Legislatura 19ª - Dossier n. 91 DE
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Una nuova era per la difesa europea e la sicurezza
La Presidente von der Leyen rileva in via preliminare che gli ultimi anni hanno bruscamente richiamato l’attenzione dell’Europa sulla necessità di “dotarsi dei mezzi per difendersi, proteggersi e scoraggiare potenziali avversari”, in un contesto globale sempre più frammentato e incerto.
Inoltre, la Presidente sottolinea che, alla luce della “guerra di aggressione di Putin”, “il migliore investimento nella sicurezza europea è investire nella sicurezza dell’Ucraina”: il sostegno finanziario, politico e militare dell’Europa deve essere pertanto mantenuto per tutto il tempo necessario, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione e agendo su tutti i fronti, dalle esigenze immediate ai futuri sforzi di ricostruzione.
Creare l’Unione europea per la difesa
Gli orientamenti politici indicano l’obiettivo di creare una vera Unione europea della difesa nei prossimi 5 anni: gli Stati membri manterranno sempre la responsabilità delle proprie truppe, dalla dottrina allo spiegamento, ma l'Europa potrà fare molto per supportare e coordinare gli sforzi per rafforzare la base industriale della difesa, l'innovazione e il mercato unico. In tale ambito la Presidente von der Leyen preannuncia che:
- sarà nominato un Commissario per la Difesa, che lavorerà a stretto contatto con l’Alto Rappresentante;
- nei primi 100 giorni del mandato della Commissione europea sarà presentato un Libro bianco sul futuro della difesa europea;
- il rafforzamento del partenariato UE-NATO rimarrà un elemento centrale;
- è necessario spendere di più, meglio ed insieme per la difesa.
Con riferimento a tale ultimo aspetto, gli orientamenti fissano i seguenti obiettivi:
- ricostruire, rifornire e trasformare le forze armate nazionali, rafforzando il Fondo europeo per la difesa, per investire nelle capacità di difesa di alta gamma dell’UE in settori critici quali la difesa navale e terrestre, il combattimento aereo, l’allarme rapido basato sulla tecnologia spaziale e la cibersicurezza;
- potenziare il Programma europeo per l'industria della difesa al fine di incentivare gli appalti comuni per affrontare le lacune di capacità più critiche dell'UE e promuovere un mercato unico per i prodotti e i servizi della difesa, migliorando la capacità produttiva e gli appalti congiunti;
- riunire le risorse e contrastare le minacce comuni con progetti faro dell’Unione europea della difesa, che si concentrino sulle principali minacce comuni e transfrontaliere;
- proporre, collaborando con gli Stati membri e in stretto coordinamento con la NATO, progetti di comune interesse europeo nel settore della difesa, a cominciare da uno scudo aereo europeo e dalla ciberdifesa;
- promuovere incentivi per gli investimenti privati nel settore della difesa, collaborando con la Banca europea per gli investimenti affinché contribuisca a finanziare e ridurre i rischi dei progetti comuni di difesa e dell'innovazione nella difesa e investimenti europei nel prossimo quadro finanziario pluriennale 2028-2034.
Preparazione dell’Unione alle crisi e alla sicurezza
Gli orientamenti indicano la necessità di rafforzare le capacità dell'Europa in materia di preparazione alle crisi e alla sicurezza.
In particolare, sarà elaborata una strategia dell'UE per la preparazione, ispirata al rapporto sulla preparazione civile e militare dell'UE che sarà presentato dall'ex presidente finlandese Sauli Niinistö nel corso del 2024.
In questo contesto, la Presidente von der Leyen sottolinea la necessità di:
- concentrarsi sull'ulteriore rafforzamento delle capacità di ciberdifesa, coordinando gli sforzi informatici nazionali e proteggendo le infrastrutture critiche, in particolare sviluppando un'industria europea di difesa informatica affidabile;
- promuovere un approccio comune per prevenire e preparare altre nuove minacce, in particolare quelle legate alla sicurezza chimica, biologica, radiologica e nucleare (CBRN);
- presentare, sulla base dei lavori dell’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, una nuova strategia a sostegno delle contromisure mediche contro le minacce per la salute pubblica, compresi gli appalti congiunti e la costituzione di scorte;
- lavorare alla deterrenza integrata, rafforzando il quadro di sanzioni contro gli attacchi informatici e valutando un nuovo regime di sanzioni contro gli attacchi ibridi che colpiscono l’UE e i suoi Stati membri.
Un’Europa più sicura e protetta
La Presidente von der Leyen individua nella diffusione della criminalità organizzata uno dei maggiori rischi per le imprese europee ma anche per interi sistemi economici. Pertanto annuncia le seguenti misure:
- una nuova Strategia europea di sicurezza interna, affinché la sicurezza sia parte integrante della legislazione e delle politiche dell'UE;
- la revisione delle norme vigenti in materia di criminalità organizzata;
- l’intenzione di rendere Europol un’Agenzia di polizia realmente operativa, anche rafforzando il suo mandato e la sua capacità di sostenere le agenzie nazionali di contrasto;
- il rafforzamento del mandato d'arresto europeo;
- l’individuazione delle aree in cui la Procura europea avrà bisogno di maggiori poteri per esaminare i reati gravi transfrontalieri, e in particolare la corruzione che ha un impatto sui fondi dell'Unione e che non può essere gestita solo dagli Stati membri;
- un nuovo Piano d'azione europeo contro il traffico di droga, a complemento di una più ampia Strategia portuale dell'UE incentrata sulla sicurezza, sulla competitività, sull'indipendenza economica e basata sul lavoro dell'Alleanza dei porti europei, un'iniziativa faro della Tabella di marcia dell'UE per contrastare il traffico di droga e la criminalità organizzata, già adottata dalla Commissione il 18 ottobre 2023;
- un nuovo programma antiterrorismo tanto per affrontare le nuove ed emergenti minacce, quanto per adottare un approccio più forte nella lotta al finanziamento del terrorismo e alla radicalizzazione;
- promuovere un approccio unitario alla sicurezza. La Presidente sottolinea l’importanza di un nuovo Sistema europeo di comunicazione critica, che dovrà essere utilizzato dalle autorità pubbliche responsabili della sicurezza, assicurando la cooperazione operativa.
Frontiere comuni più forti
Gli orientamenti politici sottolineano la necessità di adottare una gestione digitale delle frontiere europee pienamente funzionante, garantendo nel contempo la sicurezza delle frontiere esterne dell’UE per prevenire tanto gli attraversamenti irregolari, quanto le minacce ibride e le altre minacce alla sicurezza. A questo scopo, la Presidente della Commissione intende lavorare sulla base di un approccio integrato alla gestione delle frontiere, preannunciando le seguenti misure:
- il rafforzamento del ruolo di Frontex, dotandola di tecnologie all’avanguardia per la sorveglianza e la conoscenza situazionale e di attrezzature e personale propri, nonché portando il numero delle guardie di frontiera e costiere europee fino a 30.000 unità;
- lo sviluppo di una Strategia dell'UE in materia di visti;
- rendere completa e pienamente funzionante l'area Schengen mediante l’eliminazione dei rimanenti controlli alle frontiere interne e la piena estensione a Bulgaria e Romania.
Una posizione equa e decisa in materia di migrazione
Gli orientamenti politici, nel ribadire che la migrazione è una sfida europea che deve essere affrontata con una soluzione europea, richiamano in via preliminare l’importanza recente del Patto sulla migrazione e asilo, il “pacchetto” adottato lo scorso 22 maggio 2024.
In tale ambito, la Presidente von der Leyen si impegna nell’attuazione di tutte le parti del nuovo Patto nonché nell’adozione di una Strategia europea in materia di migrazione e asilo, includendo tra gli obiettivi della nuova Commissione europea:
- il maggior sostegno agli Stati membri per garantire che dispongano delle competenze, delle capacità operative e finanziarie necessarie per tradurre in pratica gli impegni giuridici, anche attraverso investimenti nel prossimo bilancio a lungo termine;
- l’adozione di nuovo approccio comune sui rimpatri che comprenda un nuovo quadro legislativo volto ad accelerare e semplificare il processo, a garantire che i rimpatri avvengano in modo dignitoso, a digitalizzare la gestione dei fascicoli e a fare sì che le decisioni di rimpatrio siano riconosciute in tutta Europa;
- lo sviluppo di relazioni strategiche in materia di migrazione e sicurezza con i Paesi terzi, in particolare con i Paesi di origine e di transito;
Saranno rafforzati, come parte del nuovo Patto per il Mediterraneo, i partenariati strategici già esistenti e ne verranno creati di nuovi con responsabilità e risultati chiari, anche attraverso un lavoro sulle aree di interesse comune, dagli investimenti nell'istruzione, nelle infrastrutture e nell'economia in generale, ai partenariati per i talenti e ai percorsi legali. La Presidente si impegna a garantire una maggiore trasparenza nei confronti del Parlamento europeo su tali accordi.
In tale ambito von der Leyen, nel discorso pronunciato davanti alla plenaria del Parlamento europeo, ha annunciato che istituirà un Commissario per la regione mediterranea e che proporrà una nuova Agenda per il Mediterraneo insieme all’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
- il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale, anche migliorando il coordinamento delle operazioni di salvataggio, anche con i Paesi terzi vicini, nonché le capacità di sorveglianza di Frontex;
- il contrasto alla migrazione irregolare per smantellare i modelli operativi delle reti di trafficanti, anche collaborando con i partner internazionali dell’Alleanza mondiale;
- il fermo intervento contro l’economia sommersa in Europa, impedendo che i migranti siano sfruttati nel mercato del lavoro e godano di buone condizioni di lavoro. A questo sarà utilizzato un approccio «follow the money» per intercettare i profitti illeciti, anche attraverso la cooperazione rafforzata e la confisca dei beni;
- l’apertura di percorsi migratori legali e il sostegno a Stati membri e imprese nella gestione della migrazione legale, affinché le competenze dei cittadini di Paesi terzi possano colmare le lacune del mercato del lavoro in Europa, rendendo altresì più facile attrarre i talenti più adatti grazie a norme armonizzate sul riconoscimento delle qualifiche.