Legislatura 19ª - Dossier n. 91 DE
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Un nuovo piano per la prosperità e la competitività sostenibili dell'Europa
Al primo punto degli orientamenti presentati dalla Presidente von der Leyen figura la presentazione di un nuovo Piano europeo per la prosperità che dovrebbe:
- semplificare gli oneri burocratici e amministrativi per le imprese e rafforzare il mercato unico;
- introdurre un Patto per un’industria pulita che sostenga il processo di decarbonizzazione dei settori produttivi e riduca i prezzi dell’energia;
- mettere al centro dell’economia la ricerca e l’innovazione;
- aumentare la produttività con la diffusione delle tecnologie digitali;
- promuovere investimenti a sostegno della competitività sostenibile europea;
- affrontare la carenza di competenze e il divario occupazionale.
Nelle premesse agli orientamenti, la Presidente sottolinea l’esistenza di freni strutturali alla competitività europea, con particolare riferimento all’aumento della concorrenza sleale, l’innalzamento dei prezzi dell'energia, la carenza di competenze e di manodopera e le difficoltà di accesso al capitale. Ricorda altresì i rischi che si sono verificati in relazione alle catene di approvvigionamento, citando segnatamente il ricatto energetico di Putin e il monopolio della Cina per quanto riguarda le materie prime essenziali per batterie e chip.
Semplificare l’attività di impresa
Gli orientamenti politici sottolineano preliminarmente che per accrescere la competitività dell’UE e consentire soprattutto ai 24 milioni di piccole e medie imprese (PMI) operanti nell’UE di espandersi e crescere occorre:
- un nuovo slancio per completare il mercato unico in settori quali servizi, energia, difesa, finanza, comunicazioni elettroniche e digitale;
- un nuovo approccio alla politica della concorrenza volto a sostenere in particolare le imprese che si espandono nei mercati globali, che dovrà riflettersi nel modo di valutare le fusioni, al fine di tenere conto dell'innovazione e della resilienza;
Gli orientamenti si concentrano quindi sulle iniziative per facilitare l’attività di impresa in Europa, alla luce dell’eccessiva complessità attuale, preannunciando che in tutte le attività della Commissione saranno considerate prioritarie la rapidità, la coerenza e la semplificazione.
Ciascun Commissario avrà il compito di:
- diminuire nell’ambito del proprio portafoglio gli oneri amministrativi e di semplificare l'attuazione delle regole, riducendo in particolare la burocrazia e la rendicontazione, aumentando la fiducia, migliorando la fase applicativa e velocizzando le autorizzazioni;
- svolgere regolarmente dialoghi con le parti interessate per discutere sul migliore adeguamento dell’attuazione delle regole alla realtà sul campo;
- collaborare con un Vicepresidente per l’attuazione, semplificazione e le relazioni interistituzionali, per testare l'intero acquis dell'UE.
Nel suo discorso innanzi al Parlamento europeo, la Presidente ha confermato che intende nominare un Vicepresidente ad hoc con il mandato di coordinare tali attività e riferire sui progressi al Parlamento europeo una volta all'anno.
Gli orientamenti prevedono inoltre l’impegno della Presidente della Commissione:
- a presentare proposte per semplificare, consolidare e codificare la legislazione con l’obiettivo di eliminare, pur nel rispetto di standard elevati, sovrapposizioni e contraddizioni, tenendo anche conto delle differenti regole nazionali che rendono difficile fare impresa in vari Paesi membri;
- ad introdurre un nuovo status giuridico a livello europeo per le imprese innovative, concepito come “cd 28° regime” non sostitutivo di quelli nazionali ma opzionale e alternativo rispetto ad essi. Tale regime, al fine di agevolare il successo di tali imprese e ridurre i costi di eventuali fallimenti, sarà volto a consentire ad esse di beneficiare in alcune aree di una serie di norme più semplici e armonizzate;
- a migliorare il supporto alle imprese che, per dimensioni e capacità di finanziamento, sono a rischio di acquisizione da parte di società straniere che intendono eliminare futuri competitori. Allo scopo sarà introdotta una nuova categoria di società caratterizzate da piccola e media capitalizzazione, valutando quali aspetti della regolamentazione applicabile alle grandi società siano per esse eccessivamente onerosi e non proporzionati;
- ad assicurare che la futura legislazione sia concepita tenendo in considerazione le esigenze delle PMI ed in coerenza con il principio di sussidiarietà. A questo scopo, si prospetta un nuovo meccanismo di analisi dell’impatto su PMI e della competitività volto a prevenire oneri amministrativi inutili;
- a proporre il rinnovo dell'accordo interistituzionale sulla semplificazione e sul miglioramento della legislazione, affinché ogni Istituzione valuti nello stesso modo l'impatto e il costo dei rispettivi emendamenti;
- a chiedere a ciascun Commissario di preparare una relazione annuale sui progressi compiuti da sottoporre alle rispettive Commissioni del Parlamento europeo e alle corrispondenti formazioni del Consiglio, per garantire un seguito collettivo nel settore dell’attuazione ed esecuzione.
Nel discorso innanzi al Parlamento europeo, la Presidente ha ribadito l’intenzione di ammodernare la verifica dell’impatto sulle PMI e sulla competitività come parte integrante del kit di strumenti per la qualità della regolamentazione.
Un Patto per un’industria pulita
Gli orientamenti operano anzitutto una valutazione dell’approccio e delle misure adottate sinora in tale ambito. In particolare:
- definiscono storici i progressi compiuti nella revisione delle ambizioni climatiche dell’UE, ritenendo che essi abbiano dimostrato che è possibile combinare la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra con la crescita economica;
- sottolineato che la crisi climatica sta accelerando, affermano l’urgenza di intensificare l’avviato processo di decarbonizzazione del tessuto economico ed industriale, ribadendo l’intenzione di mantenere gli obiettivi fissati nel Green Deal europeo;
- pongono l’accento sulla necessità di attuare il vigente quadro giuridico in materia di energia e clima per il 2030 – di recente rivisto con il pacchetto “Pronti per il 55%” – nel modo più semplice, equo ed economicamente efficiente.
A fronte di tali considerazioni, la Presidente della Commissione preannuncia alcune nuove iniziative:
- la presentazione nei primi 100 giorni di mandato di un nuovo Patto per un’industria pulita (Clean industrial Deal) a sostegno della competitività delle imprese e della creazione di occupazione di qualità. Priorità dovrebbe essere accordata all’esigenza di offrire alle aziende le condizioni giuste per raggiungere gli obiettivi comuni, in particolare tramite investimenti e accesso a forniture energetiche e materie prime a basso costo, sostenibili e sicure;
- la proposta di modificare il regolamento sul clima per introdurvi un obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra del 90% entro il 2040 (in aggiunta all’obiettivo intermedio esistente di riduzione del 55% entro il 2030). L’obiettivo al 2040 dovrebbe essere raggiunto con modalità da definire coinvolgendo l’industria, organizzazioni datoriali e sindacali e portatori di interessi;
- la presentazione di una proposta legislativa per accelerare la decarbonizzazione industriale (Industrial Decarbonisation Accelerator Act), volta a sostenere le industrie e le imprese durante la transizione promuovendo gli investimenti nelle infrastrutture e nell’industria, in particolare nei settori ad alta intensità energetica. L’iniziativa inoltre promuoverebbe i mercati guida europei nello sviluppo e diffusione di produzioni industriali caratterizzate da tecnologie pulite e contribuirebbe ad accelerare i relativi processi di pianificazione, appalto e autorizzazione.
Energia
Con riferimento alle politiche in materia di energia, gli orientamenti pongono l’obiettivo generale di ridurne il costo per imprese e famiglie.
Al riguardo, ricordano che le misure adottate nella precedente legislatura hanno consentito di raggiungere livelli record nella produzione di energie rinnovabili, pari nell’ultimo anno al 50% della produzione di energia elettrica nell’UE, di ridurre la dipendenza dal gas fossile russo e contenere i consumi energetici complessivi. Ciononostante nel settore energetico molte sfide devono ancora essere affrontate.
Gli orientamenti affermano allo scopo la necessità di: 1) continuare a ridurre i prezzi dell’energia; 2) ridurre progressivamente l’impiego di combustibili fossili; 3) rafforzare gli appalti congiunti di combustibili; 4) sviluppare la governance necessaria per l’implementazione dell’Unione dell’energia. In tale prospettiva si preannunciano:
- politiche per aumentare gli investimenti nelle infrastrutture e nelle tecnologie per l’energia pulita (energie rinnovabili e tecnologie a basse emissioni di carbonio, infrastrutture di rete, capacità di stoccaggio e infrastrutture di trasporto per la CO2 catturata), nonché per promuovere l’efficienza energetica, digitalizzare il sistema energetico e realizzare una rete dell’idrogeno;
- la proposta di attivare ed estendere il meccanismo di domanda aggregata già utilizzato per il gas per includervi l’idrogeno e le materie prime critiche per sfruttare la potenza e le dimensioni del mercato europeo per garantire gli approvvigionamenti;
- nuovi partenariati per il commercio pulito e investimenti per garantire l’approvvigionamento di materie prime, energia pulita e tecnologia pulita da tutto il mondo;
- l’obiettivo di mantenere la leadership dell’UE nei negoziati internazionali sul clima, anche sulla scorta delle recenti iniziative dell’UE a livello globale per la riduzione delle emissioni di metano, la tariffazione del carbonio e la definizione di obiettivi globali per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica;
- la definizione della visione globale dell’UE sul clima e sull’energia prima della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP30) che si terrà in Brasile nel 2025, nonché il rafforzamento della diplomazia verde e dell’impegno con i Paesi terzi sugli aspetti esterni delle politiche per la transizione ambientale e climatica.
Mobilità e trasporti
Con riguardo alla mobilità e ai trasporti, negli orientamenti si sottolinea la necessità di contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici semplificando il passaggio a opzioni più sostenibili per i cittadini.
In tale prospettiva dovrebbero essere incentivati i viaggi transnazionali in treno, attualmente eccessivamente complessi. A tal fine sarà presentata la proposta di un regolamento sulla prenotazione e sull’emissione di biglietti digitali, che garantisca ai cittadini europei la possibilità di acquistare un unico biglietto su un’unica piattaforma e di essere tutelati dalla normativa dell’UE sui diritti dei passeggeri.
Con riferimento agli obiettivi fissati per le emissioni delle automobili, gli orientamenti considerano che l’obiettivo della neutralità climatica stabilito per esse entro il 2035 crea prevedibilità per investitori e produttori. Si riconosce tuttavia che tale obiettivo può essere conseguito con un approccio tecnologicamente neutrale, che riconosca un ruolo ai carburanti elettronici attraverso una modifica mirata del regolamento sui livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove, entrato in vigore nell’aprile del 2023.
Un’economia più circolare e resiliente
Ribadita la necessità di dare prosecuzione alle politiche per favorire il passaggio ad un modello di produzione e consumo più sostenibile, preservando più a lungo il valore delle risorse economiche, negli orientamenti si annuncia la presentazione di:
- una nuova proposta legislativa sull’economia circolare, volta a contribuire alla creazione di una domanda di mercato per le materie prime secondarie e di un mercato unico per i rifiuti, con particolare attenzione alle materie prime critiche;
- un nuovo pacchetto di proposte legislative per l’industria chimica, con l’obiettivo di semplificare il regolamento sulla registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche (c.d. regolamento REACH) e introdurre norme chiare sui prodotti “chimici per sempre” (c.d. forever chemicals), o PFAS (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate).
Con riferimento al settore sanitario e farmaceutico, negli orientamenti, ricordando che l’UE si è confrontata con una grave carenza di dispositivi medici e medicinali, come antibiotici, insulina, antidolorifici, si ribadisce l’esigenza di rendere l’economia europea più resiliente e meno dipendente, anche in tale ambito. A tale fine si preannuncia:
- la presentazione di una iniziativa legislativa sui farmaci critici per ridurre la dipendenza relativa ad alcuni farmaci e ingredienti, in particolare per i prodotti per i quali ci sono pochi produttori o Paesi fornitori;
- il completamento del lavoro già avviato nella precedente legislatura per l’Unione europea della salute, per creare catene di approvvigionamento diversificate, garantire l’accesso ai trattamenti più avanzati, rafforzare i sistemi sanitari e realizzare inventari strategici di farmaci essenziali;
- la prosecuzione delle iniziative sulla resistenza antimicrobica;
- un più intenso lavoro – sul modello del Piano di lotta contro il cancro presentato nel 2021 – sulla prevenzione sanitaria, in particolare per la salute mentale, anche sul lavoro, e le malattie cardiovascolari, nonché sui trattamenti per le malattie degenerative e sulla ricerca sull'autismo;
- la presentazione nei primi 100 giorni del mandato di un Piano d’azione europeo sulla sicurezza informatica degli ospedali e degli operatori sanitari con l’obiettivo di proteggere la sicurezza dei sistemi sanitari degli Stati membri, sempre più di frequente bersaglio di attacchi informatici.
Aumentare la produttività mediante la diffusione delle tecnologie digitali
Secondo gli orientamenti politici, la minore produttività dell’UE (e di conseguenza anche la competitività) rispetto ai suoi diretti concorrenti globali deriva in misura significativa dalla insufficiente diffusione delle tecnologie digitali. Al riguardo, la Presidente della Commissione intende:
- concentrarsi sull’applicazione delle normative digitali adottate durante l'ultimo mandato, in particolare la legge europea sui servizi digitali e quella sui mercati digitali, considerato il potere sistemico dei “giganti” del web nelle società e nell’economia;
- affrontare le sfide poste dalle piattaforme di e-commerce per garantire consumatori e le imprese condizioni di parità basate su efficaci controlli doganali, fiscali, di sicurezza, nonché su standard di sostenibilità;
- aumentare gli investimenti nelle tecnologie all’avanguardia, con particolare riguardo al supercomputing, i semiconduttori, l’Internet degli oggetti, la genomica, l'informatica quantistica e la tecnologia spaziale.
Particolare rilievo è attribuito al settore dell’intelligenza artificiale e all’obiettivo dell’UE di diventare un leader globale nella innovazione basata su di essa. Allo scopo gli orientamenti politici prevedono:
- di assicurare, nei primi 100 giorni del mandato della nuova Commissione, l'accesso garantito a nuove capacità di supercalcolo su misura per le start-up e l'industria dell'intelligenza artificiale attraverso l’'iniziativa denominata “AI Factories”;
- lo sviluppo, insieme agli Stati membri, all'industria e alla società civile, di una strategia di applicazione dell'intelligenza artificiale per promuovere nuovi usi industriali dell'intelligenza artificiale e migliorare l'erogazione di una serie di servizi pubblici, tra i quali ad esempio l'assistenza sanitaria;
- l’istituzione di un Consiglio europeo per la ricerca sull'intelligenza artificiale dove concentrare tutte le risorse, in modo simile all'approccio adottato per il CERN.
Infine, secondo gli orientamenti politici, lo sviluppo dell'IA e di altre tecnologie d’avanguardia presuppone lo sfruttamento del potenziale inutilizzato dei dati. L’accesso ai dati rappresenta infatti quasi il 4% del PIL dell’UE. Pertanto si intende:
- sostenere le aziende migliorando l'accesso ai dati, in particolare per supportare le PMI nell'adempimento degli obblighi di rendicontazione;
- presentare una strategia europea per l'Unione dei dati, basata sulle norme esistenti in materia, per garantire un quadro giuridico semplificato, chiaro e coerente, tale da consentire alle imprese e alle amministrazioni di condividere i dati senza soluzione di continuità e su scala, nel rispetto di elevati standard di riservatezza e sicurezza.
Mettere la ricerca e l'innovazione al centro della nostra economia
Gli orientamenti politici prevedono che ricerca e innovazione, scienza e tecnologia siano posti al centro dell’economia europea, per assicurare la competitività. A questo scopo prospettano:
- l’aumento della spesa per la ricerca, concentrandosi maggiormente sulle priorità strategiche, sulla ricerca pionieristica fondamentale, l’innovazione dirompente e l'eccellenza scientifica;
- l’ampliamento del Consiglio per la ricerca europea e quello per l'innovazione europea;
- la presentazione nel 2025, nel contesto di una più ampia strategia europea per le scienze della vita, di una nuova legge europea denominata “Biotech Act”, volta a facilitare il passaggio delle biotecnologie dai laboratori alle fabbriche, e successivamente al mercato;
- la realizzazione di infrastrutture e i laboratori innovativi per testare e sviluppare idee attraverso nuovi partenariati pubblico-privati, quali le imprese congiunte;
- misure per attrarre e trattenere in Europa nuovi talenti;
- il rafforzamento della collaborazione tra i dipartimenti di ricerca, istruzione superiore e le imprese, potenziando in particolare le alleanze universitarie.
Accelerare gli investimenti
La Presidente von der Leyen sottolinea la necessità di mobilizzare i finanziamenti necessari per realizzare le transizioni verde, digitale e sociale, massimizzando gli investimenti pubblici e l'effetto leva nonché di riducendo il rischio del capitale privato, in stretto raccordo con la Banca europea per gli investimenti (BEI). A questo scopo e per completare l’Unione dei mercati dei capitali vengono proposte le seguenti misure:
- strumenti di assorbimento del rischio per facilitare il finanziamento delle imprese in rapida crescita da parte di banche commerciali, investitori e venture capital;
- la revisione del quadro normativo per affrontare le barriere che limitano la quantità di capitale europeo disponibile per finanziare l'innovazione;
- la creazione di una Unione europea del risparmio e degli investimenti, compresi i mercati bancari e dei capitali, sviluppando in questo senso una delle proposte contenute nel rapporto Letta, per affrontare il tema della frammentazione dei mercati finanziari dell’Unione e per sfruttare l'enorme ricchezza del risparmio privato in Europa per investire nell'innovazione e nelle transizioni pulite e digitali;
- la revisione della direttiva sugli appalti pubblici, dando preferenza ai prodotti europei in alcuni settori strategici;
- la presentazione di un nuovo Fondo europeo per la competitività, le cui risorse, nell’ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale, verranno investite nello sviluppo e nella produzione in Europa di tecnologie strategiche, dall’intelligenza artificiale alla tecnologia pulita e alla biotecnologia. Il nuovo fondo sosterrà importanti progetti di interesse comune europei (IPCEI), che verranno resi più semplici e veloci da finanziare e sviluppare. La prima serie di progetti comuni sarà proposta all'inizio del 2025.
Affrontare le carenze di competenze e di manodopera
Nel settore delle politiche del lavoro la Presidente della Commissione annuncia:
- l’istituzione di una Unione delle competenze, incentrata sugli investimenti, sulla formazione degli adulti e sull'apprendimento permanente, sul mantenimento delle competenze e sul riconoscimento dei diversi tipi di formazione per consentire alle persone di lavorare in tutta l'Unione;
- la proposta di un piano strategico per l'istruzione STEM (Science, technology, engineering and mathematics), anche per affrontare il declino dei risultati e la mancanza di insegnanti qualificati nelle aree legate alla scienza, alla tecnologia, all'ingegneria e alla matematica;
- la presentazione di una Strategia europea per l'istruzione e la formazione professionale, in particolare per aumentare il numero di persone con un diploma di istruzione e formazione professionale secondaria;
- la prosecuzione del lavoro per l’introduzione di un diploma europeo e su un'iniziativa sulla portabilità delle competenze, affinché le competenze acquisite in un Paese possano essere riconosciute anche in un altro.