Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00113
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Atto n. 1-00113
Pubblicato il 1 aprile 2009, nella seduta n. 185
D'ALIA , ANDREOTTI , PINZGER , FOSSON , GIAI , CINTOLA , CUFFARO , THALER AUSSERHOFER
Il Senato,
premesso che:
gli elevati consumi in campo energetico che caratterizzano la società odierna comportano conseguenze ambientali tali da compromettere l'equilibrio sostenibile tra necessità di sviluppo ed il contesto biologico globale;
l'80 per cento dei consumi energetici del pianeta derivano da combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) ed al loro consumo è collegato il problema relativo all'emissione di anidride carbonica, la cui concentrazione in atmosfera è considerata la causa principale dei cambiamenti climatici;
come sottolineato dall'economista Herman Daly, solo «se riusciremo ad arrivare ad una economia da equilibrio sostenibile, le future generazioni potranno avere almeno le stesse opportunità che la nostra generazione ha avuto»;
dopo una lunga fase di espansione, con ritmi di crescita economica senza precedenti, che hanno interessato anche quei Paesi che oggi sono definiti emergenti, ci si trova di fronte ad una recessione altrettanto unica, che rischia di bloccare i processi di sviluppo del commercio e delle produzioni globali;
per fronteggiare la crisi e creare le condizioni per una rapida ripresa delle economie mondiali, i Paesi stanno adottando piani volti a sostenere la domanda e gli investimenti, declinando misure diversificate a seconda delle necessità e delle emergenze dei singoli Paesi;
gli Stati Uniti d'America hanno orientato le politiche economiche anti-crisi verso una ripresa eco-sostenibile: nello specifico è stato avviato un programma di 150 miliardi di dollari, incentrato sulle politiche per lo sviluppo delle energie rinnovabili e su incentivi economici per sostenere la transizione energetica degli Usa verso un'economia a bassi consumi di anidride carbonica, con il non trascurabile obiettivo di creare le opportunità affinché si stimoli l’occupazione attraverso la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro;
proprio in questi giorni il Presidente degli Stati Uniti Obama, a dimostrazione di quanto i problemi ambientali ed energetici siano di primaria importanza per il futuro del nostro pianeta, si è fatto promotore di un forum sulla sicurezza energetica e contro i cambiamenti climatici al G8 di luglio 2009 da tenere in Italia;
il pacchetto europeo 20-20-20 su clima ed energia, approvato dall’Unione europea, comporta, per i 27 Paesi comunitari, l’impegno a portare dall'attuale 8,5 per cento al 20 per cento la quota di energie rinnovabili utilizzate entro il 2020, oltre a impegnarsi a diminuire del 20 per cento l'emissione di anidride carbonica ed a aumentare del 20 per cento l'efficienza energetica;
per ripartire equamente gli sforzi diretti all'incremento dell'utilizzo delle energie rinnovabili sono stati, tuttavia, previsti degli obiettivi intermedi, che, su richiesta dell'Italia, non saranno vincolanti e comunque da sottoporre a revisione nel 2014;
il settimo Quadro strategico nazionale 2007-2013 per le attività di ricerca e sviluppo tecnologico dell'Unione europea ha concentrato le politiche soprattutto sulla promozione ed incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili;
in un periodo di crisi risulta fondamentale cogliere l’opportunità per impostare strategie industriali il più possibile tese a rendere meno energivore le nostre società, prevedendo un massiccio intervento che agevoli investimenti in campo ambientale: dall'infrastruttura energetica ai contatori di elettricità intelligenti, dall'isolamento delle abitazioni agli elettrodomestici che consumano meno elettricità;
in previsione del futuro summit sul clima, che si terrà a Copenhagen in autunno, in cui i leader mondiali dovranno necessariamente prevedere misure volte a bloccare l’innalzamento delle temperature, l’Unione europea, che in merito alla questione si è già pronunciata adottando il famoso pacchetto 20-20-20 su clima ed energia, proprio in questi giorni ha prodotto un rapporto in cui sottolinea come Italia, Spagna e Grecia saranno i Paesi europei più colpiti dai cambiamenti climatici. I settori più colpiti, sempre secondo il rapporto UE, saranno l’agricoltura, il turismo e l’industria alimentare, ma diversi problemi saranno riscontrabili anche in merito all’approvvigionamento energetico, alla salute pubblica, all’erosione delle coste ed alla tenuta delle infrastrutture. Il Rapporto sottolinea, inoltre, come l’aumento delle temperature comporterà una diminuzione del 25 per cento della produzione di energia da idroelettrico nel Sud Europa, e aumenterà la richiesta energetica per far fronte ad estati sempre più calde (in Italia l’anno trascorso si è classificato al settimo posto tra gli anni più caldi dal 1800);
nel 2008 sono stati installati in Italia circa 18.000 impianti fotovoltaici, pari a 237 megawatt di potenza, che, sommati a quelli censiti al 9 gennaio 2008, portano a 24.367 gli impianti esistenti, pari a 300 megawatt di potenza installata, ma occorre sottolineare che, nonostante un trend di crescita positivo, c'è ancora un enorme gap nei confronti degli altri Paesi europei: infatti, rispetto ai 35 metri quadri di fotovoltaico per abitanti in Europa, in Italia siamo ancora a 9 metri quadri per abitante;
esiste una forte preoccupazione dovuta al fatto che, fatto salvo lo sviluppo del settore fotovoltaico nel nostro Paese, nel 2009, anno in cui saranno revisionate le tariffe incentivanti del Conto energia, modifiche che entreranno in vigore a partire dal primo gennaio 2011, le nuove tariffe saranno penalizzanti (l’articolo 6 del decreto che ha istituito il secondo Conto energia stabilisce che nel 2009 dovranno essere valutate le tariffe per il biennio 2011-2012). È necessario, a tal fine, impedire che si predispongano modifiche in senso negativo delle tariffe incentivanti, se non altro per evitare quanto già accaduto in altri Paesi europei, come la Spagna, dove, dopo aver assistito ad un boom registrato nel 2009, il Governo spagnolo ha limitato fortemente la capacità installabile nel 2009 e ciò ha provocato una dura contrazione del mercato e, addirittura, la chiusura di alcuni stabilimenti produttivi ed il licenziamento di molti addetti ai lavori;
è di fondamentale importanza considerare il contributo decisivo che può derivare dalla promozione dell’energia nucleare al contenimento delle emissioni dei gas serra, come è stato più volte sottolineato nel dialogo tra i Paesi maggiormente industrializzati: inoltre, l'Italia è l'unico Paese del G8 che non utilizza l'energia nucleare, in seguito alla decisione avventata presa con il referendum del 1987 di dismettere tutto il know how maturato e la produzione di energia derivante dall’uranio. È necessario, quindi, procedere all'adozione di opzioni sicure ed immediate ed evitare i continui rinvii. Nel contempo è di indubbia importanza proseguire nella ricerca in merito a soluzioni futuristiche, come la fusione nucleare, senza in alcun modo rinviare ogni concreta decisione in previsione dell'avvento di una nuova generazione di reattori (la cosiddetta "generation IV"), i cui primi impianti su scala industriale non entreranno in funzione prima di 20 o, più probabilmente, 30 anni;
in sede di votazione alla Camera dei deputati sulle mozioni in tema di sviluppo ambientale contenenti impegni per fonti rinnovabili, risparmio energetico e sostegno al nucleare, si ricorda che la maggioranza, nonostante i continui proclami a sostegno soprattutto del nucleare, ha scelto di presentare e votare una mozione unica con il Centro-Sinistra dove non veniva previsto l’utilizzo dell’energia da uranio;
la generazione distribuita e, nello specifico, la microgenerazione avranno un ruolo di crescente importanza all'interno dei sistemi energetici nazionali e locali: tuttavia, affinché la microgenerazione possa realmente rappresentare una valida alternativa ai tradizionali sistemi di produzione di energia elettrica, è necessario investire nella ricerca, al fine di rendere disponibili macchine ad alto rendimento, come le microturbine di piccola taglia, in grado di utilizzare un ampio spettro di combustibili e, quindi, consentire l'impiego di quote crescenti di fonti rinnovabili;
strettamente legato allo sfruttamento delle energie da fonte rinnovabile (dal solare attivo, come il fotovoltaico ed il termico, agli impianti a biomassa, dai sistemi geotermici alle tecnologie della microgenerazione, fino ai più futuribili sistemi che utilizzano l'idrogeno) è il settore dell'edilizia: dai criteri base che regolano i comportamenti fisici dell'edificio alle principali metodiche della disciplina bioclimatica, come l'influenza della forma, dallo sfruttamento dei sistemi passivi all'uso dell'illuminazione naturale ai fini del risparmio energetico. Risulta necessario, ad ogni modo, promuovere e potenziare le iniziative a favore dell'efficienza ambientale e a basso impatto per gli edifici pubblici e privati;
si stima che il settore edilizio sia anche responsabile di circa il 40 per cento dei rifiuti prodotti nei Paesi europei e di un elevato inquinamento, per cui è necessario prevedere provvedimenti opportuni anche da questo punto di vista;
uno studio dell'Istituto ambiente Italia, redatto per conto di Kyoto club, stima che il riciclo abbia garantito nel 2007 un risparmio per l'Italia di 15 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e di 55 milioni di tonnellate equivalenti di anidride carbonica, che altrimenti sarebbero finite nell'atmosfera: basterebbe aumentare il livello di riciclo dal 48 per cento attuale al 55,2 per cento per riuscire, entro il 2020, a tagliare le emissioni di oltre 8 milioni di tonnellate;
diversi impianti sperimentali stanno verificando una possibile soluzione al problema dell'effetto serra, attraverso la cattura e lo stoccaggio dell'anidride carbonica sotto forma liquida: l'Istituto di geofisica e vulcanologia è ricco di competenze in questo campo, soprattutto per l'elevata sismicità della penisola e la presenza nel suo sottosuolo di numerosi giacimenti naturali di anidride carbonica. Le obiezioni al sequestro di anidride carbonica sembrano essere più dettate da motivi ideologici e dal fatto che esso potrebbe perpetuare il consumo di combustibili fossili o che la tecnologia della cattura e sequestro possa sottrarre risorse alle energie rinnovabili, ma resta il fatto che potrebbe essere uno strumento utile al fine di ridurre le emissioni nell'atmosfera e che non si tratta di una fonte di energia, per cui nel lungo periodo è necessario puntare su fonti alternative e rinnovabili;
nel settore della cattura, trasporto e sequestro geologico dell'anidride carbonica l'Italia è all'avanguardia con l'Eni e l'Enel, che hanno unito le forze per realizzare il primo progetto italiano. Enel costruirà un impianto di cattura e liquefazione dell'anidride carbonica a Brindisi, mentre Eni inietterà l'anidride carbonica all'interno del giacimento esaurito di Stogit di Cortemaggiore (Piacenza);
se si vuole risolvere il problema dell'anidride carbonica, oltre ad investire su fonti rinnovabili e nucleare, è importante considerare, per esempio, anche il settore dei trasporti, che da solo contribuisce per più del 30 per cento alle emissioni di anidride carbonica. Secondo il dipartimento tecnologie per l'energia dell'Enea, per una mobilità sostenibile occorre mettere in atto interventi strutturali, quali: un'efficace pianificazione della domanda di mobilità e dell'uso del territorio; politiche integrate per l'effettiva riduzione dell'utilizzazione del veicolo privato (sistemi logistici, teleservizi, riorganizzazione degli orari ed altro); investimenti per la realizzazione di infrastrutture di trasporto collettivo su ferro e di parcheggi di scambio; decisa incentivazione dell'uso, almeno in ambito urbano, di veicoli a bassissimo consumo e ad emissioni zero;
lo stoccaggio dell'energia in combinazione con impianti fotovoltaici decentralizzati potrebbe aumentare l'efficienza energetica e ridurre i consumi di fonti fossili, con conseguenti minori emissioni e con l'ulteriore vantaggio che l'eccesso di elettricità solare da conservare potrebbe poi essere erogato in modo programmato, in modo da renderlo disponibile all'utente in base alla domanda, massimizzando così l'elettricità prodotta localmente;
i circa 2 miliardi di euro di incentivi contenuti nel pacchetto di misure varate dal Governo per sostenere e rilanciare l'economia interessano, soprattutto, i settori dell'industria automobilistica e dei motocicli e della produzione di elettrodomestici: si tratta di incentivi per l'acquisto di auto «euro 4» ed «euro 5» e per l'acquisto di auto ecologiche senza rottamazione, mentre per l'acquisto degli elettrodomestici è previsto uno sconto Irpef, ma solo se effettuati nell'ambito di una ristrutturazione dell'immobile,
impegna il Governo:
a considerare la cosiddetta green economy un'occasione da cogliere sia per far transitare l'Italia da Paese dipendente da combustibili fossili ad un Paese energicamente sostenibile, sia per rilanciare la nostra economia;
a sollecitare gli attori interessati ad una maggiore attenzione alle possibilità offerte dal settimo Quadro strategico nazionale 2007-2013, in tema di incentivi per lo sviluppo delle risorse rinnovabili, intervenendo su quelli che operano nel Mezzogiorno, in cui sono presenti grandi opportunità di sviluppo connesse con l'innovazione tecnologica nell'uso delle risorse ambientali;
a promuovere un ulteriore sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, e, nel caso specifico dell’energia da fotovoltaico, impedire che vengano riviste al ribasso le tariffe incentivanti del Conto energia in sede di prossima valutazione delle tariffe da adottare nel biennio 2011/2012, come previsto dall’articolo 6 del secondo Conto energia;
ad adottare provvedimenti volti a risolvere l’enorme problema a cui si assiste in molte regioni del Sud, in particolare in Puglia, Molise e Basilicata, dove lo sviluppo degli impianti di produzione di energia eolica è bloccato, per gli impianti ancora da autorizzare, dai molti veti locali, istituzionali e non; per gli impianti già approvati ed in alcuni casi installati, da un paradossale e clamoroso deficit infrastrutturale nelle reti di trasmissione di energia;
a prevedere ulteriori interventi legislativi per estendere la possibilità di usufruire delle agevolazioni previste in caso di acquisto di elettrodomestici a basso consumo di energia elettrica e a valutare l'opportunità di estendere le agevolazioni già previste per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici;
a predisporre, d'intesa con gli enti locali interessati, un programma di mobilità urbana sostenibile che preveda non solo un nuovo sistema di infrastrutture più adeguate ed efficienti, di tariffe o della diffusione di veicoli a basso impatto, ma che ridefinisca anche le funzioni urbane e veda affermarsi una «nuova cultura» del vivere nella città;
a predisporre iniziative atte ad incoraggiare la sostenibilità in edilizia e favorire uno sviluppo dell'urbanizzazione eco-compatibile, anche attraverso un rigido sistema di certificazione, tenuto conto degli stretti legami che il settore vanta in tema di eco-sostenibilità, come citato in premessa;
ad investire nella ricerca di sistemi volti ad aumentare l'efficienza energetica e ridurre i consumi di fonti fossili, con conseguenti minori emissioni, come, per esempio, quello dello stoccaggio dell'energia in combinazione con impianti fotovoltaici decentralizzati;
a sviluppare ogni utile iniziativa volta ad incrementare e sostenere la raccolta ed il riciclo di rifiuti, al fine di prevenire la dispersione di materiali potenzialmente utili, ma anche nocivi se abbandonati, e di ridurre il consumo di materie prime e l'utilizzo di energia;
a valutare l'opportunità di sviluppare programmi di investimento nella microgenerazione e nell'efficienza energetica, attraverso interventi sostenibili, se si pensa all'abbassamento, nel caso della microgenerazione, dei costi di trasmissione e distribuzione;
a colmare i deficit infrastrutturali che impediscono, o rallentano pesantemente, le connessioni alla rete di distribuzione da parte di impianti di generazione di energia elettrica, soprattutto da fonti rinnovabili, in quanto tali problemi riguardano connessioni di bassa, media ed alta tensione, pur vigendo, per legge, una priorità di connessione per impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, alla quale le imprese distributrici devono attenersi;
a sostenere i programmi e gli studi condotti da istituti di ricerca italiani nel campo del sequestro e dello stoccaggio di anidride carbonica quale strumento alternativo e aggiuntivo alla lotta alla limitazione delle emissioni di anidride carbonica;
a finanziare i programmi e gli studi per la ricerca sul nucleare di IV generazione, adoperandosi per una maggiore integrazione del nostro Paese a livello europeo sul fronte tecnologico;
a supportare la ricerca condotta da università, centri di ricerca ed imprese di piccole, medie e grandi dimensioni, finalizzata alla riduzione dei costi di produzione degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, al fine di sostenere il raggiungimento della massa critica necessaria alle nostre imprese per competere nel mercato domestico ed internazionale.