Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00091
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Atto n. 1-00091
Pubblicato il 11 aprile 2007
Seduta n. 138
SCARPA BONAZZA BUORA , BURANI PROCACCINI , COMINCIOLI , PICCIONI , SANCIU , SANTINI , SARO , ZANETTIN
Il Senato,
premesso che:
la proposta della Commissione europea sulla riforma dell’Organizzazione comune di mercato (OCM) del settore ortofrutticolo costituisce un buon punto di partenza negoziale, poiché conferma il budget finanziario del settore;
gli obiettivi della riforma sono l’orientamento al mercato della produzione, il miglioramento della competitività degli imprenditori ortofrutticoli, contribuendo ad una produzione sostenibile e competitiva sui mercati interni ed esterni; la riduzione delle fluttuazioni di reddito dovute alle crisi di mercato; l’aumento del consumo di prodotti ortofrutticoli; la semplificazione e riduzione degli oneri amministrativi e l’impegno del settore nella preservazione e tutela dell’ambiente;
occorre garantire a tutti gli imprenditori l’accesso alle misure previste dalla riforma e assicurare un’armonizzazione europea ed una coerenza con la politica di sviluppo rurale;
la riforma e la sua applicazione devono essere coerenti con la filosofia e gli strumenti adottati per le precedenti riforme, quindi le risorse devono rimanere nei singoli comparti in cui si sono originate e la riforma deve essere realizzata per durare nel tempo, dare alle imprese la possibilità di programmarsi, utilizzando misure che qualifichino la spesa, quali la condizionalità, le buone pratiche agricole e il controllo degli impatti ambientali;
il processo di riforma e di applicazione dell’OCM deve essere improntato alla centralità dell’impresa ortofrutticola, senza la quale non esiste né produzione da aggregare né filiera, impresa che costituisce il vero patrimonio sociale ed economico del territorio;
le misure adottate e la loro applicazione nei diversi Stati membri non devono generare alterazioni distorsive del mercato interno;
il disaccoppiamento totale degli aiuti per i trasformati è il percorso adeguato per rilanciare i rapporti di filiera e permettere maggiori opportunità di scelta alle imprese agricole;
è negativa la mancanza di una norma, auspicata anche dal Parlamento europeo, che preveda l’obbligo di etichettatura di origine del prodotto agricolo utilizzato nei trasformati, perché sempre maggiore è la pressione sul mercato italiano di prodotti derivati da semilavorati di importazione ed il consumatore non è in condizione di conoscerne la provenienza;
le organizzazioni dei produttori che funzionano svolgono un ruolo importante nella concentrazione del prodotto, per facilitare il rapporto delle imprese agricole con la distribuzione, ma anche per avere una maggiore efficacia sui mercati tradizionali e per poter cogliere tutte le opportunità possibili dell’export, ma ancora troppo frequentemente vi sono aggregazioni virtuali, rispetto alle quali scarse sono le ricadute sui produttori ortofrutticoli, in termini di maggiore valorizzazione delle produzioni e prezzi più remunerativi;
la quantità della produzione ortofrutticola nazionale concentrata dalle organizzazioni dei produttori è molto ridotta per cui è necessario finanziare attraverso i piani operativi le misure che hanno una ricaduta diretta sui soci, mentre le misure strutturali e per la gestione delle crisi di mercato dovrebbero essere finanziate all’interno dei piani di sviluppo rurale, per renderle accessibili a tutti gli imprenditori, anche non soci delle organizzazioni dei produttori, ed ampliare le possibilità di finanziamento,
impegna il Governo:
in sede di esame della proposta della Commissione europea per la riforma dell’Organizzazione comune di mercato nel settore ortofrutticolo a riaffermare la centralità delle imprese agricole, nel processo di riforma e di applicazione dell’OCM, garantendo possibilità di scelte produttive che consentano di affrontare il mercato nel modo da esse ritenuto più opportuno;
ad adoperarsi affinché l’OCM ortofrutta sia coerente con le precedenti riforme, per consentire alle imprese la possibilità di programmarsi, utilizzando misure che qualifichino la spesa, quali la condizionalità, le buone pratiche agricole e il controllo degli impatti ambientali;
a sollecitare l’introduzione di disposizioni comunitarie per garantire che le misure e la loro applicazione nei diversi Stati membri non generino alterazioni distorsive del mercato interno;
ad operare affinché sia previsto il disaccoppiamento totale degli aiuti per i trasformati, per rilanciare i rapporti di filiera e consentire un maggiore grado di libertà nelle scelte per le imprese agricole, escludendo discrezionalità degli Stati membri, mantenendo le risorse in capo ai comparti che le hanno generate;
ad agire affinché sia previsto l’obbligo di indicare l’origine della materia agricola nell’etichettatura dei prodotti trasformati;
ad adoperarsi affinché siano finanziabili nei piani operativi le misure che hanno una ricaduta diretta sui soci, mentre gli interventi strutturali e quelli per le crisi di mercato siano finanziati con le risorse destinate ai piani di sviluppo rurale, al fine di renderne possibile l’accesso per tutte le imprese del settore ed assicurare le maggiori risorse, derivanti dal cofinanziamento dell’Unione europea e degli Stati membri.