Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 207 del 16/07/2024

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XIX LEGISLATURA ------

207a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO (*)

MARTEDÌ 16 LUGLIO 2024

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Presidenza del vice presidente RONZULLI,

indi del vice presidente CASTELLONE

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(*) Include l'ERRATA CORRIGE pubblicato nel Resoconto della seduta n. 210 del 23 luglio 2024
(N.B. Il testo in formato PDF non è stato modificato in quanto copia conforme all'originale)

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N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Civici d'Italia-Noi Moderati (UDC-Coraggio Italia-Noi con l'Italia-Italia al Centro)-MAIE: Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE; Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE: FI-BP-PPE; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-Il Centro-Renew Europe: IV-C-RE; Lega Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: LSP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: PD-IDP; Per le Autonomie (SVP-PATT, Campobase): Aut (SVP-PATT, Cb); Misto: Misto; Misto-ALLEANZA VERDI E SINISTRA: Misto-AVS; Misto-Azione-Renew Europe: Misto-Az-RE.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente RONZULLI

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 11,03).

Si dia lettura del processo verbale.

STEFANI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 4 luglio.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.

Disegni di legge, annunzio di presentazione

PRESIDENTE. Comunico che in data 5 luglio 2024 è stato trasmesso dal Ministro per i rapporti con il Parlamento il seguente disegno di legge di iniziativa del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro della giustizia:

«Conversione in legge del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, recante misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della giustizia (1183)», già presentato alla Camera dei deputati il 4 luglio 2024.

Sui lavori del Senato

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il presidente della 10a Commissione permanente, senatore Zaffini, per riferire sui lavori della Commissione in merito al disegno di legge n. 1161. Ne ha facoltà.

ZAFFINI (FdI). Signor Presidente, colleghi e colleghe, la 10a Commissione ha avviato l'esame del disegno di legge n. 1161 di conversione del decreto-legge n. 73 lo scorso 12 giugno e ha svolto un fitto ciclo di audizioni con l'intento di procedere ad un esame accurato del testo da concludere nei tempi previsti.

Attualmente la Commissione è impegnata nella fase della trattazione degli emendamenti ed è stata convocata anche nella giornata di ieri con la previsione di lavorare ad oltranza proprio allo scopo di portare in Aula oggi il provvedimento.

Come è noto, il decreto-legge contiene norme di grande delicatezza, su alcune delle quali è aperta la dialettica con le associazioni di categoria e anche con le Regioni. In particolare, proprio oggi è previsto il confronto in sede di Conferenza Stato-Regioni e Province autonome sulla questione cruciale dell'articolo 2 del provvedimento e sugli aspetti ad esso collegati.

La necessità di giungere ad una delicata composizione degli interessi, che presumibilmente sfocerà nella stesura di talune norme interamente sostitutive di quelle oggi presenti nel provvedimento d'urgenza, unitamente a ragioni di correttezza e al rispetto istituzionale, non hanno dunque né consigliato né permesso di concludere l'esame in Commissione in tempo utile per la seduta dell'Assemblea di stamattina, il cui ordine del giorno, Presidente, come lei sa, è stato stilato ed elaborato oltre dieci giorni fa.

Nell'attesa degli esiti del richiamato confronto, mi riservo dunque di modulare di conseguenza i lavori della Commissione da me presieduta, la quale potrà presumibilmente consentire al relatore di riferire all'Aula nella giornata di domani.

PATUANELLI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PATUANELLI (M5S). Signora Presidente, io apprezzo le parole del presidente Zaffini, che non ha responsabilità alcuna rispetto alla lungaggine dei lavori di conversione di un decreto-legge che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale quaranta giorni fa e che ancora non ha una quadra politica. Non ce l'ha perché il Governo non è in grado in questo momento di trovare risposte a un'esigenza fondamentale, ossia quella di garantire ai cittadini un accesso rapido e sicuro alle cure di cui hanno bisogno.

Ritengo che sia fondamentale oggi rendersi conto che questa incapacità del Governo si ribalta totalmente sulla qualità della vita delle persone. Non penso che si possa risolvere il tema delle liste d'attesa soltanto con un decreto e credo che ciascuno di noi, come forza politica, sia chiamato a un atto di responsabilità propria, perché tutti abbiamo governato, tutti sappiamo quanto sia difficile risolvere i problemi della sanità e tutti dobbiamo concorrere a trovare le soluzioni giuste per risolvere una volta per tutte il tema delle liste d'attesa. Certamente però questo balletto sui provvedimenti, a cui ci sta ormai abituando il Governo per questioni esclusivamente politiche e di rotture all'interno della maggioranza che ci governa, credo che sia inaccettabile.

È inaccettabile che in Commissione si dedichi una settimana di lavoro per portare avanti dei decreti-legge e che in quella settimana non sia stato fatto assolutamente nulla. I decreti il cui esame è previsto nel calendario dei lavori dell'Assemblea per le giornate di oggi, domani e giovedì sono fermi al palo e questa - ripeto - è una responsabilità del Governo, alla quale vogliamo richiamarlo con forza.

Ringrazio il presidente Zaffini per i tentativi che sta facendo in Commissione, però credo che anche il Parlamento, sia da questa che dall'altra parte, dovrebbe dare un segnale al Governo. Non si può continuare a fare decreti spot, che non risolvono i problemi, e in qualche modo rendere impossibile l'attività legislativa del Parlamento per colpa dell'incapacità del Governo. (Applausi).

BOCCIA (PD-IDP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BOCCIA (PD-IDP). Signora Presidente, noi denunciamo - e mi fa piacere che sia presente il ministro Ciriani - la totale mancanza di attenzione da parte del Governo sui lavori del Parlamento. Come il ministro Ciriani sa, la settimana di lavoro delle Commissioni era stata prevista per consentire l'esame del numero in questo momento spropositato di decreti-legge (lo vedremo proprio nell'attività che abbiamo davanti, tra Senato e Camera, da qui a metà agosto), in alcuni casi inutili, tant'è vero che alcuni di essi saranno assorbiti da altri (e non lo abbiamo deciso noi, come è noto, ma lo ha deciso la maggioranza, rinnegando sé stessa). Questo numero sproporzionato di decreti aveva inevitabilmente portato ad attività - lo dico al presidente Malan e al presidente Romeo - che di fatto finivano in un imbuto, in una Commissione più che in altre, perché stava lavorando su un decreto molto delicato, il cosiddetto decreto-legge sulle liste d'attesa, stante la grandissima condizione di sofferenza in cui si trova la sanità pubblica italiana.

Bene, la scorsa settimana, presidente Zaffini, lei ha sconvocato tutte le sedute della Commissione. Non è stato possibile, per la 10a Commissione, fare un'ora di dibattito nel merito degli emendamenti, per l'assenza del Governo. Noi abbiamo contestato questa condizione e abbiamo chiesto - e torniamo a chiederlo formalmente - rispetto per il lavoro delle opposizioni. Rispetto per il lavoro delle opposizioni significa, Presidente, che le inammissibilità si comunicano all'inizio dei lavori della Commissione, non aspettando l'esito dei pareri del Governo, perché non siamo al mercato, presidente Zaffini, ministro Ciriani, siamo a Palazzo Madama. Abbiate rispetto per l'opposizione. (Applausi). Se noi presentiamo le nostre tesi, abbiamo la necessità di sapere se il Governo non le condivide, se ci sono dei problemi procedurali e se in questa sede, prima in Commissione e poi in Aula, ci sono le condizioni per consentire a chi è fuori di capire cosa vuole la destra e cosa vuole la sinistra, cosa vuole il Governo e cosa vuole la maggioranza. Questa commissione, per la quale siamo tutti condizionati da chissà quali motivi, noi non l'accettiamo.

Presidente Zaffini, le dico che lei non è un autocrate, ma un Presidente di Commissione; lei non può dire - Presidente, mi rivolgo a lei perché poi questa cosa, per quanto ci riguarda, dovrà essere affrontata - che non guarda nemmeno i ricorsi ai sensi del Regolamento. Lei può essere d'accordo o no, ma non può dire che non guarda i ricorsi ai sensi del Regolamento. Cito il presidente Fazzone, il presidente Calandrini, i Presidenti della 1a e 2a Commissioni riunite, i Presidenti della 1a e della 5a Commissione, i Presidenti dell'8a e della 9a Commissione, il Presidente della 5a: la lista di improponibilità revocate dopo un ricorso è lunga, perché si discute, ci si convince anche. Guardi un po', Presidente, può accadere che uno di noi cambi idea. Lei può convincere me sulla condizione di opportunità di una proposta della maggioranza ed io potrei convincere lei. Se tutti, o quasi tutti, i Presidenti di Commissione, negli ultimi venti mesi, hanno accettato la possibilità, di fronte ad un ricorso, di revocare le improponibilità, quindi di discutere, quindi di riammettere un emendamento, mentre nella 10a Commissione questa condizione non c'è, allora significa che abbiamo un problema.

Questo aspetto, signora Presidente, non l'avrei sottolineato se non avessimo letto il dossier del Servizio bilancio del Senato, a proposito - glielo sottolineo, presidente Zaffini - della relazione tecnica all'articolo 4. Tra l'altro, non sto toccando l'articolo 2, che è l'oggetto vero della discussione; sembra quasi che la maggioranza non voglia discutere dell'articolo 2. Su questo poi apriremo una discussione seria in Commissione; lo stanno facendo le nostre colleghe, ma lo faremo certamente ancora in Aula. Ebbene, la relazione illustrativa - non scritta dal Partito Democratico, signora Presidente, ma dal Servizio bilancio - afferma che «per il rifinanziamento negli anni successivi» - sto parlando del potenziamento dell'offerta assistenziale in relazione alle visite diagnostiche specialistiche - «si farà riferimento alle relative leggi di bilancio annuali». Il Servizio bilancio sottolinea che la copertura degli oneri delle leggi dovrebbe essere approntata in ossequio all'articolo 81 della Costituzione, non potendosi rinviare le coperture alle successive leggi di bilancio. Questo dovrebbe - lo dico al Presidente della Commissione bilancio, che non vedo - avere almeno il parere della 5a Commissione; lo dico ai colleghi della 5a Commissione: dai miei modesti ricordi e in base a qualche sparuta competenza, dovrebbe riguardare l'articolo 81. Qui però non si discute, mentre si dovrebbe discutere di un provvedimento che è stato fatto per ragioni propagandistiche ad una settimana dal voto, per rispondere chiaramente al no detto a Montecitorio (Applausi) al disegno di legge Schlein che dava un'indicazione di rotta. Potete non condividerla, ma non potete dirci che non possiamo nemmeno presentare gli emendamenti, perché questa è la condizione in cui siamo, con la maggioranza che ci dice: questo è l'emendamento del PD, non lo guardo nemmeno. Questa cosa è inaccettabile e non è scritta in nessuna parte del Regolamento.

Chiudo, signor Presidente, con la sottolineatura di un ossimoro che è sotto gli occhi di tutti: l'acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati, l'assunzione di personale per il ricorso alle prestazioni aggiuntive, lo svolgimento di attività sanitaria in orario notturno, prefestivo e festivo, gli indispensabili adeguamenti tecnologici e gli aggiornamenti informatici, necessitano di un'adeguata disponibilità di risorse economiche e di personale. Questo è ciò che evidenzia la Conferenza delle Regioni e delle Province nel parere negativo espresso su questo decreto-legge l'11 luglio scorso. (Applausi).

Presidente Romeo, non è cambiato nulla. Io non so cosa sta accadendo in queste ore nella Conferenza Stato-Regioni e se si è aperto un improbabile suk dentro la maggioranza, ma una cosa posso garantirle: le Regioni nella loro interezza e la Conferenza all'unanimità, se il Governo non torna indietro dopo queste valutazioni, non potranno che essere unite contro una forzatura che è sotto gli occhi di tutti e che contestiamo.

Quindi, mi auguro, signor Presidente, che domani mattina i colleghi della 10a Commissione, dopo aver lavorato e dopo essersi confrontati, possano mettere l'Aula nella condizione di fare una discussione seria che il Paese aspetta da ventuno mesi. (Applausi).

BORGHI Enrico (IV-C-RE). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BORGHI Enrico (IV-C-RE). Signora Presidente, così come i sogni muoiono all'alba, i decreti cadono sugli scogli della realtà: è quello che sta accadendo in questi minuti. Se torniamo indietro di qualche settimana con la memoria, questo decreto-legge è stato presentato dal Governo in piena settimana elettorale, con toni trionfalistici, con i quali si annunciava agli italiani che, grazie a questo provvedimento, si sarebbero finalmente risolte tutte le problematiche attorno ad una vicenda gravissima, come quella delle liste d'attesa, che ha messo in discussione il diritto alla salute dei nostri cittadini. Dopo un mese, la maggioranza viene in Aula e dice che non ha ancora creato le condizioni per convertire questo straordinario provvedimento che avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi dei nostri cittadini.

Nella sua retorica molto circospetta e diplomatica, il presidente Zaffini ci ha detto che è in corso una dialettica, che - tradotto in maniera forse un po' più comprensibile - significa che stanno litigando, signora Presidente. Stanno litigando furiosamente all'interno della maggioranza e non ci voleva la zingara per capire l'interpretazione data dal ministro Schillaci. A proposito, dov'è il ministro Schillaci, dov'è il sottosegretario Gemmato? Noi abbiamo visto che in Commissione non si sono presentati (Applausi), cioè non sono venuti in Parlamento. Lasciano il ministro Ciriani, come una sorta di neo-cireneo, costretto a dover portare un peso che non è naturalmente addebitabile alla sua personale o istituzionale responsabilità.

Insomma, il ministro Schillaci, in maniera stentorea e tipica di una parte della maggioranza, aveva inserito all'articolo 2 la previsione che lo Stato avrebbe sostanzialmente commissariato - anzi, avrebbe bacchettato - non solo le Regioni, ma le ASL. Se la singola ASL della Provincia più lontana dell'impero non avesse rispettato le prerogative stabilite sulla base del rispetto dei parametri per le liste d'attesa, ecco che il prode Schillaci sarebbe intervenuto in forza di legge con un proprio decreto, e avrebbe esercitato la sua azione risolutiva, non si capisce bene come, visto che non sono state previste risorse e visto che questo tema era palesemente incostituzionale, per risolvere il problema della ASL della Provincia dell'impero.

Dopodiché che cosa è accaduto? C'è stata la sommossa di tutti i Presidenti delle Regioni, perché mentre voi ci state spiegando che c'è l'autonomia differenziata per tutti, vi siete dimenticati che esiste una Costituzione vigente che stabilisce che queste competenze sono delle Regioni, e poi, naturalmente, abbiamo visto che una forza di maggioranza, la Lega, con il suo Capogruppo, ha presentato un emendamento soppressivo dell'articolo 2, cioè del cuore di questo decreto. Siccome state ancora litigando, non siete in condizione di venire in Aula per dirci come proseguire. Ma da quello che si evince sembrerebbe che la soluzione mediana sia in qualche misura riferibile alla sceneggiatura che Pietro Germi e Monicelli fecero di uno straordinario pezzo cinematografico degli anni Settanta e Ottanta del nostro Paese.

Mi riferisco naturalmente alla figura del conte Mascetti, che io qui non ripeterò. Tuttavia ci venite a dire che la soluzione di tutto questo è la creazione di nuova burocrazia, con un acronimo terribile, il responsabile unico dell'assistenza sanitaria (RUAS), che non si capisce bene cosa debba fare, né quando interverrà, né come si relazionerà nei confronti delle Regioni. Ci venite tutti i giorni a fare la morale, dicendo che non bisogna più avere burocrazia, che la destra libera l'Italia dalla burocrazia e poi create un ufficio in più per non risolvere niente, perché non avete competenze, perché non avete soldi, perché non avete idee. Questo è il motivo vero per il quale non stiamo andando avanti. (Applausi).

Se questo decreto-legge avesse davvero avuto necessità e urgenza, noi l'avremmo convertito nella settimana della campagna elettorale, perché se veramente avesse avuto la capacità di poter intervenire, con i soldi oltre che con le organizzazioni reali, noi saremmo stati qui a convertirlo in legge. Invece, questo, signora Presidente, è già un decreto-legge finito, per via della modifica di quell'articolo 2, nei termini che leggiamo dalla stampa e che veniamo a sapere da altri livelli. Vorrei dire in quest'Aula, signora Presidente, che tutti hanno avuto in mano la griglia degli emendamenti, tranne i parlamentari competenti: le sembra normale che in questo Paese noi dobbiamo venire a sapere da terzi qual è l'ipotesi di parere che il Governo formula sugli emendamenti presentati dai parlamentari? Abbiamo veramente superato il buonsenso, la logica e io credo anche il rispetto delle prerogative parlamentari. (Applausi).

MAGNI (Misto-AVS). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAGNI (Misto-AVS). Signora Presidente, questo è un epilogo già annunciato perché devo dire che, rispetto al fatto che nella Conferenza dei capigruppo si è deciso di riservare una settimana ai lavori delle Commissioni, credo che tutti noi dobbiamo guardarci in faccia e dire che le Commissioni non riescono a lavorare se gli unici atti che sono costrette ad esaminare sono decreti-legge. Tutti voi, infatti, sapete che se ci sono nodi e questioni politiche, sostanzialmente la discussione sui decreti-legge non va avanti, fino a quando non si è risolta la questione politica. Il presidente Zaffini addirittura non ha ritenuto di presentare in Commissione, l'elenco degli emendamenti improponibili ed inammissibili, nonostante fosse stato richiesto: non lo ha fatto perché credo sperasse che si sarebbe trovata una soluzione politica. All'articolo 2 è stato presentato un emendamento soppressivo a mia prima firma e ce ne è anche uno della Lega. È chiaro che la questione tra lo Stato e le Regioni la si conosceva da prima e non da oggi; abbiamo fatto le audizioni e sappiamo tutti che la Conferenza Stato-Regioni non era d'accordo anche perché - parliamoci chiaro - avete sostenuto in pompa magna l'autonomia differenziata, l'avete approvata alla Camera e al Senato, imponendoci questa norma, rispetto alla quale noi eravamo contrari e poi introducete un meccanismo che lede tale autonomia su una materia che non è concorrente, ma prevalentemente delle Regioni già oggi.

Quindi delle due, l'una. Francamente, se vogliamo discutere di mettere in discussione l'autonomia su una serie di materie, riapriamo la discussione, facciamo benissimo, però in questi casi le incongruenze e i pasticci politici ogni tanto vanno in collisione, quindi noi stiamo bloccati per una questione meramente politica e non si possono accusare gli uffici di queste cose, perché è davvero sbagliato e anche offensivo nei confronti delle persone che sono chiamate a lavorare e a esprimersi per dare pareri tecnici.

Lo dico perché si fanno dichiarazioni contro questo o contro quello, si dice che non funziona questo o quell'altro, ma il problema è che la responsabilità è vostra, perché state ingolfando il Parlamento di decreti su tutte le questioni e di conseguenza siamo in questa situazione. Si tratta di un decreto che addirittura, come è già stato detto, è stato annunciato a una settimana dalle elezioni, addirittura dichiarando una cosa che non è prevista, ossia che si poteva superare il tetto della spesa preventivata per il servizio sanitario. Questo è stato dichiarato, ma poi concretamente non c'è. In sostanza, quindi, la propaganda a volte cozza con la realtà.

È francamente inaccettabile che si vada avanti in questa direzione, per non parlare del fatto che poi siamo costretti a decidere in tempi brevissimi, perché si dice che oggi avremo i pareri, che in qualche modo sono circolati, l'hanno già detto gli altri, senza che noi lo sapessimo formalmente, compresa la riformulazione, che pare stia circolando da ieri mattina o anche da prima, ma a domanda ovviamente si risponde che non c'è.

Così non va bene, ministro Ciriani, non è un problema di maggioranza o di opposizione, ma un problema di rispetto nei confronti degli atti parlamentari e dei parlamentari, perché tutti devono essere messi nelle condizioni di poter intervenire. In questo modo, invece, non funziona e non può essere accettata questa impostazione.

Noi ovviamente pensiamo che quel decreto sia addirittura sbagliato in sé, che non serva, che non risolva il problema delle liste d'attesa, che è drammatico nel nostro Paese. Chi, come me, ha ascoltato o letto il contenuto delle audizioni, sa che tutti dicono che con i fichi secchi non si fa nulla, ovvero se non si assume personale, se non si risolve il problema dei contratti nazionali, se non si spendono soldi e non si investe nella sanità, tutte queste cose non lo risolveremo. Tutti ci hanno detto questa cosa, quindi dovremmo ascoltarli, visto che facciamo le audizioni e le audizioni servono per raccogliere elementi, ma anche in questo, nel momento in cui c'è un decreto che diventa un vangelo, bisogna approvarlo, altrimenti il Governo si sente in qualche modo messo in discussione. Ma allora perché facciamo le audizioni? Perché ascoltiamo i pareri delle persone più competenti di noi? Questo è quello che sta avvenendo e devo dire francamente che abbiamo toccato il fondo. Se continuiamo ad andare avanti così - lo abbiamo già detto e ripetuto e lo ripeto un'altra volta - si arriverà alla mortificazione dell'attività parlamentare e quindi del ruolo che il parlamentare deve avere nella costruzione delle proposte di legge, mantenendo distinto chi è all'opposizione e chi è al Governo. Questo, però, è un dato che tutti siamo chiamati a rispettare. (Applausi).

ROMEO (LSP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROMEO (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, è comprensibile che l'opposizione mostri un po' i muscoli in questa fase dell'esame del decreto, ma vorrei ricordare che il tema delle liste d'attesa non è solo - visto che sono stato tirato in ballo come firmatario di un emendamento - rappresentato dal decreto che è in discussione. Arriverà anche il disegno di legge, quindi l'intervento in materia si compone di due provvedimenti e questi ritardi sono semplicemente dettati dal fatto che il Governo, proprio a seguito della bocciatura della Conferenza Stato-Regioni sull'articolo 2, sta ragionando e discutendo con i governatori per trovare una proposta di mediazione che tenga conto dell'obiettivo che il Governo si è prefissato con i controlli sul tema delle liste d'attesa, naturalmente rispettando il principio di autonomia delle Regioni. Questo è quello che sta succedendo. Poi non so se ci vorrà un giorno o due o tre, ci vorrà il tempo che ci vuole.

Se, però, c'è un dialogo tra le istituzioni, quindi tra Governo e Regioni, aspettiamo di vedere qual è il prodotto, il frutto di questo dialogo, e dopo si esprimeranno eventualmente i vari giudizi politici. L'emendamento della Lega non aveva l'obiettivo di colpire, come è stato detto da qualcuno, il cuore del provvedimento. Aveva solo l'obiettivo di favorire il dialogo tra il Governo e le Regioni.

Ve l'abbiamo spiegato in tanti e ve l'abbiamo spiegato in diversi modi: la Lega oggi non costruisce più muri, costruisce ponti. (Applausi).

ZAFFINI (FdI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZAFFINI (FdI). Signor Presidente, colleghi, io volevo solo brevemente rispondere ai colleghi riguardo a dei passaggi procedurali in Commissione. Nel merito del provvedimento, se il mio partito riterrà, mi esprimerò in Aula durante la discussione, insieme, ovviamente, al relatore.

Volevo chiarire al collega Boccia che l'articolo 97 del nostro Regolamento, al comma 3 così recita: «Il Presidente, data lettura dell'ordine del giorno, dell'emendamento o della proposta, decide inappellabilmente»: inappellabilmente. E al comma 1, sempre l'articolo 97 recita che: «Sono improponibili ordini del giorno, emendamenti e proposte che siano estranei all'oggetto della discussione o formulati in termini sconvenienti».

A questo riguardo, la differenza con il Regolamento dell'altro ramo del Parlamento probabilmente induce qualche volta a qualche valutazione poco pertinente. Riguardo all'assenza del Ministro, attraverso il suo tramite, signor Presidente, mi rivolgo al collega Borghi per ricordare che il Ministro è venuto nell'aula della Commissione personalmente a illustrare il decreto, all'inizio della discussione. (Commenti del senatore Borghi Enrico).

Senatore Borghi, io sono strabico. Ho gli occhi indirizzati diversamente.

PRESIDENTE. Presidente Zaffini, la invito a rivolgersi alla Presidenza.

ZAFFINI (FdI). Signor Presidente, riguardo all'elenco degli emendamenti improponibili, ricordo al collega Magni che esso è disponibile da ieri mattina. Come avevamo detto, negli uffici della Commissione è disponibile l'elenco degli emendamenti improponibili a beneficio di tutti i colleghi.

Signor Presidente, concludo con una considerazione, questa sì di natura vagamente politica. Ho trovato, al volo, questo articolo de «Il Sole 24 Ore» del 2019, ma forse ce n'è uno anche più recente. Già nel 2019, «Il Sole 24 Ore» diceva che le liti tra Stato e Regioni impegnano una sentenza su due della Consulta. Questo, ovviamente, a causa della modifica del Titolo V, che è stata fatta un po' frettolosamente.

Nel 2019, a diciassette anni dalla riforma, vi erano stati oltre 1.800 ricorsi, ovviamente aggravati dalla modifica: non tutti a causa della modifica del Titolo V, ma aggravati da essa. Quindi, colleghi, stiamo avendo a che fare con qualcosa che dovremmo tutti considerare e riconsiderare, ovviamente ognuno cercando di metterci del buono.

Io credo che il tempo che è stato necessario al Governo per chiudere un accordo con la Conferenza Stato-Regioni, accordo che so che in questo momento c'è, sia stato utile, anzi utilissimo, perché un provvedimento molto atteso trova luce anche con l'accordo della Conferenza Stato-Regioni.

Come ho già detto ai colleghi della Commissione, qualora i provvedimenti annunciati e gli emendamenti del relatore trovino compimento nel loro iter di formazione procedurale, noi saremo pronti, colleghi, ad andare in Aula domani.

MALAN (FdI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALAN (FdI). Signor Presidente, mi pare che il presidente Zaffini abbia spiegato in modo esaustivo tutte le questioni che sono state sollevate. In generale, mi sembra che l'operato del presidente Zaffini sia sempre stato ineccepibile, portando avanti i lavori su provvedimenti molto importanti, come questo, che pone rimedio - naturalmente poi ciascuno ha le proprie opinioni sul modo in cui lo fa - a una situazione affrontata dai programmi di tutti i partiti politici. Tutti i partiti politici, in occasione delle elezioni regionali e nazionali, parlano della questione delle liste d'attesa. Pertanto, che questo provvedimento fosse necessario e che fosse necessario approvarlo in tempi rapidi credo sia molto difficile da contestare. Basta parlare con i cittadini, che si trovano di fronte alle difficoltà delle liste d'attesa.

Le modalità del cammino parlamentare di questo provvedimento sono state illustrate dal presidente Zaffini e il ritardo è principalmente dovuto all'interlocuzione, che è doverosa, sia per lealtà istituzionale, sia per approfondire quali competenze siano delle Regioni e quali invece dello Stato. Credo dunque che siamo in una situazione di normalità e tutto sommato ritengo anche normale che le opposizioni attacchino su questi punti e stigmatizzino i ritardi. Tuttavia, non c'è nulla che non abbiamo già ampiamente visto: ritardi nell'arrivo dei pareri, ritardi nell'andamento e nell'inizio dell'esame in Assemblea, cose che abbiamo già visto in molte legislature, forse in tutte.

Dunque, non ci sono questioni particolari; ciò che c'è di particolare è l'aspetto molto specifico di questo provvedimento, che verte su una materia su cui le Regioni hanno un ruolo importante ma, allo stesso tempo, è certo che, dal punto di vista dei cittadini, occorra intervenire, perché la lunghezza dell'attesa per visite, procedure ed esami medici indubbiamente genera problemi che toccano in modo molto importante le vite di tante famiglie. (Applausi).

PRESIDENTE. Alla luce di quanto riferito dal presidente Zaffini, sospendo la seduta, che riprenderà al termine della Conferenza dei Capigruppo, convocata per le ore 15,30. Verosimilmente la seduta riprenderà intorno alle ore 16.

La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 11,41, è ripresa alle ore 16,20).

Presidenza del vice presidente CASTELLONE (ore 16,20)

La Conferenza dei Capigruppo ha approvato modifiche e integrazioni al calendario corrente.

L'ordine del giorno della seduta di domani prevede la discussione del disegno di legge sulla proroga del termine per l'esercizio delle deleghe in materia di spettacolo. I relativi emendamenti dovranno essere presentati entro le ore 10 di domani.

La seduta sarà poi sospesa per riprendere alle ore 17 con la discussione del decreto-legge sulle liste d'attesa. Il termine per gli emendamenti è fissato un'ora dopo la trasmissione ai Gruppi del testo redatto dalla Commissione. L'esame del provvedimento continuerà nella giornata di giovedì 18, a partire dalle ore 9,30 e fino alla sua conclusione.

Il previsto question-time di giovedì 18 non avrà luogo.

Nelle settimane successive, oltre all'eventuale seguito degli argomenti non conclusi, saranno discussi i seguenti decreti-legge: la prossima settimana, a partire dalle ore 11 di martedì 23 e fino a venerdì 26 luglio, se necessario: sport, alunni con disabilità, avvio dell'anno scolastico; semplificazione edilizia e urbanistica; ricostruzione e protezione civile.

Nella settimana da lunedì 29 luglio fino a sabato 3 agosto, se necessario: materia penitenziaria e giustizia civile e penale. Sarà inoltre discusso il disegno di legge per la proroga del termine di adozione di testi unici in materia tributaria, ove approvato dalla Camera dei deputati.

Nella settimana da lunedì 5 fino a venerdì 9 agosto, se necessario: infrastrutture e investimenti strategici; processo penale e sport; materie prime critiche di interesse strategico.

Il calendario potrà essere integrato con le comunicazioni del Presidente, ai sensi dell'articolo 126-bis, comma 2-bis, del Regolamento, sui disegni di legge sulla semplificazione e digitalizzazione di attività economiche e servizi e su semplificazione normativa e qualità della normazione, collegati alla manovra di finanza pubblica.

Programma dei lavori dell'Assemblea, integrazioni

PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, riunitasi oggi, con la presenza dei Vice Presidenti del Senato e con l'intervento del rappresentante del Governo, ha adottato - ai sensi dell'articolo 53 del Regolamento - la seguente integrazione al programma dei lavori del Senato per i mesi di luglio e agosto 2024:

- Disegno di legge n. 1185 - Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe previste dall'articolo 2 della legge 15 luglio 2022, n. 106 (voto finale con la presenza del numero legale)

Calendario dei lavori dell'Assemblea

PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari ha altresì adottato - ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento - modifiche e integrazioni al calendario corrente:

Mercoledì

17

luglio

h. 10

- Disegno di legge n. 1185 - Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe in materia di spettacolo (voto finale con la presenza del numero legale)

- Disegno di legge n. 1161 - Decreto-legge n. 73, Liste di attesa (scade il 6 agosto)

Giovedì

18

"

h. 9,30

Gli emendamenti al disegno di legge n. 1185 (Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe in materia di spettacolo) dovranno essere presentati entro le ore 10 di mercoledì 17 luglio.

Il termine di presentazione degli emendamenti al disegno di legge n. 1161 (Decreto-legge n. 73, Liste di attesa) sarà stabilito in relazione ai lavori della Commissione.

Martedì

23

luglio

h. 11

- Eventuale seguito argomenti non conclusi

- Disegno di legge n. … - Decreto-legge n. 71, Sport, alunni con disabilità, avvio dell'anno scolastico (ove approvato dalla Camera dei deputati) (scade il 30 luglio)

- Disegno di legge n. … - Decreto-legge n. 69, Semplificazione edilizia e urbanistica (ove approvato dalla Camera dei deputati) (scade il 28 luglio)

- Disegno di legge n. 1162 - Decreto-legge n. 76, Ricostruzione e protezione civile (scade il 10 agosto)

Mercoledì

24

"

h. 10

Giovedì

25

"

h. 10

Venerdì

26

"

h. 10

(se necessaria)

I termini di presentazione degli emendamenti ai disegni di legge n. … (Decreto-legge n. 71, Sport, alunni con disabilità, avvio dell'anno scolastico), n. ... (Decreto-legge n. 69, Semplificazione edilizia e urbanistica) e n. 1162 (Decreto-legge n. 76, Ricostruzione e protezione civile) saranno stabiliti in relazione ai lavori delle Commissioni.

Lunedì

29

luglio

h. 16

- Eventuale seguito argomenti non conclusi

- Disegno di legge n. 1183 - Decreto-legge n. 92, Materia penitenziaria e giustizia civile e penale (scade il 2 settembre)

- Disegno di legge n. … - Proroga termine adozione testi unici in materia tributaria (ove approvato dalla Camera dei deputati) (voto finale con la presenza del numero legale)

Martedì

30

"

h. 10

Mercoledì

31

"

h. 10

Giovedì

agosto

h. 10

Venerdì

2

"

h. 10

Sabato

3

"

h. 10

(se necessaria)

I termini di presentazione degli emendamenti ai disegni di legge n. 1183 (Decreto-legge n. 92, Materia penitenziaria e giustizia civile e penale) e n. … (Proroga termine adozione testi unici in materia tributaria) saranno stabiliti in relazione ai lavori delle Commissioni.

Lunedì

5

agosto

h. 16

- Eventuale seguito argomenti non conclusi

- Disegno di legge n. … - Decreto-legge n. 89, Infrastrutture e investimenti strategici, processo penale e sport (ove approvato dalla Camera dei deputati) (scade il 28 agosto)

- Disegno di legge n. … - Decreto-legge n. 84, Materie prime critiche di interesse strategico (ove approvato dalla Camera dei deputati) (scade il 24 agosto)

Martedì

6

"

h. 10

Mercoledì

7

"

h. 10

Giovedì

8

"

h. 10

Venerdì

9

"

h. 10

(se necessaria)

I termini di presentazione degli emendamenti ai disegni di legge n. … (Decreto-legge n. 89, Infrastrutture e investimenti strategici, processo penale e sport) e n. … (Decreto-legge n. 84, Materie prime critiche di interesse strategico) saranno stabiliti in relazione ai lavori delle Commissioni.

Il calendario potrà essere integrato con le comunicazioni del Presidente, ai sensi dell'articolo 126-bis, comma 2-bis, del Regolamento, sui disegni di legge n. 1184 (Semplificazione e digitalizzazione di attività economiche e servizi) e n. 1192 (Semplificazione normativa e qualità della normazione), collegati alla manovra di finanza pubblica.

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1161
(Decreto-legge n. 73, Liste di attesa)

(Gruppi 4 ore, escluse dichiarazioni di voto)

FdI

50'

PD-IDP

35'

L-SP-PSd'AZ

30'

M5S

29'

FI-BP-PPE

24'

Misto

20'

IV-C-RE

17'

Aut (SVP-PATT, Cb)

17'

Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE

17'

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. …
(Decreto-legge n. 71, Sport, alunni con disabilità, avvio dell'anno scolastico)

(Gruppi 3 ore, escluse dichiarazioni di voto)

FdI

38'

PD-IDP

26'

L-SP-PSd'AZ

23'

M5S

22'

FI-BP-PPE

18'

Misto

15'

IV-C-RE

13'

Aut (SVP-PATT, Cb)

13'

Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE

13'

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. …
(Decreto-legge n. 69, Semplificazione edilizia e urbanistica)

(Gruppi 3 ore, escluse dichiarazioni di voto)

FdI

38'

PD-IDP

26'

L-SP-PSd'AZ

23'

M5S

22'

FI-BP-PPE

18'

Misto

15'

IV-C-RE

13'

Aut (SVP-PATT, Cb)

13'

Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE

13'

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1162
(Decreto-legge n. 76, Ricostruzione e protezione civile)

(Gruppi 4 ore, escluse dichiarazioni di voto)

FdI

50'

PD-IDP

35'

L-SP-PSd'AZ

30'

M5S

29'

FI-BP-PPE

24'

Misto

20'

IV-C-RE

17'

Aut (SVP-PATT, Cb)

17'

Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE

17'

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1183
(Decreto-legge n. 92, Materia penitenziaria e giustizia civile e penale)

(Gruppi 4 ore, escluse dichiarazioni di voto)

FdI

50'

PD-IDP

35'

L-SP-PSd'AZ

30'

M5S

29'

FI-BP-PPE

24'

Misto

20'

IV-C-RE

17'

Aut (SVP-PATT, Cb)

17'

Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE

17'

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. …
(Decreto-legge n. 89, Infrastrutture e investimenti strategici, processo penale e sport)

(Gruppi 3 ore, escluse dichiarazioni di voto)

FdI

38'

PD-IDP

26'

L-SP-PSd'AZ

23'

M5S

22'

FI-BP-PPE

18'

Misto

15'

IV-C-RE

13'

Aut (SVP-PATT, Cb)

13'

Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE

13'

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. …
(Decreto-legge n. 84, Materie prime critiche di interesse strategico)

(Gruppi 3 ore, escluse dichiarazioni di voto)

FdI

38'

PD-IDP

26'

L-SP-PSd'AZ

23'

M5S

22'

FI-BP-PPE

18'

Misto

15'

IV-C-RE

13'

Aut (SVP-PATT, Cb)

13'

Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE

13'

Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno

PARRINI (PD-IDP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PARRINI (PD-IDP). Signora Presidente, io prendo la parola per fare, per suo tramite, un ennesimo appello al nostro Esecutivo affinché sia subito cancellata una decisione che disonora il Governo stesso, il nostro Paese e offende la storia d'Italia.

La decisione a cui mi riferisco - abbiamo avuto già modo di parlarne un'altra volta in questo consesso, in occasione della presentazione di una nostra interrogazione - è quella relativa all'emissione, negli stessi giorni in cui è stato dedicato un francobollo all'onorevole Giacomo Matteotti, di un francobollo dedicato ad Italo Foschi, che è stato uno squadrista tra i più pericolosi nell'ambito del fascismo romano, protagonista di azioni estremamente violente. Tra queste, ricordo la devastazione della casa dell'onorevole Nitti nel novembre del 1923 e successivamente la bastonatura dei deputati in uscita da Montecitorio. Fu un glorificatore e un esaltatore dell'omicidio di Giacomo Matteotti; fu, nel secondo processo sull'omicidio di Giacomo Matteotti, coimputato per fatti che vennero attribuiti all'organizzazione clandestina, la cosiddetta Ceka, responsabile di crimini efferati. E vorrei dire soprattutto - lo sottolineo con grande forza - che Italo Foschi, durante il periodo buio della Repubblica sociale italiana nel Nord Italia, collaborò attivamente con i nazisti nelle attività di persecuzione degli ebrei italiani, che vennero deportati nei campi di sterminio e che fecero la fine che purtroppo tutti conosciamo.

Nonostante da molte settimane abbiamo segnalato quanto sia scandaloso questo tipo di decisione e nonostante abbiamo pensato, in un primo momento, si potesse trattare di una svista facile da rimediare, ordinando la distruzione del francobollo, tutto questo non è avvenuto: i francobolli continuano a circolare, continuano ad essere spedite lettere in questo Paese con affrancature dedicate a un criminale di siffatta portata. Penso che questo sia motivo di vergogna per tutta l'Italia.

Ma c'è di più: la Consulta filatelica, che è l'organismo che comprende esperti della materia filatelica e che dà pareri sulle emissioni di francobolli, si è riunita il 20 giugno e all'unanimità ha dato un parere assolutamente contrario alla emissione di questo francobollo e favorevole al suo ritiro e alla sua distruzione. A quella riunione era presente la sottosegretaria Bergamotto, ma ventisei giorni dopo quella riunione - e questo rende la vergogna enorme - né la sottosegretaria Bergamotto, né il ministro Urso hanno ritenuto di dover dar corso a quel parere della Consulta filatelica reso all'unanimità.

Oggi chiediamo, allora, con più forza di quella che abbiamo messo nelle richieste precedenti, che questa decisione che disonora il nostro Paese venga cancellata, che il Ministro prenda immediatamente l'iniziativa di ritirare il francobollo e lo faccia distruggere. Oppure, se non fa questo, che il Ministro o la sua Sottosegretaria abbiano perlomeno il coraggio di venire in quest'Aula a spiegarci come mai un persecutore di ebrei, uno squadrista violentissimo e un esaltatore dell'omicidio di Matteotti sia degno di essere l'intitolatario e il dedicatario di un francobollo emesso negli stessi giorni in cui ne è stato emesso uno in onore della memoria di Giacomo Matteotti. Noi non comprendiamo questa decisione e ne siamo nauseati. (Applausi).

PIRRO (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIRRO (M5S). Signor Presidente, sono qui in quest'Aula per parlare nuovamente - come è capitato anche ad altri colleghi - della situazione nelle nostre carceri. È notizia di oggi che qualche giorno fa si è spento all'ospedale Parini di Aosta un detenuto di soli quarantadue anni, che si era sentito male all'interno della casa circondariale di Brissogne nei pressi di Aosta, un detenuto che versava già da qualche tempo in situazioni di salute critiche. Questo accende ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, un faro sulla situazione dei nostri istituti di pena, che ormai sta diventando insostenibile. La scorsa settimana ci sono state oltretutto rivolte in diverse carceri, tra cui quelle di Aosta e di Torino. È quindi sicuramente forte l'allarme relativo agli istituti di pena del Nord-Ovest del nostro Paese, e non solo in quelli. Leggiamo sempre più spesso di suicidi che si susseguono tra i detenuti e, nei soli primi sette mesi di quest'anno, siamo arrivati a cifre che si raggiungevano nell'arco di alcuni anni; si registra poi un tasso di suicidi più alto della media tra gli agenti di Polizia penitenziaria.

È, quindi, un allarme che dovrebbe davvero far venire i brividi a tutti noi; a noi che pensiamo che - come recita la nostra Costituzione - la pena debba avere un carattere riabilitativo e non punitivo. Invece, soprattutto negli ultimi tempi, anche con l'ultimo decreto in materia di carceri arrivato in questo ramo del Parlamento, vediamo che si pensa solo agli aspetti punitivi e ad aumentare il numero degli agenti di Polizia penitenziaria che - per carità - sono sicuramente sotto organico e hanno bisogno di innesti anche numerosi, ma non solo di questo.

Non dimentichiamo che la pena deve avere un carattere riabilitativo. Quindi, se si fanno degli interventi, devono servire anche ad aumentare il numero degli educatori, degli psicologi, l'assistenza sanitaria ai detenuti, i quali soffrono per le carenze di spazio. Insomma, guardiamo un po' più in là del nostro naso.

E, soprattutto, invito il Governo e la maggioranza ad avere un po' più a cuore gli aspetti sociali ed educativi della pena e non solo il carattere punitivo, che sembra essere il loro unico strumento di azione. (Applausi).

PATTON (Aut (SVP-PATT, Cb)). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PATTON (Aut (SVP-PATT, Cb)). Signor Presidente, lo scorso 12 luglio è scomparso a Trento Alberto Ferrandi, nato a Rovereto nel 1941 e deputato del Partito Comunista Italiano nella IX e nella X legislatura. Era figlio di Giuseppe Ferrandi, avvocato socialista e divenuto parlamentare della I legislatura repubblicana, dopo aver partecipato alla Resistenza e al Comitato di liberazione nazionale.

Alberto ereditò dal padre gli ideali dell'antifascismo e della lotta partigiana, nonché la consapevolezza della specificità del Trentino e dell'Alto Adige. Giovanissimo dirigente della Federazione giovanile socialista, passa poi al Partito Comunista Italiano, di cui diventa funzionario negli anni Sessanta. Nel 1975 viene eletto segretario della Federazione provinciale di Trento e successivamente assume l'incarico di segretario regionale fino alle elezioni in Parlamento.

Il suo impegno politico e la sua concezione della politica e del ruolo dei partiti solo direttamente collegati al pensiero e all'azione di Enrico Berlinguer, in particolare nel tentativo di costruire, anche a livello locale, un compromesso storico che nascesse dal basso, nel dialogo tra le culture politiche della sinistra e del mondo cattolico.

Queste aperture portarono il Partito Comunista del Trentino, e in generale la sinistra, a uscire da una condizione di minorità, provando così ad incidere sulla trasformazione delle istituzioni autonomistiche della società e del territorio. Nel suo ruolo di parlamentare rafforzò la sua posizione a favore dell'autonomia e per una comprensione della questione altoatesina sudtirolese. Alla Camera dei deputati lo fece in particolare grazie al rapporto con Renato Zangheri, Capogruppo del Partito Comunista Italiano, e di Giorgio Napolitano.

Ferrandi seguì le questioni dell'autonomia speciale e della sua attuazione fino al momento della quietanza liberatoria rilasciata dall'Austria. Ferrandi apparteneva a una generazione e a un mondo nel quale il primato della politica chiamava tutti i suoi attori a una abnegazione quasi assoluta; a un impegno che si inverava attraverso un confronto che sapeva essere aspro, ma mai irrispettoso; a una capacità di ascolto e di radicamento sociale coltivata giorno dopo giorno, a una costante ricerca intellettuale e alla legittima convinzione che la politica fosse una delle branche più nobili della cultura del sapere, di cui è stato uno degli interpreti più bravi.

Per questo, oggi lo salutiamo certi che il suo esempio e il suo impegno rimarranno per sempre nella storia di questo Parlamento e del nostro territorio, dove c'è ancora tanto da lavorare per superare l'indifferenza verso la politica e, molto spesso, il disprezzo verso i politici. (Applausi).

PRESIDENTE. Senatore Patton, la ringraziamo per questo ricordo.

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di mercoledì 17 luglio 2024

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, mercoledì 17 luglio, alle ore 10, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 16,34).

Allegato B

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Ancorotti, Barachini, Bongiorno, Borgonzoni, Butti, Castelli, Cattaneo, Cosenza, Crisanti, De Poli, Durigon, Fazzolari, Garavaglia, Giorgis, La Pietra, Maffoni, Manca, Melchiorre, Meloni, Mirabelli, Monti, Morelli, Orsomarso, Ostellari, Rauti, Rubbia, Segre, Sisto e Zedda.

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Borghi Claudio, Borghi Enrico, Mieli, Ronzulli e Scarpinato, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità, variazioni nella composizione

Il Presidente della Camera dei deputati ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità il deputato Emiliano Fenu, in sostituzione della deputata Alessandra Todde, cessata dal mandato parlamentare.

Insindacabilità, richieste di deliberazione. Deferimento

Il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Roma, con lettera in data 2 luglio 2024, ha trasmesso - ai sensi dell'articolo 3 della legge 20 giugno 2003, n. 140, e ai fini di una eventuale deliberazione in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione - copia degli atti di un procedimento penale nei confronti del senatore Carlo Calenda.

La predetta documentazione è stata deferita, in data 11 luglio 2024, alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, ai sensi degli articoli 34, comma 1, e 135 del Regolamento (Doc. IV-ter, n. 9).

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Presidente del Consiglio dei ministri

Ministro della giustizia

Conversione in legge del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, recante misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della giustizia (1183)

(presentato in data 05/07/2024);

Ministro per la pubblica amministrazione

Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa

Disposizioni per la semplificazione e la digitalizzazione dei procedimenti in materia di attività economiche e di servizi a favore dei cittadini e delle imprese (1184)

(presentato in data 05/07/2024);

Ministro della cultura

Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe previste dall'articolo 2 della legge 15 luglio 2022, n. 106 (1185)

(presentato in data 08/07/2024);

senatori Boccia Francesco, Patuanelli Stefano, De Cristofaro Peppe

Modifiche alla legge 5 marzo 2024, n. 22, in materia di compiti della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 (1186)

(presentato in data 09/07/2024);

senatore Borghese Mario Alejandro

Modifica della Legge 23 dicembre 1978, n. 833 per garantire l'assistenza sanitaria ai pensionati iscritti AIRE (1187)

(presentato in data 09/07/2024);

Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale

Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi umani, fatta a Santiago de Compostela il 25 marzo 2015, nonché norme di coordinamento con l'ordinamento interno (1188)

(presentato in data 12/07/2024);

DDL Costituzionale

senatori Stefani Erika, Potenti Manfredi

Modifica all'articolo 111 della Costituzione recante l'introduzione di princìpi inerenti la funzione e il ruolo dell'avvocato (1189)

(presentato in data 11/07/2024);

senatore Marti Roberto

Istituzione della Banca dati unica audiovisiva degli artisti interpreti o esecutori e della banca dati unica dei fonogrammi (1190)

(presentato in data 11/07/2024);

senatore Potenti Manfredi

Disposizioni per la tutela della lingua italiana, rispetto alle differenze di genere (1191)

(presentato in data 11/07/2024);

Presidente del Consiglio dei ministri

Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa

Ministro per la pubblica amministrazione

Ministro della giustizia

Ministro della cultura

Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale

Ministro dell'istruzione e del merito

Ministro dell'università e della ricerca

Ministro per le disabilità

Ministro per la protezione civile e le politiche del mare

Misure per la semplificazione normativa e il miglioramento della qualità della normazione e deleghe al Governo per la semplificazione, il riordino e il riassetto in determinate materie (1192)

(presentato in data 15/07/2024).

Disegni di legge, assegnazione

In sede redigente

9ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare

sen. Berrino Gianni

Disposizioni per promuovere lo sviluppo del turismo motoristico (1172)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, 8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 09/07/2024).

In sede referente

1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione

sen. Romeo Massimiliano ed altri

Modifica all'articolo 31 della Costituzione in materia di casa quale luogo adibito alla dimora del nucleo familiare (1174)

previ pareri delle Commissioni 3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea

(assegnato in data 09/07/2024);

2ª Commissione permanente Giustizia

Gov. Meloni-I: Presidente del Consiglio dei ministri Meloni Giorgia, Ministro della giustizia Nordio Carlo ed altri

Conversione in legge del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, recante misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della giustizia (1183)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 6ª Commissione permanente Finanze e tesoro, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, Commissione parlamentare questioni regionali, Comitato per la legislazione

(assegnato in data 05/07/2024);

2ª Commissione permanente Giustizia

sen. Germana' Antonino

Modifiche alle disposizioni in materia di circoscrizioni giudiziarie dei distretti di Catania, Messina e Caltanissetta (1159)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 09/07/2024);

7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport

Gov. Meloni-I: Ministro della cultura Sangiuliano Gennaro

Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe previste dall'articolo 2 della legge 15 luglio 2022, n. 106 (1185)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio

(assegnato in data 09/07/2024).

Governo, trasmissione di atti per il parere. Deferimento

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera del 5 luglio 2024, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi degli articoli 1 e 17 della legge 21 febbraio 2024, n. 15 - lo schema di decreto legislativo recante norme di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2022/868, relativo alla governance europea dei dati e che modifica il regolamento (UE) 2018/1724 (n. 177).

Ai sensi delle predette disposizioni e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è stato deferito - in data 8 luglio 2024 - alla 1ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro 40 giorni dall'assegnazione. Le Commissioni permanenti 4ª e 5ª potranno formulare le proprie osservazioni alla 1ª Commissione permanente in tempo utile rispetto al predetto termine.

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 12 luglio 2024, ha trasmesso - ai sensi dell'articolo 31, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, dell'articolo 1, comma 3, della legge 19 ottobre 2017, n. 155, dell'articolo 1 della legge 8 marzo 2019, n. 20, e dell'articolo 1 della legge 22 aprile 2021, n. 53 - la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recanti disposizioni integrative e correttive al codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, di cui al decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14 (n. 178).

Ai sensi delle predette disposizioni e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è stato deferito - in data 15 luglio 2024 - alla 2ª Commissione permanente e, per le conseguenze di carattere finanziario, alla 5ª Commissione permanente, che esprimeranno i rispettivi pareri entro 40 giorni dall'assegnazione. La 4ª Commissione permanente potrà formulare le proprie osservazioni alla 2ª Commissione permanente in tempo utile rispetto al predetto termine.

Governo, richieste di parere per nomine in enti pubblici. Deferimento

Il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, con lettera dell'11 luglio 2024, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 - la proposta di nomina del dottor Emanuele Mauri a presidente del Consorzio dell'Adda (n. 52).

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, la proposta di nomina è stata deferita - in data 11 luglio 2024 - alla 8ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro 20 giorni dall'assegnazione.

Governo, trasmissione di atti e documenti

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 5 luglio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e integrazioni, la comunicazione concernente il conferimento di incarico di funzione dirigenziale di livello generale alla dottoressa Marilena Barbaro, nell'ambito del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica.

Tale comunicazione è depositata presso il Servizio dell'Assemblea, a disposizione degli onorevoli senatori.

La Presidenza del Consiglio dei Ministri, con lettera in data 8 luglio 2024, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 8-ter, comma 4, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, che è stata autorizzato, in relazione a un intervento da realizzare tramite un contributo assegnato per l'anno 2017 in sede di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF, l'utilizzo dei risparmi di spesa realizzati nell'ambito del progetto "Consolidamento del Borgo di Quinzano a seguito danni causati dal sisma 2016" del Comune di Force (AP).

La predetta comunicazione è trasmessa alla 5a e alla 8a Commissione permanente.

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 5 luglio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 6-ter del decreto-legge 23 ottobre 1996, n. 553, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 dicembre 1996, n. 652, la relazione - predisposta dal Ministero della giustizia - sullo stato di attuazione del programma di costruzione e di adattamento di stabilimenti di sicurezza destinati a consentire il trattamento differenziato dei detenuti e sulle disponibilità del personale necessario all'utilizzazione di tali stabilimenti, riferita al primo e al secondo semestre 2023.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 2a e alla 8a Commissione permanente (Atto n. 506).

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 12 luglio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 12, comma 1, del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66, le relazioni d'inchiesta relative ai seguenti incidenti aerei:

- incidente occorso all'aeromobile Boeing B767-300, marche di identificazione I-NDMJ, in crociera tra Cuba e Milano Malpensa, in data 19 novembre 2012 (Atto n. 508);

- incidente occorso all'aeromobile Airbus A319, marche di identificazione G-DBCA, nei pressi di Verona Villafranca, in data 3 gennaio 2018 (Atto n. 509);

- incidente occorso all'aeromobile Eurocopter AS350 B3, marche di identificazione I-CMSZ, a Castelrotto (BZ), in data 21 maggio 2016 (Atto n. 510);

- incidente occorso all'aeromobile Aviamilano P.19, marche di identificazione I-CAVL, a Cassano all'Ionio (CS), in data 26 agosto 2020 (Atto n. 511);

- incidente occorso all'aeromobile H125 (AS350B3e), marche di identificazione I-LGLG, a San Martino, Sarentino (BZ), in data 30 dicembre 2020 (Atto n. 512);

- incidente occorso all'aeromobile Pilatus PC-12/47E, marche di identificazione YR-PDV, a Milano, in data 3 ottobre 2021 (Atto n. 513).

La predetta documentazione è trasmessa, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 8a Commissione permanente.

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 11 luglio 2024, ha inviato - ai sensi dell'articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400 - la comunicazione di nomina concernente la conferma del prefetto dott.ssa Maria Grazia Nicolò nell'incarico di Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura (n. 54).

Tale comunicazione è stata trasmessa, per competenza, alla 1a e alla 2a Commissione permanente.

Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 10 luglio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la comunicazione concernente la nomina del professor Vittorio Alberto Torbianelli a Commissario straordinario dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale (n. 51).

Tale comunicazione è deferita, per competenza, alla 8a Commissione permanente.

Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 10 luglio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la comunicazione concernente le nomine:

del contrammiraglio Massimo Seno a Commissario straordinario dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale;

del professor Alberto Maria Benedetti a Commissario straordinario aggiunto dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale (n. 52).

Tale comunicazione è deferita, per competenza, alla 8a Commissione permanente.

Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 10 luglio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la comunicazione concernente la nomina del contrammiraglio Vincenzo Leone a Commissario straordinario dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico meridionale (n. 53).

Tale comunicazione è deferita, per competenza, alla 8a Commissione permanente.

Il Ministero dell'università e della ricerca, con lettera in data 8 luglio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 11, comma 5, del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, la comunicazione concernente la nomina del dottor Andrea Comastri a componente del Consiglio di amministrazione dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) (n. 50).

Tale comunicazione è deferita, per competenza, alla 7a Commissione permanente.

Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera in data 9 luglio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 1, comma 1075, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, dell'articolo 1, comma 105, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, e dell'articolo 1, comma 25, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, la relazione concernente lo stato di avanzamento degli interventi di competenza del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale finanziati con le risorse del fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, di cui all'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, del fondo di cui all'articolo 1, comma 95, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, e del fondo di cui all'articolo 1, comma 14, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, riferita all'anno 2023.

Il predetto documento è trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 3a, alla 5a e all'8a Commissione permanente (Doc. XL, n. 6).

Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera in data 9 luglio 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 9 della legge 15 ottobre 1991, n. 344, la relazione sullo stato di attuazione della legge recante provvedimenti in favore dei profughi italiani, riferita all'anno 2023.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 3a Commissione permanente (Doc. CVI, n. 2).

Il Ministro per lo sport e i giovani, con lettera in data 3 luglio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 23 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, la relazione sull'organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile universale, riferita all'anno 2023.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a Commissione permanente (Doc. CLVI, n. 2).

Nello scorso mese di giugno 2024, sono pervenute copie di decreti ministeriali, inseriti nello stato di previsione del Ministero della difesa, del Ministero dell'istruzione e del merito e del Ministero dell'economia e delle finanze, per l'esercizio finanziario 2024, concernenti le variazioni compensative tra capitoli delle medesime unità previsionali di base e in termini di competenza e cassa.

Tali comunicazioni sono state trasmesse alle competenti Commissioni permanenti.

Con lettere in data 10 luglio 2024, il Ministero dell'interno, in adempimento a quanto previsto dall'articolo 141, comma 6 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ha comunicato gli estremi del decreto del Presidente della Repubblica concernente lo scioglimento dei consigli comunali di Rotondi (Avellino) e Senerchia (Avellino).

Governo, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea di particolare rilevanza ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge n. 234 del 2012. Deferimento

Ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, sono deferiti alle sottoindicate Commissioni permanenti i seguenti documenti dell'Unione europea, trasmessi dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in base all'articolo 6, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234:

- Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai conti economici dell'agricoltura nell'Unione (codificazione) (COM(2024) 255 definitivo), alla 9a Commissione permanente e, per il parere, alla 4a e alla 5a Commissione permanente;

- Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato europeo delle regioni e alla Banca europea degli investimenti - Semestre europeo 2024 - Pacchetto di primavera (COM(2024) 600 definitivo), alla 5a Commissione permanente e, per il parere, alla 4a Commissione permanente;

- Proposta di decisione del Consiglio relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione (COM(2024) 599 definitivo), alla 10a Commissione permanente e, per il parere, alla 4a Commissione permanente;

- Proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2006/112/CE relativamente al certificato elettronico di esenzione dall'imposta sul valore aggiunto (COM(2024) 278 definitivo), alla 6a Commissione permanente e, per il parere, alla 4a Commissione permanente;

- Proposta di decisione del Consiglio sull'esistenza di un disavanzo eccessivo in Italia (COM(2024) 513 definitivo), alla 5a Commissione permanente e, per il parere, alla 4a Commissione permanente.

Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, trasmissione di documenti. Deferimento

Il Presidente dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, con lettera in data 11 luglio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 5, comma 6, del decreto legislativo 23 dicembre 2022, n. 201, la relazione sul rispetto delle prescrizioni stabilite dalla disciplina del settore dei rifiuti per la definizione del perimetro degli ambiti territoriali e per la costituzione degli enti di governo dell'ambito, riferita al primo semestre 2024.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 8a Commissione permanente (Doc. CCXXX, n. 2).

Concessionaria servizi assicurativi pubblici (CONSAP) Spa, trasmissione di documenti. Deferimento

La società Concessionaria servizi assicurativi pubblici (CONSAP) S.p.A., con lettera in data 11 luglio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 41-bis del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modifiche, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, la relazione sull'attività svolta dal Fondo di garanzia per la prima casa, riferita all'anno 2023.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a e alla 9a Commissione permanente (Doc. CXLVII, n. 2).

Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN), trasmissione di documenti. Deferimento

Il Direttore dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN), con lettera pervenuta in data 3 luglio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, lettera h), del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45, la relazione sulle attività svolte dall'ISIN e sullo stato della sicurezza nucleare nel territorio nazionale, riferita all'anno 2023.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 8a Commissione permanente (Doc. CXCI, n. 3).

Corte costituzionale, trasmissione di sentenze. Deferimento

La Corte costituzionale ha trasmesso, a norma dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, le seguenti sentenzi, che sono deferite, ai sensi dell'articolo 139, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni competenti per materia:

sentenza n. 120 del 21 maggio 2024, depositata il successivo 4 luglio 2024, con la quale dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 7 del decreto legislativo 27 dicembre 2019, n. 158 (Norme di attuazione dello statuto speciale della Regione siciliana in materia di armonizzazione dei sistemi contabili, dei conti giudiziali e dei controlli), nella versione risultante a seguito delle modifiche apportate dall'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 18 gennaio 2021, n. 8 (Modifiche all'articolo 7 del decreto legislativo 27 dicembre 2019, n. 158, recante norme di attuazione dello Statuto della Regione siciliana in materia di armonizzazione dei sistemi contabili, dei conti giudiziali e dei controlli) (Doc. VII, n. 86), alla 1a, alla 2a e alla 5a Commissione permanente;

sentenza n. 121 del 21 maggio 2024, depositata il successivo 4 luglio 2024, con la quale dichiara l'illegittimità costituzionale:

1) dell'articolo 144 del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, recante «Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia. (Testo A)», nella parte in cui non prevede l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato della procedura di liquidazione controllata, quando il giudice delegato abbia autorizzato la costituzione in un giudizio e abbia attestato la mancanza di attivo per le spese;

2) dell'articolo 146 del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, recante «Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia. (Testo A)», nella parte in cui non prevede la prenotazione a debito delle spese della procedura di liquidazione controllata (Doc. VII, n. 87), alla 1a e alla 2a Commissione permanente;

sentenza n. 122 del 21 maggio 2024, depositata il successivo 4 luglio 2024, con la quale dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2-quinquies, comma 1, lettera a), del decreto-legge 2 ottobre 2008, n. 151 (Misure urgenti in materia di prevenzione e accertamento di reati, di contrasto alla criminalità organizzata e all'immigrazione clandestina), inserito dalla legge di conversione 28 novembre 2008, n. 186, e successivamente modificato dall'articolo 2, comma 21, della legge 15 luglio 2009, n. 94 (Disposizioni in materia di sicurezza pubblica), limitatamente alle parole «parente o affine entro il quarto grado» (Doc. VII, n. 88), alla 1a e alla 2a Commissione permanente.

Corte dei conti, trasmissione di relazioni sulla gestione finanziaria di enti

Il Presidente della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei conti, con lettera in data 10 luglio 2024, in adempimento al disposto dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha trasmesso la determinazione e la relativa relazione sulla gestione finanziaria della Fondazione MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, per l'esercizio 2022.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5ª e alla 7a Commissione permanente (Doc. XV, n. 264).

Enti pubblici e di interesse pubblico, trasmissione di documenti. Deferimento

Il Governatore della Banca d'Italia, con lettera in data 10 luglio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 19, comma 4, della legge 28 dicembre 2005, n. 262, la relazione sulla gestione e sulle attività svolte dalla Banca d'Italia nell'anno 2023 (Doc. CXCVIII, n. 1), nonché la relazione annuale presentata all'Assemblea ordinaria dei partecipanti il 31 maggio 2024, corredata delle considerazioni finali del medesimo Governatore, del Bilancio di esercizio della Banca d'Italia e del Rendiconto del Fondo nazionale di risoluzione (Atto n. 507).

I predetti documenti sono deferiti, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a e alla 6a Commissione permanente.

Interrogazioni

TAJANI, GIACOBBE, VERDUCCI, CAMUSSO, DELRIO, LOSACCO, FINA, ROJC, BASSO, D'ELIA, FURLAN, LA MARCA, ZAMPA, MANCA, ZAMBITO, VALENTE, MARTELLA, MALPEZZI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

con l'articolo 38 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, è stato disciplinato l'accertamento sintetico del reddito attraverso lo strumento del "redditometro", che consente all'amministrazione finanziaria di evidenziare gli scostamenti più evidenti tra il reddito dichiarato e la capacità di spesa dimostrata dal contribuente, con la finalità di individuare le posizioni a maggior rischio di evasione;

l'articolo 22 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, ha modificato il citato articolo 38 stabilendo che l'amministrazione è sempre autorizzata a determinare sinteticamente il reddito complessivo del contribuente anche sulla base delle spese di qualsiasi genere, sostenute nel corso del periodo d'imposta, fatta salva la prova che il relativo finanziamento sia avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nello stesso periodo d'imposta, o con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o, comunque, legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile e con la finalità di adeguare l'accertamento sintetico al contesto socio-economico mutato nel corso dell'ultimo decennio rendendolo più efficiente e dotandolo di garanzie per il contribuente, anche mediante il contraddittorio;

con il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 16 settembre 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 223 del 25 settembre 2015, è stato stabilito il contenuto induttivo degli elementi indicativi di capacità contributiva sulla base dei quali può essere fondata la determinazione sintetica del reddito o del maggior reddito complessivo delle persone fisiche, applicabile agli accertamenti relativi ai redditi dell'anno d'imposta 2011 in poi;

il decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, che ha abrogato il decreto ministeriale 16 settembre 2015, di fatto ha sospeso l'applicazione dell'istituto del redditometro per la determinazione sintetica del reddito o del maggior reddito delle persone fisiche;

per ragioni legate al recupero di maggiori entrate per la finanza pubblica, con decreto del Ministero dell'economia 7 maggio 2024 il redditometro è stato riattivato e sono stati individuati i nuovi criteri per la determinazione sintetica del reddito attraverso l'utilizzo di spese presuntivamente attribuibili al contribuente sulla base di una campionatura per nuclei familiari e per distribuzione sulle varie aree;

a seguito di aspre polemiche all'interno della maggioranza che sostiene il Governo Meloni, il Ministero, con l'atto di indirizzo del 23 maggio 2024, smentendo quanto deciso nei giorni precedenti, ha ufficializzato il rinvio dell'entrata in vigore del nuovo redditometro, come modificato con decreto ministeriale 7 maggio 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 maggio 2024;

considerato che:

l'Agenzia delle entrate può attivare il controllo sostanziale della posizione complessiva del contribuente (accertamento) secondo quanto previsto dagli articoli 31 e seguenti del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973 per verificare il corretto adempimento degli obblighi fiscali; nell'ambito delle imposte sui redditi, si distinguono quattro tipologie di accertamento: analitico; analitico-induttivo; induttivo; sintetico;

con riferimento ai controlli all'accertamento sintetico di cui all'articolo 38 del decreto del Presidente della Repubblica n. 600, la relazione sul rendiconto generale dello Stato 2023 della Corte dei conti, sezioni riunite in sede di controllo, presentata il 27 giugno 2024, ha evidenziato dati allarmanti sull'utilizzo di questo strumento, specificando che nel 2023 sono stati eseguiti soltanto 344 accertamenti sintetici, relativamente a 322 soggetti, con una riduzione del 2,7 per cento rispetto al 2022, risultato peraltro inferiore a quelli registrati negli anni pre pandemia con una contrazione dell'81,41 per cento, sottolineando che "i dati confermano lo scarso rilievo degli accertamenti sintetici nella complessiva strategia dei controlli fiscali" e che, "Inoltre, la percentuale della somma riscossa, rispetto a quella accertata, negli anni è mediamente del 10 per cento",

si chiede di sapere:

quali siano le motivazioni che hanno portato all'emanazione dell'atto di indirizzo del 23 maggio 2024, che di fatto ha bloccato l'efficacia del decreto emanato dallo stesso Ministro in data 7 maggio 2024, nel quale venivano individuati i nuovi criteri per la determinazione sintetica del reddito attraverso l'utilizzo di spese presuntivamente attribuibili al contribuente sulla base di una campionatura per nuclei familiari e per distribuzione sulle varie aree;

se il Ministro in indirizzo intenda chiarire quale sia l'impatto in termini di minori entrate attese per le finanze pubbliche in conseguenza dell'adozione dell'atto di indirizzo del 23 maggio 2024;

quali siano, in vista della predisposizione del prossimo disegno di legge di bilancio per il 2025 e alla luce della procedura di infrazione UE per disavanzo eccessivo a carico del nostro Paese, i provvedimenti che intende adottare per potenziare gli strumenti a disposizione dell'Agenzia delle entrate finalizzati a potenziare l'azione di contrasto all'evasione fiscale;

se abbia attentamente valutato, alla luce dei dati che in queste ore stanno emergendo sulle intenzioni di aderire allo strumento del concordato preventivo biennale, sulle riscossioni derivanti dai controlli automatizzati di cui all'articolo 36-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973 e documentali di cui all'articolo 36-ter del medesimo decreto ed infine sui controlli di natura sostanziale, i rischi per la finanza pubblica in merito al reperimento di risorse aggiuntive necessarie per far fronte alle conseguenze del disavanzo eccessivo e per il rifinanziamento delle misure agevolative in scadenza al 31 dicembre 2024.

(3-01250)

PIRRO, LICHERI Ettore Antonio, MARTON - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:

con il decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 novembre 2019, n. 128, recante «Disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali», si disponeva all'articolo 5-bis che all'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) Servizi S.p.A., società interamente partecipata dall'Istituto stesso, fossero affidate (in considerazione della necessità di internalizzare i servizi informativi e dispositivi da erogare in favore dell'utenza dell'INPS, per promuovere la continuità nell'erogazione dei servizi e per tutelare la stabilità occupazionale del personale ad essi adibito, tenuto conto dell'esigenza di valorizzare le competenze dallo stesso maturate, anche in ragione dell'assenza dei relativi profili professionali nelle piante organiche dell'INPS) altresì le attività di contact center multicanale verso l'utenza (CCM) nel rispetto delle disposizioni nazionali ed europee in materia di in house providing, alla scadenza naturale dei contratti in essere nell'ambito delle stesse attività;

con riferimento al comma 4-quater dell'articolo 5-bis del citato decreto-legge n.101 del 2019, introdotto successivamente dall'articolo 42-bis nel decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115, recante «Misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali (denominato decreto "Aiuti bis")», si stabiliva, altresì, che la spesa annua complessiva a carico dell'INPS per il servizio di contact center multicanale non potesse eccedere l'ammontare della spesa complessiva sostenuta dall'istituto medesimo nell'esercizio 2019 incrementata di 20 milioni di euro, ferma restando l'applicazione del limite di cui all'articolo 1, commi 591 e seguenti, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, alla spesa complessiva per beni e servizi sostenuta dall'INPS;

considerato che:

un recente incontro tra alcune organizzazioni sindacali nazionali e territoriali e la direzione aziendale di INPS Servizi S.p.A. ha fatto emergere l'intenzione da parte di quest'ultima di adottare per il raggiungimento del premio di risultato alcuni parametri, tra i quali quello relativo al tempo medio di gestione, che seguono logiche totalmente opposte a quelle che sono stati i princìpi fondanti del processo di internalizzazione del CCM INPS che, si ricorda, essere stato tolto dall'ente alla logica dell'outsourcing fondato proprio sui temi di produttività e tempi di gestione e non certo sulla qualità del servizio;

quanto emerso nell'ambito del suddetto incontro farebbe pensare ad un vero e proprio ritorno al passato, quello dei tempi di gestione delle chiamate proposto dalla direzione aziendale di INPS Servizi S.p.A., a giudizio degli interroganti non solo incomprensibile, ma totalmente in antitesi a quella che è la mission da sempre enunciata dall'ente: la qualità del servizio;

considerato, altresì, che i lavoratori di INPS Servizi S.p.A. sono ancora in attesa di ricevere riscontri circa il recupero salariale, recuperi ed incrementi orari, sui livelli di inquadramento, nonché di incontrare il nuovo presidente dell'INPS e con questo dialogare proprio sugli affidamenti che sono stati espressi dai suoi predecessori Tridico e dalla commissaria Gelera,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo, alla luce di quanto esposto, ritenga di dover verificare l'operato di INPS Servizi S.p.A. per far sì che i lavoratori del contact center multicanale possano svolgere le loro funzioni secondo quanto disposto dall'articolo 5-bis del decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101, e, nel caso si rilevino inosservanze, quali opportune iniziative intenda adottare al fine di garantire l'esatto adempimento della normativa;

se sia a conoscenza della mancata implementazione dello sviluppo del progetto industriale che prevede l'ampliamento dei servizi in capo ai lavoratori INPS;

se quanto disposto dal comma 4-quater dell'articolo 5-bis del decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101, che ha stanziato 20 milioni di euro, sia stato applicato.

(3-01251)

BOCCIA, IRTO, TAJANI, MISIANI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

Cassa depositi e prestiti (CDP) è un'importante istituzione al servizio del Paese, che attraverso la raccolta di risorse finanziarie dai risparmiatori postali e dal mercato sostiene enti pubblici, imprese e infrastrutture, generando un notevole impatto suiterritori e sulla crescita economica e sostenibile del Paese. Dal 2015, assumendo il ruolo di istituto nazionale di promozione italiano, ha ampliato il tradizionale perimetro di attività, offrendo consulenza finanziaria alla pubblica amministrazione per l'utilizzo di fondi nazionali ed europei e catalizzando risorse finanziarie di altri soggetti pubblici e privati;

CDP è una società per azioni a controllo pubblico. Il Ministero dell'economia e delle finanze, con l'82,77 per cento delle azioni, è l'azionista di maggioranza della società, mentre le fondazioni bancarie che detengono il 15,93 per cento del pacchetto azionario sono gli azionisti di minoranza. Il restante 1,30 per cento sono azioni proprie detenute direttamente da CDP;

in base agli ultimi dati disponibili del 2023, CDP ha generato nel 2022 un utile netto di 3,1 miliardi di euro e detiene un patrimonio netto di 27,9 miliardi. Con una raccolta di 362 miliardi di euro, gestisce 124 miliardi di crediti, 53,8 miliardi di investimenti attivati e 20,1 miliardi di risorse impiegate. Il contributo al PIL è pari all'1,4 per cento, con un supporto alla creazione e al mantenimento di circa 360.000 posti di lavoro;

considerato che:

il consiglio di amministrazione di CDP, responsabile della gestione della società e della definizione delle strategie, è stato nominato il 27 maggio 2021 dall'assemblea degli azionisti, per un mandato della durata di tre anni. Il consiglio, composto da 9 membri, è integrato, per la gestione delle risorse provenienti dal risparmio postale (gestione separata), dal direttore generale del Tesoro, dal Ragioniere generale dello Stato, da tre rappresentanti di Regioni, Province e Comuni. Assiste alle sedute un magistrato della Corte dei conti;

a conclusione del mandato del suddetto consiglio, l'assemblea di CDP convocata in data 24 maggio 2024 non ha provveduto alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione dell'istituto;

l'assemblea è stata pertanto aggiornata una prima volta al 20 giugno e successivamente al 27 giugno e ancora al 2 luglio, evidenziando gravi problemi tra gli azionisti nel trovare un accordo sulla composizione, a partire dalla votazione della lista unica e dal mancato raggiungimento dell'equilibrio per la rappresentanza di genere;

la prossima assemblea degli azionisti è stata convocata in data 15 luglio e, tuttavia, appaiono ancora irrisolte le problematiche che hanno portato al rinvio delle precedenti quattro assemblee;

sulla vicenda è stata altresì richiesta una convocazione urgente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti, per verificare le criticità che hanno determinato la mancata nomina del nuovo consiglio di amministrazione a seguito della convocazione di quattro assemblee degli azionisti,

si chiede di sapere:

quali siano le motivazioni che hanno finora impedito la nomina del nuovo consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti da parte dell'assemblea degli azionisti;

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di evitare ulteriori rinvii dell'assemblea e il protrarsi di una situazione che ad oggi vede una delle più importanti istituzioni al servizio del Paese, cui è affidata la raccolta di risorse finanziarie dai risparmiatori postali e il compito di sostenere enti pubblici, imprese e infrastrutture, per la crescita economica e sostenibile del nostro Paese, privata degli indirizzi del nuovo consiglio di amministrazione necessari per la gestione della società e per la definizione delle strategie;

se intenda garantire, altresì, la propria presenza alla seduta derivante dalla convocazione urgente, richiesta dagli interroganti, della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti, al fine di chiarire tutte le criticità che hanno determinato la mancata tempestiva nomina del nuovo consiglio di amministrazione.

(3-01252)

TAJANI, BOCCIA, LOSACCO, IRTO, MISIANI, MANCA - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

l'articolo 27 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, ha autorizzato CDP S.p.A. a costituire un patrimonio destinato, denominato "Patrimonio Rilancio", al quale sono stati apportati taluni beni e rapporti giuridici individuati dal Ministero dell'economia e delle finanze, mediante il quale fornire un sostegno al rilancio del sistema economico produttivo italiano, nelle forme e alle condizioni previste dal Quadro temporaneo sugli aiuti di Stato dell'Unione europea;

in base a quanto previsto dall'articolo 27, comma 17, del decreto-legge n. 34 del 2020, ai fini degli apporti del Ministero dell'economia e delle finanze alla costituzione del Fondo si autorizzava, per l'anno 2020, l'assegnazione di titoli di Stato a CDP S.p.A., nel limite massimo di 44 miliardi di euro, appositamente emessi, ovvero, nell'ambito del predetto limite, l'apporto di liquidità. Nel maggio del 2021, in ottemperanza a quanto previsto, l'assemblea di CDP S.p.A. ha approvato la costituzione del "Patrimonio Rilancio", i cui tre comparti (Fondo nazionale supporto temporaneo, Fondo nazionale strategico, Fondo nazionale ristrutturazioni imprese) sono separati, autonomi, distinti a tutti gli effetti dal patrimonio degli altri comparti, nonché dal patrimonio di CDP S.p.A., e riferibili a differenti modalità di intervento a supporto delle imprese;

con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 3 febbraio 2021, n. 26, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 59 del 10 marzo 2021 è stato adottato il regolamento concernente i requisiti di accesso, condizioni, criteri e modalità degli investimenti del Patrimonio Destinato, mentre con il successivo decreto del Ministero dell'economia e delle finanze n. 37612 del 7 maggio 2021 (cosiddetto "decreto apporti") è stata prevista l'assegnazione a titolo di apporto iniziale, di titoli di Stato per un controvalore di 3 miliardi di euro ed è stato ribadito che, a titolo di apporto al Patrimonio Destinato, possono essere assegnati a CDP S.p.A. titoli di Stato emessi nel limite massimo di 44 miliardi di euro;

allo stato attuale, in assenza di dati resi pubblici relativamente agli anni 2022, 2023 e al corrente anno, non è possibile valutare l'ampiezza e l'efficacia complessiva degli interventi effettuati da Patrimonio destinato e i risultati conseguiti;

considerato che:

l'articolo 27, comma 18, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, prevede che il Ministro dell'economia e delle finanze, entro il 31 gennaio di ogni anno, trasmetta alle Camere una relazione sugli effetti prodotti e sui risultati conseguiti dal Patrimonio rilancio;

l'ultima relazione disponibile, relativa all'anno 2021, è stata presentata in data 4 marzo 2022 e predisposta in base ai dati relativi all'operatività del Patrimonio rilancio,

si chiede di sapere:

quali siano stati gli interventi complessivamente messi in campo da CDP in relazione al «Patrimonio rilancio», con particolare riferimento alle annualità 2022, 2023 e nel corrente anno, al fine di valutare l'ampiezza e l'efficacia complessiva degli interventi effettuati a valere sulle risorse del Fondo e i risultati conseguiti;

se si intenda chiarire quali siano le ragioni che hanno finora impedito al Ministro in indirizzo di trasmettere alle Camere la Relazione annuale sugli effetti prodotti e sui risultati conseguiti da "Patrimonio Rilancio", nel rispetto della scadenza del 31 gennaio 2023, come previsto dall'articolo 27, comma 18-bis, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.

(3-01253)

BAZOLI, MIRABELLI, ROSSOMANDO, VERINI, RANDO, SENSI, LOSACCO, CAMUSSO, FURLAN, MANCA, ZAMBITO, GIACOBBE, ROJC, D'ELIA - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:

la riforma della giustizia penale, approvata con il decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, meglio nota come "riforma Cartabia", è permeata da un'impostazione contraria alla logica "carcerocentrica", che invece è, ad avviso degli interroganti, saldamente radicata nelle politiche in materia di giustizia seguite dal Governo Meloni. La riforma non si è limitata ad apportare rilevanti modifiche al sistema delle sanzioni sostitutive delle pene detentive brevi, già disciplinato in via generale dalla legge 24 novembre 1981, n. 689, ma ne ha esteso l'ambito di applicazione. Infatti, a fronte delle ricadute criminogene che le stesse finiscono con l'avere, come dimostrato dai dati statistici richiamati anche nella relazione illustrativa della riforma, le pene detentive brevi sono applicate in via residuale e si è ritenuto, invece, di intervenire in maniera significativa sulla disciplina della pena pecuniaria;

allo scopo di assicurare, in una logica premiale-deflattiva, l'effettività della risposta sanzionatoria e la ragionevole durata del processo, la riforma ha dunque introdotto, altresì, alcune significative modifiche alla disciplina in tema di pena pecuniaria, con l'obiettivo di garantire l'effettività e l'efficacia di tale sanzione;

sotto il profilo della verifica degli effetti della riforma e della corrispondenza con l'intento del legislatore delegato, appare tuttavia essenziale l'opera di monitoraggio affidata al Ministro della giustizia, cui spetta il compito di inviare, entro il 31 maggio di ciascun anno, alle competenti Commissioni parlamentari una relazione in materia di esecuzione e conversione delle pene pecuniarie;

al riguardo si evidenzia come a norma dell'articolo 79 del citato decreto legislativo n. 150 del 2022, entro il 31 maggio di ciascun anno, il Ministro della giustizia trasmette alle competenti Commissioni parlamentari una relazione in merito all'attuazione delle disposizioni in materia di esecuzione e conversione delle pene pecuniarie;

in particolare, al fine di un compiuto monitoraggio e in funzione del raggiungimento degli obiettivi di effettività ed efficienza perseguiti dalla Riforma Cartabia, i dati statistici relativi alle sentenze e ai decreti di condanna a pena pecuniaria, anche sostitutiva, alla riscossione, alla rateizzazione, alla sospensione condizionale e alla conversione, per insolvenza o insolvibilità del condannato, alla estinzione per esito positivo dell'affidamento in prova al servizio sociale e alla prescrizione, oltre ad essere pubblicati periodicamente sul sito del Ministero della giustizia, sono trasmessi annualmente al Parlamento, unitamente alla citata relazione;

tuttavia, ad oggi il Governo non ha mai inviato al Parlamento la relazione e i dati citati,

si chiede di sapere quali siano le ragioni del ritardo dell'invio al Parlamento della citata relazione in materia di esecuzione e conversione delle pene pecuniarie e in quali tempi il Ministro in indirizzo intenda provvedere in tal senso, nel rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 79 del citato decreto legislativo n. 150 del 2022.

(3-01254)

MISIANI, ROJC, MARTELLA, ZAMBITO, VALENTE, VERINI, NICITA, TAJANI, LA MARCA, FURLAN, MALPEZZI, CAMUSSO, BASSO, VERDUCCI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze, delle imprese e del made in Italy e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:

TIM è il primo operatore di telecomunicazioni italiano e, nel corso degli anni, ha sviluppato un'infrastruttura di rete fissa sulla quale passano dati e informazioni di cittadini, pubblica amministrazione e aziende, con una presenza puntuale sull'intero territorio nazionale, e collegamenti internazionali attraverso la controllata Sparkle. Tale infrastruttura, proprio per le sue qualità e rilevanza, è considerata strategica per la sicurezza nazionale e per lo sviluppo digitale del Paese;

in data 1° luglio 2024, il gruppo TIM ha annunciato di aver perfezionato la cessione di NetCo a Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. ("KKR") mediante il conferimento in FiberCop (società controllata al 58 per cento da TIM) del ramo d'azienda di TIM che comprende l'infrastruttura di rete fissa e le attività wholesale, e la successiva acquisizione dell'intero capitale di FiberCop da parte di Optics BidCo, società controllata da KKR;

23 milioni di chilometri di cavi in rame e fibra ottica che collegano il 90 per cento degli utenti telefonici italiani sono diventati di proprietà a maggioranza americana, con quote di minoranza del Governo italiano attraverso il risparmio postale gestito da Cassa depositi e prestiti, del fondo pensioni canadesi e del fondo sovrano di Abu Dhabi;

come riportato nel comunicato pubblicato sul sito "gruppotim.it", "l'operazione di cessione di NetCo valorizzata fino a un massimo di 22,0 miliardi di euro comprensivi di earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni, permette a TIM una riduzione dell'indebitamento finanziario in linea con quanto già comunicato al mercato. In particolare, il deleverage previsto al closing, al lordo degli aggiustamenti usuali per questa tipologia di operazioni, è confermato in 14,2 miliardi di euro. Sono altresì confermati gli aggiustamenti e i costi di separazione pari a complessivi 0,4 miliardi di euro, in linea con quanto indicato al mercato nell'Addendum al Capital Market Day lo scorso 11 marzo, determinando un netto effettivo pari a 13,8 miliardi di euro. Si segnala inoltre che la componente di cassa corrispondente agli anticipi PNRR relativi a FiberCop, pari a 0,4 miliardi di euro, è stata deconsolidata nel contesto dell'operazione. A seguito della cessione, i rapporti tra NetCo e TIM sono regolati attraverso un Master Service Agreement (MSA) che ha durata di 15 anni, rinnovabile per ulteriori 15 anni, e i servizi saranno resi a prezzi di mercato e senza impegni minimi di acquisto";

è riportato anche che tale operazione consentirà a TIM "di adottare un nuovo modello aziendale che permetterà al Gruppo di competere in maniera più efficace sul mercato Consumer ed Enterprise in Italia, grazie a un maggior focus sulle componenti industriali e commerciali e a una solida struttura finanziaria";

molti aspetti dell'operazione restano ancora poco chiari tanto che, come riportato nel comunicato, i dettagli sul closing saranno forniti "in occasione della conference call di presentazione dei risultati preliminari Q2 2024 che si terrà il prossimo 1° agosto";

considerato che:

l'operazione rappresenta la prima ed unica iniziativa nell'ambito dei Paesi appartenenti all'Unione europea con la quale si procede alla separazione dell'infrastruttura dai servizi, con possibili ricadute negative evidenziate da più parti in termini strategici, imprenditoriali ed occupazionali nonché per gli utenti in termini di aumento dei costi di servizio;

a valle dell'operazione, l'organico totale di TIM scende da 37.065 a 17.281 persone, equivalenti a 16.135 full time equivalent. Gravi incertezze sono segnalate dai sindacati per i dipendenti TIM, per ragioni legate all'incerto andamento della redditività della nuova azienda, nonché per i numerosi lavoratori che invece sono transitati nella NetCo controllata da KKR;

la rete delle linee telefoniche rappresenta un asset strategico, e la decisione di cederla a KKR, mantenendo in capo al Ministero dell'economia e delle finanze una quota di appena il 20 per cento, solleva forti perplessità in termini di garanzie della sicurezza dei dati dei cittadini e circa l'impegno sui futuri necessari investimenti sulla rete. Appare del tutto evidente che KKR opererà investimenti solo se remunerativi e non se necessari e detterà le regole di gestione a partire dalla possibilità di operare la delocalizzazione in Paesi con costo del lavoro più basso e con un sistema fiscale più favorevole;

emergono, altresì, voci in merito alla possibile cessione da parte di TIM della Sparkle, la società controllata di cavi sottomarini, che ha circa 800 dipendenti e un fatturato di circa un miliardo di euro. La vendita dovrebbe garantire a TIM una consistente ed ulteriore riduzione del proprio debito. Sulla cessione sono in corso interlocuzioni tra il Ministero dell'economia e il fondo infrastrutturale iberico Asterion, che in Italia ha già acquisito nel 2021 Retelit e i suoi 15.000 chilometri di rete in fibra corredati da data center per offrire servizi di telecomunicazioni integrati alle imprese. Lo schema sarebbe lo stesso di NetCo, ossia la società della rete venduta a KKR, ma allo stato attuale non è noto chi deterrà il controllo dell'azienda Sparkle;

TIM, come società di servizi, dovrà pagare l'utilizzo delle reti per l'erogazione del servizio con un conseguente ed inevitabile riversamento degli oneri sulla clientela,

si chiede di sapere:

quali misure i Ministri in indirizzo, per quanto di rispettiva competenza, abbiano adottato o intendano adottare, a fronte di una così imponente partecipazione societaria extraeuropea in un settore strategico come quello delle infrastrutture telefoniche, per garantire i cittadini e le imprese del nostro Paese che non vi siano ripercussioni sui dati sensibili e personali;

quali misure abbiano adottato o intendano adottare per garantire l'adeguatezza degli investimenti sull'infrastruttura di rete su tutto il territorio nazionale, a partire dalle aree interne del Pese, nonché per garantire l'accesso alla rete, favorire la concorrenza e la riduzione dei costi per gli utenti;

quali misure intendano adottare per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali in TIM e in NetCo a seguito della cessione a KKR;

se intendano attivarsi almeno per garantire il mantenimento del controllo della maggioranza azionaria nella società Sparkle e della sua rete di cavi sottomarini;

se il Governo abbia previsto misure o iniziative utili a scongiurare il rischio che l'operazione si scarichi in termini di costi sui consumatori finali.

(3-01255)

MISIANI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

l'ISTAT, in data 5 luglio 2024, ha pubblicato una nota sugli "effetti dei principali provvedimenti in materia di tassazione dei redditi delle società di capitale in vigore nel 2024". Le simulazioni dell'ISTAT mostrano che le modifiche introdotte, con particolare riguardo alla maggiorazione del costo del lavoro in deduzione per nuove assunzioni e all'abrogazione dell'incentivo alla capitalizzazione noto come aiuto alla crescita economica (ACE), impattano sulle aliquote effettive, sul carico fiscale e sulla distribuzione degli oneri con effetti differenziati su imprese di diverse dimensioni, sui settori produttivi e sulle aree territoriali, con benefici per poche imprese ed una maggiorazione di oneri per gran parte delle altre;

alla luce delle simulazioni condotte dall'ISTAT emerge che le misure adottate dal Governo in attuazione della "riforma fiscale" aumenteranno nel 2024 l'aliquota effettiva (AEI) sui redditi delle imprese (IRES) di 0,3 punti percentuali, portandola a circa il 19 per cento. Questo livello, apparentemente inferiore all'aliquota legale del 24 per cento, non considera la quota dell'IRAP, che qualora sommata porta l'aliquota mediana effettiva sui redditi di impresa al 24 per cento. A livello fiscale, l'ISTAT evidenzia che l'eliminazione dell'ACE e l'introduzione della super deduzione per le nuove assunzioni produce effetti eterogenei. Mentre le aziende con fatturato fino a 500.000 euro vedranno una riduzione dell'aliquota effettiva dal 17,7 al 17,3 per cento, le aziende con fatturato oltre 10 milioni di euro subiranno un aumento dell'aliquota da 19,1 al 19,9 per cento. A livello settoriale e territoriale, la simulazione registra benefici significativi per le imprese delle costruzioni e quelle situate nelle regioni meridionali (riduzione di 0,3 punti percentuali). Gli aumenti più marcati delle aliquote si registrano per le aziende dei servizi e per le utility pubbliche. A livello di struttura proprietaria, le multinazionali e i gruppi fiscali vedranno un aumento di 1,4 punti percentuali dell'aliquota effettiva;

in termini distributivi, la simulazione evidenzia che le modifiche introdotte dal Governo avranno impatti differenti a seconda dell'opzione esercitata in passato per il meccanismo ACE. Per i beneficiari dell'ACE, le modifiche introdotte comportano un aumento dell'aliquota effettiva IRES di un punto percentuale. I non beneficiari otterranno invece una riduzione dell'aliquota effettiva di 0,8 punti percentuali. Tra quelle già beneficiate dall'ACE, le imprese con condizioni economico-finanziarie "a rischio" o "fortemente a rischio" subiranno gli aumenti maggiori dell'aliquota effettiva, con oscillazioni tra 4 e 8 punti, mentre le imprese estrattive e manifatturiere, non beneficiarie dell'ACE, vedranno una riduzione di 1,2 punti percentuali;

in sintesi, l'eliminazione dell'ACE avrà un impatto negativo maggiore sulle imprese più solide e dinamiche, mentre la deduzione per l'incremento occupazionale avvantaggerà solo una piccola percentuale di imprese, con effetti più rilevanti per le unità della manifattura e delle costruzioni. Gli effetti di cassa negativi derivanti dall'eliminazione saranno parzialmente compensati dalla nuova deduzione per il costo del lavoro, con un incremento del prelievo IRES che raggiungerebbe il 10,2 per cento nel 2024. La percentuale delle imprese svantaggiate dall'eliminazione dell'ACE aumenta con la dimensione dell'impresa ed è più elevata tra le imprese solide e dinamiche, aderenti al consolidato nazionale o internazionale, localizzate nelle regioni settentrionali e tra le esportatrici. Secondo i risultati delle simulazioni, le imprese che subiranno un aggravio d'imposta per effetto dell'eliminazione rappresentano il 25,3 per cento del totale delle unità considerate. Fra queste il 32,9 per cento sono imprese del settore della manifattura e il 38 per cento sono imprese operanti nei servizi di pubblica utilità. Solo il 5,6 per cento delle imprese sarà avvantaggiato dalla deduzione per l'incremento occupazionale;

considerato che:

l'attuazione della delega di riforma fiscale non ha finora prodotto risultati apprezzabili in termini di riduzione della pressione fiscale, prevista al 43,3 per cento (come stabilito nel Documento di economia e finanza del 2024). Come evidenziato anche dalla simulazione ISTAT, il complesso di misure adottate in attuazione della delega di riforma fiscale, e più in generale dall'azione dell'Esecutivo, sono avvenute sostanzialmente senza reperire nuove risorse e con effetti ridistributivi negativi per molte imprese e benefici apprezzabili per poche altre imprese;

la riduzione dell'aliquota IRES, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 111 del 2023 e del decreto legislativo n. 213 del 2023, è stata limitata alle sole imprese che effettuano investimenti o nuove assunzioni entro due periodi d'imposta successivi a quello nel quale è stato prodotto il reddito, offrendo incentivi specifici per determinate categorie di lavoratori considerate meritevoli di maggior tutela. In queste categorie rientrano i lavoratori svantaggiati, i disabili, le donne con almeno due figli minori o prive di impiego regolare da almeno 6 mesi in zone depresse, i giovani sotto i 30 anni ammessi agli incentivi di disoccupazione giovanile e i lavoratori situati in regioni depresse;

l'abrogazione dell'ACE, adottata dal Governo come copertura finanziaria di altre misure di riforma fiscale, ha reso più oneroso il ricorso al capitale proprio rispetto al capitale di terzi, indirizzando maggiormente le scelte di finanziamento delle imprese verso l'indebitamento più che verso una maggiore patrimonializzazione. Il meccanismo incrementale dell'ACE garantiva una riduzione crescente del carico fiscale per le imprese innovative, di piccole dimensioni e quelle "a rischio". Con l'abrogazione dell'ACE, tali vantaggi scompaiono rendendo il nostro sistema economico imprenditoriale meno dinamico e competitivo;

il viceministro dell'economia, Maurizio Leo, ha recentemente affermato che i provvedimenti attuativi della delega di riforma fiscale sono conclusi e che per ulteriori interventi occorre reperire ulteriori risorse, sottolineando che nel frattempo possono essere adottati solo interventi di semplificazione. Tali affermazioni evidenziano il sostanziale fallimento degli obiettivi prefigurati dalla delega per la riforma fiscale per il sostegno alle imprese e la profonda distanza tra i contenuti del programma elettorale e i risultati realmente raggiunti dal Governo,

si chiede di sapere:

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare, in vista della prossima manovra di bilancio, al fine di garantire un sistema fiscale orientato al rafforzamento e alla competitività delle imprese, invertendo il percorso finora intrapreso che ha visto al contrario, come evidenziato dalla nota dell'ISTAT, l'adozione di provvedimenti che hanno generato un incremento della pressione fiscale per numerose imprese, a partire da quelle manifatturiere ed innovative, ed una preoccupante riduzione della loro dinamicità e competitività;

se in relazione all'esigenza di reperire maggiori risorse per la riduzione della pressione fiscale a carico delle imprese intenda avviare un intenso programma di azioni di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale e al sommerso, a partire dal rafforzamento e dall'estensione della fatturazione elettronica, dalla tracciabilità dei pagamenti, dalla riduzione dell'uso del contante, dall'incrocio ed interoperabilità delle banche dati e dal rafforzamento degli organici e dei mezzi a disposizione delle agenzie fiscali e della Guardia di finanza per le attività ispettive e di controllo;

se, alla luce delle richieste del mondo imprenditoriale, intenda attivarsi per il ripristino immediato dell'ACE tenendo conto dei positivi risultati raggiunti da tale strumento in termini di rafforzamento patrimoniale per le imprese beneficiarie e di livelli più elevati di sostenibilità economico-finanziaria rispetto alle imprese non beneficiarie.

(3-01256)

MARTELLA, GIACOBBE, LA MARCA, ROJC, ROSSOMANDO, GIORGIS, RANDO, D'ELIA, FURLAN, MALPEZZI, MANCA, FRANCESCHELLI, ZAMBITO, TAJANI, ALFIERI, LORENZIN, VERDUCCI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:

il Consiglio dell'Unione europea ha adottato il 25 giugno 2024 una decisione con cui ha prorogato, fino al 4 marzo 2026, la protezione temporanea concessa a oltre 4 milioni di ucraini in fuga dalla guerra di aggressione russa;

il meccanismo di protezione temporanea è stato avviato il 4 marzo 2022, pochi giorni dopo l'inizio dell'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte delle forze armate russe, e la sua scadenza era stata inizialmente fissata al 4 marzo 2025;

la legge di bilancio per il 2024 (legge n. 213 del 2023) prevede la proroga fino al 31 dicembre 2024 della validità dei permessi di soggiorno in scadenza al 31 dicembre 2023, rilasciati ai profughi provenienti dall'Ucraina, in conseguenza del riconoscimento agli stessi da parte dell'Unione europea della protezione temporanea;

il Governo italiano dovrebbe dunque a sua volta adottare proprie iniziative per formalizzare la proroga fino al 4 marzo 2026 a favore dei profughi di Ucraina ancora presenti in Italia e le misure di sostegno ai medesimi;

diverse associazioni italiane del volontariato e della diaspora ucraina hanno segnalato come la gran parte degli stessi profughi si sia trasferita in altri Paesi, sia dell'Unione europea che non, oppure sia rientrata in Ucraina nonostante il conflitto in corso;

rilevato che:

le singole famiglie profughe che hanno trovato autonoma sistemazione ricevono ancora oggi un contributo di sostentamento pari a 300 euro mensili per adulto e 150 per minore per i soli primi tre mesi di presenza in Italia (in tal senso si veda l'ordinanza del capo dipartimento della Protezione civile n. 881 del 29 marzo 2022). Somme che, come di tutta evidenza, sono insufficienti a garantire quei diritti di accoglienza e protezione riconosciuti dall'Unione europea con la Decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio del 4 marzo 2022;

inoltre, si evidenzia come sia necessario procedere con l'esclusione dei profughi ucraini dai destinatari della normativa prevista dal decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142, recante attuazione della direttiva 2013/33/UE, recante norme relative all'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, nonché della direttiva 2013/32/UE, recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale. Il predetto decreto legislativo, infatti, dispone la revoca della accoglienza presso strutture pubbliche, CAS o SAI, per coloro che, nel corso di un anno, si trovano a disporre di un reddito superiore all'assegno sociale, pari a 6.947,33 euro e la cui applicazione, oltre a essere oggetto di un diffuso e costante contezioso presso i tribunali amministrativi regionali, risulta fortemente penalizzante per le famiglie ucraine con minori, anziani e disabili a carico,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo abbia la disponibilità di una rilevazione aggiornata sulla presenza dei cittadini ucraini nel territorio nazionale comprensiva del loro numero e della loro localizzazione, sia presso strutture pubbliche di accoglienza che presso alloggi privati e se tale rilevazione sia disponibile al pubblico;

se sia intenzione del Governo procedere ad un adeguamento delle misure di sostegno a favore delle singole famiglie profughe, al fine di garantire pienamente i diritti di accoglienza e protezione riconosciuti dall'Unione europea;

se il Governo, alla luce dei fatti esposti in premessa, non ritenga opportuno procedere con iniziative normative volte all'esclusione dei profughi ucraini dalla platea dei destinatari del citato decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142;

se il Ministro in indirizzo abbia provveduto ad una rendicontazione dei contributi di sostentamento erogati sia alle famiglie ucraine sulla base dei provvedimenti citati in premessa, sia ai Comuni ai sensi del decreto-legge 17 marzo 2022, n. 50, sia del decreto-legge 2 marzo 2023, n. 16.

(3-01259)

BORGHI Enrico - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:

sabato 6 luglio 2024, a Verbania, alla presenza del sottosegretario Delmastro Delle Vedove, si è svolta la cerimonia del giuramento di 300 nuovi agenti della Polizia penitenziaria del 190° corso di formazione;

durante la cerimonia, davanti allo schieramento in altissima uniforme, il Sottosegretario con delega al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (cui afferisce il Corpo di Polizia penitenziaria) ha esortato gli agenti con cori da stadio: una prima urlata domanda "chi sono i migliori?" cui gli agenti hanno risposto all'unisono "noi" e una seconda, identica e urlata domanda, da parte del sottosegretario, cui gli agenti hanno risposto "noi, noi, noi, i migliori siamo noi";

tale performance sarebbe stata persino oggetto di specifiche prove prima della cerimonia ufficiale, condotte dallo stesso Sottosegretario all'interno della caserma;

simili esibizioni, alla presenza di esponenti di Governo, cui peraltro è direttamente assegnato l'indirizzo politico dell'amministrazione di riferimento, e dinanzi a 300 agenti, armati e in divisa, rievoca inevitabilmente il coro fascista di mussoliniana memoria ("a noi") e promuove, per questa via, quel tentativo mai sopito di associare le forze armate e di polizia, invero dedite e leali ai valori della nostra Costituzione, a una delle pagine più buie della storia italiana,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo ritenga che la condotta del sottosegretario Delmastro Delle Vedove, in occasione del giuramento degli allievi del 190° corso di formazione della Polizia penitenziaria corrisponda ad un contegno consono all'occasione, al ruolo istituzionale dei rappresentanti del Governo e alla solennità della cerimonia.

(3-01260)

MISIANI, FURLAN, BASSO, FINA, ROJC, LA MARCA, MANCA, BAZOLI, CAMUSSO, ROSSOMANDO, VERDUCCI, MARTELLA, DELRIO, TAJANI, ZAMBITO, VALENTE, FRANCESCHELLI, GIACOBBE, MELONI, MALPEZZI, NICITA - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

il nuovo sistema di regole del patto di stabilità e crescita, sottoscritto dal Governo Meloni, mira a rafforzare la responsabilità nazionale della programmazione di bilancio attraverso la presentazione da parte degli Stati membri di piani strutturali di bilancio di medio termine (PSB), nei quali dovranno delineare un programma di riforme strutturali e investimenti pubblici e un percorso della spesa primaria netta, da concordare con la Commissione europea e il Consiglio della UE. Il percorso dovrà assicurare la discesa continua e plausibile del debito in rapporto al PIL nel medio termine, il rispetto di "salvaguardie" numeriche comuni e la conformità con gli aggiustamenti richiesti in caso di apertura della procedura di disavanzo eccessivo;

la Commissione europea, preso atto dell'evoluzione a legislazione vigente del deficit in rapporto al PIL indicata nel Documento di economia e finanza del 2024, ha ufficializzato nel mese di giugno, in attuazione delle nuove regole del patto di stabilità e crescita, l'apertura di una procedura d'infrazione per disavanzo eccessivo nei confronti dell'Italia, che comporterà una correzione minima annua del nostro bilancio strutturale per lo 0,5 per cento annuo in rapporto al PIL;

in attuazione del "braccio preventivo" del patto di stabilità e crescita, al nostro Paese è stata quindi assegnata una "traiettoria di riferimento", ossia un orizzonte temporale sul quale ripartire l'intera correzione di bilancio, a valle della quale si aprirà un negoziato tra Commissione e Governo. Entro la scadenza del 20 settembre 2024 il Governo italiano dovrà presentare un "piano pluriennale" di interventi correttivi, che sarà approvato nel pacchetto d'autunno del semestre europeo, assieme alle raccomandazioni sul deficit;

sulla base delle recenti stime dell'Ufficio parlamentare di bilancio, l'aggiustamento strutturale dello 0,5-0,6 per cento annuo in rapporto al PIL su un orizzonte temporale di 7 anni, inserito già nei tendenziali del DEF fino al 2027, conduce, nella migliore delle ipotesi, ad un intervento correttivo superiore ai 10 miliardi di euro annui;

considerato che:

la necessità di un consolidamento ambizioso dello 0,5-0,6 per cento annuo protratto in un lasso di tempo di 7 anni imporrà al Governo di individuare alcune priorità di politica economica e di finanza pubblica. Dopo la fine del PNRR sarà comunque necessario mantenere, come richiesto dalle regole europee, un livello di investimenti pubblici elevato. Allo stesso tempo, il previsto aumento dei costi legati alla transizione demografica e quelli, più incerti ma potenzialmente elevati, per far fronte alle transizioni energetica e climatica, imporrano verosimilmente tagli alle altre componenti del bilancio. Gli annunciati tagli alla pressione fiscale imporrebbero ulteriori riduzioni o tagli dei programmi di spesa. La lotta all'evasione fiscale e al sommerso richiede un netto cambio di impostazione, che dagli ultimi annunci non sembra ancora rientrare negli obiettivi dell'Esecutivo. In sintesi, il Governo dovrà individuare nel "piano pluriennale" la direzione degli interventi correttivi sul fronte delle entrate e della spesa, con decisioni che incideranno inevitabilmente sulle aspettative future dei cittadini e delle imprese, con ricadute che rischiano di riflettersi sul benessere socio-economico e sulla competitività del Paese;

a rendere più complesso il percorso intervengono, poi, le raccomandazioni del Consiglio europeo per l'Italia nel 2024, che riguardano, in sintesi, le riforme economiche e fiscali (tra cui la riduzione del debito pubblico, la riforma del sistema pensionistico, l'efficientamento del sistema tributario e la lotta all'evasione), il mercato del lavoro e l'inclusione sociale (tra cui l'aumento del tasso di occupazione di giovani e donne e l'adozione di politiche per ridurre le disuguaglianze e la povertà), la transizione ecologica e digitale (raggiungimento degli obiettivi del green deal europeo e promozione della digitalizzazione del settore pubblico e privato), l'innovazione e la ricerca (tra cui le iniziative a supporto degli investimenti in ricerca e sviluppo e all'innovazione tecnologica, nonché gli investimenti in infrastrutture strategiche) ed il rafforzamento della capacità amministrativa. Si tratta di interventi, in alcuni casi, che richiedono lo stanziamento di ingenti risorse a carattere permanente;

sulla prossima manovra di bilancio pendono poi, secondo quanto evidenziato dall'UPB, le conferme degli interventi finanziati solo per l'anno in corso dall'ultima manovra che impatterebbero sull'indebitamento netto per circa 18 miliardi di euro. Aggiungendo a tale importo anche altre spese solitamente inserite nelle politiche invariate, quali per esempio gli oneri per il prossimo triennio contrattuale dei dipendenti pubblici (2025-2027), l'impatto complessivo sull'indebitamento netto potrebbe superare abbondantemente i 20 miliardi di euro. Sommando, pertanto, gli obiettivi di correzione e la manovra, l'impegno atteso nel prossimo autunno sarà particolarmente difficile;

sul necessario consolidamento di bilancio potrebbe incidere positivamente un buon andamento della crescita effettiva che, tuttavia, in base alle recenti stime dalle principali istituzioni nazionali ed internazionali è prevista in leggero ribasso per il prossimo anno;

in sintesi si tratta di un quadro preoccupante, che richiede un'immediata azione di trasparenza da parte del Governo Meloni, a partire dai contenuti della "traiettoria di riferimento" assegnata dalla Commissione europea al nostro Paese, per passare ai contenuti del "piano pluriennale" di interventi correttivi e dall'impostazione della prossima manovra di bilancio su cui emergono forti dubbi di sostenibilità per le numerose misure di sostegno da rinnovare per cittadini ed imprese,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo intenda tempestivamente trasmettere al Parlamento e rendere di pubblica conoscenza i contenuti della "traiettoria di riferimento" assegnata dalla Commissione europea al nostro Paese;

se, alla luce dell'apertura della procedura d'infrazione per disavanzo eccessivo, intenda attivarsi per consentire l'avvio immediato di un ampio dibattito nelle sedi istituzionali e con le parti economiche e sociali, orientato a definire le azioni e gli interventi da adottare nei prossimi mesi in attuazione degli obblighi e delle scadenze da rispettare in relazione al nuovo patto di stabilità, a partire da quelli del "piano pluriennale" da presentare in UE entro il 20 settembre 2024;

se intenda presentare in Parlamento, entro brevi termini, un aggiornamento del Documento di economia e finanza del 2024, nel quale sia riportato anche il profilo programmatico delle principali grandezze macroeconomiche e di finanza pubblica per gli anni 2025 e seguenti e siano indicate le linee generali della prossima manovra di bilancio alla luce degli impegni derivanti dal nuovo patto di stabilità e crescita.

(3-01261)

LORENZIN, D'ELIA, MISIANI, MANCA, NICITA, CAMUSSO, PARRINI, RANDO, BASSO, MALPEZZI, ROJC, SENSI, GIACOBBE, VERDUCCI, FURLAN, DELRIO, TAJANI, ZAMBITO, LOSACCO, FRANCESCHELLI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

CDP è una società per azioni a controllo pubblico. Il Ministero dell'economia e delle finanze, con l'82,77 per cento delle azioni, è l'azionista di maggioranza della società, mentre le fondazioni bancarie che detengono il 15,93 per cento del pacchetto azionario sono gli azionisti di minoranza. Il restante 1,30 per cento sono azioni proprie detenute direttamente da CDP;

il Consiglio di amministrazione di CDP, responsabile della gestione della società e della definizione delle strategie del gruppo, è stato nominato il 27 maggio 2021 dall'Assemblea degli azionisti, per un mandato della durata di tre anni. A conclusione del mandato del Consiglio, l'Assemblea di CDP convocata in data 24 maggio 2024 non ha provveduto alla nomina del nuovo Consiglio di amministrazione dell'istituto;

la suddetta Assemblea è stata aggiornata una prima volta al 20 giugno 2024 e successivamente al 27 giugno e ancora al 2 luglio, evidenziando gravi problemi tra gli azionisti nel trovare un accordo sulla composizione del nuovo Consiglio di amministrazione, a partire dalla votazione della lista unica e dal mancato raggiungimento dell'equilibrio per la rappresentanza di genere;

la prossima Assemblea degli azionisti di CDP è stata convocata in data 15 luglio 2024 e, tuttavia, appaiono ancora irrisolte le problematiche che hanno portato al rinvio delle precedenti quattro assemblee;

considerato che:

da indiscrezioni comparse sugli organi di stampa martedì 9 luglio si apprende di possibili modifiche, in vista dell'Assemblea degli azionisti del 15 luglio, all'articolo 15, comma 1, dello statuto di CDP in materia di composizione dei nove membri del Consiglio di amministrazione, al fine di ridurre dagli attuali due quinti, con arrotondamento all'unità superiore, ad un terzo il genere meno rappresentato;

tale scelta appare agli interroganti molto grave, in contrasto in linea generale con le politiche a tutela dell'equa rappresentanza di genere nella società, con le politiche di pari opportunità sollecitate dal Parlamento per promuovere e tutelare le donne, in contrasto con le azioni anche culturali messe in campo contro la cultura dell'odio e della discriminazione di genere;

dal 2010 al 2023, la composizione del Consiglio di amministrazione di CDP ha registrato un significativo aumento della presenza femminile, che è passata da 1 a 4 membri, con un andamento in linea con le normative europee e italiane, come la legge "Golfo Mosca", che promuovono l'equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società;

recentemente, CDP ha ottenuto la certificazione UNI/PdR 125:2022 per la parità di genere, prevista dal PNRR, confermando l'impegno a favore di un ambiente di lavoro equo e inclusivo. Questa certificazione attesta l'attenzione di CDP a politiche di diversità, equità e inclusione (DE&I) e il potenziamento dei programmi di cambiamento culturale;

CDP ha altresì pubblicato un documento ufficiale sulla politica di diversità, equità e inclusione, che sottolinea l'importanza di promuovere una cultura aziendale inclusiva e diversificata. Questo documento dettaglia gli obiettivi e le strategie di CDP per garantire una governance inclusiva e rappresentativa;

risulta fondamentale continuare a promuovere una governance delle società che rispecchi i valori di equità e inclusione, non solo per conformarsi alle normative vigenti, ma anche per sostenere un cambiamento culturale e organizzativo che vinca le discriminazioni di genere a partire da tutti i comparti della Pubblica amministrazione e che confermi l'importanza della parità di genere e i benefici derivanti dalla diversità nelle aziende,

si chiede di sapere:

quali siano le motivazioni che hanno finora impedito la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione di CDP da parte dell'Assemblea degli azionisti;

se corrisponda al vero la notizia diffusa nei giorni scorsi dagli organi di stampa relativa a possibili modifiche allo statuto di CDP finalizzate a ridurre la presenza del genere meno rappresentato tra i membri che compongono il Consiglio di amministrazione di CDP dagli attuali due quinti, con arrotondamento all'unità superiore, ad un terzo;

se il Ministro in indirizzo intenda chiarire le ragioni che hanno indotto alla formulazione della suddetta proposta durante la riunione tenutasi da remoto in data 7 luglio e se non ritenga che tale decisione sia in palese contrasto con gli impegni e i risultati ottenuti finora da CDP, evidenziati anche dalla recente certificazione per la parità di genere e dalle politiche DE&I di CDP;

quali misure intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di garantire la parità di genere e valorizzare le competenze femminili all'interno degli organi decisionali di CDP e se a tal fine intenda attivarsi per evitare modifiche peggiorative dello Statuto di CDP;

quali iniziative intenda adottare al fine di evitare ulteriori rinvii dell'Assemblea degli azionisti di CDP e il protrarsi di una situazione che ad oggi vede una delle più importanti istituzioni al servizio del Paese, a cui è affidata la raccolta di risorse finanziarie dai risparmiatori postali e il compito di sostenere enti pubblici, imprese e infrastrutture, per la crescita economica e sostenibile del nostro Paese, privata degli indirizzi del nuovo Consiglio di amministrazione necessari per la gestione della società e per la definizione delle strategie del gruppo;

se intenda garantire, altresì, la propria presenza alla convocazione urgente richiesta dagli interroganti presso la Commissione parlamentare di vigilanza della Cassa depositi e prestiti, al fine di chiarire tutte le criticità che hanno determinato la mancata tempestiva nomina del nuovo Consiglio di amministrazione di CDP.

se intenda rendere nota l'attuale composizione del genere meno rappresentato nei Consigli di amministrazione delle società controllate e partecipate dal Ministero dell'economia e delle finanze, nonché la presenza percentuale di amministratrici e dirigenti apicali nel complesso delle suddette società;

se intenda attivarsi, per quanto di competenza, al fine di promuovere la diversità di genere non solo nelle grandi società, ma anche nelle piccole e medie imprese, per un cambiamento culturale e organizzativo che rispecchi un reale impegno verso la parità di genere.

(3-01262)

ALFIERI, MALPEZZI, BAZOLI, MIRABELLI, MISIANI, TAJANI, IRTO, BASSO, FINA - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:

il 20 giugno 2023, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato un ordine del giorno per avviare una valutazione sull'intitolazione dell'aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi;

l'ordine del giorno è stato inviato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il 27 ottobre 2023 e, successivamente, il Ministero ha inoltrato la richiesta all'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) il 21 giugno 2024. Lo stesso giorno, il presidente di ENAC ha proposto, tramite una nota, la delibera strategica per l'intitolazione e il 5 luglio il consiglio di amministrazione di ENAC ha deliberato l'intitolazione dell'aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi;

nella lettera che il presidente di ENAC ha inviato al Ministro in indirizzo il 5 luglio, il cui contenuto è stato ripreso in un articolo del quotidiano "la Repubblica", si fa riferimento a un parere del Segretario generale di palazzo Chigi datato 29 dicembre 2023 nel quale si afferma che, in assenza di una legge specifica, la competenza per le intitolazioni degli aeroporti spetti a ENAC;

non risulta ancora chiaro chi abbia richiesto il parere del Segretario generale di palazzo Chigi, con quali motivazioni e che cosa questo parere dica esattamente;

l'articolo 2 della legge n. 1188 del 1927, relativa alle intitolazioni dei luoghi pubblici, prevede che debbano trascorrere 10 anni dalla morte di una persona prima di poter intitolare un luogo pubblico a suo nome, salvo deroga del prefetto;

ad oggi la società SEA, che gestisce lo scalo aeroportuale, non ha ricevuto nessun avviso relativo alla procedura di intitolazione;

il nome di Berlusconi è stato usato come tratto distintivo da un partito politico durante le elezioni europee dell'8 e 9 giugno 2024 e le elezioni amministrative con ballottaggi del 22 e 23 giugno 2024, aspetto che solleva dubbi sulla legittimità dell'intitolazione di un aeroporto durante una campagna elettorale, con l'evidente ambiguità esistente tra il personaggio da commemorare e il partito da votare,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo intenda chiarire quale procedura sia stata seguita per l'intitolazione dell'aeroporto di Malpensa e quali siano le motivazioni per le quali non sia stata seguita la procedura prevista dalla legge n. 1188 del 1927;

se sia a conoscenza delle motivazioni che hanno determinato la richiesta di parere al Segretario generale di palazzo Chigi e se corrisponda al vero che in tale parere si affermi che, in assenza di una legge specifica, la competenza per le intitolazioni degli aeroporti spetti ad ENAC;

se, in ogni caso, sia stato acquisito il parere dei Comuni di Milano, Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo, sui cui territori insiste l'aeroporto di Malpensa in relazione all'intitolazione.

(3-01263)

NICITA, ROSSOMANDO, FURLAN, LA MARCA, VALENTE, IRTO, ZAMBITO, TAJANI, MALPEZZI, GIORGIS, ROJC, CAMUSSO, RANDO, VERDUCCI, MARTELLA, DELRIO - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

durante il periodo pandemico il settore bancario ha registrato una forte crescita della liquidità e un notevole miglioramento della propria redditività. Sulla base dei dati disponibili, gli istituti di credito hanno registrato utili netti nel 2023 per un ammontare pari ad oltre 43 miliardi di euro, in buona parte determinati dal tempestivo adeguamento dei tassi d'interesse sul credito erogato alla clientela alle decisioni di politica monetaria adottate dalla Banca centrale europea;

tali elementi hanno indotto il Governo a introdurre, con l'articolo 26 del decreto-legge n. 104 del 2023, l'imposta straordinaria sull'incremento del margine d'interesse (detta "imposta sugli extraprofitti") valida per il solo anno 2023, tesa a colpire la ricchezza prodotta dagli istituti di credito frutto di circostanze esterne che nulla avevano a che vedere con il normale svolgimento dell'attività bancaria;

l'obiettivo dichiarato da esponenti di vertice del Governo era quello di introdurre una "misura di equità sociale", i cui introiti, stimati in diversi miliardi di euro, sarebbero andati in "aiuto per i mutui delle prime case, sottoscritti in tempi diversi rispetto agli attuali, e il taglio delle tasse";

il provvedimento, approvato dal Consiglio dei ministri il 7 agosto 2023, ha provocato subito una forte caduta dei corsi azionari delle banche e svariate critiche da parte degli organi di stampa nazionale e internazionale, dalla BCE e da alcuni membri del Governo stesso;

pochi giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento, nel corso dell'esame parlamentare del decreto-legge n. 104 del 2023, il Governo ha capovolto le proprie intenzioni ridisegnando la disciplina dell'imposta straordinaria sugli extraprofitti in maniera tale da superare le criticità sollevate dal settore bancario con scelte che, pur rafforzando la solidità patrimoniale degli istituti di credito e la garanzia delle liquidità dei depositi dei risparmiatori, hanno fatto venire meno lo scopo di equità sociale originario della norma e le possibili iniziative di sostegno per le famiglie e le imprese e per la riduzione del loro carico fiscale;

all'esito della riscrittura dell'articolo 26, la base imponibile dell'imposta straordinaria coincide con l'ammontare del margine degli interessi ricompresi nella voce 30 del conto economico redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d'Italia relativo all'esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 che eccede per almeno il 10 per cento il medesimo margine nell'esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022. Inoltre, l'importo massimo dell'imposta straordinaria che può versare il singolo istituto è commisurato non più allo 0,1 per cento dell'attivo ma allo 0,26 per cento dell'attivo ponderato relativo all'esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023;

in luogo dell'effettuazione del versamento di questa imposta, gli istituti di credito possono destinare, in sede di approvazione del bilancio relativo all'esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024, un importo pari a due volte e mezzo l'imposta straordinaria ad una riserva non distribuibile, a tal fine individuata. Questa modifica consente la sospensione della tassazione, prevedendo la costituzione nel patrimonio dei soggetti interessati di una riserva non distribuibile, che, in caso di carenza di utili dell'esercizio, o di perdita di esercizio, può essere alimentata con utili relativi ad esercizi precedenti e, successivamente, con importi di altre riserve patrimoniali;

considerato che:

da notizie raccolte, gli istituti di credito hanno tutti optato per l'accantonamento a riserva non distribuibile pari a 2,5 volte l'importo teorico del prelievo fiscale dell'imposta straordinaria;

le entrate per il bilancio dello Stato, alla luce delle scelte operate dagli istituti di credito in applicazione dell'articolo 26 del decreto-legge n. 104, allo stato attuale sarebbero nulle, contraddicendo gli obiettivi iniziali della misura e le dichiarazioni più volte rilasciate dai membri di vertice del Governo, tanto che, a fronte di ingenti extraprofitti non determinati dal normale svolgimento dell'attività bancaria, non risulta che siano stati finora utilizzati proventi derivanti dall'imposta straordinaria per misure a sostegno di famiglie ed imprese;

l'analisi dei conti trimestrali 2023 e dei bilanci di tutti gli istituti bancari conferma la scelta compatta del settore verso l'esercizio dell'opzione dell'accantonamento a riserva non distribuibile dell'importo pari a due volte e mezzo l'imposta straordinaria, con conseguente rafforzamento patrimoniale. L'importo complessivo accantonato, tuttavia, non appare ancora del tutto chiaro, così come non sono misurabili gli effetti degli accantonamenti sul miglioramento dei servizi e della remunerazione dei depositi della clientela;

si tratta di un quadro complessivo che richiede un'immediata azione di trasparenza da parte del Governo, a partire dalle entrate registrate dall'erario per effetto dell'applicazione dell'imposta straordinaria, per passare all'ammontare degli accantonamenti a riserva degli istituti di credito e dal miglioramento dei servizi e della remunerazione dei depositi della clientela,

si chiede di sapere:

a quanto ammontino le entrate per il bilancio dello Stato derivanti dall'applicazione dell'imposta straordinaria di cui all'articolo 26 del decreto-legge n. 104 del 2023 e quali misure il Ministro in indirizzo abbia adottato o intenda adottare per trasferire tali risorse per il sostegno di famiglie ed imprese;

a quanto ammontino gli accantonamenti a riserva effettuati dagli istituti di credito e quali siano conseguentemente i miglioramenti registrati in tema di servizi e remunerazione dei depositi della clientela per effetto degli accantonamenti;

se intenda confermare che non vi siano connessioni tra l'esercizio della suddetta opzione e l'incremento dei dividendi distribuiti dagli istituiti di credito ai soci e delle remunerazioni o dei trattamenti accessori riconosciuti ad amministratori e personale dirigente dei medesimi istituti;

se intenda attivarsi per promuovere e concordare con gli istituti di credito che hanno beneficiato dell'opzione di accantonamento a riserva non distribuibile la costituzione di un apposito fondo per il sostegno alle famiglie e alle imprese secondo le intenzioni originarie della norma, alimentato da contributi volontari una tantum definiti dai soggetti aderenti.

(3-01264)

RANDO, BASSO, CAMUSSO, CRISANTI, D'ELIA, FURLAN, GIACOBBE, GIORGIS, IRTO, MALPEZZI, MARTELLA, NICITA, ROJC, ROSSOMANDO, SENSI, VALENTE, VERDUCCI - Al Ministro dell'istruzione e del merito. - Premesso che:

in attuazione dell'articolo 11 del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, è stato adottato il nuovo "piano asili nido" nazionale, successivamente attuato con decreto del Ministero dell'istruzione e del merito, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, n. 79 del 30 aprile 24;

il piano prevede un investimento di risorse pari a 735 milioni di euro, che andranno a finanziare quasi 1.900 interventi ammissibili sul PNRR in tutta Italia, i cui beneficiari saranno i singoli Comuni;

il piano si colloca nell'ambito del PNRR, missione 4 (istruzione e ricerca), componente 1 (potenziamento dell'offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università), investimento 1.1;

il decreto, per come configurato, ha l'effetto di escludere dai finanziamenti i piccoli Comuni montani: infatti, i criteri minimi seguiti dal Ministero dell'istruzione per l'assegnazione dei contributi sono parametrati sulla popolazione residente nella fascia d'età 0-2 anni di almeno 60 bambini e sulla copertura del servizio di asilo nido nella stessa fascia d'età, inferiore al 33 per cento;

come denunciato dalla delegazione per l'Emilia-Romagna dell'Unione nazionale comuni comunità enti montani (UNCEM), "si tratta dell'ennesimo intervento sperequativo che non guarda ai veri bisogni delle comunità locali, in particolare quelle più piccole, poste in aree interne e montane, che ogni giorno lottano per contrastare lo spopolamento", aggiungendo che "mettere in condizione i piccoli Comuni di montagna di assicurare l'accesso a tutti i bambini da otto mesi in poi significa creare le condizioni affinché le giovani famiglie possano continuare a vivere nel proprio Comune senza doversi trasferire o attraendone delle nuove";

anche nei piccoli comuni, infatti, ci sono spesso casi di liste d'attesa con richieste che non si riesce ad accogliere per mancanza di posti disponibili; pertanto, il Ministero avrebbe dovuto determinare diversamente i criteri di assegnazione di questi contributi, tenendo conto anche delle esigenze delle aree più marginali, ancora una volta escluse o dimenticate da provvedimenti di respiro nazionale,

si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di sostenere le iniziative dei piccoli Comuni montani nel contrastare lo spopolamento dei loro territori e garantire l'accesso ai finanziamenti previsti dal nuovo piano asili nido a tutti Comuni che ne facciano richiesta, modificando quanto previsto dal decreto ministeriale n. 79 del 2024.

(3-01265)

FURLAN, RANDO, ALFIERI, BASSO, CAMUSSO, CRISANTI, GIACOBBE, LA MARCA, MALPEZZI, MARTELLA, NICITA, ROJC, VERDUCCI - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. - Premesso che:

l'isolotto del comune di Isola delle Femmine (Palermo), area di proprietà privata con un'estensione di circa 15 ettari, è una riserva naturale orientata, istituita con decreto assessoriale n. 584/44 del 1° settembre 1997 al fine di tutelare un'area naturale di interesse geologico, botanico, zoologico e paesaggistico, in conformità alla legge regionale 6 maggio 1981, n. 98, e successive modificazioni e integrazioni. L'isolotto è stato riconosciuto anche come sito "Natura 2000" (zona speciale di conservazione con codice ITA020005);

la riserva ricade nell'area marina protetta denominata capo Gallo-Isola delle Femmine, suddivisa in zone "A", "B" e "C", istituita con decreto 24 luglio 2002 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, in conformità alla legge quadro sulle aree protette e sulla normativa in tutela del mare e definita con l'intesa generale in materia di aree marine protette tra il Ministero dell'ambiente e la Regione Siciliana sottoscritta in data 7 marzo 2001, previo assenso dei Comuni coinvolti (Palermo e Isola delle Femmine). Nello specifico, l'area che circonda l'isolotto è individuata come zona "A" e zona "B";

nell'area marina protetta ricade anche il sito di importanza comunitaria "fondali di Isola delle Femmine-capo Gallo", individuato con codice ITA020047;

considerato che:

da recenti notizie di stampa si è appreso che nella serata di sabato 29 giugno 2024 si è tenuta impropriamente sull'isola una festa di compleanno in cui risultano coinvolte circa 80 persone, tutte identificate dalla Guardia costiera e dalla Guardia di finanza e, successivamente, denunciate;

l'area marina protetta è soggetta a specifici divieti previsti all'articolo 4 del decreto, riguardanti diverse attività come la pesca e la subacquea, volti a scongiurare la compromissione delle caratteristiche dell'ambiente oggetto della protezione e delle finalità istitutive dell'area marina protetta medesima. Le restrizioni si acuiscono nelle zone "A" dove sono previsti divieti aggiuntivi fra i quali la balneazione e la navigazione e la sosta delle imbarcazioni e dei natanti, eccetto quelli di servizio con compiti di sorveglianza e soccorso e le imbarcazioni di appoggio ai programmi di ricerca scientifica;

dall'anno 2019 la gestione e vigilanza dell'area marina protetta è affidata pro tempore, nelle more dell'individuazione di un nuovo soggetto delegato, alla Capitaneria di porto di Palermo, sede di direzione marittima, e opera in regime di dipendenza funzionale dal Ministero;

l'area marina protetta, dopo la sua istituzione, è stata per lungo tempo abbandonata a comportamenti lesivi delle prescrizioni vigenti, che spaziano dagli ancoraggi selvaggi delle barche, che hanno messo a rischio la posidonia, alla pesca abusiva (a tal riguardo si rammenta il sequestro avvenuto nel maggio 2023 di 25 esemplari di ricciola, per un peso totale di oltre 600 chilogrammi), perdendo, così, l'occasione di divenire un "motore di sviluppo per il territorio circostante" come dichiarato da Renato Chemello, professore ordinario di Scienze della terra e del mare dell'università di Palermo, che ha riferito come il rispetto dell'area gioverebbe anche ai pescatori dal momento che la limitazione della pesca ad una volta alla settimana aumenterebbe la resa del pescato del 250 per cento;

i fatti di cronaca ribadiscono la necessità improcrastinabile di puntare i riflettori sull'area nel suo complesso, sia in riferimento alla riserva naturale orientata Isola delle Femmine sia riguardo all'area marina protetta capo Gallo-Isola delle Femmine,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda avviare al fine di tutelare l'area marina protetta capo Gallo-Isola delle Femmine, in considerazione anche dei recenti e gravi fatti di cronaca;

se vi sia l'intenzione di avviare un tavolo di confronto con tutti gli attori coinvolti per esaminare le criticità e i piani di tutela e valorizzazione della riserva naturale orientata e dell'area marina protetta al fine di individuare l'ente gestore, approvare il regolamento, nonché provvedere allo stanziamento di risorse congrue alla ottimale gestione dell'area.

(3-01266)

TURCO - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali, delle imprese e del made in Italy e dell'ambiente e della sicurezza energetica. - Premesso che:

l'ex Cementir, cementeria di Taranto, insediatasi negli anni '60 su una superficie di 300.000 metri quadrati, in seguito divenuta Cemitaly (Italcementi), a causa della grave crisi di mercato e di prodotto e della difficoltà di reperire la materia prima a costi sostenibili, ha manifestato da tempo l'intenzione di cessare l'attività, di abbandonare il sito e di licenziare definitivamente i rimanenti 40 lavoratori ancora in carico;

Cemitaly ha sostenuto che non sono possibili soluzioni alternative ai licenziamenti e non risulta percorribile la possibilità di conversione del sito ad altre produzioni di cemento in ragione sia dell'articolazione più generale del gruppo, che della situazione in cui attualmente versa il mercato del cemento;

considerato che:

a partire dal 2014 e sino al 2021 prima Cementir, poi Italcementi, oggi Heidenberger materials hanno attinto a varie forme di cassa integrazione per traghettare l'azienda e i suoi lavoratori, in un particolare periodo di crisi, a fronte della presentazione di un piano industriale, redatto dalle stesse aziende, mai reso noto e mai attivato nonostante fosse vincolante per l'accesso agli ammortizzatori sociali;

a seguito di tale situazione il futuro dei rimanenti 40 lavoratori del sito di Taranto è a forte rischio poiché dal 16 settembre 2024, periodo in cui scadrà la cassa integrazione straordinaria per area di crisi industriale complessa (art. 44, comma 11-bis, del decreto legislativo n. 148 del 2015), si ritroveranno senza lavoro e senza reddito;

resta per questi lavoratori la possibilità di risolvere il rapporto di lavoro su base volontaria attraverso l'accettazione dell'incentivo all'esodo, periodo che comunque potrà partire alla scadenza dell'ultimo accordo, ovvero a settembre 2024;

appare del tutto tramontata la possibilità di candidare l'ex cementificio nella riconversione per la produzione di idrogeno verde, prevista per le aree industriali dismesse;

la vicenda dell'ex Cementir ha anche un risvolto di natura ambientale in quanto cessando l'attività per legge decadrà anche l'autorizzazione integrata ambientale ottenuta dall'azienda dalla Provincia di Taranto, che rilascerà all'azienda una serie di prescrizioni per la messa in sicurezza del sito, stante il piano di bonifica attualmente ancora in corso d'opera,

si chiede di sapere:

se sia prevista una proroga per ulteriori 12 mesi degli ammortizzatori sociali per i 40 lavoratori;

con quali modalità sia prevista l'introduzione delle clausole sociali sul reimpiego dei lavoratori nelle attività a sostegno della messa in sicurezza e di bonifica del sito industriale una volta che saranno avviate le citate attività.

(3-01268)

NAVE, DI GIROLAMO, BILOTTI, NATURALE, LICHERI Ettore Antonio, CROATTI, PIRRO, LICHERI Sabrina, ALOISIO - Ai Ministri delle imprese e del made in Italy e delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:

senza Responsabilità civile Auto (RCA), assicurazione obbligatoria in Italia che prevede i rimborsi delle compagnie agli eventuali danni cagionati da un veicolo assicurato sempre a fronte del pagamento di un premio annuale, entro un limite stabilito da contratto, non si può circolare;

quello dei rincari delle assicurazioni auto è un problema reale e molto avvertito negli ultimi anni, precisamente in due anni i rincari delle polizze hanno portato, considerate le 32,9 milioni di auto assicurate in Italia, a una stangata complessiva da 1,5 miliardi di euro a discapito degli automobilisti e tutto questo nonostante la dotazione patrimoniale delle compagnie assicurative si sia consolidata, la redditività migliorata e la liquidità distesa;

si tratta di incrementi non giustificati e, per citare l'ultima indagine IPER dell'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS) relativa al primo trimestre 2024, sono pari al 7,2 per cento su base annuali. Per le associazioni dei consumatori, in prima linea il Codacons, i prezzi delle polizze hanno iniziato a crescere precisamente nella seconda metà del 2022, portando il premio medio in primavera 2024 a quota 400, pertanto in poco più di due anni le tariffe sono passate da una media di 353 euro di gennaio 2022 ai 400 attuali, con un aumento di ben 47 euro a polizza (dato IVASS);

sempre negli ultimi anni le stesse compagnie assicurative hanno iniziato a promuovere per i propri clienti, in cambio di uno sconto considerevole (riduzione sul premio sfino al 25 per cento), la scatola nera (black box): un dispositivo posizionato sulla batteria dell'automobile oppure sulla parte posteriore rispetto al cruscotto, che acquisisce dati relativi alla posizione, accelerazione, velocità del veicolo (e quindi sullo stile di guida del conducente), che potrebbero poi essere di ausilio anche per ricostruire la dinamica di un eventuale incidente e per prevenire le frodi assicurative. La black box può inoltre essere utile in caso di furto fornendo altresì la geolocalizzazione del veicolo ed è spesso inserita come bonus sulla garanzia accessoria furto e incendio;

il ruolo delle polizze RC auto con scatola nera risulta positivo visto il forte abbassamento delle tariffe per l'utente, ma portatore del classico paradosso italiano. La proposta della scatola nera, da un lato consente la riduzione del costo della polizza in fase di rinnovo e sulla condotta di guida assunta durante l'anno precedente, mentre dall'altro riduce la probabilità di cambiare compagnia in quanto i dati non sono trasferibili da un'assicurazione all'altra. Se si vuole ottenere lo sconto per la buona condotta stradale si deve rimanere con la stessa compagnia assicurativa e non si può usufruire dei classici e frequenti sconti di benvenuto offerti dalle diverse compagnie;

considerato che, a parere degli interroganti:

è urgente lavorare al riordino dell'intero sistema assicurativo nazionale per contrastare gli aumenti dei prezzi RC auto ed urgente risulta altresì introdurre novità al fine di garantire l'efficienza e la sostenibilità del settore, ma al contempo la tutela dei cittadini, sia quale assicurati che quali danneggiati;

è necessario avviare un monitoraggio costante del settore sulla base delle segnalazioni pervenute in questi anni al Garante dei prezzi da parte di singoli cittadini e associazioni dei consumatori;

è fondamentale regolare in maniera dettagliata le modalità di trasmissione tra le diverse compagnie dando all'automobilista la concreta possibilità di scegliere periodicamente l'offerta più vantaggiosa proposta dalle compagnie stesse, conservando tutti i dati e senza perdere lo sconto accumulato grazie all'impiego della black box,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo intendano prevedere procedure che possano semplificare i processi descritti a beneficio degli assicurati e favorire la concorrenza nel settore;

quali misure intendano adottare al fine di consentire agli assicurati, nelle more della piena interoperabilità, il trasferimento dei dati contenuti nelle scatole nere pur cambiando compagnia assicuratrice;

come intendano, per evitare che vengano meno gli effetti dell'art. 132-ter, comma 1, lettera b) del Codice delle assicurazioni private che tramite il regolamento IVASS 37/2018 porterebbe ad una riduzione del tariffato mediante scontistica obbligatoria a fronte di un fabbisogno invariato, rimodulare la classificazione di territorio, affinché vi siano aree omogenee, seppur non contigue territorialmente, in cui applicare una mutualità attualmente non applicata;

quali risorse intendano mettere a disposizione per realizzare il riordino del sistema assicurativo nazionale, il monitoraggio del settore e la riforma concorrenziale.

(3-01269)

MAIORINO, NAVE, BEVILACQUA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno. - Premesso che:

l'ordinamento italiano prevede diverse tipologie di permessi di soggiorno per i cittadini stranieri, tra cui il permesso di soggiorno per protezione temporanea e il permesso di soggiorno per protezione speciale;

a partire dal 2022, a seguito dell'inizio della guerra in Ucraina, la protezione temporanea è stata attivata in tutta l'Unione europea attraverso la Decisione 2022/382, approvata dal Consiglio UE e recepita nel nostro ordinamento dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 marzo 2022;

in virtù di tali norme è attualmente garantita la protezione temporanea in Italia ai cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022, ai cittadini di Stati terzi o apolidi che beneficiavano della protezione internazionale o di protezione nazionale equivalente in Ucraina prima del 24 febbraio 2022, e ai loro familiari;

con la legge n. 213 del 2023, che prevede la proroga dello stato di emergenza in Italia fino al 31 dicembre 2024 per i profughi ucraini, sono state previste importanti novità in relazione al permesso di soggiorno per protezione temporanea. In particolare è stata prevista la possibilità che i permessi per protezione temporanea rilasciati siano convertibili in permessi di soggiorno per motivi di lavoro su richiesta degli interessati;

tale ultima previsione è particolarmente importante per garantire a coloro che, trasferitisi in Italia, hanno iniziato a strutturare la propria vita sul territorio e hanno, così, finalmente la possibilità di programmare la propria vita sul lungo termine e decidere liberamente se rimanere in Italia;

al contrario, il permesso di soggiorno per protezione speciale, per i cittadini stranieri che, pur non avendo diritto alla protezione internazionale, presentano fondato timore di subire persecuzioni, tortura, trattamenti inumani e degradanti, o violazione di diritti costituzionali o internazionali vincolanti per lo Stato italiano nel caso di ritorno nel Paese di origine, a seguito delle modifiche introdotte dal decreto-legge n. 20 del 2023 (denominato "Decreto Cutro"), convertito, con modificazioni, dalla legge n. 50 del 2023, non può più essere convertito in un permesso di soggiorno per motivi di lavoro;

quanto descritto crea una disparità di trattamento tra cittadini stranieri di serie A e cittadini stranieri di serie B. Infatti, i cittadini stranieri, seppur possessori di uno e dell'altro permesso di soggiorno che comprova situazioni gravi in caso di rientro e permanenza nel Paese di origine, non hanno le stesse possibilità di permanenza sul territorio italiano sulle quali pianificare prospettive di vita migliori;

considerato che:

è fondamentale garantire uguaglianza di trattamento e pari opportunità per tutti i cittadini stranieri presenti sul suolo nazionale;

l'integrazione e la coesione sociale sono obiettivi prioritari per lo sviluppo armonioso della società italiana, che mira a favorire quell'inserimento stabile e duraturo che dovrebbe essere centrale nella tutela dei titolari di protezione e nell'impianto del diritto di asilo ai sensi dell'articolo 10 della Costituzione,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza della situazione di disparità di trattamento esistente tra i cittadini stranieri con permesso di soggiorno per protezione temporanea e quelli con permesso di soggiorno per protezione speciale venutasi a creare a seguito dell'entrata in vigore del cosiddetto "Decreto Cutro";

quali provvedimenti intenda adottare per ridurre o eliminare tale disparità, garantendo a tutti i cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale le stesse opportunità;

quali iniziative intenda promuovere per favorire l'integrazione e la coesione sociale dei cittadini stranieri, indipendentemente dalla tipologia di permesso di soggiorno in loro possesso.

(3-01270)

Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento

MIRABELLI, VERINI, RANDO, VALENTE - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno e dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. - Premesso che:

la legge 13 settembre 1982, n. 646, nota come legge "Rognoni-La Torre", ha introdotto nel codice penale il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, articolo 416-bis ed anche la conseguente previsione di misure di sequestro patrimoniali applicabili all'accumulazione illecita di capitali;

il comma 7 dell'articolo 1 della legge n. 646 stabilisce che "nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono l'impiego";

con la legge 7 marzo 1996, n. 109, recante "Disposizioni in materia di gestione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati" si stabilisce che la restituzione alla collettività delle ricchezze e dei patrimoni sottratti alle organizzazioni criminali diventa un'opportunità di impegno responsabile per il bene comune. La dimensione etica dei percorsi scaturiti dalle esperienze di riutilizzo per finalità sociali si trova, infatti, nella corresponsabilità che ha trasformato quei beni da esclusivi a beni condivisi;

la citata legge n. 109 del 1996 disegna un originale modello italiano di riutilizzo dei beni confiscati; infatti, si caratterizza per la possibilità di trasferire i beni confiscati agli enti territoriali, che possono impiegarli per scopi istituzionali ma principalmente per scopi sociali, assicurandone così la restituzione alle stesse comunità danneggiate dal fenomeno criminale;

a seguito della confisca definitiva i beni sono acquisiti al patrimonio dello Stato. È l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni confiscati a deliberare in ordine alla destinazione del bene, versando al Fondo unico per la giustizia le somme di denaro, ivi incluse quelle derivanti dalla vendita dei beni. I beni immobili sono mantenuti al patrimonio dello Stato, per finalità di giustizia, ordine pubblico e protezione civile o per essere utilizzati da altre amministrazioni pubbliche, ovvero trasferiti agli enti locali che potranno gestirli direttamente oppure assegnarli in concessione, a titolo gratuito, ad associazioni del terzo settore, seguendo le regole della massima trasparenza amministrativa e del riuso sociale;

in data 1° luglio 2024 l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, alla presenza del Ministero dell'interno, hanno firmato un protocollo d'accordo per riassegnare, attraverso la controllata ISMEA, un primo blocco di 1.400 terreni confiscati sui 9.000 a disposizione, a giovani imprenditori del settore agricolo previo corresponsione di un canone agevolato;

tale protocollo, per la prima volta, rivolgendosi ad attività di tipo imprenditoriale, apre la strada alla privatizzazione nella gestione dei beni confiscati cedendo il passo a meccanismi meramente economici che si allontanano dall'idea di riuso sociale del bene confiscato come principale strumento della lotta alle mafie disconoscendo l'importante lavoro fin qui svolto dal terzo settore come motore principale di un nuovo modello di sviluppo territoriale;

rilevato che:

il protocollo prevede che le attività imprenditoriali debbano avvenire all'interno di progetti che prevedano iniziative a favore di soggetti con disabilità ed immigrati, nonché iniziative a carattere didattico e divulgativo. Si svuota così la programmazione di percorsi dedicati al territorio, rendendoli delle mere iniziative di contorno ad attività economiche. Nessuna di queste esperienze di imprenditorialità, da quanto si legge nella comunicazione ufficiale dell'Agenzia, verrà sottoposta a un codice etico sulle norme per la contrattazione collettiva e contro il subappalto nella filiera agricola, sul rispetto di vincoli per coltivazioni non intensive, ma piuttosto votate al biologico, sul rispetto delle norme a tutela dell'ambiente e dell'ecologia locale;

il protocollo svilisce, pertanto, il senso del riuso sociale attraverso dei contratti di affitto a imprese private, immaginando solo il reimpiego dei profitti, e che questo vuol dire privare i territori di percorsi di consapevolezza e di rinascita, che devono essere accompagnati e non troncati sul nascere,

si chiede di sapere:

se la Presidente del Consiglio sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali siano le sue valutazioni in merito e se non ritenga che l'iniziativa assunta dai Ministri in indirizzo possa aprire le porte ad una privatizzazione dei beni confiscati alle mafie stravolgendo il senso della norma;

se i Ministri in indirizzo non ritengano necessario e urgente intervenire per annullare il protocollo alla luce dei profili di illegittimità dell'atto stesso, vista la platea dei destinatari dei beni confiscati difforme da quella prevista dalla norma, che si rivolge esclusivamente ad enti locali, associazioni o comunità e non certo a singoli imprenditori, e al contempo visto che la legge n. 109 del 1996 e l'articolo 48 del Codice antimafia prevedono specifiche procedure per l'assegnazione dei beni immobili confiscati, procedure che non contemplano affatto intese tra Ministeri e men che mai un coinvolgimento del Ministero dell'agricoltura.

(3-01257)

VERINI, MALPEZZI, RANDO, ZAMBITO, TAJANI, ROJC, ROSSOMANDO, BASSO, MIRABELLI, SENSI, LOSACCO, CAMUSSO, FURLAN, MANCA, GIACOBBE, D'ELIA, VALENTE - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:

nel 1998 Enrico Forti, detto Chico, fu tratto in arresto a Miami, negli Stati Uniti, con l'accusa di omicidio venendo rinviato a processo. L'accusa a Forti era di aver ucciso una persona che si stava accorgendo di una truffa che Forti avrebbe messo in atto per acquisire un hotel a un prezzo molto inferiore al vero valore di mercato. Nel 2000 Chico Forti è stato condannato all'ergastolo senza condizionale per omicidio negli Stati Uniti;

Forti ha sempre dichiarato di essere vittima di un complotto ordito dalla polizia, ma ha negato l'autorizzazione a pubblicare il verbale del processo;

diversi governi del nostro Paese si sono interessati alla vicenda ed hanno attivato trattative diplomatiche affinché gli organi preposti americani potessero valutare e consentire a Forti di avvalersi dei benefici previsti dalla convenzione sul trasferimento delle persone condannate per scontare la pena in Italia;

il 1º marzo 2024 la Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, durante la visita negli Stati Uniti, ha annunciato l'accordo di trasferimento di Forti in Italia;

ad aprile 2024 il tribunale di Trento ha riconosciuto e confermato la sentenza dell'ergastolo e, dopo che Chico Forti si è dichiarato colpevole, è stato trasferito in Italia il 18 maggio 2024, accolto in maniera insolita e con gli onori di Stato dalla presidente Meloni, e trasferito nel carcere di Montorio a Verona;

all'interno del carcere, secondo quanto rivelato da alcuni organi di stampa, un altro detenuto ha riferito che Forti gli avrebbe chiesto di contattare qualche 'ndranghetista per mettere a tacere Marco Travaglio, Selvaggia Lucarelli e una terza persona di cui non si ricorda il nome. Sempre secondo quanto riportato dagli stessi organi di informazione e riferito dal detenuto, in cambio Forti gli avrebbe promesso un aiuto futuro non appena riottenuta la libertà anche perché avrebbe espresso l'ambizione di entrare in politica con il centrodestra e di ricompensarlo con altri favori. La richiesta di Forti sarebbe conseguenza del titolo di "Benvenuto assassino" che "il Fatto Quotidiano" gli ha riservato al momento del trasferimento in Italia;

il detenuto che ha raccolto la richiesta di Chico Forti avrebbe avvertito delle sue intenzioni il Garante dei detenuti, pregandolo di segnalare la conversazione al direttore de il Fatto. Un altro recluso presente al colloquio di Forti ha confermato le frasi. Travaglio, informato, ha segnalato quanto descritto ai magistrati;

la procura di Verona, che ha sentito i testimoni, ha aperto un fascicolo e ha fatto stilare una relazione di servizio ai carabinieri e l'ha inoltrata al Dipartimento dell'amministrazione giudiziaria. Il prefetto di Verona ha ricevuto una relazione sulle esigenze di sicurezza delle tre persone in pericolo,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo abbia intrapreso tutte le iniziative necessarie urgenti al fine di acquisire tutti gli elementi utili all'accertamento della verità anche al fine dell'attivazione di successivi percorsi giudiziari;

quando e come ritenga di fornire informazioni su questa drammatica ed inquietante vicenda, esprimendo parole chiare da parte del Governo.

(3-01258)

GASPARRI - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:

la Corte di Appello di Roma ha disposto gli arresti domiciliari per Natale Hjorth Gabriel Christian, uno dei due cittadini americani coinvolti nell'uccisione del maresciallo dei Carabinieri Cerciello, presso l'abitazione della nonna paterna, residente a Fiumicino (Fregene), in provincia di Roma;

nonostante la condanna a 11 anni, peraltro a giudizio dell'interrogante irrisoria, decisa in sede di appello e nonostante il fatto che l'imputato non abbia risarcito in alcun modo i familiari del maresciallo Cerciello, come ha eccepito l'ottimo avvocato Coppi, è stata disposta la sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari;

come si legge nell'ordinanza della II Corte d'assise d'Appello di Roma, tra gli altri, è stato considerato "il periodo di custodia già sofferto a far data dal 27.7.2019 ad oggi, pari, pertanto a quasi metà della pena complessiva irrogata e non ancora definitiva e l'efficacia deterrente dispiegata da tale pre sofferta misura";

a parere dell'interrogante, la decisione della Corte d'Appello di Roma è sconcertante e vergognosa, offende coloro che indossano la divisa e servono la Patria con sacrificio, affrontando ogni giorno rischi elevati, mortifica l'Arma dei Carabinieri, offende la famiglia Cerciello e suscita l'indignazione dei cittadini onesti, considerato tra l'altro che la Corte si è espressa senza attendere neanche un risarcimento e pur rilevando le perduranti esigenze cautelari,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo ritenga, nell'ambito delle proprie competenze, di attivare i poteri ispettivi previsti dalla normativa per verificare la correttezza dell'operato degli uffici giudiziari.

(3-01267)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

SCALFAROTTO - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:

la struttura del carcere di Quarto, in provincia di Asti, prevede al suo interno il regime di alta sicurezza per detenuti legati alla criminalità organizzata, i quali sono sottoposti ad una sorveglianza più stretta rispetto ai detenuti comuni: attualmente il regime di alta sicurezza del carcere di Quarto ospita circa 300 persone, per lo più affiliate a organizzazioni di stampo mafioso;

il sindacato della Polizia penitenziaria ha segnalato come all'interno della struttura, ormai da sei mesi, si sia instaurata una sorta di "autogestione" da parte dei detenuti: secondo quanto si apprende, alcuni detenuti non rientrano nelle loro rispettive celle da diverso tempo, ponendo in essere azioni di protesta e non rispettando in alcun modo gli ordini degli agenti penitenziari;

i sindacati hanno sollecitato l'intervento del prefetto, chiedendo l'adozione di provvedimenti urgenti e concreti e il trasferimento in altre strutture detentive dei soggetti più rivoltosi al fine di alleviare e ridurre la pressione nel carcere di Quarto, dopo che il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e il provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria non hanno avanzato alcun tipo di soluzione nonostante le diverse sollecitazioni avanzate dagli agenti penitenziari;

il personale della Polizia penitenziaria è sottoposto a un insostenibile grado di stress psicofisico che sta mettendo a rischio la salute, registrando come conseguenza un forte aumento delle assenze per malattia e richieste di ferie e riposi settimanali;

tra le criticità sollevate dalle denunce dei sindacati di Polizia penitenzia, si segnala anche una forte mancanza nella gestione del personale a causa della carenza di indicazioni e guide da parte dei vertici della struttura;

a peggiorare la situazione, già grave, risulterebbe che le funzioni del direttore sarebbero svolte da un nuovo soggetto incaricato, il quale tuttavia svolge il proprio compito spesso a distanza, telefonicamente, lasciando gli agenti in una situazione di abbandono del tutto ingiustificabile;

appare incomprensibile come nonostante le istanze degli agenti e dei sindacati non vi sia stato alcun atto o iniziativa da parte del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria;

sono indispensabili azioni urgenti e concrete affinché agli agenti in servizio venga garantito tutto il supporto organizzativo, psicologico e professionale necessari ad affrontare la gravissima situazione di disorganizzazione creatasi nel carcere di Quarto,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia conoscenza della situazione nel reparto di alta sicurezza del carcere di Quarto e quali misure intenda adottare al fine di ripristinare immediatamente l'ordine e la sicurezza nell'istituto, garantendo il rispetto delle regole e la protezione del personale penitenziario e dei detenuti;

se non intenda fornire spiegazioni circa la mancanza di risposta da parte del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e del provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria dopo le diverse sollecitazioni avanzate dai sindacati della Polizia penitenziaria in merito alla situazione ingestibile del carcere;

se sia a conoscenza delle gravi carenze nella gestione della struttura e quali misure intenda assumere per assicurare una presenza efficace e continua dei vertici dirigenziali all'interno del carcere;

quali misure intenda adottare per supportare il personale penitenziario in termini di risorse umane e psicologiche per affrontare l'attuale situazione di crisi e prevenire future situazioni simili.

(4-01314)

SILVESTRONI - Ai Ministri dell'ambiente e della sicurezza energetica e della salute. - Premesso che:

in data 1° dicembre 2022 (in Gazzetta Ufficiale n. 302 del 28 dicembre 2022) il sindaco Gualtieri ha adottato, in qualità di commissario straordinario di governo per il Giubileo 2025, le seguenti ordinanze relative all'approvazione del piano di gestione dei rifiuti di Roma capitale e dei relativi documenti previsti dalla valutazione ambientale strategica (VAS) e quella per le attività propedeutiche, volte alla realizzazione nel territorio di Roma capitale di un impianto di termovalorizzazione autorizzato con operazione R1, di capacità di trattamento pari a 600.000 tonnellate all'anno di rifiuti;

in merito, il Dipartimento ciclo dei rifiuti di Roma capitale ha diramato sempre il 1° dicembre 2022 un avviso pubblico esplorativo per la manifestazione di interesse, in esito al quale, con ordinanza del commissario straordinario di governo n. 27 del 16 novembre 2023, si è proceduto con la pubblicazione del bando sul sito di Roma capitale concernente "Proposta di PPP in finanza di progetto per l'affidamento in concessione della progettazione, autorizzazione all'esercizio, costruzione e gestione del polo impiantistico relativo ad un impianto di termovalorizzazione autorizzato con operazione R1 e capacità di trattamento pari a 600.000 ton/anno di rifiuti, e annessa impiantistica ancillare per la gestione dei rifiuti residui decadenti dal trattamento termico, la mitigazione delle emissioni di anidride carbonica e l'ottimizzazione della distribuzione dei vettori energetici recuperate";

il valore complessivo stimato della concessione sarebbe di circa 7, 4 miliardi di euro per la durata totale della concessione di 33 anni e 5 mesi, sulla base del piano economico-finanziario presentato dal Comune di Roma. L'impianto dovrebbe entrare in funzione però nel 2027. Se così fosse, l'emergenza rifiuti, legata al massiccio afflusso di turisti e di pellegrini nel 2025, anno giubilare, sarebbe definitivamente conclusa. Pertanto potrebbe esserci una violazione di legge sotto il profilo della falsa applicazione dell'articolo 13 del decreto-legge n. 50 del 2022, poiché la finalità propria della norma è quella della gestione dei rifiuti del periodo giubilare e l'esercizio del potere del commissario terminerebbe con l'avvio del termovalorizzatore, nel febbraio 2027, quindi, se così fosse, non risulterebbe esserci una correlazione effettiva fra il Giubileo e la realizzazione del progetto;

come si legge nell'avviso pubblico, Roma capitale erogherà un contributo pari al 49 per cento dei costi dell'investimento massimo e comunque non superiore a 40 milioni di euro, da intendersi a copertura delle sole opere ancillari all'impianto di trattamento termico, ma basandosi sulla relazione tecnica dell'avviso capitolino, il quale prevede anche un impianto di cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica di processo; l'impianto potrebbe raggiungere i 334 milioni e 542 milioni di euro (compreso l'impianto di stoccaggio dell'anidride carbonica, valutato in 56,4 milioni di euro) e potrebbe verificarsi un aumento dei costi da parte dell'amministrazione; altresì, l'impianto per catturare e stoccare quasi il 90 per cento di anidride carbonica proveniente dal termovalorizzatore pare essere attuato su scala europea in fase sperimentale, quindi potrebbe essere di complicata gestione;

inoltre, il termovalorizzatore, per essere veramente efficace, dovrebbe essere localizzato in prossimità di Roma capitale, così come accade nelle città europee, a circa 5 chilometri, e non ad oltre 21; il luogo individuato dal commissario sarebbe quello della località di Santa Palomba e andrebbe ad interessare i comuni di Albano, Ariccia, Ardea e Pomezia, e in generale i comuni riconducibili alla zona dei Castelli romani. L'eccessiva distanza dal centro di Roma potrebbe comportare un incremento del traffico su una rete stradale già congestionata, la via Ardeatina, a causa del conseguente transito dei mezzi pesanti adibiti al trasporto dei rifiuti, nonché avere una ricaduta sull'utilizzazione delle risorse del territorio; il sito, inoltre, è attraversato da importanti falde acquifere provenienti dai Castelli romani e dai laghi di Albano e di Nemi e i lavori dovuti alla realizzazione delle strutture edili per la costruzione dell'impianto potrebbero impattare sul terreno, sottoponendo la falda a rischi di inquinamento e, altresì, le emissioni di sostanze dannose derivate dalle combustioni potrebbero avere ripercussioni per la salute pubblica e la salubrità dell'aria. In aggiunta, a causa dell'eccessiva distanza dal centro città, il recupero di calore a mezzo di teleriscaldamento ne impedirebbe l'utilizzo da parte dei cittadini romani, rendendo eccessivi anche i costi di ridistribuzione del calore che, da quanto si evince dalle relazioni tecnico-economiche, non verrebbe utilizzata dagli impianti industriali presenti nella zona interessata; oltretutto, la nascita di questo impianto, potrebbe aggravare lo stato di salute della popolazione e aumentare il livello di inquinamento dell'area, vista la presenza della discarica di Roncigliano ad Albano; inoltre, l'assetto territoriale-urbanistico della zona, proprio a testimoniarne la peculiarità del paesaggio inedificato e quindi le connesse esigenze di tutela, sarebbe soggetto al vincolo continuo del Ministero della cultura; le criticità ambientali, pertanto, potrebbero essere impattanti sulla componente aria (emissioni odorigene ed emissioni in atmosfera convogliate e diffuse), componente acque sotterranee (gestione delle acque di processo) e suolo (gestione dei conferimenti e stoccaggi dei rifiuti); infine, così come prevede il piano regionale gli obiettivi di riciclo fissati al 63 per cento (minimo), senza un'adeguata politica di raccolta differenziata, rischiano di rimanere ai parametri attuali, ovvero al 42-43 per cento;

la scelta del commissario straordinario avrebbe suscitato, così come riportato da molti organi di stampa, un "malcontento" da parte delle amministrazioni comunali della zona dei Castelli romani, che parrebbero non essere state coinvolte nella decisione di modifica del piano di gestione dei rifiuti, nonché da parte di numerosi comitati, cittadini e diverse associazioni ambientaliste, preoccupati per le possibili ripercussioni ambientali e sulla salute pubblica;

con l'Europa e il mondo che spingono verso politiche di economia circolare, gli impianti di trattamento con recupero energetico appaiono oggi più che mai superati, obsoleti e molto costosi, perché, così come individuato nella scala gerarchica della Commissione europea, esistono delle strategie più virtuose da mettere in atto, come prevenzione, riuso, riciclo, raccolta differenziata. Anche le risorse del PNRR sembrano non contemplare gli impianti di termovalorizzazione, considerando l'incenerimento un ostacolo sulla strada della decarbonizzazione, oltre che una scelta contraria all'economia circolare,

si chiede di sapere:

se si intenda verificare la legittimità dell'iter normativo delle procedure avviate da Roma capitale nell'esplicitazione dell'affidamento della concessione, la non violazione dei poteri speciali conferiti al commissario straordinario del Governo e se la loro attuazione sia circoscritta e coincidente con il perimetro dettato dalla norma;

quali misure si intenda adottare per gli eventuali rischi per la salute pubblica, ambientale e dei territori interessati, valutando la possibilità di intraprendere procedure alternative e quali misure si voglia mettere in atto per verificare l'eventuale attuazione e relativa gestione del progetto;

se la realizzazione dell'impianto così conosciuto possa essere uno strumento valido ed efficace, al fine di affrontare le problematiche derivanti da un massiccio afflusso di persone, previsto per il Giubileo 2025, in tema di smaltimento di rifiuti.

(4-01315)

(già 3-00830)

SILVESTRONI - Ai Ministri dell'ambiente e della sicurezza energetica e dell'interno. - Premesso che:

a quanto si legge da alcune agenzie di stampa, in un comunicato congiunto di LabUr, Laboratorio di Urbanistica e COPX, Rete per Rete per la Conferenza sui Rifiuti Municipio X, pare vi siano alcune irregolarità in merito agli atti del bando di gara pubblicato il 16 novembre 2023 dal Dipartimento ciclo dei rifiuti prevenzione e risanamento dagli inquinamenti di Roma Capitale, in merito alla Proposta di PPP in finanza di progetto per l'affidamento in concessione della progettazione, autorizzazione all'esercizio, costruzione e gestione del polo impiantistico relativo ad un impianto di termovalorizzazione autorizzato con operazione R1 e capacità di trattamento pari a 600.000 tonnellate/anno di rifiuti, e annessa impiantistica ancillare per la gestione dei rifiuti residui decadenti dal trattamento termico, la mitigazione delle emissioni di anidride carbonica e l'ottimizzazione della distribuzione dei vettori energetici recuperati;

dalle notizie apparse sulla stampa, la gara per la realizzazione dell'impianto di termovalorizzazione di Santa Palomba, annunciata anche dal sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, nonché commissario straordinario per l'Anno giubilare 2025, di un valore complessivo di circa 7,4 miliardi di euro per una concessione della durata di 401 mesi, ovvero circa 33 anni, riporterebbe delle irregolarità in merito all'inserimento di una particella catastale, la 105 del foglio 1186, non citata nell'ordinanza del commissario straordinario n. 8 del 1° dicembre 2022 con la quale sono stati disposti: la realizzazione da parte di Roma Capitale di un impianto di termovalorizzazione autorizzato con operazione R1, di capacità di trattamento pari a 600.000 tonnellate/anno di rifiuti, di cui all'allegato C, Parte Quarta del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni ed integrazioni, con le caratteristiche previste dal Piano di gestione dei rifiuti Roma Capitale approvato dal commissario straordinario; un vincolo di destinazione finalizzato all'installazione del predetto impianto di termovalorizzazione, sui terreni e sulle pertinenze siti nel territorio di Roma Capitale, identificati dai seguenti dati catastali: Foglio 1186 - Particelle 560, 561, 673, 818, 819, 820, 821, 822, acquisiti da A.M.A. S.p.A. in forza di rogito notarile n. 13786 del notaio Nicola Atlante registrato a Roma in data 25 novembre 2022;

inoltre, la particella 105 del foglio 1186, farebbe riferimento ad un'area esclusa dal vincolo di destinazione finalizzato all'installazione di un impianto di termovalorizzazione e anche se trattasi di un'area di pochi metri quadrati (192 mq), sarebbe funzionale al progetto dell'intero impianto;

il comunicato congiunto riporta, altresì, che ci sarebbero due distinti atti di compravendita, redatti dallo stesso notaio, tra AMA e la Immobiliare Palmiero F., il primo datato 24 novembre (relativo alle particelle citate in ordinanza) il secondo datato sempre 24 novembre, relativo alla particella 105; pertanto la particella 105 del foglio 1186 sarebbe entrata nella gara sul termovalorizzatore di Roma che scadrà il 18 maggio 2024,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti riportati e quali misure intendano mettere in atto qualora le irregolarità descritte fossero accertate, in virtù del fatto che la decisione di realizzare il termovalorizzatore nel territorio di Roma Sud è oggetto di contestazioni da parte dei sindaci dell'area dei Castelli Romani, dei vari comitati e associazioni ambientaliste, nonché dalla cittadinanza, per l'impatto che l'inceneritore avrebbe in tema ambientale, di salute pubblica, di sfruttamento delle risorse del territorio, risorse idriche, inquinamento dell'aria e per i dubbi sulla effettiva utilità dell'impianto, che dovrebbe rispondere all'emergenza rifiuti in considerazione del massiccio afflusso di turisti previsti per il Giubileo 2025, e che invece verrebbe messo in opera solo nel 2027.

(4-01316)

(già 3-00997)

SILVESTRONI - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. - Premesso che:

in merito alle vicende legate all'attuazione dell'impianto di termovalorizzazione nella località di Santa Palomba da parte del Comune di Roma Capitale, e in merito a quanto è emerso anche sugli organi di informazione, le doglianze dei sindaci dei comuni interessati dell'area dei Castelli di Roma, si sono particolarmente incentrate sull'assenza di puntuale interlocuzione con i territori, sulla realizzazione di un impianto tecnologico che senza ombra di dubbio causerà una mutazione significativa delle caratteristiche zonali, sia sotto il profilo atmosferico, sia sotto il profilo idrogeologico e anche e soprattutto sul ciclo vitale vegetale, animale e umano;

in tale contesto, non sono stati diffusi dati "certi, incontrovertibili e documentati" sui valori delle future alterazioni in termini di emissioni di nanopolveri, particolato, furani, diossine, idrocarburi policiclici aromatici, metalli e di tutti gli inquinanti indicati dalla specifica normativa di settore, altresì, non sono stati parimenti diffusi "dati certi" sulla ricaduta sul terreno e in falda, di inquinanti in soluzione idrica, provenienti dalla miscelazione delle emissioni con le acque meteoriche o di dilavamento e ruscellazione;

inoltre, le ragioni asseritamente emergenziali, come l'aumento delle presenze per il Giubileo 2025, non giustificherebbero la realizzazione di un tale impianto, che dovrebbe altresì entrare in funzione solo dopo la fine dell'Anno Giubilare 2025, e che risulterebbe oltretutto sovradimensionato con le sue 600.000 tonnellate di portata. Tantomeno appare valida la valutazione di Roma Capitale che l'area di Santa Palomba è libera da fattori escludenti di tutela integrale, non tenendo conto, invece, del superiore interesse della collettività in tema ambientale e di salute pubblica,

si chiede di sapere:

alla luce delle osservazioni esposte in premessa, quali iniziative urgenti il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di fare chiarezza sulle criticità illustrate, informando così i cittadini dei territori interessati attraverso riscontri scientificamente sostenibili ed eliminando nel contempo gravissime confusioni di interpretazione sulla reale necessità o meno di realizzare l'impianto di termovalorizzazione di Santa Palomba;

se non ritenga necessaria un'accurata valutazione preventiva in termini scientifico-predittivi per rispondere in maniera esaustiva alle preoccupazioni sulla salute che spaventano i cittadini dei territori in questione, le quali dovrebbero essere accolte e considerate con la massima attenzione.

(4-01317)

(già 3-01047)

ROJC, RANDO, FINA, ZAMPA, FURLAN, LA MARCA, TAJANI, D'ELIA, MARTELLA, ZAMBITO, CAMUSSO, GIACOBBE, NICITA, VALENTE, MALPEZZI - Al Ministro della salute. - Premesso che:

i tempi di attesa per ottenere una visita specialistica nell'ambito del sistema sanitario triestino sono diventati intollerabili;

in particolare, essi riguardano le visite radiologiche, dermatologiche e neurologiche;

i tempi di attesa sono talmente lunghi che la Procura della Repubblica di Trieste, dopo che il procuratore si è recato di persona al CUP dell'Ospedale Maggiore per acquisire le impegnative inevase, ha avviato accertamenti sulle liste di attesa, a causa dei tempi ritenuti "eccessivamente dilatati";

spesso i pazienti aspettano mesi prima di poter ottenere un appuntamento;

ha destato particolare scalpore la denuncia, fatta da un cittadino che si era recato all'Ospedale Maggiore per una visita dermatologica, poiché l'addetto allo sportello ha fotocopiato l'impegnativa, ma non ha comunicato all'interessato alcuna data per l'esame diagnostico;

l'operatore del CUP (gestito da una cooperativa per conto di ASUGI) non ha quindi fissato l'appuntamento, nemmeno a molti mesi di distanza;

dai successivi accertamenti è emerso che, secondo prassi, il personale sanitario contatta il diretto interessato non appena si liberano posti disponibili e quindi al paziente non resta che attendere la chiamata;

resta il fatto che quando i cittadini si trovano in questa situazione, possono ricorrere al privato e ottenere il rimborso dell'ASUGI: è la cosiddetta "garanzia";

la Procura della Repubblica ha fatto però notare che ai pazienti non viene consegnato nessun atto o documento che attesti l'accesso allo sportello con la richiesta della prestazione;

inoltre, si può beneficiare della cosiddetta "garanzia" solo se la prestazione sanitaria non viene erogata entro un certo termine, che decorre dalla data di accesso al CUP, ma al cittadino non viene rilasciata alcuna ricevuta;

il magistrato competente ha poi constatato che in ognuna delle impegnative acquisite, gli addetti in servizio allo sportello dell'Ospedale Maggiore di Trieste avevano scritto di loro pugno, a penna, «non disponibile», «non ci sono appuntamenti», «agende chiuse», «nessuna disponibilità», «nessun appuntamento in agenda» e annotazioni simili;

tutte pratiche che il magistrato ha trovato negli uffici degli sportelli prive di un ordine cronologico, alfabetico o di urgenza. Di qui l'impossibilità di controllare quale sia il criterio seguito per evaderle, cioè per fissare gli esami specialistici ai pazienti, e la trasparenza di tale "ordine";

«Il modo di accatastare le impegnative senza un criterio - osserva il giudice competente Frezza al quotidiano "Il Piccolo" - rende impossibile qualsivoglia verifica in questo senso;

secondo gli accertamenti «l'Asugi - afferma il procuratore Frezza - non era assolutamente inerte, anzi, stava cercando di superare le difficoltà oggettive nel rispettare i tempi. Il personale si dava effettivamente molto da fare, ma i problemi ci sono»;

il direttore generale dell'Azienda sanitaria giuliana isontina, Antonio Poggiana, è consapevole delle difficoltà, ma precisa, sempre al quotidiano "Il Piccolo": «Mediamente garantiamo i tempi di attesa per oltre il 75% dei casi e abbiamo molti meno problemi del resto d'Italia. Per quanto riguarda le "garanzie", su 1916 prestazioni in essere, il diritto al rimborso è stato rispettato per tutti, escluso a tre persone. In ogni caso, se una prescrizione non sta nei tempi, la prendiamo in carico e il paziente viene contattato»,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di tale situazione che coinvolge non solo l'Azienda ospedaliera giuliana isontina, ma anche molte altre aziende sanitarie del nostro Paese;

quali azioni di monitoraggio siano state eventualmente intraprese e se non sia necessario procedere a indagini ispettive intese ad accertare le modalità di gestione delle liste d'attesa in questo e in eventuali altri casi;

se la dilatazione abnorme dei tempi degli esami diagnostici sia riconducibile a carenze specifiche di ASUGI o se coinvolga la gestione del sistema sanitario regionale del Friuli-Venezia Giulia;

quali iniziative intenda adottare circa il proprio atteggiamento rispetto alle modifiche normative in discussione, considerando che il decreto-legge cosiddetto "liste d'attesa" è all'esame del Senato della Repubblica.

(4-01318)

MARTELLA - Ai Ministri dell'economia e delle finanze, delle imprese e del made in Italy e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:

Superjet International S.p.A., azienda del comparto aeronautico con base a Venezia-Tessera, ha una compagine societaria composta al 41 per cento da una società olandese, al 10 per cento da Leonardo e al 49 per cento dalla società russa Yakovlev del gruppo UAC;

la quota societaria della società russa (UAC), a seguito delle sanzioni adottate in conseguenza del conflitto russo-ucraino, è attualmente congelata e gestita dal Demanio;

a seguito della pandemia prima, e delle sanzioni poi, i lavoratori impiegati presso la base di Venezia-Tessera sono drasticamente diminuiti, passando da circa 220 a 110 unità;

nel corso di un incontro tenutosi pochi giorni fa, il management di Superjet ha confermato alle organizzazioni sindacali il possibile ingresso, nella compagine societaria, del nuovo socio Mark AB Capital con sede negli Emirati Arabi Uniti;

Mark AB Capital sta attendendo l'approvazione da parte del Comitato di sicurezza finanziaria (CSF), costituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze al fine di verificare il rispetto delle sanzioni nei confronti delle attività di società russe, dello svincolo delle quote congelate per potere dare avvio ad un più ampio riassetto di Superjet International, attraverso un'operazione di circa 500 milioni di euro, tra investimenti in conto capitale e garanzie bancarie;

il predetto riassetto avrebbe come conseguenza un notevole programma di assunzioni, che porterebbe la base di Venezia-Tessera ad uno sviluppo nel settore aeronautico senza precedenti per il territorio e la stessa economia fino a raggiungere le 450 unità;

la base di Venezia-Tessera conoscerebbe pertanto una indubbia riqualificazione, rimanendo impianto privilegiato per il completamento e la commercializzazione dei velivoli, oltre alle attività di ricerca e sviluppo delle nuove configurazioni dell'aeromobile, addestramento piloti e assistenza post vendita;

è interesse di tutti la celere approvazione da parte del Comitato di sicurezza finanziaria dello svincolo delle quote societarie oggi congelate e l'approvazione del progetto così come predisposto, e attualmente al vaglio del Comitato di sicurezza finanziaria, con l'ingresso dei nuovi soci arabi tramite il fondo Mark AB Capital,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo, per quanto di competenza, anche nell'ambito del Comitato di sicurezza finanziaria intendano addivenire alla celere approvazione del progetto e conseguente svincolo delle quote del gruppo russo UAC, ai fini di consentire il rilancio industriale e occupazionale di Superjet International e poter favorire, con l'ingresso del nuovo socio arabo, la possibilità degli investimenti necessari.

(4-01319)

MALPEZZI, VALENTE, CAMUSSO, ROSSOMANDO, FURLAN, BAZOLI, RANDO, MIRABELLI, MARTELLA, IRTO, VERDUCCI, TAJANI, D'ELIA, LA MARCA, VERINI, PARRINI, FRANCESCHELLI, LOSACCO, ZAMPA, MANCA, ROJC, DELRIO, SENSI, NICITA, GIACOBBE - Al Ministro dell'istruzione e del merito. - Premesso che:

nei giorni scorsi è stata diffusa a mezzo stampa una lettera scritta dalla maggior parte dei genitori delle 55 famiglie che in questi anni hanno fatto causa al Ministero dell'istruzione e al Comune di Sesto San Giovanni (Milano) per vedere garantiti e tutelati i diritti all'istruzione, all'inclusione e alla frequenza scolastica dei propri figli con disabilità;

tale missiva è la risposta alle parole pronunciate dal Sindaco del Comune durante il Consiglio comunale del 7 maggio 2024 nel quale, commentando l'ennesima vertenza legale, ha definito "strumentale" il ricorso al tribunale. "Ci duole", si legge nella lettera "oltre ad essere stati obbligati a fare questo passo che riteniamo già avvilente e sconfortante, doverci anche giustificare con Lei, il nostro primo cittadino, che dovrebbe tutelare tutti ed in particolar modo i più fragili (il grado di democrazia di una città si misura dalla tutela dei più deboli e bisognosi, a quale grado si trova Sesto San Giovanni?) e stare al fianco delle famiglie";

da 15 anni, infatti, i genitori si battono per avere pari dignità e rispetto dei diritti affinché tutti i bambini possano vivere un tempo scuola pieno e dignitoso;

in tal senso, lo "strumento" del sostegno e dell'educativa scolastica ha lo scopo di fare da facilitatore, affinché anche tutti i bambini possano esprimere appieno le loro potenzialità. In particolare, al GLO (Gruppo di lavoro operativo per l'inclusione) a cui partecipano insegnanti curriculari, di sostegno e il dirigente, sulla base di una documentazione medica (diagnosi funzionale o profilo dinamico funzionale), compete la definizione del monte ore di sostegno e di educativa necessario al raggiungimento degli obiettivi;

tuttavia, l'Amministrazione comunale ha deciso arbitrariamente di attribuire meno ore rispetto a quelle indicate nel PEI (Piano educativo individualizzato) redatto dalla scuola per ogni bambino/ragazzo con disabilità;

per giustificare tale scelta, a giudizio degli interroganti, discriminatoria e illegittima l'Amministrazione ha dichiarato di non avere risorse: tale pronunciamento entra in contrasto con l'ordinanza del 2019 in cui si precisa che "la riduzione di tale intervento per meri motivi economici rappresenta una discriminazione dell'alunno stesso". Del resto, anche l'avvocatura del Comune ha sottolineato questo aspetto in un documento agli atti in cui è scritto che: "le motivazioni esposte dal Tribunale di Monza nelle due precedenti Ordinanze del 04.06.2019 n. 10680 e dell'08.05.2023 non lasciano spazio ad alcuna possibilità di giustificazione dell'assegnazione di un numero insufficiente di ore agli aventi diritto, trattandosi di diritti fondamentali della persona di rango sovra-nazionale e costituzionale";

risulta, dunque, evidente che la quantità corretta di ore di sostegno e di educativa scolastica, che è garanzia di inclusione e di qualità formativa per tutta la classe, non è garantita. I genitori hanno fatto proposte concrete e chiesto "che una parte dell'avanzo di bilancio 2023, quasi 9 milioni di euro, venga destinato per coprire il totale delle ore di educativa scolastica richieste dalle scuole per tutti i bambini/ragazzi con disabilità e, inoltre, che venga riattivato il Tavolo della 104, ormai da troppo tempo non più convocato". In particolare il tavolo è un luogo istituzionale, che raccoglie tutti i soggetti della città che operano sul tema della disabilità: amministrazione comunale, sanità, scuola e associazioni del territorio;

inoltre, le sentenze e le ordinanze menzionate sono sempre state a favore delle famiglie e hanno obbligato l'amministrazione comunale e il Ministero ad integrare le ore mancanti, rispettivamente di educativa e di sostegno, per fare venire meno la discriminazione in atto;

tuttavia, la discriminazione in atto non è venuta meno e i bambini continuano a non beneficiare delle ore previste dal PEI e di cui hanno pieno diritto;

il tempo che i bambini e i ragazzi con disabilità trascorrono a scuola deve essere lo stesso dei loro compagni e non un tempo dimezzato o inferiore perché l'obbligo scolastico vale per tutti. Purtroppo, ancora troppo spesso, insegnanti e dirigenti chiedono alla famiglia di far entrare dopo o di riprendere prima il proprio figlio da scuola a causa della mancata copertura delle ore di sostegno e di educativa;

non è accettabile che i bambini o ragazzi con disabilità siano costretti ad entrare o uscire in orari diversi rispetto ai loro compagni perché la scuola, che dovrebbe essere il luogo dell'accoglienza, della crescita e dell'apprendimento per tutti, di fatto non è in grado di garantire il diritto alla frequenza scolastica. L'inclusione è una caratteristica fondamentale del nostro sistema di istruzione; è lo strumento per consentire ai bambini e ai ragazzi con disabilità di vivere l'infanzia e l'adolescenza come tutti gli altri ed aiutarli a diventare adulti il più possibile autonomi;

il Ministro in indirizzo in più di un'occasione ha dichiarato che l'inclusione degli alunni con disabilità è un punto qualificante dell'agenda del suo dicastero e, in particolare, ha annunciato "aver fatto investimenti importanti nell'inclusione di giovani con disabilità";

è noto a tutti che investire sulla formazione dei bambini, in particolare su quelli più fragili, favorisce l'acquisizione di capacità e competenze fondamentali nell'età adulta. Un investimento economico su questi servizi oggi determina un risparmio su altri servizi in futuro,

si chiede di sapere:

quali iniziative di sua competenza il Ministro in indirizzo intenda attuare per consentire agli alunni con disabilità di Sesto San Giovanni (Milano) di beneficiare dello stesso monte orario indicato nel PER e redatto dalla scuola per ogni bambino/ragazzo con disabilità;

quali ragioni abbiano finora impedito di ottemperare alle sentenze ed ordinanze emesse da giudici diversi, che hanno obbligato l'amministrazione comunale e il Ministro ad integrare le ore mancanti, rispettivamente di educativa e di sostegno, per fare venire meno la discriminazione in atto e se non ritenga, per quanto di sua competenza, di sollecitare la convocazione del Tavolo;

se ritenga accettabile che le famiglie, al fine di vedere rispettato un diritto che dovrebbe essere riconosciuto e garantito dalle stesse istituzioni, affrontino onerose spese legali;

come intenda tutelare gli alunni con disabilità, consentendo a ognuno di loro il diritto all'istruzione e alla piena inclusione scolastica;

se non ritenga che sia necessario aumentare i trasferimenti ai comuni per l'educativa per rispondere alle diverse esigenze delle scuole.

(4-01320)

MAGNI - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e per le disabilità. - Premesso che:

sono circa 7,658 milioni gli italiani con disabilità (secondo i dati riferiti ai percettori di pensioni o indennità di disabilità) ed oltre 8,5 milioni di caregiver, che li affiancano nella quotidianità;

il decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85, recante "Misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro", ha introdotto l'assegno di inclusione, quale misura di sostegno economico, inclusione sociale e professionale destinata ai nuclei familiari con un ISEE di valore non superiore a euro 9.360;

i criteri per individuare i beneficiari dell'assegno sono tre: l'ISEE familiare; il reddito del nucleo; il patrimonio del nucleo, in particolare quello mobiliare, ovvero soprattutto conti correnti bancari e postali;

la possibilità di presentare la domanda per l'erogazione dell'assegno di inclusione è stata aperta in data 18 dicembre 2023;

il decreto ministeriale n. 407 del 13 dicembre 2023 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha apportato modifiche alla dichiarazione sostitutiva unica (DSU), la cui compilazione è necessaria per il calcolo ISEE ai fini di usufruire di prestazioni sociali agevolate, tra le quali tale assegno di inclusione;

le modifiche, entrate in vigore il 1° gennaio 2024, aboliscono il limite dei 26 anni di età dei figli non conviventi, non sposati e senza figli, fiscalmente a carico dei genitori, per rientrare nel nucleo di origine ai fini dell'ISEE;

come evidenziato in un articolo pubblicato il 10 febbraio 2024 sul sito web de "L'Avvenire", il combinato disposto delle regole dell'ISEE e delle nuove norme sull'assegno di inclusione rischia di far escludere dai sussidi numerose persone in condizioni comunque di bisogno, tra i quali gli invalidi civili maggiorenni;

secondo le regole ISEE, «il figlio maggiorenne che non convive con alcuno dei genitori fa parte di un nucleo diverso, a meno che non sia a loro carico ai fini Irpef. L'unica eccezione a tale ultima regola si verifica se il figlio è coniugato o ha figli: in tal caso il figlio fa parte di un nucleo diverso da quello dei genitori»;

dunque, se l'invalido civile, al pari di qualsiasi altro maggiorenne, pur abitando da solo è celibe/nubile e senza prole, viene attratto nell'ISEE di madre e padre, in tal modo sommando i propri redditi a quelli dei genitori;

è evidente che tale meccanismo fa facilmente oltrepassare i limiti fissati per alcune provvidenze e servizi;

non sono attualmente previste deroghe per l'accesso all'assegno di inclusione, pertanto, di fatto, ad una persona con disabilità è preclusa la possibilità di avere una vita autonoma, considerata anche la maggiore difficoltà a collocarsi nel mondo del lavoro, oppure è obbligato a sposarsi o a mettere al mondo dei figli, oppure ad attendere di diventare orfano per poter avere diritto al nuovo sostegno anti-povertà che sostituisce il reddito di cittadinanza, causando una discriminazione tra persone con disabilità coniugate e i singoli oppure le coppie che non intendono unirsi in matrimonio o non possono, o non vogliono, avere figli, compromettendo, in tal modo, il proprio diritto all'autodeterminazione,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo ritengano di adottare quanto prima iniziative di competenza, anche di natura normativa, al fine di introdurre deroghe specifiche per l'accesso all'assegno di inclusione delle persone con disabilità, consentendo loro di condurre una vita dignitosa anche al di fuori del nucleo familiare dei genitori.

(4-01321)

SBROLLINI, SCALFAROTTO - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:

organi di stampa riportano la tragica e inaccettabile situazione all'interno del carcere minorile di Treviso: attualmente, infatti, sono presenti 24 ragazzi detenuti, con l'arrivo in programma di altri due, a fronte di una capienza massima di 12 persone, il che causa una situazione igienico-sanitaria non degna ed un grave pregiudizio per ogni prospettiva di reinserimento sociale;

la situazione all'interno delle singole celle, descritta dagli agenti e dal rapporto dell'associazione "Antigone", è deplorevole: molti dei ragazzi detenuti, a causa del sovraffollamento e della mancanza di spazi, sono costretti a dormire su materassi poggiati sul pavimento e in alcuni casi appoggiando la testa per terra, obbligando il personale a reperire brande di fortuna per i nuovi detenuti;

a destare forte preoccupazione sono anche le condizioni igienico-sanitarie dei bagni, pensati per 12 persone: i ragazzi, infatti, sono costretti a lavarsi e farsi le docce sopra i gabinetti alla turca, non avendo quindi a disposizione uno spazio riservato per la cura dell'igiene personale, ledendo tutti i requisiti minimi di igiene e rendendo difficile la gestione dei turni dei bagni;

l'inizio del sovraffollamento all'interno del carcere minorile di Treviso è concomitante con gli effetti prodotti dal "decreto Caivano", di iniziativa anche del Ministro in indirizzo (decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123), che ha fortemente aumentato le pene nei confronti dei minorenni e ampliato i presupposti per l'applicazione della custodia cautelare, di cui sono ampliati anche i termini di durata massima, causando un sensibile aumento del numero degli ingressi all'interno delle carceri minorili;

la situazione del carcere minorile di Treviso riflette chiaramente la grave situazione nazionale dopo l'introduzione del decreto Caivano, tale che, solo per gli effetti dell'ampliamento delle misure cautelari, si sono registrati 340 nuovi ingressi nelle carceri minorili a gennaio 2024, a fronte dei 243 del gennaio 2023;

sono necessarie azioni immediate e urgenti che riportino dignità all'interno delle carceri minorili, come quella di Treviso, dove lo Stato si deve impegnare con il massimo dello sforzo nel tentativo di recuperare giovani ragazzi e ragazze detenuti, mettendo a disposizione spazi consoni e rispettosi delle libertà dei singoli: la questione delle carcere minorili, e dei reati connessi, non può e non deve essere affrontata tramite l'emanazione di decreti-legge di pura propaganda ma sono necessari interventi profondi che vadano a toccare i veri problemi della giustizia minorile,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dell'ingestibile situazione del carcere minorile di Treviso a causa del sovraffollamento e quali iniziative intenda adottare per ridurre il numero dei detenuti del carcere nel limite massimo consentito di 12 ragazzi detenuti;

quali iniziative intenda promuovere per risolvere l'emergenza del sovraffollamento delle carceri minorili, dovuta in larga parte agli effetti del "decreto Caivano" che, secondo i dati attualmente disponibili, ha comportato un repentino aumento del numero di detenuti minorenni.

(4-01322)

MAGNI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:

l'INAIL, come anche certificato recentemente dalla Corte dei conti, ha un avanzo di bilancio per il 2023 di circa 3 miliardi di euro che, sommato a quelli degli anni precedenti, alla fine dell'anno arriverà alla cifra di 40,7 miliardi, secondo quanto comunicato proprio dai vertici dell'Istituto, in sede di presentazione del bilancio di previsione 2024;

tali cifre significative dovrebbero essere impiegate per gli scopi che sono propri dell'Istituto, ovvero prevenire malattie, infortuni e morti sul lavoro, ovviamente; tuttavia, il "tesoretto" sembrerebbe non essere usato dal Governo per queste finalità. La stessa Corte dei conti aveva trovato "strano" un avanzo in bilancio tanto cospicuo, e in un periodo di forte aumento degli incidenti sul lavoro;

si attestano, infatti, a 251.132 le denunce di infortunio registrate dall'INAIL nei primi 5 mesi del 2024 (con un aumento del 2,1 per cento rispetto al 2023), a 369 gli infortuni con esito mortale tra gennaio e maggio 2024 (con un aumento del 3,1 per cento rispetto al 2023), a 38.868 le patologie di origine professionale denunciate (in aumento del 24 per cento rispetto ai primi 5 mesi del 2023), e a 45 miliardi di euro i costi sociali degli infortuni sul lavoro in Italia, pari a circa il 3,1 per cento del PIL;

ad avviso dell'interrogante, il "tesoretto" andrebbe immediatamente sbloccato per la sicurezza sul lavoro, non ultimo per procedere, in particolare, all'assunzione di nuovi ispettori, all'incentivo per la sicurezza delle imprese, nonché alla prevenzione e alla formazione dei lavoratori e delle lavoratrici, magari anche favorendo la ricerca clinica, nonché la realizzazione di centri per la cura del mesotelioma;

sembrerebbe, invece, che tali risorse finiscano nelle casse del Ministero dell'economia e delle finanze che li usa per blindare i conti, in particolare alimentando la tesoreria e acquistando titoli di Stato: una distrazione di fondi dall'obiettivo dell'Istituto che, oltre a far ridurre il fenomeno infortunistico, potrebbero essere investiti in sanità, scuola e infrastrutture sociali,

si chiede di sapere:

quali siano le informazioni in possesso dei Ministri in indirizzo su quanto riferito, nonché le motivazioni di una simile gestione;

se non ritengano di destinare quanto prima le risorse economiche dell'INAIL agli scopi propri dell'Istituto, ovvero la sicurezza sul lavoro, la prevenzione delle malattie, degli incidenti e delle morti sul lavoro, l'assunzione di nuovi ispettori, l'incentivo per la sicurezza delle imprese, nonché la formazione dei lavoratori e delle lavoratrici.

(4-01323)

LA MARCA, SENSI, NICITA, GIACOBBE, VERINI, LOSACCO, DELRIO, CAMUSSO, FINA, ROJC, RANDO, ROSSOMANDO, ALFIERI, GIORGIS, MARTELLA, FURLAN, ZAMBITO, TAJANI, BASSO, VALENTE - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:

nel marzo 2017 è stato firmato l'accordo quadro tra Italia e Canada per il reciproco riconoscimento delle patenti di guida ai fini della conversione, indispensabile per poter concludere gli accordi di dettaglio con le province e i territori canadesi, aventi esclusive competenze in materia;

a pochi mesi di distanza dalla firma del predetto Accordo quadro sono iniziati i contatti tra il Governo italiano e quello della Provincia del Québec, volti a definire un primo protocollo di intesa sulla materia, fortemente auspicato sia dai cittadini italiani residenti o presenti in quella provincia, che dai cittadini quebecchesi residenti in Italia;

l'iter procedurale per la definizione dell'intesa tecnica tra Italia e Québec per la conversione delle patenti di guida dovrebbe essere allo studio del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in collaborazione con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e le competenti autorità quebecchesi da oltre sette anni;

precedenti atti di sindacato ispettivo hanno evidenziato alcune difficoltà dovute alle differenze tra i due sistemi di rilascio delle patenti di guida in Italia e in Canada e la differenza di vedute tra la Provincia del Québec e le altre province del Canada, che hanno manifestato il proprio interesse a procedere con il negoziato;

considerato che:

le province canadesi dell'Ontario e della British Columbia, insieme al Québec, risultano essere tra le principali circoscrizioni consolari nelle quali gli italiani si iscrivono all'AIRE, come segnalato nell'ultimo censimento canadese del 2021, oltre 900.000 abitanti delle due province hanno origine italiana;

con due milioni di italo-americani, una crescita del 30 per cento nel numero di italiani ivi residenti negli ultimi quattro anni, un export italiano di 3,5 miliardi di euro e 350.000 visitatori italiani nel 2022, in attesa dei dati del 2023, la Florida si conferma fra i principali Stati di destinazione per gli italiani che scelgono di emigrare e stabilirsi negli Stati Uniti;

più di 1,5 milioni di italiani o persone di origine italiana vivono nello Stato della California, che con quasi 40 milioni di abitanti è il più popoloso degli Stati Uniti ed è il terzo per superficie. Esso costituisce anche la suddivisione amministrativa più popolosa del Nord America e la 34ª più popolosa del mondo;

ogni anno, nelle circoscrizioni consolari di Miami, San Francisco e Los Angeles aumenta il numero di iscritti AIRE, che oggi vedono circa 105.000 cittadini italiani già registrati,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo abbiano ricevuto dalle autorità quebecchesi riscontri relativi alla prosecuzione dei negoziati dopo l'ultimo aggiornamento di maggio 2024;

quali siano gli ostacoli tecnici che ancora impediscono di arrivare alla conclusione dell'intesa;

entro quanto tempo ritengano di poter definire il protocollo di intesa con il Québec, la cui prolungata conclusione sta suscitando notevoli disagi ad una platea sempre più larga di cittadini dei due Paesi interessati;

quali siano le modalità e i tempi per intraprendere negoziazioni dirette con le Province canadesi citate, Ontario e British Columbia, e con gli Stati della Florida e della California, considerato il loro status di principali Paesi con una cospicua presenza di cittadini italiani;

se non ritengano opportuno adottare iniziative per l'avvio dei contatti con le altre maggiori province del Canada, allo scopo di evitare che un eventuale impegno operativo di tipo lineare possa sommare ritardo a ritardo, comportando tempi incompatibili con le concrete esigenze di vita e di lavoro degli interessati;

se non ritengano, altresì, opportuno, anche in considerazione delle complesse trattative necessarie per il riconoscimento delle patenti di guida tra l'Italia ed altri importanti Paesi interessati da consistenti scambi economici, culturali e scientifici e da una forte mobilità con il nostro Paese, intraprendere le necessarie iniziative affinché la lingua inglese venga nuovamente utilizzata dai cittadini canadesi residenti in Italia per sostenere l'esame di teoria e di guida.

(4-01324)

STEFANI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:

si assiste ormai con troppa frequenza su tutto il territorio nazionale a cruenti assalti ai portavalori, con aggressioni contro personale e mezzi della vigilanza privata: fenomeni criminali che si avvicinano, per modalità ed articolazione, a vere e proprie operazioni di guerra;

pochi giorni fa c'è stato l'assalto al caveau di Sassari, condotto con estrema ferocia e tattica militare, e un altro ai furgoni sulla superstrada fra Brindisi e Lecce con mezzi in fiamme e colpi di mitraglietta e solo pochi mesi fa altri assalti sull'autostrada Milano-Torino e sulle strade sarde;

i drammatici eventi accaduti hanno evidenziato come i servizi cash in transit e contazione di denaro siano attività strategiche strettamente connesse ad esigenze di ordine e sicurezza pubblica;

appare poi che, in particolare, alcuni importanti enti richiedenti il trasporto preferiscano modalità di calendarizzazione in modo da concentrare i carichi, con aumento del valore trasportato e con ciò incentivando l'attenzione da parte di gruppi criminali;

la situazione ha assunto un grado di pericolosità tale da richiedere un intervento pubblico, che si affianchi a quello privato, per garantire sicurezza innanzitutto al personale di vigilanza, oltre che ai valori affidati;

il problema richiede azioni congiunte fra tutti i soggetti interessati, appositamente coordinate da un tavolo di lavoro ministeriale, per trovare soluzioni efficaci a prevenire questi attacchi, anche attraverso la redistribuzione dei carichi in modo da evitare il trasporto di valori sovradimensionati,

si chiede di sapere quali azioni il Ministro in indirizzo stia valutando di intraprendere per garantire maggiore sicurezza al personale addetto alla custodia e al trasporto dei valori, e se non reputi opportuno istituire un tavolo ministeriale che coinvolga le parti interessate al fine di trovare delle soluzioni condivise, che possano in qualche modo prevenire futuri assalti armati ai portavalori.

(4-01325)

MALPEZZI, NICITA, ROJC, RANDO, TAJANI, FRANCESCHELLI, D'ELIA, GIACOBBE, CAMUSSO, BASSO, LORENZIN, FURLAN, MANCA - Al Ministro delle imprese e del made in Italy. - Premesso che:

si apprende da notizie di stampa che nei giorni scorsi si è riunito a Roma per l'ultima volta il Comitato nazionale di applicazione del Codice di autoregolamentazione Media e Minori, istituito presso il Comitato delle Imprese e del Made in Italy;

il comitato, istituito nel 2002 dalla volontà delle emittenti televisive pubbliche e private, nazionali e locali, per contribuire a migliorare la qualità delle trasmissioni dedicate ai minori, per aiutare le famiglie ed il pubblico più giovane ad un uso corretto della televisione e sensibilizzare chi produce i programmi alle esigenze dei minori, è stato eliminato dal Governo con il decreto legislativo n. 50 del 2024 ed ha quindi smesso di operare nelle scorse settimane;

si trattava di un organismo composto da 15 persone, in rappresentanza delle istituzioni, delle associazioni degli utenti e delle emittenti televisive, che vigilava sul rispetto delle norme a tutela dei minori (per esempio, con il "bollino rosso" prima di programmi inadatti alla fascia protetta);

il "Comitato Media e Minori" viene di fatto sostituito da un "Comitato Consultivo Interistituzionale", del quale ancora non si conoscono bene né le competenze, né i criteri di nomina dei relativi componenti, né la data del futuro insediamento;

si legge, infatti, all'articolo 8 del decreto legislativo n. 50 del 2024: "2. Presso il Ministero è istituito un comitato consultivo interistituzionale con compiti di promozione e ricerca sui temi di alfabetizzazione mediatica e digitale, di esprimere parere nella fase di adozione dei codici di autoregolamentazione e co-regolamentazione dei fornitori di servizi media diffusi tramite qualsiasi canale o piattaforma, a tutela dei minori. Le modalità di funzionamento e partecipazione al comitato sono definite con successivo decreto ministeriale. Ai partecipanti non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi spese e altri emolumenti comunque denominati";

è del tutto evidente, pertanto, che dal 2 maggio scorso (data dell'entrata in vigore del decreto legislativo), le segnalazioni dei cittadini relative a presunte infrazioni al "Codice di Autoregolamentazione" da parte delle emittenti, restano senza esito alcuno, almeno fino a quando non verrà costituito il nuovo organismo;

rimane intatta la possibilità di inviare le denunce direttamente all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni; l'opinione pubblica non ne è stata però informata, né con comunicati stampa o televisivi, né tramite gli appositi siti web del Ministero e delle emittenti,

si chiede di sapere:

quali siano le ragioni dell'eliminazione del Comitato Media e Minori, che garantiva una forma di tutela dei minori importante ed efficace;

quando sarà insediato il nuovo "Comitato Consultivo Interistituzionale", quali competenze avrà, quali saranno i criteri di nomina dei relativi componenti.

(4-01326)

DE CRISTOFARO, CUCCHI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:

da organi di stampa si apprende che il 10 luglio 2024 ad una giovane di "Extinction rebellion" in Questura a Bologna sarebbero stati fatti fare dei piegamenti in un bagno fetido, con il pavimento ricoperto di sporcizia;

la ragazza, da quanto si legge, aveva steso con il suo gruppo di attivisti, circa 20, uno striscione dalla torre dell'Orologio di palazzo d'Accursio con la scritta "G7: la vostra tecnologia, il nostro collasso";

gli altri attivisti sono rimasti in stato di fermo per 7 ore senza cibo né acqua, rilasciati intorno all'una di notte con denunce per vari reati fra i quali "violenza privata". Un ragazzo è stato spintonato a terra, per prendere il cellulare e tentare di eliminare i video;

considerato che si è trattato di un'azione pacifica a cui, se quanto detto fosse verificato, hanno risposto le forze dell'ordine in modo del tutto abnorme;

ritenuto che, a parere degli interroganti, si tratterebbe non solo di un episodio di ingiustificata violenza sulla persona, ma anche di un vero e proprio abuso di potere,

si chiede di sapere:

quali valutazioni e iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di verificare la fondatezza dei fatti riportati, e conseguentemente quali iniziative intenda intraprendere ove quanto rappresentato corrispondesse a verità;

se non ritenga che la situazione generale del Paese richieda soluzioni con un alto tasso di sensibilità istituzionale da parte del Governo nei confronti delle più acute situazioni di crisi, senza limitarsi a reprimere le manifestazioni di dissenso con atti violenti apparentemente immotivati delle forze di polizia contro pacifici dimostranti.

(4-01327)

FLORIDIA Aurora, UNTERBERGER, SPAGNOLLI, PATTON - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

come si apprende da organi di stampa specializzata, in data 9 luglio 2024, la Cassa depositi e prestiti (CDP), società per azioni controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze, ha proposto una modifica allo statuto per ridurre la rappresentanza femminile all'interno del consiglio di amministrazione;

la modifica contrasta con i principi di parità di genere e di inclusione promossi a livello internazionale, in particolare con l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e l'obiettivo di sviluppo sostenibile numero 5 "parità di genere". Inoltre, viola i principi della convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW) delle Nazioni Unite;

la modifica dello statuto di CDP non garantisce l'equilibrata rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione delle società partecipate dallo Stato e contravviene alle disposizioni della legge n. 120 del 2011 sulla parità di genere nei consigli di amministrazione e collegi sindacali delle società quotate e delle società a controllo pubblico, del codice delle pari opportunità tra uomo e donna (decreto legislativo n. 198 del 2006), che fissa i principi di parità e pari opportunità tra uomini e donne nel lavoro e nella vita sociale, e della legge n. 162 del 2021, che rafforza la disciplina delle pari opportunità nelle società quotate e nelle società a controllo pubblico, ed estende l'obbligo di rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione e negli organi di controllo;

attualmente la CDP ha una rappresentanza di donne nel consiglio di amministrazione pari a circa un terzo dei componenti del consiglio, e l'ulteriore riduzione delle "quote rosa" nella governance della CDP costituirebbe un preoccupante passo indietro nel garantire l'uguaglianza di genere all'interno delle istituzioni e nelle aziende pubbliche;

considerato che:

la promozione dell'uguaglianza di genere nelle posizioni di governance è un obiettivo nazionale e comunitario essenziale per garantire un ambiente di lavoro inclusivo e equo. L'Unione europea ha approvato una serie di normative per garantire una maggiore rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione delle società: la direttiva UE 2022/2381 sulla parità di genere nei consigli di amministrazione delle società stabilisce misure vincolanti per garantire un'equilibrata rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione delle grandi aziende quotate in borsa, la strategia per la parità di genere 2020-2025 definita dalla Commissione europea e la risoluzione del Parlamento europeo del 21 gennaio 2021 che include raccomandazioni per l'inclusione di criteri di parità di genere nei consigli di amministrazione delle società a capitale pubblico;

lo stesso Esecutivo ha più volte ribadito l'importanza della parità di genere come elemento cruciale per il progresso del Paese,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della proposta di modifica dello statuto della CDP e quali siano le motivazioni alla base di tale decisione;

se non ritenga opportuno intervenire per evitare che le modifiche proposte allo statuto della CDP possano creare un precedente negativo per altre società partecipate dallo Stato;

se non ritenga di adottare misure per garantire che la CDP rispetti i principi di parità di genere che non riducano la rappresentanza femminile nel proprio consiglio di amministrazione ma che rafforzino le politiche di inclusione e parità di genere nelle società pubbliche e private italiane, al fine di evitare arretramenti rispetto ai progressi sinora raggiunti.

(4-01328)

PUCCIARELLI, MURELLI - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:

nelle scorse settimane alcuni organi di stampa hanno riportato la notizia secondo cui un partito della sinistra italiana avrebbe un debito di 73.187 euro con l'INPS, derivante dall'occupazione abusiva di un immobile di proprietà dell'istituto da parte di un circolo territoriale;

secondo quanto riferito dalle stesse testate, l'occupazione abusiva contestata risalirebbe al 2016, quando il partito aveva un'altra denominazione;

a seguito dell'assemblea nazionale del 2016, il partito è stato sciolto per confluire nel nuovo movimento politico, che ne ha dunque ereditato i rapporti giuridici in essere;

oltre all'occupazione abusiva di immobile, ci sarebbero 26.864 euro di multe per affissione abusiva di manifesti di propaganda politica;

secondo gli organi di stampa, la notizia del debito troverebbe conferma nel rendiconto del partito politico al 31 dicembre 2023, pubblicato sul sito internet del medesimo partito, perché fra le passività del patrimonio emergerebbe la cifra di 73.187 euro nella voce Fondi previdenza integrativi e simili, pari a quella di un contenzioso promosso dall'INPS a fronte dell'asserita occupazione abusiva di un immobile di proprietà dell'istituto,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, quale titolare del dicastero vigilante sull'INPS, possa confermare che i fatti richiamati in premessa corrispondano al vero.

(4-01329)

ROMEO - Ai Ministri dell'interno e delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:

il tema della sicurezza è fondamentale per chiunque intenda promuovere un miglioramento generale della qualità della vita dei cittadini, soprattutto in alcune aree del nostro Paese;

il servizio di trasporto pubblico locale svolge una funzione essenziale per assicurare l'uguaglianza sostanziale dei cittadini e la coesione sociale della comunità nazionale;

i fatti di criminalità e di violenza sui mezzi di trasporto pubblico, in particolare sugli autobus, registrano una significativa recrudescenza, sia per numero che per gravità, a danno degli utenti e del personale di bordo;

furti, risse, rapine, minacce, violenze e molestie sessuali risultano quasi all'ordine del giorno e, in particolare, sono frequenti le aggressioni messe in atto da passeggeri che sono sprovvisti del titolo di viaggio al momento dei controlli;

sul fronte della sicurezza a bordo dei treni e all'interno e all'esterno delle stazioni ferroviarie, il Governo ha incrementato di ulteriori 400 unità il contingente delle forze armate per l'operazione "Strade sicure", a presidio dei luoghi di insistenza delle stazioni ferroviarie; nel contratto di programma fra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e RFI sono destinati 40 milioni di euro per ulteriori attività legate alla sicurezza, in particolare droni, strumenti tecnologici e impianti di videosorveglianza; inoltre lo scorso anno si è insediata la nuova società FS Security, fortemente voluta dal ministro Matteo Salvini, i cui dati sui controlli relativi al primo quadrimestre del 2024 riportano un incremento del 30 per cento di treni monitorati (composto da un 34 per cento in più di treni controllati a bordo e un 29 per cento in più di treni controllati con attività a terra), un aumento del 18 per cento dei viaggiatori controllati in attività di security e del 17 per cento di persone allontanate dai treni;

anche il tema della sicurezza sugli autobus è al centro dell'agenda politica della Lega, come testimoniato dalle tante iniziative parlamentari sostenute, tra cui l'interrogazione 3-00348 e l'approvazione dell'ordine del giorno 9/01458-A/051, che sottolineavano l'esigenza di maggiori controlli da parte delle forze dell'ordine a bordo, nonché l'approvazione di un emendamento al decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, volto a istituire protezioni di sicurezza per gli operatori di guida su tutti gli autobus;

è obiettivo della maggioranza e del Governo continuare intervenire al fine di potenziare i controlli e i dispositivi di sicurezza a bordo degli autobus adibiti a servizi di trasporto pubblico, al fine di garantire la totale incolumità dei passeggeri, del personale che svolge i controlli e, in particolare, degli autisti,

si chiede di sapere se e quali iniziative di competenza i Ministri in indirizzo intendano adottare per incrementare i dispositivi di sicurezza e promuovere maggiori controlli da parte delle forze dell'ordine sui mezzi pubblici, in particolare sugli autobus, al fine di garantire l'incolumità degli utenti e del personale di bordo.

(4-01330)

RUSSO - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:

la legge 2 luglio 2022, n. 133, stabilisce che, nell'espletamento dei compiti e nell'esercizio delle funzioni di autorità nazionale di pubblica sicurezza, il Ministro dell'interno adotta i provvedimenti e impartisce le direttive per la tutela e la protezione delle alte personalità istituzionali nazionali ed estere, nonché delle persone che per le funzioni esercitate o che esercitano o per altri comprovati motivi sono soggette a pericoli o minacce nella persona propria o dei propri familiari, di natura terroristica o correlati al crimine organizzato, al traffico di sostanze stupefacenti, di armi o loro parti, anche nucleari, di materiale radioattivo e di aggressivi chimici e biologici o correlati ad attività di intelligence di soggetti od organizzazioni estere;

per quanto consta all'interrogante, tra coloro che, ad oggi, usufruiscono di una scorta, sembrerebbe di terzo livello, con due agenti e una vettura blindata, vi sarebbe Vincenzo Bianco: prima avvocato, è stato Ministro dell'interno oltre 20 anni fa, dal gennaio 2000 al giugno 2001, parlamentare fino al 2012, sindaco di Catania nel periodo 2013-2018 e, da allora, non ha ricoperto altri incarichi istituzionali, se non quello di consigliere comunale;

se confermato, si tratterebbe di un caso di difformità rispetto alla legge e alla prassi, considerato che la scorta e la tutela, anche alle più alte cariche dello Stato, vengono revocate dopo 12 o 24 mesi dalla conclusione del mandato, per l'ovvia necessità di impiegare l'auto blindata e il personale armato per altre finalità, compresa la lotta al crimine organizzato;

il 13 marzo 2021, Bianco, la Giunta comunale in carica tra il 2013-2018 e l'allora collegio dei revisori di conti erano stati rinviati a giudizio dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania per le responsabilità connesse al dissesto. Successivamente, il 13 ottobre 2021, l'ex ministro era stato rinviato a giudizio anche per abuso d'ufficio nell'ambito del procedimento "Università bandita", condotto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale etneo;

il 31 marzo 2023, la sezione giurisdizionale d'Appello della Corte dei conti della Sicilia, accogliendo parzialmente il ricorso della Procura generale, ha dichiarato Vincenzo Bianco incandidabile per i prossimi 10 anni e imposto il divieto per lo stesso periodo a ricoprire cariche in enti vigilati o partecipati di enti pubblici. Il provvedimento riguarda anche i componenti della Giunta in carica tra il 2013 e il 2018. Per loro è stato imposto il divieto di ricoprire, per un periodo di 10 anni, "incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni e organismi pubblici e privati",

si chiede di sapere:

se corrisponda al vero che, ancora oggi, l'ex sindaco Bianco usufruisce di una scorta, con due agenti e una vettura blindata;

quale sia la legittima motivazione in grado di giustificare il mantenimento di tale misura di tutela personale;

nel caso in cui risulti un'ingiustificabile irregolarità dell'utilizzo della scorta, quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare per riportare ad un corretto e rigoroso impiego delle scorte, anche al fine di rendere più efficiente il servizio, sia per personale impiegato, che per risorse utilizzate.

(4-01331)

(già 3-00583)

CUCCHI - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:

da organi di stampa si è appresa la notizia relativa alla morte di un uomo detenuto nel carcere del Coroneo a Trieste: si apprende che è stato trovato morto nella sua cella il 12 luglio, il giorno dopo la rivolta che ha coinvolto la struttura;

numerosi articoli di stampa pubblicati sulla rivolta e sulla morte del detenuto affermano che l'uomo di origini balcaniche sarebbe morto per una overdose di metadone, sostanza che si ritiene possa essere stata sottratta dall'infermeria del carcere durante il caos dei tumulti;

la rivolta ha visto coinvolti oltre 100 detenuti su 260 ed è scaturita a causa del sovraffollamento e delle difficili condizioni di vita all'interno del carcere, aggravate dall'ondata di calore di questi giorni;

sempre come comunica la stampa, il bilancio della rivolta è di otto feriti, tra cui due ricoverati nel reparto di Medicina d'urgenza, tre in Pronto Soccorso e tre dimessi;

considerato che:

gli argomenti portati dalle persone detenute riguardano sia il sovraffollamento, sia la condizione igienica della struttura, in quanto nello specifico denunciano di dover dormire a terra e su materassi infestati da cimici;

gli stessi sindacati di Polizia denunciano il rischio di collasso del sistema carcerario;

l'ennesima morte di un detenuto solleva interrogativi seri e drammatici circa le condizioni all'interno del carcere del Coroneo e, più in generale, sulla gestione delle strutture penitenziarie in Italia;

nel carcere del Coroneo il sovraffollamento è ormai a livelli critici: una struttura che ospita 260 detenuti rispetto a una capienza massima di 150, mancanza di risorse adeguate alla gestione sanitaria e la sicurezza dei detenuti,

si chiede di sapere:

cosa intenda fare il Ministro in indirizzo per assicurare che i detenuti vivano in condizioni dignitose;

se non creda che sia utile, anche considerando che gli ultimi fatti di Firenze, prevedere dei finanziamenti per modernizzare le strutture carcerarie in modo tale che i detenuti, già provati dal sovraffollamento, non patiscano il caldo come succede ora;

se non ritenga opportuno rivedere gli strumenti contenuti nel decreto-legge n. 92 del 2024, appena approvato, per trovare una reale soluzione al sovraffollamento.

(4-01332)

BARCAIUOLO - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. - Premesso che:

il lago Santo è adagiato fra le montagne dell'Appennino modenese, dove è possibile cercare funghi, passeggiare e rilassarsi in un ambiente naturale lontano dai ritmi frenetici della civiltà. Con il perimetro di 1,3 chilometri e la profondità di circa 10 metri, il lago presenta attrattive capaci di stupire ed affascinare qualsiasi escursionista. Posto ad una quota di 1.501 metri, facilmente raggiungibile sia in automobile, sia a piedi seguendo i numerosi sentieri esistenti, questo luogo risulta essere uno dei più frequentati del territorio appenninico;

ad aprile 2024 sono stati resi noti i risultati delle ultime ricerche sul problema delle piante acquatiche infestanti il lago Santo modenese, sorte conseguentemente al deposito di feci o contaminazioni portate da volatili lungo le rotte migratorie;

dopo l'allarme lanciato dalla SVA (la società che gestisce la pesca nel lago), nonché dai gestori dei rifugi e da escursionisti, l'ente di gestione parchi dell'Emilia centrale ha avviato una nuova indagine sul fenomeno, e dallo studio dell'università di Parma emerge infatti che la compagine floristica del lago risulta profondamente mutata rispetto al passato per la massiccia presenza di M. Spicatum (detto millefoglio). Nell'anno 2023 la specie ha visto una forte espansione arrivando a coprire circa il 43 per cento dell'intera superficie del bacino;

considerato che:

il costo per l'intervento di contrasto alla diffusione del Myriophyllum si aggirerebbe intorno ai 90.000 euro, come comunicato all'ente dalla bonifica parmigiana Moglia che è già intervenuta in analoghi contesti nel territorio reggiano (lago Calamone);

nonostante le sollecitazioni dei privati e del mondo politico, l'ente di gestione parchi non avrebbe finora stanziato alcun contributo proprio o regionale per la risoluzione del problema, né si sarebbe attivato in tal senso a causa della presunta onerosità dell'operazione;

risulta tuttavia che con delibera di Giunta regionale n. 369/2924 (bando per il rafforzamento della rete ecologica regionale) la Regione Emilia-Romagna abbia stanziato 10,5 milioni di euro a favore di alcuni soggetti, tra cui gli enti di gestione per i parchi e la biodiversità (Emilia occidentale, Emilia centrale, Emilia orientale, Romagna e delta del Po),

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda agire di concerto con la Regione Emilia-Romagna affinché l'ente di gestione parchi dell'Emilia centrale avvii un processo di eradicazione di questa pianta acquatica nociva che provoca notevoli danni all'ambiente e all'indotto economico di una zona importante per l'afflusso turistico nell'Appennino modenese.

(4-01333)

PAITA - Ai Ministri delle imprese e del made in Italy e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:

"Wyscout", nota piattaforma di scouting calcistica, acquisita nel 2019 dall'azienda americana Hudl, ha annunciato il licenziamento di 20 dipendenti della sede di Chiavari (Genova) a causa della delocalizzazione dei reparti tagging, footage e database a Mumbay, in India;

a destare sconcerto sono state anche le modalità di licenziamento: i lavoratori italiani per due anni, su richiesta dell'azienda, hanno formato i dipendenti indiani, per poi essere licenziati a causa della delocalizzazione proprio in India. Inoltre la comunicazione del licenziamento è avvenuto tramite una videochiamata di pochi minuti, in un modo assolutamente lesivo della dignità dei lavoratori;

la situazione aziendale di Wyscout rispecchia il contesto preoccupante che si sta verificando in molte aziende italiane a causa delle diverse delocalizzazioni, determinando incertezza e instabilità nella vita di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie;

le imprese che decidono di delocalizzare rami d'azienda dovrebbero predisporre piani sociali e di indennizzo economico per i lavoratori sottoposti a licenziamento, che coprano a livello economico il periodo di riqualificazione e di ricerca di nuovo impiego. Le istituzioni locali e la Regione dovrebbero attivare corsi di formazione e aggiornamento per lavoratori licenziati, al fine di facilitarne il reinserimento lavorativo: sarebbe quindi opportuno a giudizio dell'interrogante che i Ministri in indirizzo ponessero in essere azioni normative che incentivino e obblighino aziende ed enti locali alla tutela dei lavoratori licenziati per i suddetti motivi,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza del licenziamento dei 20 lavoratori di Wyscout a causa della decisione dell'azienda di delocalizzare alcuni settori produttivi in India e quali iniziative urgenti intendano adottare al fine di fornire sostegno ai lavoratori licenziati e alle loro famiglie;

se non ritengano necessario predisporre atti normativi che obblighino le aziende, che decidono di delocalizzare, ad attivare per i lavoratori licenziati percorsi di indennizzo e di outplacement;

se non ritengano necessario organizzare, tramite gli enti locali (le Regioni in particolare), corsi di aggiornamento e strumenti volti alla riqualificazione professionale;

quali azioni intendano attuare al fine di incentivare le altre aziende del territorio che se si rendano disponibili ad assumere i lavoratori licenziati.

(4-01334)

IANNONE, RASTRELLI - Ai Ministri dell'interno e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:

nel territorio del comune di Giugliano in Campania (Napoli) in via Carrafiello, in prossimità dell'area di sviluppo industriale (ASI), è presente uno dei più grandi insediamenti rom in Italia, nel quale vivono, il censimento è parziale, circa 1.200 persone, in condizioni di grave emergenza igienico-sanitaria e di abbandono scolastico da parte di numerosi minori. Purtroppo gli abitanti adibiscono illecitamente le zone adiacenti a discariche che, incontrollate, alimentano numerosi roghi tossici e determinano una grave emergenza ambientale, con animali allevati tra i rifiuti. Il calore dei mesi estivi non può che determinare ulteriori roghi;

incendi vasti di particolare rilevanza sono occorsi nel maggio 2021, luglio 2023 e 2024;

con delibera di Giunta regionale n. 15 del 12 gennaio 2021, la Regione Campania ha approvato il progetto "ABRAMO: Inclusione sociale e sistemazione abitativa per i rom del campo di 'Masseria del pozzo'", che stanzia 864.000 euro per un percorso di integrazione abitativa, lavorativa e sociale delle popolazioni rom, sinti e caminanti presenti nel territorio di Giugliano. Il progetto è definito dalla Giunta regionale come un atto politico di particolare rilevanza;

con riferimento al progetto, a seguito di vari ritardi imputabili all'amministrazione di Giugliano in Campania, con decreto dirigenziale n. 4 del 5 ottobre 2021 la Regione ha liquidato la somma di 604.800 euro, pari al 70 per cento dell'importo ammesso a finanziamento. Nonostante la liquidazione in data 19 maggio 2022 il sindaco ha annunciato a mezzo stampa il fallimento del progetto;

malgrado il progetto, non sono venuti meno gli interventi delle forze dell'ordine che hanno spesso rinvenuto nell'insediamento attrezzi atti a scassi, refurtive varie e armi. Nel 2023 furono sequestrati 53 veicoli;

nel gennaio di quest'anno, nell'insediamento è morta folgorata Michelle, una bambina di 7 anni, e a seguito del fatto occorso sono stati posti i sigilli all'insediamento, e disposta l'interruzione della fornitura di corrente elettrica e, il 25 gennaio, dell'acqua;

in data 8 aprile la trasmissione "Quarta Repubblica" ha trasmesso un servizio dal titolo "I rom occupano un terreno, il proprietario rischia l'esproprio",

si chiede di sapere:

come si stia procedendo per fronteggiare questo degrado sanitario e ambientale e se sia stato preso in considerazione lo sgombero dell'area;

stante il grave disagio che il forte degrado ambientale causa ai cittadini di Giugliano in Campania e dei comuni limitrofi, quale sia lo stato attuale del progetto ABRAMO, ed in particolare gli interventi realizzati, e la rendicontazione delle spese sostenute con i fondi regionali, e il cronoprogramma di quelli futuri in capo al Comune di Giugliano in Campania;

tenuto conto della situazione di degrado ambientale, incuria e abbandono scolastico, se le ingenti risorse pubbliche stanziate abbiano prodotto risultati positivi per la popolazione rom stanziata nel territorio di Giugliano in Campania, principalmente in insediamenti abusivi.

(4-01335)

Interrogazioni, da svolgere in Commissione

A norma dell'articolo 147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso le Commissioni permanenti:

5ª Commissione permanente(Programmazione economica, bilancio):

3-01261 del senatore Misiani ed altri, sui contenuti economici del piano pluriennale correttivo e della prossima manovra di bilancio;

7ª Commissione permanente(Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport):

3-01265 della senatrice Rando ed altri, sui finanziamenti del PNRR per il potenziamento degli asili nido nei Comuni montani;

8ª Commissione permanente(Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica):

3-01266 della senatrice Furlan ed altri, sulla gestione dell'area marina protetta capo Gallo-Isola delle Femmine;

10ª Commissione permanente(Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale):

3-01268 del senatore Turco, sulla cessazione dell'attività dell'azienda ex Cementir di Taranto.

Avviso di rettifica

Nel Resoconto stenografico della 84a seduta pubblica del 5 luglio 2023, a pagina 40, all'ultima riga, sostituire le parole: "10a Commissione permanente" con le seguenti: "9a Commissione permanente".

Nel Resoconto stenografico della 205a seduta pubblica del 3 luglio 2024, a pagina 138, sotto il titolo "Governo, trasmissione di atti e documenti", alla prima riga del penultimo capoverso, sostituire le parole: "Il Presidente del Consiglio dei ministri" con le seguenti: "Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri", e all'ultima riga dell'ultimo capoverso, sostituire le parole: "10a Commissione permanente" con le seguenti: "9a Commissione permanente".