Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 837 del 13/06/2017

DE PETRIS (Misto-SI-SEL). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE PETRIS (Misto-SI-SEL). Signor Presidente, spero che il dibattito di oggi abbia lasciato un segno e sedimentato, innanzitutto, una convinzione che dovrebbe essere molto forte all'interno del Parlamento, e cioè l'importanza di dedicare al settore primario, all'agricoltura, tutta la necessaria attenzione, che noi dobbiamo sempre di più reimparare a considerare strategico. E uso il termine reimparare perché nel tempo siffatta attenzione, anche dal punto di vista del futuro economico del Paese, si è per certi versi attenuata.

La qualità della nostra agricoltura, invece, e la necessità che questa qualità e l'agricoltura stessa permangano costituiscono un elemento fondamentale per lo sviluppo del Paese, per la salvaguardia del territorio, per la tutela del nostro paesaggio, per la nostra sicurezza alimentare. È quindi assolutamente fondamentale che, a fronte del grande contributo che l'agricoltura italiana dà al Paese e al benessere dei cittadini, si mantengano accettabili condizioni di vita e di reddito per gli agricoltori. Spesso ho sentito esaltare in dibattiti e in discussioni il ruolo dell'agricoltura, ma spesso si dimentica che, senza gli agricoltori, non esisterebbe l'agricoltura, con tutti i suoi benefici.

Per questo motivo, la difesa dei nostri agricoltori e del loro reddito deve tornare a essere uno degli elementi di riflessione e di iniziativa prioritaria delle politiche economiche del Paese. Occorre pertanto ribadire con forza, in sede europea, la rilevanza strategica dello strumento della PAC. Tra l'altro, vorrei ricordare a tutti che quella agricola è l'unica politica davvero comune dell'Unione europea, tanto più adesso, dopo l'uscita della Gran Bretagna, che sulla vicenda del bilancio europeo in questo settore ha sempre posto vari problemi.

La PAC deve essere finalizzata non soltanto all'approvvigionamento alimentare europeo, che certamente è il motivo per cui nasce, ma anche ad assicurare l'invarianza delle risorse già assegnate agli Stati membri, tanto più in vista della riforma iniziata il 14 settembre, con la presentazione, da parte della Commissione europea, della proposta di esame intermedio.

Ciò detto, però, non possiamo non sottolineare in questa sede - come quasi tutti hanno fatto nel dibattito e nelle varie mozioni - che la PAC, anche con l'ultima riforma, non ha certamente risolto i problemi di sperequazione nella distribuzione dei fondi a danno delle piccole aziende. Non bisogna mai dimenticare che il tessuto delle aziende agricole italiane è formato da aziende piccole e medie, al contrario di altri Paesi, per cui problemi non risolti sono particolarmente rilevanti.

Voglio anche ricordare che continua a esserci una sperequazione nella distribuzione dei fondi: ancora oggi il 13 per cento delle aziende riceve i due terzi dell'aiuto pubblico. Non parliamo poi della grande difficoltà che si continua a riscontrare a causa dei fenomeni di concentrazione oligopolistica delle aziende che forniscono sementi, macchinari e che controllano soprattutto le piattaforme della grande distribuzione. Tra l'altro, questo fenomeno sta continuando a crescere e contribuisce alla perdita di potere negoziale da parte degli agricoltori. Noi ci mettiamo anche il carico, perché è tutt'altro che facile per gli agricoltori italiani l'accesso alle pratiche e, quindi, il problema della semplificazione, che noi peraltro abbiamo con forza sottolineato nella nostra mozione, si pone in modo ancora più evidente.

Ribadiamo quindi che è assolutamente necessario che il Governo intervenga per orientare gli aiuti e assicurare un supporto più adeguato alle aziende contadine a conduzione famigliare, prevedendo misure finalizzate al contrasto dei fenomeni di eccessiva concentrazione e di oligopolio e incentivando misure rivolte ad accorciare i rapporti di filiera.

L'altro problema è l'accesso alla terra, che oggi è una questione molto seria, in particolare per i giovani agricoltori.

Un'altra delle questioni che dobbiamo trovare il modo di affrontare e risolvere è quella - come si è visto nei mesi di prima applicazione della riforma - del cosiddetto greening. Riteniamo che debba essere promossa - e su questo il Governo si deve spendere - una nuova dimensione delle politiche di greening, che sia più attenta alla sostanza dei risultati ambientali e non unicamente alla forma. Per questo motivo bisogna incrementare le misure rivolte ai consumi idrici, all'accumulo di carbonio nei suoli come contrasto ai cambiamenti climatici, alla riduzione massiccia dell'uso dei prodotti chimici. Penso, quindi, a una serie di azioni che sono nella sostanza, e non nella forma, misure di greening.

Chiediamo anche - è un altro elemento di criticità che si è manifestato nei primi anni di applicazione della nuova PAC - di fare in modo che la figura giuridica dell'agricoltore attivo, oggi messa in discussione dal regolamento all'esame del Parlamento europeo, sia ancora una volta garantita attraverso la destinazione di risorse pubbliche prioritariamente a chi vive di agricoltura.

PRESIDENTE. La invito a concludere, senatrice. Gli altri colleghi hanno parlato per cinque minuti.

DE PETRIS (Misto-SI-SEL). Sto concludendo, signor Presidente, ma vorrei che il Vice Ministro mi ascoltasse.

Proprio per questo abbiamo accettato la riformulazione proposta, ma riteniamo annacquate alcune delle questioni che abbiamo posto con evidenza. Per tutti i motivi elencati riteniamo che si sia comunque fatto un passo in avanti e dichiariamo il voto favorevole dei senatori di Sinistra Italiana a tutte le mozioni proposte. (Applausi dal Gruppo Misto-SI-SEL).