Legislatura 16ª - 5ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 94 del 03/12/2008
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Il relatore PICHETTO FRATIN (PdL) esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1, sottolineando come sia condivisibile la scelta operata dal Governo di adottare opportuni interventi puntuali finalizzati al mantenimento del livello dei consumi senza tuttavia incidere sul livello dell'indebitamento, tenuto conto delle difficoltà che potrebbero derivare sul piano economico nel quadro del collocamento internazionale dell'Italia. Fa presente, inoltre, come un gran numero di misure contenute nelle proposte emendative, anche aggiuntive, presentate all'articolo 1, non ultimo l'emendamento 1.0.1 (testo 2), siano state prese in considerazione nell'ambito degli interventi previsti nel decreto legge n. 185 del 2008, i cui contenuti saranno poi oggetto di attenta valutazione nel corso dell'esame alle Camere per la conversione. Osta infine ad una valutazione positiva la considerazione secondo cui le clausole di copertura di tali emendamenti risultano non compatibili con l'attuale quadro contabile delineato in tabella C.
Il sottosegretario VEGAS, in via preliminare, afferma che tutti gli emendamenti che presentano clausole di copertura riferite alla tabella C saranno oggetto di parere contrario, in quanto suscettibili di incidere su spese obbligatorie.
In particolare esprime parere contrario sull'emendamento 1.1 sottolineando come nel decreto-legge n. 185, in corso di conversione alle Camere, si prevedano analoghe misure di carattere fiscale. Quanto all'emendamento 1.2 invita il proponente al ritiro, posto che nel testo approvato alla Camera il riferimento alla priorità per i lavoratori dipendenti e i pensionati è volto a non determinare discriminazioni con altri soggetti percettori di reddito.
Si sofferma poi sull'emendamento 1.0.1 (testo 2), che a suo avviso racchiude lo spirito di fondo della proposta alternativa in tema di politica economica avanzata dall'opposizione. Al riguardo, sottolinea in via preliminare come, nonostante le aperture emerse in sede comunitaria sulla possibilità di sforare il limite del 3 per cento nel rapporto deficit/PIL, tale facoltà possa essere attuata solo in misura ridotta e in particolare da parte di quei Paesi il cui stato delle finanze pubbliche presenti un andamento più solido. A questo riguardo, osserva peraltro come già nel 2009 si prefiguri una situazione di sforamento rispetto ai limiti vigenti indipendentemente da interventi specifici, tenuto conto della diminuzione della crescita economica e del calo del livello delle entrate, con particolare riferimento alle imposte indirette e alle imposte sulle persone giuridiche. Tanto è vero ciò che le misure contenute nel decreto-legge n. 185, in corso di esame alle Camere per la conversione, non rappresentano una manovra in deficit, posto che i relativi oneri finanziari risultano coperti ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, non tanto nel timore di soggiacere ad eventuali sanzioni per l'eccedenza dai limiti del Patto di stabilità e crescita, quanto per offrire un segnale di rigore ai mercati in un momento di difficoltà congiunturale.
Ritiene pertanto non condivisibile lo spirito di fondo dell'emendamento n. 1.0.1 (testo 2), il quale, pur presentando alcuni interventi in parte condivisibili, pone tuttavia serie difficoltà nell'accoglimento, tenuto conto degli oneri finanziari ad essi connessi. Dopo aver riepilogato taluni singoli interventi contenuti nell'emendamento in discorso meritevoli di attenzione, osserva peraltro come, in linea di principio, si tratti di misure in gran parte recepite, sia pure con una diversa valutazione nel merito, nel decreto legge n. 185, in relazione al quale si augura possa trovarsi un'ampia convergenza al momento dell'esame alle Camere per la conversione.
Si sofferma, quindi, sulla proposta 1.0.11, sottolineando la complessità sia sotto il profilo degli effetti finanziari sui saldi, sia sotto il profilo degli effetti sulle procedure contabili per quanto attiene all'introduzione di nuovi criteri inerenti alla valutazione delle spese di parte corrente e in conto capitale, in termini di cassa e di competenza, ai fini del Patto di stabilità interno.
Il parere sui restanti emendamenti è contrario.
Si passa quindi alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1.
Verificata la presenza del prescritto numero legale, la Commissione respinge l'emendamento 1.1.