Legislatura 19ª - Dossier n. 91 DE

Introduzione

Il presente dossier illustra in estrema sintesi i contenuti relazione programmatica del Governo sulla partecipazione dell’Italia all’UE per il 2024 nonché le priorità politiche del ciclo istituzionale dell’UE 2024-2029, in fase di avvio, sulla base degli obiettivi definiti nell’Agenda strategica dell’Unione, approvata dal Consiglio europeo del 27 giugno scorso, dagli orientamenti politici presentati dalla Presidente eletta della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il 18 luglio 2024, e dalle priorità della Presidenza ungherese del Consiglio dell’UE per il periodo 1° luglio – 31 dicembre 2024.

Il dossier non dà conto invece del programma di lavoro della Commissione europea del 2024, presentato il 17 ottobre 2023, in quanto esso si è sostanzialmente esaurito con il termine della passata legislatura europea (2019-2024).

Il dossier dà inoltre conto delle procedure legislative avviate e non concluse nella scorsa legislatura europea e che potrebbero essere riprese nella nuova legislatura europea, che si è inaugurata a seguito delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del 6-9 giugno 2024.

L'articolo 144-bis del Regolamento del Senato prevede che le relazioni annuali sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea siano assegnate per l'esame in sede referente alla Commissione politiche dell'Unione europea assieme ai disegni di legge europea e di delegazione europea (c. 1). La Commissione predispone una relazione generale per l'Assemblea (c. 3); la discussione generale in Assemblea può avere luogo congiuntamente (c. 6).

Alla Camera l’esame è stato disciplinato dal parere della Giunta per il regolamento del 14 luglio 2010, che ha previsto che la relazione programmatica, sia oggetto di esame congiunto con i programmi legislativi delle Istituzioni europee, secondo la procedura già delineata dalla Giunta per il Regolamento il 9 febbraio 2000. In particolare, la relazione programmatica, il programma di lavoro della Commissione e il programma dei 18 mesi del Consiglio sono esaminati da tutte le Commissioni (per i profili di rispettiva competenza), che approvano un parere, e dalla XIV Commissione politiche dell'UE, che presenta una relazione all'Assemblea per la successiva discussione con votazione di eventuali strumenti d'indirizzo.

La relazione programmatica del Governo

La relazione programmatica, in base l’articolo 13, comma 1, della legge n. 234 del 2012, il quale indica gli orientamenti e le priorità che il Governo intende perseguire nell’anno successivo con riferimento agli sviluppi del processo di integrazione europea. Deve essere presentata entro il 31 dicembre di ogni anno.

La relazione per il 2024 è stata trasmessa al Parlamento il 26 luglio 2024.

Le tabelle seguenti, riportano le date di trasmissione delle relazioni programmatiche a decorrere dalla entrata in vigore della legge 234 del 2012.

Relazione programmatica XVII legislatura

Anno

Data di trasmissione

2013

5/06/2013

2014

10/01/2014

2015

11/03/2015

2016

23/12/2015

2017

17/01/2017

2018

22/01/2018

Relazione programmatica XVIII legislatura

Anno

Data di trasmissione

2019

24/12/2018

2020

24/01/2020

2021

24/06/2021

2022

16/05/2022

2023

21/06/2023

Relazione programmatica XIX legislatura

Anno

Data di trasmissione

2023

21/06/2023

2024

26/07/2024

Struttura della relazione per il 2024

La relazione programmatica per il 2024 è articolata in quattro parti.

La prima riguarda lo sviluppo del processo di integrazione europea, osservato attraverso la lente delle questioni istituzionali e delle politiche macroeconomiche.

La seconda è dedicata alle politiche strategiche, quali: le iniziative avviate nell’ambito del Green deal europeo; il completamento del mercato interno e la digitalizzazione; la promozione dello stile di vita europeo; e le iniziative per conferire nuovo slancio alla democrazia europea.

La terza parte illustra gli orientamenti del Governo in materia di dimensione esterna dell’UE con particolare riferimento all’autonomia strategica europea, alle iniziative per il rafforzamento della difesa europea, anche da punto di vista industriale, al supporto militare e finanziario all’Ucraina, alla politica di allargamento ed a quella del vicinato meridionale, e alle attività alla dimensione esterna delle politiche migratorie dell’UE,

La quarta infine è dedicata all’azione di coordinamento nazionale delle politiche europee, alle politiche di coesione, nonché di comunicazione e formazione sull’attività dell’Unione europea.

In linea con la precedente relazione, il contenuto delle varie parti, dopo una breve introduzione, è strutturato in 138 schede relative a “dossier” specifici - su singole questioni o proposte legislative dell’UE - che descrivono gli obiettivi, le azioni e i risultati attesi riconducibili ai vari interventi.

In diverse di tali sezioni e schede, sia relative a specifici dossier sia alle relative attività di coordinamento del Governo, la relazione riporta informazioni non aggiornate al momento della sua pubblicazione. Ciò ad esempio in merito alla avvenuta presentazione o alla definitiva adozione di proposte legislative della Commissione europea. L’assenza di aggiornamento presumibilmente discende dai tempi di elaborazione della relazione attraverso il coinvolgimento delle varie amministrazioni competenti.

Si riporta pertanto di seguito una sintesi dei soli indirizzi di carattere generale contenuti nella relazione, riferibili alla definizione delle politiche dell’Unione nell’ambito del nuovo ciclo istituzionale europeo (di cui al capitolo successivo del presente dossier).

I contenuti generali della relazione

La premessa della relazione evidenzia che l’attuale momento - cruciale per gli equilibri globali, fortemente segnati dall’esplosione del conflitto russo-ucraino e, più recentemente, dalla crisi in Medio Oriente - ha reso ancora più evidente la necessità di un ripensamento strategico della governance e delle politiche europee in chiave di efficacia e resilienza.

Ad avviso del Governo è pertanto necessario che l’Europa sia preparata non solo ad affrontare adeguatamente le situazioni di crisi - sempre più ricorrenti - ma anche a rispondere alle grandi sfide per il futuro mediante l’avvio di una trasformazione sostenibile e di lungo periodo.

In tale contesto la relazione sottolinea preliminarmente l’importanza di mantenere un dialogo costante tra Governo e Parlamento nel processo di definizione e attuazione delle politiche europee, al fine di assicurare uno stretto allineamento tra le decisioni da assumere a livello europeo e gli interessi nazionali.

Il Governo intende in particolare monitorare gli aspetti procedurali ed operativi connessi con l’avvio della nuova legislatura UE ed il rinnovo dei vertici istituzionali dell’Unione, secondo le seguenti direttrici strategiche.

Realizzare una transizione equa, verde e digitale, che non pregiudichi ma rafforzi la competitività del mercato unico europeo;

La relazione sottolinea che l’UE - e con essa i suoi Stati membri - si troverà ad affrontare l’importante sfida della trasformazione verde, nel rispetto non solo degli obiettivi del Green Deal europeo ma anche delle esigenze di rafforzamento della competitività del sistema produttivo europeo.

Anche la trasformazione digitale rappresenta un pilastro essenziale per il futuro dell’Europa, per la quale occorre dare piena attuazione alla “Strategia digitale 2030”, intesa a rafforzare l’economia europea attraverso lo sviluppo delle infrastrutture digitali, la diffusione delle competenze digitali, la trasformazione digitale delle imprese e la digitalizzazione dei servizi pubblici.

In questo contesto, il Governo indica come obiettivi prioritari il rafforzamento del mercato unico, quale fondamento dell’integrazione europea, nonché la promozione della competitività di lungo periodo dell’industria europea e della sua autonomia strategica in settori chiave, a partire da quello dei semiconduttori e dell’intelligenza artificiale. Allo scopo, risulta quanto mai cruciale lo sviluppo di un mercato finanziario europeo attraente ed efficiente, da realizzare attraverso il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali.

Il Governo afferma, inoltre, che il rafforzamento del mercato unico europeo non può prescindere dal rilancio della politica di coesione affinché si possa raggiungere uno sviluppo equilibrato, capace di avvicinare i territori dell’Unione, ridurre le disparità e promuovere una reale convergenza verso un’Europa più intelligente, verde, connessa, sociale e vicina ai cittadini.

Promuovere e preparare l’allargamento dell’Unione.

La relazione indica che l’allargamento è un’ulteriore importante sfida al fine di determinare il ruolo dell’Unione come attore politico e di avviare un percorso di cambiamento che sia all’altezza delle sfide future per plasmare un’Europa sempre più forte, competitiva, resiliente e inclusiva.

L’Italia sostiene la prospettiva europea del “Trio” (Ucraina, Moldova, Georgia), da accompagnarsi a passi tangibili anche in favore dei Balcani Occidentali, evitando l’impressione di “percorsi prioritari” e tenendo fermo il principio del merito nei processi di adesione. Partecipa, inoltre, alla riflessione sul tema delle riforme necessarie per preparare l’UE e gli Stati membri all’allargamento.

Garantire la sicurezza economica e l’autonomia strategica europea

Nella visione italiana, resilienza economica ed autonomia strategica sono interconnesse.

Sul piano esterno, nell’evidenza che le crisi esogene dimostrano che non possiamo più consentirci debolezze e dipendenze in settori strategici, occorrerà secondo la relazione e guadagnare un’autonomia non tanto da altri attori, quanto nello svolgimento di compiti concreti, a partire da quattro settori prioritari della dimensione esterna dell’UE:

  • politica estera e di sicurezza comune (PESC) e Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC);
  • politica commerciale;
  • proiezione esterna della politica industriale;
  • proiezione esterna delle politiche digitali e di connettività.

Nell’ambito PESC/PSDC bisognerà, secondo la relazione: favorire lo sviluppo di un’agenda politica comune e di una comprensione comune degli interessi dell’Unione, a partire dall’unità dimostrata nella reazione all’aggressione russa all’Ucraina; promuovere attivamente, attraverso i contatti bilaterali e la propria azione in Consiglio, una posizione chiara e coesa da parte dell’UE sulle questioni internazionali di interesse, sfruttando pienamente la flessibilità offerta dai Trattati nei processi decisionali; sostenere lo sviluppo e il rafforzamento degli strumenti a disposizione dell’UE per la condotta della propria Politica Estera e di Sicurezza Comune, a partire da quelli della Politica di Sicurezza e Difesa Comune (ad esempio, Operazioni e Missioni, sia civili che militari).

Il Governo si attende un ruolo attivo e determinante dell’UE a sostegno degli sforzi di pace nel conflitto russo-ucraino e in quello mediorientale. Dovrà essere garantita la piena sostenibilità del meccanismo sanzionatorio, attraverso misure di mitigazione degli impatti avversi. Soprattutto nel contesto della crisi ucraina, infatti, l’impianto delle sanzioni è parte di un “approccio binario” al conflitto, che poggia da un lato sul sostegno a Kiev e sull’aumento della pressione su Mosca e, dall’altro, sul mantenimento dei canali negoziali tra le parti.

In tale ottica, lo scopo del sostegno alla resilienza ucraina è di rafforzarne la posizione ad un futuro tavolo negoziale, mentre attraverso le sanzioni si mira a rendere il percorso negoziale più conveniente anche per Mosca.

Con la stessa determinazione e unità d’intenti, l’UE dovrebbe assumere un ruolo più centrale nella gestione della crisi in Medio Oriente, nonché, più in generale, nel Mediterraneo e nel continente africano.

Sarà essenziale promuovere, a tal fine, l’attuazione degli impegni assunti con l’adozione della Bussola Strategica, entro le rispettive scadenze.

Tra i seguiti di quest’ultima, assumeranno particolare importanza l’istituzione di una Capacità di Dispiegamento Rapido dell’UE, la predisposizione di un Piano di Attuazione Nazionale del nuovo Patto per la PSDC civile e il varo di un Programma Europeo per gli Investimenti nella Difesa (EDIP), per il rafforzamento della Base Industriale e Tecnologica della Difesa Europea (EDTIB).

Nel 2024 l’Italia continuerà a sostenere l’attuazione, da parte dell’UE, di una politica commerciale comune aperta basata su sostenibilità, resilienza e level playing field. Oltre alla negoziazione e finalizzazione di nuovi accordi (India, Indonesia, Thailandia, Mercosur, Messico, Australia) sosterrà un dialogo transatlantico costruttivo, che porti ad un’intesa duratura con gli USA per l’eliminazione definitiva dei dazi su acciaio e alluminio, che favorisca la conclusione di un accordo sui minerali critici per ovviare ad alcune criticità dell’Inflation Reduction Act (IRA) statunitense nei confronti degli operatori dell’UE e che rilanci un’agenda commerciale positiva. Inoltre, l’Italia contribuirà all’applicazione corretta degli accordi esistenti ed all’ammodernamento degli strumenti di difesa commerciale UE, anche per contrastare misure protezioniste unilaterali.

Nel quadro degli aiuti all’Ucraina a seguito dell’invasione russa si continuerà ad appoggiare l’applicazione, a livello UE, di misure autonome temporanee volte a stimolare l’economia ucraina e a favorire la ripresa del suo commercio estero.

Sempre con riferimento alla politica commerciale comune, il Governo continuerà ad assicurarne la coerenza con gli interessi del sistema economico-produttivo italiano, per offrire nuove opportunità di sbocco all’export, diversificare le fonti di approvvigionamento (in particolare di materie prime essenziali), tutelare le nostre sensibilità e contrastare la concorrenza sleale.

Con riguardo alla politica industriale, occorrerà promuoverne un rafforzamento, orientando le politiche europee al sostegno della competitività industriale, anche per creare i presupposti di un’autentica autonomia strategica in campo economico. Questo obiettivo andrà perseguito sostenendo il tessuto produttivo, anche attraverso una riduzione degli oneri e una semplificazione normativa, ed in un’ottica integrata alle altre politiche europee, come quelle relative al commercio, al mercato interno, all’ambiente, ai trasporti e alla difesa. Adeguati strumenti di finanziamento dovranno essere previsti.

Nel quadro delle politiche digitali e di connettività, che assumeranno una priorità crescente nel futuro prossimo, occorrerà incentivare un ruolo guida dell’Unione europea sul piano normativo internazionale delle nuove tecnologie, promuovendo al contempo un concreto rilancio degli investimenti necessari per migliorare non solo le infrastrutture, ma anche le competenze necessarie per progredire verso una trasformazione digitale competitiva sul piano internazionale.

Potenziare l’industria europea della difesa

La relazione ritiene necessario rafforzare la base dell’industria europea della difesa, favorendone l’integrazione e lo sviluppo tecnologico mediante gli investimenti strategici necessari.

Occorrerà individuare un modello di cooperazione che sostenga tutte le industrie nazionali. In quest’ambito, più ampi poteri della Commissione a Trattati vigenti (integrazione della domanda; roadmap per il procurement; pianificazione strategica degli acquisti della Difesa) potranno essere accettabili solo in presenza di concreti ritorni per i sistemi industriali di tutti gli Stati membri, nonché evitando duplicazioni di strutture e processi.

Migrazioni

Il Governo ritiene necessario fornire una risposta unitaria e di lungo termine alla questione migratoria, rafforzando la dimensione esterna dell’Unione, in particolare nell’ambito del partenariato mediterraneo.

Il Governo intende inoltre consolidare la presenza italiana nei gabinetti della nuova Commissione Europea.

Rafforzamento dei rapporti con Francia e Germania.

Nella sezione relativa alle questioni istituzionali, la relazione pone l’accento sull’obiettivo di rafforzare i rapporti bilaterali con Francia e Germania e quelli trilaterali con i medesimi Paesi.

Con riguardo alla Francia, il Governo ricorda che, nell’ambito del Trattato del Quirinale entrato in vigore dal 1° febbraio 2023 sono stati attivati quattro gruppi di lavoro sui seguenti ambiti: Governance & Energy; Digitalizzazione; Automotive; materie prime critiche. Questi gruppi contribuiscono alla preparazione delle discussioni in occasione dei Consigli dei Ministri europei dell’Economia e delle Finanze e della Competitività.

La relazione programmatica pone l’obiettivo del mantenimento di un dialogo continuo tra Italia e Francia, la promozione del partenariato bilaterale e la definizione di strategie industriali comuni, nel quadro delle politiche industriali europee, allo scopo di produrre un impatto significativo sulla crescita sostenibile e sul rafforzamento dell’autonomia strategica aperta.

Auspica inoltre il rafforzamento del coordinamento interministeriale, nel dialogo durevole tra i referenti e coordinatori dei gruppi di lavoro, nell’ottica di sviluppare e definire tematiche strategiche, anche attraverso lo sviluppo di un’azione coesa nell’ambito delle negoziazioni in seno all’UE.

Con riguardo alla Germania, la relazione richiama il Piano di Azione italo-tedesco firmato il 22 novembre 2023 con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione strategica bilaterale anche a livello UE. Per il 2024, il Governo intende consolidare fattivamente la cooperazione in ambito industriale tra Italia e Germania, in considerazione dei numerosi dossier aperti a livello europeo e strategici per le politiche di entrambi i Paesi.