Legislatura 16ª - 5ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 90 del 27/11/2008
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La senatrice CARLONI (PD) rileva che l’anticipazione della manovra a luglio, impostata su una programmazione triennale, ha determinato il fatto che il bilancio incorpora già la manovra con tutti i limiti alla possibilità di ricostruirne gli ambiti in termini di missioni e programmi segnalata dal Servizio del bilancio. Dichiara di apprezzare, da un lato, la finanziaria "snella" e, dall’altro, il richiamo, fatto dal relatore Pichetto Fratin, ad innalzare il livello di trasparenza in merito alla decisione di spesa.
Resta, tuttavia, sconcertante l’incapacità del Governo di accordare questo nuovo percorso istituzionale di articolazione della manovra su più provvedimenti con l’eccezionalità della crisi finanziaria - ma anche economica - in corso. Incapacità resa ancora più grave dal fatto che l’Italia presenta fragilità strutturali che stanno dando luogo a livelli crescenti di iniquità. Rispetto alle misure, quali la social card, preannunciata dal ministro Tremonti, ritiene che le misure necessarie al paese siano altre. Sul piano del metodo, ritiene che, contrariamente a quanto avviene in tutta Europa, il Governo intende procedere senza tener conto del contributo degli attori sociali e dell’opposizione, secondo una logica basata sulla divisione e non sul lavoro comune, come da ultimo anche proposto dal presidente Ciampi sulle colonne del Corriere della Sera.
Nel merito, ritiene che il piano anticrisi previsto in ambito europeo non sia privo di costi per i paesi membri. L’Italia, ancorché autorizzata a temporanei sforamenti sul deficit, dovrà fare la sua parte per il piano di investimenti consistente stabilito in sede comunitaria. A suo giudizio, il Governo dovrebbe quindi compiere uno sforzo di reperimento di risorse che non aumentino l’iniquità e l’impoverimento della popolazione, tenendo conto dell’urgenza di procedere ad una riforma degli ammortizzatori sociali. Esiste il problema dei precari e di intere famiglie che vivono su questo tipo di reddito. Non può essere eccepita, a tal riguardo, la mancanza di risorse, anche perché non si può escludere l’opportunità di ridiscutere le scelte operate dal Governo, quali la defiscalizzazione dello straordinario, e la totale esenzione dall’ICI sulla prima casa, in questo nuovo contesto congiunturale e tenuto conto che molti beneficiari di quelle agevolazioni non ne hanno percepito i vantaggi.
Ritiene opportuno affrontare il tema dell’evasione fiscale, la spesa per l’infanzia e per l’educazione (veri investimenti che hanno ricadute positive sulla crescita), la maggior presenza delle donne nel mercato del lavoro.
Il Governo, in tal senso, non sembra aver intenzione di agire, dato che ha ridotto il fondo per la famiglia di 90 milioni di euro e non intende rifinanziare i congedi parentali previsti dalla legge n. 53 del 2000. Conclude sottolineando la scarsa attenzione del Governo per i temi della famiglia e osservando come il tema della parità uomo-donna, in termini pensionistici, non deve entrare nel dibattito, a costo di peggiorare il nostro modello di welfare.