Legislatura 19ª - Dossier n. 116 DE
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Relazione del Governo e prospettive negoziali
Nel febbraio 2025 il Ministero dell’Agricoltura ha inviato alle Camere una relazione sulla proposta in questione ai sensi dell’articolo 6, comma 4, della Legge numero 234 del 2012.
Il testo contiene una valutazione complessivamente positiva della stessa, le cui disposizioni “possono ritenersi conformi all’interesse nazionale, in quanto in sede di applicazione delle rispettive norme nazionali di recepimento delle direttive sono insorti numerosi problemi per la mancanza della obbligatorietà della forma scritta in alcuni Paesi” anche considerando il possibile aumento del sostegno alle OP (e, di conseguenza, agli agricoltori aderenti), la possibilità per le OP non riconosciute di negoziare i termini contrattuali per conto dei propri soci, nonché il rafforzamento della concentrazione dell’offerta da parte delle OP.
Tuttavia, durante la 1734ª riunione del Comitato Speciale Agricoltura del Consiglio dell’Unione europea, tenutasi il 13 gennaio 2025, la delegazione italiana ha presentato osservazioni e proposte di modifica al testo della Commissione, proponendo di rendere la deroga facoltativa per gli Stati membri, sottolineando il potenziale impatto negativo della misura in Italia.
In particolare, riguardo all’articolo 1, paragrafo 1, l’Italia ha evidenziato la necessità di chiarire l’utilizzo e la portata dei termini “giusto”, “equo” e “filiera corta” per garantire la certezza giuridica, un’applicazione uniforme della normativa e il rafforzamento del ruolo degli agricoltori nella filiera alimentare.
Inoltre, pur condividendo l’obiettivo generale della proposta, la delegazione ha espresso preoccupazioni su alcune disposizioni che potrebbero indebolire il riconoscimento delle OP. Un ulteriore punto critico riguarda la modifica degli articoli 148 e 168 del regolamento (UE) numero 1308/2013, nella parte in cui introduce una deroga all’obbligo della forma scritta nei contratti quando il primo acquirente è una micro o piccola impresa, secondo la raccomandazione 2003/361/CE.
L’Italia, infatti, ha contestato questa deroga poiché nel nostro Paese la forma scritta è già obbligatoria per tutti gli operatori, indipendentemente dal fatturato e soprattutto perché, data la prevalenza di micro e piccole imprese nel settore lattiero-caseario italiano, l’esenzione potrebbe ostacolare i controlli e favorire pratiche commerciali sleali, in contrasto con la Direttiva (UE) 2019/633.
Per questi motivi, la delegazione italiana ha proposto di rendere la deroga facoltativa per gli Stati membri, sottolineando il potenziale impatto negativo della misura in Italia.
Da ultimo si fa presente che, al momento della pubblicazione della presente nota, l'esame della proposta è in corso presso la 9a e 4a Commissione permanenti del Senato. Di seguito il link alla pagina delle banche dati che ne seguirà l'esame fino ad approvazione.