Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 051 del 22/03/2023

Discussione dalla sede redigente dei documenti:

(Doc. XXII, n. 9)DE CRISTOFARO ed altri. - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro

(Doc. XXII, n. 5)CAMUSSO ed altri. - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in Italia

(Doc. XXII, n. 6)LOMBARDO ed altri. - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati

(Doc. XXII, n. 11)FLORIDIA ed altri. - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla condizione di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro

(Relazione orale) (ore 16,04)

Approvazione del documento XXII, n. 9

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dalla sede redigente dei documenti XXII, nn. 9, 5, 6 e 11.

Il relatore, senatore Magni, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.

MAGNI, relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, vorrei rivolgere innanzitutto un ringraziamento a tutti i componenti della 10a Commissione del Senato, a cominciare dal Presidente, per avermi affidato il compito di svolgere la relazione su questo importante documento che siamo chiamati ad approvare, riguardante la proposta di istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia. Si tratta di una proposta condivisa da tutto il Parlamento, visto che, di fronte al fatto che c'erano altri documenti e altre proposte di legge, il testo base preso a riferimento è quello contenente una proposta avanzata da tutti i Gruppi parlamentari e voluta quindi dall'insieme del Parlamento, cosa che mi pare molto importante.

Ringrazio quindi vivamente ancora una volta per l'incarico affidatomi per il quale, tra l'altro, essendo la mia prima volta come relatore, sono anche un po' emozionato per il fatto di assumermi una tale responsabilità.

Venendo alla relazione, il documento in esame prevede l'istituzione di una Commissione monocamerale di inchiesta del Senato sulle condizioni di lavoro, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in Italia. Si prevede, oltre alla relazione conclusiva da presentare al Senato al termine della legislatura, una relazione con cadenza annua.

In base alla disciplina istitutiva in esame, la Commissione è composta da venti senatori, nominati dal Presidente del Senato in proporzione al numero dei componenti dei Gruppi parlamentari e con la garanzia di almeno un componente per ogni Gruppo. Sono inoltre stabilite le disposizioni sulla costituzione dell'Ufficio di Presidenza della Commissione e sull'adozione del regolamento interno e si specifica che le sedute della stessa sono pubbliche, eccettuati i casi in cui la Commissione deliberi di riunirsi in seduta segreta.

Per l'adempimento delle proprie funzioni, la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dal Presidente del Senato e può avvalersi dell'opera di agenti e ufficiali di Polizia giudiziaria, nonché di tutte le collaborazioni ritenute necessarie di soggetti interni ed esterni all'amministrazione dello Stato, autorizzati, ove occorra, dagli organi a ciò deputati e dai Ministri competenti (il documento demanda al regolamento interno la definizione del numero massimo di collaboratori di cui può avvalersi la Commissione).

I compiti di accertamento della Commissione sono individuati analiticamente dall'articolo 3. Si ricorda, in via di sintesi, che essi riguardano: l'entità dello sfruttamento del lavoro, con particolare riguardo agli strumenti di prevenzione e repressione; la dimensione e la gravità degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo al numero di incidenti mortali, di malattie e di invalidità, alla sussistenza di differenze tra i sessi, tra le fasce di età, tra le aree territoriali e i settori lavorativi, nonché con particolare riguardo agli interventi di assistenza prestati alle vittime e alle loro famiglie; le cause degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo alla loro entità nell'ambito del lavoro nero o sommerso e del doppio lavoro; l'entità della presenza dei minori, con particolare riguardo ai minori provenienti dall'estero e alla loro protezione ed esposizione a rischio; l'incidenza del fenomeno della presenza di imprese controllate direttamente o indirettamente dalla criminalità organizzata, nonché il rispetto della normativa in caso di appalti e subappalti; l'utilizzo delle nuove tecnologie al fine della prevenzione degli infortuni sul lavoro; l'incidenza della digitalizzazione e delle nuove tecnologie sulla sicurezza sul lavoro; l'idoneità dei controlli da parte degli organi di vigilanza sull'applicazione delle norme antinfortunistiche; l'incidenza complessiva del costo degli infortuni sul lavoro per i lavoratori e le loro famiglie, per la produttività delle imprese, per il Servizio sanitario nazionale e per il sistema economico; l'incidenza della formazione permanente, l'efficacia dell'istruzione scolastica e universitaria sulle tematiche della sicurezza sul lavoro, il differenziale di formazione in Italia rispetto agli altri Paesi; gli eventuali nuovi strumenti legislativi e amministrativi da proporre al fine della prevenzione e della repressione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.

Il documento disciplina, poi, i poteri e i limiti della Commissione, i quali, in conformità al principio costituzionale sulle Commissioni parlamentari di inchiesta, sono definiti con riferimento a quelli per le autorità giudiziarie; la modalità di acquisizione di atti e documenti e il regime di segretezza degli stessi; l'obbligo generale del segreto sugli atti di inchiesta per i commissari, il personale addetto e gli altri collaboratori o gli altri soggetti che partecipano o vengono a conoscenza di tali atti.

PRESIDENTE.Grazie, senatore Magni. Nonostante l'emozione della prima volta, abbiamo apprezzato la sua relazione. (Applausi).

Ha chiesto di intervenire il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

DURIGON, sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, intervengo perché ritengo che l'importanza di questa Commissione sia davvero grande. Purtroppo, ogni giorno vediamo che continuano ad esserci incidenti sul lavoro. Continuano, purtroppo, ad esserci lavoratori che escono di casa e non tornano più alle proprie famiglie.

Avere una Commissione a tale tema dedicata anche in questo ramo del Parlamento è sicuramente un fattore positivo per il Governo, che potrà attingere sicuramente ad opinioni ed idee, che potremo mettere in campo per valutare, appunto, le norme che servono in questo momento a dare risposte e a far sì che non si verifichi più nessuna morte: zero morti sul lavoro.

PRESIDENTE. Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere non ostativo espresso dalla 5a Commissione permanente sul documento in esame, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.

Passiamo alla votazione degli articoli del documento XXII, n. 9, nel testo formulato dalla Commissione.

Metto ai voti l'articolo 1.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 2.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 3.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 4.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 5.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 6.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 7.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 8.

È approvato.

Passiamo alla votazione finale.

DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signor Presidente, intervengo solo per dire che sono davvero molto contento che tutta l'Aula abbia votato a favore degli articoli che istituiscono questa Commissione e che, presumibilmente, farà lo stesso quando si tratterà di esprimere il voto finale.

Non è la prima volta, ma è dalla XIV legislatura che il Senato della Repubblica, giustamente, istituisce una Commissione di inchiesta sul mondo del lavoro e sulle condizioni del lavoro. Il fatto che il Senato abbia deciso di istituirla anche in questa legislatura e che l'abbia fatto all'unanimità mi sembra un elemento molto importante. Ci tenevo a sottolinearlo, come anche volevo ringraziare i colleghi ed i Capigruppo, per aver sostenuto questa scelta insieme a tutti noi. Naturalmente considero non rituale l'istituzione di questa Commissione, anche se questa è già la quinta legislatura in cui si decide di dar vita ad una Commissione come questa. Penso, al contrario, che sia una scelta dovuta e anche molto connessa ai profondi, giganteschi cambiamenti che sono intervenuti negli anni. Abbiamo detto tante volte e in tante occasioni di dibattito che ci sono state anche qui al Senato, ma non solo, di quanto siano intervenute una serie di profonde modifiche strutturali che hanno significativamente, in qualche caso addirittura clamorosamente, cambiato l'organizzazione del lavoro, rendendola molto diversa da quella che conoscevamo in passato. Intorno a una diversa organizzazione del lavoro, si è evidentemente definita e strutturata anche una società particolarmente diversa, ma questi mutamenti hanno generato anche una enorme, in qualche caso drammatica, frammentazione che certamente non aiuta e anzi spesso mette le lavoratrici e i lavoratori in una condizione di maggiore difficoltà e anche una materia come quella relativa alla sicurezza delle condizioni di lavoro in qualche modo ha profondamente a che fare con questi elementi di frammentazione.

Penso che si potrà fare un buon lavoro, che sarà utile a tutto il Paese, anche quando ci sarà da intervenire in termini di legislazione. Esprimo pertanto un grande apprezzamento per la scelta che l'Assemblea sta compiendo oggi.

LOMBARDO (Az-IV-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LOMBARDO (Az-IV-RE). Signor Presidente, gentili colleghi, gentile Sottosegretario, credo di capire bene l'emozione con cui il senatore Magni ha voluto aprire la discussione e credo che non fosse solo legata al luogo nel quale presentava il disegno di legge, ma anche e soprattutto al tema, vista l'affinità con tante battaglie che ha affrontato. Lo capisco, perché questo è stato il primo disegno di legge che ho voluto presentare come senatore e l'ho voluto fare anche simbolicamente, rispetto alla mia precedente esperienza di amministratore locale come assessore al lavoro del Comune di Bologna. Oggi siamo contenti di affrontare una votazione che, al di là delle appartenenze ai Gruppi politici, riconosce l'utilità dell'istituzione di una Commissione di inchiesta.

Vorrei che la parola giusta, che purtroppo è risuonata anche in quest'Aula per vicende diverse estere, risuonasse nella sua crudezza anche rispetto all'argomento trattato e la parola è "guerra". Presidente, ogni giorno muoiono tre persone in Italia sul luogo di lavoro e non ci sono solo i morti, ci sono anche gli infortuni sul lavoro che sono oltre 600.000 l'anno; stiamo parlando di oltre 2.000 infortuni al giorno; sono i numeri di una guerra. Questi sono i numeri ufficiali che l'INAIL ci dà ogni anno in occasione del 22 ottobre, la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, istituita per riflettere sul tema, ma non è detto che questi siano i numeri che davvero certificano la realtà, perché purtroppo sappiamo che esistono tanti casi di infortuni sui luoghi del lavoro che non vengono neanche certificati come tali. Il voto di oggi significa che per noi tutti lavorare non può significare porre a rischio la propria vita; il voto condiviso odierno significa che per tutti noi, per un Paese moderno e democratico, questo è inaccettabile. Dirò di più: questi numeri sono il segno di un tradimento del sogno dei nostri Padri costituenti che volevano porre il lavoro a fondamento della nostra vita democratica e della nostra comunità. Riaffermare i diritti sui luoghi di lavoro, a partire dalla vita e dalla salute, è un generatore di valore per la società. Con questa Commissione non solo abbiamo il dovere di continuare a lavorare sul monitoraggio, sull'informazione e sulla prevenzione, ma a mio avviso abbiamo anche il dovere culturale di evitare l'assuefazione sui numeri dei morti e degli infortuni sul lavoro. Evitiamo l'assuefazione rispetto alla contabilità.

Morire sul lavoro non è mai una fatalità: evitiamo anche l'utilizzo di termini che non descrivono la verità. È una sconfitta per tutti, è una ferita sociale che lacera il Paese, ma non è una ferita sociale che lacera le nostre coscienze; se fosse così anche noi, in quest'Aula, a volte non saremmo complici di alcune delle cause che determinano gli infortuni sul lavoro. Tutti noi, infatti, sappiamo benissimo che dove c'è lavoro precario il rischio di infortunio sul lavoro è più alto e che tutte le volte che non contrastiamo la precarizzazione del lavoro, aumentiamo l'incidenza dei rischi di infortunio e di decesso; tutte le volte che non siamo contro il lavoro irregolare non diminuiamo i rischi di infortuni e decessi; tutte le volte che non contrastiamo il lavoro nero, diventiamo complici di quello che succede. Non a caso i settori più colpiti sono sempre gli stessi: cantieristica, edilizia, logistica e agricoltura. Soprattutto il settore della logistica è profondamente cambiato in questi anni e gli infortuni e i decessi nei luoghi di lavoro in tale comparto ci dovrebbero far riflettere molto su quali sono le condizioni di lavoro in tale ambito nel nostro Paese.

Noi dovremmo essere consapevoli che il costo della sicurezza non può essere un elemento di competizione economica. Quando determiniamo il tema del minor costo delle gare al massimo ribasso, dobbiamo essere consapevoli che le prime voci di taglio che vengono fatte sono quelle sul costo del lavoro, sulla sicurezza e sulla formazione. Quando non riusciamo a contrastare il fenomeno delle cooperative di comodo o delle cooperative spurie, che sono molto attive nei settori della logistica e dell'agricoltura, non riusciamo a determinare le condizioni per le quali ci può essere sicurezza nei luoghi di lavoro. Dobbiamo sapere che quando non riusciamo a contrastare i contratti collettivi di comodo, cioè quelli non fatti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, questo ha un impatto sulle condizioni e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Un ulteriore aspetto di questa Commissione può essere utile. Noi abbiamo avuto l'esperienza del Covid: cerchiamo di far luce sul perché non eravamo pronti a valutare la sicurezza nei luoghi di lavoro a causa della pandemia. Evitiamo che lo stesso problema si possa ripetere, come ci dicono le organizzazioni internazionali e le strategie che richiedono investimenti nelle infrastrutture per aumentarne la resilienza.

Ce lo fanno capire temi sui quali non vorrei che noi, per distrazione, superata l'emergenza della stretta fase pandemica, non cogliessimo il lavoro che c'è da fare sulla prevenzione e sulla formazione. Questo non lo si può fare per parti separate: lo devono fare tutti i partiti politici insieme e lo devono fare le istituzioni, l'ispettorato del lavoro, le autorità locali, le amministrazioni locali, le organizzazioni sindacali. Si tratta di una guerra da combattere tutti insieme come sistema Paese.

Vorrei che questo fosse un ambito dell'attività di questa Commissione di inchiesta: non solo assumere tutte le informazioni che possono essere utili al Parlamento per legiferare e per rendere effettive le misure di controllo, ma riuscire anche a fare un lavoro di sensibilizzazione per non essere noi indifferenti rispetto ai numeri sui decessi e sugli infortuni, rispetto ai numeri di una guerra silenziosa che il nostro Paese purtroppo ogni giorno si trova ad affrontare. Ripeto, ci sono tre morti al giorno dichiarati e più di 2.000 infortuni sui luoghi di lavoro. (Applausi).