Dopo il comma 3 inserire il seguente: "3-bis. Anche al fine di continuare a supportare le linee di progetto ricomprese nel PNRR assicurando la piena operatività delle strutture organizzative denominate »Ufficio per il processo«, costituite ai sensi dell'articolo 16-octies del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, il personale reclutato con il profilo di addetto all'Ufficio per il Processo - da inquadrare tra il personale del Ministero della giustizia tramite concorso pubblico- presso i Tribunali di sorveglianza al termine del contratto di lavoro di cui all'articolo 11, comma 1, del decreto legge 9 giugno 2021, n. 80, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2021, n. 113, può accedere ad un contratto a tempo indeterminato presso l'amministrazione assegnataria previo colloquio selettivo e all'esito della valutazione positiva dell'attività lavorativa svolta, nei limiti dei posti disponibili della vigente dotazione organica nell'ambito del Piano triennale dei fabbisogni dell'amministrazione giudiziaria, in deroga a quanto previsto dall'articolo 20 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 20, nonché in deroga ai limiti assunzionali previsti dalla normativa vigente in materia di turn over, alle previsioni di cui all'articolo 4, comma 5, del decreto-legge 31 agosto 2013 n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, e di cui all'articolo 30, comma 2-bis, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Agli oneri derivanti dal presente comma, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307".

     Conseguentemente, alla rubrica aggiungere infine le seguenti parole: "nonché per il funzionamento dell'Ufficio per il Processo presso i Tribunali di sorveglianza)

1.7

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improcedibile

Dopo il comma 3-bis. aggiungere, in fine, i seguenti:

          "3-ter. Al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi previsti in materia di efficientamento dei procedimenti civili e penali, richiesta dal Piano strutturale di medio termine 2025-2029, che rappresenta una delle misure necessarie per poter accedere alla proroga del periodo di aggiustamento del piano di bilancio strutturale a medio termine, secondo quanto indicato dall'art. 14 del Reg. UE 2024/1263 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2024, alla legge 30 dicembre 2024, n. 207 , articolo 1, al comma 135, le parole «2.600 unità nell'area dei funzionari e di 400 unità nell'area degli assistenti del contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-2021 - comparto Funzioni centrali. Per le finalità di cui al primo periodo è autorizzata la spesa di 68.176.819 euro per l'anno 2026 e di 136.353.638 euro annui a decorrere dall'anno 2027.» sono sostituite dalle seguenti: «10.350 unità nell'area dei funzionari e di 2.645 unità nell'area degli assistenti del contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-2021 - comparto Funzioni centrali, con corrispondente aumento della dotazione organica del medesimo Ministero.

          3-quater. All'articolo 1 della legge 30 dicembre 2024, n. 207, dopo il comma 135 è inserito il seguente: «135-bis. Per le stesse finalità di cui al comma 135, il Segretariato generale della Giustizia amministrativa è autorizzato a stabilizzare nei propri ruoli i dipendenti assunti a tempo determinato ai sensi dell'articolo 11, comma 1, terzo periodo del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2021, n. 113, che hanno lavorato per almeno ventiquattro mesi continuativi nella qualifica ricoperta e risultano in servizio alla data del 30 giugno 2026, previa selezione comparativa sulla base dei distretti territoriali e degli uffici centrali, con possibilità di scorrimento tra i distretti, nei limiti di un contingente massimo di 250 unità nell'area dei funzionari e di 76 unità nell'area degli assistenti del contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-2021 - comparto Funzioni centrali, con corrispondente aumento della dotazione organica del medesimo Segretariato generale della Giustizia amministrativa.

          3-quinquies. Agli oneri derivanti dai commi 3-ter e 3-quater, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307»

________________

N.B. La parte evidenziata in neretto è improponibile

G1.1

Cucchi, De Cristofaro, Magni

V. testo 2

Il Senato,

     premesso che:

          il provvedimento all'esame AS 1660, introduce disposizioni urgenti in materia di giustizia al fine di agevolare il raggiungimento degli obiettivi previsti nel settore della giustizia dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) entro il 30 giugno 2026;

          l'articolo 1 - allo scopo di consentire l'utilizzo più ampio e celere possibile delle risorse disponibili necessarie al perseguimento della riduzione della durata dei processi imposta dal PNRR - da un lato, amplia temporaneamente le possibilità di impiego dei magistrati addetti all'Ufficio del massimario e del ruolo presso la Corte di cassazione e, dall'altro, consente di destinare in supplenza i giudici onorari di pace per ragioni relative alle vacanze nell'organico dei magistrati togati;

          l'articolo 3 prevede un piano straordinario di applicazione a distanza, su base volontaria, di magistrati ordinari per la definizione da remoto di procedimenti civili allo scopo di favorire il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione dell'arretrato e della durata dei processi civili previsto dalla Missione 1, Componente 1 del PNRR;

          in questi anni di Governo, sebbene fossero chiari a tutti obiettivi e tempi del PNRR, quando si è intervenuti, lo si è fatto - come in questo caso - con decretazione d'urgenza e mai con una proposta di legge, magari di iniziativa parlamentare, che potesse coinvolgere adeguatamente le forze politiche anche di opposizione;

          se fino a tre anni fa il cosiddetto disposition time stava assumendo una tendenza positiva, ora si attesta invece su numeri assolutamente insoddisfacenti e il provvedimento in esame non reca le giuste soluzioni a tali problemi. Non prevede, ad esempio, la stabilizzazione dei funzionari addetti all'Ufficio per il processo;

          come testimonia uno studio della Banca d'Italia nei tribunali che in rapporto ai procedimenti iscritti hanno impiegato un numero di nuovi addetti all'Ufficio per il processo superiore alla mediana, la variazione percentuale del numero dei procedimenti definiti è stata di quattro punti superiore a quella degli altri tribunali. L'effetto è stato più forte nelle materie caratterizzate, in media, da una durata più elevata e nei tribunali che risultavano ex ante più efficienti. La maggiore capacità di definire i processi, in particolare quelli più complessi, si è riflessa positivamente sulla riduzione dell'arretrato e della durata dei procedimenti,

     impegna il Governo

          ad accompagnare l'attuazione delle misure recate dal provvedimento in esame con ulteriori interventi anche normativi volti ad agevolare il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione della durata attesa dei processi civili previsto dalla Missione 1, Componente 1, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, adottando tutti i provvedimenti necessari affinché gli addetti di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 151, possano essere impiegati presso gli uffici giudiziari destinatari, anche al fine di redigere l'elenco dei procedimenti civili per i quali risulti conclusa l'attività istruttoria e redigere, per ciascuno dei procedimenti, la bozza di proposta conciliativa, sulla base delle risultanze istruttorie, da sottoporre al giudice titolare della causa.

G1.1 (testo 2)

Cucchi, De Cristofaro, Magni

Accolto

Il Senato,

     impegna il Governo:

          ad accompagnare l'attuazione delle misure recate dal provvedimento in esame con ulteriori interventi anche normativi volti ad agevolare il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione della durata attesa dei processi civili previsto dalla Missione 1, Componente 1, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, adottando tutti i provvedimenti necessari affinché gli addetti di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 151, possano essere impiegati presso gli uffici giudiziari destinatari, anche al fine di redigere l'elenco dei procedimenti civili per i quali risulti conclusa l'attività istruttoria e redigere, per ciascuno dei procedimenti, la bozza di proposta conciliativa, sulla base delle risultanze istruttorie, da sottoporre al giudice titolare della causa.

1.0.1

Rossomando, Bazoli, Mirabelli, Verini

Improcedibile

Dopo l'articolo inserire il seguente:

"Art. 1-bis.

(Stabilizzazione dei precari del PNRR della Giustizia ordinaria e amministrativa)

          «1. All'articolo 1, comma 135 della legge 30 dicembre 2024, n. 207, le parole «2.600 unità nell'area dei funzionari e di 400 unità nell'area degli assistenti del contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-2021 - comparto Funzioni centrali. Per le finalità di cui al primo periodo è autorizzata la spesa di 68.176.819 euro per l'anno 2026 e di 136.353.638 euro annui a decorrere dall'anno 2027.» sono sostituite con le parole «10.350 unità nell'area dei funzionari e di 2.645 unità nell'area degli assistenti del contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-2021 - comparto Funzioni centrali, con corrispondente aumento della dotazione organica del medesimo Ministero.»

          2. All'articolo 1 della legge 30 dicembre 2024, n. 207, dopo il comma 135 è inserito il seguente comma 135-bis:

          «135-bis. Per le stesse finalità di cui al comma 135, il Segretariato generale della Giustizia amministrativa è autorizzato a stabilizzare nei propri ruoli i dipendenti assunti a tempo determinato ai sensi dell'articolo 11, comma 1, terzo periodo del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2021, n. 113, che hanno lavorato per almeno ventiquattro mesi continuativi nella qualifica ricoperta e risultano in servizio alla data del 30 giugno 2026, previa selezione comparativa sulla base dei distretti territoriali e degli uffici centrali, con possibilità di scorrimento tra i distretti, nei limiti di un contingente massimo di 250 unità nell'area dei funzionari e di 76 unità nell'area degli assistenti del contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-2021 - comparto Funzioni centrali, con corrispondente aumento della dotazione organica del medesimo Segretariato generale della Giustizia amministrativa.

          3. Agli oneri derivanti dal presente articolo, pari a 100 milioni di euro per l'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307»

________________

N.B. La parte evidenziata in neretto è improponibile

1.0.2

Lopreiato, Bilotti

Improcedibile

Dopo l'articolo inserire il seguente:

«Art. 1-bis

(Scorrimento graduatorie giudici onorari di pace)

          1. Allo scopo di consentire l'utilizzo più ampio e celere possibile delle risorse disponibili necessarie al perseguimento della riduzione della durata dei processi imposta dal PNRR, e rispondere, unitamente alle esigenze del turn over, al necessario e tempestivo potenziamento di personale, nell'ottica della maggiore efficacia ed efficienza delle risorse pubbliche e di riduzione dei costi di reclutamento, le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per la copertura di nuovi posti e per i posti vacanti in organico presso gli Uffici per il Processo, in corrispondenza dei titoli e delle professionalità richieste, ricorrono allo scorrimento, fino ad esaurimento, della graduatoria del bando del Ministero della Giustizia del 15.4.2022 - Anno CXLIII, numero 7, per la copertura di circa 658 posti di giudici onorari.».

ARTICOLO 2 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Articolo 2.

(Incentivi al trasferimento presso le corti d'appello)

1. Presso le corti d'appello che, al 30 giugno 2025, non hanno raggiunto gli obiettivi previsti dalla Missione 1, Componente 1, Riforma 1.4, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e che sono individuate dal Consiglio superiore della magistratura con deliberazione adottata entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto possono essere destinati, in numero non superiore a venti, magistrati che abbiano conseguito almeno la prima valutazione di professionalità e siano provenienti da sedi diverse da quelle individuate dal Consiglio nonché da distretti di corte di appello diversi da quelli oggetto della domanda di trasferimento. Il termine previsto dall'articolo 194 dell'ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, non opera per i tramutamenti nelle sedi individuate ai sensi del primo periodo.

2. Nel termine di quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto il Consiglio superiore della magistratura definisce la procedura deliberando il trasferimento dei magistrati che ne hanno fatto richiesta.

3. Entro dieci giorni dalla comunicazione della deliberazione di cui al comma 1, il capo dell'ufficio giudiziario individuato predispone un programma di definizione dei procedimenti civili maturi per la decisione, tra quelli delle macro-materie rilevanti ai fini del raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1. Con successivo provvedimento immediatamente esecutivo, definisce un piano di smaltimento e assegna i procedimenti ai magistrati trasferiti in forza del procedimento di cui al presente articolo in modo tale che ne sia garantita l'utile definizione entro il 30 giugno 2026. Il piano e i provvedimenti conseguenti sono comunicati al Consiglio superiore della magistratura.

4. Al magistrato trasferito ai sensi del comma 2 è attribuita, per il periodo di effettivo servizio nella sede e per un massimo di due anni, un'indennità mensile determinata in misura pari all'importo mensile dello stipendio tabellare previsto per il magistrato ordinario con tre anni di anzianità. L'effettivo servizio non include i periodi di congedo straordinario, di aspettativa per qualsiasi causa, di astensione facoltativa previsti dagli articoli 32 e 47, commi 1 e 2, del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, e di sospensione dal servizio per qualsiasi causa. L'indennità di cui al primo periodo non è cumulabile con quella prevista dall'articolo 13, primo e secondo comma, della legge 2 aprile 1979, n. 97. Al magistrato trasferito ai sensi del comma 2 l'aumento previsto dall'articolo 12, secondo comma, della legge 26 luglio 1978, n. 417, compete in misura pari a nove volte l'ammontare della indennità integrativa speciale in godimento.

4-bis. Entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, nei limiti di spesa stabiliti dal comma 6, il Consiglio superiore della magistratura bandisce una nuova procedura di interpello, avente a oggetto i posti rimasti scoperti all'esito della procedura di cui al comma 2 presso le sedi di corte d'appello individuate a norma del comma 1, e delibera il trasferimento dei magistrati che ne fanno richiesta.

5. Si applicano gli articoli 3 e 5 della legge 4 maggio 1998, n. 133.

5-bis. Le disposizioni dell'articolo 3, comma 1, della legge 4 maggio 1998, n. 133, si interpretano nel senso che a decorrere dal 9 ottobre 2010 al coniuge dipendente statale di un magistrato ordinario trasferito ad una sede disagiata si applica l'articolo 17 della legge 28 luglio 1999, n. 266.

6. Per l'attuazione delle disposizioni di cui ai commi 4 e 4-bis è autorizzata la spesa di euro 584.372 per l'anno 2025, di euro 1.221.432 per l'anno 2026 e di euro 916.074 per l'anno 2027, cui si provvede ai sensi dell'articolo 10.

EMENDAMENTI

2.1

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improcedibile

Al comma 1 sostituire la parola: «venti» con la seguente: «quaranta» e, dopo il comma 1, inserire il seguente: «1-bis. Presso le corti d'appello di cui al comma 1, il Ministero della Giustizia può destinare, in numero non superiore a cento, unità di personale amministrativo - direttori amministrativi, funzionari giudiziari, contabili, bibliotecari, cancellieri, assistenti giudiziari, operatori giudiziari, conducenti di automezzi e ausiliari, provenienti da sedi nonché da distretti di corte di appello diversi da quelli oggetto della domanda di trasferimento. Al personale trasferito ai sensi del presente comma per il periodo di effettivo servizio nella sede e per un massimo di due anni, è riconosciuto un ulteriore trattamento accessorio della retribuzione a titolo di indennità correlato e proporzionato alle particolari condizioni di lavoro.».

2.2

Lopreiato, Bilotti

Respinto

Al comma 1, primo periodo, sostituire la parola: «prima» con la seguente: «terza».

ARTICOLO 3 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Articolo 3.

(Applicazioni a distanza di magistrati ordinari)

1. In deroga a quanto previsto dall'articolo 110 dell'ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, il Consiglio superiore della magistratura, al fine di agevolare il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione della durata attesa dei processi civili previsto dalla Missione 1, Componente 1, Riforma 1.4, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, dispone un'applicazione straordinaria a distanza, su base volontaria, di magistrati, anche fuori ruolo, fino a un numero massimo di cinquecento, presso gli uffici giudiziari di primo grado individuati ai sensi del comma 2. L'applicazione a distanza ha ad oggetto la definizione da remoto di almeno cinquanta procedimenti civili, individuati secondo le modalità previste dal comma 9.

2. Entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Consiglio superiore della magistratura, con propria deliberazione, individua gli uffici giudiziari destinatari delle applicazioni a distanza nonché il numero dei magistrati da applicare per ogni ufficio giudiziario, in relazione al livello di raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1 e indipendentemente dalla copertura dell'organico dell'ufficio giudiziario destinatario. Con la deliberazione di cui al primo periodo, il Consiglio elenca gli uffici giudiziari destinatari dell'applicazione a distanza, ordinandoli secondo la gravità dello scostamento rispetto al raggiungimento degli obiettivi indicati al comma 1, e bandisce la procedura di interpello. La deliberazione che bandisce la procedura di interpello fissa un termine, non superiore a quindici giorni dalla sua pubblicazione, per la presentazione della domanda di applicazione a distanza.

3. Sono ammessi a partecipare all'interpello previsto dal comma 2 i magistrati ordinari che svolgono funzioni giudicanti presso uffici giudiziari diversi da quelli destinatari delle applicazioni. Sono altresì ammessi a partecipare i magistrati collocati fuori ruolo che svolgevano funzioni giudicanti al momento del collocamento fuori dal ruolo organico. Sono esclusi i magistrati fuori ruolo in sedi situate al di fuori del territorio nazionale.

4. Nel termine e secondo le modalità stabiliti dall'interpello di cui al comma 2, i magistrati interessati presentano domanda di applicazione a distanza, dichiarandosi contestualmente disponibili a definire, da remoto, i procedimenti civili di cui al comma 1, secondo periodo.

5. Il Consiglio superiore della magistratura, entro dieci giorni dalla scadenza del termine per la presentazione della domanda, dispone l'applicazione a distanza, secondo l'ordine di presentazione delle domande, presso gli uffici giudiziari individuati ai sensi del comma 2. Il magistrato applicato a distanza rimane in servizio presso l'ufficio di appartenenza. L'applicazione a distanza è comunicata all'ufficio di appartenenza del magistrato.

6. L'applicazione ha termine il 30 giugno 2026. Se il magistrato applicato a distanza definisce i cinquanta procedimenti civili assegnati ai sensi del comma 9 prima della scadenza del termine indicato al primo periodo, il capo dell'ufficio giudiziario destinatario dell'applicazione, con le medesime modalità di cui al comma 9, può assegnare al magistrato, che abbia manifestato la propria disponibilità, ulteriori cinquanta procedimenti civili da definire improrogabilmente entro il 30 giugno 2026.

7. Il magistrato applicato a distanza svolge le udienze da remoto ai sensi dell'articolo 127-bis del codice di procedura civile, o dispone il deposito di note scritte ai sensi dell'articolo 127-ter del medesimo codice. Se almeno una delle parti chiede che l'udienza si svolga in presenza ai sensi del secondo comma, secondo periodo, dell'articolo 127-bis e il giudice ritiene l'istanza fondata, rimette la causa al capo dell'ufficio per la riassegnazione a un magistrato dell'ufficio. In tal caso, al magistrato applicato è assegnato un ulteriore procedimento. Nel caso di sostituzione dell'udienza con il deposito di note scritte, se tutte le parti si oppongono o se, nel caso previsto dall'articolo 128 del codice di procedura civile, si oppone anche una sola parte, il giudice dispone che l'udienza si svolga mediante collegamenti audiovisivi. Se con l'opposizione di cui al quarto periodo almeno una delle parti ha chiesto che l'udienza si svolga in presenza, si applicano le disposizioni di cui al secondo e terzo periodo. Il magistrato applicato a distanza partecipa alle camere di consiglio mediante i medesimi collegamenti audiovisivi previsti dal primo periodo.

8. Il capo dell'ufficio giudiziario a cui appartiene il magistrato applicato a distanza verifica periodicamente che la produttività di quest'ultimo non sia inferiore a quella media della sezione alla quale è assegnato e, in caso contrario, chiede al Consiglio superiore della magistratura di disporre la cessazione anticipata dell'applicazione a distanza del magistrato medesimo.

9. Entro dieci giorni dalla comunicazione della deliberazione di cui al comma 2, il capo dell'ufficio giudiziario destinatario della applicazione a distanza predispone un programma di definizione dei procedimenti civili maturi per la decisione, individuandoli tra quelli delle macro-materie rilevanti ai fini del raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1. Con successivo provvedimento immediatamente esecutivo, assegna i procedimenti ai magistrati applicati a distanza. Il programma e i provvedimenti conseguenti sono comunicati al Consiglio superiore della magistratura.

10. Il capo dell'ufficio giudiziario destinatario delle applicazioni a distanza vigila sull'andamento del programma di definizione e comunica al Consiglio superiore della magistratura e al Ministero della giustizia, al termine del periodo di applicazione, il numero di procedimenti definiti dai magistrati applicati a distanza, indicandone altresì gli estremi.

11. Il magistrato applicato a distanza ha diritto a un'indennità di disponibilità in misura corrispondente al triplo dell'indennità mensile prevista dall'articolo 2, commi 1 e 2, della legge 4 maggio 1998, n. 133, corrisposta al termine del periodo di applicazione e alla condizione che, entro il termine medesimo, il magistrato abbia definito i cinquanta procedimenti civili assegnati ai sensi del comma 9. Nel caso di cui al comma 6, secondo periodo, al magistrato applicato a distanza è corrisposta una ulteriore indennità pari a quella di cui al primo periodo del presente comma, a condizione che abbia definito, entro il termine dell'applicazione, altri cinquanta procedimenti civili. L'indennità non è cumulabile con quella prevista dal primo e dal secondo comma dell'articolo 13 della legge 2 aprile 1979, n. 97. Il magistrato applicato a distanza ha altresì diritto, ai fini del primo trasferimento in uffici di grado pari a quello presso il quale presta servizio, a un punteggio di anzianità aggiuntivo pari a 0,16.

12. Per l'attuazione delle disposizioni di cui al comma 11, una quota delle risorse di cui alla Missione 1, Componente 1, Investimento 1.8 « Procedure di assunzione per i tribunali civili, penali e amministrativi », del PNRR, nel limite di euro 15.273.824 per l'anno 2026, è versata, nel corrispondente anno, dai conti correnti di cui all'articolo 1, comma 1038, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, all'entrata del bilancio dello Stato, per la successiva riassegnazione ai pertinenti capitoli di spesa dello stato di previsione del Ministero della giustizia.

EMENDAMENTI

3.1

Lopreiato, Bilotti

Respinto

Sopprimere l'articolo.

3.2

Lopreiato, Bilotti

Respinta la parte evidenziata in neretto; preclusa la restante parte

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 3

(Impiego addetti ufficio per il processo e proposta di conciliazione)

          1. Al fine di agevolare il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione della durata attesa dei processi civili previsto dalla Missione 1, Componente 1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, gli addetti di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 10 ottobre 2022 n. 151, possono essere impiegati presso gli uffici giudiziari destinatari, anche al fine di redigere l'elenco dei procedimenti civili per i quali risulti conclusa l'attività istruttoria ed al fine di redigere, per ciascuno dei procedimenti, bozza di proposta conciliativa, sulla base delle risultanze istruttorie, da sottoporre al giudice titolare della causa.

          2. Il giudice, ove ritenga condivisibile la bozza di proposta conciliativa, ovvero dopo aver apportato le eventuali modifiche o integrazioni che ritenga necessarie, comunica con decreto alle parti la proposta conciliativa e fissa un'udienza per la discussione e la raccolta delle volontà delle parti o, in alternativa alla fissazione dell'udienza, assegna alle parti un termine, non inferiore a dieci giorni e non superiore a venti giorni, per depositare la manifestazione di accettazione o rigetto della proposta. Fino a cinque giorni prima della scadenza del suddetto termine, ciascuna parte può chiedere la fissazione di apposita udienza di discussione della proposta conciliativa.

          3. I commi 1 e 2 non si applicano ai procedimenti civili nei quali siano state formulate eccezioni preliminari di rito o di merito idonee, ove accolte, a definire il giudizio. In questo caso, gli addetti agli uffici per il processo sottopongono i fascicoli in ordine di iscrizione a ruolo ai magistrati titolari, al fine di fissare un'udienza per la discussione delle eccezioni in contraddittorio e l'eventuale decisione sulla definizione o prosecuzione del giudizio.».

3.3

Lopreiato, Bilotti

Precluso

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 3

(Impiego addetti ufficio per il processo)

          1. Al fine di agevolare il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione della durata attesa dei processi civili previsto dalla Missione 1, Componente 1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, gli addetti di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 10 ottobre 2022 n. 151, possono essere impiegati presso gli uffici giudiziari destinatari anche per redigere l'elenco dei procedimenti civili in cui siano state formulate eccezioni preliminari, di rito e o di merito, idonee, ove accolte, a definire il giudizio e sottopongono i fascicoli in ordine di iscrizione a ruolo ai magistrati titolari, al fine di fissare l'udienza per la discussione delle eccezioni in contraddittorio e l'eventuale decisione sulla definizione o prosecuzione del giudizio.».

3.4

Lopreiato, Bilotti

Improcedibile

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 3

(Disposizioni in materia di applicazione di giudici ausiliari presso i Tribunali)

          1. In deroga a quanto previsto dall'articolo 63, comma 2, del decreto-legge n. 69 del 2013, fino al 30 giugno 2026, al fine di agevolare il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione della durata attesa dei processi civili previsto dalla Missione 1, Componente 1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Consiglio Superiore della Magistratura applica i magistrati ausiliari di Corte d'appello, per lo svolgimento delle funzioni giurisdizionali in materia civile, presso gli uffici giudiziari di primo grado, facenti parte del distretto di corte di appello ove risultano assegnati, per la definizione di almeno cento procedimenti civili ciascuno, individuati secondo le modalità previste dal comma 2.

          2. Il capo dell'ufficio giudiziario destinatario della applicazione predispone un programma di definizione dei procedimenti civili maturi per la decisione, tra quelli delle macro-materie rilevanti ai fini del raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1. Con successivo provvedimento immediatamente esecutivo, assegna i procedimenti ai magistrati applicati. Il programma e i provvedimenti conseguenti sono comunicati al Consiglio superiore della magistratura».

3.5

Lopreiato, Bilotti

Respinto

Apportare le seguenti modifiche:

          a) all'articolo sopprimere le parole: «a distanza» ovunque ricorrano;

          b) al comma 1, sostituire le parole: «anche fuori ruolo», con le seguenti: «fuori ruolo ovvero in pensione da non più di tre anni,» e sopprimere il secondo periodo;

          c) al comma 3, sostituire il primo periodo con il seguente: «Sono ammessi a partecipare all'interpello previsto dal comma 2 i magistrati ordinari in pensione da non più di tre anni che, nei quattro anni precedenti alla quiescenza, abbiano svolto funzioni giudicanti»;

          d) al comma 4, sostituire le parole: «dichiarandosi contestualmente disponibili a definire, da remoto,» con le seguenti: «dichiarando contestualmente la preferenza per una o più sedi tra quelle individuate ai sensi del comma 2»;

          e) al comma 5, sopprimere il secondo ed il terzo periodo;

          f) sopprimere il comma 7 e 8;

          g) sostituire il comma 9 con il seguente: «Entro dieci giorni dalla comunicazione della deliberazione di cui al comma 2, il capo dell'ufficio giudiziario destinatario dell'applicazione forma il ruolo da assegnare ad ogni magistrato applicato, dando priorità ai procedimenti civili relativi alle macro-materie rilevanti ai fini del raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1»;

          h) sopprimere il comma 10.

3.6

Lopreiato, Bilotti

Respinto

All'articolo apportare le seguenti modifiche:

          a) al comma 1, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «con esclusione di quelli in cui siano state espletate prove orali»;

          b) al comma 9, primo periodo, dopo le parole: «maturi per la decisione,» inserire le seguenti: «con esclusione di quelli in cui siano state espletate prove orali,».

3.7

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Respinto

Al comma 2, dopo la parola: « magistrati» inserire le seguenti: "anche onorari stabilizzati«.

3.8

Cucchi, De Cristofaro, Magni

Respinto

Al comma 2, primo periodo, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «con priorità per quelli con maggiore arretrato».

3.9

Cucchi, De Cristofaro, Magni

Respinto

Al comma 6, secondo periodo, sostituire le parole: «ulteriori cinquanta procedimenti» con le seguenti: «ulteriori procedimenti in numero concordato con lo stesso magistrato».

3.0.1

Lopreiato, Bilotti

Improcedibile

Dopo l'articolo inserire il seguente:

«Art. 3-bis

(Modifiche alla legge 30 dicembre 2024, n. 207)

          1. Al fine di assicurare, nell'ambito di una più ampia possibilità di stabilizzazione del personale in servizio presso l'ufficio per il processo, in coerenza con il Piano strutturale di bilancio di medio termine per gli anni 2025-2029, nell'immediato, lo scorrimento delle graduatorie in corso di validità per l'integrale copertura dei posti previsti dalla Missione 1, Componente 1, Investimento 1.8, del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), così da rendere lo stesso ufficio per il processo pienamente funzionale al raggiungimento degli obiettivi del PNRR e, in prospettiva, lo stabile potenziamento degli uffici giudiziari, con particolare riguardo a quelli per i quali sussistono le maggiori carenze di organico, all'articolo 1, comma 135, della legge 30 dicembre 2024, n. 207, sono apportate le seguenti modificazioni:

          a) al primo periodo, le parole: «2.600» sono sostituite dalle seguenti: «6.000»;

          b) al medesimo periodo, le parole: «400» sono sostituite dalle seguenti: «1000».».

3.0.2

Cucchi, De Cristofaro, Magni

Respinto

Dopo l'articolo inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

(Proroga contratti addetti all'ufficio per il processo)

          1. La giustizia ordinaria è autorizzata a prorogare i contratti degli addetti all'ufficio per il processo di cui all'articolo 11 del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2021, n. 113, fino al 30 giugno 2026 nei limiti di spesa dell'autorizzazione di spesa di cui al comma 7, lettera a), del medesimo articolo.

ARTICOLO 4 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Articolo 4.

(Poteri straordinari dei capi degli uffici)

1. I capi degli uffici individuati ai sensi degli articoli 2, comma 1, e 3, comma 2, entro dieci giorni dalla comunicazione dei provvedimenti del Consiglio superiore della magistratura previsti dalle medesime norme, predispongono un piano straordinario, anche in deroga alle previsioni dell'articolo 37 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, e, in particolare, in deroga ai limiti dei carichi esigibili di lavoro individuati dal Consiglio superiore della magistratura, che consenta il conseguimento degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il piano straordinario è predisposto tenendo conto del disposto dell'articolo 7-ter, comma 2-bis, dell'ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, e in maniera tale che la deroga ai limiti dei carichi esigibili non comprometta la qualità del servizio e della prestazione lavorativa dei magistrati.

2. In attuazione del piano di cui al comma 1 possono essere derogati i criteri di assegnazione degli affari, nonché riassegnati affari già assegnati, in deroga alle ordinarie procedure di variazione tabellare e di riassegnazione degli affari previste dagli articoli 7-bis e 7-ter dell'ordinamento giudiziario, di cui al citato regio decreto n. 12 del 1941. Il piano e i provvedimenti conseguenti sono immediatamente esecutivi e sono trasmessi al Consiglio superiore della magistratura, per la successiva approvazione.

3. Nell'elaborazione del piano di cui al comma 1 il capo dell'ufficio può disporre che i magistrati assegnatari di affari in materie estranee alle macroaree interessate dal piano, ai quali sono assegnati, in forza del piano, fascicoli in materie rientranti nelle macroaree interessate possono posporre la trattazione dei primi per dare prevalenza a quelli rientranti nelle materie indicate nel piano. Qualora il piano sia rispettato, si considerano giustificati gli eventuali ritardi nel compimento degli atti relativi agli affari già assegnati nelle materie estranee, purché siano conseguenza della partecipazione al piano. Della positiva partecipazione al piano da parte del singolo magistrato il Consiglio superiore della magistratura tiene conto ai fini di ogni successiva valutazione che lo riguarda.

4. Il piano di cui al comma 1 e i provvedimenti conseguenti cessano di avere ogni efficacia il 30 giugno 2026.

4-bis. Al fine di agevolare il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione della durata attesa dei processi civili previsto dalla Missione 1, Componente 1, Riforma 1.4, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per l'anno 2026 conserva efficacia, quanto all'individuazione del carico esigibile, il programma per la gestione dei procedimenti civili e penali pendenti di cui all'articolo 37 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, redatto dal capo dell'ufficio giudiziario per l'anno 2025. Il termine previsto dall'articolo 37, comma 1, del medesimo decreto-legge n. 98 del 2011 è differito al 31 gennaio 2027.

4-ter. I termini previsti dall'articolo 7-bis, comma 2.5, dell'ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, per l'approvazione, da parte del Consiglio superiore della magistratura, dei progetti tabellari degli uffici giudicanti nonché i termini previsti dall'articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 20 febbraio 2006, n. 106, per l'approvazione dei progetti organizzativi per le procure della Repubblica per il quadriennio 2026-2029 sono prorogati di sessanta giorni.

EMENDAMENTO

4.1

Lopreiato, Bilotti

Respinto

Sopprimere il comma 3.

ARTICOLO 5 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Articolo 5.

(Disposizioni in materia di tirocinio dei magistrati ordinari)

1. In deroga a quanto previsto dall'articolo 10, comma 1, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2025, n. 15, e dall'articolo 1, comma 381, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, nonché in deroga a quanto previsto dagli articoli 18, comma 1, primo periodo, e 21, comma 1, del decreto legislativo 30 gennaio 2006, n. 26, il tirocinio dei magistrati ordinari dichiarati idonei all'esito del concorso indetto con il decreto del Ministro della giustizia 9 ottobre 2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4ª serie speciale, n. 78 del 13 ottobre 2023, come rettificato ai sensi del decreto del Ministro della giustizia 19 ottobre 2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4ª serie speciale, n. 81 del 24 ottobre 2023, e nominati con decreto ministeriale adottato a norma dell'articolo 8 del decreto legislativo 5 aprile 2006, n. 160, ha la durata di diciotto mesi e si svolge con le seguenti modalità:

a) una sessione della durata di quattro mesi, anche non consecutivi, presso la Scuola superiore della magistratura, disciplinata dall'articolo 20 del decreto legislativo n. 26 del 2006;

b) una sessione della durata di quattordici mesi, anche non consecutivi, presso gli uffici giudiziari di primo e di secondo grado, articolata in quattro periodi:

1) il primo periodo, della durata di sei mesi, presso le corti di appello, disciplinato con apposita delibera del Consiglio superiore della magistratura e consistente nella partecipazione all'attività giurisdizionale nella materia civile, compresa la partecipazione alla camera di consiglio;

2) il secondo periodo, della durata di tre mesi, presso i tribunali, consistente nella partecipazione all'attività giurisdizionale, compresa la partecipazione alla camera di consiglio, relativa alle controversie o ai reati rientranti nella competenza del tribunale in composizione collegiale e monocratica, in maniera che sia garantita al magistrato ordinario in tirocinio la formazione di un'equilibrata esperienza nei diversi settori;

3) il terzo periodo, della durata di un mese, presso le procure della Repubblica presso i tribunali;

4) il quarto periodo, della durata di quattro mesi, presso un ufficio corrispondente a quello di prima destinazione del magistrato ordinario in tirocinio.

EMENDAMENTI E ORDINE DEL GIORNO

5.1

Lopreiato, Bilotti

Respinto

Al comma 1, apportare le seguenti modifiche:

          a) alla lettera a), sostituire la parola: «quattro» con la seguente: «tre»;

          b) alla lettera b) apportare le seguenti modifiche:

          1) all'alinea sostituire la parola: «quattordici», con la seguente: «quindici»;

          2) al numero 1) sostituire la parola: «sei» con la seguente: «due»;

          3) al numero 2), sostituire la parola: «tre» con la seguente: «quattro»;

          4) al numero 3) sostituire le parole: «un mese» con le seguenti: «cinque mesi».

5.2

Lopreiato, Bilotti

Respinto

Al comma 1, lettera b), sostituire i numeri 1) e 2) con i seguenti:

          «1) il primo periodo, della durata di sei mesi, presso i tribunali, consistente nella partecipazione all'attività giurisdizionale, compresa la partecipazione alla camera di consiglio, relativa alle controversie o ai reati rientranti nella competenza del tribunale in composizione collegiale e monocratica, in maniera che sia garantita al magistrato ordinario in tirocinio la formazione di un'equilibrata esperienza nei diversi settori;

          2) il secondo periodo, della durata di tre mesi, presso le corti di appello, disciplinato con apposita delibera del Consiglio superiore della magistratura e consistente nella partecipazione all'attività giurisdizionale nella materia civile, compresa la partecipazione alla camera di consiglio;».

G5.1

Cucchi, De Cristofaro, Magni

Accolto come raccomandazione

Il Senato,

      premesso che:

          il provvedimento in esame introduce disposizioni urgenti in materia di giustizia al fine di agevolare il raggiungimento degli obiettivi previsti nel settore della giustizia dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) entro il 30 giugno 2026;

          in questi anni di Governo, sebbene fossero chiari a tutti obiettivi e tempi del PNRR, quando si è intervenuti, lo si è fatto - come in questo caso - con decretazione d'urgenza e mai con una proposta di legge, magari di iniziativa parlamentare, che potesse coinvolgere adeguatamente le forze politiche anche di opposizione;

          se fino a tre anni fa il cosiddetto disposition time stava assumendo una tendenza positiva, ora si attesta invece su numeri assolutamente insoddisfacenti e il provvedimento in esame non reca le giuste soluzioni a tali problemi;

          l'articolo 5 introduce una disciplina eccezionale con riguardo alla durata del tirocinio previsto per i magistrati ordinari dichiarati idonei all'esito del concorso bandito con decreto ministeriale 9 ottobre 2023 (tuttora in corso di svolgimento), prevedendo che i primi sei mesi del tirocinio si svolgano presso le corti di appello, con la partecipazione all'attività giurisdizionale nella materia civile;

          il contrasto alla violenza di genere e la formazione dei magistrati sono strettamente correlati: la formazione specializzata, guidata dalla Scuola superiore della magistratura e basata sulle linee guida del Consiglio superiore della magistratura (CSM), è fondamentale per un trattamento efficace dei procedimenti relativi a questi reati, poiché essa mira ad una maggiore specializzazione degli operatori giudiziari e ad una cooperazione inter-istituzionale più efficace, garantendo la tutela delle vittime e il rispetto dei tempi processuali, come previsto dalla normativa vigente, tra cui il «Codice Rosso»,

     impegna il Governo

          ad completare le misure contenute all'articolo 5 del provvedimento in esame con ulteriori iniziative anche normative volte ad introdurre in via obbligatoria moduli specifici sul contrasto alla violenza di genere nell'ambito dei corsi di formazione iniziale e permanente dei magistrati e delle magistrate, organizzati dalla Scuola superiore della magistratura al fine di dare piena attuazione alle disposizioni contenute nella Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), ratificata con legge 27 giugno 2013, n. 77.

ARTICOLO 6 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Articolo 6.

(Differimento di termini in materia di giustizia e di professioni pedagogiche)

1. All'articolo 49, comma 1, del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, le parole: « tre anni » sono sostituite dalle seguenti: « quattro anni ».

2. Al decreto legislativo 13 luglio 2017, n. 116, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) l'articolo 28 è abrogato;

b) all'articolo 32:

1) al comma 3, le parole: « 31 ottobre 2025 » sono sostituite dalle seguenti: « 31 ottobre 2026 »;

2) il comma 4 è abrogato.

3. In deroga al disposto dell'articolo 67, comma 1, del decreto-legge 21 giugno 2013 n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, i magistrati ausiliari in corte d'appello già prorogati in conformità al disposto dell'articolo 63, comma 2, del medesimo decreto-legge n. 69 del 2013 continuano a esercitare le funzioni fino al completamento del riordino del ruolo e delle funzioni della magistratura onoraria nei tempi contemplati dall'articolo 32 del decreto legislativo n. 116 del 2017 e comunque non oltre il termine del 31 ottobre 2026 di cui al comma 2.

4. Per l'attuazione delle disposizioni di cui al comma 3 è autorizzata la spesa di euro 3.960.000 per l'anno 2026.

5. All'articolo 11, comma 3, primo periodo, del decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155, relativo al termine di efficacia della modifica delle circoscrizioni giudiziarie de L'Aquila e Chieti, le parole: « a decorrere dal 1° gennaio 2026 » sono sostituite dalle seguenti: « a decorrere dal 1° gennaio 2027 ».

6. Per l'attuazione delle disposizioni di cui al comma 5 è autorizzata la spesa di euro 1.520.000 per l'anno 2026.

7. Al decreto legislativo 19 febbraio 2014, n. 14, relativo al temporaneo ripristino di sezioni distaccate insulari, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 10:

1) al comma 1, le parole: « 31 dicembre 2025 » sono sostituite dalle seguenti: « 31 dicembre 2026 »;

2) al comma 2, le parole: « 31 dicembre 2025 » sono sostituite dalle seguenti: « 31 dicembre 2026 »;

3) al comma 3, le parole: « 31 dicembre 2025 » sono sostituite dalle seguenti: « 31 dicembre 2026 »;

4) il termine di cui al comma 13, limitatamente alle sezioni distaccate di Ischia, Lipari e Portoferraio, è differito al 1° gennaio 2027.

8. Per l'attuazione delle disposizioni di cui al comma 7 del presente articolo è autorizzata la spesa di euro 159.000 per l'anno 2026.

9. All'articolo 10, comma 2, della legge 15 aprile 2024, n. 55, le parole: « che hanno presentato domanda di iscrizione entro il 31 marzo 2025 » sono sostituite dalle seguenti: « che hanno presentato domanda di iscrizione entro il 31 marzo 2026 » e le parole: « dalla data di entrata in vigore della presente legge » sono soppresse. Resta ferma, fino alla prima formazione dell'elenco di cui al citato articolo 10, comma 2, della legge n. 55 del 2024, la possibilità di esercitare le professioni di pedagogista, di educatore professionale socio-pedagogico e di educatore nei servizi educativi per l'infanzia anche qualora non sia stata presentata la domanda di iscrizione ai sensi del medesimo articolo 10, comma 2, della legge n. 55 del 2024.

10. Alla copertura degli oneri indicati ai commi 4, 6 e 8, pari complessivamente a 5.639.000 euro per l'anno 2026, si provvede ai sensi dell'articolo 10.

EMENDAMENTI

6.1

Lopreiato, Bilotti

Respinto

Sopprimere il comma 3.

6.2

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improponibile

Dopo il comma 3, inserire il seguente: "3-bis. Al fine di garantire la sicurezza e il buon funzionamento delle strutture penitenziarie, è autorizzata la spesa di 100 milioni di euro per l'anno 2025 e 200 milioni di euro a decorrere dall'anno 2026 per l'assunzione straordinaria di unità aggiuntive di Polizia Penitenziaria, mediante procedure semplificate per consentire l'immediata immissione in servizio del personale necessario. Agli oneri derivanti dal presente comma, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.".

6.3

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improponibile

Dopo il comma 3 inserire il seguente: "3-bis. Al fine di potenziare e rideterminazione gli organici dei funzionari della professionalità giuridico pedagogica, di servizio sociale e mediatore culturale, all'articolo 13 del decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 aprile 2017, n. 46, al comma 1 sostituire le parole "biennio 2017-2018" con le seguenti parole "triennio 2023-2025" e le parole "296 unità" sono sostituite dalle parole "600 unità". Agli oneri derivanti dal presente comma, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307."

6.4

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improponibile

Dopo il comma 3, inserire il seguente: "3-bis. È autorizzata la spesa di 100 milioni di euro per l'anno 2025 per l'incremento delle risorse destinate al compenso per lavoro straordinario del personale della polizia penitenziaria. Agli oneri derivanti dal presente comma, pari a 100 milioni di euro per l'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.".

6.5

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improponibile

Dopo il comma 3 inserire il seguente: "3-bis. Per l'adeguamento della pianta organica del Corpo di Polizia Penitenziaria alle necessità operative derivanti dal numero crescente di detenuti, è autorizzata la spesa di 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2026. Agli oneri derivanti dal presente comma, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2026 si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.".

6.6

Di Girolamo, Lopreiato

Improcedibile

All'articolo apportare le seguenti modifiche:

          a) al comma 5 sostituire le parole: «1° gennaio 2027» con le seguenti: «1° gennaio 2028»;

          b) al comma 6 sostituire le parole: «euro 1.520.000» con le seguenti: «euro 3.040.000»;

          c) dopo il comma 10 aggiungere, in fine, il seguente: «10-bis) Ai maggiori oneri di cui al comma 6 pari a 1.520.000 si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.».

6.7

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improcedibile

Al comma 7, lettera a), numero 4), sostituire le parole: «1° gennaio 2027» con le seguenti: «31 dicembre 2028».

6.8

Lopreiato, Bilotti

Respinta la parte evidenziata in neretto; preclusa la restante parte

Sostituire il comma 9 con il seguente: «9. All'articolo 10 della legge 15 aprile 2024, n. 55, sono apportate le seguenti modificazioni:

          a) al comma 1, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, anche avvalendosi di personale facente parte dell'ufficio per il processo»;

          b) dopo il comma 2, sono aggiunti, in fine, i seguenti commi:

          «2-bis) Sino alla data di insediamento dei rispettivi Consigli dell'ordine regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano, ogni Commissario di cui al comma 1 è autorizzato a ricevere le domande di iscrizione presentate in epoca successiva al 31 marzo 2025 da:

          1) coloro che, nel suddetto arco temporale, maturino i requisiti di cui all'articolo 2, commi 1 e 2, e/o di cui all'articolo 4, comma 1, lettere a) e b);

          2) coloro che, entro il 31 marzo 2026, maturino i requisiti di cui all'articolo 11, comma 1, lettera a), numeri 1, 2 e 4 e/o di cui alla lettera b), numeri 1 e 4. Le domande di cui al periodo precedente saranno trasmesse dal Commissario al Consiglio dell'ordine territorialmente competente ai fini del vaglio e degli adempimenti connessi all'iscrizione.

          2-ter) Coloro che abbiano presentato domanda di iscrizione ai sensi del comma precedente, nelle more, possono esercitare le rispettive attività professionali.».

6.9

Lopreiato, Bilotti

Precluso

Sostituire il comma 9 con il seguente: «9. All'articolo 10, comma 1, della legge 15 aprile 2024, n. 55 sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, anche avvalendosi di personale facente parte dell'ufficio per il processo».

6.10

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Respinto

Dopo il comma 9 inserire il seguente: «9-bis. Alla legge 15 aprile 2024, n. 55 sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 6, comma 2, dopo le parole "Consiglio nazionale" sono inserite le seguenti: ", qualora istituito,";

          b) dopo il comma 2 sono inseriti i seguenti: "2 - bis. È sempre consentita la raccolta e l'istruzione delle domande presentate entro i termini.

          2 - ter. È comunque garantita la continuità nell'esercizio della professione per chi ha presentato la domanda ai sensi della presente legge.".».

6.0.1

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improponibile

Dopo l'articolo inserire il seguente:

«Art. 6-bis

(Disposizioni per le prestazioni dei professionisti psicologi e criminologi, esperti ex art. 80 O.P e peri funzionari della professionalità giuridico pedagogica, di servizio sociale e mediatore culturale)

          1. Per consentire il pagamento delle prestazioni dei professionisti psicologi e criminologi, esperti ex art. 80 O.P., aumentate a seguito delle richieste provenienti dagli istituti penitenziari per far fronte alle esigenze relative alla riduzione del rischio suicidario è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025.

          2. Al fine di potenziare e rideterminazione gli organici dei funzionari della professionalità giuridico pedagogica, di servizio sociale e mediatore culturale, all'articolo 13 del decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 aprile 2017, n. 46, al comma 1 sostituire le parole "triennio 2017-2019" con le seguenti parole "triennio 2025-2027" e le parole "296 unità" sono sostituite dalle parole "600 unità.

          3. Agli oneri derivanti dal presente articolo, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307».

ARTICOLI DA 7 A 8 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI E ALLEGATO 1

Articolo 7.

(Modifiche al codice di procedura civile)

1. All'articolo 445-bis del codice di procedura civile sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al primo comma, le parole: « codice di procedura civile », ovunque ricorrono, sono soppresse;

b) il quarto comma è sostituito dal seguente:

« Il conferimento dell'incarico al consulente o, se successivo, il giuramento di quest'ultimo determina la sospensione del procedimento fino alla scadenza del termine previsto dal quarto periodo. La sospensione non impedisce l'espletamento della consulenza. Il deposito della consulenza tecnica di ufficio è comunicato dalla cancelleria alle parti. Queste ultime, entro il termine perentorio di trenta giorni dalla comunicazione, se intendono contestare le conclusioni del consulente tecnico dell'ufficio, devono depositare la relativa dichiarazione. ».

2. Le modifiche di cui al comma 1, lettera b), si applicano anche ai procedimenti pendenti nei quali, alla data di entrata in vigore del presente decreto, non è stato ancora conferito l'incarico al consulente tecnico di ufficio.

Articolo 7-bis.

(Modifiche al codice del processo amministrativo in materia di giurisdizione esclusiva sui provvedimenti dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale e altre disposizioni per agevolare l'adempimento spontaneo dei provvedimenti medesimi)

1. Al fine di agevolare il raggiungimento, entro il 30 giugno 2026, degli obiettivi previsti in materia di processo civile dal Piano nazionale di ripresa e resilienza mediante la devoluzione del contenzioso relativo alle controversie riguardanti i provvedimenti di competenza dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, al codice del processo amministrativo, di cui all'allegato 1 al decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 119, comma 1, dopo la lettera b) è inserita la seguente:

« b-bis) i provvedimenti adottati dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale »;

b) all'articolo 133, comma 1, lettera l), sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: « , e dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale ».

2. Ai fini della deflazione del contenzioso mediante l'adempimento spontaneo delle prescrizioni impartite dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, l'Agenzia medesima, nell'esercizio delle proprie funzioni sanzionatorie, può assegnare al soggetto inadempiente, nei casi di motivata impossibilità, un congruo termine per la realizzazione degli adempimenti, ivi compresi quelli relativi alle misure di sicurezza, previsti dalla normativa di riferimento. Con il regolamento di cui all'articolo 17, comma 4-quater, del decreto-legge 14 giugno 2021, n. 82, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2021, n. 109, sono stabiliti i presupposti e le modalità per l'attuazione del primo periodo del presente comma.

Articolo 8.

(Adeguamento della dotazione organica in funzione del rafforzamento della magistratura di sorveglianza)

1. Al fine di adeguare l'organico della magistratura ordinaria alle sempre più gravose attività connesse al controllo dell'esecuzione delle pene e alla tutela dei diritti delle persone detenute o soggette a misure restrittive della libertà personale, il ruolo organico del personale della magistratura ordinaria è aumentato complessivamente di cinquantotto unità. La tabella B allegata alla legge 5 marzo 1991, n. 71, come modificata dalla legge 21 febbraio 2024, n. 14, e come sostituita dal decreto legislativo 28 marzo 2024, n. 45, e dalla legge 9 agosto 2024, n. 114, è sostituita, a decorrere dal 1° gennaio 2026, dalla tabella B di cui all'allegato 1 annesso al presente decreto. Il Ministero della giustizia è autorizzato a bandire nel corso dell'anno 2025 le procedure concorsuali di reclutamento finalizzate all'assunzione, in data non anteriore al 1° luglio 2026, delle unità di personale di magistratura di cui al presente comma.

2. Con successivo decreto del Ministro della giustizia l'organico in aumento di cui al comma 1 è destinato ad incrementare le piante organiche dei singoli uffici di sorveglianza.

3. Per l'attuazione delle disposizioni di cui al comma 1 è autorizzata la spesa nel limite di euro 1.291.000 per l'anno 2025, di euro 2.476.686 per l'anno 2026, di euro 5.076.121 per l'anno 2027, di euro 6.225.492 per l'anno 2028, di euro 6.225.492 per l'anno 2029, di euro 7.287.758 per l'anno 2030, di euro 8.085.220 per l'anno 2031, di euro 8.091.977 per l'anno 2032, di euro 8.382.151 per l'anno 2033, di euro 8.406.332 per l'anno 2034 e di euro 8.696.506 a decorrere dall'anno 2035, cui si provvede ai sensi dell'articolo 10.

Allegato 1

(articolo 8, comma 1)

« Tabella B

(articolo 1, comma 2)

RUOLO ORGANICO DELLA MAGISTRATURA ORDINARIA

A. Magistrato con funzioni direttive apicali giudicanti di legittimità: Primo Presidente della Corte di cassazione

1

B. Magistrato con funzioni direttive apicali requirenti di legittimità: Procuratore generale presso la Corte di cassazione

1

C. Magistrati con funzioni direttive superiori di legittimità:

 

Presidente aggiunto della Corte di cassazione

1

Procuratore generale aggiunto presso la Corte di cassazione

1

Presidente del Tribunale superiore delle acque pubbliche

1

D. Magistrati con funzioni giudicanti e requirenti direttive di legittimità

65

E. Magistrati con funzioni giudicanti e requirenti di legittimità nonché magistrati destinati all'esercizio delle funzioni di procuratori europei delegati innanzi alla Corte di cassazione

442

F. Magistrato con funzioni direttive requirenti di coordinamento nazionale: Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo

1

G. Magistrati con funzioni direttive di merito di secondo grado, giudicanti e requirenti

52

H. Magistrati con funzioni direttive di merito di primo grado elevate, giudicanti e requirenti

53

I. Magistrati con funzioni direttive di merito giudicanti e requirenti di primo grado

314

L. Magistrati con funzioni giudicanti e requirenti di merito di primo e di secondo grado, di magistrato distrettuale, di coordinamento nazionale presso la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e semidirettive di primo grado, di primo grado elevate e di secondo grado, magistrati destinati alle funzioni di procuratori europei delegati, nonché magistrati destinati alle funzioni requirenti di membro nazionale, aggiunto e assistente presso l'Eurojust.

10.059*

M. Magistrati destinati a funzioni non giudiziarie

180

N. Magistrati ordinari in tirocinio

(numero pari a quello dei posti vacanti nell'organico)

TOTALE

11.171

* L'incremento di cinquantotto unità decorre dal 1° luglio 2026. ».

EMENDAMENTI

8.1

Rossomando, Bazoli, Mirabelli, Verini

Improcedibile

Apportare le seguenti modificazioni:

          a) al comma 1 sostituire la parola: «cinquantotto» con la seguente: «trecento»;

          b) dopo il comma 2 inserire il seguente: "2-bis. per le finalità di cui al comma 1  le strutture organizzative denominate »Ufficio per il processo «,costituite ai sensi dell'articolo 16-octies del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, vengono istituite in tutti i Tribunali di sorveglianza;  a tal fine  il personale reclutato con il profilo di addetto all'Ufficio per il Processo - da inquadrare tra il personale del Ministero della giustizia tramite concorso pubblico- presso i Tribunali di sorveglianza al termine del contratto di lavoro di cui all'articolo 11, comma 1, del decreto legge 9 giugno 2021, n. 80, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2021, n. 113, può accedere ad un contratto a tempo indeterminato presso l'amministrazione assegnataria previo colloquio selettivo e all'esito della valutazione positiva dell'attività lavorativa svolta, nei limiti dei posti disponibili della vigente dotazione organica nell'ambito del Piano triennale dei fabbisogni dell'amministrazione giudiziaria, in deroga a quanto previsto dall'articolo 20 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 20, nonché in deroga ai limiti assunzionali previsti dalla normativa vigente in materia di turn over, alle previsioni di cui all'articolo 4, comma 5, del decreto-legge 31 agosto 2013 n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, e di cui all'articolo 30, comma 2-bis, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Agli oneri derivanti dal presente comma, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307".

8.2

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improcedibile

Al comma 1 sostituire la parola: «cinquantotto» con la seguente: «trecento».

8.3

Lopreiato, Bilotti

Improcedibile

All'articolo apportare le seguenti modifiche:

          a) al comma 1, sostituire la parola: «cinquantotto» con la seguente: «duecentocinquanta»;

          b) sostituire il comma 3 con il seguente: «3. Per l'attuazione delle disposizioni di cui al comma 1, è autorizzata una spesa pari a euro 1.291.000 per l'anno 2025 per le procedure concorsuali, euro 9.981.853 per l'anno 2026, euro 20.299.158 per l'anno 2027, euro 24.893.578 per l'anno 2028, euro 24.893.578 per l'anno 2029, euro 29.070.178 per l'anno 2030, euro 32.327.551 per l'anno 2031, euro 32.354.564 per l'anno 2032, euro 33.514.488 per l'anno 2033, euro 33.611.149 per l'anno 2034 e ad euro 34.771.074 annui a decorrere dall'anno 2035.

          c) dopo il comma 3, aggiungere, in fine, il seguente: «3-bis) Agli oneri derivanti dalle disposizioni di cui ai commi 1 e 2, valutati nel limite massimo di 1.291.000 per l'anno 2025 per le procedure concorsuali, euro 9.981.853 per l'anno 2026, euro 20.299.158 per l'anno 2027, euro 24.893.578 per l'anno 2028, euro 24.893.578 per l'anno 2029, euro 29.070.178 per l'anno 2030, euro 32.327.551 per l'anno 2031, euro 32.354.564 per l'anno 2032, euro 33.514.488 per l'anno 2033, euro 33.611.149 per l'anno 2034 e ad euro 34.771.074 annui a decorrere dall'anno 2035, cui si provvede ai sensi dell'articolo 10».

          Allegato 1
(articolo 67-bis, comma 1)

          «Tabella B
(prevista dall'articolo 1 comma 2)

RUOLO ORGANICO DELLA MAGISTRATURA ORDINARIA

A. Magistrato con funzioni direttive apicali giudicanti di legittimità: primo presidente della Corte di cassazione

1

B. Magistrato con funzioni direttive apicali requirenti di legittimità: procuratore generale presso la Corte di cassazione

1

C. Magistrati con funzioni direttive superiori di legittimità:

Presidente aggiunto della Corte di cassazione

1

Procuratore generale aggiunto presso la Corte di Cassazione

1

Presidente del tribunale superiore delle acque pubbliche

1

D. Magistrati con funzioni giudicanti e requirenti direttive di legittimità

65

E. Magistrati con funzioni giudicanti e requirenti di legittimità nonché magistrati destinati all'esercizio delle funzioni di procuratori europei delegati innanzi alla Corte di cassazione

442

F. Magistrato con funzioni direttive requirenti di coordinamento nazionale: procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo

1

G. Magistrati con funzioni direttive di merito di secondo grado, giudicanti e requirenti

52

H. Magistrati con funzioni direttive di merito di primo grado elevate, giudicanti e requirenti

53

I. Magistrati con funzioni direttive di merito giudicanti e requirenti di primo grado

314

L. Magistrati con funzioni giudicanti e requirenti di merito di primo e di secondo grado, di magistrato distrettuale, di coordinamento nazionale presso la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e semidirettive di primo grado, di primo grado elevate e di secondo grado, nonché magistrati destinati alle funzioni di procuratori europei delegati

10.251

M. Magistrati destinati a funzioni non giudiziarie

180

N. Magistrati ordinari in tirocinio

(numero pari a quello dei posti
vacanti nell'organico)

TOTALE

11.363

8.4

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improcedibile

Al comma 1 sostituire la parola: «cinquantotto» con la seguente: «duecento».

8.5

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improcedibile

Al comma 1 sostituire la parola: «cinquantotto» con la seguente: «centocinquanta».

8.6

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improcedibile

Al comma 1 sostituire la parola: «cinquantotto» con la seguente: «cento».

8.7

Cucchi, De Cristofaro, Magni

Improcedibile

Al comma 1, primo periodo, sostituire la parola: «cinquantotto» con la seguente: «novanta».

8.8

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improcedibile

Dopo il comma 1, inserire il seguente: "1-bis. Al fine di adeguare l'organico della magistratura ordinaria agli obiettivi del PNRR tra i quali perseguimento della riduzione della durata dei processi, all'abbattimento delle pendenze civili e penali, nonché al fine di fare fronte alle sempre più gravose attività connesse al controllo dell'esecuzione delle pene e alla tutela dei diritti delle persone detenute o soggette a misure restrittive della libertà personale, il ruolo organico del personale della magistratura ordinaria è aumentato complessivamente di 500 unità. Il Ministero della giustizia è autorizzato a bandire nel corso dell'anno 2025 le procedure concorsuali di reclutamento finalizzate all'assunzione, in data non anteriore al 1° luglio 2026, delle unità di personale di magistratura di cui al presente comma. Agli oneri derivanti dal presente comma, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307".

8.9

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improcedibile

Dopo il comma 1, inserire il seguente: "1-bis. Al fine di adeguare l'organico della magistratura ordinaria agli obiettivi del PNRR tra i quali perseguimento della riduzione della durata dei processi, all'abbattimento delle pendenze civili e penali, nonché al fine di fare fronte alle sempre più gravose attività connesse al controllo dell'esecuzione delle pene e alla tutela dei diritti delle persone detenute o soggette a misure restrittive della libertà personale, il ruolo organico del personale della magistratura ordinaria è aumentato complessivamente di 400 unità. Il Ministero della giustizia è autorizzato a bandire nel corso dell'anno 2025 le procedure concorsuali di reclutamento finalizzate all'assunzione, in data non anteriore al 1° luglio 2026, delle unità di personale di magistratura di cui al presente comma. Agli oneri derivanti dal presente comma, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307".

8.0.1

Lopreiato, Bilotti

Respinto

Dopo l'articolo inserire il seguente:

«Art. 8-bis

(Estensione mansioni Ufficio per il processo presso i Tribunali di sorveglianza)

          1. Nell'ambito delle risorse attualmente previste a legislazione vigente, gli addetti di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 10 ottobre 2022 n. 151, possono essere impiegati a supporto della magistratura di sorveglianza al fine di coadiuvare l'attività dei magistrati.

          2. A tal fine l'attività dell'addetto all'Ufficio per il processo, nell'ambito del supporto al magistrato, deve essere finalizzata a:

          a) studio, approfondimento giurisprudenziale e dottrinale degli atti preparatori utili alla decisione in merito alla concessione di permessi, alla liberazione anticipata, alla remissione del debito, alle sospensioni e ai differimenti nell'esecuzione della pena, alle espulsioni di detenuti stranieri e delle prescrizioni relative alla libertà controllata, all'approvazione del programma di trattamento del detenuto, al supporto alla decisione sull'autorizzazione ai ricoveri ospedalieri e alle visite specialistiche, all'autorizzazione all'ingresso di persone estranee all'amministrazione penitenziaria, all'esecuzione delle misure alternative alla detenzione carceraria, al riesame della pericolosità sociale e alla conseguente applicazione, esecuzione e revoca delle misure di sicurezza disposte dal tribunale ordinario, alle richieste di conversione o rateizzazione delle pene pecuniarie;

          b) studiare i fascicoli e preparare l'udienza;

          c) incrementare la capacità produttiva dell'ufficio, attraverso la valorizzazione e la messa a disposizione dei precedenti, l'organizzazione delle decisioni, in particolare di quelle aventi un rilevante grado di serialità, che tengano conto della priorità da assegnare a talune istanze dei soggetti detenuti, nonché attraverso la formazione di una banca dati dell'ufficio giudiziario di riferimento;

          d) fornire supporto al magistrato nell'accelerazione dei processi di innovazione tecnologica.».

ARTICOLO 8-BIS DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Articolo 8-bis.

(Autorizzazione di spesa per le finalità di cui all'articolo 97-ter delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, in materia di accertamento della fattibilità tecnica di particolari modalità di controllo dell'esecuzione di provvedimenti dell'autorità giudiziaria)

1. Per le finalità di cui all'articolo 97-ter delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, è autorizzata, in favore del Ministero dell'interno, la spesa di 30 milioni di euro per l'anno 2025.

2. Agli oneri derivanti dal comma 1, pari a 30 milioni di euro per l'anno 2025, si provvede mediante corrispondente utilizzo di quota parte delle somme versate all'entrata del bilancio dello Stato ai sensi dell'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 20 giugno 2012, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 131, che, alla data del 16 settembre 2025, non sono state riassegnate ai pertinenti programmi e restano, pertanto, acquisite all'entrata del bilancio dello Stato.

EMENDAMENTI

8-bis.0.1

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improcedibile

Dopo l'articolo inserire il seguente:

«Art. 8-ter.

(Adeguamento della dotazione organica in funzione del rafforzamento della magistratura ordinaria)

          1. Al fine di adeguare l'organico della magistratura ordinaria agli obiettivi del PNRR tra i quali perseguimento della riduzione della durata dei processi, all'abbattimento delle pendenze civili e penali, nonché al fine di fare fronte alle sempre più gravose attività connesse al controllo dell'esecuzione delle pene e alla tutela dei diritti delle persone detenute o soggette a misure restrittive della libertà personale, il ruolo organico del personale della magistratura ordinaria è aumentato complessivamente di 600 unità, di cui 100 da destinare agli Uffici della magistratura di sorveglianza.

          2. Il Ministero della giustizia, per il triennio 2025-2027, è autorizzato a bandire nuovi concorsi per esami da magistrato ordinario al fine di reclutare non meno di 500 nuovi magistrati, eventualmente anche mediante lo scorrimento di graduatorie in corso di validità alla data di entrata in vigore della presente legge.

          3. Agli oneri derivanti dal presente articolo, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.»

8-bis.0.2

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improcedibile

Dopo l'articolo inserire il seguente:

«Art. 8-ter.

(Adeguamento della dotazione organica in funzione del rafforzamento della magistratura ordinaria)

          1. Al fine di adeguare l'organico della magistratura ordinaria agli obiettivi del PNRR tra i quali perseguimento della riduzione della durata dei processi, all'abbattimento delle pendenze civili e penali, nonché al fine di fare fronte alle sempre più gravose attività connesse al controllo dell'esecuzione delle pene e alla tutela dei diritti delle persone detenute o soggette a misure restrittive della libertà personale, il ruolo organico del personale della magistratura ordinaria è aumentato complessivamente di 300 unità.

          2. Il Ministero della giustizia è autorizzato a bandire nel corso dell'anno 2025 le procedure concorsuali di reclutamento finalizzate all'assunzione, in data non anteriore al 1° luglio 2026, delle unità di personale di magistratura di cui al presente comma.

          3. Agli oneri derivanti dal presente articolo, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307».

8-bis.0.3

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improponibile

Dopo l'articolo inserire il seguente:

«Art. 8-ter.

          1. Al fine di garantire e implementare la funzionalità e l'organizzazione degli uffici e delle strutture di esecuzione penale esterna e per la messa alla prova, anche al fine di favorire il decremento della popolazione penitenziaria e concorrere così a determinare positivi effetti anche in termini di complessiva sicurezza sociale in ragione della conseguente riduzione della recidiva, e per garantire la piena operatività degli uffici territoriali del Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità del Ministero della giustizia, la dotazione organica del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità è aumentata di 1000 unità di personale del comparto funzioni centrali, di cui 600 unità dell'Area III, posizione economica F1 e 80 unità dell'Area II, posizione economica F2.  In attuazione di quanto disposto al comma 1, il Ministero della giustizia è autorizzato a bandire nell'anno 2023, in deroga a quanto previsto dall'articolo 35, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le procedure concorsuali finalizzate all'assunzione, con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, in aggiunta alle ordinarie facoltà assunzionali, anche tramite scorrimento delle graduatorie in corso di validità alla data di entrata in vigore del presente decreto.

          2. Agli oneri derivanti dal presente articolo, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307».

8-bis.0.4

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improcedibile

Dopo l'articolo inserire il seguente:

"Art. 8-ter.

(Disposizioni per l'incremento delle risorse da destinare ai Programmi Giustizia Civile, Giustizia Penale e Transizione digitale)

          1. Al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi relativi allo smaltimento dei procedimenti civili e penali pendenti al 31 dicembre 2022 (baseline), e l'impegno di riduzione del disposition time sia nel settore civile sia nel settore penale, per i Programmi Giustizia Civile, Giustizia Penale e Transizione digitale, analisi statistica e politiche di coesione (apportare le seguenti modificazioni è autorizzata la spesa di euro di 200 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025.

          2. Agli oneri derivanti dal presente articolo, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.»

8-bis.0.5

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improponibile

Dopo l'articolo inserire il seguente:

«Art. 8-ter.

(Disposizioni per l'incremento delle risorse da destinare all'Amministrazione penitenziaria e del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità)

          1. Al fine di assicurare il regolare espletamento delle funzioni istituzionali dell'Amministrazione penitenziaria e del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità e per gli interventi e gli investimenti finalizzati al personale e al miglioramento delle condizioni detentive e delle attività trattamentali destinate all'esecuzione penale sia per adulti sia per minori è autorizzata la spesa di euro di 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025.

          2. Agli oneri derivanti dal presente articolo, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.»

8-bis.0.6

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improponibile

Dopo l'articolo inserire il seguente:

«Art. 8-ter.

(Disposizioni per l'incremento delle risorse da destinare all'Amministrazione penitenziaria e del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità)

          1. Al fine di assicurare il regolare espletamento delle funzioni istituzionali dell'Amministrazione penitenziaria e del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità e per gli interventi e gli investimenti finalizzati al personale e al miglioramento delle condizioni detentive e delle attività trattamentali destinate all'esecuzione penale sia per adulti sia per minori è autorizzata la spesa di euro di 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025.

          2. Agli oneri derivanti dal presente articolo, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.»

8-bis.0.7

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini

Improponibile

Dopo l'articolo inserire il seguente:

"Art. 8-ter.

(Disposizioni per l'incremento delle risorse da destinare all'Amministrazione penitenziaria e del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità)

          1. All'Amministrazione penitenziaria, Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità e per gli interventi e gli investimenti finalizzati al personale, nonché al monitoraggio dell'efficienza relativa alla destinazione delle risorse, è autorizzata la spesa di 50 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025 per la Giustizia riparativa.

          2. Agli oneri derivanti dal presente articolo, pari a 100 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.»

ARTICOLO 9 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Articolo 9.

(Disposizioni urgenti in materia di pagamento degli indennizzi di cui alla legge 24 marzo 2001, n. 89)

1. Alla legge 24 marzo 2001, n. 89, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 4, comma 1, dopo il primo periodo, è aggiunto il seguente: « In ogni caso la domanda può essere proposta in pendenza del processo quando è superato il termine ragionevole di durata dello stesso. »;

b) all'articolo 5-sexies sono apportate le seguenti modificazioni:

1) al comma 1-bis, al primo periodo, dopo le parole: « domanda di equa riparazione » sono aggiunte le seguenti: « , a pena di decadenza » e il secondo periodo è soppresso;

2) il comma 2 è sostituito dal seguente:

« 2. Decorsi due anni dalla dichiarazione precedentemente resa a norma del comma 1, la pubblica amministrazione può chiederne il rinnovo. In caso di richiesta di rinnovo il creditore presenta la dichiarazione o la documentazione allegata con le modalità previste dai decreti di cui ai commi 3 e 3-bis. »;

3) al comma 4, le parole: « Nel caso di mancata, incompleta o irregolare trasmissione » sono sostituite dalle seguenti: « Ferma restando la decadenza di cui al comma 1-bis, nel caso di incompleta o irregolare trasmissione »;

4) al comma 12, secondo periodo, le parole: « anche in deroga al disposto del comma 9 » sono soppresse;

5) il comma 12-bis è sostituito dal seguente:

« 12-bis. I creditori di somme liquidate a norma della presente legge fino al 31 dicembre 2021 rinnovano la dichiarazione di cui al comma 1 utilizzando le modalità disciplinate dai commi 3 e 3-bis, entro il 30 ottobre 2026, a pena di decadenza. Fino al 21 gennaio 2027, i creditori di cui al comma 1 non possono iniziare azioni esecutive o giudizi di ottemperanza e le azioni esecutive e i giudizi di ottemperanza in corso sono sospesi. »;

6) dopo il comma 12-bis sono aggiunti i seguenti:

« 12-ter. I creditori di somme liquidate a norma della presente legge nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2022 e la data di entrata in vigore della presente disposizione, qualora non vi abbiano provveduto, presentano la dichiarazione di cui al comma 1, utilizzando le modalità disciplinate dai commi 3 e 3-bis, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, a pena di decadenza.

12-quater. Entro un mese dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, il Ministero della giustizia dà notizia dell'onere di rinnovo o di presentazione della dichiarazione a pena di decadenza, stabilito dai commi 1-bis, 12-bis e 12-ter, mediante avviso pubblicato sul proprio sito internet istituzionale e comunicato telematicamente, presso il domicilio digitale, alle associazioni dei consumatori e degli utenti rappresentative a livello nazionale iscritte nell'elenco di cui all'articolo 137 del codice del consumo di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, e alle organizzazioni e associazioni iscritte nell'elenco di cui agli articoli 840-bis, secondo comma, del codice di procedura civile e 196-ter delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile. L'avviso di cui al primo periodo è altresì comunicato al Consiglio nazionale forense per la diffusione presso gli ordini territoriali. ».

EMENDAMENTI

9.1

Lopreiato, Bilotti

Respinta la parte evidenziata in neretto; preclusa la restante parte

Al comma 1, lettera a), premettere la seguente: «0a) All'articolo 3, comma 1, le parole: "del distretto in cui ha sede il giudice innanzi al quale si è svolto il primo grado del processo presupposto" sono sostituite dalle seguenti: "individuato come da Regolamento del Ministro della giustizia, che deve essere emanato dal competente Ministero entro il 1° febbraio di ogni anno, al fine di determinare, mediante sorteggio, gli abbinamenti di corti d'appello per la relativa competenza territoriale"».

9.2

Lopreiato, Bilotti

Precluso

Al comma 1, lettera a), premettere la seguente: «0a) All'articolo 3, comma 1, sostituire le parole: «del distretto in cui ha sede il giudice innanzi al quale si è svolto il primo grado del processo presupposto» con le seguenti: «individuato come da tabella A allegata alla presente legge».

          Allegato A

          (Art. 3 comma 1)

          «Abbinamenti di distretti di Corti d'appello per la competenza territoriale relativa all'equa riparazione in caso di violazione del termine ragionevole del processo».

          TABELLA A

Dal distretto di

Al distretto di

Roma

Perugia

Perugia

Firenze

Firenze

Genova

Genova

Torino

Torino

Milano

Milano

Brescia

Brescia

Venezia

Venezia

Trento

Trento

Trieste

Trieste

Bologna

Bologna

Ancona

Ancona

L'Aquila

L'Aquila

Campobasso

Campobasso

Bari

Bari

Lecce

Lecce

Potenza

Potenza

Catanzaro

Cagliari

Palermo

Palermo

Caltanissetta

Caltanissetta

Catania

Catania

Messina

Messina

Reggio Calabria

Reggio Calabria

Catanzaro

Catanzaro

Salerno

Salerno

Napoli

Napoli

Roma".

9.3

Lopreiato, Bilotti

Respinto

Al comma 1, lettera b), sopprimere i numeri 2), 5) e 6).

9.4

Lopreiato, Bilotti

Respinto

Al comma 1, lettera b), numero 5), capoverso «12-bis», apportare le seguenti modifiche:

          a) sostituire la parola: «rinnovano» con la seguente: «possono rinnovare»;

          b) sopprimere le parole: «, a pena di decadenza».

9.5

Lopreiato, Bilotti

Respinto

Al comma 1, lettera b), numero 6), capoverso «12-ter», apportare le seguenti modifiche:

          a) sostituire la parola: «presentano» con le seguenti: «possono presentare» e sostituire le parole: «un anno» con le seguenti: «due anni»;

          b) sostituire le parole: «nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2022 e la» con la seguente: «dalla».

9.6

Lopreiato, Bilotti

Respinto

Al comma 1, lettera b) numero 6), capoverso «12-ter.», sostituire le parole: «un anno» con le seguenti: «due anni».

9.7

Lopreiato, Bilotti

Respinto

Al comma 1, lettera b), numero 6), capoverso «12-quater.», sostituire le parole: «avviso pubblicato sul proprio sito internet istituzionale e comunicato telematicamente,» con le seguenti: «comunicazione inviata personalmente agli aventi diritto, nonché».

ARTICOLI 10 E 11 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Articolo 10.

(Disposizioni finanziarie)

1. Agli oneri derivanti dagli articoli 2, 6 e 8 del presente decreto, pari a euro 1.875.372 per l'anno 2025, euro 9.337.118 per l'anno 2026, euro 5.992.195 per l'anno 2027, euro 6.225.492 per l'anno 2028, euro 6.225.492 per l'anno 2029, euro 7.287.758 per l'anno 2030, euro 8.085.220 per l'anno 2031, euro 8.091.977 per l'anno 2032, euro 8.382.151 per l'anno 2033, euro 8.406.332 per l'anno 2034 ed euro 8.696.506 a decorrere dall'anno 2035, si provvede mediante riduzione di euro 1.875.372 per l'anno 2025, di euro 9.337.118 per l'anno 2026 e di euro 9.612.580 annui a decorrere dall'anno 2027 dello stanziamento del Fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2025-2027, nell'ambito del programma « Fondi di riserva e speciali » della missione « Fondi da ripartire » dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2025, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero della giustizia.

2. Dall'attuazione del presente decreto, a eccezione di quanto previsto agli articoli 3 e 8-bis e al comma 1 del presente articolo, non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti ivi previsti con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

Articolo 11.

(Entrata in vigore)

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

 

Allegato B

Parere espresso dalla 5a Commissione permanente sui disegni di legge nn. 1483, 1074 e 1510

La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo.

Parere espresso dalla 5a Commissione permanente sui disegni di legge nn. 1562 e 650

La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo.

Parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge n. 1660 e sui relativi emendamenti

La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo e acquisiti la relazione tecnica aggiornata, di cui all'articolo 17, comma 8, della legge di contabilità e finanza pubblica, positivamente verificata, nonché gli ulteriori elementi di chiarimento forniti dal Governo, preso atto che: per quanto concerne gli incentivi al trasferimento presso le corti d'appello, di cui all'articolo 2, viene confermata la prudenzialità dell'ipotesi considerata nella stima concernente le tre mensilità conteggiate con riferimento all'esercizio in corso; in merito a quanto disposto dall'articolo 8-bis, viene assicurato che la nuova destinazione delle risorse disponibili accertate non compromette ulteriori diversi fabbisogni; viene inoltre confermato, quanto allo scrutinio degli effetti sui saldi di finanza pubblica, la compatibilità degli effetti attesi per le spese in esame con quelli da ritenersi scontati dai tendenziali di spesa per l'esercizio 2025, relativamente alle ordinarie finalità d'impiego, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo.

La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli emendamenti trasmessi dall'Assemblea, relativi al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sulle proposte 1.1 e 1.2, 1.5, 1.6, 1.7, 1.0.1, 1.0.2, 2.1, 3.4, 3.0.1, 6.2, 6.3, 6.4, 6.5, 6.6, 6.7, 6.0.1, 8.1, 8.2, 8.3, 8.4, 8.5, 8.6, 8.7, 8.8, 8.9, 8-bis.0.1, 8-bis.0.2, 8-bis.0.3, 8-bis.0.4, 8-bis.0.5, 8-bis.0.6, 8-bis.0.7 e 9.2.

Il parere è non ostativo su tutti i restanti emendamenti.

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Barachini, Berrino, Bongiorno, Borgonzoni, Butti, Castelli, Cattaneo, De Poli, Durigon, Fazzolari, Garavaglia, Iannone, Irto, La Pietra, Meloni, Minasi, Mirabelli, Monti, Morelli, Nastri, Occhiuto, Orsomarso, Ostellari, Patton, Pellegrino, Potenti, Rapani, Rauti, Rubbia, Segre, Sisto e Tosato.

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Casini e Ronzulli, per attività di rappresentanza del Senato; Borghi Claudio, Borghi Enrico, Mieli e Scarpinato, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica; Floridia Aurora, Licheri Ettore Antonio, Scurria, Verducci e Zampa, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatore Marti Roberto

Disposizioni per la promozione della formazione del personale docente in materia di educazione al rispetto e alle relazioni (1664)

(presentato in data 30/09/2025);

senatori Stefani Erika, Bergesio Giorgio Maria, Bizzotto Mara, Cantalamessa Gianluca, Centinaio Gian Marco, Garavaglia Massimo, Marti Roberto, Murelli Elena, Pirovano Daisy, Pucciarelli Stefania, Testor Elena

Disposizioni per l'utilizzazione delle piattaforme sociali telematiche e dei servizi di messaggistica istantanea (1665)

(presentato in data 30/09/2025);

senatori Mazzella Orfeo, Castellone Maria Domenica, Nave Luigi, Gaudiano Felicia

Disposizioni in materia di Attestazione di salubrità degli edifici e istituzione dell'elenco nazionale degli esperti in salubrità degli edifici e degli ambienti confinanti (1666)

(presentato in data 30/09/2025).

Disegni di legge, presentazione del testo degli articoli

In data 01/10/2025 la 8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica ha presentato il testo degli articoli approvati in sede redigente dalla Commissione stessa, per i disegni di legge:

- Dep. Russo Gaetana ed altri "Modifiche al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e altre disposizioni in materia di cancellazione dai pubblici registri dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo" (1431)

(presentato in data 27/03/2025) C.805 approvato dalla Camera dei deputati (assorbe C.347)

- Sen. Basso Lorenzo ed altri "Modifiche al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di cancellazione dal pubblico registro automobilistico di veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo" (1368)

(presentato in data 30/01/2025)

Governo, trasmissione di atti e documenti

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 25 settembre 2025, ha inviato, ai sensi degli articoli 1 e 2 del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, l'estratto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 18 settembre 2025, recante l'esercizio dei poteri speciali, con condizioni e prescrizioni, in relazione alla fusione transfrontaliera per incorporazione tra Subsea7 S.A. e Saipem S.p.a., e sottoscrizione di accordi di governance stipulati tra CDP Equity S.p.a., Eni S.p.a. e Siem Industries S.A. con riferimento all'entità risultante dall'operazione, e CDP Equity S.p.a. e Eni S.p.a., per la modifica del patto parasociale attualmente in essere tra loro in qualità di soci di riferimento di Saipem S.p.a.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento alla 1ª, alla 8ª e alla 9ª Commissione permanente (Atto n. 908).

La Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 25 settembre 2025, ha inviato, ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, l'estratto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 settembre 2025, recante l'esercizio di poteri speciali, con prescrizioni, in relazione all'acquisizione da parte di Refex Life Sciences Private Ltd. del 63,48% del capitale sociale di Extrovis AG e, indirettamente, della sua controllata Latina Pharma S.p.a.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a, alla 8a e alla 9a Commissione permanente (Atto n. 909).

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 30 settembre 2025, ha inviato, ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e integrazioni, la comunicazione concernente il conferimento di incarico ad interim di funzione dirigenziale di livello generale all'ingegner Fausto Fedele, nell'ambito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Tale comunicazione è depositata presso il Servizio dell'Assemblea, a disposizione degli onorevoli senatori.

Il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, con lettera in data 26 settembre 2025, ha inviato, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la comunicazione concernente la nomina del dottor Gianluca Mureddu a presidente dell'Ente Parco Nazionale dell'Asinara (n. 115).

Tale comunicazione è deferita, per competenza, alla 8a Commissione permanente.

Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 30 settembre 2025, ha inviato, ai sensi dell'articolo 7, comma 11, della legge 17 maggio 1999, n. 144, e dell'articolo 1, comma 589, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, le relazioni sull'attività svolta dal Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di partenariato pubblico-privato e finanza di progetto, riferite agli anni dal 2019 al 2024.

I predetti documenti sono deferiti, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a e alla 9a Commissione permanente (Doc. CLXXV, dal n. 1 al n. 6).

Governo, comunicazione dell'avvio di procedure di infrazione

Il Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, con lettera in data 30 settembre 2025, ha inviato, ai sensi dell'articolo 15, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la comunicazione concernente l'avvio delle seguenti procedure d'infrazione ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) - notificate il 25 settembre 2025 - che sono trasmesse alle sottoindicate Commissioni permanenti:

procedura di infrazione n. 2025/0275, concernente il mancato recepimento della direttiva (UE) 2023/2864 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2023, che modifica talune direttive per quanto concerne l'istituzione e il funzionamento del punto di accesso unico europeo - alla 4ª e alla 6ª Commissione permanente (Procedura d'infrazione n. 58);

procedura di infrazione n. 2025/0276, concernente il mancato recepimento della direttiva (UE) 2024/1640 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 maggio 2024, relativa ai meccanismi che gli Stati membri devono istituire per prevenire l'uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo, che modifica la direttiva (UE) 2019/1937, e modifica e abroga la direttiva (UE) 2015/849 - alla 2ª, alla 4ª e alla 6ª Commissione permanente (Procedura d'infrazione n. 59).

Governo e Commissione europea, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea

Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, nel periodo dal 16 al 30 settembre 2025, ha trasmesso - ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234 - atti e documenti dell'Unione europea.

Nel medesimo periodo, la Commissione europea ha inviato atti e documenti da essa adottati.

L'elenco dei predetti atti e documenti, disponibili presso l'Ufficio dei rapporti con le istituzioni dell'Unione europea, è trasmesso alle Commissioni permanenti.

Commissione europea, trasmissione di progetti di atti legislativi dell'Unione europea. Deferimento

La Commissione europea ha trasmesso, in data 30 settembre 2025, per l'acquisizione del parere motivato previsto dal Protocollo (n. 2) sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea e al Trattato sul funzionamento dell'Unione europea:

la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma Erasmus+ per il periodo 2028-2034 e abroga i regolamenti (UE) 2021/817 e (UE) 2021/888 (COM(2025) 549 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto è deferito alla 4ª Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 30 settembre 2025. L'atto è altresì deferito, per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, alla 7a Commissione permanente, con il parere della Commissione 4ª.

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

PIRONDINI - Al Ministro della cultura. - Premesso che:

due inchieste condotte dal programma "Report" di RAI3 hanno ricostruito la collezione di opere d'arte appartenuta a Gianni Agnelli;

le indagini, basate su documenti inediti, hanno portato alla luce un elenco di oltre 600 capolavori, fra cui "Mistero e Melanconia di una strada" di Giorgio De Chirico, "La scala degli anni" di Giacomo Balla e il "Glacon effet blanc" di Monet, che potrebbero essere usciti dal territorio nazionale senza autorizzazione;

dette opere, secondo quanto dichiarato dalla Procura di Torino, si trovano adesso in Svizzera, come dimostrato dall'inventario dei beni di Marella Caracciolo redatta dal notaio svizzero Von Gruningen;

considerato che:

dall'accesso agli atti compiuto da Report non risultano permessi di esportazione per le citate opere;

Report ha ricostruito che dell'intera collezione appartenuta a Gianni Agnelli solo 10 opere risultano sottoposte a tutela del Ministero della cultura;

tra quelle non sottoposte a tutela si conterebbero capolavori dell'arte italiana, come un Bronzino, dei Canova, alcuni De Chirico, oltre a opere di autori non italiani quali Picasso, Ingres, Klee, Schiele, Klimt;

valutato che:

è compito del Ministero, in particolare della Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio, sottoporre a tutela opere di particolare pregio, in modo da garantirne la conservazione e la fruibilità per fini scientifici e divulgativi e difendere il patrimonio artistico nazionale;

il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante "Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137", prevede che sia possibile sottoporre a tutela intere collezioni di particolare pregio, avviando una procedura amministrativa (dichiarazione di interesse culturale di cui all'art. 13) che, a seguito della verifica e della dichiarazione da parte del Ministero, può portare al riconoscimento di "bene culturale",

si chiede di sapere:

quali siano i motivi per cui il Ministro in indirizzo non abbia ritenuto opportuno procedere con la dichiarazione d'interesse culturale dell'intera collezione, ora divisa tra gli eredi di Gianni Agnelli;

quali attività voglia mettere in campo per garantire il rientro di opere che hanno lasciato senza autorizzazione il territorio nazionale, nonché per sottoporre a tutela eventuali opere ritenute di valore per il nostro patrimonio artistico, al fine di evitare che lascino il nostro Paese o vengano deteriorate.

(4-02422)

MAIORINO - Ai Ministri dell'istruzione e del merito, degli affari esteri e della cooperazione internazionale e della difesa. - Premesso che:

secondo notizie di stampa, in una scuola paritaria ebraica italiana è stato invitato un soldato dell'esercito israeliano (IDF) per un incontro con gli studenti, con la finalità dichiarata di "smentire le fake news" relative al conflitto in corso a Gaza;

tale iniziativa ha suscitato forti reazioni critiche da parte dell'Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, che ha definito l'episodio "propaganda sconvolgente" e un caso grave di indebita esposizione di minori a messaggi di carattere politico-militare;

valutato che:

il contesto internazionale è segnato da un conflitto estremamente complesso e drammatico, che vede coinvolta la popolazione civile palestinese e israeliana, con conseguenze umanitarie riconosciute da organismi internazionali e da diverse agenzie delle Nazioni Unite;

la presenza di un militare straniero in un istituto scolastico italiano per promuovere una narrazione politica e militare di un conflitto solleva interrogativi circa: la neutralità educativa e la tutela della libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione; la protezione dei minori da iniziative che possano configurarsi come propaganda o indottrinamento; il rispetto del principio secondo cui le scuole, comprese quelle paritarie, fanno parte a pieno titolo del sistema nazionale di istruzione e sono soggette a regole comuni di vigilanza e garanzia;

l'Italia riconosce e tutela la libertà religiosa e culturale delle comunità, ma ciò non può giustificare attività di natura militare e propagandistica all'interno delle aule scolastiche;

considerato che:

le scuole devono rappresentare luoghi di formazione, dialogo e promozione di pace, e non spazi di diffusione di visioni unilaterali di conflitti armati;

la sensibilità del tema e l'età degli studenti coinvolti richiedono massima prudenza e responsabilità istituzionale,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti riportati e come intendano verificarne la fondatezza;

se sia stata informata l'Ambasciata israeliana, o altre autorità diplomatiche, in relazione all'episodio descritto e quali chiarimenti siano stati richiesti;

se il Ministro dell'istruzione e del merito non ritenga opportuno adottare linee guida chiare per impedire che militari, italiani o stranieri, possano essere invitati in istituti scolastici con finalità di propaganda politica o militare;

quali misure intenda assumere per tutelare gli studenti da possibili forme di indottrinamento o esposizione a messaggi di parte in merito a conflitti internazionali;

in che modo intenda promuovere nelle scuole un'educazione alla pace, al dialogo interculturale e al rispetto dei diritti umani, in linea con i principi costituzionali e con gli impegni internazionali dell'Italia.

(4-02423)