Legislatura 19ª - Dossier n. 91 DE
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Garantire la sicurezza economica e l’autonomia strategica europea
Nella visione italiana, resilienza economica ed autonomia strategica sono interconnesse.
Sul piano esterno, nell’evidenza che le crisi esogene dimostrano che non possiamo più consentirci debolezze e dipendenze in settori strategici, occorrerà secondo la relazione e guadagnare un’autonomia non tanto da altri attori, quanto nello svolgimento di compiti concreti, a partire da quattro settori prioritari della dimensione esterna dell’UE:
- politica estera e di sicurezza comune (PESC) e Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC);
- politica commerciale;
- proiezione esterna della politica industriale;
- proiezione esterna delle politiche digitali e di connettività.
Nell’ambito PESC/PSDC bisognerà, secondo la relazione: favorire lo sviluppo di un’agenda politica comune e di una comprensione comune degli interessi dell’Unione, a partire dall’unità dimostrata nella reazione all’aggressione russa all’Ucraina; promuovere attivamente, attraverso i contatti bilaterali e la propria azione in Consiglio, una posizione chiara e coesa da parte dell’UE sulle questioni internazionali di interesse, sfruttando pienamente la flessibilità offerta dai Trattati nei processi decisionali; sostenere lo sviluppo e il rafforzamento degli strumenti a disposizione dell’UE per la condotta della propria Politica Estera e di Sicurezza Comune, a partire da quelli della Politica di Sicurezza e Difesa Comune (ad esempio, Operazioni e Missioni, sia civili che militari).
Il Governo si attende un ruolo attivo e determinante dell’UE a sostegno degli sforzi di pace nel conflitto russo-ucraino e in quello mediorientale. Dovrà essere garantita la piena sostenibilità del meccanismo sanzionatorio, attraverso misure di mitigazione degli impatti avversi. Soprattutto nel contesto della crisi ucraina, infatti, l’impianto delle sanzioni è parte di un “approccio binario” al conflitto, che poggia da un lato sul sostegno a Kiev e sull’aumento della pressione su Mosca e, dall’altro, sul mantenimento dei canali negoziali tra le parti.
In tale ottica, lo scopo del sostegno alla resilienza ucraina è di rafforzarne la posizione ad un futuro tavolo negoziale, mentre attraverso le sanzioni si mira a rendere il percorso negoziale più conveniente anche per Mosca.
Con la stessa determinazione e unità d’intenti, l’UE dovrebbe assumere un ruolo più centrale nella gestione della crisi in Medio Oriente, nonché, più in generale, nel Mediterraneo e nel continente africano.
Sarà essenziale promuovere, a tal fine, l’attuazione degli impegni assunti con l’adozione della Bussola Strategica, entro le rispettive scadenze.
Tra i seguiti di quest’ultima, assumeranno particolare importanza l’istituzione di una Capacità di Dispiegamento Rapido dell’UE, la predisposizione di un Piano di Attuazione Nazionale del nuovo Patto per la PSDC civile e il varo di un Programma Europeo per gli Investimenti nella Difesa (EDIP), per il rafforzamento della Base Industriale e Tecnologica della Difesa Europea (EDTIB).
Nel 2024 l’Italia continuerà a sostenere l’attuazione, da parte dell’UE, di una politica commerciale comune aperta basata su sostenibilità, resilienza e level playing field. Oltre alla negoziazione e finalizzazione di nuovi accordi (India, Indonesia, Thailandia, Mercosur, Messico, Australia) sosterrà un dialogo transatlantico costruttivo, che porti ad un’intesa duratura con gli USA per l’eliminazione definitiva dei dazi su acciaio e alluminio, che favorisca la conclusione di un accordo sui minerali critici per ovviare ad alcune criticità dell’Inflation Reduction Act (IRA) statunitense nei confronti degli operatori dell’UE e che rilanci un’agenda commerciale positiva. Inoltre, l’Italia contribuirà all’applicazione corretta degli accordi esistenti ed all’ammodernamento degli strumenti di difesa commerciale UE, anche per contrastare misure protezioniste unilaterali.
Nel quadro degli aiuti all’Ucraina a seguito dell’invasione russa si continuerà ad appoggiare l’applicazione, a livello UE, di misure autonome temporanee volte a stimolare l’economia ucraina e a favorire la ripresa del suo commercio estero.
Sempre con riferimento alla politica commerciale comune, il Governo continuerà ad assicurarne la coerenza con gli interessi del sistema economico-produttivo italiano, per offrire nuove opportunità di sbocco all’export, diversificare le fonti di approvvigionamento (in particolare di materie prime essenziali), tutelare le nostre sensibilità e contrastare la concorrenza sleale.
Con riguardo alla politica industriale, occorrerà promuoverne un rafforzamento, orientando le politiche europee al sostegno della competitività industriale, anche per creare i presupposti di un’autentica autonomia strategica in campo economico. Questo obiettivo andrà perseguito sostenendo il tessuto produttivo, anche attraverso una riduzione degli oneri e una semplificazione normativa, ed in un’ottica integrata alle altre politiche europee, come quelle relative al commercio, al mercato interno, all’ambiente, ai trasporti e alla difesa. Adeguati strumenti di finanziamento dovranno essere previsti.
Nel quadro delle politiche digitali e di connettività, che assumeranno una priorità crescente nel futuro prossimo, occorrerà incentivare un ruolo guida dell’Unione europea sul piano normativo internazionale delle nuove tecnologie, promuovendo al contempo un concreto rilancio degli investimenti necessari per migliorare non solo le infrastrutture, ma anche le competenze necessarie per progredire verso una trasformazione digitale competitiva sul piano internazionale.