Legislatura 16ª - 5ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 94 del 03/12/2008
Azioni disponibili
(1210 e 1210-bis) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009 - 2011 e relativa Nota di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati
- (Tabb. 1 e 1-bis) Stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 2009 (limitatamente alle parti di competenza)
- (Tabb. 2 e 2-bis) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2009 (limitatamente alle parti di competenza)
(1209) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009), approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l'esame congiunto sospeso nella seduta notturna di ieri.
Il senatore MORANDO (PD) interviene incidentalmente sollecitando il Governo a presentare la relazione concernente l'utilizzo del Fondo per le aree sottosviluppate (FAS), ai fini di una verifica sulla concreta attuazione degli scopi istituzionali.
Ritiene inoltre necessario riprendere quanto prima l'esame sull'Atto del Governo n. 36, in materia di programmazione scolastica, ai fini dell'espressione del parere. Rimarca al riguardo l'esigenza di chiarire il quadro finanziario di riferimento, a partire dalla legge finanziaria 2007 per finire al decreto-legge n. 112. Sottolinea quindi talune contraddittorietà contenute nel testo che a suo giudizio necessiterebbero di opportuni chiarimenti.
Il PRESIDENTE fa presente che l'Atto del Governo n. 36 è già iscritto all'ordine del giorno dei lavori della Commissione e che quanto prima ne verrà ripreso l'esame.
Il sottosegretario VEGAS assicura che la relazione sul Fondo per le aree sottoutilizzate è in procinto di essere presentata alla Commissione.
Il PRESIDENTE ricorda che nella precedente seduta sono stati illustrati gli emendamenti riferiti all'articolo 1 e quelli recanti articoli aggiuntivi al medesimo articolo (gli emendamenti sono pubblicati in un fascicolo separato). Invita quindi il relatore e il Governo all'espressione del relativo parere.
Il relatore PICHETTO FRATIN (PdL) esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1, sottolineando come sia condivisibile la scelta operata dal Governo di adottare opportuni interventi puntuali finalizzati al mantenimento del livello dei consumi senza tuttavia incidere sul livello dell'indebitamento, tenuto conto delle difficoltà che potrebbero derivare sul piano economico nel quadro del collocamento internazionale dell'Italia. Fa presente, inoltre, come un gran numero di misure contenute nelle proposte emendative, anche aggiuntive, presentate all'articolo 1, non ultimo l'emendamento 1.0.1 (testo 2), siano state prese in considerazione nell'ambito degli interventi previsti nel decreto legge n. 185 del 2008, i cui contenuti saranno poi oggetto di attenta valutazione nel corso dell'esame alle Camere per la conversione. Osta infine ad una valutazione positiva la considerazione secondo cui le clausole di copertura di tali emendamenti risultano non compatibili con l'attuale quadro contabile delineato in tabella C.
Il sottosegretario VEGAS, in via preliminare, afferma che tutti gli emendamenti che presentano clausole di copertura riferite alla tabella C saranno oggetto di parere contrario, in quanto suscettibili di incidere su spese obbligatorie.
In particolare esprime parere contrario sull'emendamento 1.1 sottolineando come nel decreto-legge n. 185, in corso di conversione alle Camere, si prevedano analoghe misure di carattere fiscale. Quanto all'emendamento 1.2 invita il proponente al ritiro, posto che nel testo approvato alla Camera il riferimento alla priorità per i lavoratori dipendenti e i pensionati è volto a non determinare discriminazioni con altri soggetti percettori di reddito.
Si sofferma poi sull'emendamento 1.0.1 (testo 2), che a suo avviso racchiude lo spirito di fondo della proposta alternativa in tema di politica economica avanzata dall'opposizione. Al riguardo, sottolinea in via preliminare come, nonostante le aperture emerse in sede comunitaria sulla possibilità di sforare il limite del 3 per cento nel rapporto deficit/PIL, tale facoltà possa essere attuata solo in misura ridotta e in particolare da parte di quei Paesi il cui stato delle finanze pubbliche presenti un andamento più solido. A questo riguardo, osserva peraltro come già nel 2009 si prefiguri una situazione di sforamento rispetto ai limiti vigenti indipendentemente da interventi specifici, tenuto conto della diminuzione della crescita economica e del calo del livello delle entrate, con particolare riferimento alle imposte indirette e alle imposte sulle persone giuridiche. Tanto è vero ciò che le misure contenute nel decreto-legge n. 185, in corso di esame alle Camere per la conversione, non rappresentano una manovra in deficit, posto che i relativi oneri finanziari risultano coperti ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, non tanto nel timore di soggiacere ad eventuali sanzioni per l'eccedenza dai limiti del Patto di stabilità e crescita, quanto per offrire un segnale di rigore ai mercati in un momento di difficoltà congiunturale.
Ritiene pertanto non condivisibile lo spirito di fondo dell'emendamento n. 1.0.1 (testo 2), il quale, pur presentando alcuni interventi in parte condivisibili, pone tuttavia serie difficoltà nell'accoglimento, tenuto conto degli oneri finanziari ad essi connessi. Dopo aver riepilogato taluni singoli interventi contenuti nell'emendamento in discorso meritevoli di attenzione, osserva peraltro come, in linea di principio, si tratti di misure in gran parte recepite, sia pure con una diversa valutazione nel merito, nel decreto legge n. 185, in relazione al quale si augura possa trovarsi un'ampia convergenza al momento dell'esame alle Camere per la conversione.
Si sofferma, quindi, sulla proposta 1.0.11, sottolineando la complessità sia sotto il profilo degli effetti finanziari sui saldi, sia sotto il profilo degli effetti sulle procedure contabili per quanto attiene all'introduzione di nuovi criteri inerenti alla valutazione delle spese di parte corrente e in conto capitale, in termini di cassa e di competenza, ai fini del Patto di stabilità interno.
Il parere sui restanti emendamenti è contrario.
Si passa quindi alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1.
Verificata la presenza del prescritto numero legale, la Commissione respinge l'emendamento 1.1.
Il senatore Alberto FILIPPI (LNP) ritira l'emendamento 1.2.
Interviene il senatore MORANDO (PD) per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 1.0.1 (testo 2), che a suo giudizio pone una vera e propria proposta di politica fiscale e di bilancio alternativa a quella prospettata dal Governo. Osserva come per l'Esecutivo prevalga la preoccupazione che una politica di forte intervento a sostegno dello sviluppo per il 2009 possa aggravare la dimensione del debito pubblico dell'Italia, nonostante le aperture in sede comunitaria in tal senso, e di conseguenza peggiorare il giudizio da parte dei mercati sul merito di credito del sistema Paese, che più che compenserebbe gli eventuali effetti positivi di una manovra espansiva. Al contrario, segnala la necessità di una politica di bilancio espansiva nel 2009, che, pur determinando un peggioramento nel rapporto dell'indebitamento pubblico sul PIL di un punto percentuale rispetto al tendenziale a legislazione vigente, sia comunque in grado di produrre effetti positivi, consentendo, alla luce del Patto di stabilità e crescita, di liberare per gli enti locali una capacità di spesa per investimenti attraverso la cantierabilità immediata dei progetti. Ritiene infatti che l'accelerazione degli investimenti degli enti locali nel 2009, più che quelli sulle grandi opere, possa comportare effetti positivi sull'economia sia sul lato degli investimenti che sul versante dei consumi, tenuto conto dell'incremento della propensione al consumo derivante dalla consapevolezza, da parte di famiglie e imprese, di maggiori risorse disponibili nel tempo. Ciò tuttavia nel presupposto che siano adottate, alla luce del peggioramento dei conti pubblici nel 2009, misure di stabilizzazione nel medio e lungo periodo che possano portare ad un miglioramento delle finanze pubbliche nel 2010 e nel 2011. In questo quadro, pur prendendo atto delle difficoltà dell'Italia relativamente alla capacità di indebitamento rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea, si dichiara convinto che il merito di credito non possa peggiorare, posto che esso è determinato non solo dal volume dell'indebitamento ma anche dalla somma della capacità del risparmio pubblico e del risparmio privato, fattore quest'ultimo assai rilevante per l'Italia in particolare. Peraltro occorre tener presente la sfasatura temporale degli effetti positivi alla propensione ai consumi derivante da un'inflazione bassa, se non addirittura negativa, posto che la deflazione, ancorché suscettibile di incidere positivamente sui consumi, è innegabile che produca un effetto immediato ulteriormente depressivo sull'economia. In questa ottica ritiene quindi opportuno offrire misure di sostegno alle famiglie per il rilancio della domanda aggregata.
All'obiezione del Governo secondo cui molti degli interventi contenuti nell'emendamento in argomento sono affrontati nell'ambito del decreto-legge n. 185, replica sottolineando come la scelta di non intervenire sulle strategie di fondo della politica di bilancio in senso espansivo sia interpretabile come una posizione di debolezza dell'Esecutivo, a suo avviso non in grado politicamente di portare avanti riforme per la stabilizzazione dei conti pubblici nel medio e lungo periodo. Ciò peraltro sembra porsi in contraddizione con le recenti affermazioni del Ministro dell'economia e delle finanze sulla preoccupante congiuntura economica, in relazione alla quale sarebbe opportuno avviare una riflessione strategica su basi assai diverse rispetto a quelle che hanno accompagnato le decisioni di cui alla cosiddetta manovra d'estate. A questo riguardo, dopo aver richiamato alcuni tra i più preoccupanti segnali della crisi economica, tra i quali segnala il calo nelle percentuali di investimento pubblicitario da parte delle imprese, così come la perdita di posti di lavoro, paventa il rischio che, ove non si dovesse intervenire in modo puntuale, la crisi economica possa sfociare in una vera e propria depressione.
Conclude quindi ipotizzando che, al di là delle preoccupazioni del Governo sul peggioramento dei dati sull'indebitamento del 2009 - nonostante le aperture dell'Unione europea in tal senso e nell'errato presupposto che ciò possa negativamente riflettersi in termini di una penalizzazione sul merito di credito del sistema Paese - si celi in realtà il rischio sulla tenuta politica della maggioranza, che, pur potendo contare su un vasto sostegno parlamentare, non sia in grado di garantire l'adozione delle necessarie e conseguenti misure di stabilizzazione.
Dopo che il PRESIDENTE, su richiesta del senatore MORANDO (PD), ha accertato la presenza del prescritto numero di senatori, posto ai voti, l’emendamento 1.0.1 (testo 2) risulta respinto.
In esito a distinte votazioni, risultano quindi respinti gli emendamenti 1.0.2, 1.0.3, 1.0.4 (testo 2), 1.0.5, 1.0.6, 1.0.7, 1.0.8 e 1.0.9.
Il senatore LUSI (PD) raccomanda l’approvazione dell’emendamento 1.0.10. Dopo aver ricordato che la proposta emendativa ritorna sul tema importante del pagamento dei fornitori delle pubbliche amministrazioni, già affrontato dall’emendamento 1.0.1 (testo 2), ritiene i pareri del rappresentante del Governo e del relatore non soddisfacenti e di difficile comprensione. In tal modo si chiede all’opposizione di accontentarsi dell’affermazione generica che la questione è stata affrontata dal recentissimo decreto-legge n. 185 ma proprio per questo non si comprende il parere contrario perché non accompagnato da alcuna spiegazione nel merito. Si tratta di un atteggiamento che il Paese difficilmente capirà anche perché alle indicazioni di talune priorità in occasione di dibattiti, anche in programmi televisivi, non si accompagna poi da parte del Governo l’adozione in Parlamento di provvedimenti di contenuto corrispondente. Ricorda come la sua parte politica abbia sottoposto all’attenzione del Governo diverse proposte nel tentativo di offrire una varietà di soluzioni tra cui scegliere. In tutti i casi sono stati invece espressi, in particolare dal relatore, pareri negativi senza fornire alcuna motivazione. Conclude invitando il relatore e il rappresentante del Governo a valutare con favore la proposta di cui all’emendamento 1.0.10 avuto riguardo alla sua effettiva e concreta portata.
Il sottosegretario VEGAS dà conto delle ragioni per cui il Governo ha preferito affrontare talune questioni non già all’interno del disegno di legge finanziaria per il 2009 ma in altri provvedimenti, come ad esempio nel decreto-legge n. 185 del 2008. Si è inteso lasciare alla finanziaria esclusivamente la definizione del quadro finanziario di riferimento, affidando alla legislazione di contorno e precisamente ai disegni di legge collegati alla manovra e ai decreti-legge l’individuazione degli obiettivi da perseguire. Il decreto-legge n. 185 è stato infatti concepito proprio avendo a riferimento i parametri delineati nella finanziaria; in risposta alle perplessità sollevate dal senatore Lusi, evidenzia la diversità di approccio rispetto a quello suggerito dall’opposizione. Passando al merito della proposta contenuta nell’emendamento 1.0.10, ritiene che il problema da esso posto possa ritenersi effettivamente reale ed infatti è stato affrontato con il citato decreto-legge. Nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione si potrà svolgere un adeguato approfondimento della materia in relazione alla quale si è inteso voler dare una risposta al Paese con un provvedimento in grado, per sua natura, di produrre, con immediatezza, effetti nell’ordinamento giuridico senza attendere l’entrata in vigore della legge finanziaria per il 2009.
Posto ai voti l’emendamento 1.0.10 risulta quindi respinto.
Il senatore MERCATALI (PD) raccomanda l’approvazione dell’emendamento 1.0.11, ringraziando con l’occasione la Presidenza e il rappresentante del Governo per aver favorito sulle questioni da esso poste il dibattito e per aver fornito talune risposte ai quesiti posti. La revisione del Patto di stabilità per gli enti locali è un tema che sarebbe opportuno affrontare durante la legge finanziaria consentendo agli enti locali virtuosi di poter effettuare investimenti che dovrebbero essere considerati al di fuori dei vincoli posti dal Patto di stabilità interno. La riapertura dei cantieri che ne deriverebbe è un’opportunità da cogliere, vista l’esigenza di mettere in campo misure efficaci che siano realmente in grado di contrastare la crisi in atto. Con l’approvazione di tale emendamento gli enti locali suddetti avrebbero la possibilità di avviare investimenti per almeno 5 miliardi di lavori dando iniezione di fiducia al mercato e sostegno alle imprese. Conclude invitando il rappresentante del Governo e il relatore a riconsiderare i pareri resi preannunciando in tal caso anche la disponibilità a talune modifiche eventualmente da concordare.
Prende quindi la parola il senatore MORANDO (PD) per formulare la richiesta di accantonamento dell’emendamento 1.0.11 ove il Governo e il relatore dichiarino l’intenzione di intervenire sul tema nel corso dei lavori, auspicando al riguardo una risposta politicamente impegnativa.
Il sottosegretario VEGAS, nel rimettere alle determinazioni della Commissione l’opportunità di disporre l’accantonamento dell’emendamento in esame, pur senza assumere un impegno politico al riguardo, ritiene che quello della revisione del Patto di stabilità interno sia in effetti l’unico tema su cui potrebbe esserci spazio per un approfondimento nell’ambito dell’esame del disegno di legge finanziaria per il 2009; ciò peraltro con l’obiettivo non già di riconsiderare il Patto nel suo complesso ma soltanto di consentire agli enti locali virtuosi di poter considerare gli investimenti al di fuori dei vincoli relativi.
Il PRESIDENTE, preso atto dell’affermazione del rappresentante del Governo, prospetta alla Commissione la seguente alternativa: procedere all’accantonamento dell’emendamento 1.0.11 e di tutte le altre proposte di analogo contenuto che saranno esaminate nel corso dell’esame ovvero procedere con bocciature tecniche di dette proposte, riservando l’eventuale approfondimento delle relative questioni nel corso dell’esame in Assemblea.
Dopo che il senatore MERCATALI (PD), anche a nome della sua parte politica, ha manifestato la preferenza per l’accantonamento dell’emendamento, il PRESIDENTE dispone l’accantonamento dell’emendamento 1.0.11.
Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 2.
Il PRESIDENTE dichiara inammissibili, per ragioni di copertura, gli emendamenti 2.11, 2.48, 2.64, 2.104 (limitatamente al comma 7-quinquies), 2.119, 2.128, 2.174, 2.176, 2.179, 2.190, 2.191, 2.196, 2.197 e 2.199. Dichiara altresì inammissibili per materia gli emendamenti 2.24, 2.31, 2.33, 2.46, 2.52, 2.127, 2.128, 2.129, 2.130, 2.131, 2.132, 2.133, 2.134, 2.135, 2.136, 2.138, 2.142, 2.157, 2.159, 2.177, 2.178 e 2.192.
Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.
POSTICIPAZIONE DELLA SEDUTA NOTTURNA
Il PRESIDENTE avverte che la seduta, già convocata alle ore 20,30, è posticipata alle ore 21.
Prende atto la Commissione.
La seduta termina alle ore 16,25.