Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 837 del 13/06/2017
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Interrogazioni
RICCHIUTI - Al Ministro dell'interno - Premesso che:
da decenni la 'ndrangheta risulta radicata in alcune zone del Nord Italia e, particolarmente, in area lombarda, nel territorio di diversi comuni delle province di Como, Lecco e Monza e Brianza, come è dimostrato da numerose operazioni poi sfociate in storici processi contro le cosche locali legate alle case madri in Calabria, come "I fiori della notte di san Vito", "Infinito", "Tenacia", "Grillo parlante", "Tibet" e "Insubria";
il radicamento mafioso in questi territori ha determinato un'allarmante diffusione dei fenomeni criminali e la creazione di un clima di intimidazione e, conseguentemente, di paura ed omertà fra i cittadini, gli imprenditori e i gestori di attività commerciali, tanto inusitato nel Nord del Paese, quanto grave e preoccupante;
negli ultimi anni, in queste zone si sono riscontrati oltre 500 atti intimidatori, almeno 4 omicidi, alcuni particolarmente efferati, riconducibili alla criminalità mafiosa, oltre a fenomeni quali la pratica dell'usura, l'infiltrazione del mercato immobiliare, la diffusione di droga e il taglieggiamento ai commercianti, ma anche tentativi di condizionamento e corruzione della politica locale, come dimostrato dalle denunce giornalistiche e dall'attività investigativa della magistratura e delle forze dell'ordine;
un preoccupante profilo di gravità va segnalato con riferimento al comune di Fino Mornasco (Como), dove la presenza mafiosa risulta particolarmente incidente, la cittadinanza è preoccupata e intimorita, il tessuto economico e commerciale infiltrato, la politica a rischio di inquinamento con amministratori locali nel corso degli anni investiti dai sospetti, costretti alle dimissioni o, nei casi più coraggiosi di denuncia dei fenomeni criminali, ridotti all'isolamento, come la consigliera di minoranza in Consiglio comunale Rossella Pera, a fronte di minacce e intimidazioni, isolamento che l'ha costretta a minacciare l'abbandono della vita pubblica;
nonostante svariati blitz antimafia e processi con condanne di alcuni boss locali, il fenomeno non risulta affatto debellato e la società, la politica e il tessuto produttivo delle zone interessate soffrono ancora di un'invadente presenza criminale,
si chiede di sapere:
se al Ministro in indirizzo risulti la gravità della situazione;
se non ritenga di dover intervenire, perché il rappresentante del Governo nella provincia di riferimento, di concerto con le autorità locali, possa favorire il dispiegamento di un'opera più incisiva di controllo del territorio e di prevenzione e repressione delle infiltrazioni mafiose nel comune di Fino Mornasco e, in genere, nella parte settentrionale della Lombardia;
se in particolare non ritenga opportuno disporre, ex articolo 143 del testo unico degli enti locali (di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000) la nomina, da parte del prefetto, di una commissione d'indagine per l'accesso agli atti dell'amministrazione locale, al fine di accertare l'entità e la portata dei fenomeni di condizionamento malavitoso degli organi amministrativi ed elettivi.
(3-03805)
STEFANO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che per quanto risulta all'interrogante:
la mattina di martedì 13 giugno 2017 è partito da Lecce un treno Frecciargento in direzione Roma colmo di rifiuti, sia nelle carrozze che nei bagni;
carte, bottiglie di plastica, resti di cibo e fazzoletti sono stati da più passeggeri immortalati e pubblicati sui social network con le relative lamentele nei confronti di Trenitalia;
il suddetto treno doveva lasciare Lecce alle ore 5,50 per arrivare nella Capitale alle 11,23, ma, secondo quanto riferito dal personale di bordo del treno, e riportato da diverse fonti di stampa, il Frecciargento 8302 aveva subito un guasto poco prima di partire ed era stato necessario sostituirlo con una vettura arrivata a Lecce poche ore prima. I tempi ristretti di permanenza in stazione di quest'ultima vettura non avrebbero pertanto consentito di pulire, né di disinfettare il treno, a totale danno e nocumento dei viaggiatori, che hanno pagato biglietti a partire da 70 euro, e anche del personale di bordo che, durante la marcia, ha dovuto provvedere a riordinare alla bene e meglio le carrozze e i servizi igienici;
considerato che il diritto alla mobilità deve essere garantito anche e soprattutto attraverso modalità che rispettino gli standard di sicurezza, pulizia e igiene,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto riportato e se non ritenga necessario far osservare in modo cogente a Trenitalia il rispetto degli standard minimi di qualità per il trasporto delle persone, onde evitare insopportabili violazioni, come nel caso descritto.
(3-03806)
LUMIA - Al Ministro dell'interno - Premesso che a quanto risulta all'interrogante:
secondo gli elementi informativi presenti nel Focus su quanto succede tra Belgio e Sicilia (Agrigento e dintorni) dell'OMCOM (Osservatorio mediterraneo sulla criminalità organizzata) istituito dalla fondazione Caponnetto e dalla fondazione Mediterraneo, si apprende che il 14 settembre 2016, a Liegi, in Belgio, in un condominio sarebbero stati esplosi numerosi colpi d'arma da fuoco contro 2 soggetti, Mario Jakelic di 28 anni di Porto Empedocle, che rimase ucciso e Maurizio Di Stefano di 40 anni detto "furia" di Favara che rimane ferito;
sempre a Liegi, il 3 maggio 2017, viene ucciso Rino Sorce, ristoratore di 50 anni di Favara;
come si apprende da notizie di stampa ("Grandangolo", "il Giornale di Agrigento", del 24 maggio 2017), il 22 maggio 2017, a Favara, in Sicilia è avvenuto un agguato a colpi di kalashnikov con conseguente scontro a fuoco tra l'obbiettivo dei sicari, Carmelo Nicotra di 33 anni, proprietario di un magazzino, ed i killer. Fortunatamente, la vittima è stata solo ferita, seppur gravemente, nonostante la raffica di colpi ricevuti. Carmelo Nicotra si ritiene essere in contatto con il gruppo di Di Stefano, ferito nel settembre 2016 a Liegi. Il mancato omicidio si inquadra in una dura lotta tra bande criminali per contendersi il traffico di droga;
da quanto emerge dalla relazione della direzione investigativa antimafia del primo semestre 2016, su Favara risulta la presenza sia del mandamento di Agrigento di Cosa Nostra che dell'altra organizzazione mafiosa denominata " stidda";
è opportuno comprendere quale sia il livello di infiltrazione dei criminali siciliani in Belgio e se sia in atto una guerra all'interno di un ceppo mafioso singolo oppure tra ceppi mafiosi diversi;
bisogna anche interrogarsi sui flussi di droga gestiti dalle suddette organizzazioni criminali, che spesso scatenano sanguinari conflitti interni ridefinendone gerarchie e leadership;
nel campo del traffico internazionale di droga nella provincia di Agrigento si sono stratificati nei decenni diversi boss,che hanno agito ad alti livelli, come i Caruana Cuntrera, i Rizzuto, i Falsone e tanti altri boss di primo piano di Cosa Nostra,
si chiede di sapere:
quale attività di prevenzione e repressione si stia mettendo in atto per stroncare l'attività di Cosa Nostra a Favara e in provincia;
quali iniziative di cooperazione investigativa e giudiziaria siano state intraprese tra l'Italia ed il Belgio per colpire gli interessi mafiosi e i traffici di droga.
(3-03807)