Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 7-00026

Atto n. 7-00026 (in 8ª Commissione)

Pubblicato il 18 giugno 2025, nella seduta n. 317

ROSA, SIGISMONDI, NOCCO, ZEDDA

L'8a Commissione,

premesso che:

il Forum economico mondiale 2019 ha ribadito come la sicurezza idrica sia la principale istanza geopolitica del futuro, perché rappresenta la rete "che tiene insieme le sfide su cibo, energia, clima, crescita economica e sicurezza che l'economia mondiale dovrà affrontare nel corso dei prossimi due decenni". L'acqua rappresenta quindi uno dei settori prioritari in cui una buona governance partecipata diventa fondamentale per la tutela e la salute dei corpi idrici;

la corretta gestione dei bacini idrografici, unita ad un'efficace azione di tutela delle acque, è per il nostro Paese, oggi più che mai, una delle questioni prioritarie da affrontare, alla luce soprattutto degli ormai evidenti e sempre più gravi effetti dei cambiamenti climatici, con conseguenti costi economici, ambientali e di vite umane;

fiumi, laghi e zone umide, lagune costiere, litorali marini e falde sono ambienti naturali in cui hanno luogo importanti servizi ecosistemici, pertanto la loro tutela e corretta gestione sono fondamentali per garantire l'uso plurimo delle acque;

la recente "strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030" afferma che "occorre adoperarsi di più per ristabilire gli ecosistemi di acqua dolce e le funzioni naturali dei fiumi", eliminando o adeguando le barriere che impediscono il passaggio dei pesci migratori, recuperando la continuità ecologica e geomorfologica per ripristinare un naturale flusso di sedimenti. È determinante garantire una manutenzione del territorio che assecondi la naturale dinamica fluviale, tutelando i servizi ecosistemici e intervenendo puntualmente sulla base di piani redatti con competenze interdisciplinari;

già nel 2000, il “World water forum” definisce i contratti di fiume come forme di accordo che permettono di "adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale";

i contratti di fiume, disciplinati in Italia dall'articolo 68-bis del testo unico ambientale (di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006), rappresentano uno strumento con una forte carica innovativa ed ideale nella pianificazione e cura delle acque e possono fornire un contributo fondamentale per innalzare la qualità della gestione ambientale dei territori fluviali, mettendo in atto una gestione integrata dei rischi idraulico-geologici e una manutenzione dei corsi d'acqua secondo principi di inclusività e sostenibilità ambientale, sociale, organizzativa ed economica, purché conformi alle previsioni della pianificazione di bacino vigente; attualmente essi trovano riferimento in tutti i piani di gestione distrettuali, come misure non strutturali dei relativi programmi di misure, in quanto strumenti utili ad una più efficiente ed efficace attuazione degli obiettivi di buona qualità ambientale e di sicurezza previsti a livello comunitario dalla direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE), e dalle direttive alluvioni (2007/60/CE), "Habitat" (92/43/CEE) e sulla strategia marina (2008/56/CE);

i contratti di fiume, intesi anche nelle forme dei contratti di lago, aree umide, lagune costiere, litorali marini e falde, coinvolgono in maniera costante tutti i soggetti che operano nel territorio, incentivando la condivisione, il sostegno e la responsabilità nelle azioni che si intende perseguire, favorendo una maggiore consapevolezza delle comunità locali sul valore del bene acqua e degli ecosistemi acquatici; essi rappresentano un'opportunità per coinvolgere la base del governo territoriale dei bacini idrografici ed incrementare l'efficacia dell'azione delle pubbliche amministrazioni avviando quella manutenzione del territorio che troppo spesso manca e che rappresenta un prerequisito fondamentale per la prevenzione dei disastri naturali e il superamento della sola logica dell'emergenza, nonché per il sostegno a uno sviluppo ecocompatibile, anche sul piano economico, dei territori;

i contratti di fiume possono contribuire, sulla base di quanto indicato dalla Costituzione all’articolo 9, alla tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni ed avere inoltre un ruolo nella riduzione della vulnerabilità dei territori ai sempre più frequenti e disastrosi fenomeni naturali estremi;

possono agire efficacemente nella territorializzazione delle politiche pubbliche di lotta al dissesto idrogeologico (decreto-legge n. 153 del 2024, detto “decreto ambiente”) e contrasto all’emergenza idrica, favorendo la programmazione, l’attuazione e il monitoraggio degli interventi, garantendo l’interoperabilità tra le banche dati esistenti;

i contratti di fiume hanno peraltro dimostrato di saper integrare tra loro discipline, obiettivi e politiche per la gestione integrata dei corpi idrici e dei bacini idrografici, attraverso il miglioramento della governance multi-stakeholder e la promozione della partecipazione attiva;

in Italia sin dal 2007 il tavolo nazionale dei contratti di fiume ha operato mettendo a sistema le esperienze di contratti di fiume diffuse sul territorio nazionale, contribuendo allo scambio di conoscenze, progettualità e buone pratiche che ne ha consentito una significativa diffusione in tutto il Paese, così come risulta dal documento di posizione e proposta approvato dal XII tavolo nazionale tenutosi a Napoli il 18-19 dicembre 2023, durante il quale, facendo sintesi delle 18 assemblee regionali che lo hanno preceduto, sono stati esaminati i risultati raggiunti e le sfide ritenute prioritarie da affrontare per il futuro dei contratti di fiume italiani, fatto proprio dal presente atto di indirizzo; oggi in Italia si contano 83 contratti di fiume sottoscritti con atto di impegno e con i relativi programmi d’azione a fronte degli oltre 200 processi di contratti di fiume in essere a diversi stadi di sviluppo, distribuiti in tutte le regioni italiane e ricomprendenti, oltre agli ambiti fluviali, anche altri ecosistemi acquatici quali laghi, aree umide, lagune costiere, litorali marini e falde;

con la piattaforma nazionale dei contratti di fiume, creata attraverso l’attività svolta dall’Osservatorio nazionale dei contratti di fiume presso il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, all’interno del progetto “CReIAMOPA” finanziato nell’ambito del programma operativo nazionale governance e capacità istituzionale 2014-2020, si è dato avvio ad uno strumento di monitoraggio dei contratti di fiume italiani, potendo così dare seguito, anche attraverso un’apposita struttura di monitoraggio, all’attività di promozione, formazione, supporto operativo e diffusione in ambito nazionale;

la Water action agenda ha promosso, nell’ambito della UN water conference 2023 di New York, il lancio di impegni volontari (commitment) per accelerare il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, in particolare dell’obiettivo 6 “garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie” (SDG6) dell’Agenda 2030. In tale contesto come Italia sono stati presentati a marzo 2023 18 impegni in totale, annunciati in plenaria alla conferenza dal ministro Pichetto Fratin, e tra questi figura l’impegno a “sostenere e rafforzare la partecipazione delle comunità locali nella gestione integrata delle risorse idriche, la difesa dai rischi e lo sviluppo sostenibile attraverso i contratti di fiume” (SDGAction50845);

l’impegno suddetto si è posto i seguenti tre obiettivi:

a) l’attivazione di un sistema di monitoraggio nei distretti idrografici tramite la piattaforma nazionale dei contratti di fiume (data conseguimento 31 dicembre 2024);

b) la diffusione dei contratti in tutte le regioni e i distretti idrografici per il miglioramento dei processi decisionali e il supporto all'attuazione delle politiche pubbliche attraverso la creazione di partenariati pubblico-privato e l'attuazione di programmi d'azione (data di conseguimento 31 dicembre 2026);

c) il miglioramento della qualità dei corpi idrici attraverso una gestione più responsabile da parte delle comunità locali, insieme al rafforzamento della resilienza e della sostenibilità socio-economica dei territori coinvolti (data conseguimento 31 dicembre 2027);

si ravvisa pertanto la necessità di proseguire ed incrementare a livello nazionale il rafforzamento ed un'evoluzione attuativa dei contratti di fiume, attivando e rendendo stabili opportune forme di monitoraggio e di supporto formativo e finanziario, attraverso anche il riconoscimento di premialità e incentivi in merito al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, allo sviluppo delle strategie di sviluppo sostenibile regionali, del piano nazionale di adattamento climatico (PNACC) e quali ambiti “ambiti pilota” per l’implementazione in Italia della “nature restoration law”;

si ritiene altresì opportuno sostenere e sviluppare l’azione culturale, educativa e civica rappresentata dai contratti di fiume attraverso la diffusione ed il supporto operativo alle due campagne promosse in questa direzione dal tavolo nazionale: il "contratto di fiume delle bambine e dei bambini - delle ragazze e dei ragazzi" e la campagna “Donne dell’acqua”, dedicata all’empowerment femminile nel mondo complesso della gestione delle acque e che sia garantita l’operatività e la continuità alla piattaforma nazionale dei contratti di fiume;

preso atto che nella definizione di contratto di fiume rientrano anche (come previsto dalle linee guida in materia elaborate dal Ministero dell’ambiente) i contratti di lago, di costa, di acque di transizione, di foce e di falda,

impegna il Governo:

1) a sostenere lo strumento dei contratti di fiume in ragione della loro capacità di superare una logica meramente amministrativa e settoriale e di sviluppare partenariati pubblico-privati stabili e costituiti, in grado di produrre programmi d'azione partecipati con concrete ricadute territoriali maggiormente efficaci, promuovendo progetti innovativi e integrati con priorità ad infrastrutture "verdi" e "blu", conformi alle previsioni della pianificazione di bacino vigente, che concorrono alla definizione e all'attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico, finalizzate al ripristino della naturalità dei bacini idrici italiani, al fine di migliorarne la qualità e lo stato ecologico, garantendo la tutela degli ecosistemi e della biodiversità e ridurre il rischio idraulico nei territori;

2) ad attribuire un ruolo adeguato (nello sviluppo delle azioni di coordinamento nazionale degli interventi a sostegno delle pratiche partenariali partecipative, previste all’interno del piano nazionale capacità per la coesione 2021-2027, priorità 3 “supporto alla governance e all'attuazione della politica di coesione, azione 3.2 sviluppo del coordinamento nazionale degli interventi a sostegno delle pratiche partenariali partecipative”) alle nuove forme di aggregazione partenariale rappresentate oggi dai contratti di fiume, le comunità energetiche e le green community, che rappresentano un approccio partecipato, condiviso e place based alle decisioni e alla gestione dei territori;

3) a promuovere anche attraverso i contratti di fiume, in collaborazione con le Regioni e le autorità di distretto, interventi di manutenzione idraulica sostenibile e periodica dei bacini e sottobacini idrografici, che mirino al mantenimento delle caratteristiche naturali dell'alveo, alla corretta manutenzione delle foci e della sezione fluviale anche al fine di ripristinare in tratti di particolare pericolosità per abitati e infrastrutture adeguate sezioni idrauliche per il deflusso delle acque;

4) a riconoscere ai contratti di fiume il ruolo già attribuito dalla strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici in corso di approvazione, contribuendo attraverso forme di consultazione e partecipazione alla definizione degli scenari e dei piani in relazione alla mitigazione della vulnerabilità delle risorse idriche e al contenimento dell'impatto degli eventi estremi;

5) ad attivarsi, nell'ambito delle proprie competenze, affinché i programmi d'azione dei contratti di fiume vengano considerati dalle Regioni per la stesura delle strategie regionali per lo sviluppo sostenibile "verso un'Europa sostenibile entro il 2030", al fine di individuare i principali strumenti per contribuire al raggiungimento degli obiettivi della strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile nonché ai contenuti dell'Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile, adottata nel 2015 dall'Assemblea generale dell'ONU;

6) ad adottare iniziative per destinare una quota percentuale di risorse europee e nazionali in materia di dissesto idrogeologico e cambiamenti climatici ad interventi individuati nei contratti di fiume;

7) a consolidare e potenziare le attività dell'Osservatorio nazionale dei contratti di fiume nell'ambito del Ministero dell'ambiente, affinché possa svolgere con efficacia ancora maggiore il ruolo di monitoraggio, coordinamento, supporto e impulso dello sviluppo dei contratti di fiume sul territorio nazionale, incrementando anche l'attività di formazione rivolta alle amministrazioni pubbliche su tali temi;

8) a promuovere iniziative di corretta informazione e formazione multidisciplinare in merito alle tipologie d'intervento, ai criteri e alle modalità di esercizio della manutenzione sostenibile dei corpi idrici superficiali, delle foci, dell'alveo e della sezione fluviale;

9) ad adottare iniziative volte a prevedere che i contratti di fiume siano riconosciuti e utilizzati nei programmi di educazione ambientale e civica nelle scuole in materia di acqua e a sostenere l’azione culturale, educativa e civica rappresentata dai contratti di fiume attraverso la diffusione ed il sostegno alle due campagne promosse in questa direzione dal tavolo nazionale: contratto di fiume delle bambine e dei bambini - delle ragazze e dei ragazzi contribuendo ad incrementare l’educazione civica (quale insegnamento trasversale) per Agenda 2030 (obiettivo 4,11 e 12) fornendo idee, strumenti e percorsi per diventare cittadini responsabili di uno sviluppo sostenibile (legge n. 92 del 2019, e successive modificazioni ed integrazioni); campagna Donne dell’acqua in coerenza con l’obiettivo 5 di Agenda 2030 sull’uguaglianza di genere;

10) ad adottare iniziative finalizzate alla valorizzazione e al riconoscimento a scala nazionale dei luoghi dell'acqua che raccontano storie di donne, sostenere il riconoscimento del diritto all’acqua in una prospettiva di genere e garantire l’uguaglianza a tutti i livelli di partecipazione e promuovere percorsi di empowerment femminile.