Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00063

Atto n. 1-00063

Pubblicato il 20 novembre 2008
Seduta n. 97

D'ALIA , ANDREOTTI , GIAI , CINTOLA , FOSSON , PINZGER , CUFFARO , PISTORIO , OLIVA

Il Senato,

premesso che:

la libertà di scelta educativa delle famiglie e, quindi, la parità scolastica, è un diritto giuridico e costituzionale;

le scuole paritarie perseguono da sempre la qualità perché è proprio la qualità a garantire di fatto il diritto di istruzione ed educazione di ogni alunno e di ogni famiglia, e non invece la mera natura giuridica (pubblica o privata che sia) di chi eroga il servizio scolastico. Ma perché questa qualità sia realizzabile si ha bisogno di essere sostenuta anche economicamente dallo Stato;

con la legge n. 62 del 2000 vengono definiti i requisiti per il riconoscimento delle scuole paritarie, gestite dagli enti locali o da soggetti privati, che sono parte, insieme alle scuole statali, del sistema nazionale di istruzione. Se ne riconosce in tal modo la funzione pubblica;

detta legge introduce dunque la parità prevista dalla Costituzione, ma solo in termini giuridici, non realizzando contestualmente la parità economica, le condizioni, cioè, perché le famiglie possano scegliere liberamente, senza condizionamenti economici, fra scuole facenti parte del sistema nazionale di istruzione, statali o paritarie che siano. Questa legge prevede comunque un incremento, seppure insufficiente, nelle assegnazioni alle scuole paritarie, nella seguente misura: per il sistema prescolastico integrato (scuole dell’infanzia) 280 miliardi di lire; per le convenzioni di parifica (scuole elementari) 60 miliardi di lire; per l’integrazione dell’handicap nelle scuole paritarie 7 miliardi di lire, per un totale di 347 miliardi di lire. La medesima legge prevede inoltre un finanziamento di 300 miliardi di lire annuo, per il diritto allo studio;

antecedentemente, nell’esercizio finanziario 1998, era stato introdotto un aumento dei contributi alle scuole non statali, nella seguente misura: per le scuole dell’infanzia 200 miliardi di lire; per le scuole elementari parificate 60 miliardi di lire. Per un totale di 280 miliardi di lire (pari a circa 144 milioni di euro);

al termine del quinquennio 1996-2001, nell’ esercizio finanziario 2001 le risorse destinate al sistema delle scuole paritarie sono le seguenti: infanzia (materne) 349.265.340 euro; primarie (elementari) 118.223.182 euro; secondarie (medie e superiori) 5.556.560 euro; integrazione handicap 3.615.198 euro per un totale di 473.045.082 euro;

nella legge finanziaria per il 2002, le risorse assegnate alle scuole paritarie vengono incrementate di circa 54 milioni di euro. Nelle leggi finanziarie per il 2003 e per il 2004, con un'innovazione significativa ma non adeguatamente finanziata, vengono poi stanziati, rispettivamente, 90 milioni di euro e 100 milioni di euro, da ripartire su base triennale. Tali risorse sono finalizzate ad un contributo a sgravio degli oneri sostenuti dalle famiglie con figli iscritti nelle scuole paritarie. In seguito, in ragione di un ricorso della Regione Emilia-Romagna alla Corte costituzionale, lo stanziamento complessivo viene ridotto dai 190 milioni di euro iniziali a 110 milioni di euro;

la legge finanziaria per il 2006 assegna alle scuole paritarie la somma complessiva di 532.310.844 euro. A queste risorse si aggiungono quelle destinate alle scuole paritarie dalla direttiva annuale attuativa della legge n. 440 del 1997 (4.500.000 euro annui nell’ultimo triennio). Tuttavia, tali risorse non sono destinate tutte alle scuole paritarie gestite da soggetti privati. Una parte, infatti, va alle scuole paritarie comunali (soprattutto dell’infanzia), per una cifra complessiva stimabile attorno ai 90 milioni di euro, pari a circa il 16 per cento del totale;

considerato che:

ogni riduzione apportata con legge finanziaria sul sistema paritario comporta in realtà un incremento di spesa per lo Stato di oltre 10 volte la cifra risparmiata. Infatti, la spesa pubblica per ogni allievo, per tutti i servizi di insegnamento è la seguente: scuola infanzia 6.116 euro; scuola primaria 7.366 euro; scuola secondaria di primo grado 7.688 euro; scuola secondaria di secondo grado 8.108 euro (fonti: Censis 2006 e Ocse 2006, con riferimento all'anno 2003). Sottraendo a queste risorse quelle assegnate nell’esercizio finanziario relativo al 2006 per le scuole non statali (pari a 536.810.844 euro, senza considerare il bonus per i genitori, ora non più finanziato) rapportato al numero di studenti frequentanti le scuole paritarie (in totale 1.009.286 nell’anno scolastico 2005-2006) si ricava la spesa dello Stato per ciascun studente di scuola non statale: scuola dell'infanzia 584 euro; scuola primaria 866 euro; scuola secondaria di primo grado 106 euro; scuola secondaria di secondo grado 51 euro (fonti: legge finanziaria per il 2006 e Ministero della pubblica istruzione);

da tali dati, si può ora determinare il risparmio che la finanza pubblica trae dalla frequenza del sistema paritario di oltre un milione di studenti. Se questi infatti frequentassero le scuole statali, il maggior costo complessivo per lo Stato sarebbe 6.245.000.000 euro. Si determina cioè un risparmio complessivo per lo Stato, per ciascun livello di scuola, di oltre 6 miliardi di euro;

nonostante il richiamo circa l’opportunità di favorire la libertà di scelta educativa delle famiglie fra scuole statali e paritarie, che come tali fanno parte a pieno titolo del sistema nazionale di istruzione, come modalità per realizzare un fondamentale diritto civile e per elevare la qualità delle stesse scuole statali, e, nonostante il fatto che tali scuole determinino un cospicuo risparmio per le casse dello Stato, la manovra finanziaria per il 2009, attualmente all’esame della Camera dei deputati, ha previsto un taglio di 133 milioni di euro per il 2009 alla scuola privata paritaria. Pertanto, lo Stato invece di incrementare il proprio impegno attraverso la legge finanziaria, e favorire, quindi, le famiglie che hanno aderito al sistema paritario così che queste non abbiano ad iscrivere i propri figli nelle scuole statali, taglia ulteriormente quei contributi che accrescerebbero le entrate dello Stato;

la Federazione italiana scuola materne (Fism), che rappresenta oltre 8.000 scuole materne paritarie cattoliche (il 60 per cento delle scuole paritarie), ha inviato una lettera ai deputati della V Commissione (Bilancio) della Camera, nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria, chiedendo “l’immediato ripristino” della somma e “l’inserimento nel Piano pluriennale del bilancio dello Stato di adeguate risorse per il graduale raggiungimento della piena parità scolastica economica, oltre che giuridica”, affermando che “in uno Stato democratico, che si onora di promuovere la libera iniziativa in ogni campo, non sembra giustificarsi l’esclusione di un adeguato sostegno all’impegno delle istituzioni ecclesiastiche nel campo scolastico”,

impegna il Governo:

a rivedere il richiamato taglio di risorse apportato nel disegno di legge finanziaria per il 2009. Infatti, finanziare le scuole paritarie non significa danneggiare la scuola statale e non è un privilegio riconosciuto ad alcuni genitori a scapito di altri, ma semplicemente un atto che mette nelle condizioni di poter scegliere liberamente la scuola senza che una tale scelta significhi un aggravio economico aggiuntivo e, quindi, discriminatorio rispetto agli altri genitori che optano per una soluzione diversa;

a rivedere l’attuale normativa che, discriminando di fatto gli alunni della scuola paritaria, si pone in contraddizione con i principi Costituzionali;

a prevedere presso il Ministero dell’istruzione, università e ricerca una Direzione generale per la scuola paritaria al fine di perseguire veramente i declamati obiettivi di efficacia, di efficienza e di qualità, affinché per le scuole paritarie ci possa essere un referente sicuro e idoneo a risolvere i loro problemi;

a prevedere che la scuola paritaria, al pari delle scuole statali, possa accedere a tutti i progetti che il Ministero dell’istruzione, università e ricerca o gli enti locali finanziano per promuovere la qualità, l’ampliamento dell’offerta formativa, l’informatizzazione della didattica, l’aggiornamento del personale e quant’altro;

a sopprimere tutta la normativa che imponga carichi fiscali agli immobili dedicati ad uso scolastico ed addirittura alla stessa attività didattica considerata impropriamente commerciale;

ad adottare, in definitiva, tutte le iniziative utili al sostegno delle scuole paritarie, visto che è economicamente strategico per lo Stato incrementare le risorse affinché il sistema paritario possa sostenersi e le famiglie italiane possano sceglierlo.