Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00157
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Atto n. 1-00157
Pubblicato il 14 luglio 2009, nella seduta n. 238
D'ALIA , PINZGER , FOSSON , CINTOLA , CUFFARO , GIAI , PETERLINI , THALER AUSSERHOFER
Il Senato,
premesso che:
si è svolto a L’Aquila, dall’8 al 10 luglio 2009, il summit del G8, che è stato contraddistinto da una forte solidarietà nei confronti delle popolazioni locali colpite da un tremendo terremoto il 6 aprile 2009;
non si può che rivolgere un plauso e un sentito ringraziamento al Presidente della Repubblica, per come in occasione di questo importante evento, che ha coinvolto le più rappresentative democrazie del mondo, abbia rappresentato perfettamente con l’onore e l’appartenenza patriottica che gli è solita il successo democratico e civile che ancora caratterizza, nonostante quanti sostengano il contrario, il nostro Paese;
è doveroso rivolgere un apprezzamento alla Presidenza del Consiglio dei ministri per aver organizzato al meglio il G8, a dispetto di quanto evidenziato impropriamente dalle principali testate giornalistiche straniere, finanche ventilando la possibilità di una fantomatica espulsione dell’Italia dal G8, testate, duole sottolinearlo, alimentate nell’aggressione verso l’intera comunità nazionale anche dalle non condivisibili iniziative di qualche esponente politico italiano;
i leader del G8 hanno condiviso una visione di un’economia mondiale aperta, innovativa sostenibile ed equa;
la tesi sostenuta da Papa Benedetto XVI nella sua enciclica “Caritas in Veritate” evidenzia che l’etica è un elemento fondamentale del sistema economico intesa come strumento portatore di valori e principi che pongono al centro dello scenario l’uomo. Tali principi risultano essere ancora più fondamentali in un’economia globale;
il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, ha dichiarato che “un modello in cui gli operatori considerano lecita ogni mossa, in cui si crede ciecamente nella capacità del mercato di autoregolamentarsi, in cui divengono comuni gravi malversazioni, in cui i regolatori dei mercati sono deboli o prede dei regolati, in cui i compensi degli alti dirigenti d’azienda sono ai più eticamente intollerabili, non può essere un modello per la crescita del mondo”;
oggi si rende dunque necessaria un’azione rafforzata e coordinata a livello globale con le cosiddette “economie emergenti” come Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica per affrontare con efficacia le più importanti sfide economiche, politiche e sociali;
è stato accolto con soddisfazione lo spirito costruttivo dei leader presenti a L’Aquila che hanno deciso di continuare ad affrontare i temi di rilevanza globale nell’ambito di una partnership strutturata e solida;
in particolare, i Paesi partner del G8 insieme a Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica hanno condiviso un’impostazione responsabile nell’affrontare le sfide internazionali più impegnative, lanciando una forma di cooperazione solida e articolata contraddistinta dai medesimi obiettivi per tutti: un "Heiligendamm-L’Aquila Process" (HAP). Tale collaborazione ha come scopo la condivisione di una governance globale che rafforzi la reciproca comprensione;
i leader hanno evidenziato che la presenza di mercati aperti sia fondamentale per la crescita e lo sviluppo economico, ancor più in periodi di crisi. Il summit ha infatti concluso che il successo del Doha Development Round costituirà un impulso determinante per ripristinare la fiducia, aiutare la ripresa e promuovere lo sviluppo;
confermando quanto previsto dagli incontri di Washington e Londra, l’azione politica globale punta ad investire le proprie energie nella stabilizzazione dei mercati finanziari mediante regolamentazioni che saranno adottate immediatamente;
particolare attenzione è stata data ai riflessi sociali della crisi economica mondiale con riferimento alle preoccupazioni per le fasce sociali più deboli e intraprendendo azioni per garantire l’occupazione e le tutele sociali;
i leader hanno approvato la necessità di sviluppare principi e standard comuni, sulla scia di quanto stabilito durante la riunione dei Ministri economici del “Lecce Framework”, che si fondano sulle iniziative già poste in essere dall’OCSE e da altre importanti organizzazioni internazionali e che saranno presentate al prossimo summit del G20 di Pittsburgh. L’obiettivo è combattere la corruzione, l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro sporco, il finanziamento al terrorismo, tramite l’irrobustimento e la realizzazione di standard internazionali, l’espansione del forum globale dell’OCSE e soprattutto con lo sviluppo di contromisure da adottare eventualmente nei confronti di giurisdizioni che non collaborano e non rispettano questi standard;
si è deciso di programmare un piano di sviluppo economico di medio termine tramite piani di sostenibilità fiscale con previsione anticipata delle exit strategy;
si è posto l’accento sulla questione dell’eccessiva instabilità dei prezzi dei prodotti energetici ed agricoli, provvedendo a migliorare il funzionamento di questi mercati anche mediante normative per la supervisione dei mercati dei derivati al fine di combattere la speculazione in questo settore;
i membri del G8 hanno rafforzato il loro impegno comune per combattere i cambiamenti climatici in vista della Conferenza United Nations Framework Convention on Climate Change (Unfccc) fissata a Copenhagen nel dicembre 2009, accordandosi sull’obiettivo di ridurre le emissioni globali di biossido di carbonio e gas serra di almeno il 50 per cento entro il 2050, facendo in modo che i Paesi sviluppati arrivino alla riduzione dell’80 per cento entro lo stesso periodo;
in tale contesto, si è discusso del ruolo delle tecnologie innovative e del finanziamento del processo industriale che permetta di raggiungere gli obiettivi fissati, sottolineando l’importanza cruciale che le economie più avanzate hanno nel guidare l’innovazione lanciando una partnership globale con lo scopo di armonizzare gli sforzi e di permettere il raddoppio degli investimenti in ricerca e sviluppo entro il 2015;
i leader dei Paesi che sono maggiormente responsabili delle maggiori emissioni di gas serra e biossido di carbonio hanno concordato sull’importanza di contenere l’aumento medio delle temperature globali entro i 2 gradi centigradi, come già approvato dal G8, e si sono impegnati a collaborare per trovare una via operativa per il raggiungimento di questo obiettivo prima dell’incontro di Copenhagen mediante l’adozione della dichiarazione del Major Economies Forum on Energy and Climate;
è stato unanime il consenso sulla necessità di aumentare i finanziamenti per la lotta al cambiamento climatico con fonti sia pubbliche sia private, non tralasciando lo sviluppo dei mercati di scambio delle quote di anidride carbonica;
per quanto concerne gli obiettivi per lo sviluppo del millennio, i leader hanno dovuto constatare che la crisi globale in corso crea forti problemi per il raggiungimento degli obiettivi ed è stata quindi chiesta una verifica sullo stato delle cose da compiersi entro il 2010 per comprendere le azioni da intraprendere;
sul piano delle questioni internazionali, i partecipanti al G8 hanno espresso gravi preoccupazioni per quanto concerne la questione Iran relativamente alla violenza post-elettorale che è esplosa e che porta la comunità internazionale a cooperare per una soluzione diplomatica, non dimenticando la continua inottemperanza da parte di Teheran a rispettare i suoi obblighi internazionali;
il G8 ha inoltre ribadito il pieno appoggio alla soluzione dei due Stati per la risoluzione del conflitto israelo-palestinese, incoraggiando le controparti a riprendere immediatamente i negoziati diretti;
nell’agenda del G8 figurava tra gli argomenti da trattare anche lo stato di povertà economica e sociale in cui riversa l’Africa, e, come sottolinea un rapporto di One (l’organizzazione capeggiata da Bob Geldof e da Bill Gates), firmato dall’ex Segretario dell’ONU Kofi Annan, con la crisi globale “quelli che hanno fatto meno per provocarla sono stati i più colpiti”: allo stato attuale, escludendo Cina e India, il Prodotto interno lordo dei Paesi in via di sviluppo calerà quest’anno dell’1,6 per cento, conseguentemente ben 20 milioni circa di persone in più si troveranno in condizioni di povertà estrema, mentre l’Italia ha tagliato del 56 per cento i fondi destinati alla cooperazione (di fatto essi costituiscono solo lo 0,16 per cento del prodotto interno lordo in assistenza allo sviluppo);
il G8 ha offerto una risposta globale molto positiva ai problemi della povertà mondiale, annunciando aiuti per 20 miliardi di dollari nei prossimi tre anni all’Africa, destinati alla sicurezza alimentare per finanziare lo sviluppo dell’agricoltura nei Paesi poveri, ma l’Italia, fanalino di coda rispetto agli altri grandi, contribuirà al finanziamento con una quota di 450 milioni;
nonostante gli importanti risultati raggiunti per contrastare il problema della fame nel mondo, forse si è fatto poco in riferimento ad altri temi delicati, come l’emergenza-acqua, l’igiene e il diritto alla salute, nonostante gli stessi siano stati comunque additati come “il maggior ostacolo ad uno sviluppo sostenibile, alla creazione di ricchezza ed allo sradicamento della povertà” e siano state fornite solo dichiarazioni di principio e senza impegni, di fatto un passo indietro rispetto all’annuncio di aiuti per 440 milioni di dollari stabilito nel G8 del 2008, rimandando il tutto alla “settimana dell’acqua in Africa”, che dovrebbe tenersi in Sud Africa entro la fine del 2009;
gli sforzi sui temi dell’emergenza idrica e della salute dei cittadini potevano essere di sicuro più incisivi, considerando che dal 2020 tra i 75 e i 250 milioni di persone sono destinate a soffrire della carenza di acqua potabile; per effetto dei cambiamenti climatici ampie regioni dell’Africa si scalderanno di 3-6 gradi nei prossimi 90 anni; le precipitazioni diminuiranno del 20 per cento rispetto ai livelli del 1990, con danni per l’agricoltura; ogni giorno 15.000 persone nel mondo muoiono di Aids (33 milioni i malati, l’Africa è il continente più colpito con 22 milioni di siero-positivi secondo l’Unaids), tubercolosi (10 milioni i malati), malaria (277 milioni i malati);
è stato pertanto ribadito l’impegno a promuovere la salute nel mondo combattendo la minaccia globale del virus H1N1, nonché la predisposizione di ulteriori aiuti in relazione ai farmaci antivirali, ai vaccini e ad altri dispositivi di prevenzione;
tra i temi affrontati dal G8 nessun particolare riferimento è stato fatto nei confronti di problemi quali disoccupazione e sistema pensionistico e previdenziale, nonostante il “Rapporto sulla protezione e l’inclusione sociale della Commissione UE” redatto pochi mesi fa sottolineava, con riferimento al nostro Paese, come l’occupazione abbia subito un forte arresto e il quadro delle condizioni economiche e di vita delle donne sia peggiore rispetto agli uomini. Già in quell’ambito era stata sottolineata la necessità di attuare politiche che tutelassero e aumentassero l’occupazione in generale e in particolar modo l’occupazione femminile, oltre a riforme favorevoli alla famiglia ed a una migliore conciliazione con la vita lavorativa. L’UE aveva spinto affinché l’Italia producesse una riforma del sistema previdenziale volta all’innalzamento dell’età pensionabile;
è conclamato il divario dell’Italia rispetto alla media dei Paesi europei quanto a numero di anni di lavoro prima di raggiungere l’età pensionabile (da tre a poco meno di cinque anni in meno della media dei lavoratori europei). Ciò avviene perché si va in pensione da 1,3 a 2,3 anni prima rispetto alla media europea. Questo divario rispetto al resto dell’Europa provoca un incremento dei costi della previdenza italiana, più alta del 4,4 per cento rispetto alla media europea, e tocca il 14,7 per cento del PIL. Non è accettabile che in Italia lavori solo il 19 per cento di coloro che hanno tra i 60 e i 64 anni, mentre in Gran Bretagna sono il 50 per cento e in Spagna e Francia il 33 per cento;
la spesa pubblica deve essere ridotta, se si vuole davvero rimettere in moto il Paese. Tale obiettivo può essere raggiunto solo attraverso una forte politica di spending review, volta alla razionalizzazione della spesa. In tale ambito non può essere eluso il nodo dell'innalzamento dell'età pensionabile;
si avverte la necessità di un vero e proprio “patto generazionale” che, in virtù del contenimento della spesa previdenziale, implichi che chi lavora oggi sia disposto a lavorare più anni per permettere un futuro solido alle generazioni future. Risulta, dunque, necessaria una riforma del sistema previdenziale italiano, in grado di procurare risorse nei conti pubblici da destinare ad una politica per il sostegno delle famiglie con figli e delle piccole e medie imprese, i veri motori del sistema. Rimodulando anche il sistema famiglia, riconoscendo alle donne lavoratrici l'attività prestata a sostegno di anziani, figli e di non autosufficienti conviventi;
il Presidente della Consob Lamberto Cardia, nel discorso tenuto durante l’incontro annuale tra la Commissione e il mercato, ha sottolineato ancora una volta come “gran parte delle piccole e medie imprese, trama fondamentale del tessuto imprenditoriale italiano, trova difficoltà e potrebbe correre rischi di asfissia finanziaria”, con ciò sottolineando come lo stato attuale dell’economia italiana sia fortemente condizionato dall'ingiustificata stretta creditizia operata dalle banche,
impegna il Governo:
a concepire, anche in virtù di quanto esposto dal Santo Padre Benedetto XVI nell'Enciclica “Caritas in Veritate”, in cui si pone l’uomo e le sue esigenze al centro di ogni priorità, nuove regole di governance delle imprese, in grado di orientare le stesse alla creazione di valore di lungo periodo, non solo per gli azionisti ma per tutti i portatori di interessi, ivi compresi dipendenti, fornitori, consumatori, non solo in virtù di ragioni etiche, ma perché ciò rende sostenibile il lavoro e diminuisce il rischio di ulteriori crisi economiche e di fiducia;
nel quadro degli aiuti concordati per contrastare la fame nel mondo, di un ammontare complessivo di 20 miliardi nei prossimi 3 anni, a considerare, anche per la vicinanza strategica dell'Italia all’Africa, la possibilità di prevedere aiuti superiori ai 450 milioni di dollari concordati, un importo modesto considerando che, evitando di porre come esempio gli Stati Uniti (3,5 miliardi) o il Giappone (3 miliardi), anche Spagna (500 milioni), Francia (2 miliardi) e Canada (500 milioni) contribuiranno in misura maggiore al contenimento della fame nel mondo;
nel considerare e prendere atto dei pochi risultati raggiunti sugli impegni del G8 ad affrontare i temi dell’emergenza idrica e della salute, a farsi promotore, sia con provvedimenti normativi interni, sia in occasione di prossimi impegni istituzionali europei e mondiali, di programmi di lavoro operativi e soluzioni efficaci per rispondere a questa drammatica realtà che vede ogni giorno morire oltre 4.000 bambini con meno di 5 anni per diarrea, 1.400.000 ogni anno;
a rendere note le azioni che intende intraprendere nell’ambito dell’applicazione dell’Heiligendamm-L’Aquila Process per il raggiungimento di una governance globale che rafforzi la reciproca comprensione tra Paesi;
ad attuare politiche più incisive nei confronti degli intermediari finanziari affinché sostengano in misura maggiore il credito alle imprese italiane meritevoli;
a proporre agli organi preposti della comunità finanziaria una rivisitazione dei parametri di Basilea 2, proponendo anche una sorta di moratoria di due anni del rispetto dei principi, affinché, in un’ottica di ripresa economica e soluzione condivisa contro l’evidente stretta creditizia che le banche operano nei confronti delle piccole e medie imprese, contravvenendo ai continui moniti istituzionali e comportandosi al limite della legalità, gli stessi intermediari finanziari non utilizzino il rispetto dei parametri economico-finanziari come labile scusa per non concedere credito alle imprese a rischio di fallimento, con le conseguenze che poi i fallimenti comporterebbero dal punto di vista economico e sociale, ad esempio un aumento della disoccupazione;
a far emergere le direttive che intende seguire nel medio periodo per la redazione di un piano di sostenibilità fiscale e a spiegare quali exit strategy intende prevedere, tenuto conto di quest’ultime in una logica di doveroso contenimento della spesa pubblica;
a farsi promotore e mediatore di un processo di stabilizzazione della situazione politica e sociale sia in Medio Oriente, che in Iran, dove la comunità italiana, sia quella presente in loco, sia a livello generale, vanta apprezzamenti da parte della popolazione locale per i rapporti di cooperazione fondati sul reciproco rispetto;
a rafforzare il suo impegno nell’elaborare provvedimenti normativi che intensifichino la propensione delle imprese italiane ad internazionalizzarsi, a promuovere interventi volti a garantire e tutelare il made in Italy nel mondo e, anche alla luce dell’appuntamento del Doha Development Round nel 2010, a farsi garante della libera concorrenza delle merci e della necessità di impedire nuove spinte protezionistiche tra i Paesi;
a predisporre un “patto generazionale”, con conseguente riforma del sistema previdenziale e degli ammortizzatori sociali, attraverso la concertazione con le parti sociali, estendendo innanzitutto l’età pensionabile e adeguandola alla media europea ed estendendo la cassa integrazione a tutte le categorie di lavoratori, anche quelli precari;
a predisporre la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, che produrrebbe una riduzione dei costi per le famiglie contribuendo ad aumentare i fondi per nuove opere infrastrutturali.