Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 291 del 03/04/2025

PRESIDENTE. La senatrice Fregolent ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01804 sui gravi ritardi nell'erogazione delle prestazioni sanitarie, con riguardo ai casi emersi in Sicilia, per tre minuti.

FREGOLENT (IV-C-RE). Signor Ministro, nelle ultime settimane avete dato all'intero Paese tre notizie: una è che i soldi che avevate dato voi alla sanità non li aveva mai dati nessuno; la seconda è che finalmente le liste d'attesa sono terminate; la terza è che, grazie alla riforma costituzionale sull'autonomia differenziata, anche le Regioni a Statuto ordinario possono raggiungere le eccellenze delle Regioni autonome.

Ecco come modificare questa narrazione, parlando della vita reale. Nella Regione Sicilia, nell'azienda sanitaria provinciale di Trapani, il ritardo dei referti istologici - stiamo parlando dei tumori dei cittadini - raggiunge le 3.300 unità. A seguito delle denunce alla procura di Marsala da parte di pazienti che, dopo aver aspettato mesi, si sono visti arrivare il referto quando ormai c'erano già le metastasi - oppure facciamo in questo caso il nome della famiglia Salemi, a cui va veramente il nostro profondo rispetto, che ha ricevuto il referto a paziente familiare morto - la Regione siciliana si muove e il 5 marzo fa un piano straordinario per smaltire le liste d'attesa entro il 14 marzo. Il 28 marzo finalmente lascia a casa il dottor Ferdinando Croce, che era il manager sanitario. Quello che ci viene da chiedere innanzitutto è perché la Regione non sia intervenuta subito, se sono bastate le denunce a far attivare questo procedimento straordinario.

A lei, signor Ministro, invece chiedo cosa intenda fare, innanzitutto, per la sanità della Regione Sicilia, che mi sembra alquanto al collasso, e poi se intendiate fare veramente un decreto di abbattimento delle liste d'attesa. A quanto pare quello che avete annunciato a tutti i telegiornali a reti unificate non ha prodotto gli effetti sperati. (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro della salute, professor Schillaci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SCHILLACI, ministro della salute. Signora Presidente, onorevoli senatori, ringrazio i senatori interroganti per l'opportunità di fare chiarezza - l'ennesima - su un tema che sta a cuore a questo Governo sin dal suo insediamento.

Il decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73, convertito nella legge 29 luglio 2024, n. 107, ha introdotto misure strutturali che puntano a risolvere alla radice il problema. Si tratta non di palliativi o di interventi spot, ma di una riforma organica che ridefinisce ruoli e responsabilità di tutti gli attori coinvolti, a partire dal Ministero fino alle singole strutture sanitarie.

Voglio essere molto chiaro: queste misure richiedono una piena sinergia con le Regioni, che devono puntualmente porre in essere le azioni di competenza. Non è accettabile che, a distanza di mesi dall'approvazione del decreto-legge, ci siano ancora resistenze o ritardi nell'applicazione; così come non è accettabile rivendicare insufficienza di stanziamenti, quando la Corte dei conti, nella sua ultima relazione, mette nero su bianco la spesa esigua delle Regioni rispetto ai fondi ricevuti dal 2020 per le liste d'attesa. I dati comunicati al Ministero dalle Regioni indicano che ancora non sono state impiegate tutte le risorse assegnate dal 2022 al 2024 e che in alcuni casi i fondi sono stati destinati a tappare buchi di bilancio.

La Piattaforma nazionale per le liste di attesa, che è il sistema per garantire al cittadino tempi certi con il ricorso intramoenia, o privato quando necessario, e l'estensione delle visite nel fine settimana sono misure che stanno già producendo risultati tangibili nelle Regioni che le hanno implementate. I dati raccolti per gennaio e febbraio 2025 mostrano un quadro a macchia di leopardo che conferma quanto sostenuto: dove si applica la legge ci sono i risultati. Il Ministero e Agenas stanno conducendo incontri serrati con le Regioni per affiancarle e risolvere le criticità. Sia chiaro, però, che si tratta non di carenza di strumenti o risorse, ma di volontà politica e organizzativa. Abbiamo già inviato alla Conferenza Stato-Regioni lo schema per il decreto che finanzia investimenti per oltre 27 milioni di euro nel potenziamento dei CUP regionali. Abbiamo previsto nella legge di bilancio 25 misure per valorizzare il personale del Sistema sanitario nazionale.

Il disegno di legge n. 241, oggi all'esame delle Commissioni parlamentari, introduce ulteriori misure per la riduzione delle liste d'attesa e dei tempi massimi.

Sul grave episodio rilevato all'ASP (Azienda sanitaria provinciale) di Trapani il Ministero ha avviato immediatamente un'azione ispettiva il 18 e il 19 marzo. L'istruttoria è in corso e la Regione siciliana ha comunicato l'avvio del procedimento di revoca dell'incarico del direttore generale dell'ASP. Risulta inoltre avviato e concluso un piano straordinario per l'abbattimento delle liste d'attesa relative alla refertazione dei campioni di anatomia patologica.

Verrebbe da rispondere al qualunquismo dell'accusa generica di fallimento con un altrettanto generico fallimento del modello regionale di gestione della sanità, ma questo Governo è concentrato sin dall'inizio solo sulle soluzioni, non su accuse qualunquistiche. I risultati di quelle realtà che stanno applicando la legge sulle liste d'attesa sono davanti agli occhi di tutti.

Conosco bene la sanità pubblica - ho fatto il medico per trent'anni nel Servizio sanitario nazionale - e continuo a credere che la strada sia quella della seria collaborazione, non quella della negoziazione con l'inadempienza. Il diritto alla salute non è negoziabile: o si applica la legge o si deve rispondere delle proprie inadempienze. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Scalfarotto, per due minuti.

SCALFAROTTO (IV-C-RE). Signor Ministro, lei parla di qualunquismo, mi permetta: ci vuole una certa sfacciataggine a venire in quest'Aula a dire le cose che lei ha detto quest'oggi, mentre sui giornali una persona di talento come Francesca Mannocchi ci ha dovuto raccontare che lei, malata di sclerosi multipla, o tirava fuori 680 euro per fare un esame o lei, persona conosciuta, persona nota, avrebbe dovuto cercare altre strade (forse nell'immaginario collettivo). Ovviamente non l'ha fatto e ha dovuto tirare fuori dei soldi, perché lei può. Sa, signor Ministro non tutti possono pagare 680 euro. E venire qui a parlare male delle Regioni non la assolve - mi perdoni - innanzitutto perché lei è un Ministro della Repubblica e buttare la palla nel campo di qualcun altro non fa onore all'altissimo incarico che ricopre; in secondo luogo, perché rappresenta un Governo che ha fatto dell'autonomia ulteriore regionale e differenziata un cavallo di battaglia.

Mi perdoni, lei viene qui a dire che è colpa delle Regioni, ma le sottolineo che peraltro con la Regione Siciliana dovrebbe essere facile comunicare, visto che è gestita dal centrodestra. Venire qui a dirci quanto ha detto - lo ripeto - non risolve il problema, ossia persone che non soltanto non hanno potuto sottoporsi a visite specialistiche, ma che hanno fatto test ed esami e non hanno ricevuto i referti (nel senso che i referti degli esami fatti non sono arrivati e per questa ragione le loro neoplasie sono andate in metastasi).

Signor Ministro, lei mi dovrebbe spiegare allora perché la sua parte politica, per esempio, abbia così cocciutamente rifiutato i soldi europei del Meccanismo europeo di stabilità (MES): si potevano avere 36 miliardi che in questo Paese non siamo riusciti ad avere. E allora lei fa bene a parlare di intangibilità e sacralità del diritto alla salute, ma, signor Ministro, potrà farlo quando sotto la sua responsabilità quel diritto sarà effettivo, perché ad oggi così non è. (Applausi).