Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06613

Atto n. 4-06613

Pubblicato il 17 febbraio 2022, nella seduta n. 405

PAPATHEU , GIAMMANCO , STABILE , MANGIALAVORI , DAL MAS , GALLONE , BARBONI , BERARDI , GALLIANI , FLORIS , VONO , DE BONIS , TOFFANIN , NATURALE - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -

Premesso che:

nel recente "rapporto speciale" dell'ONU, le autorità algerine sono accusate di "uso arbitrario, ingiusto, illegale e abusivo del 'terrorismo' come strumento politico per reprimere le libertà pubbliche e individuali e i diritti umani", e al quale il Governo algerino non ha ancora fornito risposta;

esperti dell'ONU hanno evidenziato che alcune disposizioni della legge 6 Ramadan 1441 (29 aprile 2020), pubblicata sul Journal officiel de la Republique algérienne n. 25 (codice penale algerino: art. 144, art. 196-bis e art. 95-bis), potrebbero entrare in diretta contraddizione con il Patto internazionale in materia di diritti civili e politici, ratificato dall'Algeria nel 1989, e potrebbero portare l'Algeria ad essere accusata ufficialmente di violare gli impegni internazionali presi in termini di salvaguardia delle libertà fondamentali;

le ripercussioni negative sui diritti fondamentali di tali gravi disposizioni legislative sono già state trattate nel 2018 dal Consiglio ONU per i diritti umani;

la risoluzione 2020/2880(RSP) del 26 novembre 2020 approvata dal Parlamento europeo condanna fermamente il deterioramento della situazione dei diritti umani in Algeria e l'escalation di arresti arbitrari e illeciti, detenzioni e persecuzioni giudiziarie nei confronti di giornalisti, oppositori politici, difensori dei diritti umani, sindacalisti, avvocati, attivisti pacifici;

il Parlamento europeo esorta da anni le autorità algerine a rispettare la sovranità popolare, lo Stato di diritto, la giustizia sociale e a consentire l'accesso al Paese alle organizzazioni internazionali per i diritti umani e alle procedure speciali delle Nazioni Unite;

il 30 marzo e il 16 aprile 2020 sono state inviate tre comunicazioni al Governo algerino nell'ambito delle procedure speciali delle Nazioni Unite in relazione agli arresti arbitrari e violenti, ai processi ingiusti e alle rappresaglie contro i difensori dei diritti umani e gli attivisti pacifici;

l'11 maggio 2021, il portavoce dell'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Rupert Colville, ha denunciato le autorità algerine per l'attacco e la repressione dei diritti alla libertà di opinione e di espressione, di riunione pacifica e di partecipazione agli affari pubblici;

la vicedirettrice di "Amnesty international" per il Medio Oriente e l'Africa del Nord, Amna Guellali, in un articolo del 25 giugno 2021, ha dichiarato che "Le autorità algerine hanno utilizzato ogni mezzo a loro disposizione per reprimere il dissenso e mettere a tacere il movimento di protesta Hirak, facendo ricorso a un grande numero di arresti e perseguendo attivisti sulla base di accuse false solo per aver preso parte a manifestazioni di protesta o per aver espresso il proprio dissenso politico";

secondo il rapporto speciale del 24 giugno 2020 di Amnesty international, da marzo 2021 le autorità giudiziarie hanno accusato almeno 17 attivisti di reati legati al "terrorismo". Contro di loro il 28 aprile 2020 è iniziato il procedimento per appartenenza a gruppo "terroristico" e per "cospirazione contro lo Stato";

come denunciano le organizzazioni internazionali, il Ministro dell'interno algerino starebbe tentando di cancellare società civile e partiti politici;

oltre ai 37 casi di attivisti documentati dall'organizzazione non governativa internazionale "Human rights watch", al 23 giugno sono almeno 273 gli attivisti detenuti ingiustamente, secondo organizzazioni locali e attivisti dei diritti umani;

nell'aprile 2020 l'Algeria ha adottato ulteriori modifiche al codice penale limitando l'esercizio dei diritti fondamentali quali la libertà di stampa, di espressione e di associazione, configurandoli come reato sulla base di motivi artificiosi allo scopo di perseguire coloro che esercitano il loro diritto alla libertà;

gli esperti ONU hanno rilevato che le recenti modifiche in materia di legislazione antiterrorismo sono in palese contrasto con le convenzioni e gli standard internazionali, sottoscritte dal Paese nordafricano, e rappresentano a tutti gli effetti la preoccupante determinazione delle autorità algerine ad imporre il silenzio agli oppositori pacifici e a falciare ogni residua libertà di espressione e opposizione politica;

sotto questo repressivo ombrello giuridico, il Governo algerino ha etichettato come "organizzazioni terroristiche" un movimento pro autonomia nella regione della Cabilia e ha arrestato diverse persone;

in un comunicato congiunto nel dicembre 2021, una coalizione di organizzazioni non governative internazionali ha lanciato l'allarme sulla situazione di repressione prolungata delle libertà fondamentali in Algeria e il dilagare di falsi procedimenti giudiziari con accuse di terrorismo contro attivisti per i diritti umani, giornalisti e attivisti pacifici;

il Sindacato nazionale dei magistrati algerino ha denunciato che le autorità di Algeri ricorrono in maniera diffusa e abusiva alla custodia cautelare; che ai membri della magistratura sono state irrogate sanzioni professionali dopo che hanno assolto attivisti pacifici o chiesto alle autorità dell'Esecutivo di rispettare l'indipendenza del potere giudiziario;

31 organizzazioni locali, regionali e internazionali della società civile hanno firmato una lettera congiunta, del 29 settembre 2020, per denunciare la repressione nei confronti della società civile algerina;

è più che mai urgente e necessario che le autorità algerine cessino immediatamente questa repressione e intervengano per garantire il rispetto dei diritti alla libertà di espressione, associazione e riunione di manifestanti pacifici, giornalisti, attivisti dei diritti umani e per liberare i cittadini detenuti ingiustamente;

si chiede di sapere:

se il Governo italiano intenda intraprendere iniziative urgenti per dare seguito alla risoluzione B9-0375/2020 del Parlamento europeo, finalizzate a far sì che i diritti umani siano garantiti in Algeria, e se non intenda avviare iniziative diplomatiche e politiche al fine di porre fine alla drammatica situazione descritta;

quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, per sostenere in sede internazionale la cessazione di ogni forma di violazione dei diritti umani in Algeria.